Lohengrin di Richard Wagner 1 - La genesi dell'opera
Opera romantica in tre atti, poema e musica di Richard Wagner (1813-1883)- Autore:
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“È un vasto affresco in cui storia e mito si fondono” afferma Thomas Mann.
Prima rappresentazione: Teatro di Corte di Weimar, 28 agosto 1850 con la direzione musicale di Franz Listz. Quattro giorni dopo la prima, Listz scrisse a Wagner: “Il tuo Lohengrin è un’opera sublime dal principio alla fine. In parecchi momenti le lacrime mi salivano su dal cuore”.
Prima rappresentazione in Italia: Teatro Comunale di Bologna, 1° Novembre 1871.(1)
Teatro alla Scala: Rappresentazioni del 1° Dicembre 2012 (prova generale), del 14 Dicembre 2012, del 27 Dicembre 2012.
Diretta televisiva del 7 Dicembre 2012.
Richard Wagner si accostò per la prima volta alla leggenda di Lohengrin nell’inverno 1841-42, mentre si trovava a Parigi, ma fu solamente nel giugno del 1845 che Wagner lesse due poemi medioevali: il Parzival di Wolfran von Eschenbach e il poema di un anonimo trovatore tedesco. Come lo stesso Wagner ebbe ad esporre nella sua Autobiografia (Mein Leben): “Il personaggio di Lohengrin si presentò in armi davanti ai miei occhi, così come alla mente si delinearono tutti i particolari della forma drammatica da attribuire a quel soggetto: la leggenda del cigno agitò di colpo la mia immaginazione, destando un’attrattiva irresistibile”.(2)
Per approfondire l’aspetto storico del complesso argomento Wagner consultò varie fonti nelle biblioteche; in particolare esaminò Il Cavaliere del Cigno di Konrad von Würzburg (secolo XIII), Il giovane Titurel di Albrecht von Scharfenberg (secolo XIII), il Chronicon di Elinando e Le Leggende Tedesche dei fratelli Grimm (Deutsche Sagen 1818).
Dopo la stesura in prosa del soggetto (Entwurf) e la versione in poesia della narrazione (Gedicht) seguì la vera e propria composizione musicale, dapprima al pianoforte, (Komposition) e poi l’orchestrazione. Lohengrin: (Partitur) “…il salvatore, l’angelo invocato dalla fanciulla perseguitata, il simbolo di una natura sublime”, fu portato a termine nell’aprile del 1848.
NOTE
1. Giuseppe Verdi assistette alla rappresentazione del 19 Novembre 1871. Sul podio c’era Angelo Mariani (Ravenna 1821 – Genova 1873) un tempo amico di Verdi, ma poi in attrito a causa della rivalità amorosa per il soprano boemo Teresa Stoltz,. Verdi si era nascosto in un palco sperando di non essere visto. Ma così non fu, e anzi successe che orchestra, cantanti e coristi si sentirono in soggezione e diedero una pessima prova. Verdi aveva con sé lo spartito per canto e pianoforte del Lohengrin. Vi scrisse più di cento osservazioni, in massima parte di riprovazione per l’esecuzione, e in secondo luogo per l’opera; e con qualche esclamazione d’ammirazione per ciò che nell’opera vi è di “bellissimo” o di “bello” secondo le sue parole (Carteggi Verdiani, a cura di Alessandro Luzio, Reale Accademia d’Italia, 1935, Vol. II, pag. 220). Nell’ultima pagina dello spartito, ecco il giudizio verdiano conclusivo: “Impressione mediocre. Musica bella quando è chiara e vi è il pensiero. L’azione corre lenta come la parola: quindi noia. Effetti belli di strumenti. Abuso di note tenute e riesce pesante. Molta verve ma, scarsa poesia e finezza. Nei punti difficili, cattiva sempre”. Ma dodici anni dopo alla notizia della morte di Wagner (13 Febbraio 1883), Verdi in una lettera a Giulio Ricordi: “Triste! Triste! Triste! Wagner è morto!Leggendone ieri il dispaccio ne fui, sto per dire, atterrito! Non discutiamo. È una grande individualità che sparisce! Un nome che lascia un’impronta potentissima nella storia dell’arte! La sua musica, per quanto lontana dal nostro sentimento fatta eccezione pel solo Lohengrin, è musica dove c’è vita, sangue e nervi; dunque è musica che ha diritto di restare (…).
2. Lanza Tomasi Gioachino, Guida all’Opera, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1971, pp. 771.