Il criterio culturale di questa raccolta

Fonte:
Centro Culturale Rebora
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Cristo e la vita
Se l'amore di Cristo dà un senso ad ogni persona e ad ogni cosa, non c'è nulla al mondo e nella vita che possa vivere a sé ed evitare di essere legato invincibilmente a Lui. Quindi la vera dimensione culturale si attua per il cristiano nel confronto tra la verità della Sua persona e la vita in tutte le sue implicazioni.

Civiltà nuova
Il termine cultura è sempre stato legato strettamente al termine civiltà. Civiltà infatti è la pienezza di traduzione di una cultura nella totalità della vita umana. L'insorgere di una cultura cristiana apre la prospettiva, e in qualche modo già la realizza, di una nuova civiltà.

Unità
La nuova cultura è una diversa coscienza di sé e del cammino comune. Chi non vive più per sé ma per il Tu di Dio risulta infatti essere non un io egocentrico, ma un io che afferma la gratuità del Mistero creatore, che appartiene in tutto all'unità che trae origine dal battesimo, unità di sé e unità con gli altri.

Cultura
La cultura è appunto un modo di vedere, di percepire, di giudicare, cioè di valutare e di decidere riguardo a tutto. Nasce dalla posizione che uno assume verso Cristo, come presenza eccezionale e decisiva per la vita.
"Non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (Romani 12,2): per la donna, il sesso, la bioetica, la politica, l'arte si tratta di non assumere lo schema che il mondo adotta di fronte ad essi. Uno schema non è vuoto quando appartiene al disegno del Padre - che è Cristo - cioè a una altra cultura.
Con la parola "cultura" definiamo la modalità profonda con cui dal cuore dell'uomo sorge un' immagine globale dei rapporti con sé stesso, con le persone e con le cose.

Ecumenismo
Il termine cristiano che esprime bene l'originalità e lo sviluppo culturale nella totalità dei suoi fattori è "ecumenismo".
Con esso si vuole indicare che lo sguardo cristiano vibra di un impeto che lo rende capace di esaltare tutto il bene che c'è in tutto ciò che si incontra. L'ecumenismo parte dall'avvenimento di Cristo, che è la verità suprema in cui consistono il tempo, lo spazio, la storia e la vita di ogni persona.
Dove c'è coscienza chiara di questa verità, nel guardare tutto ciò che incontra si rivela qualcosa di buono.
L'ecumenismo allora non è una tolleranza generica che può lasciare ancora estraneo l'altro, ma è un amore alla verità che è presente, fosse anche per un frammento in chiunque.

Positività e missionarietà
Ogni che il cristiano incontra una realtà nuova l'abborda positivamente, perché essa ha qualche riverbero di Cristo, qualche riverbero di verità.
Nulla è escluso da questo abbraccio positivo: tale universalità è il risultato della missionarietà implicata nella scelta che Dio fa nel battezzato e nel destino per cui lo sceglie.
Il compito del battezzato è la missione universale che Dio gli comunica come partecipazione alla grande missione di Cristo.
Dice S.Paolo: "Pànta dokimàzete, to kalòn katèchete", vagliate ogni cosa e trattenete il valore (prima Tessalonicesi.5,21), cioè il bello, il vero, quello che corrisponde al criterio originale del cuore.
Dice l'Imitazione di Cristo: "Ex uno Verbo omnia, et unum loquuntur omnia, et hoc est principium quod et loquitur in nobis", da una sola Parola tutto, e una sola Parola tutto grida, e questa Parola è il Principio che parla anche dentro noi (Libro I,3,8).
Non è possibile trovare un' altra cultura che definisca con un abbraccio così unitario, potente e senza residui qualsiasi cosa.