Il calendario del 9 maggio
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Eventi
▪ 328 - Atanasio viene eletto vescovo di Alessandria d'Egitto
▪ 1087 - Traslazione delle reliquie di Nicola di Mira a Bari
▪ 1092 - Viene consacrata la cattedrale di Lincoln
▪ 1429 - Giovanna d'Arco sconfigge le truppe inglesi che stavano assediando Orléans
▪ 1502 - Cristoforo Colombo lascia la Spagna per il suo quarto e ultimo viaggio nel Nuovo Mondo
▪ 1671 - Thomas Blood, travestito da ecclesiastico, tenta di rubare la Corona d'Inghilterra dalla Torre di Londra. Viene catturato immediatamente perché è troppo ubriaco per correre con il bottino. Verrà in seguito condannato a morte e quindi misteriosamente perdonato ed inviato in esilio da Re Carlo II
▪ 1887 - Il Buffalo Bill's Wild West Show debutta a Londra
▪ 1901 - L'Australia apre il suo primo Parlamento a Melbourne
▪ 1921 - A Roma viene rappresentato per la prima volta il dramma Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello
▪ 1926 - L'Ammiraglio Richard E. Byrd e Floyd Bennett sostengono di aver volato sopra il Polo Nord (la successiva scoperta di un diario sembra indicare che questo non sia avvenuto)
▪ 1927 - Il Parlamento australiano si riunisce per la prima volta a Canberra
▪ 1936 - L'Italia si annette formalmente l'Etiopia dopo averne presa la capitale il 5 maggio, Vittorio Emanuele III viene proclamato Imperatore d'Etiopia.
▪ 1939 - Hitler e Mussolini a Firenze.
▪ 1941 - seconda guerra mondiale: il sottomarino tedesco U-110 viene catturato dalla Royal Navy. A bordo viene trovato l'ultima versione della macchina crittografica Enigma, che i crittografi alleati utilizzeranno per decifrare i messaggi in codice tedeschi
▪ 1945 - fine de facto della seconda guerra mondiale: primo giorno dopo la sottoscrizione della resa tedesca; Hermann Göring viene catturato dall'esercito statunitense; la Norvegia arresta Vidkun Quisling; L'Unione Sovietica celebra il giorno della Vittoria (Russia)
▪ 1946 - Re Vittorio Emanuele III di Savoia abdica in favore di Umberto II
▪ 1949 - Ranieri III di Monaco Diventa principe di Monaco
▪ 1950 - Robert Schuman presenta la Dichiarazione Schuman, ideata da Jean Monnet che porterà al Trattato CECA. Questa dichiarazione segna l'inizio del processo d'integrazione europea, per cui il 9 maggio viene festeggiato ufficialmente dal 1985 come Giornata dell'Europa.
▪ 1955 - Guerra Fredda: La Germania Ovest entra nella NATO
▪ 1956 - Prima ascensione del monte Manaslu, l'ottava vetta più alta del mondo
▪ 1960 - La Food and Drug Administration approva la vendita della pillola anticoncezionale negli Stati Uniti
▪ 1974 - Il comitato giudiziario della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, apre le audizioni pubbliche e formali per l'impeachment del Presidente Richard M. Nixon
▪ 1978
- - Roma - Viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro
- - Cinisi - Viene ritrovato il cadavere di Peppino Impastato
▪ 1987 - Un Ilyushin 62M polacco si schianta dopo il decollo a Varsavia, facendo 183 vittime
▪ 1994 - Nelson Mandela diventa il primo Presidente nero del Sudafrica.
▪ 1997 - Un proiettile colpisce una studentessa, Marta Russo, all'interno dell'Università La Sapienza
▪ 2002
- - Dopo 38 giorni di assedio della basilica della Natività di Betlemme, gli assediati palestinesi concordano perché 13 di loro vengano deportati in diverse nazioni. L'assedio era iniziato il 2 aprile.
- - A Kaspiysk, Russia, una bomba radiocomandata esplode durante una parata uccidendo 43 persone e ferendone almeno 130
▪ 2008 - Yahoo! acquisisce Altavista
Anniversari
* 348 - San Pacomio (Tebe, 292 – Pbow, 9 maggio 348) è stato un monaco egiziano, ex militare, considerato fondatore del monachesimo cenobitico.
Viene venerato come santo da diverse chiese cristiane tra cui la cattolica, la ortodossa e la copta.
Elabora la più antica regola per la vita comunitaria nota ad oggi ed è considerato il fondatore della prima abbazia, nel 320 circa.
Nel IV secolo gli fu dedicata una biografia monastica, "Vita di Pacomio".
La Chiesa cattolica ne celebra la memoria liturgica il 9 maggio, quella ortodossa il 15 maggio.
Come ti converto uno che non crede? Con l’esempio di una carità viva. Prendete un giovanotto pagano, arruolato a forza nell’esercito imperiale e subito fatto prigioniero insieme a tutte le reclute.
Pensate allo sconcerto, alla delusione e alla sofferenza dei giorni di prigionia, insieme all’incertezza di quella che sarà la sua sorte. Immaginate l’incontro furtivo nella notte con alcuni uomini, che di nascosto vengono a confortarlo, sfamarlo e incoraggiarlo e che, insieme all’aiuto materiale, gli sussurrano parole di Cielo e dicono di fare tutto ciò in nome del “Dio dei cristiani”. Il giovanotto ne resta così colpito ed ammirato da rivolgersi all’ancora ignoto “Dio dei cristiani”, promettendo di dedicare a lui tutta la sua vita se riuscirà a liberarsi da quelle catene. E quando ciò avviene, al giovanotto restando solo due cose da fare: imparare a credere in quel Dio che lo ha liberato e, poi, studiare il modo per sciogliere il suo voto. E’ questa, in sintesi, l’origine dell’esperienza religiosa di San Pacomio, nato nell’Alto Egitto nel 287 e convertitosi al cristianesimo come abbiamo appena descritto. Dopo il battesimo, la vita spirituale di Pacomio cerca modi per esprimersi: prima all’interno di una comunità cristiana di cui si mette a servizio, quasi a voler subito mettere in pratica l’insegnamento di carità che quegli sconosciuti cristiani gli avevano trasmesso in carcere; poi attraverso l’esperienza eremitica, cioè l’incontro con Dio nella solitudine del deserto, di cui il grande Antonio è stato maestro un secolo prima. Pacomio, però, apre una strada nuova: all’imitazione di Gesù, solo nel deserto, in un rapporto esclusivo con il Padre e alle prese con le tentazioni del demonio, egli preferisce imitare Gesù che vive con i suoi discepoli ed insegna loro a pregare. Ecco nascere così attorno a lui un’interessante ed inedita esperienza di monachesimo: il cenobitismo o vita comune, dove la disciplina e l’autorità sostituiscono l’anarchia degli anacoreti. Quindi, non più e non solo la solitudine degli eremiti precedenti,con le astinenze, i digiuni e le penitenze corporali che li caratterizzano ma che possono anche nascondere l’insidia della bizzarria e dell’orgoglio; piuttosto, una comunità cristiana sul modello di quella fondata da Gesù con gli apostoli, basata sulla comunione nella preghiera, nel lavoro e nella refezione e concretizzata nel servizio reciproco. Il documento su cui Pacomio vuole regolare la vita della comunità è la Sacra Scrittura, che i monaci imparano a memoria e recitano a bassa voce mentre svolgono il loro lavoro: un contatto diretto con Dio attraverso il “sacramento della Parola”. Pacomio muore il 14 maggio 346, lasciando in eredità una decina di monasteri, di cui un paio anche femminili. Il luogo della sua sepoltura è sempre stato sconosciuto, perché un punto di morte aveva raccomandato al discepolo più fedele di seppellirlo in un posto segreto, per evitare la venerazione dei suoi seguaci.
▪ 1965 - Ernesto de Martino (Napoli, 1 dicembre 1908 – Roma, 9 maggio 1965) è stato un antropologo, storico delle religioni e musicologo italiano.
Biografia intellettuale
Dopo la laurea in Lettere conseguita presso l'Università di Napoli nel 1932, con una tesi in Storia delle religioni sui gephyrismi eleusini sotto la direzione di Adolfo Omodeo, si interessò alle discipline etnologiche.
Almeno fino al 1936 dimostra idee convintamente fasciste, iscrivendosi ai Guf e alla Milizia universitaria fascista, collaborando a L'Universale di Berto Ricci e facendo circolare in una cerchia ristretta di collaboratori un "Saggio sulla religione civile" poi rimasto inedito, in cui De Martino esprime idee non dissimili da quelle formulate negli stessi anni dalla Scuola di mistica fascista(Cfr. Giordana Charuty, Ernesto De Martino, les vies antérieures d'un anthropologue Parenthèses, 2009).
Il suo primo libro, Naturalismo e storicismo nell'etnologia, è un tentativo di sottoporre l'etnologia al vaglio critico della filosofia storicista di Benedetto Croce. Secondo de Martino, infatti, solo attraverso la filosofia storicista l'etnologia avrebbe potuto riscattarsi dal suo naturalismo (tratto che accomuna, per de Martino, tanto la scuola sociologica francese che gli indirizzi "pseudostorici" tedeschi e viennesi). Fu lo stesso Croce a introdurre il giovane de Martino all'editore Laterza, suggerendo la pubblicazione del libro, in cui, nonostante qualche ingenuità, si può già scorgere in nuce l'idea del successivo lavoro sul "magismo etnologico".
Scritto negli anni della II guerra mondiale e pubblicato nel 1948, Il mondo magico è il libro nel quale Ernesto de Martino elabora alcune delle idee che rimarranno centrali in tutta la sua opera successiva. Qui de Martino costruisce la sua interpretazione del magismo come epoca storica nella quale la labilità di una "presenza" non ancora decisa viene padroneggiata attraverso la magia, in una dinamica di crisi e riscatto.
Negli anni che seguono la guerra de Martino comincia a interessarsi allo studio etnografico delle società contadine del sud Italia. Di questa fase, talvolta detta "meridionalista", fanno parte le opere più note al grande pubblico: Morte e pianto rituale, Sud e magia, La terra del rimorso.
Innovativo nelle sue ricerche fu l'approccio multidisciplinare che lo portò a costituire un'equipe. Ad esempio, La terra del rimorso è la sintesi delle sue ricerche sul campo (il Salento) affiancato da un medico, uno psichiatra, una psicologa, uno storico delle religioni, un'antropologa culturale, un etnomusicologo (Diego Carpitella) e, infine, un documentarista cinematografico. Nello studio del fenomeno del tarantismo vengono utilizzati anche filmati girati tra Copertino, Nardò e Galatina.
A queste monografie segue la pubblicazione dell'importante raccolta di saggi "Furore Simbolo Valore" (1962).
La fine del mondo, pubblicato nel 1977 a cura di Clara Gallini, è il primo e più importante di una serie di inediti con la cui pubblicazione si è tentato di aggiungere elementi al ritratto di uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo.
La presenza
La presenza in senso antropologico, nella definizione di de Martino è intesa come la capacità di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per rispondere in modo adeguato ad una determinata situazione storica, partecipandovi attivamente attraverso l'iniziativa personale e andandovi oltre attraverso l'azione.
La presenza significa dunque esserci(il "da-sein" heideggeriano) come persone dotate di senso, in un contesto dotato di senso.
Il campanile
Ne La fine del mondo, Ernesto de Martino racconta di una volta in Calabria quando, cercando una strada, egli e i suoi collaboratori fecero salire in auto un anziano pastore perché indicasse loro la giusta direzione da seguire, promettendogli di riportarlo poi al posto di partenza. L'uomo salì in auto pieno di diffidenza, che si trasformò via via in una vera e propria angoscia, non appena dalla visuale del finestrino sparì alla vista il campanile di Marcellinara, il suo paese. Il campanile rappresentava per l'uomo il punto di riferimento del suo circoscritto spazio domestico, senza il quale egli si sentiva realmente spaesato. Quando lo riportarono indietro in fretta l'uomo stava penosamente sporto fuori dal finestrino, scrutando l'orizzonte per veder riapparire il campanile. Solo quando lo rivide, il suo viso finalmente si riappacificò.
In un altro esempio, per esprimere il medesimo concetto, De Martino racconta di una tribù di cacciatori e raccoglitori australiani, nomadi da sempre e per sopravvivenza, che avevano però l'usanza di piantare al centro del loro accampamento un palo sacro, intorno al quale celebravano un rito ogni volta che “approdavano” in un luogo nuovo. Il giorno che il palo si spezzò, i membri della tribù si lasciarono morire, sopraffatti dall'angoscia.
Crisi della presenza
Il concetto di spaesamento, come una condizione molto “rischiosa” in cui gli individui temono di perdere i propri riferimenti domestici, che in qualche modo fungono da “indici di senso”, viene meglio chiarito da De Martino nella sua idea di presenza. La crisi della presenza caratterizza allora quelle condizioni diverse nelle quali l'individuo, al cospetto di particolari eventi o situazioni (malattia, morte, conflitti morali, migrazione), sperimenta un'incertezza, una crisi radicale del suo essere storico (della “possibilità di esserci in una storia umana”, scrive De Martino) in quel dato momento scoprendosi incapace di agire e determinare la propria azione. Su questi temi si è soffermata una sua studentessa e collaboratrice, la scrittrice Muzi Epifani, nella commedia La fuga, scritta a dieci anni dalla sua scomparsa. In questa opera, dedicata a De Martino, il protagonista Ernesto discute sulla mutazione del ruolo della donna nella società post-industriale.
Opere
▪ Naturalismo e storicismo nell'etnologia, Laterza, Bari, 1941; n. ed. con introduzione e cura di Stefano De Matteis, Argo, Lecce, 1996
▪ Il mondo magico: prolegomeni a una storia del magismo, Einaudi, Torino, 1948; n. ed. Boringhieri, Torino, 1973 (con introduzione di Cesare Cases e in appendice testi di Benedetto Croce, Enzo Paci, Raffaele Pettazzoni e Mircea Eliade)
▪ Morte e pianto rituale nel mondo antico: dal lamento pagano al pianto di Maria, Einaudi, Torino, 1958; n. ed. Bollati Boringhieri, Torino, 2000 (con introduzione di Clara Gallini)
▪ Sud e magia, Feltrinelli, Milano, 1959; n. ed. 2002 (con introduzione di Umberto Galimberti)
▪ La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud, Il Saggiatore, Milano, 1961
▪ Furore, simbolo, valore, Il Saggiatore, Milano, 1962; poi Feltrinelli, Milano, 1980 (con introduzione di Luigi M. Lombardi Satriani) e ivi 2002 (con introduzione di Marcello Massenzio)
▪ Magia e civiltà. Un'antologia critica fondamentale per lo studio del concetto di magia nella civilta occidentale, Garzanti, Milano, 1962
▪ Mondo popolare e magia in Lucania, a cura e con prefazione di Rocco Brienza, Basilicata, Roma-Matera, 1975
▪ La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, a cura di Clara Gallini, Einaudi, Torino, 1977; n. ed. 2002 (con introduzione di Clara Gallini e Marcello Massenzio)
▪ La collana viola: lettere 1945-1950 (con Cesare Pavese), a cura di Pietro Angelini, Bollati Boringhieri, Torino, 1991
▪ Scritti minori su religione, marxismo e psicoanalisi, a cura di Roberto Altamura e Patrizia Ferretti, Nuove edizioni romane, Roma, 1993
▪ Compagni e amici: lettere di Ernesto de Martino e Pietro Secchia, a cura di Riccardo Di Donato, La nuova Italia, Firenze, 1993
▪ Storia e metastoria: i fondamenti di una teoria del sacro, introduzione e cura di Marcello Massenzio, Argo, Lecce, 1995
▪ Note di campo: spedizione in Lucania, 30 settembre - 31 ottobre 1952, edizione critica a cura di Clara Gallini, Argo, Lecce, 1995
▪ L'opera a cui lavoro: apparato critico e documentario alla Spedizione etnologica in Lucania, a cura di Clara Gallini, Argo, Lecce, 1996
▪ Una vicinanza discreta: lettere (con Renato Boccassino), a cura di Francesco Pompeo, Oleandro, Roma, 1996
▪ I viaggi nel Sud di Ernesto de Martino, a cura di Clara Gallini e Francesco Faeta, fotografie di Arturo Zavattini, Franco Pinna e Ando Gilardi, Bollati Boringhieri, Torino, 1999
▪ Panorami e spedizioni: le trasmissioni radiofoniche del 1953-54, a cura di Luigi M. Lombardi Satriani e Letizia Bindi, Bollati Boringhieri, Torino, 2002
▪ Musiche tradizionali del Salento: le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto de Martino (1959, 1960), a cura e testi di Maurizio Agamennone, Squilibri, Roma, 2005 (con 2 cd)
▪ Scritti filosofici, a cura di Roberto Pastina, Il mulino, Bologna, 2005
▪ Dal laboratorio del mondo magico: carteggi 1940-1943, a cura di Pietro Angelini, Argo, Lecce, 2007
* Ricerca sui guaritori e la loro clientela, a cura di Adelina Talamonti, Argo, Lecce, 2008 (con introduzione di Clara Gallini)
▪ 1978
- Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un politico, attivista e conduttore radiofonico italiano, famoso per le denunce delle attività della mafia in Sicilia, che gli costarono la vita.
- Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana.
Venne rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista denominato Brigate Rosse