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Quante chiese ci sono in Italia?

Domanda


Sono un insegnante di ruolo per motivi di famiglia ho insegnato in tre diocesi diverse, da due mesi sposato ho trovato casa in una quarta diocesi. Lo stato con l’ultima normativa mi permette di chiedere il trasferimento, devo fare il quarto esame per avere l’idoneità? quante chiese ci sono in Italia? la Cei non potrebbe fare una norma che vada bene in tutta Italia? I colleghi atei ci deridono. I pochi cattolici hanno detto che se questa è la chiesa è meglio non darle più credito e neanche l’otto per mille. Non so cosa dire loro; faccia presente ai responsabili dell’irc che la situazione sta scandalizzando molti veramente non se ne può più, prima eravamo discriminati dallo stato ora anche da chi dovrebbe intervenire e non lo fa. Grazie e chiedo scusa dello sfogo.

Risposta




Per prima cosa chiariamo che “l’ultima normativa” alla quale ti riferisci non parla di trasferimenti, ma di assegnazioni provvisorie e utilizzazioni, istituti questi diversi dai trasferimenti.
Quanto poi al tuo “sfogo” sull’idoneità, è il caso di ricordarti che la legge 186/03 ha come pietra angolare il Concordato e precisamente il punto 5 del Protocollo addizionale relativo all’articolo 9 che recita così: “L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è impartito in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica.” (Cfr. Legge 121 del 25 marzo 1985).
Questo significa che tutte le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie degli insegnanti di religione devono essere fatte “d’intesa”.
Ma che cosa significa essere nominati d’intesa?
Cerchiamo di capirlo insieme: i parametri dell’intesa tra Ordinario diocesano e Autorità scolastica sono tre:
  1. La fissazione delle ore;
  2. L’individuazione dell’insegnante;
  3. La scelta della scuola.


Sul primo parametro, la fissazione delle ore, il discorso è andato sempre più affinandosi, nel senso che le regole statali hanno obbligato l’Ordinario diocesano a tendere sempre più verso l’orario cattedra, tanto è vero che è lo stesso Stato, oggi, a formulare le cattedre.
Il secondo e il terzo parametro sono di esclusiva competenza dell’Ordinario diocesano: cioè, è e sarà sempre l’Ordinario a individuare il docente che manderà in una determinata scuola.
In conclusione: non c’è niente di cui scandalizzarsi, perché, e dovresti saperlo, l’insegnante di religione è un “mandato”.
Comunque non mi sembra che, per qualche difficoltà incontrata nella realizzazione di qualche desiderio, si debba mettere in crisi tutta una concezione di chiesa e condividere le critiche di chi di chiesa non conosce un gran che.
Le finalità che la chiesa assegna all’IRC sono molto importanti (conoscenza esatta del credo cattolico, serietà e fedeltà di testimonianza di vita cristiana dell’insegnante, e professionalità basata su seria preparazione) per lasciarle all’improvvisazione e a un controllo superficiale.
Altro che discriminazione!
Ci sarebbe da parlare di scandalo se questo controllo non avvenisse e non al contrario.

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