Ho avuto il piacere di incontrarla
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Domanda
Caro professore, la settimana scorsa ho avuto il piacere di incontrarla a ***, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico.
Ha tenuto una relazione dove “chiariva” a noi docenti, la nostra situazione. Ho notato che è molto preparato e che ha potuto toccare alcuni punti delicati quali per esempio il fatto che con il ruolo non è cambiato nulla se non la sicurezza economica; che non esiste nessuna Legge a cui l’Ordinario deve riferirsi ma che può fare quello che vuole, può nominare persone anche senza titolo e che ciò allo Stato non interessa nulla. Lui paga e basta; Mi hanno colpito molto tutte le sue affermazioni, ne cito qualcuna: ”noi dobbiamo pensare a salvarci l’anima e a lavorare per il Regno dei cieli; non deve esserci tra noi e il Vescovo nessun sindacato (ho notato in proposito che non ne ha citato neppure uno in particolare…), che dobbiamo sempre sentirci sul collo il fiato della Chiesa; che non esiste nessun criterio perché tutto è a discrezione dell’Ordinario … e così tante altre. Come vede mi sono presa la briga di prendere qualche appunto e di citare Le Sue Parole testuali.
Una cosa tuttavia non mi convince. Il 9 settembre e poi il 14 le inviai due domande che molto avevano a che vedere con l’argomento … lei, pur avendole ricevute, non mi ha risposto… Ora ho certezza, dopo averla incontrata, che lei ha le idee molto chiare in proposito, per questo le chiedo, con una preghiera, di rispondermi e di ripetere quanto ho sentito a ***, perché non è giusto che sia privilegiato solo il mio corpo docente ma che tutti, a livello nazionale, possano leggere.
La ringrazio e aspetto fiduciosa.
Risposta
Siamo alle solite! Che chi sta fuori dal contesto normativo degli IdR non comprende determinati “diritti” può essere comprensibile, ma che non lo capisca chi ci sta dentro è troppo.
Tutto ha inizio dal fatto di non accettare l’atipicità degli IRC e di chi lo impartisce.
Si tratta non di “privilegio”, ma di “identità”.
L’IRC ha una sua fisionomia che è data dal fatto di essere trasmissione di una conoscenza la cui esattezza può essere dichiarata solo da chi istituzionalmente ha il compito di vigilare sulla precisione.
Ecco perché sia la Chiesa che lo Stato intervengono su tale insegnamento.
E’ chiaro che solo un accordo può definire le relative competenze ed è esattamente quanto è avvenuto con il Concordato e le successive Intese.
In pratica e conseguentemente, è solo la Chiesa che può garantire il possesso del titolo professionale che lo abilita all’insegnamento; è solo la Chiesa che determina dove quell’insegnante svolgerà il suo compito di docente …. allo Stato invece la competenza e il diritto di inserirlo nel contesto dell’ordinamento scolastico con determinazione del ruolo, delle cattedre e quant’altro.
Ah! Dimenticavo di dirti che rispondo a tutte le mail, evidentemente le tue non mi sono arrivate.