Biglietto di sola andata
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Mentre sono al mare, in vacanza, escono i voti della mia quinta. Un po’ in ritardo, quest’anno, perché la commissione era divisa tra due scuole.
Tra la visita ad una città d’arte e un bagno al mare, penso che mi sarebbe piaciuto esserci, alla pubblicazione dei risultati. Esserci per condividere il momento, importante, in cui uno guarda a che punto è il suo cammino. Esserci, soprattutto, per osservare i volti di questi giovani che mi sono stati affidati tre anni fa e che ora – li penso da lontano, ad uno ad uno – sono diventati, tutti, un po’ più “uomini” e un po’ più “donne”.
Subito dopo l’orale, la mail di Chiara, che mi scriveva: “Tutto qui, l’esame tanto atteso, prof.?! Mentre ero lì davanti a voi insegnanti, l’ansia che solo poco prima mi sembrava si fosse presa tutto, d’un tratto è svanita. E mi sono ritrovata a raccontare, sicura, di me: chi ero diventata”.
Quante ricreazioni, tu ed io a parlare, Chiara! Della tua ricerca della “perfezione”: della strada per “portare a compimento pieno” la tua vita (che è poi diventato l’argomento che hai deciso di approfondire per l’esame). E del periodo in cui l’anoressia, insidiosa, ha lambito la tua vita, lasciandoti però in dono una sensibilità che è privilegio di pochi, e gli occhi vigili della scolta, consapevole che il nemico – ogni nemico – può arrivare quando meno te l’aspetti.
La tua mail dopo l’orale è stato un dono. Proprio come il nostro incontro, il primo giorno di scuola della terza.
“Non importa con quanto uscirò, prof.”, mi avevi scritto nella e-mail, “all’esame ce l’ho messa tutta, davvero tutta. E non intendo tutta la concentrazione, la grinta, la memoria delle cose studiate. Ho messo, letteralmente, tutta… Chiara. Uno può spendere gli anni del liceo per imparare tante cose, ma rimanere ‘arido’ dentro, oppure può sperimentare quel che è capitato a me. L’emozione che deve aver provato, intensissima, Leopardi, quando, dopo quei ‘sette anni di studio matto e disperatissimo’, ‘dall’erudizione’ è passato al ‘bello’. E’ lì, in quel preciso istante, che la scuola, la fatica dello studio, per me hanno cominciato ad avere un senso. Quando nell’incontro, in classe, o nei testi proposti dai docenti, ho trovato… bellezza”.
Avevi ragione tu, Chiara. Ragione su tutto.
Al colloquio d’esame (ma anche nel compito di italiano!) hai dato “tutto di te”: ti sei “s-velata” per la bella persona che sei diventata, passo dopo passo.
E’ vero che non sei uscita con il massimo dei voti, ma ci sei andata vicina. Va bene così: se un “cento” fa solo sfiorare l’idea, presuntuosa, di essere “arrivati”, meglio che se lo becchi un altro, quel “cento”. E continuare il cammino con lo stesso desiderio di conoscere e di comprendere il reale, con la stessa tenacia, la stessa umiltà di sempre.
C’è strada da fare. E fatica. Ma non sarai sola. Altre esperienze, altri volti, altri incontri ti aspettano. Ed io “ci sarò”, perché, quando si entra nel cuore di qualcuno, il biglietto è di sola andata.
Ti porto con me. Vi porto con me. Ed auguro, a te e ai tuoi compagni, che il “bello” che avete incontrato ed avete imparato ad apprezzare, vi conduca al Vero, a cui pure Leopardi tendeva, con tutte le fibre del suo essere. Allora, e solo allora, sarà felicità piena.