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Il calendario del 8 Luglio

Fonte:
CulturaCattolica.it

Eventi

▪ 1099 - Prima crociata: 15.000 soldati cristiani affamati marciano attorno a Gerusalemme, mentre i difensori musulmani li sbeffeggiano

▪ 1497 - Vasco da Gama salpa da Lisbona, iniziando il suo viaggio verso l'India

▪ 1630 - La Colonia della Baia di Massachusetts celebra il suo primo Giorno del ringraziamento

▪ 1709 - Battaglia di Poltava - In Ucraina, Pietro I di Russia sconfigge Carlo XII di Svezia a Poltava ponendo fine al ruolo della Svezia come grande potenza in Europa

▪ 1776 - Viene mostrata per la prima volta al pubblico a Filadelfia la dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti, firmata il 4 luglio

▪ 1797 - Viene emanata la Costituzione della Repubblica Cisalpina

▪ 1822 - I Chippewa cedono grandi estensioni di territorio in Ontario al Regno Unito

▪ 1859 - Re Carlo XV/Carlo IV accede al trono di Svezia-Norvegia

▪ 1889 - Viene fondato ed esce il primo numero del Wall Street Journal

▪ 1904 - Italia: la legge Orlando estende l'obbligo scolastico da 9 a 12 anni, ma avrà scarso successo a causa delle poche scuole presenti nei comuni d'Italia

▪ 1907 - A Pisogne, la Società Nazionale Ferrovie e Tramvie fa entrare in esercizio la linea ferroviaria per Iseo, secondo tratto della Ferrovia Brescia Iseo Edolo

▪ 1919 - in Italia nasce l'Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.). È infatti proprio l'8 luglio che un gruppo di reduci della Grande Guerra ne approva lo Statuto sociale decretandone quindi ufficialmente la costituzione

▪ 1947 - Nasce il cosiddetto caso Roswell. Il quotidiano locale Roswell Daily Record riporta che a Roswell, nel Nuovo Messico, il 509º Gruppo Bombardieri avrebbe catturato un oggetto volante non identificato. Un UFO si sarebbe schiantato al suolo e le parti recuperate sarebbero state portate alla base aerea di Wright Petterson

▪ 1972 - In un attentato a Beirut (Libano) perde la vita lo scrittore palestinese, portavoce del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, Ghassan Kanafani

▪ 1973 - Inizia il periodo del 31esimo governo italiano, di Mariano Rumor: quadripartito formato da Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialdemocratico Italiano e Partito Repubblicano Italiano

▪ 1978 - Sandro Pertini è eletto settimo Presidente della Repubblica Italiana con 832 voti su 995; prestò giuramento il 9 luglio

▪ 1988 - Italia: si conclude la prima fase del processo per la strage di Stava del 19 luglio 1985, la seconda per numero di morti dopo il Vajont

▪ 1997

  1. - I ricercatori della Mayo Clinic avvisano che il farmaco dietetico fen-phen può causare danni a cuore e polmoni
  2. - La NATO invita Repubblica Ceca, Ungheria, e Polonia ad entrare nell'alleanza nel 1999

▪ 2003 - Wikipedia avvia le sue versioni in Ebraico ed Ungherese

Anniversari

▪ 1180 - Sant'Alberto da Genova (Genova, 1090 – Sestri Ponente, 8 luglio 1180) è stato un religioso italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
La data di nascita è controversa e secondo talune fonti andrebbe indicata nell'anno 1095. Incerti sono pure il luogo di nascita e l'anno della sua morte. Probabilmente nacque nell'area genovese e passò l'infanzia facendo il pastore.
Alberto fu monaco ed eremita e morì nel suo eremo, sulle alture di Sestri Ponente, come riporta una scritta sopra la grotta in cui trascorse parte della sua vita.
La Sestri Ponente del suo tempo era una località abitata da poche famiglie di contadini o pescatori: nel luogo in cui è oggi l'abitato costiero, si trovava allora il mare, poi ritiratosi verso il XVI-XVII secolo con la formazione della spiaggia. La costa arrivava al golfo detto del Priano, sotto l'attuale chiesa della Virgo Potens, dove si trovava un piccolo abitato.
Unica biografia rimasta è un manoscritto del Cinquecento, conservato nell'archivio della parrocchia di San Giovanni Battista di Sestri Ponente. Manca qualsiasi ulteriore dato essendo andata distrutto il convento di Sant'Andrea e con esso i suoi archivi. In base a quell'unica biografia il santo scoprì la sua vocazione da ragazzo assistendo alla sacra rappresentazione delle conversione dell'eremita Teobaldo. Conobbe anche l'eremita Giovanni che viveva in un'altra grotta sulle alture di Sestri Ponente.
Si ritirò alla vita da eremita una prima volta tra il 1110 e il 1115.
Alberto entrò da giovane, tra il 1120 e il 1125, come cuoco, nell'abbazia di Sant'Andrea, posta tra Sestri Ponente e Cornigliano (tuttora esistente anche se sconsacrata). Non era colto, contrariamente agli altri monaci; anche per questo forse preferì lasciare il resto della piccola comunità.
Nel 1129 al momento della scissione da benedettini e cistercensi scelse la regola cistercense e rimase nell'abbazia.
Tra il 1140 e il 1150 aspirando ad una vita solitaria di preghiera e penitenza si ritirò in una grotta sulle pendici del monte Contessa, in un pianoro chiamato "la rocca" alle spalle di Sestri Ponente (a meno di un'ora a piedi) dove visse per molti anni da eremita fino alla sua morte.
Seguì il regime di eremitaggio, ricevendo periodicamente la visita dei confratelli che gli portavano i viveri e lo mantenevano entro l'ordine monastico. La sua fama crebbe e cominciò ad accorrere la gente del popolo al suo rifugio. Visse oltre ottanta anni; morì (si suppone) nel 1180, forse l'8 luglio 1180, data attestata da una iscrizione presso la sua grotta.

Il culto
Secondo la tradizione fu canonizzato da papa Innocenzo IV, che giunse a Genova il 7 luglio 1244 a causa di problemi politici, nel momento della lotta contro l'imperatore Federico II di Svevia, alla vigilia della festa di Sant'Alberto.
Rimanendo per tre mesi all'Abbazia di Sant'Andrea, il Papa ebbe modo di apprezzarlo. Dopo vent'anni dalla sua morte era già stata eretta una chiesa a lui dedicata.
Una leggenda devozionale narra che il cibo da lui cucinato si "moltiplicava miracolosamente" in tal modo che potesse sfamare i poveri. A Sestri Ponente, dove gli è dedicato un santuario, è venerato come Santo Patrono.

La grotta
Il piano della Rocca sta sulla dorsale collinare divisorio delle alture di Pegli, con la Val Varenna, da quelle di Sestri. Da questo monte si domina tutta la costa genovese; poco distante, sempre sullo stesso colle, i cui resti vennero rinvenuti negli scavi per la realizzazione del cimitero dei Pini Storti, era esistito un antico castellaro ligure. Il pianoro dove si era ritirato l'eremita era sul versante a mare del monte Contessa, che divide la valle del torrente Molinassi da quella del torrente Marotto.

La chiesa di Sant'Alberto sul Monte Contessa
Una prima chiesa o cappella dedicata ad Alberto era stata eretta a due decenni dalla sua morte. La santificazione veniva a sancire questo primo culto, nutrito dai numerosi miracoli a lui attribuiti post mortem. La chiesa riconosciuta venne pertanto costruita nel XIII secolo e ricostruita nel 1435.
Ebbe molti restauri, anche in tempi recenti per la facciata. La zona dove si trova la chiesa è sulle colline di Sestri, appartata dalla città, sopra la valle dei Molinassi che conserva ancora dei vecchi mulini.
Da Sant'Alberto prende nome la frazione a monte di Sestri Ponente dov'è la chiesa e dove si arriva dalla via di Sant'Alberto.

▪ 1390 - Alberto di Sassonia (Rickendorf, 1316 – Halberstadt, 8 luglio 1390) è stato un filosofo e vescovo tedesco.
Studiò a Praga e alla Sorbona (Parigi), dove poi insegnò dal 1351 al 1362, diventandone rettore nel 1353. Spostatosi a Vienna, divenne il primo rettore di quella università nel 1365. L'anno seguente fu fatto Vescovo di Halberstadt, dove poi morì.
Si occupò di fisica (filosofia naturale) e di logica.
Come fisico fu un sostenitore della teoria dell'impeto e si interessò del problema della gravità, e in particolare della caduta dei gravi. Commentò inoltre molti autori (Bradwardine, Guglielmo di Ockham, Nicola d'Oresme e altri).
I suoi problemi di logica, nei quali sono esaminati centinaia di paradossi, sono molto fini e sono contenute nel suo libro Sophismata; tra queste vi è un interessante paradosso dell'infinito.

* 1405 - Marco Solari (Carona, 1355 circa – Milano, 8 luglio 1405) è stato uno scultore, architetto e ingegnere svizzero-italiano.
Detto de Frixono, nasce a Carona nel 1355 ca. e muore a Milano nel 1405 ca. Appartenente alla nota schiatta di maestri d'arte comacini, padre degli scultori Filippo, Andrea I Solari, Alberto e dell'ingegnere Giovanni Solari; a Milano dal 1387 operò come scultore ed architetto nel cantiere del Duomo, nel 1388 ottiene la nomina di ingegnere. Figura tra i convocati nell'adunanza degli ingegneri e capomastri del Duomo dell'8 gennaio 1391.
Durante il 1395 con Giacomo da Campione si ritira sulle sponde del lago di Lugano per concepire il progetto della Certosa di Pavia per ordine del duca Gian Galeazzo Visconti. Più tardi nel 1396 figura tra i primi architetti della Certosa di Pavia.
Nella riunione tenutasi nel Duomo di Milano il 15 maggio 1401, esaminando le proposte di vari architetti stranieri, difende la bontà dei progetti e delle opere eseguite dai maestri comacini e con la sua autorità riesce a farli preferire.

▪ 1538 - Don Diego de Almagro (Almagro, incerta 1475-1479 – Cuzco, 8 luglio 1538) è stato un condottiero spagnolo.
Si tratta di uno dei più importanti conquistadores spagnoli. Era figlio, non riconosciuto di Juan de Montenegro e di Elvira Gutiérrez. La madre lo abbandonò sulle soglie di una chiesa, ma fu raccolto dal padre a cinque anni di età. Orfano, da lì a poco, fu allevato dallo zio materno, Hernán Gutiérrez, uomo rude ed oppressivo, alla cui tutela si sottrasse a 15 anni di età. Nel 1514 giunse in America al seguito del governatore di Panama, Pedrarias Dávila. Nel 1524 si unì alla spedizione di conquista del Perù organizzata da Francisco Pizarro e da Fernando de Luque. Nel 1535 intraprese la conquista del Cile per proprio conto, quindi esplorò il paese fino al 35° di latitudine. Tornato a Cuzco nel 1537, ritenendo che facesse parte dei territori dei quali era stato nominato governatore dall'imperatore Carlo V, richiese la consegna della città ai fratelli di Francisco Pizzarro. Ne seguì una guerra tra i conquistadores spagnoli che ebbe termine nel 1538, con la sconfitta e la condanna a morte di Almagro. Il figlio di Almagro, Diego, detto "el Mozo" (il Giovane, 1520-1542), vendicò la morte del padre uccidendo Pizarro; fu tuttavia consegnato dai suoi stessi seguaci nelle mani del nuovo governatore Vaca de Castro e decapitato a Cuzco.

▪ 1695 - Christiaan Huygens (IPA: [ˈkris.tiaːn ˈhœyɣəns]; L'Aia, 14 aprile 1629 – L'Aia, 8 luglio 1695) è stato un matematico, astronomo e fisico olandese, fra i protagonisti della rivoluzione scientifica.
Secondogenito di Constantijn Huygens (1596 - 1687), amico di René Descartes, Christiaan studiò giurisprudenza e matematica all'Università di Leida dal 1645 al 1647 e successivamente al College van Oranje (Collegio d'Orange) di Breda, prima di interessarsi completamente alla scienza.
Nel 1666, Christiaan si trasferì a Parigi, dove lavorò come direttore presso l'Académie des Sciences, voluta da Luigi XIV. In Francia partecipò alla realizzazione dell'osservatorio della capitale, inaugurato nel 1672, di cui si servì per effettuare ulteriori osservazioni astronomiche.
Huygens tornò a L'Aia nel 1681, in seguito ad una seria malattia. Tentò poi di rientrare in Francia, ma la revoca dell'Editto di Nantes, avvenuta nel 1685, gli precluse tale trasferimento. Dopo la morte, il suo corpo fu sepolto al Grote Kerk.
Christiaan fu il primo membro onorario straniero della Royal Society (a partire dal 1663).

Le osservazioni astronomiche
Nel 1655, adoperando un telescopio di propria fabbricazione, scoprì la luna di Saturno, Titano, e teorizzò che Saturno fosse circondato da un anello sottile e piatto, non collegato al pianeta, inclinato rispetto all'eclittica (Annulo cingitur, tenui, plano, nusquam cobaerente, ad eclipticam inclinato). Nello stesso anno osservò la Nebulosa di Orione. Grazie al suo telescopio fu in grado di suddividere la nebulosa in singole stelle. La regione interna più chiara della Nebulosa di Orione è chiamata Regione di Huygens in onore di questo lavoro. Molte delle osservazioni astronomiche di Hugens furono raccolte nel Systema Saturnium (1659).
Si occupò anche di ottica, migliorando notevolmente gli strumenti astronomici, costruendo un oculare per cannocchiali formato da due lenti pianoconvesse, adatto a ridurre l’aberrazione cromatica, che oggi da lui prende il nome. Propose inoltre nuove tecniche di lavorazione delle lenti.
Gli è stato dedicato un asteroide, 2801 Huygens, un cratere su Marte e un monte sulla Luna, che è la cima più alta della catena dei Montes Apenninus. Inoltre, ha preso il suo nome anche il lander atterrato su Titano durante la Missione spaziale Cassini-Huygens nel 2005

I rapporti con la comunità scientifica
Durante la sua vita ebbe contatti con Cartesio, Pascal, Leeuwenhoek e Mersenne, che contribuirono anche alla sua formazione scientifica. Dietro insistenza di Pascal, Huygens scrisse il primo libro sulla teoria delle probabilità, De ludo aleae pubblicato nel 1657, grazie al quale è considerato uno dei fondatori della disciplina del calcolo delle probabilità.
Huygens intrattenne rapporti di corrispondenza anche con la comunità scientifica toscana, al tempo dell'Accademia del Cimento; tali rapporti investirono, anzitutto, la definizione della natura dell'anello che circonda Saturno. Comportarono, inoltre, l'avvio di una polemica, soprattutto con Vincenzo Viviani, che rivendicò la priorità galileiana della scoperta dell'applicazione del pendolo all'orologio, presentata come propria invenzione dallo scienziato olandese.
Nel 1656, infatti, Huygens aveva ottenuto un brevetto sul primo orologio a pendolo. Nell'opera Horologium Oscillatorium sive de motu pendulorum (L'Aja, 1658) espose la teoria del movimento del pendolo, raccogliendo l’eredità dei primi studi di Galileo, e riuscì a perfezionare gli orologi a pendolo introducendo un bilanciere a molla per cronometri, atto ad essere trasportato per mare, nonché l’uso della molla a spirale per gli orologi portatili. Nel 1675 Huygens brevettò anche un orologio da tasca.

Altri contributi
Huygens preparò le fondamenta del calcolo infinitesimale (poi sviluppato da Leibniz e Newton) nei suoi lavori sui coni, ma soprattutto è famoso per la sua ipotesi circa la natura ondulatoria della luce.
Prendendo in esame la forza centrifuga e la gravità, poi, fu il primo a notare la variazione della forza centrifuga tra poli ed equatore, riuscendo ad esprimere tale forza anche da un punto di vista matematico: constatò che il pendolo che batteva il secondo a Parigi, a Cayenne (cioè a differente latitudine) perdeva 2 minuti ogni 24 ore.
A lui si deve anche la prima ipotesi in merito alla conservazione dell’energia, introducendo il concetto di forza viva, che successivamente sarà chiamata energia cinetica, applicata concettualmente anche alla possibilità di spiegare i fenomeni naturali in termini di cambiamenti di velocità e posizione di atomi microscopici.
Tramite deduzioni matematiche, calcolò assieme a Newton lo schiacciamento terrestre. Si interessò anche alla teoria dei vortici di Cartesio, cercando di perfezionarla. Infine ideò il pendolo cicloidale.

▪ 1822 - Percy Bysshe Shelley (Field Place, 4 agosto 1792 – Viareggio, 8 luglio 1822) è stato un poeta inglese, uno dei più grandi poeti romantici.
È forse più famoso per aver scritto opere da antologia quali Ozymandias, l'Ode al vento di ponente (Ode to the West Wind), A un'allodola (To a Skylark), e La maschera dell'anarchia (The Masque of Anarchy); ma quelli che vengono considerati i suoi capolavori furono i poemi narrativi visionari come il Prometeo liberato (Prometheus Unbound) e l' Adonais (Adonais). La vita anticonformista e l'idealismo assoluto di Shelley ne fecero una figura notoria e oggetto di denigrazione per tutta la sua vita. Divenne però l'idolo delle due-tre generazioni successive di poeti (inclusi i grandi vittoriani, Robert Browning, Alfred Tennyson, Dante Gabriel Rossetti, Algernon Swinburne e William Butler Yeats). Divenne inoltre famoso per la sua amicizia con i contemporanei John Keats e Lord Byron e, come loro, per la sua morte prematura, avvenuta in giovane età. Era il marito di Mary Wollstonecraft Shelley, autrice del romanzo Frankenstein.

La poetica di Shelley
Shelley è un panteista e un epicureo che sogna un Eden pagano dove non esiste il peccato ma solo gioia e piacere (amori impetuosi, passioni brevi ma travolgenti segnarono il suo percorso di genio nordico dal cuore latino); secondo il suo pensiero Dio è tutta la natura e il mondo stesso, l'uno e il tutto riuniti nella memoria della specie, un Dio in marcia con l'umanità: sta ai poeti riprendere là dove altri hanno finito nella stesura di quel poema universale che è la ricerca dell'invisibile attraverso il bello, l'intuizione e l'ispirazione.
Dalla sua formazione classica, dallo studio del greco e del latino, deriva una passione per i miti, che nella sua poesia sono spesso ripresi ed ampliati.
Nel Prometeo liberato e nel saggio In difesa della poesia Shelley esorta i poeti a ricercare la parola trasfigurante che può indovinare l'invisibile e ad entrare nel mondo del mistero che può essere rivelato da una parola mai parlata: non è quindi un illuminista, non è uno scienziato che sperimenta, ma un medium che col linguaggio scopre la verità più recondita.
Shelley è un poeta contraddittorio: nelle sue opere bisogna distinguere la poesia frutto di commozione eloquente da quella composta di versi ideologici e talvolta retorici, a partire da quelli condizionati dalle sue posizioni a favore dell'amore libero e di ogni trasgressione dei principi correnti, contro il lavoro organizzato in fabbrica, contro l'istituzione di una società mercantile e colonialista.
Shelley non è impegnato a costruirsi un'immortalità postuma con la scrittura o le gesta (come accadde per Byron o D'Annunzio), ma è afflitto dalla mortalità dell'uomo, temperata talvolta solo dall'idea secondo la quale ci si può ricongiungere all'Assoluto attraverso la contemplazione e con l'aiuto della filosofia si può tendere all'Uno.

L'influenza di Shelley
Shelley non riscosse popolarità nella generazione che seguì immediatamente la sua morte, al contrario di Lord Byron, famoso tra le classi più alte durante la sua esistenza nonostante il suo pensiero radicale. Per decenni dopo la morte, Shelley fu solo apprezzato dai grandi poeti vittoriani, quali Alfred Tennyson e Robert Browning, dai preraffaelliti, dai socialisti e dal movimento laburista: egli contava Karl Marx tra i suoi ammiratori. Solo nella seconda parte del XIX secolo l'opera di Shelley, o piuttosto la parte per così dire più 'innocente' di essa divenne celebre - grazie all'opera divulgativa di studiosi come Henry Salt, la cui tanto acclamata biografia, Percy Bysshe Shelley: il poeta e il pioniere (Percy Bysshe Shelley: Poet and Pioneer) fu pubblicata per la prima volta nel 1896. Nel periodo tra la Prima guerra mondiale e la metà del XX secolo, età dominata dalla critica di T. S. Eliot, la poesia di Shelley fu trattata con sussiego dall'establishment dei critici - anche a causa della reazione di Eliot all'ateismo militante del poeta. Alla fine degli anni cinquanta, grazie alla spinta di Harold Bloom, Shelley cominciò a riacquistare una reputazione.

Difesa del vegetarianismo
Sia Percy Bysshe Shelley che Mary Shelley furono strenui difensori del vegetarianismo. Shelley scrisse diversi saggi in cui difendeva la dieta vegetariana, tra i quali la Rivendicazione della dieta naturale e Sul sistema della dieta vegetariana.
Shelley scrisse: «se l'uso del cibo animale sovverte la quiete del consorzio umano, quanto è indesiderabile l'ingiustizia e la barbarie esercitata verso queste povere vittime! Esse sono chiamate a vivere dall'artificio umano solo allo scopo di vivere una breve e infelice esistenza di malattia e schiavitù, perché il loro corpo sia mutilato e violati i loro affetti. Molto meglio che un essere capace di sentimenti non sia mai esistito, piuttosto che sia vissuto soltanto per sopportare una dolorosa esistenza senza sollievo alcuno.»

▪ 1918 - Eusebi Güell i Bacigalupi, primo conte di Güell (Barcellona, 1846 – 8 luglio 1918), è stato un imprenditore e politico spagnolo.
Sposato con Isabel López Bru, figlia di Antonio López y López marchese di Comillas.
Il padre era Joan Güell i Ferrer, originario di Torredembarra, il quale ammassò una considerevole fortuna durante la sua permanenza a Cuba e grazie alle molte attività che promosse al suo ritorno a Barcellona. La madre, Francisca Bacigalupi, apparteneva invece ad una famiglia di mercanti genovesi che si era trasferita a Barcellona alla fine del XVIII secolo.
Eusebi Güell, come il padre, si dedicò agli affari creando nuove attività nei settori più promettenti ma intervenne anche in politica fino a diventare Senatore del Regno.
Uomo di ampia cultura, pubblicò libri su differenti discipline tradotti in diverse lingue e anche attivo propulsore della cultura catalana, membro della Academia de San Jordi e presidente del Centre Català.
Grazie all'amicizia e al mecenatismo nei confronti di Antoni Gaudí, il suo cognome è conosciuto in tutto il mondo per le creazioni a lui intitolate: il Parc Güell, la Cripta della Colonia Güell, il Palau Güell, i Padiglioni Güell e le Cantine Güell.
Morì l'8 luglio 1918 nella sua casa all'interno del Parc Güell.

▪ 1950 - Paolo Medolaghi (Firenze, 24 novembre 1873 – Roma, 8 luglio 1950) è stato un insegnante e politico italiano.
Paolo Medolaghi nacque il 24 Novembre 1873 a Firenze da Salvatore Medolaghi e Clarice Siccoli.
Si iscrisse a Matematiche pure all'Università di Roma dove si laureò con pieni voti il 22 Giugno 1895 con una tesi sui problemi di integrazione dei sistemi di equazioni alle derivate parziali, trattati con il metodo di Lie. Tra il 1897 e il 1899 pubblicò 10 lavori sulla teoria dei gruppi continui infiniti, alla quale diede contributi molto importanti e uno sulle applicazioni della teoria dei gruppi alla geometria differenziale.
Nel 1898 divenne Vice segretario nel Ministero delle Finanze. e nel 1899 divenne Attuario capo della Cassa Naz. di previdenza per l' Invalidità e la Vecchiaia degli operai, fondata appena l'anno precedente
Il 14 Dicembre 1900 fu concessa a Medolaghi la libera docenza in calcolo infinitesimale, presso l'Università di Roma.
Nel 1902 diviene vicedirettore generale della Cassa nazionale d previdenza e rinunciò agli incarichi universitari. Nel 1907 pubblicò il suo ultimo lavoro di Analisi, interessandosi successivamente di calcolo delle probabilità e di teoria del rischio.
Tra il 1923 e il 1926 fu direttore generale Cassa Nazionale di Previdenza per gli opera che divenne poi "Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale e di cui rimase direttore fino al 1936.). Si iscrisse al Partito Nazionale Fascista il 21 Aprile 1926.
Il primo dicembre 1938 venne chiamato per "chiara fama a ricoprire la cattedra di Economia e finanza delle imprese di assicurazioni presso la Facoltà di Economia e Commercio.
Fu nominato Senatore il 13 Giugno 1939 e fu membro della commissione finanze (1940-1943) e membro supplente della Commissione d'appello dell'Alta Corte di Giustizia (1940-1943). Fu iscritto all'Unione Nazionale Fascista del Senato dal 1939.
Nel 1941 fu nominato direttore dell'Istituto di Scienze Assicurative della Facoltà di Scienze Statistiche.
Fu deferito il 7 Agosto 1944 alla Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo per il gruppo di imputazione VI, "Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato.
Venne collocato a riposo per raggiunti limiti d'età il primo novembre 1944.
Il primo novembre 1947 venne riassunto in servizio in qualità di Fuori Ruolo e tenne un corso sulla teoria del rischio e della stabilità delle imprese di assicurazione.
Morì a Roma l'8 Luglio 1950.

* 1956 - Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore italiano.
Nacque in una famiglia artigiana da Luigi Papini, ex garibaldino e repubblicano anticlericale, ed Erminia Cardini, che lo fece battezzare all'insaputa del padre. Ebbe un'infanzia e un'adolescenza molto solitarie, passate a leggere i libri della biblioteca del nonno prima e di quella pubblica poi.
Si diplomò maestro nel 1899, insegnando per qualche anno, poi diventò bibliotecario. Attirato dalla letteratura, collaborò con le riviste fiorentine La Rivista, Sapientia e Il Giglio. Nel 1903, fondò assieme a Giuseppe Prezzolini, Giovanni Vailati e Mario Calderoni la rivista Leonardo, poi collaborò come redattore capo ne Il Regno del nazionalista Enrico Corradini.
Iniziò a pubblicare alcuni racconti e saggi, fra cui Il crepuscolo dei filosofi (1905), nel quale criticò i sistemi filosofici di Immanuel Kant, Friedrich Hegel, Arthur Schopenhauer, Auguste Comte, Herbert Spencer e Friedrich Nietzsche, dichiarando infine la morte della filosofia stessa. Nello stesso anno, pubblicò Il tragico quotidiano che sancì, assieme a Il pilota cieco (1907), la nascita delle cosiddette "novelle metafisiche", un genere letterario che innovò profondamente l'ambito novellistico.
Il distacco progressivo da Prezzolini, più incline a seguire Benedetto Croce, e i disaccordi con gli altri collaboratori segnarono la chiusura del Leonardo nel 1907. Sempre in quell'anno, Papini si sposò con Giacinta Giovagnoli.
Nel 1911, Papini fondò con Giovanni Amendola la rivista Anima, di tendenza teosofica, che ebbe solo un anno di vita. Nel 1912, pubblicò Le memorie d'Iddio, l'apice della sua protesta anticristiana e del suo nichilismo, in cui mette in scena un Dio che si augura la morte della fede e dunque la propria fine, pentito com'è di aver creato tanto male nel mondo. L'opera generò molto scalpore e venne ricusata dal Papini in tarda età, tanto da incaricare la figlia Viola a ricercare le copie ancora esistenti e darle alle fiamme.
Il 1º gennaio 1913 creò con Ardengo Soffici la rivista Lacerba, che uscì a Firenze. Appoggiò per poco il futurismo, che per lui:
«è guerra contro l'accademia, contro l'università, contro lo scolarismo, contro la cultura ufficiale, è liberazione dello spirito dai vecchi legami, dalle forme troppo usate... è forsennato amore dell'Italia e della grandezza d'Italia... è odio smisurato contro la mediocrità, l'imbecillità, la vigliaccheria, l'amore dello status quo e del quieto vivere, delle transazioni e degli accomodamenti...»
Sempre nel 1913 pubblicò Un uomo finito, un'autobiografia scritta ad appena 30 anni di un giovane "nato con la malattia della grandezza", che si butta sullo studio per creare un'opera che possa superare Dante Alighieri e William Shakespeare in importanza. Sopravviene di tanto in tanto nel romanzo la delusione per l'impossibilità di raggiungere l'obbiettivo troppo ambizioso.
Si batté per l'intervento italiano nella Prima guerra mondiale. Celebre il suo articolo Amiamo la guerra, apparso su Lacerba in cui afferma:
«Siamo troppi. La guerra è una operazione malthusiana. C'è un di troppo di qua e un di troppo di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche intorno alla stessa tavola. E leva di torno un'infinità di uomini che vivevano perché erano nati; che mangiavano per vivere, che lavoravano per mangiare e maledicevano il lavoro senza il coraggio di rifiutar la vita.»
Il 22 maggio 1915, chiuse la rivista pochi giorni prima dell'entrata in guerra, dimostrandosi però ampiamente pentito del suo interventismo e dichiarando "di sentirmi quasi complice, benché inerme, di quella forsennata devastazione". Nello stesso anno, pubblicò le prose poetiche Cento pagine di poesia, Buffonate e Maschilità.
Nel 1916, con le sue Stroncature polemizzò con Boccaccio, Shakespeare e Goethe, ma anche con Croce, Gentile, Benelli (definito "ciabatta smessa del dannunzianesimo") e col "passerotto agevolino" Guido Mazzoni. Del 1917 sono i versi misticheggianti di Opera prima.
Dopo anni di profondi travagli spirituali, nel 1921 annunciò la sua conversione religiosa pubblicando la Storia di Cristo, che si rivelò essere un successo editoriale non solo in Italia: basato sulla testimonianza dei Vangeli canonici e anche di quelli apocrifi, narra della vita di Gesù per invocarne la grazia verso l'umanità corrotta.
Suscitò invece accese polemiche il Dizionario dell'omo salvatico (1923), scritto in collaborazione con Domenico Giuliotti, in cui si scagliano contro gli ebrei, i protestanti, le donne, il laicismo e la democrazia. Pubblicò poi Pane e vino (1926), Sant'Agostino (1929), Gog (1931) e Dante vivo (1933).
Aderì al fascismo e nel 1935 rifiutò l'offerta della cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna. Nel 1937, pubblicò il primo (poi rimasto unico) volume della Storia della letteratura italiana con la dedica Al Duce, amico della poesia e dei poeti. Poco dopo ricevette la nomina ad accademico d'Italia e la direzione dell'Istituto di studi sul Rinascimento e della rivista La Rinascita. Fu firmatario del Manifesto della razza nel 1938.
Nel 1943, si fece terziario francescano nel convento della Verna. Dopo la Seconda guerra mondiale, emarginato di fatto dal mondo della cultura ed appoggiato dai soli cattolici tradizionalisti, pubblicò le Lettere agli uomini di Celestino VI (1946), la Vita di Michelangelo (1949), Il libro nero (1951), Il diavolo (1953), La loggia dei busti e La spia del mondo (entrambi 1955).
Collaborò anche al Corriere della Sera, pubblicandovi articoli quindicinali pubblicati postumi nel 1971 col titolo Schegge. Debilitato dalla malattia e pressoché cieco negli ultimi anni di vita, lavorò con l'aiuto della nipote al Giudizio universale, un progetto giovanile pubblicato postumo nel 1957. Vennero pubblicati dopo la sua morte anche La felicità dell'infelice (1956), La seconda nascita (1958, in cui Papini ripercorre le sue vicissitudini fino alla conversione), il Diario (1962) e Rapporto sugli uomini (1977).
Scrittore controverso, il primo che cercò di sottrarlo all'oblio fu Jorge Luis Borges, ritenendo che Papini fosse stato "immeritatamente dimenticato".

▪ 1975 - Anna Maria Mantini (Firenze, 1953 – Roma, 8 luglio 1975) è stata una terrorista italiana degli anni di piombo.
Annamaria Mantini (nome di copertura "Luisa") fu una militante dei Nuclei Armati Proletari, uccisa a Roma all'età di 22 anni in una retata della squadra antiterrorismo.
Annamaria era la sorella di Luca Mantini, militante dei NAP ucciso dalla polizia nel 1974 durante una tentata rapina di autofinanziamento a Firenze. Dopo la morte del fratello Annamaria, ragazza scout cattolica di 21 anni, entrò a sua volta a far parte dei NAP. Fu tra i fondatori del Nucleo Armato 29 ottobre (in memoria della data dell'uccisione di Luca Mantini), organizzatore del sequestro del giudice Giuseppe Di Gennaro. Il gruppo eversivo dei NAP non aveva ancora però commesso omicidi nel periodo in cui Annamaria vi militò.
Nel luglio 1975 l’appartamento della giovane, a Tor di Quinto a Roma, fu scoperto da una squadra dell'antiterrorismo guidata dal questore Emilio Santillo. Tra il 7 e l'8 luglio cinque poliziotti si appostarono sul pianerottolo interno della casa per un giorno e mezzo, in attesa del rientro della ragazza. Al ritorno, mentre apriva la porta, la militante comunista venne uccisa con un colpo di pistola alla fronte, esploso da distanza ravvicinata in circostanze non chiarite, dal vicebrigadiere Antonino Tuzzolino. La versione fornita dalla squadra speciale fu che il colpo era partito per un tragico errore, a causa di un urto del battente della porta che si apriva sulla mano del vicebrigadiere. Tuzzolino venne poi ferito per rappresaglia, rimanendo paralizzato, il 9 febbraio 1976 dal "Nucleo Armato 29 ottobre" dei NAP.
Al suo nome verrà intitolata la colonna napoletana dei Nuclei Armati Proletari detta "Nucleo Armato Annamaria Mantini" (circa 1975-1977), nonché i "Nuclei di Azione Territoriale (Luca e Annamaria Mantini)" (circa 2009), presenti in 5 città: Milano, Torino, Bergamo, Lecco e Bologna.

▪ 1981 - Joe McDonnell (gaelico Seosamh Mac Domhnaill; Belfast, 14 settembre 1951 – Long Kesh, 8 luglio 1981) era un militante dell' IRA morto durante il secondo sciopero della fame dei detenuti repubblicani nel carcere di Maze nel 1981.
Joe McDonnell era nato nella zona di Lower Falls, a Belfast Ovest, roccaforte dell' IRA, quinto di otto tra fratelli e sorelle. Nel 1970 si sposa con Goretti, una ragazza del quartiere di Andersonstown e si stabilisce con lei a Lenadoon, alla periferia occidentale di Belfast. Nascono due bambini, Bernadette e Joe jr., ma Joe, che nel frattempo era entrato a far parte del Primo Battaglione della Brigata Belfast dell' IRA viene internato per due volte nei primi anni Settanta. Nell' ottobre 1976, dopo un' operazione, viene arrestato con altri tre compagni, uno dei quali Bobby Sands, e condannato a 14 anni di carcere. Dopo la morte di Sands, l' 8 maggio 1981 Joe McDonnell prende il suo posto iniziando il digiuno. Durante il digiuno, a giugno, viene candidato alle elezioni nella Repubblica d' Irlanda e per meno di 400 voti non riesce a essere eletto nella circoscrizione Sligo-Leitrim. L' 8 luglio, quando sembrava che un accordo tra i detenuti e il governo britannico fosse possibile, Joe McDonnell muore dopo 61 giorni di digiuno. È sepolto nel cimitero di Milltown, a Belfast, che accoglie le tombe di tutti i volunteers dell' IRA di Belfast.

Funerale
Il corteo funebre di Joe McDonnell venne attaccato dall' esercito britannico nel tentativo di arrestare i tre membri dell' IRA che avevano sparato una salva di tre colpi sulla bara di McDonnell, secondo la tradizione dei funerali militari dei membri dell' IRA. Nel corso degli scontri venne ferito e arrestato Padraig Adams, fratello di Gerry Adams. Al funerale partecipò anche suo fratello Frankie, rilasciato per qualche ora dai Blocchi H di Long Kesh dove anche lui era detenuto.

Curiosità
A Joe McDonnell è dedicata una canzone, Joe McDonnell, nota anche come The ballad of Joe McDonnell, scritta da Brian Warfield degli Wolfe Tones.

▪ 1984 - Claudio Sánchez-Albornoz y Menduiña (Madrid, 7 aprile 1893 – Ávila, 8 luglio 1984) è stato uno storico, arabista e accademico spagnolo.
Laureato in Filosofia e Lettere nel 1913, con menzione straordinaria. Addottoratosi nel 1914 nell'Università Complutense di Madrid con una tesi su «La Monarchia nelle Asturie, León e Castiglia durante i secoli VIII al XIII. Il potere regio e le signorie». Numero uno nel concorso per il Cuerpo Facultativo de Archivos, Bibliotecas y Museos, divenne cattedratico numerario di Storia della Spagna nelle università di Barcellona, Valencia, Valladolid e Madrid, succedendo al suo antico relatore, Eduardo de Hinojosa.
Nel 1926 entrò nella Real Academia de la Historia, diventando il più giovane membro mai entrato in quell'alto consesso, e fu Rettore della Universidad Central nel 1932-34. Deputato di Ávila tra il 1931 e il 1936, ministro di Stato nel 1933, vicepresidente delle Cortes nel 1936, consigliere della Pubblica Istruzione tra il 1931 e il 1933 e ambasciatore di Spagna a Lisbona.
A causa dell'esito della guerra civile spagnola partì in esilio in Argentina, diventando professore di Storia nelle università di Universidad Nacional de Cuyo (Mendoza) e di Buenos Aires, fondando in Argentina l'Instituto de Historia de España e la rivista «Cuadernos de Historia de España». Ebbe vasta eco la sua polemica con Américo Castro sul tema della natura della Spagna attraverso i secoli. Dal marzo del 1962 fino a febbraio del 1971 fu presidente del Governo della Repubblica spagnola in esilio.
Nel 1976 tornò in Spagna per due mesi, stabilendosi ad Ávila definitivamente nel 1983.

▪ 1985 - Simon Smith Kuznets (Pinsk, 30 aprile 1901 – Cambridge, 8 luglio 1985) è stato un economista staunitense, nato in una famiglia ebrea in Bielorussia.Vinse il premio Nobel per l'economia nel 1971 «per la sua interpretazione, empiricamente fondata, della crescita economica, che ha portato ad una nuova e più approfondita analisi della struttura sociale ed economica e del suo processo di sviluppo».
Nacque a Pinsk (città, all'epoca, nell'Impero Russo, oggi bielorussa), da una famiglia ebraica. Iniziò i suoi studi universitari nel suo paese natale, ma nel 1922 si trasferì negli Stati Uniti, dove si laureò in economia all'Università della Columbia nel 1923 e ottenne il dottorato nel 1926. In seguito, divenne professore alla Warthon School dell'Università della Pennsylvania (1936-1954), alla Johns Hopkins (1954-1960) e ad Harvard (fino al 1971). Era sposato con Edith Handler, dalla quale aveva avuto due figli, Paul e Judith.

Pensiero economico
Una delle sue prime idee fu di mettere in relazione la crescita economica e la distribuzione del reddito. La sua idea era che la crescita fosse necessaria per ridurre le diseguaglianze, sebbene questa sia fisiologica all'inizio della crescita, quando c'è la necessità di realizzare grandi investimenti in infrastrutture e in beni capitali. Di conseguenza, secondo Kuznets, l'aumento dell'occupazione e l'aumento della produttività avrebbero portato ad un aumento dei salari e ad una distribuzione più eguale del reddito. Questo meccanismo è rappresentato dalla curva di Kuznets.
Sebbene avesse ipotizzato la relazione tra la crescita economica e la distribuzione del reddito, fu sempre molto critico riguardo alla pretesa di misurare il benessere sociale basandosi sul reddito procapite, come sostenne in un discorso al Congresso degli Stati Uniti
Anni più tardi, dichiarò che bisognava tener conto delle differenze tra la quantità e la qualità della crescita, dei suoi costi e dei suoi benefici, e distinguere tra breve e lungo periodo.

▪ 1994 - Kim Il-sung, nato Kim Sung-ju (Pyongyang, 15 aprile 1912 – Pyongyang, 8 luglio 1994), è stato un politico nordcoreano di ideologia comunista e capo della Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord) dal 1948 alla sua morte. Ha retto l'incarico di Primo Ministro dal 1948 al 1972 e di Presidente a partire dal 1972, ma la vera fonte del suo potere era il suo ruolo di Segretario generale del Partito dei Lavoratori di Corea.
È noto per la portata del suo culto della personalità: la Corea del Nord si riferisce a lui in maniera ufficiale come al "Grande Leader", ed è immortalato nella costituzione come "eterno Presidente" della nazione. Il suo compleanno è festività pubblica in Corea del Nord. Ivi è ufficialmente riconosciuto come Grande Leader Kim Il-sung, Presidente Kim Il-sung o Generale Kim Il-sung.
L'adorazione nei suoi confronti e il conferimento di questi pomposi epiteti ha avuto uno slancio particolare alla salita al potere di Kim Jong Il che, per legittimarsi, ha tentato in ogni modo di presentarsi come legittimo erede di Kim Il-sung, ancora molto apprezzato dal popolo coreano.

Salita al potere
Kim, primo dei tre figli di Kim Hyonh Jik e Kang Pan Sok, nacque come Kim Sŏng-ju, probabilmente in un villaggio di Mangyongdae, nei pressi di Pyongyang, nella Corea settentrionale all'epoca sotto occupazione dell'Impero giapponese. La famiglia di Kim era attiva nell'opposizione ai giapponesi, e nel 1920 dovette fuggire in Cina. Kim venne mandato a scuola a Jilin, ma la sua educazione formale finì quando venne arrestato e incarcerato per attività sovversive. Kim si unì a diversi gruppi di guerriglia anti-giapponese nella Cina settentrionale, divenendo infine un membro dell'Esercito Unito Anti-giapponese del Nord-est, un gruppo guerrigliero guidato dal Partito Comunista Cinese.
Kim combatté in questa unità a partire all'incirca dal 1935, salendo di grado fino a diventarne uno dei comandanti nel 1941, quando i giapponesi scacciarono la guerriglia dalla Cina settentrionale. Durante questo periodo adottò il nome di Kim Il-sung. Kim fuggì in Unione Sovietica e venne inviato in un campo nei pressi di Khabarovsk, dove i guerriglieri comunisti coreani venivano riaddestrati dai sovietici. Li divenne Capitano dell'Armata Rossa.
Il Partito Comunista Coreano venne fondato nel 1925, ma venne subito sciolto a causa di dissidi interni. Nel 1931 Kim entrò nel Partito Comunista Cinese. Quando fece ritorno in Corea, nel settembre del 1945, assieme alle forze di occupazione sovietiche, venne messo a capo del Comitato Popolare Provvisorio, ma non era a quell'epoca a capo del Partito Comunista, il cui quartier generale si trovava a Seul nella zona occupata dagli statunitensi (si veda l'articolo Partito dei Lavoratori Coreano per ulteriori dettagli storici sull'ascesa al potere di Kim).

Capo della Repubblica Democratica Popolare di Corea
Per il 1948 era evidente che l'immediata riunificazione della Corea non era possibile, e i sovietici nominarono Kim Primo Ministro della neonata Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC). Seguendo il percorso tipico dei paesi satelliti dell'URSS, il Partito Comunista si "fuse" con diversi gruppi più piccoli per formare il Partito dei Lavoratori Nordcoreano, il quale nel 1949 si fuse con la sua controparte sudcoreana per diventare il Partito dei Lavoratori Coreano, con Kim alla presidenza.
Nel giugno 1950, la RDPC lanciò un attacco contro la Repubblica di Corea (si veda Guerra di Corea). All'epoca, i capi degli Stati Uniti e dei loro alleati credevano che l'attacco fosse stato ordinato da Stalin. Essi presupposero l'esistenza di un monolitico movimento comunista mondiale diretto dal Cremlino. Ora appare più probabile che la decisione venne presa da Kim di propria iniziativa, e che sovietici e Repubblica Popolare Cinese acconsentirono con riluttanza. Le forze nordcoreane conquistarono Seul e occuparono gran parte del Sud, ma vennero ben presto respinte dalle forze delle Nazioni Unite, guidate dagli Stati Uniti. Entro ottobre le forze ONU avevano ripreso Seul e occupato Pyongyang, e Kim e il suo governo furono costretti a rifugiarsi in Cina.
Ma in novembre, le truppe cinesi entrarono in guerra e respinsero le forze ONU, rioccupando Pyongyang in dicembre e Seul nel gennaio 1951. In marzo le forze dell'ONU presero nuovamente Seul, e il fronte si stabilizzò lungo quella che alla fine sarebbe diventata la "Linea di armistizio" permanente del 1953. Postosi al seguito delle forze cinesi, Kim fu in grado di ristabilire il suo governo a nord di questa linea.

Il potere assoluto
Reinstallato come governante della Corea del Nord, Kim usò l'opportunità per eliminare i suoi rivali politici, in particolare l'ex leadership comunista sudcoreana, e si impegnò nella ricostruzione della nazione, che era stata devastata dalla guerra. Lanciò un piano economico nazionale quinquennale per fondare una economia di comando in stile sovietico, con tutte le industrie nazionalizzate e tutta l'agricoltura collettivizzata. L'economia era basata sull'industria pesante, in particolare sulla produzione di armi. La Corea del Nord manteneva delle forze armate numerose, per difendere la linea del cessate il fuoco del 1953.
Durante gli anni cinquanta, Kim veniva visto come un governante ortodosso del blocco comunista, leale e in definitiva sotto il controllo dell'Unione Sovietica. Quando negli anni sessanta si sviluppò la crisi sino-sovietica, apparve che si considerava indipendente. Si schierò con i cinesi nei primi anni Sessanta, ma non chiuse mai le relazioni con i sovietici. Quando dopo il 1966 esplose in Cina la rivoluzione culturale, Kim tornò a fianco dell'URSS. Allo stesso tempo sviluppò un culto della personalità ancor più grande di quello di Mao Zedong, nel quale Kim venne dichiarato essere il "Grande Leader". Kim sviluppò una politica di juche (autosufficienza), che vide la Corea del Nord isolarsi sempre più dal resto del mondo.
Una nuova costituzione venne proclamata nel dicembre del 1972 e in base ad essa Kim divenne Presidente della Corea del Nord. Per quell'epoca aveva già deciso che suo figlio Kim Jong-il gli sarebbe succeduto, e delegò sempre più a lui la conduzione del governo. Il vero potere della famiglia Kim risiedeva nella lealtà dell'esercito, che era garantita sia dal prestigio rivoluzionario di Kim Il-Sung che dall'appoggio del veterano ministro della difesa, Oh Jin-wu. Al sesto congresso del Partito, nell'ottobre del 1980, Kim designò pubblicamente il figlio come suo successore.

Gli ultimi anni
Durante gli anni settanta, il culto della personalità di Kim crebbe sempre più grande e grottesco. Si diceva che Kim supervisionasse praticamente ogni aspetto della vita della Corea del Nord, e gli venivano attribuiti poteri quasi sovrannaturali. La RDPC sostenne che la Corea sarebbe stata riunificata prima del 70° compleanno di Kim (1982), e che c'erano timori ad occidente che Kim avrebbe lanciato una nuova Guerra di Corea, ma in quel periodo la disparità nella potenza economica e militare tra il Nord e il Sud ancora appoggiato dagli USA, rese tale impresa impossibile.
In questo periodo si pensa che Kim abbia sviluppato una crescita anomala sul retro del collo. Tutte le sue foto successive vennero scattate con una angolazione che nascondeva la crescita, e menzionarla era considerato un reato. Non si sa se questa "escrescenza" abbia a che fare con la sua morte.
A partire dagli anni ottanta la Corea del Nord incontrò difficoltà economiche sempre maggiori. L'effetto pratico della Juche fu di escludere il paese da praticamente tutto il commercio estero. Le riforme economiche di Deng Xiaoping in Cina, dopo il 1976, significarono che il commercio con l'economia arretrata della Corea del Nord divenne sempre meno interessante per la Cina, mentre la caduta del comunismo in Unione Sovietica nel 1991, completò l'isolamento della nazione cosa che farà diminuire lo sviluppo economico. Questo, aggiunto al livello sempre alto di spese per gli armamenti, portò ad una crisi economica costantemente in crescita, aggravata anche da alcuni tragici eventi climatici che hanno spesso compromesso la produzione agricola, settore fra i più importanti dell'economia del paese. Le differenze fra lo stile di vita della Corea del Nord e della Corea del Sud divenne sempre più evidente, ma i cittadini della Corea del Nord erano completamente tagliati fuori dalle notizie provenienti dall'esterno.

Successione
Per gli anni novanta la Corea del Nord era completamente isolata dal resto del mondo, ad eccezione dei limitati contatti con la Cina. La sua economia era virtualmente in bancarotta, inceppata dalle enormi spese militari, con un settore agricolo incapace di sfamare la popolazione. I media nordcoreani non diedero assolutamente alcun indizio di ciò, continuando a lodare Kim come il più grande genio della storia coreana. Kim morì improvvisamente per un attacco cardiaco l'8 luglio 1994 alle 2 di mattina, a Pyongyang, lasciando in eredità la crisi crescente a Kim Jong-il. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, molte delle quali piangevano e invocavano il suo nome durante la processione.
Kim Il-sung si era sposato due volte. La sua prima moglie, Kim Chong-suk, gli diede due figli maschi e una femmina. Kim Jong-il, il suo primogenito, nacque a Khabarovsk, anche se la Corea del Nord dice che nacque sulle montagne della Corea settentrionale. L'altro figlio morì in un incidente mentre nuotava. Kim Chong-suk morì di parto nel 1949 mentre dava alla luce un bambino morto. Kim sposò la seconda moglie, Kim Song-ae, nel 1962, e si ritiene che ebbe con lei quattro figli. Uno di questi, Kim Pyong-il, fu una figura di spicco della politica nordcoreana, fin quando venne bandito e inviato come ambasciatore in Ungheria, per evitare una lotta di potere dopo la morte di Kim Il-sung.

▪ 1998 - Albino Garzetti (Bormio, 5 luglio 1914 – Bormio, 8 luglio 1998) è stato uno storico italiano, studioso di storia romana di fama internazionale.
Laureato in lettere, fu professore di liceo e, dopo la seconda guerra mondiale, dapprima libero docente e, infine, incaricato all'Università Cattolica di Milano, dove vinse, nel 1955, il concorso a cattedra per l'insegnamento di storia romana. Nel 1970 passò all'Università di Genova. Fu membro dell'Istituto lombardo di scienze e lettere e di altre accademie.
Tra le sue opere principali vi è L'impero da Tiberio agli Antonini, definita da Colin M. Wells, «opera inestimabile per note e bibliografia»

Opere
▪ L'impero da Tiberio agli Antonini, Bologna, Cappelli, 1960
▪ Traduzione inglese: From Tiberius to the Antonines: A History of the Roman Empire from AD 12-192, Methuen & Co. Ltd., Londra, 1976 ISBN 0-416-70480-8

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