Il calendario del 7 Luglio
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Eventi
▪ 1456 - Giovanna d'Arco viene assolta († era già stata giustiziata)
▪ 1460 - Re Ferrante di Napoli viene sconfitto dal pretendente al trono Giovanni II di Lorena nella battaglia di Sarno
▪ 1534 - Primo incontro noto tra Europei e amerindi del Golfo di San Lorenzo, nel New Brunswick
▪ 1647 - Scoppia a Napoli la rivolta di Masaniello contro il vicereame spagnolo.
▪ 1798 - Il Congresso degli Stati Uniti rescinde i trattati con la Francia innescando la Quasi Guerra
▪ 1807 - Pace di Tilsit tra Francia, Prussia e Russia
▪ 1828 - il villaggio di Bosco è distrutto a cannonate, dal capo della gendarmeria delle Due Sicilie Francesco Saverio Del Carretto, per aver accolto gli insorti che reclamavano la Costituzione da Francesco I delle Due Sicilie
▪ 1846 - Agendo su istruzioni da Washington, il Commodoro John Drake Sloat ordina alle sue truppe di occupare Monterey e Yerba Buena dando il via all'annessione della California agli Stati Uniti
▪ 1881 - Prima pubblicazione della versione finale del libro Le avventure di Pinocchio di Collodi, divulgato a puntate su un quotidiano per ragazzi
▪ 1898 - Agli Stati Uniti si annettono le Hawaii
▪ 1930 - Inizia la costruzione della Diga Boulder (oggi nota come Diga Hoover)
▪ 1937 - Seconda guerra sino-giapponese: le forze giapponesi invadono la Cina
▪ 1941 - seconda guerra mondiale: Le forze americane sbarcano in Islanda per prevenire un'invasione tedesca
▪ 1944 - seconda guerra mondiale: Le donne carraresi scendono in piazza impedendo lo sfollamento della città
▪ 1946 - Madre Francesca Saverio Cabrini diventa la prima santa americana ad essere canonizzata
▪ 1958 - Il Presidente Dwight D. Eisenhower converte in legge l'Alaska Statehood Act
▪ 1960 - Reggio Emilia: durante scontri tra forze dell'ordine e lavoratori perdono la vita 5 operai. L'evento, noto anche come Strage di Reggio Emilia, ha dato nome ad una Piazza della città, "Piazza Martiri del 7 luglio"
▪ 1966
-
- Italia: Dalla fusione di Montecatini ed Edison, prende vita il colosso della chimica Montedison
- - Italia: inizia l'iter legislativo che porterà alla nascita del CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica
▪ 1969 - La lingua francese viene parificata a quella inglese in tutto il governo nazionale del Canada
▪ 1971 - Italia: L'ANAS è coinvolta nello scandalo del "racket degli appalti". La prima denuncia è sul settimanale di estrema destra "Candido". Il tutto parte, forse per ripicca, da un ricorso al Consiglio di Stato dell'ex direttore dell'ANAS Rinaldi, silurato dal ministro socialista Giacomo Mancini
▪ 1977 - Abano Terme (PD): viene gambizzato dal Fronte Comunista Combattente il giornalista del Gazzettino Antonio Garzotto, insignito poi del Premio alla Carriera dall'ordine dei giornalisti
▪ 1978
- - Genova: il vicedirettore dell'Intersind Fausto Gasparino è ferito con 4 colpi di pistola da due esponenti delle Brigate Rosse
- - Le Isole Salomone ottengono l'indipendenza dal Regno Unito
- - È ancora fumata nera nell'elezione del Presidente della Repubblica, la maggioranza vota Sandro Pertini
▪ 1979
- - Il giornalista Pino Nicotri è scarcerato per mancanza di prove. Era in carcere in quanto sospettato di implicazione nell'assassinio di Aldo Moro
- - Nasce Tele Monte Lauro, emittente di Monterosso Almo in provincia di Ragusa, che ritrasmette per la prima volta il segnale del nascente circuito nazionale Canale 5 di Silvio Berlusconi.
▪ 1983 - Samantha Smith, una studentessa Statunitense, vola in Unione Sovietica su invito del Premier Yuri Andropov
▪ 1991 - L'Accordo di Brioni pone fine a dieci giorni di guerra d'indipendenza in Slovenia
▪ 1994 - Aden viene occupata dalle truppe dello Yemen del Nord
▪ 2001 - Muore Tony Pagot, fumettista creatore del piccolo pulcino nero Calimero
▪ 2004 - Scade l'ultimo brevetto dell'algoritmo di compressione LZW (in Canada)
▪ 2005 - Sequenza di attacchi terroristici sconvolge Londra: quattro esplosioni si verificarono in punti diversi della città, tre nei treni della metropolitana (una tra le stazioni di Liverpool Street e Aldgate, una in una galleria della Piccadilly line tra King's Cross e Russel Square e l'altra nei pressi di Edgware Road), ed un'ultima circa un'ora dopo su un autobus a due piani in Tavistock Square: cinquantasei morti, tra cui l'italiana Benedetta Ciaccia, e diverse centinaia di feriti
▪ 2006 - Viene pronunciata la sentenza di II grado del processo per l'attribuzione delle responsabilità nell'ambito del disastro aereo di Linate dell'8 ottobre 2001
▪ 2007
- - Live Earth, catena di concerti in tutto il mondo per sensibilizzare l'umanità sul surriscaldamento globale cui partecipano 150 star della musica moderna come Madonna, Shakira, The Red Hot Chili Peppers e Genesis.
- - A Lisbona (Portogallo), viene effettuata la scelta ufficiale delle Sette meraviglie del mondo moderno.
▪ Papa Benedetto XVI emana il motu proprio Summorum Pontificum che liberalizza la Messa Tridentina.
Anniversari
▪ 1841 - Giulia Bonesana di Beccaria (Milano, 21 luglio 1762 – Milano, 7 luglio 1841) fu la figlia del celebre giurista e filosofo illuminista Cesare Beccaria e la madre di Alessandro Manzoni.
Figlia del marchese Cesare Beccaria-Bonesana e di Teresa de Blasco, protagonista della mondanità milanese, cresce in un ambiente di grande vivacità intellettuale maturando interessi culturali; tra gli amici di famiglia la influenza soprattutto Pietro Verri. Uscita dal collegio nel 1780 si innamora ricambiata da Giovanni Verri, fratello minore di Pietro e Alessandro Verri con scarse disponibilità finanziarie. Simpatizza per l'illuminismo e per la rivoluzione francese.
Nel 1782, ventenne, a causa delle dissestate finanze familiari, è costretta a sposare Pietro Manzoni (1736-1807), un gentiluomo lecchese ricco ma molto più anziano di lei. Dal matrimonio nel 1785 nasce Alessandro, prima affidato a balia nei pressi di Lecco e poi nei collegi dei padri Somaschi di Merate e di Lugano.
Giulia nel 1792 si separa da Pietro Manzoni, a cui resta affidato il figlio. Si innamora poi di Carlo Imbonati, nobile colto e molto ricco, e dal 1795 convive con lui fino alla sua morte, prima per un breve periodo a Londra, poi ad Auteuil, sobborgo di Parigi.
Nel 1805 muore Carlo Imbonati lasciandole tutto il suo ingente patrimonio e Giulia convince il figlio a vivere presso di lei. Da quel momento madre e figlio saranno molto legati e ricostruiranno una solida famiglia. In particolare è la madre a scegliere per Alessandro la moglie sedicenne Enrichetta Blondel. Con il figlio si riavvicina alla religione cattolica.
Quando nel 1810 Alessandro Manzoni torna definitivamente a Milano, Giulia lo segue e vive con lui e la sua numerosa famiglia fino alla fine dei suoi giorni.
* 1863 - Nicolas Charles Victor Oudinot (Bar-le-Duc, 3 novembre 1791 – Bar-le-Duc, 7 luglio 1863) è stato un generale francese.
Secondo duca di Reggio, fu, nel 1849, a capo del corpo di spedizione francese, inviato da Napoleone III, non ancora Imperatore, a sopprimere la Repubblica Romana, guidata dal Mazzini.
▪ 1930 - Sir Arthur Ignatius Conan Doyle (Edimburgo, 22 maggio 1859 – Crowborough, 7 luglio 1930) fu uno scrittore e medico britannico considerato, insieme a Edgar Allan Poe il fondatore di due generi letterari, il giallo e il fantastico. In particolare Conan Doyle è il capostipite del sottogenere noto come giallo deduttivo reso famoso dal personaggio dell'investigatore Sherlock Holmes; la produzione dello scrittore, tuttavia, svaria dal romanzo d'avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici.
Scozzese, Arthur Ignatius Doyle nacque il 22 maggio 1859 in un piccolo appartamento di Edimburgo al numero 11 di Picardy Place. Suo padre Charles Altamont Doyle era inglese, mentre sua madre Mary Foley era di origini irlandesi. Il cognome composto lo prese dal prozio Michael Conan, noto giornalista dell'epoca. Il giovane Arthur, secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi presso una scuola della sua città per poi proseguire alla Hodder Preparatory School nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica di Clitheroe, poi ancora in Austria, in un altro collegio gesuita e infine all'Università di Edimburgo dal 1876, da cui uscì laureato in medicina nel 1885.
È di quel periodo la sua prima opera, Il mistero di Sasassa Valley (1879, racconto del terrore venduto al Chambers Journal) e il suo primo articolo medico, su un sedativo sperimentato su di sé. L'anno successivo vende a The London Society la storia Il racconto dell'americano, su una mostruosa pianta originaria del Madagascar che si ciba di carne umana (con buona probabilità questo racconto è tra le fonti del romanzo del mistero Relic, di Douglas Preston e Lincoln Child).
Nel 1881 ottenne prima il baccellierato in Medicina, quindi il Master in Chirurgia. Studente brillante trovò il modo per ridurre l'anno di studio a sei mesi, per poter iniziare a fare l'assistente medico: prima per il dottor Richardson a Sheffield, poi per il dottor Elliot a Shropshire, ma soprattutto per il dottor Reginald Hoare a Birmingham. Fu qui che trattato più come figlio che come assistente si appassionò molto alla letteratura e scrisse la sua prima opera. Suoi professori di medicina furono Joseph Lister, professore di chirurgia, inventore e propugnatore del metodo dell'antisepsi, il dottor Joseph Bell, di cui divenne, prima di laurearsi, anche assistente per un breve periodo. Il brillante e freddo dottor Bell, con il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive, gli ispirò in seguito il fortunato personaggio di Holmes, che ha così, almeno nelle origini, un legame con il medical thriller.
Il suo aspetto era ingannevole. Dietro ad un comportamento tranquillo, c'era un uomo dalle forti convinzioni, alcune assurde, come lo spiritismo, ma tutte profondamente sentite. Tutta la vita di Conan Doyle è una lunga serie di crociate molto combattute, delle quali lo spiritismo era solo l'ultima. Nel 1890, mise in guardia il mondo intero contro la tanto decantata cura per la tubercolosi. Nel 1902 difese il governo britannico contro le accuse di cattiva condotta durante la Seconda Guerra Boera. Nel 1906 sostenne la riforma per il divorzio. Nel 1909 intervenne contro le atrocità in Congo. Nel 1910 difese pubblicamente Oscar Slater falsamente accusato di omicidio. Nel 1914 mise in guardia tutti contro i devastanti effetti del blocco sottomarino. In ogni caso le sue battaglie, a mezzo stampa, furono condotte con intraprendenza e abilità, a prescindere dai vantaggi che se ne potevano ricavare. Alcune battaglie erano impopolari, ma il personale senso di onore era per lui più importante dell'opinione pubblica.
Come lui stesso disse in una intervista, ha conosciuto cosa volesse dire essere povero e cosa volesse dire diventare abbastanza influente. Ha affrontato ogni tipo di esperienza umana. Conobbe le persone più influenti ed importanti del suo secolo; ha avuto una lunga carriera da scrittore, dopo un periodo da medico, che gli diede il titolo di Dottore di Edimburgo. Praticò moltissimi sport (boxe, cricket, biliardo, motociclismo, calcio, sci), e fu il primo a introdurre l'abitudine di lunghe vacanze in Svizzera, specialmente per cure termali.
Il rapporto con la religione
Educato secondo i principi della religione cattolica, a cui apparteneva tutta la famiglia, se ne allontana durante i suoi studi all'Università di Edimburgo, per l'ammirazione nei confronti del Mastino di Darwin, il professor Thomas Henry Huxley, che assumeva posizioni "agnostiche". I fattori che contribuirono alla sua crisi spirituale furono però molteplici, compresi l'educazione impartitagli nei college retti dai Gesuiti, i suoi studi scientifici e le condizioni di suo padre. Nella sua opera autobiografica " Le lettere del dottore (The Stark Munro Letters)" scrive: "abbandonata la religione ho avuto una percezione molto acuta del meraviglioso equilibrio dell'universo e della tremenda potenza del concepimento e del sostentamento che essa implicava, ero riverente in tutti i miei dubbi e non ho mai smesso di pensarci, ma più ci pensavo più era confermato il mio non-conformismo". Queste sue idee però gli costarono caro, in termini lavorativi, perché fu costretto a rifiutare la proposta dei suoi zii londinesi, che gli avrebbero offerto una posizione sociale molto elevata come medico.
L'esperienza sulla baleniera Hope
Alla fine del terzo anno di studi, accettò la proposta di un suo compagno di studi e si imbarcò sulla baleniera Hope come medico di bordo, trascorrendo molti mesi nell'Oceano Atlantico e in Africa. Quegli anni furono molto importanti per la sua crescita personale. Come i suoi contemporanei Jack London e Joseph Conrad, Conan Doyle attinse sempre dalle sue avventure per i mari per il resto della sua vita. Tornato in Inghilterra, si dedicò nuovamente agli studi, ma era chiaro a tutti che non era più il goffo e incerto ragazzo di prima.
Le prime esperienze lavorative
Terminati gli studi, seguì un altro breve periodo come assistente del dott. Hoare a Birmingham. Avrebbe dovuto fare ancora molte esperienze pratiche per poter davvero utilizzare a pieno il titolo di dottore, magari aprendo un piccolo studio medico, ma non aveva abbastanza denaro. Appena ventiduenne, e insicuro sul suo futuro, iniziò a vagliare varie possibilità, tra cui quella di partire in India come medico del governo. Alla fine accettò la proposta della African Steam Navigation Company, che gli offriva, a 12£ al mese, un posto da medico di bordo sul battello Mayumba, che collegava regolarmente il porto di Liverpool alle coste occidentali dell'Africa. Accettò e partì verso la fine di ottobre del 1881. Poteva in questo modo mettere un po' di soldi da parte e fare esperienza, soprattutto febbre africana e malaria, usando contro quest'ultima la chinina, la miglior cura possibile a quel tempo. Dopo soli pochi mesi, decise che l'esperienza come medico di bordo su una nave che portava in Africa poteva giungere a termine. Rimase così senza lavoro, credendo di potersi mantenere con i guadagni letterari, ma cosi non fu. Iniziò a vagliare altre possibilità, tra cui quella di trasferirsi a Plymouth e lavorare nello studio di un suo compagno di studi, un certo George Budd, ma anche in questo caso, dopo solo 2 mesi, decise di tornare a casa, per la difficile convivenza lavorativa con il suo nuovo socio.
Elementare, Watson
Aprì, con scarso successo, uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth: fu proprio in questo periodo - complice la disponibilità di tempo - che Doyle cominciò a scrivere le avventure di Holmes, che così iniziarono ad avere un discreto successo presso il pubblico britannico. Il primo romanzo sul detective dal fisico asciutto fu Uno studio in rosso, del 1887, pubblicato sullo Strand Magazine, in cui il narratore, il buon dottor Watson, che in un certo senso rappresenta l'autore stesso, presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima opera fece seguito Il segno dei quattro (1890), opera che gli valse enorme successo. La famosissima frase "Elementare, Watson!" fu, però, inventata dai posteri (nei libri infatti, a volte capita che Holmes esclami "elementare!", ma una sola volta compare la famosa frase, nella forma di: "E' elementare, Watson", che con l'aggiunta di tale copula perde valore).
Non solo Holmes
Doyle, nonostante l'enorme successo (senza pari nella storia della letteratura poliziesca) non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui. Lui stesso, nel 1927, disse che aveva scritto di Holmes più di quello che intendeva inizialmente fare, perché le sue mani erano spinte a scrivere dall'insistenza di alcuni suoi amici. Conan Doyle era invece maggiormante attirato da altri generi letterari come l'avventura o il fantastico o come opere di ricerca storica: in questo campo realizzò romanzi storici come La Compagnia Bianca (1891), Le avventure del brigadiere Gérard (raccolta di sedici racconti del 1896) e The Great Boer War (1900, scritto mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica) che gli fruttò nel 1902 il titolo di baronetto. Ripeté l'esperienza di corrispondente di guerra durante la Grande Guerra, senza però dimenticare la sua attività di romanziere, saggista e giornalista. Scrisse anche, curiosamente, il libretto di un'opera lirica comica, Jane Annie, in collaborazione con l'amico James Matthew Barrie nel 1893.
Numerosi, come detto, i suoi lavori nel campo dell'avventura, del fantastico, del soprannaturale e del terrore: si possono citare a titolo di esempio The Last Of The Legions and other tales of long ago, Tales of Pirates, My Friend The Murderer and other mysteries, Lot 249 (La mummia), Il mondo perduto.
Anche se l'elemento fantastico non è mai completamente assente neppure dalla sua produzione realistica - si pensi al romanzo Il mastino dei Baskerville (1902) o al racconto Il vampiro del Sussex (1927), entrambi del ciclo di Sherlock Holmes - Doyle scrisse "solo" cinque romanzi e una quarantina di racconti strettamente fantastici, la maggior parte dei quali dell'orrore e del soprannaturale. La fantascienza è rappresentata principalmente dalla serie del professor Challenger (1912-1929), personaggio che lo scrittore modellò sulla figura del professor Ernest Rutherford, eccentrico e irascibile "padre" dell'atomo e della radioattività. Tra questi il più celebre è rimasto Il mondo perduto, un romanzo del 1912 che racconta di una spedizione guidata da Challenger su di un altopiano del Sud America popolato da animali preistorici sopravvissuti all'estinzione. La storia ha avuto notevole successo nel mondo del cinema, a partire dall'epoca del muto nel 1925 con il primo film al quale seguirono altre cinque pellicole (compresi due remake).
Doyle scrisse inoltre nel 1926 il saggio Storia dello Spiritismo (The History of Spiritualism), argomento cui dedicò gli ultimi anni della sua vita, realizzando articoli e conferenze grazie ai contatti con la Golden Dawn. A causa del tema controverso di questi studi, tale attività non gli diede quei riconoscimenti che, come studioso, si attendeva: subì anzi gli attacchi della Chiesa cattolica. Molti critici trovano difficile ammettere che il creatore di Sherlock Holmes, l'esempio perfetto della ragione e dell'osservazione, avesse potuto dedicarsi interamente, negli ultimi anni della sua vita ad una causa, quella dello spiritismo, che sembrava sfidare la logica. Un uomo che esponesse tali idee, sembrava, a quel tempo infatti, non poter essere realmente considerato uno scrittore. Per molti, il vecchio, triste e illuso Conan Doyle stava solo dilapidando la sua grandezza.
Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.
Giornalista alle Olimpiadi
Durante le Olimpiadi di Londra del 1908 Sir Arthur Conan Doyle, scrisse in un articolo per il Daily Mail, un pezzo esaltante che ebbe grande risalto, in esso paragonò Dorando Pietri (vincitore della maratona olimpica, ma squalificato) a un antico romano. Egli scrisse che quella vittoria non sarebbe mai stata inficiata dalla semplice decisione di un giudice. Conan Doyle si fece tra l'altro promotore di una colletta per lo sfortunato italiano e raccolse una bella somma per l'epoca: quasi 300 sterline. È inoltre leggenda che fosse lo stesso Doyle l'addetto al megafono che sorresse Pietri negli ultimi metri della maratona olimpica. Pare tuttavia che i due personaggi che attorniano Pietri, siano rispettivamente: alla destra dell'atleta - con il megafono - il giudice di gara Jack Andrew e alla sinistra il capo dello staff medico, il dottor Michael Bulger. Conan Doyle era in effetti presente in tribuna, a pochi metri dalla linea del traguardo, dato che era stato incaricato da Lord Northcliffe di redigere la cronaca della gara per il Daily Mail.
La morte
Conan Doyle è stato colto da improvviso attacco cardiaco mentre si trovava nella sua casa in campagna a Windlesham, Crowborough, il 7 luglio 1930, a 71 anni. Al suo capezzale lo assistevano il figlio Adrian e la moglie Luise Hawkils, per un ultimo saluto a uno dei padri del giallo. Le sue ultime parole, rivolte alla moglie, furono: «Sei meravigliosa». La sua sepoltura è a Minstead nel New Forest, Hampshire. L'epitaffio sulla sua tomba recita:
STEEL TRUE
BLADE STRAIGHT
ARTHUR CONAN DOYLE
KNIGHT
PATRIOT, PHYSICIAN & MAN OF LETTERS
* 1967 - Vivian Mary Hartley, Lady Olivier, nota al pubblico come Vivien Leigh (Darjeeling, 5 novembre 1913 – Londra, 7 luglio 1967), è stata un'attrice teatrale e attrice cinematografica britannica.
Nella sua trentennale carriera, fu una prolifica attrice non solo di cinema (ha di fatto recitato solo in una ventina di film), ma soprattutto di teatro, ivi diretta più volte dal secondo marito Laurence Olivier, genere in cui interpretò ruoli molto differenti che vanno dalle eroine delle commedie di Noël Coward e George Bernard Shaw, a quelle delle tragedie shakesperiane.
Due volte Premio Oscar, convisse per tutta l'età adulta con un disturbo bipolare che ne mise più volte a rischio le relazioni sociali e professionali, e con una tubercolosi mal curata che la portò alla morte nel 1967, a soli 54 anni di età.
«Era seducente e nel modo più perturbante che avessi mai incontrato. Forse era per via di quello strano, quasi commovente lampo di dignità che c'era in lei, e che rendeva schiava l'ardente schiera dei suoi ammiratori» (Lord Laurence Olivier, 1983)
▪ 1973
- Max Horkheimer (Stoccarda, 14 febbraio 1895 – Norimberga, 7 luglio 1973) è stato un filosofo tedesco, tra i più importanti esponenti della Scuola di Francoforte.
Nasce a Stoccarda in una famiglia dell'agiata borghesia ebrea. In gioventù viene costretto a lasciare gli studi ed avviato al lavoro presso la ditta del padre. Nonostante questa imposizione, Horkheimer continuerà ad impegnarsi privatamente agli studi intellettuali. Scrive alcuni brevi romanzi, che tuttavia non vedranno le stampe. Incontrerà nel suo ambiente di lavoro la sua futura moglie, Rose Riekher, che al tempo era segretaria di suo padre. Il loro rapporto sarà fortemente osteggiato dalla famiglia, in quanto Rose non era ebrea, ed era di qualche anno più vecchia di Max. Un altro importante incontro nella sua giovinezza sarà quello con Friedrich Pollock, studioso di economia politica, che sarà suo inseparabile amico. All'età di 18 anni sviluppa il suo amore per il pensiero filosofico, mediato dalla lettura di Schopenhauer. Cinque anni più tardi si iscriverà all'università, prima a Monaco, e successivamente nella neo-nata Università di Francoforte dove incontrerà Theodor Adorno con il quale instaurerà una lunga e produttiva amicizia. Si laurea infine con lode nel 1925 con una tesi su "La Critica del Giudizio di Kant come mediazione tra filosofia pratica e teoretica", sotto la guida di Hans Cornelius. L'anno successivo comincierà ad insegnare nello stesso ateneo in qualità di docente a contratto. Otterrà nel 1930 la cattedra di filosofia sociale. Nel medesimo anno subentrerà a Karl Grünberg alla direzione dell'Istituto per la Ricerca Sociale ("Institut für Sozialforschung"). È in quel periodo a capo della redazione[1] della rivista dell'Istituto, lo "Zeitschrift für Sozialforschung", che in breve sarà organo ufficiale della cosiddetta Scuola di Francoforte.
Nel 1933, con l'inasprirsi delle politiche censorie del Nazionalsocialismo l'Istituto chiuse e l'abilitazione di Horkheimer revocata. Il filosofo fuggì in Svizzera e da lì negli Stati Uniti. Divenne docente il seguente anno alla Columbia University, che divenne anche sede ufficiale dell'Istituto di Ricerca Sociale in esilio. Nel 1940 ottenne la cittadinanza americana, e si trasferì in California, dove cominciò assieme ad Adorno la stesura della sua opera più importante, la "Dialettica dell'Illuminismo". Ritorna a Francoforte nel 1949, e riapre assieme ad Adorno l'Istituto nel 1950. L'anno seguente diviene Rettore dell'Università di Francoforte. Stringe rapporti con Konrad Adenauer e con i rimanenti intellettuali della Repubblica di Weimar reduci dall'esilio. Fa ritorno in America nel 1954 dove insegna nell'Università di Chicago fino al 1959. Lasciato l'insegnamento e la direzione dell'Istituto, per limiti di età, torna in Europa dove rimane fino alla morte, occorsa a Norimberga nel 1973.
Pensiero
Il suo pensiero, che egli sviluppa soprattutto nei saggi "Dialettica dell'illuminismo" (scritto insieme ad Adorno) e "Eclisse della ragione" (entrambi 1947), si configura come una critica globale della moderna civiltà occidentale e di quella "logica del dominio" che egli identifica come base di ogni sua manifestazione sociale, economica e culturale. Inizialmente questa analisi critica porta Horkheimer ad aderire al marxismo, ma già dagli anni quaranta-cinquanta il filosofo se ne allontana riconoscendo nell'ideale rivoluzionario del padroneggiamento della natura e della società solo un'altra espressione della logica alla base della civiltà industriale.
Note
1. "Non avete idea di quante cose nella storia dell'Istituto e negli scritti dei suoi membri derivino da Horkheimer. Senza di lui, probabilmente tutti noi ci saremmo evoluti in una diversa direzione". Citazione di Friedrich Pollock raccolta in "M. Jay, The Dialectical Imagination. A History of the Frankfurter School and Institute of Social Research (1923-1950)
- Pietro Secchia (Occhieppo Superiore, 19 dicembre 1903 – Roma, 7 luglio 1973) è stato un politico e antifascista italiano, importante dirigente e storico memorialista del Partito Comunista Italiano.
Dagli inizi alla Resistenza antifascista
Nato da una famiglia operaia (il padre era un militante del Partito Socialista Italiano), Pietro Secchia frequentò brillantemente il liceo classico, ma per la sua povertà fu ben presto costretto a cercarsi un lavoro: già nel 1917 fu assunto come impiegato per poi divenire operaio in un'industria laniera.
Nel 1919 si iscrisse alla FIGS (l'organizzazione giovanile socialista) e con essa partecipò agli scioperi del biennio rosso (1919-1920). Nell'agosto del 1922 aderì alla sciopero legalitario contro il fascismo: fu per questo licenziato e malmenato dalle squadracce nere di Benito Mussolini. All'impegno sindacale intanto aveva aggiunto quello politico: negli anni venti aderì al nuovo Partito Comunista d'Italia, di cui nel 1928 entrò nel Comitato centrale.
Per aver manifestato pubblicamente la sua avversione verso il duce e il suo regime, fu arrestato nell'aprile del 1931 e, il 2 dicembre dello stesso anno, condannato a diciassette anni e nove mesi di reclusione dal Tribunale Speciale. Sempre del 1931 è il suo volume La lotta della gioventù proletaria contro il fascismo, pubblicato a Berlino a cura dell'Internazionale giovanile comunista.
Amnistiato, nel 1936 fu inviato al confino nell'isola di Ponza e poi a Ventotene. Dopo l'arresto di Mussolini e la caduta del regime, il 19 agosto del 1943 fu liberato, insieme con gli altri detenuti e confinati politici, con un provedimento del governo Badoglio. Il provvedimento, inizialmente più restrittivo, era stato poi esteso, fino a comprendere anche i carcerati comunisti ed anarchici, per le pressioni degli esponenti dei partiti antifascisti.
Tornato in libertà, partecipò alla Resistenza entrando a far parte, con Luigi Longo, Gian Carlo Pajetta, Giorgio Amendola e Antonio Carini, del Comando generale delle Brigate d'assalto Garibaldi [1].
Pur sostenendo una politica rivoluzionaria che preparasse la prospettiva di un'insurrezione armata, come Longo ed altri partigiani comunisti, aderì nel 1944 alla cosiddetta svolta di Salerno di Palmiro Togliatti, che spinse il PCI alla collaborazione con gli altri partiti antifascisti e con le istituzioni del Regno del Sud.
«Qual era la situazione concreta che si presentava al partito nel 1944 e prefigurava i suoi nuovi compiti durante e dopo la Liberazione? Certamente, non era possibile un radicamento del partito se questo avesse mantenuto i connotati del partito di propaganda e agitazione che lo avevano caratterizzato fino all'organizzazione della Resistenza: non bisognava disconoscere che quel partito aveva avuto grandi meriti storici, ma bisognava mutarne la fisionomia come forza politica di massa. La linea politica, allora, non poteva non avere il respiro unitario che Togliatti le dava, tanto più che questo agevolava il compito dei comunisti all'interno degli organismi del CLN e faceva venir fuori con evidenza le sedimentazioni reazionarie dei raggruppamenti moderati, i liberali e i democristiani in primis. Ciò che non poteva venire a mancare era l'obiettivo di prospettiva: ma di prospettiva appunto bisognava parlare, non essendoci le condizioni oggettive per trasformare l'insurrezione in rivoluzione popolare per il comunismo, dovendosi lavorare ancora innanzi tutto per la stessa insurrezione, con il concorso di quelle stesse forze che pur le remavano contro. Nella lettura di Secchia, l'unità delle opposizioni era funzionale alla democrazia progressiva, terreno più favorevole per la prospettiva strategica, che avrebbe permesso il radicamento popolare del 'partito nuovo', senza che questo mutasse le caratteristiche di partito di classe: nel senso di non smarrire mai anche la funzione di avanguardia da parte dei quadri e la ricerca della direzione (egemonia) della classe operaia sull'intero movimento delle masse. Secchia era infatti ben consapevole delle insufficienze e limiti del partito cospirativo, specie per quanto riguardava l'organizzazione e il rapporto con le masse durante gli anni del regime mussoliniano.[2]»
Dal dopoguerra al 1973
Nel 1948 Togliatti lo nominò vicesegretario del PCI, carica che mantenne fino al 1955. Nel 1946 fu deputato all'Assemblea Costituente e nel 1948 fu eletto senatore nelle file dei Fronte Democratico Popolare e tale rimase fino alla morte.
Dal 1946 al 1954 fu anche il responsabile dell'organizzazione e del settore propogandistico del partito: durante la sua gestione il PCI toccò il massimo numero di iscritti della sua storia, superando il tetto dei due milioni, risultato mai più raggiunto. In tale veste mantenne un certo controllo dell'intero apparato del partito, e anche di quello che gli avversari politici, in seguito, definirono il "parapartito", una struttura clandestina formata da nuclei di ex partigiani, spesso ancora in possesso delle armi non consegnate dopo la Liberazione, pronti allo scontro armato, nell'eventualità di un colpo di stato di destra in chiave anticomunista. Il "parapartito" avrebbe agito in forma più aperta in occasione dell'attentato a Togliatti del 1948, ma l'assenza di concrete prospettive insurrezionali, manifestatasi in quella circostanza, avrebbe poi portato al declino e poi alla scomparsa della struttura, della cui reale esistenza però non si sono mai avute prove certe.
Spesso non in linea con la politica di Togliatti e considerato, a volte, come sua possibile alternativa, nel 1954 vide la sua posizione all'interno del partito iniziare ad indebolirsi: fu infatti affiancato da Giorgio Amendola nella direzione organizzativa. Secchia e altri elementi vennero così progressivamente emerginati, in un'ottica di "epurazione" del partito dei suoi elementi più "impresentabili" per cercare di attuare una piena svolta del PCI nel novero delle forze politiche di governo (si ricordi la "conventio ad excludendum", che di fatto rendeva impossibile l'ingresso nelle coalizioni politiche dei partiti più estremisti ovvero PCI e MSI). Inoltre, elemento da non sottovalutare, la scomparsa di Stalin e la denuncia dei crimini da egli commessi avevano reso particolarmente scomoda la posizione delle componenti più oltranziste e operaiste (delle quali Secchia era l'esponente di punta) sia nel partito, sia nell'ambito più vasto dell'elettorato del PCI, che vedeva di colpo screditati i miti dell'URSS e di Stalin, e con essi, coloro che più di tutti se ne erano fatti portavoce. Il declino di Secchia venne acuito, nel luglio dello stesso anno, dalla "fuga con la cassa" [3] e dalla sottrazione di alcuni documenti segreti del PCI da parte di di uno dei suoi principali collaboratori, Giulio Seniga. L'episodio segnò la sua definitiva sparizione da incarichi di rilievo nazionale: costretto ad abbandonare la responsabilità dell'organizzazione nazionale, venne nominato responsabile, dal 1955 all'inizio del 1957, della segreteria regionale lombarda. Diresse successivamente, sino alla fine del 1962, l'attività editoriale del partito.
Dalla fine degli anni sessanta si dedicò molto alla politica internazionale, lottò per l'emancipazione e l'indipendenza dell'Africa: visitò Egitto e Siria nel luglio-agosto del 1967, l'Africa settentrionale nell'ottobre-novembre dello stesso anno; la Giordania e ancora la Siria nel dicembre del 1969; il Sudan, l'Etiopia e la Somalia nell'ottobre del 1971. Nel gennaio 1972 volò in Cile dove sostenne il governo progressista di Salvador Allende: fu l'ultimo dirigente occidentale a visitare la nazione latino-americana prima dell'avvento della dittatura di Augusto Pinochet, e tentò in tutti i modi di evitare il colpo di stato militare. Al suo ritorno in Italia fu colto da una malattia che lo tenne tra la vita e la morte per qualche mese. La natura incerta del male indusse Secchia, sebbene non ne avesse le prove, a ritenere di essere stato avvelenato dalla CIA. Ormai debilitato, morì nel luglio del 1973.
Concezione politica e controversie
Internazionalista convinto, è usualmente indicato come uno dei maggiori esponenti della "linea dura" e rivoluzionaria, che considerava la lotta armata come possibile strumento politico:[4] in effetti egli rappresentò quella parte della classe dirigente comunista che non intendeva collaborare con la Democrazia Cristiana e le altre formazioni politiche borghesi.
Nei suoi ultimi anni anni suggerì al partito di aprirsi ai movimenti, che a partire dal 1968 si andavano organizzando in modo spontaneo e tumultuoso, per offrire uno sbocco politico all'"energia rivoluzionaria delle masse giovanili".[5] La sua posizione verso i primi gruppi terroristi armati in formazione fu da alcuni ritenuta troppo ambigua.
Lavoro editoriale
Autore di numerose opere storiche sul PCI, fu il curatore degli Annali Feltrinelli, dedicati alla storia del movimento operaio italiano.
Note
1. Fonte: Luigi Longo, I centri dirigenti del PCI nella Resistenza, Roma, Editori Riuniti, 1973, pag. 38.
2. Ferdinando Dubla, La Resistenza accusa ancora, Nuova Editrice Oriente, 2002, pp. 76-77.
3. Non ci sono informazioni certe sull'ammontare della somma sottratta. Nel volume L'Italia del miracolo di Indro Montanelli e Mario Cervi, editore Rizzoli, 1987, pag. 293, viene indicata la cifra di "circa un milione di dollari, 620 milioni di lire dell'epoca". Applicando il coefficiente di trasformazione Istat, 1954 - 2008, pari a 27,6615, si ottiene un valore di 8,86 milioni di euro, oltre 17 miliardi delle vecchie lire.
4. È la tesi di Maurizio Caprara, Lavoro riservato - I cassetti segreti del Pci, Feltrinelli, 1997
5. È la tesi di Ferdinando Dubla, Secchia, il PCI e il '68, Datanews, 1998, secondo il quale (pp.40-41) «la sua sconfitta politica all'interno del PCI, ha coinciso con una divaricazione rispetto agli ideali e ai principi con cui si erano combattute le fasi precedenti al 1954, e sempre più progressivamente: una deriva moderata, 'revisionista' appunto, che non era stato affatto invertita dalla segreteria di Longo dopo la morte di Palmiro Togliatti (1964), nonostante le grandi speranze che in lui aveva suscitato l'elezione del suo compagno più vicino negli anni della Resistenza. Il partito è allora sì tutto, per la sua personale connotazione politico-biografica, ma non si doveva rimanere ciechi dinanzi alla contraddizione palese ed evidente proprio in quegli anni e che caratterizzò la stagione comunista di fronte ai movimenti del '68/'69: quella tra riferimento teorico e azione politica. E' evidente che proprio per queste riflessioni, Secchia si ritrovasse in pieno con lo slancio generoso delle giovani generazioni studentesche e in un rapporto nient'affatto paternalistico o strumentale; inevitabile divenne un rapporto di reciproca 'attenzione affettuosa' tra lui, vecchio dirigente comunista escluso dal gruppo dirigente per la tenacia con cui contrastava la variante moderata e tatticista del togliattismo e il movimento che cercava un legame, critico sin che si vuole, ed un' identità importante con la storia del marxismo militante in Italia.
▪ 2001 - Toni Pagot, nome d'arte di Antonio Pagotto (Milano, 16 dicembre 1921 – Roncello, 7 luglio 2001), è stato un animatore e autore di fumetti italiano, divenuto famoso soprattutto per la creazione, assieme al fratello Nino, del personaggio di Calimero, il pulcino nero del Carosello. E’ stato uno dei pionieri dell'animazione italiana, oltre che uno dei maestri del locale movimento fumettistico.