Idomeneo 1 - Una vetta del teatro di Mozart

«Ne fui enormemente sorpreso! Mai altra musica mi fece altrettanta impressione. È una musica magnifica!»
«Par quasi incredibile che una testa così piccola possa celare cose tanto grandi!»
(Il principe Carlo Teodoro, a proposito dell’Idomeneo di Mozart).
Autore:
Liverani, Adriana
Fonte:
CulturaCattolica.it
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IDOMENEO
Dramma per musica in tre atti.
Testo di G. Varesco. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791).
Prima rappresentazione: Hoftheater di Monaco di Baviera, 29 Gennaio 1781
Teatro alla Scala – Rappresentazioni del 9 Dicembre e del 18 Dicembre 1990

In breve la trama. Il re di Creta, Idomeneo, di ritorno in patria dopo la distruzione di Troia, sul punto di naufragare, promette a Poseidone di sacrificargli, se lo trarrà in salvo dalla terribile procella, la prima creatura umana che incontrerà sbarcando. E questa disgraziatamente è suo figlio, Idamante. Idomeneo tenta di sottrarsi al mostruoso impegno rinunciando al trono e si offre quale vittima per placare la divinità del mare. Il Gran Sacerdote invita Idomeneo a compiere il sacrificio promesso per placare l'ira di Nettuno. Viene preparata l'ara e Idomeneo prega Nettuno chiedendogli di placare la sua ira. Idamante, che nel frattempo ha ucciso il mostro, è pronto a morire per mano di suo padre, pur di salvare la sua terra. Ma si ode una Voce che impone a Idomeneo di lasciare il trono al figlio Idamante e di dargli in sposa l'amata Ilia. Idomeneo viene perdonato.

Incaricato di comporre un’opera per il Carnevale del 1781 W. A. Mozart si era accinto al lavoro con tutto l’entusiasmo e la non mai esausta alacrità dei suoi venticinque anni.
Con un procedimento insolito, ma ideale, l’opera si realizzava integralmente mano a mano che Mozart la componeva. L’autore del testo inviava le scene, Mozart scriveva la partitura orchestrale e le arie per i cantanti, cosicché le prove procedevano di pari passo.
L’opera rappresentata il 29 gennaio 1781 all’Hoftheater di Monaco fece grande impressione agli intenditori, ai musicisti ed ai personaggi della Corte Bavarese.
“Nella mia musica c’è musica per tutti i generi di pubblico”. Questa definizione di Mozart è perfetta per Idomeneo (la sua undicesima opera) un capolavoro dalla strabiliante scrittura musicale che realizza in un linguaggio nobile e sofisticato le tendenze stilistiche ed espressive del tempo, pur sottraendosi alla storia cioè alla convenzioni dell’epoca (1).
Nell’Idomeneo confluiscono le esperienze dell’opera francese, italiana e tedesca, e l’opera è la dimostrazione più lampante dello straordinario istinto narrativo dell’autore e va accolta come un miracolo musicale assoluto, magico il rapporto fra le parole e la musica, fra frase parlata e suonata. La musica di Mozart ha una forza vitale ed in nessun altro autore le parole trovano una tanto perfetta corrispondenza con il suono. La musica non accompagna le parole ma sembra nascere con loro, ci fa sentire il vento e le stagioni, gli umori, le inquietudini, la felicità, ma soprattutto la vitalità, l’energia stessa della natura. Mozart e la sua musica sono la vita, il divenire.
Afferma il Maestro Riccardo Muti: “Idomeneo è un’opera per l’avvenire, è opera proiettata nel futuro. Una strabiliante scrittura musicale”. Una partitura che attanaglia per l’asciuttezza musicale, il rigore, la forza e le infinite sfumature espressive, ricca di quegli accenti e respiri che il grande coreografo belga Micha von Hoecke ha cercato di comunicare ai danzatori e che il regista R. De Simone ha trasmesso agli interpreti.
Idomeneo è l’opera a cui Mozart teneva di più, una partitura impervia nella scrittura vocale”.
Massimo Mila ha scritto: “La più bella opera seria del ‘700, con tanti saluti a Händel, Gluck e ai nostri operisti settecenteschi”.
Per Paolo Isotta: “L’Idomeneo è una vetta del teatro musicale, un miracolo musicale assoluto”.
“È l’opera più grandiosa e più ricca di Mozart musicista, non drammaturgo… per una sovrabbondanza di idee, di materiale tematico, un eccesso di “musica pura” non pienamente giustificato dal dramma” (2).
“Mozart diede all’Idomeneo quella superba partitura strumentale che non teme neppure il confronto delle opere successive. L’orchestra regge e rivive tutta l’azione drammatica; e quando i cantanti tacciono, per lunghi tratti rimane sola a condurla. Tutta la partitura è luminosa, ricca, spigliata, esuberante; con particolare amore sono trattati gli strumenti a fiato. I dolci clarinetti arrotondano la sonorità della sezione dei legni conferendole un calore intimo e sensuale. Nella seconda aria di Ilia la trama concertante è affidata al flauto, all’oboe, al fagotto ed al corno. Negli irruenti passaggi, nelle spiegate melodie, è la massa dei violini a portarsi in primo piano, con virile gagliardia o con suadente potenza espressiva. Talvolta, nelle arie di Elettra, domina la cupa sonorità delle viole. I tromboni e una seconda coppia di corni si aggiungono al consueto complesso di ottoni. Per particolari effetti, per risonanze «come da lontano», sono usati corni e trombe con sordina (3).

NOTE
1. Gioacchino Rossini disse: “Mozart non è un musicista, è la musica”.
2. Paumgartner Bernhard, Mozart, Einaudi Editore, Torino, 1956, p. 248.
3. Ibidem, pp. 246-247.