L’IRC non deve avere la stessa dignità delle altre materie

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Domanda


Egregio prof. Incampo, è con un po’ di amarezza che ritorno sul tema delle nuove schede di valutazione per la scuola primaria, ma nel mio Istituto Comprensivo il Collegio Docenti ha deciso di optare per la riedizione, con alcune modifiche, della vecchia scheda e quindi di mantenere una distinta scheda per l’IRC. L’amarezza più grande sta però nelle motivazioni, proposte da una insegnante ed accolte dal dirigente, secondo cui non sarebbe possibile inserire l’Irc insieme alle altre materie in una unica scheda per via del fatto che (cito testualmente) “l’IRC non ha e non deve avere la stessa dignità delle altre materie”. Può aiutarmi a controbattere in modo efficace a queste affermazioni? Grazie. Con stima.

Risposta


Chi fa affermazioni di quel tipo, credendo ad una classifica delle discipline in categoria A, B, C… evidentemente ha un concetto di scuola che nulla ha a che vedere con la scuola del nostro tempo che mira alla formazione della persona e che vede ogni disciplina concorrere a tale scopo.
Fatta tale premessa ricordo anche la normativa che partendo da tale filosofia, precisa i giusti comportamenti da tenere.
In base alla normativa attualmente in vigore sono state abrogate quelle norme che prevedevano che fosse il Ministero a predisporre la scheda di valutazione, ma “…la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti responsabili delle attività educative e didattiche previste dai piani di studio personalizzati; agli stessi è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo” come dice l’articolo 8 del Decreto legislativo numero 59 del 18 febbraio 2004, tenendo conto dei piani nazionali.
Inoltre il MIUR con nota 16 giugno 2004, prot. n. 10642, ha affermato che “…la materia “religione cattolica”, dal momento in cui ne viene richiesto l’insegnamento, assurge al medesimo rango delle altre discipline e concorre, quindi, sebbene mediante formulazione di giudizio e non di voto, alla valutazione globale e finale del profitto degli alunni…”.
Sintetizzando e esprimendo non una opinione ma una logica conseguenza a tutto l’iter che ha seguito lo svolgersi della questione, si può affermare che la disciplina “Religione Cattolica” è sullo stesso piano di tutte le discipline.
Deve essere perciò valutata come le altre comprese nelle 27 ore settimanali obbligatorie, né si dà luogo a discriminazione se, quanto è stato liberamente scelto, viene reso pubblico in un documento che va dato alla famiglia e al soggetto, ben precisando che non automaticamente la scelta di quella disciplina significa dichiarazione di una fede, ma solo riconoscimento di quanto fa parte della identità di un popolo europeo.
In conclusione: proporre due distinte schede di valutazione, a mio modesto parere, significa non solo rifiuto di capire il senso Piani di Studio Personalizzati, ma anche della nuova scuola quale i nuovi orientamenti delineano.