In merito al Messaggio della CEI sull'Insegnamento della Religione Cattolica
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Come negli scorsi anni e puntuale come sempre, prima delle iscrizioni per l'anno scolastico 2002/3, giunge questo messaggio dei Vescovi Italiani che, rivolgendosi a genitori e studenti, invitano ad esprimere o a rinnovare la scelta di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica, convinti che "la comunità ecclesiale è consapevole dell'importanza della scuola e della sua missione di servizio ad ogni persona".
Noi tutti del sito siamo riconoscenti ai vescovi di questo appello, in quanto ci sentiamo parte non piccola di tutti quei docenti di religione ai quali i Vescovi "esprimono la loro gratitudine per la dedizione e l'impegno con i quali svolgono il loro compito di concorrere a formare la personalità umana e cristiana degli alunni."
Da anni seguiamo con interesse le problematiche relative alla qualificazione culturale degli insegnanti di religione, in collaborazione e integrazione con la rivista Documenta. Ma l'attenzione nostra si rivolge anche a quesiti ed aspetti giuridici ed amministrativi per i quali riceviamo giornalmente domande da parte dei docenti ed ai quali diamo puntualmente risposta via e-mail ed anche telefonicamente in via privata, raggiungendo la cifra di ben 440 interventi.
Non ci siamo tirati indietro quando si è trattato di seguire l'iter del disegno di legge sullo stato giuridico degli IdR che certo definirà ancor più precisamente il ruolo civile sociale e culturale che, a detta dei vescovi, gli IdR esercitano.
Abbiamo contribuito a delineare le condizioni per l'immissione in ruolo di questi docenti e, unitamente ai Vescovi, ci auguriamo che il ddl Moratti venga presto approvato dal Parlamento Italiano.
E non manca la nostra attenzione su quanto scrive la stampa sull'argomento: insegnamento della religione cattolica.
Proprio per questo siamo riconoscenti di questo puntuale ed annuale intervento della CEI sulla scelta dell'IRC.
È proprio del giorno 8 gennaio u.s. un articolo di ItaliaOggi che, rivelando un certo astio per l'intervento in oggetto e l'insegnamento scolastico della religione in specie, scrive molte inesattezze sulla scelta che la scuola fa "di ufficio" nelle classi intermedie del ciclo scolastico.
I Vescovi nel loro messaggio dimostrano molto rispetto per le finalità della istituzione scolastica ed hanno sottolineato che è intenzione della Chiesa inserirsi a servizio di un processo educativo nel quale la religione è parte importante.
Chi difende la laicità dello Stato e il carattere non confessionale della scuola non può non essere ammirato di questa umile ma precisa offerta della propria opera ed accettare qualsiasi intervento e proposta di collaborazione da qualunque parte essa venga, sempre per realizzare quella missione di servizio alla persona che è fine comune della Chiesa e di qualunque stato moderno.
In continuità con quanto sopra, i vescovi esprimono il desiderio di contribuire alla buona impostazione della riforma scolastica con la dichiarata disponibilità a "migliorare l'approccio scolastico […] con una semplificazione dei contenuti, una maggiore conoscenza delle altre religioni, l'attenzione ai problemi esistenziali dei ragazzi e delle ragazze che crescono e al mondo che li circonda".
Questo è vero rispetto delle finalità proprie della scuola. Chi non è digiuno di problemi pedagogici e segue senza pregiudizi ideologici l'evoluzione dei programmi e della stessa impostazione dell'IRC non può non vedere quanto sia anacronistico parlare di preoccupazioni catechistiche che la Chiesa sa molto bene realizzare in altri contesti come la comunità cristiana.
Ma è doveroso anche permettere alla Chiesa di difendere l'IRC nella sua vera natura di "incontro con Cristo e il suo messaggio". È questo e non un generico sviluppo del senso religioso che "ha in sé la capacità di portare alla luce la domanda di significato della vita su cui ognuno, spesso senza rendersene conto, si interroga".
In tale ottica noi leggiamo un punto particolarmente importante del messaggio dei vescovi che invitiamo ad esaminare con attenzione: "L'ora di religione è una possibilità di conoscenza aperta a tutti. Per i credenti tale scelta può costituire un contributo alla crescita della vita di fede, in quanto ne consolida le radici culturali. Per i non credenti può rappresentare un'opportunità per trovare nuovi stimoli culturali e possibilità originali di verifica delle proprie scelte di vita".
Professor Gabriele Mangiarotti, Responsabile di CulturaCattolica.it
Professor Nicola Incampo, Responsabile della sezione IRC di CulturaCattolica.it
Professor Pinuccio Mazzucchelli, Direttore della rivista Documenta