Dirigere una scuola (esperienza e riflessioni di metodo) 1 - L'avventura educativa
Il mestiere del docente è drammatico e affascinante, è un lavoro che non si fa per dovere, per ripiego, per affermazione del proprio ego o per una generosità sentimentale verso gli alunni.- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
1) Le docenti della scuola di cui sono stato preside sono state mensilmente “formate” ad “uno sguardo” educativo - didattico che non si chiude nel particolare della loro disciplina d’insegnamento o nella classe da gestire. Così il particolare, cioè la circostanza quotidiana di ciò che le docenti insegnano (l’ora di lezione) e i volti (il comportamento degli alunni) non le determinano: vale a dire che le docenti non si “esauriscono” dentro l’abitudine o la drammaticità della circostanza. Il mestiere del docente è drammatico e affascinante, è un lavoro che non si fa per dovere, per ripiego, per affermazione del proprio ego o per una generosità sentimentale verso gli alunni.
2) E’ un mestiere drammatico, perché ogni giorno la docente si trova di fronte a tanti tu diversi da sé, ad un io che cambia vorticosamente e fa crollare, come un castello di sabbia, tutte le sue intelligenti e benevole intenzioni. E’ un mestiere affascinante perché la docente non è una “turista per caso” che entra in classe, svolge il suo compitino in attesa di riprendere la propria vita finita la lezione. La docente è una magistra, cioè è una persona che crede in quello che dice e in ciò che fa; ogni volta che entra in una classe è sempre un inizio per sé e per i suoi alunni. Fa l’ora di matematica, di storia, inglese, italiano etc., magari su un argomento già affrontato in altre classi, ma la passione, il modo, gli strumenti, lo sguardo sono sempre nuovi, almeno come desiderio e tensione personali. Altrimenti: che noia, che fatica, che perdita di tempo! Figurarsi per gli alunni!
3) Se il/la docente entra nella classe con questo desiderio, curiosità, impegno con se stessa, la lezione si trasforma in una “avventura“ che rende ancora più vera ed appassionante la propria professione e la propria vita. Il/La dirigente ha il compito di ricordare alle sue docenti le ragioni dell’”avventura”, del fatto che il lavoro a cui vengono chiamate riguarda non solo l’apprendimento, ma anche il “risveglio” di un io, della sua anima, delle esigenze costitutive che albergano nel suo cuore, cioè lo stupore di fronte al reale, la costruzione di legami autentici, la ricerca e la scoperta di un significato sul quale incanalare la propria vita. Pier Paolo Pasolini, nel testo saggistico “Lettere Luterane“, rivolgendosi ad un alunno immaginario - memore dell’esperienza da lui fatta nel 1943 come improvvisato maestro in una scuola di fortuna a Casarsa (Friuli) per ragazze e ragazzi figlie e figli di famiglie contadine - scrive: “ ...se qualcuno ti ha educato lo avrà fatto certamente non solo con le sue parole, ma anche con la sua vita...”.
4) Solo in questo modo, gli alunni vivono meglio il “particolare” della lezione perché esso viene “trapassato” da uno scopo più grande, da una progettualità e un metodo educativo che accomuna sia le docenti già dotate di una professionalità, sia quelle insegnanti che si trovano all’inizio di questo mestiere (questo è anche il vero “tirocinio”). Condizione: che “teachers girls/boys”, umilmente domandino, ascoltino, si confrontino con le docenti che da tempo vivono questa splendida “avventura” dell’introdurre i ragazzi/e alla realtà, spalancando la loro ragione ed il loro cuore su orizzonti grandi. Il Papa Emerito Benedetto XVI diceva che “il cuore dei giovani è una finestra spalancata sull’infinito”. In un’alleanza con i genitori, noi dirigenti abbiamo il delicato compito di spalancarla questa “finestra” del loro io. A loro volta, le docenti, da tempo, guide “avventurose” si mettano a disposizione con pazienza verso le teachers girls/boys, facendosi incontro ai loro dubbi, incertezze, condividendo con loro l’esperienza educativa e professionale che hanno acquisito. In fondo, tutto si gioca, ogni giorno, nell’”incontrarsi e nel farsi incontrare” sia tra docenti che tra insegnante e alunni. Gilbert Keith Chesterton nella sua autobiografia diceva che “la vita quotidiana è la più romantica delle avventure, ma solo l’avventuriero la scopre”.