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Hanno fatto cadere la TV che si è rotta

Domanda


Ciao Nicola! Ancora una volta ricorro a te, certa non solo della tua competenza giuridica ma anche del buon senso che traspare sempre dalle tue risposte. Eccoti il problema. Sono un’idr stabilizzata in una scuola secondaria di primo grado statale e ho l’ennesima questione in corso con la segreteria amministrativa nonché con l’autorità scolastica. Durante una delle mie lezioni è successo che due studenti, per un malinteso tra me e loro, spostassero un carrello con TV e videoregistratore (l’avevamo utilizzato in classe per vedere un breve video) e inavvertitamente facessero cadere la TV che si è così rotta. Dico per un malinteso perché se io sono certa di aver detto loro di chiamare la bidella essi dicono di avere capito che avrebbero dovuto trasportare di persona il carrello. Al di là del fatto che le mia richiesta possa essere stata equivocata, o io non essermi chiarita, sono comunque certa della loro buona fede e del fatto che, spingendo il carrello per pochi passi fuori dalla porta della classe non volessero approfittarne né rompere il materiale. Sta di fatto che mentre ero girata - per un istante - verso la lavagna, urtano la Tv che cade e si rompe. Al termine dell’ora redigo breve verbale dell’accaduto, dove, senza accusare di cattiva intenzione i 2 ragazzi, racconto l’episodio menzionando i loro nomi. Sono presto convocata dalla responsabile amministrativa che mi fa capire di essere alla ricerca di un responsabile per ottenere risarcimento della quota pagata dalla scuola per riparare la TV. Chiedo ironicamente se devo pagarla io e se la scuola proprio non può permettersi questa spesa di 40 euro, confermando che comunque i ragazzi possono essere al limite accusati di faciloneria, baldanza e superficialità (ma chi non lo è a 13 anni?) e non certo di essere dei vandali o degli approfittatori (verso la mia richiesta). Più tardi vengo a sapere che i loro genitori chiedono colloquio con me e che la scuola ha fatto loro richiesta di pagare il danno subito. In presenza della collaboratrice di presidenza li ricevo, espongo l’accaduto e manifesto la perplessità di fronte alla richiesta fatta dalla scuola. Io ho difeso gli studenti di fronte all’accusa della vice preside (ho fatto bene?!! i panni sporchi vanno lavati in casa ma lei non vuole ascoltare nessuno!) che sostiene che “Occorre una lezione per tutti: va trovato il responsabile e chi rompe deve pagare perché atti di questo tipo non si ripetano”. La segretaria amministrativa intanto con una scusa si dice occupata e non ci riceve. Il preside tergiversa e fa orecchie da mercante dando come sempre ragione a chiunque. Io gli dico che se è giustizia che chi rompe paghi è anche una lezione di profonda ingiustizia che quei due studenti debbano pagare per un fatto fortuito e non intenzionale. Mi chiede tuttavia di scrivere una lettera alla Dirigenza (cioè a se stesso) in cui io prenda le difese dei ragazzi garantendo della loro buona fede. “Poi si vedrà sul da farsi e su chi dovrà pagare”. Ai genitori io ho detto che non è giusto che paghino (so di atti veramente vandalici mai ripagati), piuttosto allora pago io le 40 euro, perchè se c’è stato un equivoco tra me e i loro figli, io sono certa che di quei due potevo fidarmi. La questione è che so anche che la segreteria amministrativa è di una taccagneria impressionante perchè corre voce (e la fonte è certa) che i soldi del Fondo d’Istituto non usati siano distribuiti a pioggia al termine dell’anno sui dipendenti di segreteria. Ora ti chiedo: come e cosa scrivere in quella lettera? E’ vero che se io mi assumo le colpe (e lo faccio solo per discolpare quei 2 ragazzi che non meritano) in quanto dipendente pubblico non dovrei rsipondere economicamente del danno ma ne risponderà l’amministrazione stessa? A quale legge fare eventualmente ricorso per garantire questo mio diritto?Come spiegare che questa non è una lezione di giustizia per i ragazzi ma di miopia e grettezza da parte della nostra scuola? Esiste un fondo, cui far riferimento, che copra questo tipo di spese? Ti prego aiutami: perchè piuttosto quelle benedette 40 euro le pago io e non muoio certo di fame ma non voglio che quei 2 miei studenti vedano la solita lezione ovvero che chi conta poco (me o loro) sono sempre quelli su cui far rivalere le proprie frustrazioni. Ciao.

Risposta


Una cosa è certa: un bene strumentale a disposizione della scuola è andato perduto o è stato danneggiato.
Chi ha procurato il danno è giusto che lo risarcisca.
Nel caso in specie mi pare di capire che non c’è stata una corretta comunicazione tra il docente e gli studenti.
Senza voler accusare gli studenti di aver voluto arrecare danno alla scuola e pur considerando che possa essersi trattato di un mero incidente fortuito, la realtà non cambia.
Fa bene la scuola ad esigere dal responsabile dell’accaduto il risarcimento del danno arrecato.
Se tu ritieni di voler giustificare l’operato degli studenti puoi dichiarare al Dirigente scolastico, dopo aver spiegato come si sono svolti i fatti, di essere disponibile a risarcire il danno.
Sarà il Dirigente scolastico che, valutato i fatti, potrà decidere se far rimborsare il danno subito dalla scuola o non tenerne conto, avuto riguardo a quanto avrai dettagliatamente riferito, con successivo provvedimento di discarico del bene ormai inutilizzabile.

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