Il mito di Stalin

Medvedev intervista Lev Gudkov direttore del centro “Levada” il 4 marzo 2015.
Il testo è interessante per conoscere la situazione, non lo è altrettanto nel proporre un soluzione per superarla. Di fronte all’esplodere di un nazionalismo infecondo e pauroso l’autore non evidenzia quelle forze che non si limitano a condannare la situazione , ma propongono il metodo delle “marce della pace”, della responsabilità che parte dalla persona e formano nuclei di società capaci di sperimentare una vita di libertà, di verità, di comunione che fanno ricordare la cultura del samizdat, movimento statisticamente debole, ma che ha collaborato potentemente al tramonto dell’ideologia comunista, senza usare la violenza, senza ingannare la gente con ideologie della irresponsabilità.
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Religione e società"

D Tutto il paese ricorda la data del 5 marzo 1953,il giorno della morte di Stalin, tutti la sanno a memoria perché si tratta di un avvenimento storico. Il 5 marzo ci porta a parlare della mitologia invadente di Stalin e dello stalinismo, oggi particolarmente attuale. Noi non la prendiamo in considerazione seriamente perché ci sono sempre stati quelli che uscivano in marcia con il ritratto di Stalin, c’erano perfino nella mia giovinezza.

R. Allora si trattava di un movimento di opposizione, della non accettazione di un regime corrotto e infrollito. Si rattava d’altro. Mentre oggi Stalin non è condizione per criticare l’attuale sistema, modalità per esprimere la propria scontentezza. Certamente le simpatie in favore di Stalin sono rudimenti del periodo sovietico: per lungo tempo si conservarono nelle zone periferiche: in gruppi di persone anziane, poco istruite, in località agricole, nelle piccole città. Ma con l’avvento di Putin tutto è cambiato. l’opportunismo della burocrazia e la bassa adulazione ha iniziato a costringere gli impiegati a schierarsi con la mentalità delle persone altolocate. Abbiamo visto come la gente si è adeguate molto in fretta, si sono lasciati trascinare anche i ceti intellettuali, le persone di alta cultura e gli impiegati dello stato.

D. Vorrei una spiegazione. Esiste, come esiste in America, una cintura biblica (Bible belt), anche in Russia, qualche cosa di simile, una cintura stalinista, secondo un livello intellettuale. Secondo una certa età. Oppure il sentimento stalinista è diffuso come il burro in tutta la società”?

R. Esisteva una “cintura rossa” composta da comunisti esasperati negli anni ’90 nel sud di Mosca. Ma non credo che oggi ci sia un particolare luogo geografico che sostenga Putin.

D. C’è un rapporto con un certo livelle di istruzione?

R. Ci sono due correlazioni: persone che sono culturalmente elevate che hanno bisogno di una ideologia che sostenga l’attuale corso tradizionalistico, un certo tradizionalismo artificiale, e ciò che è rimasto di una coscienza passata di pensionati sopravvissuti. C’è ancora un’altra mentalità che a me sembra legata all’idea del paternalismo statale e all’idea della piena irresponsabilità del potere di fronte alla società.
Si tratta del fatto che il regime afferma l‘idea dei valori primitivi come primari ai valori della persona. E questa posizione si accompagna sempre con l’idea della violenza. Si deve aggiungere che la violenza sociologica domanda la squalificazione dell’altro, la violazione della sua autenticità, della propria dignità, dei valori propri ecc. E la priorità soltanto di quei valori che confermano il potere, e questi sono sempre valori militari, i valori della sottomissione. Per questo la violenza e il militarismo, il passato eroico e una figura cui sono legati questi valori, che li incarna, questi rivivono nella retorica delle persone al potere. Da qui viene rafforzato il sentimento della dipendenza, della passività della società, cui procede una mancanza di solidità strutturale.

D. Esiste una certa correlazione allo stalinismo nel sostenere l’occupazione della Crimea?

R. Non diretta. Ma attraverso il concetto della grande potenza, dell’impero, del grande passato glorioso, la pretesa che la Russia non si limita a difendere i russi orientali, ma intende occupare anche quei territori che storicamente le appartenevano. La cosa principale è l’antioccidentalismo. Ciò che noi notiamo è la crescita decisa contro ogni mentalità occidentale la quale pure è legata al culto d Stalin. La necessità di una posizione contraria, la difesa dei propri interessi e la minaccia del nemico. Questa è l’idea di una società chiusa ossessionata dal vicino nemico.

D. Non si tratta di un caso. Tutto sommato io comprendo che tutte le cose successe negli ultimi tempi con il nostro regime sono ben lungi da essere occasionali: la Crimea non è stata occasionale, neppure la guerra contro l’Ucraina, anche lo stalinismo non è stato occasionale e neppure l’uccisione di Nemcov. Tutte queste sono parti strutturali del regime.

R. Assolutamente preciso. Io vedo in questo una logica determinata dallo sviluppo del regime totalitario. Un regime che sta perdendo sostegno: questo era evidente a partire dal periodo di crisi, dopo gli anni 2008-2009 quando il sostegno veniva meno debolmente, ma era un processo irreversibile. In corrispondenza il regime reagiva alla crescita della opposizione e della scontentezza, secondo la sua natura, con la forza e con il culto della grande potenza, opponendosi ai valori occidentali: il liberalismo, la libertà, i diritti dell’uomo, con le tradizioni nazionalistiche, con la grandezza del potere ecc. …

D. E’ interessante notare che la Chiesa non ha nessuna posizione nei confronti di Stalin. Sembrerebbe che tutto il periodo di persecuzione, tutto il periodo del bolscevismo … ma ora vedo che alcuni dicono che Stalin ha iniziato a far rinascere la religione. Questo sarebbe avvenuto quando durante la Guerra Patria ci fu una certa indulgenza nei confronti della religione.

R. La posizione della Chiesa è puramente opportunistica e oscilla assieme al partito. In quanto la Chiesa ortodossa è nel ruolo di essere assistita dallo stato e di legittimare il potere.

D. Lei certamente ha visto delle icone di Stalin, totalmente moderne.

R. Sono tutti tentativi per canonizzare Stalin: scrivere icone… sono cose che accadono in tutti i tempi. Sono però cose bloccate dalla suprema autorità della Chiesa; essa, come il potere, dosa il processo di stalinizzazione.