Ortodossia politica

Autore:
Mitrofanova, Anastasija
Fonte:
Novyj Zhurnal - 17 gennaio 2006
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All’inizio del 1990 un gruppo di teoretici liberali pronosticarono ‘la morte delle ideologie’ e la trasformazione del nostro pianeta in un ‘luogo melanconico’ dove nulla avviene. I pronostici non si sono avverati. Oggi gli ideologici religiosi cercano di occupare il posto delle ideologie laiche: l’islam politico, l’induismo politico, l’ortodossia politica, il protestantesimo politico.
La politicizzazione delle religioni, nella maggioranze dei casi, è il logico risultato della modernizzazione del paese fallita, che trova la sua manifestazione nella crisi generale della economia, la crisi della democrazia e la crisi dell’identità nazionale. In molti casi i ‘professionisti’ della religione (il clero nel significato ampio del termine) non sostiene il processo della politicizzazione. Il promotore di questa è l’intelligencija laica che si ispira alla religione, pur non avendo una profonda conoscenza teorica della religione, e per questo è disposta ad interpretare la dottrina religiosa secondo un criterio tutto proprio. Essa considera il mondo come un’arena dove ‘la propria gente’ combatte contro ‘gli altri’ e viceversa. Nel numero ‘degli altri’ possono essere inclusi coloro che sostengono appassionatamente una certa religione o anche i suoi gerarchi che non condividono i principi di questa ideologia. Al contrario diventano propri alleati sia persone che sono lontane dalla religione o che appartengono ad un’altra religione. Questa ideologia viene sfruttata dai politici professionali che, pur non essendo autentici fautori della religione politica, vedono in essa uno strumento per raggiungere i propri scopi.
La possibilità che nasca in Russia una ideologia fondata sulla religione o su altre religioni tradizionali è del tutto reale. Il potere attuale fa molti sforzi intellettuali e politici per creare una sua propria versione di religione di stato. Tuttavia lo stato non sfrutta ai suoi scopi la religione in generale, ma una concreta organizzazione religiosa che può portare un suo concreto contributo alla propaganda e alla legittimazione del progetto ufficiale di creare l’ideologia nazionale. Accanto al progetto ufficiale della religione di stato, a nostro parere esistono alcune versioni dell’ortodossia politica: il fondamentalismo politico, il panslavismo, il neo eurasismo, il comunismo ortodosso e il nazionalismo.

I rivoluzionari di destra

Il fondamentalismo politico si distingue per una incapacità di principio di accettare la modernità. Ma i fondamentalisti politici non sono conservatori, essi sono perennemente dei rivoluzionari di destra. Il loro progetto politico è di far rinascere la Russia come Regno ortodosso e come centro di opposizione ai processi deleteri. Non propone il riconoscimento di certi valori al posto di altri, ma la cultura ortodossa. L’ideologia del fondamentalismo politico è legata soprattutto al nome del metropolita Ioann di San Pietroburgo (1927 – 1955). Ora questa ideologia è professata da molte fraternità ortodosse e associazioni di fraternità.
Secondo la mentalità dei fondamentalisti, la conservazione dell’enclave ortodossa nel mondo in rovina, è la particolare missione del popolo russo. Nella cornice del fondamentalismo i concetti ‘russo’ e ‘ortodosso’ si identificano. I fondamentalisti rifiutano la concezione tradizionale della missione russa come salvezza di tutta l’umanità. In opposizione al Regno ortodosso e al mondo caduto nell’apostasia va ricordato il regno islamico e il mondo perduto nell’Islam politico.
Le idee dei fondamentalisti sono rifiutate dalla maggioranza della popolazione per la loro arcaicità, tuttavia proprio i fondamentalisti sono riusciti a mettere in atto azioni politiche che hanno avuto una risonanza sociale abbastanza ampia (per esempio, nel marzo del 2003 sono riusciti a sopprimere la mostra d’arte perché offendeva i sentimenti religiosi). I fondamentalisti sono riusciti ad ottenere persone profondamente motivate, capaci di intervenire direttamente in ogni azione politica. Questo è soprattutto il risultato della loro attività sociale che include la creazione di policlinici, di scuole domenicali e di soggiorni ortodossi politico – militari per giovani.

La fraternità slava

Il panslavismo moderno intende la civilizzazione russo – slava o ortodosso – slava come una fra le tante civiltà, e non intende separarla dal restante del mondo. Ciononostante i panslavisti affermano che la civiltà occidentale è strutturata in modo antagonistico rispetto alle altre civiltà e propongono il progetto di unione dei popoli slavi e ortodossi con la Russia. Il panslavismo moderno propone l’unione del mondo ortodosso con il mondo islamico, l’unità slava euroasiana (sostenitore di questa idea è, fra gli altri, il professor Boris Isakov, presidente dell’Accademia slava internazionale). Anche il noto panslavista Boleslav Tejkovskij dice che il progetto di unificazione degli slavi è soltanto una parte di un più ampio progetto geopolitico eurasiatico.
La maggior parte dei sostenitori non russi del panslavismo sono i socialisti che soffrono per la caduta del sistema mondiale socialista. Siccome la Bielorussia è l’unico stato dove il panslavismo fa parte della ideologia statale, i panslavisti di tutto il mondo guardano ad essa come al baluardo dell’unità slava. Aleksandr Lukashenko è il presidente onorario perpetuo del Comitato slavo internazionale, robusta organizzazione panslavista internazionale che riunisce i comitati slavi dei diversi paesi.. Intervenendo il 27 marzo 2003 al seminario degli operatori che dirigono gli organi statali repubblicani e locali, Lukashenko ha fatto notare che la Russia non è più il centro della civiltà degli slavi orientali e per questo “la Bielorussia deve attrarre le forze patriottiche di tutta la nostra Paria, cioè di tutto lo spazio post sovietico. Proprio qui gli uomini devono trovare la tribuna libera dal terrore neoliberale e dalla persecuzione.”
Il foro panslavista più importante sono i congressi che si svolgono ogni quattro anni. L’ultimo, il nono, si tenne a Minsk da 1 al 3 luglio 2005. Se il primo ed l secondo lavoravano in condizioni quasi clandestine, il congresso di Minsk si svolse in forma ufficiale e con il sostegno dell’Amministrazione del presidente.

Europa più Asia

Il neoeurasismo si distingue per un chiaro orientamento verso l’unione dell’ortodossia con l’islam. Le idee eurasiane lanciate nell’orizzonte politico russo, ora si possono trovare anche negli interventi delle più alte autorità dello stato.
La maggior parte dei progetti neoeurasiani sono legati al nome di Aleksandr Lugin. E’ lui che in campo politico ha creato ‘Il movimento euroasiano internazionale’ e ‘L’unione euroasiana della gioventù’. In opposizione al radicalismo di Dugin è nato il più moderato partito euroasiano ‘L’unione dei patrioti della Russia’ sotto la direzione di Abdul – Vached Nijazoc (musulmano neoconvertito, al secolo Vadim Medvedev), che fino al marzo del 2001 faceva parte della frazione ‘Unità’. Esiste pure il partito ‘Unione euroasiatica’ (già ‘Partito eurasiano’) che dopo l’allontanamento di Dugin è diretto da Petr Suslov.
Nessuana delle organizzazioni citate è riuscita a raggiungere successi significativi. Nessuna delle aspirazioni politiche di Dugin è stata realizzata, anche perché Dugin si è allontanato dall’opposizione politica ed ora sostiene il Presidente in carica. I membri della ‘Unione euroasiana della gioventù, dopo aver posto come loro scopo la lotta contro la ‘Rivoluzione arancione’, ora denominano ‘rivoluzione arancione’ quasi tutte le associazione della Russia che sono all’opposizione politica. L’unica organizzazione con cui collaborano è l’associazione debolmente fondamentalista ‘L’unione dei cittadini ortodossi’ che pure si è spostata a sostenere il presidente.

I patrioti di sinistra

Il comunismo ortodosso può essere chiamato una variante dell’ortodossia politica perché i continui riferimenti alla religione non permettono di annoverarlo fra le ideologie laiche. ‘Comunismo ortodosso’ non è un autodefinizione, ma piuttosto un termine usato dai giornalisti (i sostenitori del comunismo ortodosso normalmente preferiscono chiamarsi comunisti). Il comunismo ortodosso è vicino all’euroasismo in quanto tende a ristabilire ‘L’impero continentale’ e riportarlo ai suoi confini naturali (cioè ai confini dell’URSS, del ex lager socialista e magari ai confini dei paesi influenzati dall’URSS).
E’ difficile denominare quali siano le più consistenti organizzazioni comuniste ortodosse oltre al ‘Partito comunista russo’. Nonostante questo l’ideologia del comunismo ortodosso gode di costante popolarità e trapassa tutte le altre versioni dell’ortodossia politica. Il centro ideologico del comunismo ortodosso è il giornale ‘Zavtra’ (domani), di cui è redattore capo Prochanov che riesce a dare identico significato ad ognuna delle tre parole ‘antiliberale’, ‘sovietico’. ‘ortodosso’. Per lui sono ortodossi Kim Tsen Iz. Fidel Castro, Arafat, Jan Marie La Pen e Cheiler, leader dei nazionalisti austriaci.
La differenza fra comunismo ortodosso e euroasismo sta che il primo rappresenta il conflitto fra il mondo occidentale e le altre civilizzazioni, non solo da un punto di vista religioso, ma anche come opposizione sociale. I comunisti ortodossi guardano all’occidente come nemico allo stesso tempo classista e religioso.

La fede patria

Il neonazionalismo russo, soprattutto nella sua forma radicale non gode di molta popolarità. Tuttavia elementi di questa ideologia spuntano in tutto lo spazio dell’ortodossia politica. I nazionalisti russi radicali rinnegano totalmente il cristianesimo; preferiscono sostituirlo con una pura religione pagana (essi preferiscono chiamarla fede patria). A volte i nazionalisti riconoscono egual diritto sia alla religione pagana che ortodossa. Una parte considerevole, non solo riconosce l’ortodossia e dichiara di volerla difendere, ma nello stesso tempo non rinnega ‘le tradizioni precristiane’. L’ortodossia dei nazionalisti russi si distingue essenzialmente dalla ortodossia nel suo significato canonico. Questa è una ‘fede patria’ che non ha un carattere universale.
Il nazionalismo russo non può essere una fede universale. Il progetto politico fondamentale dei nazionalisti è quello di fondare la così detta ‘Repubblica russa’ che deve tenersi segregata dalle altre repubbliche nazionali, allontanando preventivamente dal proprio territorio i rappresentanti delle altre etnie.

Russo significa sovietico

Nonostante la diversità delle forme esteriori, delle forme ideologiche, si può parlare di un’unica ideologia dell’ortodossia politica. Se una persona accetta queste idee o, sia pure, una parte di esse, con ciò stesso afferma la sua appartenenza all’ortodossia politica, anche se non è un fondamentalista o panslavista. Così per gli euroasiani l’idea fondamentale è l’unione con il mondo islamico, per i panslavisti questa è un’idea periferica e per i fondamentalisti politici è soltanto un frammento della loro concezione. Tutte le versioni dell’ideologia politica si trapassano l’un l’altra così che, a volte, sfociano in configurazioni strane di idee e di slogan.
Si distinguono radicalmente da tutte le altre versioni di ortodossia politica soltanto le concezioni dei fondamentalisti estremisti e dei nazionalisti estremisti: gli uni come gli altri disdegnano ogni rapporto con il mondo esterno e pretendono l’isolamento non solo della Russia, ma anche dello stesso russo etnico. Sebbene i fondamentalisti siano fautori fanatici dell’ortodossia, e i nazionalisti estremisti giungono normalmente al paganesimo, i loro programmi politici sono quasi identici.
L’interesse alla propria identità nazionale, presso la maggioranza dei russi, si ridestò dopo l’inizio della perestrojka, come reazione allo slancio inaspettato dell’autocoscienza delle altre nazionalità non russe accompagnata dall’accusa contro i russi di sciovinismo e di sfruttamento. Proprio per la necessità impellente di risolvere anzitutto i problemi dell’identità dei russi, tutte le versioni della ortodossia politica includono gli elementi dell’etnocentrismo russo. Del resto la situazione si complica per il fatto stesso che la Russia è una formazione plurietnica. Di conseguenza qualsiasi progetto etnico russo, in prospettiva può portare alla dissoluzione della Federazione russa.
I discorsi sulla realizzazione di un piano etnico nazionalistico in Russia sono diventati una moda, al punto tale che questo scenario viene considerato quasi inevitabile. In questo non c’è nulla di inverosimile. La popolazione delle grandi città è sempre più incline a considerare tutti i problemi sociali alla luce degli emigrati extracomunitari, e i vari club patriottico – militari, negli ultimi dieci anni, hanno preparato molti giovani non solo a conoscere le idee nazionalistiche, ma anche a prendere parte alla loro pratica attuazione. Tuttavia il progetto nazionalistico ispirato dall’alto, sarà sempre incompleto. Tutti i vari gruppi, all’interno dell’elite dirigente, in un modo o nell’altro, sono legati a gruppi operativi extra nazionali. Che i nazionalisti possano giungere al potere indipendentemente dall’elite è poco probabile.
Il progetto politico ortodosso universale può contribuire al consolidamento interiore del paese, come pure attrarre ad esso gli alleati esterni. Può diventare un ideale progetto alternativo al progetto occidentale, la cui attuazione è impossibile a livello globale, dal momento che per questo non bastano le risorse del pianeta. Tuttavia l’apparire di questo ‘mondo ortodosso’, capace di risolvere vari problemi sorti nello spazio postsovietico, non può essere considerato in modo univoco. Questo, certamente porterà ad una certa destabilizzazione non però del sistema politico mondiale. La destabilizzazione non è per se stessa un fenomeno negativo. Tutto dipende dal suo grado e dalle conseguenze che ne derivano.