Ragionevolezza e follia
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Dicevo questa mattina in quarta commentando il canto della pazzia di Orlando dell' "Orlando Furioso" di Ariosto:
quanto è labile il confine fra ragionevolezza e follia! Oggi il mondo è pieno di persone "folli", cioè di persone che scambiano un particolare (l'amore per una donna, il successo in televisione, la carriera, gli affari, ma anche un'opera buona) per il tutto. Questo succede per una errata idea di ragione, esito della mancata educazione della ragione stessa.
Ho letto la poesia di Montale "Maestrale": "Sotto l'azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va, né sosta mai perché tutte le immagini portano scritto: "più in là" e quella di Rebora che dice: quando dici o fai una cosa c'è una voce che ti sussurra: "Non è per questo, non è per questo!". L'immagine della ragione è falsa quando pretende di essere misura della realtà e non uno sguardo aperto, teso a cogliere quel che c'è dietro, oltre l'apparenza, che è quel che veramente interessa, quello che dà senso e gusto alla vita, perchè è ciò che corrisponde ai desideri del cuore. Quel che mi colpisce in molti giovani di oggi è la mancanza di gusto per la vita, di letizia, sostituita da una istintività ridanciana (ridono per niente!) o urlata (gridano tutti), ma vuota, incapace di riconoscere cosa è la vita, di avere un giudizio su ciò che vale veramente, su ciò che dura e ciò che è effimero, passeggero, deludente e ultimamente falso. Questo accade perchè manca una educazione della ragione: anzichè lanciare i ragazzi nella realtà, nella avventura della vita, spingendoli a fare i conti coi loro desideri e le loro esigenze, li si riempie di nozioni, di discorsi che non reggono neanche lontanamente il fascino immediato delle immagini televisive o degli scambi di foto e frasi su Facebook.
Una alunna, questa mattina, aggiungeva che c'era una questione che la colpiva nella vicenda della follia di Orlando: il fatto che non fosse disposto a rinunciare al desiderio del suo io e il rifiuto di sostituire l'oggetto del desiderio con qualcosa che valesse meno; il desiderio del cuore umano richiede delle risposte totali.
Il dramma di Orlando è la sua solitudine: è solo col suo desiderio, solo con la sua domanda di qualcosa di assolutamente soddisfacente. Questo è il dramma di milioni di giovani e di studenti che non incontrano adulti che hanno vissuto l'avventura del prendere sul serio tutto il proprio desiderio e si offrono come compagni di viaggio dell'avventura affascinante della vita; adulti che hanno sperimentato il dramma della distanza fra desiderio, ideale e realtà, ma non si sono nè bloccati, nè rassegnati, non hanno accettato oggetti sostitutivi.
Ho citato una frase che un mio amico ripeteva spesso: "Nella vita si può sbagliare a scegliere la moglie o il marito, ma non si può sbagliare a scegliere gli amici". Cosa incontrano normalmente i giovani di oggi? Delle compagnie effimere, dell'oggi ci sono, ma domani chissà, perchè fondate su un interesse particolare, passeggero, non sull'unico interesse dell'esistenza: la ricerca del gusto della vita, del perchè, del senso. Quando l'interesse particolare viene meno, perchè ad esempio ci si innamora, ci si sposa, o semplicemente perchè ne nasce uno nuovo, la compagnia si scioglie come neve al sole, lasciando nel cuore delle persone una grande amarezza e delusione. Quel che colpisce nei giovani d'oggi è la grande incertezza a proposito di persone di cui ci si possa fidare totalmente e per sempre, c'è sempre il sospetto, la paura che i rapporti possano finire da un giorno all'altro, per questo, pur di non perderli, ci si adatta a fare qualsiasi cosa, a parlare delle questioni più banali, oppure si accettano amicizie e amori occasionali, superficiali, da cui non ci si aspetta niente di bello e niente di nuovo... semplicemente perchè la solitudine, intesa come isolamento e estraneità, è una esperienza terribile da sopportare.
Di cosa hanno bisogno i giovani? Di adulti che non si scandalizzano delle loro debolezze, fragilità, paure, dubbi, incoerenze, ma che dicono: "Anch'io ho vissuto, ho passato quel che sperimenti tu, anch'io ho provato quel che provi tu, ma non mi sono nè disperato, nè rassegnato. Quel che ti succede, come direbbe Rebora, è un suggerimento: "Quel che dici e fai: non è per questo, non è per questo!", un invito a togliere dai tuoi occhi quelle scaglie che ti impediscono di vedere e conoscere la realtà, il Mistero profondo della realtà, di cui il tuo cuore è assetato. Vieni con me e viviamo insieme la grande avventura della conoscenza, della scoperta della verità.
Allora vedrai che tutte quelle circostanze che appaiono limitate, deludenti, (un innamoramento finito) o semplicemente non appaganti (una esperienza affettiva in atto) appariranno in una nuova luce e finalmente si riveleranno per quello che sono: segno del Mistero, segno dell'Infinito, strada per il compimento e la felicità".
E' il bellissimo messaggio del film "Senna": vivere la propria esistenza alla sequela del Mistero, del Dio reso presenza umana non richiede di essere meno uomini, di rinunciare a qualcosa, ma di essere più uomini degli altri, di vivere tutto con intensità, pienezza, desiderio di migliorarsi, di mettersi alla prova, seguendo la propria passione, la propria vocazione, giocando tutto se stesso. Solo così l'esistenza rivela la sua luce, il suo destino, solo così la vita ti appassiona.