“Allora vince il nulla?” La sfida
"Il desiderio documenta che la promessa è il fatto che sta all'origine di tutto l'avvenimento umano. La fiducia in questa promessa, in cui si esprime la nostra natura, fonda la simpatia inesorabile col proprio essere e la vita, rende possibile quindi l'attenzione a se stessi, genera quel senso di sé che non è soltanto mera consapevolezza, ma qualcosa di più intenso, un amoroso riconoscimento di un destino carico di valore". Queste parole di don Giussani costituiscono la più intelligente chiave interpretativa dell'esperienza di Stefania.Di fronte alla mentalità odierna che nega il desiderio e l'aspirazione alla felicità, solo l'incontro con testimoni che hanno riconosciuto e vivono la certezza che la vita è una promessa, può evitare che l'esperienza dei più giovani finisca nel baratro del nulla e cominciare invece ad essere l'inizio di uno sguardo, di una emozione che cambia la vita. Miracolosamente la realtà non appare più conclusa, limitata, fine a se stessa, ma segno che rimanda a un Mistero grande... e allora uno comincia veramente a respirare.
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
“Dar credito al fatto che il nulla domini su tutto, soffocare il proprio desiderio, vivere la propria libertà come paura, tutto questo è diventato una forma mentale, da quattro secoli è così. Che il nulla non vince c’è una documentazione interna a ciascuno di noi: io sono mosso da un desiderio che indica una positività. Per cui la battaglia culturale oggi è una sola: tener vivo il desiderio. Non ti ha mosso un desiderio quando ti sei innamorato? Dove l’hai messo? Se l’hai messo via sei sull’orlo del nulla.”
Queste parole di F. B. rispecchiano un po’ la realtà di oggi, infatti, quando dice che “dar credito al fatto che il nulla domini su tutto è diventato una forma mentale” è vero, perché i giovani d’oggi passano la maggior parte del loro tempo a non fare nulla, soprattutto a pensare al nulla! Accade così, forse perché siamo troppo oppressi dal potere, dalle cose effimere che ci circondano, come la tele, la moda, le false speranze, le false amicizie; si potrebbe parlare di una libertà malata, perché la vera libertà non è mettersi ciò che si vuole o andare ovunque senza chiedere il permesso ai genitori. Questo nulla è il frutto della libertà malata, che si può cogliere con una frase di Saint Exupéry che diceva: “Ci hanno tagliato le braccia e le gambe e poi ci hanno lasciati liberi di camminare”. Questo è quello che fa il potere oggi: riempie gli occhi, le orecchie, la testa dei giovani e dopo aver bene “mescolato” di nulla e di argomenti che non riguardano il proprio Io, ti lascia libera di camminare. La vera libertà è quella interiore, quella del cuore, non solo quella fisica, perché si può essere rinchiusi tutta la vita in una stanza, ma ci si può sentire comunque liberi; la libertà arriva dal desiderio del nostro cuore, da un desiderio di conoscere sempre di più, di non riuscire ad accontentarsi e questo ci porta sempre a porci delle domande. Questo accade solo quando si capisce cos’è la vera libertà e quando si fa di tutto per inseguirla.
E’ incredibile come non riesca a capire quel nulla e chi non fa altro che stare seduto nel suo nulla. Perché io non ci riesco; non riesco a non pensare, a non essere malinconica quando riesco a donare qualcosa di bello, quando vivo una bella sensazione o emozione, perché so che finirà, mentre vorrei che continuasse per sempre. Non riesco a non pormi delle domande e sono domande che mi fanno capire che c’è qualcosa oltre, che c’è un bene immenso al quale aspiro, che vorrei "toccare”, che vorrei provare; se queste domande ci sono è perché esiste quel bene incondizionato e quella gioia che mi farebbe sentire soddisfatta.
Quel “desiderio che indica una positività” di cui parla F.B. è proprio questo, è proprio quel desiderio di avere di più, di non stare ferma nel mio nulla, ma di cercare la positività, di cercare di seguire sempre il mio cuore e tener vivo questo desiderio.
Il desiderio reale di un uomo è positivo e il nulla non è positivo, quindi non pensare e restare nel nulla non è il vero desiderio di ognuno; l’uomo non è fatto per le cose parziali, ma è fatto per il tutto e chi, invece, sceglie il nulla si accontenta. Accontentarsi penso che non sia il giusto passo da fare nei confronti della vita, nei confronti degli amici, del proprio ragazzo, della ricerca del proprio Io, perché, per quanto mi riguarda, io dalle mie amiche vorrei ricevere tutto, vorrei che il loro bene verso di me aumentasse giorno dopo giorno e così con un ragazzo; vorrei questo perché dentro di me sento di avere tanto affetto, tanto amore da dare e vorrei riceverne altrettanto. Avendo sempre in mente questo bene che sento dentro di me, vorrei ricordar alcune frasi tratte dalla canzone di Claudio Baglioni “La vita è adesso”: “Con l’ansia di cercare insieme un bene più profondo”, “sei tu che porterai il tuo amore per cento e mille strade” e infine “ perché non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade”. Penso che il viaggio di cui parla sia in generale la vita, perché per me non è altro che un viaggio che compi con persone che scegli al tuo fianco e devono essere speciali, come te devono essere alla ricerca di qualcosa di profondo. C’è sempre “l’ansia di cercare un bene più profondo” appunto perché si desidera sempre di più e non si desidera, invece, il nulla, perché il nulla non è profondo, il nulla non richiede impegno, il nulla ti chiede solo di divertirti e non pensare a cosa c’è oltre. L’amore di cui parla Baglioni penso sia riferito all’amore in generale che si incontra nella vita, all’amore che bisogna mettere in ogni decisione e soprattutto all’amore per noi stessi; solo amandoci, infatti, possiamo capire qual è il nostro vero desiderio e solo così capire anche quello del nostro migliore amico. In ogni cosa che faccio cerco sempre di mettere tutta me stessa, tutto quello che so e che ho da dare, perché solo così posso imparare anche a ricevere: in un’amicizia cerco sempre il dialogo, il confronto e sono così anche nell’esperienza amorosa, perché penso che solo capendo cosa significa amare qualcuno si possa riuscire a capire di più noi stessi.
Quando ci si innamora si muove dentro di noi un desiderio bellissimo, un desiderio di eterna felicità, si vorrebbe che non finisse mai quel momento, perché è così magico, così affascinante, così incredibilmente pieno di sensazioni che prima di innamorarsi non si sapeva neanche esistessero o di riuscire a provare; l’amore ci fa capire e sentire come siamo davvero, come dentro di noi sentiamo una voglia infinita di dare e ricevere questo amore, questo affetto. Spesso, però, si commette un grave errore: scambiare l’amore per un ragazzo per tutta la propria vita! Non è affatto così, anzi, le sensazioni che ci fa vivere l’amore dobbiamo essere in grado di riportarle in ogni ambito della nostra vita e dobbiamo capire che l’amore è l’opportunità che ci viene data per scoprire noi stessi: dobbiamo sempre andare alla ricerca del profondo, oltre alle apparenze, perché chi si ferma ad esse fa parte del nulla, e invece l’amore non vuole assolutamente il nulla, ma vuole il tutto, la totalità di una persona.
Questo desiderio che sentiamo con l’amore non deve essere gettato via quando magari la storia finisce, non vanno messe da parte le sensazioni dell’amore, perché altrimenti come dice F.B. “se l’hai messo via sei sull’orlo del nulla”. In questi ultimi anni ho avuto molte delusioni da parte di persone a me care, oppure anche da parte di ragazzi; quando una storia amorosa va a finire male, secondo me, fa crescere, perché inizi a capire sempre di più quale e come deve essere la persona che vuoi realmente al tuo fianco; non ci si deve mai accontentare e bisogna andare sempre alla ricerca del vero amore, della persona che ti vuole amare davvero, perché l’amore non è un gioco, non è qualcosa di superficiale!
Spesso è più facile cercare di deviare la realtà, cercare di fare di tutto per non pensare al nostro desiderio di felicità e i giovani d’oggi fanno di tutto per non pensare; invece che renderci conto che il nostro cuore è incolmabile e che non dobbiamo far altro che accettare questa evidenza, facciamo mille cose per cercare di riempirlo, come il cercare sempre e solo divertimento e far bastare una serata tra gli amici per essere felici. E’ capitato anche a me, perché era davvero difficile per me cercare di comprendere che qualsiasi cosa facessi, avrei voluto sempre di più e allora cercavo di non pensare e di essere contenta delle piccole cose che mi accadevano e pensavo che non ci fosse un “oltre”; andando avanti e crescendo ho capito che non era tutto così scontato e che non potevo fermarmi a giudicare solo in base a piccole serate divertenti.
E’ molto importante avere amici che non credono in questo “nulla”, ma che come te vogliono qualcosa di più e che ti fanno riflettere a fondo; l’uomo è fatto per la totalità, per la completezza, non per il nulla.