Il calendario dell'11 Luglio
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Eventi
▪ 1346 - Carlo IV di Lussemburgo viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero
▪ 1533 - Re Enrico VIII d'Inghilterra viene scomunicato
▪ 1576 - Martin Frobisher avvista la Groenlandia
▪ 1740 - Gli ebrei vengono espulsi dalla Piccola Russia (l'Ucraina)
▪ 1750 - Halifax (Nuova Scozia) viene quasi completamente distrutta da un incendio
▪ 1798 - Viene istituito il Corpo dei Marines degli Stati Uniti
▪ 1811 - Lo scienziato italiano Amedeo Avogadro pubblica i suoi scritti sul contenuto molecolare dei gas
▪ 1859 - Viene firmato l'armistizio di Villafranca
▪ 1864 - Le forze Confederate tentano un'invasione di Washington
▪ 1897 - Salomon August Andrée lascia Spitsbergen per cercare di raggiungere il Polo Nord con un pallone aerostatico. Morirà in seguito allo schianto del pallone
▪ 1899 - Nasce a Torino la Fabbrica Italiana Automobili Torino, meglio conosciuta come FIAT
▪ 1919 - Giornata lavorativa di otto ore e domenica libera diventano legge nei Paesi Bassi
▪ 1921 - La Mongolia ottiene l'indipendenza dalla Cina
▪ 1940 - Seconda guerra mondiale: Il regime di Vichy viene istituito formalmente in Francia (Henri Philippe Pétain diventa Primo Ministro di Francia)
▪ 1943 - Seconda guerra mondiale: I tedeschi contrattaccano in Sicilia
▪ 1944 - Franklin Delano Roosevelt dichiara di voler concorrere per un quarto mandato come Presidente degli Stati Uniti
▪ 1955 - La frase In God We Trust (In Dio noi confidiamo) viene aggiunta su tutte le banconote statunitensi
▪ 1960 - Il Dahomey (oggi Benin), l'Alto Volta (oggi Burkina Faso), e il Niger ottengono l'indipendenza
▪ 1962
- - Il cosmonauta sovietico Micolaev resta per quattro giorni nello spazio, un record
- - Prima trasmissione televisiva transatlantica via satellite
▪ 1971 - Le miniere di Rame del Cile vengono nazionalizzate
▪ 1975 - Archeologi cinesi scoprono un grande luogo di sepoltura contenente 6.000 statue di argilla raffiguranti guerrieri, risalenti al 221 a.C.
▪ 1977 - Martin Luther King viene premiato postumamente con la Medaglia della libertà
▪ 1979
- - La stazione spaziale Skylab rientra sulla Terra.
- - Milano: Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, dopo aver testimoniato davanti a giudici statunitensi sui traffici di Michele Sindona, viene assassinato mentre rientra a casa.
* 1982 - La Nazionale di calcio dell'Italia vince il suo Terzo Titolo Mondiale.
▪ 1987 - Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale oltrepassa i 5 miliardi
▪ 1991 - Eclissi solare totale alle Hawaii
▪ 1995
- - I Serbi bosniaci catturano la città musulmana di Srebrenica. Molti degli abitanti vengono assassinati
- - Piene relazioni diplomatiche vengono stabilite tra Stati Uniti e Vietnam
▪ 2002
- - La rivista Nature presenta ufficialmente i resti fossili di una nuova specie di ominidi, Sahelanthropus tchadensis, o più familiarmente "Toumaï", scoperta in Ciad
- - Nomina del Card. Dionigi Tettamanzi ad Arcivescovo di Milano
▪ 2004 - Alle ore 22:21 viene scaricato legalmente da iTunes music store il brano musicale numero 100.000.000, il primo era stato scaricato 441 giorni prima il 28 aprile 2003 (con una media di più di 220.000 brani scaricati al giorno)
▪ 2006 - Attacchi terroristici sconvolgono la città indiana di Mumbai, oltre 180 morti
▪ 2007 - Esce nelle sale il quinto film della saga di Harry Potter, Harry Potter e l'ordine della fenice.
▪ 2008 - In 22 paesi tra cui l'Italia viene lanciato l' iPhone 3G versione successiva al precedente iPhone uscito sul mercato il 29 giugno 2007
Anniversari
▪ 1382 - Nicole Oresme conosciuto anche come Nicolas Oresme, Nicola d'Oresme o Nicolas d'Oresme (1323 – 11 luglio 1382) è stato un matematico, fisico, astronomo e economista, filosofo, psicologo e musicologo francese.
Fu uno dei più famosi e influenti pensatori del tardo Medioevo; fu inoltre un teologo appassionato, traduttore competente, influente consigliere di re Carlo V di Francia e vescovo di Lisieux. Viene considerato uno dei principali fondatori e divulgatori delle scienze moderne e uno dei più originali pensatori del XIV secolo, è considerato un filosofo della Scolastica.
Nicole Oresme: Perciò, io davvero non so niente, tranne che saper di non sapere.
Oresme nacque intorno al 1320-1325 nel villaggio di Allemagne , oggi Fleury-sur-Orne) vicino a Caen, nella diocesi di Bayeux in Normandia. Non si sa praticamente nulla della sua famiglia. Il fatto che Oresme frequentasse il Collegio di Navarre, patrocinato e sovvenzionato dalla famiglia reale, un'istituzione per studenti troppo poveri per pagarsi gli studi presso l'Università di Parigi, lascerebbe supporre che provenisse da una famiglia di contadini.
Oresme studiò le “artes” a Parigi (prima del 1342), insieme a Jean Buridan (il cosiddetto fondatore della Scuola Francese di filosofia naturale), ad Alberto di Sassonia e forse a Marsilio di Inghen, e lì ricevette il Magister Artium. Una lettera papale ritrovata recentemente, relativa ad un provvedimento che garantiva a Oresme il diritto ad un beneficio, comprova che era già un maestro reggente nelle arti dal 1342. Questo datare così precocemente la laurea nelle arti di Oresme lo colloca geograficamente a Parigi durante la crisi della filosofia naturale di Guglielmo di Ockham.
Nel 1348 era uno studente di teologia a Parigi; nel 1356 conseguì il titolo di dottore e nello stesso anno divenne Gran Maestro (grand-maître) del Collegio di Navarre.
Molti dei suoi trattati in latino più meditati risalgono a prima del 1360 e mostrano che Oresme era già un filosofo scolastico affermato e con la più alta reputazione; questo attirò l'attenzione della famiglia reale e lo mise in stretto contatto con il futuro Carlo V di Francia nel 1356.
A partire dal 1356, durante la prigionìa del padre, Giovanni II, in Inghilterra, Carlo agì come regnante e dal 1364 al 1380, come Re di Francia. Il 2 novembre 1359, Oresme divenne segretario del Re, "secretaire du roi", e nel periodo seguente sembra fosse nominato cappellano e consigliere del Re.
Secondo una lunga tradizione, Oresme fu anche il tutore del delfino (che più tardi divenne Carlo V), ma la cosa non è certa. Carlo sembra abbia avuto la più alta stima per il carattere e il talento di Oresme, spesso seguì i suoi consigli e gli commissionò molte opere in francese allo scopo di divulgare le scienze e il gusto per la cultura in tutto il regno. Su insistenza di Carlo, Oresme pronunciò un discorso davanti alla corte papale di Avignone, denunciando il disordine ecclesiastico di quel tempo.
Si può dire, senza tema di smentita, che Oresme fu per tutta la vita un amico intimo e consigliere di Re Carlo, "Le Sage", fino alla morte di questi nel 1380. La sua influenza sulla politica progressista, economica, etica e filosofica di Carlo fu probabilmente molto forte, ma un'approfondita indagine di questi fatti non è stata ancora compiuta. Oresme fu la persona più importante di una stretta cerchia di intellettuali alla corte di Carlo, quali Raoul de Presle, Philippe de Mézières.
La fiducia da parte del re nelle capacità di Oresme è evidenziata dal fatto che il gran maestro di Navarre fu inviato dal "delfino" a chiedere un prestito alle autorità municipali di Rouen nel 1356 e nuovamente nel 1360. Nel 1361, con il sostegno di Carlo, mentre era ancora gran maestro di Navarre, Oresme fu nominato arcidiacono di Bayeux. È noto che Oresme, fervente filosofo scolastico, abbandonò mal volentieri l'interessante posto di gran maestro.
Il 23 novembre 1362, l'anno in cui divenne maestro di teologia, Oresme fu nominato canonico della Cattedrale di Rouen. All'epoca di questa nomina, insegnava ancora regolarmente presso l'Università di Parigi.
Il 10 febbraio 1363, fu nominato canonico alla Saint Chapelle, ricevette una semiprebenda e il 18 marzo 1364 fu elevato alla posizione di decano della Cattedrale di Rouen.
È probabile che la mano regale di Giovanni II, padre di Carlo, fu influenzata dai suggerimenti del delfino, visti i frequenti cambiamenti di posizione di Oresme. Durante lo svolgimento dei diversi ruoli a lui assegnati di volta in volta nella cattedrale di Rouen (1364-1377), Oresme trascorse molto tempo a Parigi, specialmente per occuparsi degli affari dell'Università. Sebbene molti documenti attestino la presenza di Oresme a Parigi, tuttavia, non possiamo altresì affermare che egli insegnasse anche là a quell'epoca.
Con l'inizio delle prolungate attività di traduzione di Oresme su richiesta di Carlo V, egli risiedette in modo continuativo a Parigi, come è provato dalle lettere datate dal 28 agosto all'11 novembre 1372, inviate da Carlo a Rouen. La permanenza di Oresme a Parigi sembra esser stata prolungata da Carlo fino al 1380, quando Oresme iniziò a lavorare alla sua traduzione dell'Etica di Aristotele nel 1369, che sembra sia stata completata nel 1370. La traduzione della Politica e della Economia di Aristotele sembra essere stata completata tra il 1372 e il 1374, il De caelo et mundo nel 1377. Oresme ricevette una pensione dalla tesoreria reale agli inizi del 1371 come ricompensa per il suo grande lavoro.
Grazie all'infaticabile lavoro svolto per Carlo e la famiglia reale, il 3 agosto 1377 con l'appoggio del Re, Oresme ricevette l'incarico di Vescovo di Lisieux. Sembra che Oresme non prese dimora a Lisieux fino al mese di settembre del 1380, e si sa poco riguardo agli ultimi cinque anni della sua vita. Oresme morì a Lisieux l'11 luglio 1382, due anni dopo la morte del Re Carlo e fu seppellito nella chiesa della cattedrale.
L'attività scientifica di Oresme
Oresme è noto principalmente come economista, matematico e fisico, e, come si legge nell'opera di Taschow (Nicole Oresme und der Frühling der Moderne, 2003), anche come musicologo, psicologo e filosofo. Il pensiero economico di Oresme è contenuto in un "Commento sullEtica di Aristotele", la cui versione francese è datata 1370; un "Commento sulla Politica e l'Economia di Aristotele", edizione francese del 1371; e il Trattato sulle Monete(De origine, natura, jure et mutationibus monetarum). Queste tre opere furono scritte sia in latino che in francese; da esse, e specialmente dall'ultima, si evince che l'autore è stato un precursore della scienza dell'economia politica e rivelano la sua padronanza della lingua francese. In questo modo, Oresme divenne uno dei primi fondatori del linguaggio e della terminologia scientifica francese. Coniò un gran numero di termini scientifici in francese ed anticipò l'utilizzo di termini latini nel linguaggio scientifico del 18º secolo. L'opera in francese Commenti sull'Etica di Aristotele fu stampata a Parigi nel 1488; quella sulla Politica e l’economia nel 1489. Il Trattato sulle monete, fu stampata a Parigi all'inizio del 16º secolo, anch'essa a Lione nel 1675, come appendice all'opera De re monetaria di Marquardus Freherus, è inclusa nella Sacra bibliotheca sanctorum Patrum di Margaronus de la Bigne IX, (Parigi, 1859), p. 159, e negli Acta publica monetaria di David Thomas de Hagelstein (Augsburg, 1642). Il Traité de la première invention des monnoies, in francese, fu stampato a Bruges nel 1477. Per consultare la lista completa delle opere di Oresme si rinvia alla pagina Web della sua bibliografia: Oresme-Bibliography.
Per dare un breve cenno dell'eclettico ingegno di Oresme, di seguito citeremo alcuni brani da opere che trattano di matematica, musicologia, psicologia, filosofia naturale e fisica.
Sulla rotazione della terra sul proprio asse d'Oresme confutò l'obiezione più diffusa all'epoca che consisteva sul perché una freccia scoccata in aria sulla verticale non cadeva davanti o dietro a chi la scoccava mentre ricadeva sulla persona stessa? La risposta fu che la freccia così lanciata aveva non solo una spinta verticale data dall'arco ma anche un moto orizzontale dato dalla Terra che gira.
Matematica
Il suo contributo più importante alla matematica è contenuto nel Tractatus de configuratione qualitatum et motuum, ancora in forma di manoscritto. Un' edizione ridotta, stampata come Tractatus de latitudinibus formarum di Johannes de Sancto Martino (1482, 1486, 1505 e 1515), è stata per lungo tempo l'unica fonte per studiare il pensiero matematico di Oresme. Nella "qualità" o nella forma casuale, come il calore, gli Scolastici distinguevano lintensio (il grado di calore in ogni punto) e lextensio (come la lunghezza della barra riscaldata).
Questi due termini furono spesso sostituiti da latitudo e longitudo, e dai tempi di Tommaso d'Aquino fino al 14º secolo, ci fu un vivace dibattito sulla latitudo formae. Per amore di chiarezza, Oresme ebbe l'idea di utilizzare ciò che dovremmo chiamare coordinate rettangolari nella terminologia moderna, una lunghezza proporzionale alla longitudo, l'ascissa di un dato punto e una perpendicolare a quel punto, proporzionale alla latitudo, l'ordinata.
Oresme mostra che la proprietà geometrica di una tale figura potrebbe essere considerata come corrispondente ad una proprietà della forma stessa. I parametri longitudo e latitudo possono variare o rimanere costanti. Oresme definisce latitudo uniformis quella rappresentata da una linea parallela alla longitudo, ed ogni altra latitudo è difformis; la latitudo uniformiter difformis è rappresentata da una linea retta inclinata rispetto all'asse della longitudo.
Oresme dimostrò che questa definizione è equivalente ad una relazione algebrica in cui figurerebbero le “longitudini” e le “latitudini” di ogni terna di punti: cioè, ottiene l'equazione della linea retta, e quindi precede molto Cartesio nell'invenzione della geometria analitica. Nella sua dottrina, Oresme considera anche le figure a tre dimensioni. Oltre alla longitudo e alla latitudo di una forma, prese in considerazione anche la mensura o quantitas della forma, proporzionale all'area della figura che la rappresenta. Dimostrò il seguente teorema: una forma uniformiter difformis ha la stessa quantità di una form uniformis della stessa longitudo ed avente come latitudo la media tra i due limiti estremi della prima. Dimostrò poi come questo metodo di raffigurare la latitudo delle forme fosse applicabile al movimento di un punto, a condizione che il tempo fosse assunto come longitudo e la velocità come latitudo; la quantità è allora lo spazio percorso in un dato tempo.
In virtù di questa trasposizione, il teorema della latitudo uniformiter difformis divenne la legge dello spazio percorso nel caso del moto che varia uniformemente. Oresme dimostrò esattamente ciò che fece di Galileo un personaggio famoso nel XVII secolo. Inoltre, questa legge non fu mai dimenticata durante l'intervallo di tempo tra Oresme e Galileo, perché la insegnarono ad Oxford William Heytesbury ed i suoi discepoli, poi a Parigi e in Italia, tutti i successivi discepoli di questa scuola.
Intorno alla metà del XVI secolo, molto prima di Galileo, il Domenicano Domingo de Soto applicò la legge di caduta dei corpi pesanti uniformemente accelerati al moto ascensionale uniformemente decelerato dei proiettili.
Nell'Algorismus proportionum e nel De proportionibus proportionum, Oresme sviluppò il primo metodo di calcolo delle potenze con esponenti irrazionali frazionari, cioè il calcolo delle proporzioni irrazionali (proportio proportionum). Alla base del metodo c'era l'uguaglianza posta da Oresme tra grandezze continue e numeri discreti, un'idea che a Oresme venne dalla teoria monocordo della musica (sectio canonis). In questo modo, Oresme superò il limite Pitagorico della divisione regolare di intervalli Pitagorici come 8/9, 1/2, 3/4, 2/3 e fornì lo strumento per generare l'eguale temperamento 250 anni prima di Simon Stevin. Ecco un esempio della suddivisione equa di un'ottava in dodici parti:
Per esempio, Oresme utilizzò questo metodo nella sua sezione musicale del Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum nell'ambito della sua “teoria degli ipertoni o toni parziali” (vedi sotto) per produrre proporzioni irrazionali del suono (timbro brutto o colore del tono) nella direzione di un “tono parziale continuo” (rumore bianco). Infine Oresme si interessò molto ai limiti, ai valori di soglia e alle serie infinite mediante addizioni geometriche (Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum, Questiones super geometriam Euclidis) che prepararono la via per il calcolo infinitesimale di Cartesio e Galileo. Dimostrò la divergenza della serie armonica, utilizzando il metodo standard insegnato ancora oggi nelle lezioni di calcolo.
Per l'anticipazione di Oresme della moderna teoria stocastica, si veda più avanti il paragrafo "Filosofia Naturale".
Come senza dubbio ha mostrato Taschow, Oresme trasformò il metodo grafico discusso sopra nel suo Tractatus de configurationibus qualitatum et motuum dalla teoria musicale del suo tempo. Da qui arriviamo all'importantissimo contributo di Oresme nel campo della musicologia.
Altro sul pensiero di Nicola d'Oresme
Pensatore della tarda Scolastica, come teologo affermò che "La creazione di Dio è più simile a quella di un uomo che costruisca un orologio e gli permetta di funzionare continuando il suo movimento autonomamente."
In Astronomia sostenne la possibilità dell'esistenza di più mondi e del moto sul suo asse della Terra. Riguardo alla rotazione della terra sul proprio asse Oresme confutò l'obiezione più diffusa all'epoca che si basava sul perché una freccia scoccata verticalmente in aria non cadesse davanti o dietro all'arciere nel ricadere sulla persona stessa? La risposta fu che la freccia così lanciata aveva non solo una spinta verticale data dall'arco ma anche un moto orizzontale dato dalla Terra che gira.
In economia sostenne la teoria della moneta-merce contrariamente al pensiero corrente dell'epoca ed anticipò un principio, chiamato successivamente "legge di Gresham", secondo cui bisognava tener distinta l'economia dalla politica e dalla morale.
Musicologia
Nelle opere di Oresme “configuratio qualitatum” e la collegata “pluridimensionalità funzionale”, si può notare che esse presentano delle strette correlazioni con i moderni diagrammi musicologici e, cosa più importante, con la notazione musicale, che ugualmente quantifica e visivamente rappresenta le variazioni di un suono secondo date misure di extensio (intervalli di tempo) e di intensio (tono). Le complesse rappresentazioni delle notazioni musicali divennero, nelle opere di Oresme, configurationes qualitatum o difformitates compositae, musica funzionante ancora di più secondo un paradigma legittimante.
L'ambito della musica, comunque, non solo fornì una legittimazione empirica alla teoria di Oresme, ma fu di aiuto per esemplificare i vari tipi di configurazioni uniformi e difformi che Oresme aveva sviluppato, in particolare l'idea che le configurazioni dotavano le qualità di specifici effetti, estetici o di altro tipo, che potevano essere analiticamente catturati mediante rappresentazioni geometriche. Quest'ultimo punto ci aiuta a spiegare il generalizzato approccio estetico ai fenomeni naturali da parte di Oresme, che era basato sulla convinzione che la valutazione estetica dell'esperienza sensoriale (graficamente rappresentabile) fornisse un adeguato principio di analisi. In tale contesto la musica giocava, ancora una volta, un importante ruolo come modello per la “estetica della complessità e dell'infinito”, riscuotente il favore fra gli intellettuali del 14º secolo.
Oresme cercò i parametri del suono in modo empirico sia a livello acustico microstrutturale della singola tonalità sia a livello macrostrutturale della polifonia. Nel tentativo di catturare analiticamente i vari parametri fisici, psicologici ed estetici del “sonus” in conformità con la “extensio” e la “intensio”, Oresme volle rappresentarli come le condizioni degli infinitamente variabili gradi della “pulchritudo” e della “turpitudo”. Il livello a cui arrivò con questo metodo è cosa più che unica per il Medioevo, perché rappresenta la più completa descrizione matematica del fenomeno musicale prima che Galileo scrivesse i suoi Discorsi.
Degno di nota in questa impresa di Orseme è non solo la scoperta dei “toni parziali” o ipertoni tre secoli prima di Marin Mersenne, ma anche il riconoscimento della relazione intercorrente tra ipertoni e colore dei suoni, che Oresme spiegò in una dettagliata teoria fisico-matematica la cui complessità fu raggiunta di nuovo nel XIX secolo da Hermann von Helmholtz.
Infine, dobbiamo anche ricordare l'intendimento meccanicistico da parte di Oresme del suono nel suo Tractatus de configuratione et qualitatum motuum come uno specifico discontinuo tipo di movimento (vibrazione) , della risonanza come un fenomeno di ipertono e della relazione di consonanza e dissonanza, che andarono anche oltre la teoria della coincidenza della consonanza formulata nel 17º secolo.
La dimostrazione fornita da Oresme dell'esistenza di una corrispondenza fra un metodo matematico (configuratio qualitatum et motuum) ed un fenomeno fisico (suono) rappresenta un caso veramente raro sia per l'epoca in generale sia per l'opera di Oresme in particolare. I paragrafi del Tractatus de configurationibus riguardanti la musica rappresentano delle pietre miliari nello sviluppo dello spirito quantificatore che caratterizzerà l'epoca moderna.
Oresme, l'amico più giovane del famoso teorico della musica Philippe de Vitry, compositore e Vescovo di Meaux, è il fondatore della moderna musicologia. Oresme trattò, con senso moderno, quasi tutti i temi della musicologia quali:
▪ acustica (in Expositio super de anima, Quaestiones de anima, De causis mirabilium, De configurationibus, De commensurabilitate vel incommensurabilitate),
▪ estetica musicale (in De configurationibus, De commensurabilitate vel incommensurabilitate),
▪ fisiologia della voce e dell'udito (in Quaestiones de sensu, Expositio super de anima),
▪ psicologia dell'udito (in Quaestiones de anima, De causis mirabilium, Quaestiones de sensu),
▪ teoria della misurazione musicale (in Tractatus specialis de monocordi,[2] De configurationibus, Algorismus proportionum),
▪ teoria della musica (in De configurationibus),
▪ esecuzione musicale (in De configurationibus),
▪ filosofia della musica (in De commensurabilitate vel incommensurabilitate).
Mediante la sua specialissima "teoria delle specie"(multiplicatio specierum) Oresme formulò la prima corretta teoria della onda del suono e della luce, 300 anni prima di Christian Huygens. Con questa teoria, Oresme descrive un trasporto di pura energia senza alcuna diffusione di materia. Il termine species nel senso usato da Oresme significa la stessa cosa del termine moderno "forma dell'onda".
Oresme scoprì anche il fenomeno dei toni parziali o ipertoni, 300 anni prima di Mersenne (vedi sopra) e la relazione fra ipertoni e timbrica, 450 anni prima di Joseph Sauveur. Nella dettagliatissima "teoria fisico-matematica dei toni parziali e del timbro", Oresme anticipò la teoria formulata da Hermann von Helmholtz nel 1800.
Nella sua estetica musicale, Oresme formulò una moderna soggettiva “teoria della percezione”, che non era la percezione dell'oggettiva bellezza del Creato, bensì il processo costruttivo della percezione che è la causa dwella percezione del bello o del brutto tramite i sensi. Quindi, da ciò si può dedurre che ogni individuo percepisce un altro “mondo”.
Molti degli approfondimenti condotti da Oresme in altre discipline come la matematica, la fisica, la filosofia, la psicologia, anticipando quasi un autoritratto dei tempi moderni, sono strettamente collegati al “Modello Musica” (insolito per il pensiero attuale). La “Musica” funzionava quasi da “Computer del Medioevo” e in questo senso, nel 14º secolo, essa rappresentava l'inno globale della nuova coscienza quantitativo-analitica.
Psicologia
Dal libro di Taschow apprendiamo, anche, che Oresme fu un valente studioso di psicologia che mediante un efficace metodo empirico, investigò l'intero complesso dei fenomeni della psiche umana. Oresme fu persuaso della validità dell'attività del "sensus interior" e della costruttività, complessità e soggettività della percezione del mondo. Basandosi su queste progressistiche nozioni, Oresme entrò a far parte della "Scuola Parigina di Psicologia" che comprendeva autori quali Jean Buridan, Bartolomeo di Bruges, Jean de Jandun, Heinrich von Langenstein, ecc. e le sue opere furono messe in stretta relazione con quelle di scienziati dell'ottica come Alhazen, Roger Bacon, Witelo, John Pecham, ecc. Ma è anche da ricordare che l'innovativa e ardita mente di Oresme anticipò molti importanti fatti della psicologia del 19º e 20º secolo, in specie, nel campo della psicologia cognitiva, psicologia della percepzione, psichologia della coscienza e della psico-fisica.
Oresme scoprì l'"inconscio psicologico" e la sua grande importanza per la percezione e il comportamento. A partire da ciò, egli formulò la eccellente "teoria delle conclusioni inconsce della percezione" (500 anni prima che Hermann von Helmholtz formulasse la sua "ipotesi delle due attenzioni"), concernente l'attenzione conscia ed inconscia come presa in esame dagli studiosi nel 20º secolo.
Con la sua moderna "teoria della cognizione", Oresme dimostrò che non esistono al di fuori della coscienza umana categorie, termini, qualità e quantità. Per esempio, Oresme svelò le cosiddette "qualità primarie" come misura, posizione, forma, moto, riposo, etc., trattate dagli scienziati del 17º secolo (Galilei, John Locke etc.), .), e sostenne che esse non erano presenti in modo 'oggettivo' nel mondo esterno, bensì dovevano essere considerate come delle complesse costruzioni cognitive della psiche formulate nelle condizioni individuali del corpo e dell'anima dell'uomo.
Poiché la realtà è solo in un momento privo di estensione (instantia), Oresme argomentò che, nessuna azione può esistere eccetto che a livello della coscienza. Ciò significa che l'azione è un risultato della percezione e della memoria, nel senso dell'attiva composizione del "prima" e del "dopo". Questa ingegnosa teoria si rende plausibile nel campo del suono. Oresme scrisse: "Se una creatura esistesse senza memoria, non potrebbe mai sentire un suono..." Il suono, dunque, è un costrutto umano e niente altro.
Con le sue antesignane "psico-cibernetica" e "teoria dell'informazione" Oresme risolse il problema del dualismo mondo fisico/mondo psichico ricorrendo allo schema tripartito species - materia - qualitas sensibilis” (in termini moderni: informazione - mezzo - significato). La species (l'informazione) trasportabile come un'onda sonora, muta il mezzo che attraversa (legno, aria, acqua, sistema nervoso, etc.) e il sensus interior da essa trae per mezzo di conclusioni inconsce un significato soggettivo.
Oresme aveva già sviluppato un primo abbozzo di "psicofisica" che presenta molte similitudini con l'approccio di Gustav Theodor Fechner, il fondatore della moderna psico-fisica. Le idee di Oresme sulla psiche sono di tipo meccanicistico. I processi psichici e fisici sono equivalenti nella loro struttura (configuratio qualitatum et motuum). Ogni struttura presenta un momento qualitativo (psichico) ed uno quantitativo (fisico); ed è per questo che i processi psicologici (le intensità) possono essere misurati come quelli fisici. In tal modo, Oresme fornì la prima legittimazione scientifica della misurazione della psiche ed anche dell'anima immateriale in contrapposizione ad Aristotele e agli Scolastici.
Tuttavia, il contributo maggiore di Oresme fu rivolto alla psicologia della percezione. Egli fu l'unico in tutto il Medioevo a scrivere un trattato sulla percezione e i suoi disturbi e disfunzioni (De causis mirabilium), in cui esaminò ciascun senso (vista, udito, tatto, odorato, gusto) e le funzioni cognitive. Con lo stesso metodo usato dai psicologi del 20º secolo, cioè per mezzo dell'analisi di disfunzioni e disturbi, Oresme riconobbe, già allora, molte leggi essenziali della percezione, per esempio la "Gestaltgesetze" 500 anni prima di Christian von Ehrenfels, i limiti della percezione (maxima et minima), ecc.
Filosofia Naturale
Taschow nell'opera Nicole Oresme und der Frühling der Moderne rivela anche il complesso mondo del pensiero filosofico del Vescovo di Lisieux. Oresme anticipò molte essenziali idee proprie dei tempi moderni, quali, l'intuizione della incommensurabilità delle proporzioni naturali, la complessità, la indeterminazione e l'infinita mutabilità del mondo, ecc. Nel lineare e, al contempo, progressistico mondo di Oresme ogni cosa ogni volta è unica e nuova e perciò allo stesso modo lo è la conoscenza umana.
Il modello eccellente di questo nuovo infinito mondo del 14º secolo fu la oresmiana machina musica (in contrapposizione alle infinite ripetizioni presenti nella musica mundana della antichità). Per Oresme in modo analogo con la musica, mediante un limitato numero di parametri e proporzioni, chiunque potrebbe produrre delle strutture molto complesse, di infinita mutabilità e mai ripetitive(De configurationibus qualitatum et motuum, De commensurabilitate vel incommensurabilitate, Quaestio contra divinatores). Questo è lo stesso messaggio della “teoria del caos”, formulata nel 20º secolo, secondo la quale con l'iterazione delle più semplici formule si produce un mondo altamente complesso e senza alcuna prevedibilità di comportamento.
Basandosi sui principi musico-matematici di incommensurabilità, irrazionalità e complessità, Oresme finalmente creò una dinamica struttura-modello per la formazione di sostanziali specie e individui della natura, la coasiddetta "teoria della perfectio specierum" (De configurationibus qualitatum et motuum, Quaestiones super de generatione et corruptione, Tractatus de perfectionibus specierum). Utilizzando un'analogia delle qualità musicali con le “prime e seconde qualità” di Empedocle, un individuo oresmiano si trasforma in un sistema che si autorganizza e che si preoccupa di raggiungere il suo stato ottimale difendendosi dagli influssi negativi dell'ambiente in cui vive. Questo "controllo iterativo automatico" influenza la forma sostanziale (forma substantialis), già presente, nel senso moderno, nei principi di evoluzione, "adattamento" e"mutazione" del materiale genetico. È più che evidente che la rivoluzionaria teoria di Oresme superò il dogma Aristotelico-Scolastico della immutabilità della specie sostanziale ed anticipò i principi della "teoria dei sistemi", dell'auto-organizzazione e della evoluzione biologica di Charles Darwin.
Un ulteriore approccio progressista di Oresme si rinviene nella sua estesa indagine sui valori e misurazioni approssimati fatta mediante i margini di errore. Egli formulò la "teoria della probabilità", allo stesso modo, nei campi della psicologia, fisica e matematica:
Per esempio, Oresme formulò due regole della psicologia (De causis mirabilium). La prima regola recita: Con un incremento del numero di giudizi inconsci della percezione (intensità del significato) aumenta la probabilità di falsi giudizi e in questo modo la probabilità di errori percettivi. La seconda regola recita: Quanto più il numero dei giudizi inconsci della percezione vanno oltre un certo limite, tanto più improbabile è un errore fondamentale di percezione perché esso non inficia la maggioranza di giudizi inconsci. Il punto teoretico di queste regole ed altre correlate è che la percezione non è altro che un valore di probabilità nell'area indefinita di queste due regole. La percezione non è mai una "fotografia" di ciò che ci circonda, bensì una complessa costruzione senza alcuna assoluta evidenza.
Ora forniamo un esempio delle anticipazioni da parte di Oresme degli elementi della moderna stocastica (De proportionibus proportionum). Oresme afferma: "Se prendiamo una moltitudine di numeri interi positivi, la quantità di interi perfetti o di cubi perfetti è molto inferiore rispetto a quella di altri numeri." Inoltre, più numeri prendiamo più ampio è il rapporto intercorrente fra i numeri non-cubi e i cubi ovvero fra numeri imperfetti e perfetti. Perciò, se non conosciamo un numero è probabile (verisimile) che detto numero non sia un cubo. Così avviene nel gioco (sicut est in ludis) in cui qualcuno ci chiede se un numero ignoto sia un cubo. È preferibile rispondere con un 'No' perché ciò è più probabile (probabilius et verisimilius).
Oresme considerò un insieme di 100 differenti oggetti matematici che aveva formato in un certo modo e determinò che da ciascuna coppia di elementi possono essere formate (100 • 99) : 2 = 4950 combinazioni. In queste combinazioni, 4925 mostrano una interessante qualità E, mentre le rimanenti 25 non presentano questa qualità. Infine, Oresme calcolò 4925: 25 = 197: 1 è concluse che è probabile (verisimile) che se qualcuno cerca tale ignota combinazione questa presenterà la qualità E.
Quindi Oresme calcolò il numero di casi favorevoli e sfavorevoli e i relativi quozienti. Tuttavia, egli non ottenne il quoziente risultante dal numero dei casi favorevoli e il numero dei casi egualmente possibili. Oresme non riuscì ad ottenere la "misura della probabilità", tuttavia sviluppò un ingegnoso strumento per valutare quantitativamente la "facilità" di compimento di un evento. Oresme usò per i suoi calcoli di probabilità dei termini come verisimile, probabile / probabilius, improbabile / improbabilius, verisimile / verisimilius / maxime verisimile e possibile equaliter. Nessuno prima di lui, ed anche per lungo tempo dopo, usò queste parole nel contesto delle probabilità di gioco od aleatorie in genere. I metodi di Oresme li ritroviamo di nuovo nelle opere di Galileo Galilei e di Blaise Pascal nel 17º secolo.
Per concludere ricordiamo brevemente un esempio di Oresme per la probabilità in fisica. Nelle sue opere De commensurabilitate vel incommensurabilitate, De proportionibus proportionum, Ad pauca respicientes ecc. egli afferma: "Se consideriamo due grandezze naturali ignote come il moto, il tempo, la distanza, etc., è molto probabile (verisimillius et probabilius) che il loro rapporto sia irrazionale invece che razionale." Secondo Oresme questo teorema è in genere applicabile a tutta la natura, al mondo terreno e a quello divino. Questa posizione ha un grande effetto sul modo in cui Oresme considera la necessità e la contingenza, e di conseguenza sul modo in cui considera le leges naturae e critica l'astrologia.
È ovvio che Oresme per la "teoria della probabilità in fisica, matematica e psicologia della percezione" si rifece alle sue ricerche in campo musicale: la divisione del monocordo (sectio canonis) comprovò il senso dell'udito e la ragione matematica per la quale molte divisioni della corda producono intervalli irrazionali, dissonanti.
Fisica
Il pensiero di Oresme riguardo alla fisica è esposto in due opere, il Traité de la sphère, stampato per due volte a Parigi (la prima edizione è senza data; la seconda è del 1508), e il Traité du ciel et du monde, scritto nel 1377 su richiesta del Re Carlo V, ma non vene mai stampato. Nella maggior parte dei problemi essenziali di statica e dinamica, Oresme si attiene alle posizioni sostenute a Parigi dal suo predecessore, Jean Buridan de Béthune, e dal suo coetaneo, Alberto di Sassonia. In contrapposizione alla teoria aristotelica dei pesi, secondo la quale la naturale collocazione dei corpi pesanti è al centro del mondo, mentre quella dei corpi leggeri è nella concavità della sfera lunare, Oresme propose quanto segue: "Gli elementi tendono a disporsi in una maniera tale che dal centro verso la periferia il loro peso specifico diminuisce gradatamente." Oresme pensava che una regola simile potesse applicarsi anche in mondi diversi dal nostro. Questa è la dottrina che prese il posto di quella aristotelica per opera di Copernico e dei suoi seguaci come Giordano Bruno. Quest'ultimo argomentò in un modo così simile a quello di Oresme che si potrebbe pensare che abbia letto il Traité du ciel et du monde. Oresme, comunque, è da considerare, ancor di più, quale precursore di Copernico, allorché si considera ciò che scrisse sul quotidiano moto della terra, un argomento cui dedicò ampie spiegazioni alla fine, rispettivamente, dei capitoli xxiv e xxv del Traité du ciel et du monde. Oresme, per cominciare, stabilì che con nessun esperimento si può stabilire se è il cielo a girare da est verso ovest oppure è la terra a ruotare da ovest verso est; perché l'esperienza sensoriale non può stabilire niente altro che un moto relativo. Quindi dimostrò la non validità delle ragioni addotte dalla fisica aristotelica contro il moto della terra. Oresme sottolineò, in modo particolare, il principio ricavato dal movimento dei proiettili per risolvere la questione. Oresme, poi, controbatté le obiezioni basate sui testi della Bibbia. Interpretando questi passaggi trasse delle regole seguite ancor oggi dagli esegeti cattolici. Infine, egli addusse argomenti estremamente semplici per la teoria del movimento della terra e non del cielo. L'argomentazione di Oresme a favore del movimento della terra è al contempo più esplicita e più chiara di quella fornita da Copernico.
Nei paragrafi precedenti, ci siamo occupati della teoria di Oresme sulla natura ondulatoria del suono e della luce. Pertanto, non ci dobbiamo meravigliare che Oresme per primo sostenne l'identica natura del colore e della luce. Secondo la corretta credenza di Oresme "i colori sono parti dalla luce bianca". Anche questa ingegnosa teoria venne ispirata dalle ricerche musicologiche condotte da Oresme: nella sua teoria degli ipertoni e della timbrica Oresme fece un'analogia fra i fatti musicali e il fenomeno della mescolanza dei colori posti su di un piano rotante.
Concludiamo ricordando la geniale scoperta della curvatura della luce dovuta alla rifrazione atmosferica: mel trattato De visione stellarum Oresme si chiese se le stelle fossero collocate realmente nel punto del cielo in cui esse ci appaiono. Ricorrendo all'ottica, Oresme rispose che le stelle non erano lì dove ci sembra di vederle. Due secoli prima della Rivoluzione Scientifica, Oresme propose una corretta soluzione del problema della rifrazione atmosferica, cioè la luce viaggia lungo una curva attraverso un mezzo di densità uniformemente variabile, ed arrivò a questa soluzione utilizzando gli infinitesimali. Oresme, mettendo in dubbio tutti i dati acquisiti con il senso della vista, concluse che pressocché nulla di ciò che vediamo nel cielo o sulla terra è collocato realmente lì dove ci appare. Questa soluzionè sfuggì sia a Tolomeo che ad Alhazen. Essa non fu presa in considerazione neanche da Keplero nel 17º secolo, e fino ad oggi la prima scoperta di questo fenomeno è stata attribuita a Robert Hooke, mentre la relativa dimostrazione matematica è di Isaac Newton.
Questi brevi accenni alla poderosa opera di Oresme mostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che fu uno dei più innovativi scienziati all'"Alba dell'Evo Moderno" ed un pioniere del mondo moderno.
▪ 1937 - George Gershwin (/ʤɔːʤ 'ɡɛːʃ.win/; Brooklyn, 26 settembre 1898 – Hollywood, 11 luglio 1937) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra statunitense. La sua opera spazia dalla musica classica al jazz. È considerato l'iniziatore del musical americano e le sue composizioni sono usate ancora oggi dagli insegnanti di musica per descrivere l'entrata degli Stati Uniti nel panorama dei grandi compositori mondiali.
Nel corso della sua breve carriera (Gershwin morì a soli trentotto anni) realizzò 33 musical teatrali, 15 opere classiche, 7 musical cinematografici (di cui 3 pubblicati postumi) e più di 700 canzoni memorabili estratte dai musical, realizzate singolarmente o in coppia con il fratello paroliere Ira Gershwin. Quasi tutte queste canzoni sono diventate standard e sono state riproposte, con arrangiamenti più moderni, da cantanti e musicisti jazz del calibro di Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Judy Garland, Frank Sinatra e più recentemente da Janis Joplin, Madonna e Sting.
Riesce difficile collocare Gershwin in un gruppo omogeneo di musicisti e compositori contemporanei; la caratterizzazione che si avvicina di più alla realtà è dire che sia uno dei cinque grandi del musical americano, insieme a Cole Porter, Irving Berlin, Jerome Kern e la coppia Rodgers/Hart.
▪ 1945 - Mario Acquaviva (Acquapendente, 1900 – Casale Monferrato, 11 luglio 1945) è stato un politico, rivoluzionario, comunista italiano.
Nato nel 1900 ad Acquapendente, si stabilì molto giovane ad Asti, dove trascorse gran parte della sua vita, a parte le lunghe parentesi carcerarie. Nel 1921 aderì alla Fgci e, ben presto, occupò un ruolo di primo piano nella Federazione astigiana del Partito Comunista d'Italia, distinguendosi per capacità organizzative e determinazione, in un clima di scontro sociale, reso più aspro dalla reazione fascista.
Arrestato nel 1926, fu condannato a otto anni di reclusione dal Tribunale Speciale, ne passò sei in diverse galere, tra cui Avellino, Finalborgo e Saluzzo, dove fu in contatto con Onorato Damen. Fermo nell’opposizione al corso centrista del Partito, imposto da Mosca, nel 1931 maturò la rottura, seguita dall’immancabile espulsione per “frazionismo trotzkista”.
Scarcerato con “l’amnistia del decennale”, il 10 novembre 1932, riallacciò i rapporti coi compagni astigiani, trovando un valido aiuto da parte di Secondo Comune, anch’egli in contrasto con il corso centrista del partito. Oltre all’ostracismo degli ex compagni, dovette fare i conti con il sempre vivo odio dei fascisti che, alla vigilia della guerra, lo denunciarono alla polizia come “pericoloso avanzo di galera”.
Nel gennaio del 1943, preso contatto con altri compagni della Sinistra Comunista Italiana, che andavano riprendendo le fila dell’organizzazione, partecipò alla fondazione del Partito Comunista Internazionalista di cui, dal novembre 1943, fu membro del Comitato centrale e segretario della Federazione piemontese, svolgendo un’intensa attività che, presto, gli costò l’ennesimo arresto. Scarcerato nell’ottobre del 1944, visse alla macchia fino al 25 aprile del 1945. In tutto questo periodo, il suo instancabile impegno rivoluzionario riscosse crescenti consensi negli ambienti operai di Asti, in particolare alla Way-Assauto, di Casale Monferrato, alla Società Prodotti Chimici Tazzetti, dove lavorava, e, in generale, del Piemonte. Questo consenso pregiudicava la politica di “concordia nazionale”, sostenuta dal PCI, che non esitò a passare alle vie di fatto: l’11 luglio 1945, in una strada di Casale Monferrato, cadde sotto i colpi di un killer.
▪ 1974 - Pär Fabian Lagerkvist (Växjö, 23 maggio 1891 – Stoccolma, 11 luglio 1974) è stato uno scrittore svedese, premio Nobel per la letteratura nel 1951. Poeta, drammaturgo e autore di romanzi e racconti, è uno dei più noti classici svedesi.
Gli anni di esordio sono caratterizzati dall’interesse per le avanguardie, dalla violenza espressionistica di poesie che riflettono gli orrori della guerra e da una produzione teatrale influenzata dallo Strindberg mistico e surreale. Le sue opere, anche le più pessimistiche, sono dettate dalla necessità di affermare i valori fondamentali della vita e dalla costante ricerca di un ateo che non riesce a superare il vuoto lasciato da una fede perduta. Vinse il premio Nobel grazie al romanzo "Barabba" per il suo vigore artistico e per l'indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l'umanità affronta.
Il suo romanzo più famoso è Dvärgen del 1944, che venne tradotto in lingua inglese nel 1945 da Alexandra Dick con il titolo: The Dwarf (il nano).
* 1979 - Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 – Milano, 11 luglio 1979) è stato un avvocato italiano, esperto in liquidazioni coatte amministrative. Fu assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività aveva ricevuto incarico di indagare.
Antefatto
Nel 1971 si addensarono sospetti sulle attività del banchiere siciliano Michele Sindona. La Banca d'Italia per mano del Banco di Roma investigò sulle attività di Sindona nel tentativo di non fare fallire gli Istituti di credito da questi gestiti (Banca Unione e Banca Privata Finanziaria). I motivi delle scelte dell'allora Governatore Carli erano chiaramente tese a non provocare il panico nei correntisti. Così fu accordato un prestito al Sindona, voluto anche in virtù della benevolenza dell'Amministratore Delegato Dott. Mario Barone. Quest'ultimo fu cooptato come terzo amministratore, addirittura modificando lo statuto della Banca stessa che ne prevedeva due (nel caso specifico, i Sig.ri Ventriglia e Guidi).
Fu accordato tale prestito con tutte le modalità e transazioni necessarie e fu incaricato il Direttore Centrale del Banco di Roma, Sig. Giovanbattista Fignon, di occuparsi della cosiddetta vicenda. Le Banche di Sindona furono fuse e prese vita la Banca Privata Italiana di cui il Fignon divenne Vice Presidente e Amministratore Delegato. Al contrario di tutte le aspettative, Fignon andò a Milano a rivestire detta carica e capì immediatamente la gravità della situazione. Stese numerose relazioni, capì le operazioni gravose messe in piedi da Sindona e dai suoi collaboratori tanto che ne ordinò l'immediata sospensione. Ma a Roma i poteri forti forse non gradirono una così massiccia operazione di pulizia, sebbene nei pochi mesi di tale gestione emersero innumerevoli aspetti che potevano indurre ad un salvataggio.
Fignon fece egregio lavoro ma non poté bastare e nel settembre del 1974 consegnò a Giorgio Ambrosoli la relazione sullo stato della Banca. Fignon continuò nel suo operato tanto da essere citato anche nelle agende dell' Avvocato Ambrosoli che nulla poteva immaginare di ciò che sarebbe seguito. Ciò che emerse dalle investigazioni indusse, nel 1974, a ordinare un commissario liquidatore. Per il compito fu scelto Giorgio Ambrosoli.
L'incarico
In questo ruolo, Ambrosoli assunse la direzione della banca e si trovò ad esaminare tutta la trama delle articolatissime operazioni che il finanziere siciliano aveva intessuto, principiando dalla società "Fasco", l'interfaccia fra le attività palesi e quelle occulte del gruppo. Nel corso dell'analisi svolta dall'avvocato emersero le gravi irregolarità di cui la banca si era macchiata e le numerose falsità nelle scritturazioni contabili.
Contemporaneamente a questa opera di controllo Ambrosoli cominciò ad essere oggetto di pressioni e di tentativi di corruzione. Queste miravano sostanzialmente a ottenere che avallasse documenti comprovanti la buona fede di Sindona. Se si fosse ottenuto ciò lo Stato Italiano, per mezzo della Banca d'Italia, avrebbe dovuto sanare gli ingenti scoperti dell'istituto di credito. Sindona, inoltre, avrebbe evitato ogni coinvolgimento penale e civile.
Ambrosoli non cedette, sapendo di correre notevoli rischi. Nel 1975 indirizzò una lettera alla moglie in cui scrisse:
«È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di far qualcosa per il Paese.»
Ai tentativi di corruzione fecero presto seguito minacce esplicite. Malgrado ciò, Ambrosoli confermò la necessità di liquidare la banca e di riconoscere la responsabilità penale del banchiere.
Nel corso dell'indagine emerse, inoltre, la responsabilità di Sindona anche nei confronti di un'altra banca, la statunitense Franklin National Bank, le cui condizioni economiche erano ancora più precarie. L'indagine, dunque, vide coinvolta non solo la magistratura italiana, ma anche l'FBI.
In un clima di tensione e di pressioni anche politiche molto forti, Ambrosoli concluse la sua inchiesta. Avrebbe infine dovuto sottoscrivere una dichiarazione formale il 12 luglio 1979.
L'omicidio
La sera dell'11 luglio 1979, rincasando dopo una serata trascorsa con amici, fu avvicinato sotto il suo portone da uno sconosciuto.
Questi si scusò e gli esplose contro quattro colpi di 357 Magnum. Ad ucciderlo fu William Joseph Aricò, un sicario fatto appositamente venire dall'America e pagato con 25 000 dollari in contanti ed un bonifico di altri 90 000 dollari su un conto bancario svizzero. Nessuna autorità pubblica presenziò ai funerali, ad eccezione della sola Banca d'Italia.
Il 18 marzo 1986 a Milano, Michele Sindona e Roberto Venetucci (un trafficante d'armi che aveva messo in contatto Sindona col killer) furono condannati all'ergastolo per l'uccisione dell'avvocato Ambrosoli.
In memoria di Giorgio Ambrosoli
Giorgio Ambrosoli non ebbe, al momento, grandi riconoscimenti, nonostante il sacrificio estremo con cui aveva pagato la sua onestà e il suo zelo professionale.
Il primo omaggio alla figura di Ambrosoli è stato il libro di Corrado Stajano, intitolato Un eroe borghese. Dal libro è stato tratto nel 1995 il film omonimo di Michele Placido. Nel 2009 il figlio di Ambrosoli, Umberto, ha pubblicato Qualunque cosa succeda, ricostruzione della vicenda del genitore "sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell'archivio RAl" (dalla quarta di copertina).
Nell'anno 2000 il comune di Milano, durante il primo mandato del Sindaco Gabriele Albertini, ha dedicato una piccola piazza a Giorgio Ambrosoli in zona Corso Vercelli, e tre Borse di Studio di 5100 euro l'una.
Il comune di Roma, durante il primo mandato del sindaco Walter Veltroni gli ha dedicato un Largo, in zona Nomentana. Anche altri Comuni hanno dedicato vie, piazze e larghi all'Avv. Ambrosoli, tra cui Desio, Seveso, Nova Milanese, Ravenna, Cesena, Varese, Rodano, Scanzorosciate, Scandicci, Corbetta, Arcene, Reggiolo, Volvera, Firenze, Bolzano ed altri.
A Giorgio Ambrosoli è attualmente intitolata la biblioteca del palazzo di giustizia di Milano, alla quale accedono magistrati, avvocati e studenti di giurisprudenza del foro ambrosiano. A Giorgio Ambrosoli è intitolato l'Istituto Secondario Superiore di Viale della Primavera 207, Roma.
L'Università degli Studi di Milano (Statale) ha dedicato una scritta commemorativa all'avvocato nell'aula 311 "Giorgio Ambrosoli" di via Festa del Perdono. Anche il Comune di Ghiffa (sul Lago Maggiore), dove Giorgio Ambrosoli è sepolto, ha dedicato all'avvocato milanese il proprio lungolago. Nell'aula magna del Liceo Classico Manzoni di Milano è affissa una targa in memoria di Giorgio Ambrosoli.
Onorificenze
Medaglia d'oro al valor civile
«Commissario liquidatore di un istituto di credito, benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio.[1]»
— Milano, 12 luglio 1999
Filmografia
- Un eroe borghese. Regia di Michele Placido, con F. Bentivoglio, M. Placido, Italia, (1995).
Note
1. Giorgio Ambrosoli Medaglia d'oro al valor civile in Presidenza della Repubblica. URL consultato il 22-05-2010.
Bibliografia
- Corrado Stajano. Un eroe borghese. Il caso dell'avvocato Ambrosoli assassinato dalla mafia politica, Torino, Einaudi, 1995. ISBN 978-88-06-17763-8.
- Carlo Lucarelli. Misteri d'Italia. I casi di Blu notte. Torino, Einaudi, 2002. ISBN 978-88-06-15445-5.
- Umberto Ambrosoli. Qualunque cosa succeda. Storia di un uomo libero. Sironi, 2009. ISBN 978-88-51-80120-5.
▪ 1989 - Sir Laurence Kerr Olivier, Barone Olivier (Dorking, 22 maggio 1907 – Styninig, 11 luglio 1989) è stato un attore cinematografico, attore teatrale e regista britannico.
Ritenuto da molti tra i più grandi attori del XX secolo, Laurence Kerr Olivier nacque a Dorking nel Surrey. Frequentò la Central School of Speech and Drama (Scuola centrale di recitazione e drammaturgia). Come lo stesso Olivier narra nella sua autobiografia, fu suo padre Gerard, un prelato, a decidere che Kim (il soprannome con cui Laurence veniva chiamato in famiglia) sarebbe diventato un attore. La sua prima interpretazione teatrale di una certa importanza fu in Private Lives (La dolce intimità) di Noel Coward (1930), a cui seguì Romeo e Giulietta di Shakespeare (1935), alternandosi nei ruoli di Romeo e Mercuzio con John Gielgud.
La sua prima interpretazione in un film di successo fu, nel 1939, il ritratto che diede del personaggio di Heathcliff in La voce nella tempesta (Wuthering Heights), una trasposizione del romanzo Cime tempestose di Emily Bronte.
Olivier fu direttore della fondazione del Royal National Theatre in Gran Bretagna e per questo ricevette il titolo di baronetto.
Si sposò con Jill Esmond il 25 luglio 1930, la quale fu definita dal biografo di Olivier Donald Spoto come una "lesbica diffidente". Dal matrimonio nacque un figlio, Tarquin, ma divorziarono il 29 gennaio 1940. Dal 1938 ebbe una relazione rovente con Vivien Leigh che all'epoca era già sposata. Finalmente, quando entrambi ebbero divorziato dai rispettivi coniugi si sposarono il 31 agosto 1940 nel ranch di San Ysidro a Santa Barbara in California; al matrimonio partecipò anche Katharine Hepburn come testimone di nozze. I due divorziarono il 2 dicembre 1960. Olivier infine sposò Joan Plowright il 17 marzo 1961, e da lei ebbe tre figli: Julie-Kate, Richard, e Tamsin.
La prima moglie accusò la Leigh di essere corresponsabile di adulterio nel suo divorzio. La Leigh, d'altra parte, accusò la Plowright di essere corresponsabile di adulterio nel suo divorzio. La Plowright dichiarò "Ho sempre sentito dire che io sarei la rovina famiglie che ha causato il divorzio di Laurence da Vivien Leigh. Danny Kaye era in relazione con Laurence ben prima di me" riferendosi a quanto detto dal biografo Donald Spoto a proposito del fatto che Kaye e Olivier fossero amanti. Lo stesso biografo asserisce anche che ci fu una relazione fra Olivier e lo scrittore Noel Coward.
Nel suo libro Melting the Stone: A Journey Around My Father, Richard Olivier, nato dal matrimonio fra Olivier e la Plowright, descrive il padre come essere interessato più al suo lavoro che al suo bambino, e che la mancanza di lavoro lo portava alla depressione.
Olivier ha avuto 10 nomination agli Oscar (divide questo record con Spencer Tracy). Vinse il premio come miglior attore e per il miglior film (era anche produttore) con Amleto (Hamlet) del 1948 e due Oscar alla carriera nel 1947 per Enrico V (Henry V) e nel 1978. Vinse un BAFTA nel 1955 per la sua interpretazione nel Riccardo III del 1955. Fu nominato Knight Bachelor (Cavaliere) nel 1947 e pari del Regno nel 1970 (è stato il primo attore a ricevere questo riconoscimento) come Barone Olivier di Brighton nella contea del Sussex e fu insignito dell'Order of Merit nel 1981.
Dopo l'apertura del National Theatre, Olivier temette di non avere abbastanza soldi per la propria famiglia dopo la sua morte. Fu così che fra il 1973 e il 1986, quando la sua salute peggiorò, egli partecipò a molti film e speciali televisivi esclusivamente per denaro, con la sola condizione che non dovesse partecipare alla promozione pubblicitaria di queste opere.
Morì a Styninig nel West Sussex in Inghilterra a causa di complicazioni di malattie neuromuscolari e cancro all'età di ottantadue anni.
Lord Olivier è sepolto nell'angolo dei poeti all'interno dell'Abbazia di Westminster a Londra. I premi assegnati dalla The Society of London Theatre (Società dei teatri Londinesi) fu rinominata Laurence Olivier Award (Premio Laurence Olivier) in suo onore nel 1984.
Quindici anni dopo la sua morte Olivier apparve in un nuovo film. Per mezzo delle tecnologie digitali di grafica computerizzata alcuni filmati realizzati quando era giovane vennero integrati nel film di fantascienza Sky Captain and the World of Tomorrow del 2004.
Recenti studi e biografie, come quella di Michael Munn (autore anche delle biografie di James Stewart, Gregory Peck, John Wayne e Frank Sinatra), sostengono che durante il secondo conflitto mondiale Olivier sia stato assoldato come spia per conto dei servizi segreti britannici al fine di sensibilizzare l'ambiente cinematografico statunitense sulla necessità di intervenire contro la Germania nazista.
▪ 2001 - Marco Zanuso (Milano, 14 maggio 1916 – 11 luglio 2001) è stato un architetto e designer italiano.
Marco Zanuso, designer e urbanista, è considerato tra i padri fondatori del design industriale italiano. Insieme al gruppo dello studio BBPR, ad Alberto Rosselli, a Franco Albini, a Marcello Nizzoli e ai fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, ha contribuito al dibattito nel dopoguerra sul "movimento moderno" nell'architettura e nel design. Zanuso è stato uno dei primissimi ad interessarsi ai problemi dell'industrializzazione del prodotto e all'applicazione dei nuovi materiali e tecnologie agli oggetti di uso comune.
Laureatosi nel 1939, fu redattore delle riviste Domus (1947-49) e Casabella (1952-54), e membro fondatore (1956) e presidente dell'ADI (1966-69). Insieme a Alberto Rosselli ha disegnato il Compasso d'oro tridimensionale, su disegno di Albe Steiner.
Nel 1948 la Pirelli fonda la Arflex, per produrre mobili imbottiti in gommapiuma: Marco Zanuso è incaricato a occuparsi del design.
Nel 1954 è stato membro della giuria del Premio Compasso d'oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Gio Ponti e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d'oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Ernesto Nathan Rogers e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d'oro con Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Vico Magistretti, Augusto Magnaghi e Augusto Morello.
Dal 1957 inizia la sua collaborazione con Richard Sapper, con il quale realizzerà nel 1962 il televisore Doney (Brionvega), nel 1964 le seggioline K 1340 (Kartell) e nel 1967 il telefono Grillo (Siemens). All'interno della Brionvega la collaborazione dei due designer porta alla produzione, oltre che del televisore Doney, anche del televisore Sirius (1964) e del televisore Black (1969).
Ha insegnato al Politecnico di Milano dal 1961 al 1991. Fino al 1963 ha collaborato con Cini Boeri nel campo dell'architettura di interni.
Nel 1971 ha sottoscritto l'appello pubblicato sul settimanale L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi.
Nel 1998 è stato membro della giuria del Premio Compasso d'oro con Achille Castiglioni, Giuseppe De Rita, Marianne Frandsen, Fritz Frenkler, Sadik Karamustafa e Tomàs Maldonado.
Attività e riconoscimenti
▪ 1947 Medaglia d'oro alla VIII Triennale di Milano
▪ 1951 Gran premio alla IX Triennale di Milano per la sedia Lady
▪ 1951 Medaglia d'oro alla IX Triennale di Milano
▪ 1954 Gran premio alla X Triennale di Milano
▪ 1954 Medaglia d'oro alla X Triennale di Milano
▪ 1956 Premio Compasso d'oro per la macchina per cucire superautomatica MOD. 1102 (F.lli Borletti)
▪ 1957 Medaglia d'oro alla XI Triennale di Milano
▪ 1962 Premio Compasso d'oro per il televisore DONEY con Richard Sapper (Brionvega)
▪ 1964 Premio Compasso d'oro per le seggioline K 1340 con Richard Sapper (Kartell)
▪ 1966 medaglia d'oro alla Biennale di Industrial Design di Lubiana
▪ 1966 medaglia d'oro del Ministero dell'Industria
▪ 1967 Premio Compasso d'oro per l'apparecchio telefonico GRILLO con Richard Sapper (Siemens)
▪ 1964 Gran premio alla XIII Triennale di Milano
▪ 1979 Premio Compasso d'Oro per CONTROSOFFITTO per spazi aperti (Karl Steiner)
▪ 1979 Premio Compasso d'Oro per il ventilatore Ariante (Vortice Elettrosociali)
▪ 1984 Foreign Honor Academician dell'Accademia messicana del disegno di Città del Messico
▪ 1985 Premio Compasso d'Oro alla carriera
Nel dicembre 1948 fu incaricato degli arredi per l'opera in tre atti La famiglia Antropus (di Thornton Wilder), messa in scena presso il Piccolo teatro di Milano. Alla poltrona utilizzata per lo spettacolo, messa in produzione da Arflex nel 1978, Zanuso diede il nome dell'opera teatrale (Antropus).
Nel 1947 iniziò le prime sperimentazioni con la gommapiuma della Pirelli, che si tradussero nell'applicazione di questo materiale in sedute prodotte per la Arflex.
I suoi prodotti ottenero numerosi riconoscimenti (tra cui sette Compassi d'oro e sei premi della Triennale di Milano) e sono esposti presso il Museum of Modern Art di New York e presso la collezione permanente del design della Triennale (Martingala, Antropus, Lady, Tripoltrona, K49999, Fourline, Triennale, Woodline, Springtime, Square). Alla poltrona Fourline venne dedicato un francobollo nella serie sul design delle Poste Italiane. Oltre ad arredi domestici ha elaborato oggetti delle più diverse tipologie come radio, televisori, telefono e macchine per cucire.
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