Il ruolo della religione in Russia nel 2005
Interviste tratte da Portal-Credo. Ru - 29 dicembre 2005- Curatore:
Le tre persone intervistate, un ortodosso e due protestanti, presentano in modo diverso la situazione religiosa del paese. Ognuno, ogni persona, viene influenzato dall'ambiente e dalla cultura in cui vive. Il vescovo ortodosso naturalmente, sente meno le limitazioni alla libertà religiosa ed è più portato ad una visione più ottimista della situazione. I protestanti in un momento di grande espansione, soprattutto dei battisti e dei pentecostali, animati da un robusto senso missionario, giudicano ogni limite amministrativo, un impedimento grave alla loro attività.
Intervista all'arcivescovo ortodosso di Kurks Mons. German. Nato il 24 dicembre 1956, laureato in medicina e in filologia, ordinato vescovo nel 1983.
D. Quale è il ruolo della religione nella vita sociale - politica della Russia? Nel 2005 la religiosità è cresciuta oppure è diminuita?
R. La religione svolge e svolgerà sempre un ruolo significativo nella nostra società perché la maggioranza degli abitanti del nostro paese, sia per cultura che per tradizione, si riferisce al cristianesimo, in particolare alla fede ortodossa. Per esempio, nella diocesi dove io ho svolto il mio ministero, a Kursk, posso dire che quelli che frequentano la chiesa sono in aumento. Questo naturalmente dipende dal lavoro pastorale, dall'attività dei sacerdoti che si impegnano. Dove si trovano pastori attivi, ivi fiorisce anche la vita parrocchiale e molte persone ritrovano la fede. Inoltre sono in attività le scuole domenicali. La chiesa attira con il proprio lavoro sociale, senza parlare poi che la nostra cultura e la nostra storia sono legate all'ortodossia. L'animo dell'uomo tende geneticamente a Dio e alla fede. Io non mi sento di chiamare postcristiana la società della Russia attuale. La fede cristiana e la stessa ortodossia, dopo aver sperimentato per decenni la persecuzione nel periodo sovietico, ora rinasce. Questo naturalmente è un miracolo di Dio, e voglia Dio che tutto quello che la fede cristiana porta di bene in se stessa possa servire all'uomo per entrare nella vita della Chiesa.
D. Da dove, secondo lei, possono provenire minacce alla libertà di coscienza?
R. Io non so vedere nella provincia di Kursk nessuna minaccia e nessun pericolo alla attività della Chiesa. Da noi si sono creati rapporti benevoli con i rappresentanti del potere. Quasi tutti gli edifici ecclesiastici sono stati restituiti alla Chiesa. Nell'ambito della legge la Chiesa viene aiutata a riparare gli edifici che hanno un valore storico. Purtroppo accanto a questi monumenti, nella diocesi di Kursk, ci sono pure le chiese dei paesi di campagna, parrocchie povere che hanno bisogno di aiuto. Fra le 200 parrocchie della diocesi, queste ultime sono la maggioranza. Questa è la nostra storia, le nostre ferite aperte nel corpo del nostro paese. Sono il ricordo del vandalismo e del disprezzo di tutto ciò che è sacro, di quello che è successo nell'epoca dell'ateismo militante. Si può dire che non esistono aiuti da parte dello stato. Ma anche così i rapporti con l'autorità sono positivi e benevoli. In particolare questo riguarda i programmi di formazione morale spirituale elaborati in accordo con le amministrazioni territoriali. Nell'ambito dell'educazione patriottica, la Chiesa, senza venir meno al suo punto di vista, pure porta il suo contributo. Noi però facciamo di tutto per operare in proprio e collaboriamo con le autorità civili in molti problemi. Da noi non ci sarà, e non c'è neppure bisogno, una sinfonia ideale nei rapporti fra stato e Chiesa, come ci fu un tempo nella storia. La Chiesa deve essere indipendente ed avere la possibilità di esprimere i suoi giudizi. Essa deve essere separata dallo stato. Tuttavia, come ha notato il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus', Alessio II, la Chiesa è giustamente separata dallo stato, ma non dalla società.
Il vescovo pentecostale Pavel Bak, vicepresidente della chiesa dei cristiani della fede evangelica
D. Quale è il ruolo sociale - politico della religione in Russia. Nel 2005 la
religiosità è cresciuta oppure diminuita nel 2005?
R. La Chiesa ha una sua peculiarità, essa è apolitica e non pretende di avere nessun posto di comando nella società. La religione non deve entrare in conflitto con la politica perché essa non prosegue scopi politici. Io penso che la chiesa abbia come vocazione il compito di svolgere un ruolo di stabilizzatore fra la società e le ambizioni dei partiti politici. La chiesa dà una grande importanza ai valori morali, che sono un fattore di coesione per la cultura sociale. Anche il dialogo interreligioso deve essere costruito su principi morali. Nel 2005 la nostra chiesa ha saputo conservare la neutralità nelle questioni politiche. Essa non ha voluto rispondere ai richiami di quelle forze che tentano di immischiarla nella lotta politica. Per noi è importante nell'anno appena trascorso aver lavorato al risanamento della società partecipando a importanti progetti sociali.
D. Da dove possono provenire minacce alla libertà di coscienza?
R. Anzitutto, se vogliamo parlare in generale, quanto più la secolarizzazione è presente nella società, tanto più decisamente la società secolarizzata entra in conflitto con la chiesa. Questa può essere considerata una minaccia. Concretamente, per i ministri protestanti della Russia, esiste certamente una minaccia alla libertà religiosa a livello amministrativo. Siamo interiormente assai preoccupati osservando tendenze che mirano a limitare per molti credenti la loro libertà di coscienza. Per esempio, non molto tempo fa a tre chiese protestanti di Mosca è stato proibito di usare appartamenti presi in affitto. Tre pastori mi hanno telefonato e mi hanno detto che alla fine di questo anno, senza addurre alcuna motivazione, hanno comunicato che già dalla prossima domenica, i fedeli non hanno il diritto di riunirsi nelle case di cultura che erano state addobbate per il servizio religioso, e non era ancora scaduto il periodo d'affitto convenuto. In tutta la Russia si può notare questa tendenza a limitare i diritti dei credenti. Si ha l'impressione che nel paese vi sia una disposizione segreta che intenda impedire alle chiese protestanti di affittare edifici e singoli appartamenti per lo svolgimento di funzioni religiose. Questa tendenza è sufficiente per suscitare preoccupazione e agitazione fra i cristiani, anche per il prossimo anno 2006.
Vsevolod Lytkin, vescovo della Chiesa luterana in Siberia
Il ruolo della religione nel nostro paese è molto limitato. Fondamentalmente la gente aderisce a idee pagane che con difficoltà possono essere considerate religiose. Se si considera la religione come una fede cosciente e organizzata, allora si deve dire che in Russia il fattore religioso nell'anno 2005 non è cresciuto. In questa direzione nulla è cambiato. La crescita dell'influsso della Chiesa ortodossa russa viene subito particolarmente dai battisti e dai pentecostali che sono oggetto di discriminazione. La Chiesa ortodossa russa gode certamente di un grande influsso politico, ma l'influsso religioso della Chiesa ortodossa russa sulla società è insignificante.