La Pubblica Istruzione più fatua che c’è smonta l’educazione ma non il bullo Cgil
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La settimana scorsa il vertice Cgil ha inviato una ‘nota’ a tutte le scuole italiane in cui si danno indicazioni dettagliate su come valutare gli alunni che si sono avvalsi dell’insegnamento della religione cattolica. Nella sua ‘nota’ la Cgil invita i consigli di classe a non accettare «qualsiasi indicazione, anche proveniente dal ministero e dalle direzioni regionali, contraria al comportamento valutativo» raccomandato, appunto, dalla stessa Cgil. Incredibile? Sì. Ma non lo zelo sovietico del pedagogismo sindacale, i cui esiti scolastici da caserma e analfabetismo di ritorno sono sotto gli occhi di tutti. Incredibile è, ancora una volta, il silenzio assordante del ministro della Pubblica Istruzione. Se non ci fosse stata la protesta di CulturaCattolica.it e di una associazione di insegnanti (Diesse), ancora una volta non avremmo saputo altro di questa ennesima storia di conculcamento della libertà di educazione e di insegnamento, se non la versione dei grandi giornali (ovviamente schierati con la Cgil). Purtroppo ciò è anche la conseguenza dello ‘stile Fioroni’. Lo stile di un ministro tutta immagine e poca sostanza.