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I cristiani e la politica

Fonte:
CulturaCattolica.it
Padre Georgij Mitrofan, docente di storia all'Accademia teologica di San Pietroburgo
Intervistato da Vadim Sergienko
Dalla rivista russa "Noi in Russia e all’estero" n. 5, 2005

D. Padre Georgij, secondo lei che rapporto esiste fra religiosità e politica?
R. La visione religiosa della vita deve indubbiamente esprimersi in tutti gli aspetti della vita e in tutta la mentalità dell’uomo. La posizione religiosa della vita deve manifestarsi anche nell’attività politica. Inoltre vorrei sottolineare che, come in tutte le altre sfere dell’attività umana, la religione non offre sempre un’unica risposta, perché la religione deriva dalla pienezza della rivelazione divina e quindi tiene conto della pluriformalità del mondo. Per questo motivo sono del tutto permesse differenti risposte cristiane agli stessi problemi della vita politica. Sono profondamente convinto che il cristiano ha la possibilità di essere sia monarchico che repubblicano, sostenere sia il mercato liberale come l’economia sociale. E’ vero che esistono concezioni politiche e partiti a cui è impensabile che il cristiano possa appartenere: sono quei partiti e quelle teorie che pretendono di sostituirsi alla religione. Per esempio il nazismo e il comunismo. Però, se noi escludiamo i partiti di questo genere e i movimenti totalitari, posso immaginare dei cristiani, e quindi anche i cristiani ortodossi, che facciano parte di movimenti politici che occupano posizioni diverse.

D. Che cosa dobbiamo pensare dei nostri fratelli che, giunti alla fede e a Dio, conservano fondamentalmente nella sfera politica le loro passate idee comuniste? E’ questo un fenomeno per niente raro ai nostri giorni.
R. Ripeto che è impensabile che cristiani possano appartenere a certi movimenti politici. Il comunismo è uno di questi movimenti. Non a caso la storia del comunismo dimostra in modo chiarissimo che, la dove va al potere, non resta posto per nessun altra forma di vita religiosa. Il comunismo perseguita ogni religione e prima di tutto il cristianesimo. Per questo motivo, per il comunista che è diventato cristiano è impossibile che possa rimanere nel partito comunista e professare la dottrina politica comunista. Purtroppo l’esperienza della nostra vita mostra questa combinazione orrenda di comunismo e ortodossia, ed in questo io vedo un grandissimo ostacolo allo sviluppo del paese. Sono convinto che il comunismo nel nostro paese non possa vincere come movimento politico. Ma come ideologia è in grado di trasformarsi in un’altra forma di ideologia totalitaria neopagana – ho in mente in particolare l’euroasismo - e così prolungare la sua esistenza. Esso può disorientare i cristiani nella vita politica e discreditare la Chiesa come istituzione. Istituzione che da una parte è sempre stata perseguitata dal comunismo, dall’altra s’è dimostrata capace di assimilare il comunismo nella propria visione del mondo e i comunisti nel numero dei suoi figli fedeli, i quali a sua volta professano la loro ideologia satanica.

D. Che pensa lei di quell’opinione abbastanza diffusa che la politica può essere giudicata soltanto da un punto di vista politico e la storia soltanto da un punto di vista scientifico e quindi non sarebbe lecito introdurre giudizi morali e un giudizio cristiano in questa sfera.
R. Dopo l’epoca della politica immorale e sacrilega che esisteva nel nostro paese, è in qualche modo comprensibile questo modo di pensare. Ma io sono categoricamente contrario a questa mentalità. La storia russa ci offre non pochi esempi di uomini di stato che, nella loro attività politica, seppero coniugare i principi della fede con un’alta professionalità politica. Quando i cristiani cercano di liberarsi dal compito di manifestare la propria fede in qualche sfera della propria attività, consegnano queste sfere della vita all’appalto dei senza Dio. La politica cristiana deve esistere, essa può esistere, e periodicamente viene alla luce. A mio avviso le complesse vicende storiche del nostro paese negli ultimi decenni, condizionate da uno stato totalitario e la non ideale esperienza della nostra Chiesa durante la monarchia bizantina, consiglierebbero gli ortodossi ad essere estranei alla politica in ogni sua manifestazione. Ma se i cristiani non si occupano di politica, il loro posto viene occupato dai senza Dio.

D. Ma per poter svolgere una politica cristiana e formulare un giudizio sugli avvenimenti storici occorre un preciso criterio oggettivo. L’uomo ortodosso lo possiede?
R Il cristianesimo offre ai suoi fedeli la possibilità di reagire adeguatamente alle situazioni delle vita, anche a quelle più complicate, e rispondere alle sfide del mondo attuale. Penso che nel cristianesimo si possano trovare i criteri per affrontare la realtà sia politica che storica. D’altra parte tentare di formulare in modo astratto criteri omnicomprensivi, significherebbe non credere alla Provvidenza divina, alla volontà di Dio e alla coscienza dell’uomo. Noi abbiamo un chiaro esempio di un uomo che ha voluto formulare i criteri universali della politica cristiana secondo il suo giudizio. Parlo di Lev Nikolaevich Tolstoj e della sua teoria di ‘non opporsi al male con la forza’. Questo era il principio che egli giudicava come l’unica via giusta per realizzare il cristianesimo in tutte le sfere della vita, compresa la sfera politica. Risultato del suo pensiero fu il motivato allontanamento di Tolstoj dalla Chiesa.

D. Padre Georgij, allora è possibile formare un movimento politico cristiano o, addirittura, un partito cristiano?
R. Tenendo presente che una buona parte dell’attuale società russa, politicamente impegnata, è secolarizzata, e che da noi i partiti politici si sono formati di recente, penso che per la Chiesa sia molto più conveniente la presenza dei suoi figli distribuita nei vari partiti politici, fatta eccezione dei partiti comunisti e hitleriani. I cristiani poi collaborino fra di loro. Ciò che manca oggi alla politica è il cristiano socialdemocratico, il cristiano liberale, il cristiano conservatore.
In futuro può essere possibile porsi la domanda se valga la pena creare un partito cristiano, ma io sono persuaso di una cosa: nel sistema democratico in cui viviamo, sebbene si incammini a volte per strade tortuose, si presuppone, almeno per il momento, la molteplicità dei partiti, e quindi la Chiesa deve essere interessata che in tutti i partiti politici, moralmente giustificabili e che operino nell’ambito della Costituzione, siano presenti i cristiani.

D. In caso della creazione di un movimento o di un partito cristiano, i cristiani di che cosa devono interessarsi?
R. Degli interessi economici della Chiesa, è la Chiesa stessa che deve interessarsi, anzitutto nella persona dei suoi gerarchi, nella persona dei suoi laici che svolgono vari compiti e occupano posizioni nella società. Ogni cristiano politicamente attivo deve occuparsi anzitutto di risolvere problemi che la politica concreta presenta, possibilmente nell’arco di quei programmi dei partiti politici di cui fanno parte. Mi sembra che il primo compito oggi della la Chiesa, e della Chiesa ortodossa in Russia in particolare, sia quello di ricordare il supremo ideale, spesso non realizzato ma sempre giusto, della sinfonia dei poteri. Soltanto insieme alla sintonia dei poteri del patriarca ortodosso e del sovrano ortodosso oggi si deve porre il compito di raggiungere la sinfonia della Chiesa ortodossa e della società ortodossa, la creazione di una società civile orientata verso i principi della dottrina cristiana. Inoltre la forma più valida per realizzare gli ideali ecclesiali nella società non deve essere considerata soltanto l’attività dei partiti politici, ma soprattutto l’attività delle molteplici organizzazioni sociali.

D. Padre Georgij, in conclusione che cosa desidera dire alla nuova generazione?
R. Auguro di possedere quelle qualità che un tempo furono le caratteristiche dei migliori rappresentanti dei giovani russi, i quali furono i primi ad essere vittime del regime totalitario ateo militante che dominava nel nostro paese. Le qualità di sincerità, di verecondia, di responsabilità devono anzitutto coniugarsi con quei valori eterni del cristianesimo ortodosso che fondarono il nostro paese e lo preservarono dal totale annientamento nel terribile secolo ventesimo.

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