La CGIL Scuola ai C.d.C.: qui comandiamo noi
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La CGIL scuola, o la FLC CGIL come si chiama oggi, ha inviato il giorno 20 us una “Nota” a tutti i Consigli di Classe di ogni ordine e grado delle scuole italiane, emanando indicazioni precise su come valutare gli alunni che si sono avvalsi dell’Insegnamento della Religione Cattolica.
Infatti tale nota è intitolata “VALUTAZIONI PERIODICHE E FINALI DEGLI ALUNNI CHE SI SONO AVVALSI DELL’IRC”, e con un’arroganza e tracotanza unica, si arroga il diritto di definire come dovrà avvenire la valutazione di quegli alunni che hanno scelto “liberamente” una disciplina scolastica che a loro non piace proprio: la Religione Cattolica appunto.
La Nota obbliga i Consigli di Classe a non accettare “… qualsiasi indicazione, anche proveniente dal Ministero, e dalle Direzione regionali contraria al … comportamento valutativo” da loro emanato.
Come a dire che se la scuola è autonoma è alle dipendenze della CGIL.
Evviva la libertà.
Nella nota sono state scritte tante cose inesatte.
Ma agli amici della CGIL vorremmo dire che la nostra Costituzione Italiana afferma con chiarezza che “La legge è uguale per tutti” cosa molto diversa da “Tutti siamo uguali davanti alla Legge”.
Questo significa che non dobbiamo fare tutti le stesse cose: ad esempio non dobbiamo tutti non aver fede; o non dobbiamo tutti avere la stessa fede; o non dobbiamo tutti…
E’ quel famoso principio della “Tolleranza”, grazie al quale tutti siamo liberi rispettando le regole.
Applicando quanto detto all’IRC ricordo che in base alla normativa attualmente in vigore sono state abrogate quelle norme che prevedevano che fosse il Ministero a predisporre la scheda di valutazione, ma “… la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti responsabili delle attività educative e didattiche previste dai piani di studio personalizzati; agli stessi è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo” come dice l’articolo 8 del Decreto legislativo numero 59 del 18 febbraio 2004, tenendo conto dei piani nazionali.
Inoltre il MIUR con nota 16 giugno 2004, prot. n. 10642, ha affermato che “…la materia “religione cattolica”, dal momento in cui ne viene richiesto l’insegnamento, assurge al medesimo rango delle altre discipline e concorre, quindi, sebbene mediante formulazione di giudizio e non di voto, alla valutazione globale e finale del profitto degli alunni…”.
Infine ricordo che il comma 4 dell’articolo 4 del DPR 275/99 afferma che ogni scuola dovrà indicare “le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale”.
Si aggiunga a tutto questo che il Garante della privacy in data 3 dicembre ha così dichiarato: “Non è vero che i voti scolastici devono restare segreti, non è vero che gli studenti devono nascondere la propria fede religiosa, non è vero che i risultati degli scrutini devono rimanere clandestini … Il necessario rispetto della volontà di ciascuno di mantenere riservato alcune informazioni sulla propria persona infatti non va confuso con la libertà, costituzionalmente protetta, di ognuno di manifestare liberamente le proprie convinzioni, anche in natura religiosa”.
Sintetizzando e esprimendo non una opinione ma una logica conseguenza a tutto l’iter che ha seguito lo svolgersi della questione, si può affermare che la disciplina “Religione Cattolica” è sullo stesso piano di tutte le discipline e come ha scritto “La Tecnica della Scuola” a pagina 13 del numero 17 del 15 aprile 2007 “e come tale deve essere inserita tra le altre materie se le nuove disposizioni non vogliono annullare tutte le interpretazioni relative all’anno scolastico in corso sulla valutazione e soprattutto sull’IRC”.