Il calendario del 7 Giugno
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Eventi
▪ 1494 - Spagna e Portogallo firmano il Trattato di Tordesillas che divide il Nuovo Mondo tra le due nazioni
Il Trattato di Tordesillas (firmato a Tordesillas, in Castiglia, il 7 giugno 1494) divise il mondo al di fuori dell'Europa in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese lungo il meridiano nord-sud, 370 Leghe (1.770 km) ad ovest delle Isole di Capo Verde (al largo della costa del Senegal, nell'Africa Occidentale), corrispondenti approssimativamente a 46° 37' O. Le terre ad est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle ad ovest alla Spagna. Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio, e dal Portogallo il 5 settembre 1494.
Il trattato era inteso a risolvere la disputa che si era creata a seguito del ritorno di Cristoforo Colombo. Nel 1481, la Bolla papale Aeterni regis aveva garantito tutte le terre a sud delle Isole Canarie al Portogallo. Nel maggio 1493, Papa Alessandro VI (spagnolo di nascita) decretò nella Bolla Inter Caetera, che tutte le terre ad ovest di un meridiano a sole 100 leghe dalle Isole di Capo Verde, dovevano appartenere alla Spagna, mentre le nuove terre scoperte ad est di quella linea sarebbero appartenute al Portogallo, anche se i territori già sotto il dominio cristiano sarebbero rimasti intatti. Naturalmente re Giovanni II del Portogallo non ne fu felice, ed aprì dei negoziati con il re Ferdinando II d'Aragona e la regina Isabella I di Castiglia per spostare la linea più ad ovest, sostenendo che il meridiano si sarebbe esteso attorno a tutto il globo, limitando il controllo spagnolo in Asia. Il trattato sarebbe effettivamente andato contro alla Bolla di Alessandro VI ma venne sancito da Papa Giulio II con una nuova Bolla del 1506.
▪ 1640 - Contadini catalani (cd. segadors, "mietitori" in catalano) armati di falci entrano a Barcellona, uccidendo i funzionari del re di Spagna Filippo IV e dando il via alle sollevazioni per l'indipendenza della Catalogna
▪ 1654 - Luigi XIV viene incoronato re di Francia
▪ 1776 - Richard Henry Lee presenta la "Risoluzione Lee" al Congresso Continentale. Vedi Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti
▪ 1832 - Il colera asiatico, portato a Québec dagli immigranti irlandesi, uccide circa 6.000 persone nel Basso Canada
▪ 1862 - Gli Stati Uniti e il Regno Unito concordano per la soppressione della tratta degli schiavi
▪ 1863 - Città del Messico viene presa dalle truppe francesi
▪ 1905 - La Norvegia dichiara dissolta l'unione con la Svezia
▪ 1914 - Ad Ancona inizia la Settimana Rossa
▪ 1919 - Rivolta del Sette Giugno a Malta dove truppe inglesi aprirono il fuoco sulla folla disarmata uccidendo 4 persone
▪ 1926 - Antoni Gaudi viene investito da un tram
▪ 1929 - La Città del Vaticano diventa uno stato sovrano
▪ 1940 - Re Haakon VII di Norvegia, il Principe della Corona Olav e il governo norvegese, lasciano Tromsø e vanno in esilio a Londra
▪ 1942
- - Le truppe giapponesi sbarcano sulle isole di Attu e Kiska nelle Isole Aleutine
- - Seconda guerra mondiale: Finisce la Battaglia delle Midway
▪ 1944 - Soldati della divisione "Totenkopf" giustiziano 23 prigionieri di guerra canadesi in Normandia
▪ 1945 - Re Haakon VII di Norvegia ritorna con la sua famiglia a Oslo, dopo cinque anni di esilio
▪ 1948 - Edvard Benes rassegna le dimissioni da Presidente della Cecoslovacchia, piuttosto che firmare una Costituzione che renderebbe il suo paese uno Stato Comunista
▪ 1953 - Italia: si svolgono le elezioni politiche
▪ 1981 - L'Aeronautica militare israeliana distrugge il reattore nucleare Iracheno di Osiraq
▪ 1984 - Durante un comizio a Padova, sul palco di Piazza della Frutta, muore per un ictus Enrico Berlinguer
▪
▪ 1997 - Un utente di computer noto come "_eci" pubblica il suo sorgente in codice Microsoft C su un "exploit" di Windows 95 e Windows NT, che diventerà in seguito noto come WinNuke. Il sorgente ottiene un'ampia diffusione su internet, e la Microsoft è costretta a rilasciare una patch di sicurezza
▪ 2006 - L'esercito USA, con la collaborazione dell'intelligence giordana e delle forze di sicurezza irachene, uccide, con un raid aereo, il leader di al-Qa'ida in Iraq, Abu Mus'ab al-Zarqawi.
Anniversari
▪ 1626 - Anna di San Bartolomeo, Anna Garcia (Almendral, 1° ottobre (o 10 ottobre) 1549 – Anversa, 7 giugno 1626), è stata una religiosa spagnola, fu una Carmelitana Scalza, beata.
Incontro con Santa Teresa d'Ávila
Il 2 novembre 1570 entrò nel monastero delle Camelitane Scalze di Ávila, fondato da Teresa d'Ávila. All'inizio fu prima conversa della Riforma Teresiana, poi il 15 agosto 1572 fece la professione dei voti di obbedienza, castità e povertà, assumendo il nome di Suor Anna di San Bartolomeo. Conobbe Teresa nel 1571 ad Ávila; nel 1577 si ammalò di tisi, insieme ad altre suore ma, guarita, ricevette da Teresa l'incarico di curarle e fu nominata da essa Priora delle inferme.
Incarichi e imbalsamazione
Dal 1577 suor Anna seguì Teresa e le fece anche da segretaria, scrivendo le lettere che la Madre le dettava, grazie all'insegnamento che essa le aveva dato per imparare a scrivere. Dopo la morte di Teresa, suor Anna fece dei viaggi a Madrid, ad Ocana e, nel 1604, in Francia, insieme ad altre religiose a portare il Carmelo Teresiano. Il 15 ottobre a Parigi, da conversa divenne corista e fu nominata fondatrice e priora prima del monastero di Pontoise e poi di quelli di Parigi e di Tours. Ebbe alcune divergenze, poi chiarite, con altri ecclesiastici, fra i quali il cardinale Pierre de Bérulle , perché non ammetteva modifiche allo stile di vita religiosa voluta da santa Teresa. Nel 1611 giunse al monastero di Mons (Belgio), poi ebbe la reggenza del monastero di Anversa. Scrisse l' Autobiografia.
Morì all'età di settantasette anni e fu beatificata da Benedetto XV il 6 maggio 1917.
Fonti
Opera dottor Giancarlo Giustacchini, periodico di promozione umana e divulgazione religiosa, anno X, numero 3, maggio 2008, Associazione Daravi, Milano.
▪ 1954 - Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954) è stato un matematico, logico e crittanalista britannico, considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del Novecento.
Egli introdusse la macchina ideale ed il test che portano il suo nome. Fu anche uno dei più brillanti decrittatori che operavano in Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale, per decifrare i messaggi scambiati da diplomatici e militari delle Potenze dell'Asse.
Omosessuale, morì suicida a soli 42 anni in seguito ad una persecuzione omofobica condotta nei suoi confronti.
Durante i primi anni di scuola ebbe grosse difficoltà, ottenendo il diploma a stento. Poco appassionato al latino e alle Sacre Scritture, preferiva le letture riguardanti la teoria della Relatività, i calcoli astronomici, la chimica, o il gioco degli scacchi.
Nel 1931 venne ammesso al King's College dell'Università di Cambridge dove studiò meccanica quantistica, logica e la teoria della probabilità (dimostrò separatamente il teorema del limite centrale, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg).
Nel 1934 si laureò con il massimo dei voti, l'anno seguente ottenne un Ph.D. e nel 1936 vinse il premio Smith. Nello stesso anno si trasferì alla Princeton University per conseguire il Ph.D., e pubblicò l'articolo "On computable Number, with an application to the Entscheidungsproblem" dove descriveva, per la prima volta, quella che verrà poi definita come la macchina di Turing. Durante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of Communications inglese per decifrare i codici usati nelle comunicazioni naziste, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma (progettato da Arthur Scherbius).
Con l'entrata in guerra dell'Inghilterra Turing fu "arruolato" nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò stabilmente, per tutta la durata della guerra, alla decrittazione, sviluppando le ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 ed ultimata nel 1938.[1] Basandosi su tali esperienze Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski. Fu sul concetto di macchina di Turing che nel 1942 il matematico di Bletchley Park, Max Newman progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma.
Al termine della guerra Turing fu invitato al National Physical Laboratory (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) a Londra per disegnare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l'Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma ebbe scarso successo a causa degli alti costi preventivati.
Per l'anno accademico 1947/48 tornò a Cambridge e spostò i suoi interessi verso la neurologia e la fisiologia. Fu in questo periodo che iniziò ad esplorare la relazione tra i computer e la natura.
Ebbe anche interessi al di fuori dell'ambito accademico: divenne membro del Walton Athletic Club e vinse alcune gare di corsa sulle tre e dieci miglia. Raggiunse inoltre ottimi livelli nella maratona, correndo con un record personale di 2 ore 46 minuti e 11 secondi (il vincitore della XIV Olimpiade nel 1948 vinse con un tempo inferiore di soli 11 minuti.
Nel 1950 scrisse un articolo dal titolo Computing machinery and intelligence sulla rivista Mind in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull'intelligenza artificiale.
L'anno seguente fu eletto Membro della Royal Society di Londra. Si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatica Digital Machine (MADAM). Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create delle macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADAM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali fruitori.
Nello 1952 sviluppò un approccio matematico all'embriologia. Il 31 marzo dello stesso anno fu arrestato per omosessualità e condotto in giudizio, dove a sua difesa disse semplicemente che «... non scorgeva niente di male nelle sue azioni».
Secondo alcune fonti Turing avrebbe denunciato per furto un suo amico ospite in casa sua ed ammesso la propria tendenza in risposta a delle domande pressanti della polizia. In quel periodo si dibatteva nel parlamento britannico l'abrogazione del reato di omosessualità e ciò probabilmente avrebbe indotto Turing ad un comportamento incauto. La pena inflitta fu severissima: fu sottoposto alla castrazione chimica, che lo rese impotente e gli causò lo sviluppo del seno; alcuni dei motivi che probabilmente lo condussero, di li a poco, al suicidio.
Nel 1954 Alan Turing morì ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio, in tono col proprio carattere eccentrico e prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve da lui apprezzata fin da bambino. La madre sostenne che il figlio, con le dita sporche per qualche esperimento chimico, avesse ingerito per errore la dose fatale di veleno; ma il verdetto ufficiale parlò senza incertezze di suicidio: «Causa del decesso: cianuro di potassio autosomministrato in un momento di squilibrio mentale».
Il segreto
L'attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta dal più assoluto segreto. Finita la guerra il governo inglese impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi ed italiani, il divieto di parlare o, ancor peggio, scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo. Tale "silenzio" quindi impedì che Turing, come altri suoi colleghi anche meno famosi, ricevesse i riconoscimenti in campo scientifico che in altro ambito gli sarebbero stati ampiamente e pubblicamente riconosciuti. Dati ed informazioni su queste attività cominciarono ad essere pubblicate, previa autorizzazione dei servizi segreti inglesi, solo nel 1974, quando Turing e molti altri suoi colleghi nella decrittazione erano già defunti da tempo.
Scuse tardive
Dopo tanti anni dal suicidio di Turing, ampiamente spiegabile con il trattamento persecutorio a lui riservato, solamente il 10 settembre 2009 vi è stata una dichiarazione di scuse ufficiali da parte del governo britannico, formulata dal primo ministro Gordon Brown, e solo dopo una petizione ed una campagna Internet. Brown ha riconosciuto che Alan Turing fu oggetto di un "terrificante" trattamento omofobico: «Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un'Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell'umanità. È difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall'odio - dall'antisemitismo, dall'omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini - da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d'arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. [...] Così, per conto al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio.» (Gordon Brown, in risposta alla petizione)
▪ 1956 - Julien Benda (Parigi, 26 dicembre 1867 – Parigi, 7 giugno 1956) è stato un filosofo e scrittore francese.
Julien Benda proveniva da una famiglia ebrea assimilata di mercanti e studiò matematica e storia.
All'inizio del XX secolo, come rappresentante del realismo, si oppose a posizioni irrazionali nella filosofia e nell'arte e nella sua opera Belphégor (1918) condannò l'emotività e l'intuizione. Perciò tra il 1912 e il 1914 fu coinvolto in una polemica con Henri Bergson e la sua filosofia di vita.
In particolare nel romanzo L'ordination (1910/1912) ed il famoso trattato La Trahison des Clercs ("Il tradimento degli intellettuali", 1927) lamentò polemicamente la tendenza degli intellettuali francesi e tedeschi nel XIX e XX secolo di tradire la loro posizione universalista, il valore della giustizia e la democrazia, e dedicarsi invece sempre più a "passioni politiche" come la lotta di classe, il nazionalismo e il razzismo. Benda criticò aspramente soprattutto i suoi compatrioti francesi Charles Maurras e Maurice Barrès. La sua idea di "intellettuale" descrive una classe sociale: "le cui attività già dalla loro essenza non sono dirette a fini pratici; persone, che cercano soddisfazione in arte, scienza o speculazione metafisica -, in breve, nel possesso di beni immateriali" . Il termine usato da Benda in francese è clercs, che richiama ai monaci, dediti alla meditazione e alla riflessione, in contrapposizione ai laici, uomini d'azione. Come esempi di intellettuali prese Platone, Cartesio e Kant. Benda difese l'approccio temperato e spassionato della cultura classica e l'internazionalismo della tradizione cristiana.
Nel Discours à la nation européenne (1933) si impegnava già per una Unione Europea razionale e propugnava una ragione sovranazionale.
Durante la seconda guerra mondiale, all'instaurarsi del regime di Vichy, visse in clandestinità in modo quasi monastico.
Su questo periodo pubblicò nel 1947 Exercice d'un enterré vif, juin 1940-août 1944 ("Esercizio di un sepolto vivo, giugno 1940-agosto 1944"). Nel 1942 riuscì a far pubblicare negli Stati Uniti il suo scritto La grande épreuve des démocraties (1942), in cui si opponeva criticamente al Fronte Popolare e al nazionalsocialismo.
Dopo la fine della guerra, prese posizioni nettamente contrarie a qualsiasi amnistia verso i collaborazionisti e a una riconciliazione nazionale, contrapponendosi per esempio a Jean Paulhan, che pure era medaglia al merito della Resistenza francese. Si avvicinò inoltre al Partito Comunista Francese, giungendo a giustificare le epurazioni staliniane avvenute in Ungheria.
Morì nel 1956.
Influenza
Tramite nuove edizioni della sua opera sul tradimento degli intellettuali, anche dopo la sua morte Benda provocò ripetutamente discussioni tra gli intellettuali francesi e nella sfera pubblica negli anni '50 e '70 sul ruolo dell'intellettuale e il suo rapporto con il potere nella società. In Germania la sua opera fu meno considerata, essendosi Benda rivolto anche agli intellettuali tedeschi. Negli anni '80 Edward Said si ricollegò a Benda e da una lettura controversa della sua opera sul Tradimento sviluppò la sua idea del "weltlichen Intellektuellen". Nel mondo anglosassone, Benda sembra essere poco letto al giorno d'oggi. Il Tradimento è l'unica opera tradotta in inglese. Il fatto che Roger Kimball abbia scritto l'introduzione per un'edizione del 2006 di questa traduzione suggerisce che Benda comandi un certo rispetto tra i pensatori conservatori di lingua inglese.
▪ 1980 - Salvator Gotta (Montalto Dora, 18 maggio 1887 – Rapallo, 7 giugno 1980) è stato uno scrittore italiano.
Laureato all'Università di Torino, esordì nella produzione letteraria con Pia, del 1912, La porta del cielo, del 1913, Ragnatele, del 1915, anno in cui si arruolò volontario fra gli alpini. Da questa esperienza trasse nel 1926 il romanzo per ragazzi Il Piccolo Alpino, che ebbe grande successo. Aderì al subito al fascismo e nel 1925 fu autore del testo dell'inno ufficiale fascista "Giovinezza". Il piccolo alpino Giacomino Rasi divenne così un piccolo squadrista ne l’Altra guerra del piccolo alpino, del 1935, e infine un Piccolo legionario in Africa Orientale nel 1938. Modificando i versi dell’inno goliardico di Nino Oxilia, Giovinezza, che era già divenuto, modificato, l’inno dei nazionalisti di Filippo Corridoni, consegnò al regime l’inno ufficiale del Partito fascista, che esaltò in diverse opere, come Mistica Patria, del 1932.
Continuò a scrivere, anche nel dopoguerra, romanzi di evasione, ormai dimenticati. Scrisse anche sceneggiature per il cinema e opere teatrali come Mille lire, del 1923 e La damigella di Bard, del 1936. Era popolarissimo tra gli adolescenti negli anni '60 e '70 perché teneva una rubrica di domande e risposte sul settimanale a fumetti Topolino e per i suoi romanzi storici sul Risorgimento.
Prime opere: Il figlio inquieto (1917), Pronti? Forza! e La nostra ricchezza (1919), L’amante provinciale (1920), Tre mondi (1921), Il primo re (1922), Il convegno dei martiri (1923), La più bella donna del mondo (1924), La bufera infernale (1925), Il nome tuo (1927), Il peccato originale (1929), .
Altre opere: La mia ricchezza (1930 Baldini e Castoldi), Tu la mia ricchezza (1930), Il marito che cerco (1934), La fontana dei sospiri (1938), Portofino (1943), Tre donne innamorate (1943 Mondadori), Bella figlia dell'amore, Il fiore di Matisse, Lilith, Il castello di Montaldo, Ombra la moglie bella, Lo specchio dei sensi, Lula, misticismo e sensualità, La croce di Lorena, novelle, .
Nel 1941 per Baldini e Castodi, pubblicò il primo di tre libri di una serie che aveva per oggetto l'ottocento italiano. Il titolo era: Preludio romantico. A seguire ci furono: La nostra passione e Il sole sui campi. Essi dovevano costituire, nel dopoguerra, La saga dei Vela.
Opere post-belliche: Quartetto in Paradiso, 1945 Elmo Editore, I sensitivi, 1946 Mondadori, L'angelo ferito, 1946 Mondadori, La donna mia, 1948, Di là in giardino, del 1952, Il figlio del Cervino 1956 Fabbri, A bocca nuda, 1957 Ed. I girasoli, Ilaria, 1964 Mondadori, L'inventore di donne, 1973 Mursia.
Fu influenzato dai veristi e da Antonio Fogazzaro. A Fogazzaro, Giacosa e a Gozzano dedicò un suo libro autobiografico, Tre maestri (1976). La sua autobiografia è contenuta nel libro L'almanacco di Gotta, Mondadori.
* 1996 - Marino Raicich (Fiume, 7 marzo 1925 – Roma, 7 giugno 1996) è stato un insegnante e politico italiano.
Professore di liceo, parlamentare del PCI per tre legislature, direttore del Gabinetto G.P.Vieusseux, Marino Raicich è stato un importante intellettuale italiano della fine del Novecento. Da Fiume ha portato con sé due cose nella vita: l'attaccamento alle terra triestina e friulana e l'educazione religiosa avuta nel Collegium Tarcisi. Dedicherà alla scuola triestina uno dei suoi più interessanti saggi e del Collegium Tarcisi porterà con sé, se non la fede, persa a 18 anni, l'etica e un'allegra austerità. Ha insegnato greco e latino - si era laureato in greco alla Normale di Pisa - in un liceo di Firenze e quella esperienza lo porterà a studiare ed approfondire per tutta la vita i problemi della scuola e dell'istruzione. Quando nel 1968 sarà eletto deputato per il PCI, è nella commissione Istruzione che profonde il suo impegno e la sua scienza. Danno testimonianza della sua opera il volume "La riforma della scuola media superiore" edita nel 1973 dagli Editori Riuniti e i saggi che dopo la morte saranno pubblicati per iniziativa di sua moglie, Antonietta Pintor, e dell'editore.
▪ 2006 - Abu Mus‘ab al- Zarqawi (arabo: ﺍﺑﻮ ﻣﺼﻌﺐ ﺍﻟﺰﺭﻗﺎﻭي, Abū Muṣʿab al-Zarqāwī ; 20 ottobre 1966 – 7 giugno 2006) è stato un terrorista internazionale giordano di origine palestinese.
Era originario della città di Zarqāʾ, una povera città industriale a nordest di Amman, sede del più antico campo-profughi palestinese creato dalla Croce Rossa nel 1948, che oggi ospita ancora 18.000 persone. Al-Zarqāwī è uno pseudonimo, il suo nome vero era probabilmente Ahmad Fāḍil al-Nazāl al-Khalāʾil arabo: أحمد فاضل النزال الخلايل. In quanto probabile militante islamico, al-Zarqāwī è stato sospettato di violente opposizioni alla presenza nel mondo islamico di Stati Uniti, Israele e delle forze armate alleate occidentali.
È sospettato da alcuni come un associato ad al-Qāʿida, di Osama bin Laden, e capo del gruppo Ansār al-Islām basato in Iraq. Il Segretario di Stato statunitense Colin Powell ha descritto al-Zarqāwī come un "attivista di al-Qāʿida". Il maggiori ufficiali statunitensi lo hanno descritto come uno "jihadista indipendente". Altri descrivono le azioni di al-Zarqāwī come concorrenti con quelle organizzate da al-Qāʿida, anche se con scopi simili. In ogni caso al-Zarqāwī ha probabilmente partecipato ad azioni violente contro i militari statunitensi in Iraq e contro un diplomatico USA in Giordania.
Come risultato, il governo degli Stati Uniti ha offerto una ricompensa di 25 milioni di dollari a chiunque avesse fornito informazioni utili alla sua cattura. La stessa cifra è stato offerta per la cattura di Osama bin Laden prima del marzo 2004. Un'ipotesi accreditata ritiene che al-Zarqāwī ha avuto, fino alla sua uccisione, più potere di Bin Laden a causa della sua maggiore visibilità come leader dell'insurrezione contro i militari USA e il governo provvisorio dell'Iraq, considerando inoltre la possibilità che Bin Laden non sia più in vita o che sia forse impossibilitato a comunicare con i suoi seguaci. Il 21 ottobre 2004 al-Zarqāwī ha annunciato ufficialmente la sua lealtà ad al-Qāʿida. Il 28 dicembre 2004, in un messaggio trasmesso da un'emittente radio del Qatar, Osama bin Laden avrebbe nominato al-Zarqāwī "comandante (emiro) di al-Qāʿida in Iraq".
Abū Musʿab al-Zarqāwī è considerato da molti come leader della Jamā'at al-Tawhīd wa al-Jihād (Gruppo per l'Unità [di Dio] e il Jihād), una rete insurrezionale operante in Iraq. Secondo alcuni rapporti egli fu arrestato dal governo iraniano e, insieme a molti altri sospetti alti membri di al-Qā'ida, fu offerto al governo statunitense nel quadro di un accordo che non fu però mai portato a conclusione. Secondo altre voci rivelatesi infondate, al-Zarqāwī fu considerato morto dopo il 2001, in quanto a lungo egli non comparve in alcun documento filmato.
L'azione militare che ha portato al decesso
Abū Musʿab al-Zarqāwī è stato ucciso durante un attacco aereo congiunto compiuto da forze statunitensi e giordane il 7 giugno 2006 in una casa vicino a Ba‘qūba. Secondo quanto riferito da fonti militari USA, al-Zarqawi sarebbe sopravvissuto alle immediate conseguenze dell'attacco, morendo poi subito dopo in seguito alle ferite riportate.
Al-Zarqāwī era l'uomo più ricercato in Iraq. Secondo il Pentagono, l'uccisione di al-Zarqāwī costituisce un grave colpo all'insurrezione, e spera che la sua morte abbia un effetto demoralizzante sugli insorti iracheni, in quanto egli è stato l'artefice di numerosi attacchi, si calcola 800, anche se il numero due di al-Qā‘ida, il medico egiziano Ayman al-Zawāhirī ha preannunciato che il posto di al-Zarqāwī sarebbe stato presto occupato da altri "eroici combattenti".
▪ 2008 - Dino Risi (Milano, 23 dicembre 1916 – Roma, 7 giugno 2008) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
È stato uno dei maggiori registi della commedia all'italiana insieme a Mario Monicelli e Luigi Comencini.
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina, si rifiuta di diventare uno psichiatra, come avrebbero desiderato i genitori, ed inizia la sua carriera cinematografica lavorando per Mario Soldati e Alberto Lattuada. La sua opera prima è un cortometraggio girato nel 1946, Barboni, sulla disoccupazione a Milano. A questo fecero seguito altri lavori, tra cui il corto Buio in sala, girato in una Milano con ancora i segni e le macerie della guerra, storia di un viaggiatore di commercio impacciato e un po' depresso che, entrato in un cinema dove si proiettava un film western, ne esce più forte e risoluto (Risi parlò del cinema come "maestro di vita"). Il corto, che era costato duecentomila lire, fu venduto a Carlo Ponti per due milioni e il fatto contribuì a rafforzare la vocazione creativa in Risi, che si trasferì a Roma. Qui, memore della sua esperienza ospedaliera, il suo primo lavoro fu la scrittura del soggetto del film Anna (1951) di Alberto Lattuada, con Silvana Mangano.
Anni Cinquanta
All'età di 35 anni gira il suo primo lungometraggio, Vacanze col gangster (1951), e nello stesso anno nasce il figlio Marco.
Il successo arriva grazie a Pane, amore e... (1955), sequel dei fortunati Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia, che raccontano le comiche imprese del maresciallo Carotenuto (interpretato in tutte e tre le pellicole da Vittorio De Sica), che nei primi due film, diretti da Luigi Comencini, era corteggiato da Gina Lollobrigida, mentre nel terzo episodio della serie, quello diretto da Risi, si trova inseguito da un'interessata Sophia Loren. Continua poi con Poveri ma belli (1956), commedia girata con pochi soldi, ma che riscosse grande consenso di pubblico, tanto da avere anche due sequel. Risi lavora con tanti grandi attori, ma principalmente con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Vittorio Gassman, i suoi "prediletti". Con Sordi gira Il vedovo (1959), cinica satira di costume con una strepitosa Franca Valeri, mentre dirige Gassman ne Il mattatore (1960), film che vede la definitiva affermazione dell'attore genovese in ruoli comici, dopo l'exploit dei Soliti ignoti di Monicelli.
Anni Sessanta
Gli anni sessanta consacrano il cinema di Dino Risi, vari critici lo assimilano a Billy Wilder. Offre a Sordi un ruolo drammatico in Una vita difficile (1961), a fianco di Lea Massari; e rivoluziona la commedia privandola dell'happy-ending ne Il sorpasso (1962), la pellicola più indissolubilmente legata al suo nome, antesignana dei road-movie americani, con un cialtronesco ma irresistibile Vittorio Gassman, impegnato nella iniziazione alla vita di un timido e impacciato studente (Jean-Louis Trintignant), sullo sfondo dell'Italia del boom economico. Gassman è protagonista anche nella Marcia su Roma (1962) e nei Mostri (1963), entrambi con Ugo Tognazzi co-protagonista, e nel Gaucho (1964), racconto al vetriolo della fallimentare trasferta argentina di un gruppo di scalcagnati cinematografari.
Risi offre un efficace bozzetto dell'Italia vacanziera ne L'ombrellone (1965), con Enrico Maria Salerno e Sandra Milo, dopodiché lavora con Nino Manfredi e Totò in Operazione San Gennaro (1966), e poi ancora nuovamente con Gassman ne Il tigre (1967) e Il profeta (1968).
Riesce a non far parlare per l'intero film uno stralunato Tognazzi con parrucca alla Harpo Marx in Straziami, ma di baci saziami (1968), un altro dei suoi capolavori, tutto giocato sugli stereotipi del facile romanticismo dei fotoromanzi e delle canzonette di Sanremo, e impreziosito dalla efficacissima interpretazione della coppia Nino Manfredi-Pamela Tiffin.
Nel film a episodi Vedo nudo (1969) affronta il tema della sessualità dopo il Sessantotto, con un Manfredi che si cimenta in ben sette personaggi diversi: sulla stessa falsariga seguiranno Sessomatto (1973), con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli, e Sesso e volentieri (1982), con Johnny Dorelli, la Antonelli e Gloria Guida.
Anni Settanta
Negli anni settanta fotografa benissimo i vizi e i difetti degli italiani nel film In nome del popolo italiano (1971), con la coppia sempre affiatata Tognazzi (nel ruolo dell'integerrimo giudice Bonifazi) e Gassman (in quello dell'industriale gaglioffo Santenocito), con grande successo di pubblico e critica.
Passa poi al dramma psicologico con Profumo di donna (1974) e Anima persa (1976), due pellicole straordinarie sul male di vivere, tratte entrambe da romanzi di Giovanni Arpino e interpretate da un perfetto Gassman: di Profumo di donna sarà girato anche un remake hollywoodiano, Scent of a Woman, con Al Pacino, diretto da Martin Brest, nel 1992.
Il declino negli anni successivi
Torna a lavorare insieme a Mario Monicelli e Ettore Scola ne I nuovi mostri (1977), un altro film a episodi, ideale seguito dei Mostri di una quindicina di anni prima, dopodiché dirige Renato Pozzetto in Sono fotogenico (1980) e Lino Banfi ne Il commissario Lo Gatto (1986). Da ricordare anche Fantasma d'amore (1981), nel quale racconta una nostalgica storia d'amore tra Marcello Mastroianni che rincorre la defunta amante, una straordinaria Romy Schneider, per le strade di Pavia; e Scemo di guerra (1985), con Coluche e Beppe Grillo, tratto dal romanzo di Mario Tobino Il deserto della Libia, al quale una ventina d'anni dopo l'amico Monicelli s'ispirerà per il suo ultimo film, Le rose del deserto.
Negli anni novanta lavora per l'ultima volta con l'amico Gassman in Tolgo il disturbo (1990) e realizza Giovani e belli (1996), un fallimentare remake di Poveri ma belli che resterà purtroppo il suo ultimo film.
Nel 2002 riceve il Leone d'Oro alla carriera.
Nel 2004 pubblica l'autobiografia I miei mostri ed è, inoltre, uno degli ospiti d'onore della prima edizione del "Festival della Mente" di Sarzana (SP).
Negli ultimi periodi della sua vita, in un'intervista, fece una riflessione sulle opinioni dei critici cinematografici dicendo: «I critici vorrebbero che noi facessimo i film che loro farebbero se li sapessero fare.»
Il regista è cugino di secondo grado della scrittrice Carla Porta Musa.
Per una trentina di anni, vive in un appartamento del residence Aldrovandi a Roma, nel cuore del quartiere Parioli, dove si spegne improvvisamente la mattina del 7 giugno 2008.
La malattia gli fece desiderare l'eutanasia.