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IRC e radio 3

Fonte:
CulturaCattolica.it

Domanda


Gent.mo Prof. Incampo,
le invio in allegato quello che è stato detto in una trasmissione radiofonica sull'IRc
Con affetto
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Gent.mo Prof. Nicola Incampo,
sono idr di ruolo e insegno in un Liceo e in un Istituto Professionale a ***. L’8 novembre scorso, durante il Filo Diretto della rubrica ‘Prima Pagina’ di radio tre delle ore 8,00, un insegnante di Brescia del triennio di un Istituto Tecnico, intervenendo sui problemi della scuola, ha detto queste testuali parole: “Cosa ci fanno trentamila insegnanti di religione in una scuola laica? Sono trentamila insegnanti nominati dalle Curie vescovili, fuori da ogni controllo, fuori da ogni schema che riguardi concorsi, graduatorie e cose del genere. Questi signori, entrati nella scuola, diventano di ruolo e hanno anche il diritto di fare il cambio di cattedra, cioè saltare a insegnamenti come storia, filosofia, italiano ecc., portando via spazio a persone che con merito hanno dovuto fare trafile decisamente più onerose… Chiudiamo questo scandalo della religione nella scuola laica, e chi la vuole fare se la faccia di tasca sua… Non è un dovere dello Stato pagare persone che vanno a intasare la scuola a livello economico e a livello di numeri”.
Poco dopo, nella stessa rubrica, Francesca da Roma rincara la dose dicendo così: “Sono cristiana della Chiesa cattolica, sono insegnante elementare, ho insegnato nella scuola pubblica col metodo Montessori e anche nella scuola pubblica non col metodo Montessori, e ho anche l’abilitazione all’insegnamento della religione con il corso di Bibbia e Liturgia che fece Sofia Cavalletti, sempre col metodo Montessori. Mi sono sempre espressa sul no all’insegnamento della religione nella scuola, perché lo Stato è laico, le religioni sono tante e ritengo che nelle scuole elementari la religione si possa fare con la storia e nelle scuole superiori forse con la filosofia. Inoltre l’insegnamento della religione cattolica che abbiamo nelle scuole è molto al ribasso. Cioè io so che gli insegnanti praticamente non riescono a fare l’annuncio della fede cristiana assolutamente: quindi, a tutto danno della religione cattolica. Pertanto sono proprio contraria. Bisogna fare questo insegnamento in famiglia e in parrocchia: queste sono le sedi. Però credo che tutto dipenda dal Concordato, e forse questo Papa chissà che lo riveda! Ci sarebbe il problema dei posti di lavoro, di questi insegnanti che sono tanti, e non so dove andrebbero a finire. Ma, insomma, un posto glielo si può sempre trovare”.
Caro Prof. Incampo, di questi e anche più feroci attacchi all’IRC ne sentiamo tanti, e quest’aria di ostilità aggressiva contro di noi accompagna purtroppo il nostro lavoro quotidiano. Ma le due accuse più ricorrenti, che ci presentano come una specie di casta immeritatamente privilegiata, sono proprio queste: essere nominati dalle Curie vescovili e poter fare il ‘salto della quaglia’ andando a rubare spazi di altre classi di concorso trascinandoci l’anzianità di servizio maturata con l’IRC. A dire il vero, anche tra di noi c’è chi la pensa molto diversamente sull’identità della nostra disciplina, forse come Francesca di Roma, e si avverte una certa confusione. Per cui abbiamo bisogno, per rispondere a queste critiche, che a livello di Servizio Nazionale IRC qualcosa si muova e finalmente dalla CEI venga detto a tutti gli Idr, e reso pubblico con efficacia una volta per tutte, quali sono le risposte giuridiche e soprattutto le motivazioni che possono confutare quelle insinuazioni che ci fanno apparire come dei ladri di posizioni di vantaggio. La prego, Prof. Incampo, si faccia portavoce di questa istanza a beneficio della chiarezza e a servizio della verità.
Ringraziandola per la cortese attenzione, la saluto con affetto e gratitudine per il lavoro che svolge al servizio della Chiesa e per il bene comune del nostro paese.

Risposta


Ti invito a leggere quanto a scritto don Gabriele a tal proposito
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=34250

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