Il calendario del 6 Dicembre

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

• 1534 - Gli spagnoli fondano Quito in Ecuador

• 1768 - Viene pubblicata la prima edizione dell'Encyclopædia Britannica

• 1889 - Viene legalmente riconosciuta l'invenzione della lampadina da parte di Thomas Alva Edison

• 1907 - A Monongah si verifica la più grave sciagura mineraria della storia degli Stati Uniti d'America. Nel disastro perirono almeno 500 minatori italiani.

• 1917 - La Finlandia dichiara l'indipendenza dalla Russia

• 1922

  1. - La Repubblica d'Irlanda ottiene l'autonomia dal Regno Unito con la firma del Trattato Anglo-Irlandese
  2. - Un anno dopo la firma del Trattato Anglo-Irlandese, nasce lo Stato Libero d'Irlanda

• 1933 - Negli USA il giudice federale John M. Woolsey stabilisce che l'Ulisse di James Joyce non è osceno

• 1957 - Un esplosione sulla rampa di lancio vanifica il primo tentativo statunitense di lanciare un satellite artificiale (Progetto Vanguard)

• 1959 - A Napoli viene inaugurato lo "Stadio del Sole", poi diventato "San Paolo". Si giocò Napoli - Juventus, risultato finale 2 a 1.

• 1972 - Viene lanciato l'ultimo Saturn V con uomini a bordo, trasporta l'Apollo 17 nell'ultima missione del Programma Apollo

• 1975 - Si svolge a Roma la prima manifestazione nazionale del Movimento Femminista

• 1977 - Il Sudafrica concede l'indipendenza al Bophuthatswana (non riconosciuta da nessun'altra nazione)

• 1978 - La Spagna approva la sua attuale costituzione con un referendum

• 1990 - Un aereo militare fuori controllo vagante per i cieli di Bologna precipita sull'istituto superiore Salvemini di Casalecchio di Reno. Dodici ragazzi di sedici anni muoiono sul colpo, altri 4 restano gravemente feriti. Della strage nessuno sarà ritenuto colpevole

• 1992 - Ad Ayodhya, in India, estremisti di destra Indù, appartenenti al Partito Bharatiya Janata nazionalista e ad organizzazioni alleate, demoliscono la Moschea di Babri Masjid, una moschea del XVI secolo, che sostengono venne costruita sul luogo di nascita di Rama

• 1994 - Il giudice simbolo di Mani Pulite, Antonio di Pietro, si dimette da magistrato.

• 2001 - Esce in Italia il film Harry Potter e la Pietra Filosofale

• 2002 - Esce in Italia il film Harry Potter e la camera dei segreti

• 2005 - David Cameron è il nuovo leader del Partito Conservatore Britannico.

Anniversari

• 1977 - Raoul Follereau (Nevers, 17 agosto 1903 – Parigi, 6 dicembre 1977) è stato un giornalista, filantropo e poeta francese. È stato il fondatore dell'Associazione Raoul Follereau che dal 1967 aiuta e difende i diritti dei lebbrosi in particolare nei paesi africani.

Follereau nasce a Nevers, in Francia, da una ricca famiglia di industriali. Nel 1918 incontra Madeleine Boudou, con la quale trascorrerà tutta la vita. Studia diritto e filosofia, si fa notare per le sue profonde convinzioni cattoliche, ma anche come poeta, giornalista e conferenziere.
Nel 1935 seguendo, per interesse personale e come inviato speciale del giornale La Nation, le orme del missionario Charles de Foucauld, durante un safari in Africa che il giovane e promettente giornalista Follereau viene a contatto per la prima volta con la terribile realtà dei lebbrosi. La jeep con la quale viaggiava è costretta a fermarsi presso uno stagno: in quel momento dal fitto della foresta emergono i lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e rovinati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo. Questo incontro cambia la sua vita.
Scioccato da ciò che ha visto Follereau si reca in Francia per fare qualcosa per quei "sepolti vivi" per coloro che chiama la "sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia".
Purtroppo quando torna in Francia l'Europa precipita nella catastrofe della Seconda Guerra Mondiale: quando Hitler entra a Parigi la polizia nazista comincia a rastrellare intellettuali e politici invisi al regime. Tra questi vi è anche Follereau che negli anni precedenti aveva attaccato il regime nazista scrivendo una serie di articoli con titoli quali "Hitler, l'Anticristo".
Il soldato Follerau si rifugia così, come faranno in quel periodo molti degli uomini che costituiranno la resistenza francese, in un convento di suore alla periferia di Lione.
Sempre nel 1939 madre Eugenia, superiora generale delle Suore Missionarie, si era recata in un'isoletta nella laguna di Abidjan, in Costa d'Avorio: il cimitero dei lebbrosi dello stato africano. Sconvolta da quella visione suor Eugenia, tornata in Francia, si sfoga con Follereau, a cui confida di voler aiutare quella povera gente, magari costruendo a Abidjam una città, con case ed ospedali. Follereau decide allora cosa fare: esce dal convento, parte per una serie di conferenze in tutta la Francia, denunciano le condizioni dei lebbrosi e chiedendo fondi a chi è disposto a dargli una mano. Nel 1942, in piena guerra, lancia l'iniziativa di solidarietà L'ora dei poveri. Follereau continua la sua "crociata" nei duri anni successivi, mentre la guerra infuria. -
Nel 1946 lancia il Natale del Padre de Foucauld e fonda L'Ordine della Carità che diverrà in seguito la Fondazione Raoul Follereau. Nel 1953 con i soldi raccolti nei suoi giri di conferenze viene finalmente inaugurata ad Adzopé (Costa d'Avorio) la città dei lebbrosi con laboratori, radio, cinema, e tante piccole case al limitare della foresta. I primi malati escono così dall'emarginazione in cui da secoli erano tenuti, milioni di altri li seguiranno.
Rendendosi conto che la realtà dei lebbrosi del mondo è molto maggiore di quella vista a Adzopé Follereau decide di compiere il giro del mondo, per la prima ma non ultima volta nella sua vita. Dall'Africa all'Asia, passando per le isole dell'Oceano indiano, in tre anni Raoul si rende conto di quanto sia enorme e terribile il problema dei lebbrosi a livello mondiale:
«Nel secolo XX del Cristianesimo ho trovato lebbrosi in prigione, in manicomio, rinchiusi in cimiteri dissacrati, internati nel deserto con filo spinato attorno, riflettori e mitragliatrici. Ho visto le loro piaghe brulicare di mosche, i loro tuguri infetti, i guardiani col fucile. Ho visto un mondo inimmaginabile di orrori, di dolore, di disperazione» (Raoul Follereau)
Tornato in Francia, grida al mondo la rabbia e lo sdegno che lo pervadono: inizia così a tenere conferenze, manifestando la sua ira su giornali e libri; contemporaneamente compie l'equivalente di ben trentuno volte il giro del mondo per raccogliere fondi per curare i malati di lebbra. Nascono altre iniziative, come la "giornata del lebbroso", i "soccorsi urgenti" e la "scarpetta del lebbroso", che ogni bambino può mettere al camino sotto Natale.
Rendendosi conto che questa malattia non sarà mai vinta fino a quando milioni di persone saranno colpite dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla guerra, allarga il discorso a quelle che lui chiama le "altre lebbre": l'indifferenza, l'egoismo, l'ingiustizia.
Scrive ai capi di stato, propone lo sciopero dell'egoismo, denuncia, senza riguardi per nessuno, l'ingiustizia e l'ipocrisia in altre decine di scritti e altre migliaia di conferenze. Promuove nel 1954 la Giornata mondiale dei malati di lebbra, celebrata tuttora in 150 paesi. Tra il 1964 e il 1969 anima la campagna "il costo di un giorno di guerra per la pace", rivolta all'ONU, a cui aderiscono 4 milioni di giovani in 125 paesi. Chiede invano ai leader di USA e URSS di donare i soldi che spendono in una giornata della guerra in Vietnam, o ancora quelli che spendono per costruire un bombardiere.
Nel 1963, per il suo sessantesimo compleanno, chiede sessanta autoambulanze per i lebbrosi del mondo, ottenendone 104.
Raoul Follereau si spegne il 6 dicembre 1977 a Parigi: nella sua lunga attività in favore dei lebbrosi è riuscito a guarirne circa un milione, ha percorso due milioni di chilometri e raccolto e distribuito ai malati milioni di dollari.
Gli insegnamenti e l'esempio, attraverso il suo stesso linguaggio, sono riproposti nei numerosi libri che ha scritto, il più famoso dei quali è Le livre d'amour, pubblicato nel 1920 quando l'autore aveva solo 17 anni, diffuso in 10 milioni di copie e tradotto in 35 lingue.
La sua opera continua a vivere e rinnovarsi nel lavoro di decine di organizzazioni che portano il suo nome. In Italia, l'opera di Raoul Follereau a favore dei malati di lebbra e del Sud del Mondo è continuata dall'AIFO - Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau

Riferimento bibliografico
Teresio Bosco, Uomini come noi, Società Editrice Internazionale, 1968

• 1983 - Umberto Elia Terracini (Genova, 27 luglio 1895 – Roma, 6 dicembre 1983) è stato un politico e antifascista italiano, presidente dell'Assemblea costituente e dirigente - sempre in posizione di autonomia critica - del Partito Comunista Italiano. Numerose furono le volte in cui Terracini criticò frontalmente le decisioni del comitato centrale comunista: nel 1924 fu contrario, a seguito dell'assassinio di Giacomo Matteotti, alla svolta dell'Aventino; nel 1939 criticò l'alleanza tra Adolf Hitler e Stalin e fu per questo sospeso dal partito; negli anni Settanta fu contrario al compromesso storico e successivamente fu favorevole ad una politica più vicina alle posizioni di Israele

− 1985 - Denis de Rougemont, scrittore e filosofo svizzero (n. 1906)
Lasciata la Germania, tra il 1938 e il 1939 si dedica alla redazione dell'opera che gli dona la celebrità, L’amour et l’Occident, che trae spunto dal tentativo di una codificazione pessimistica del matrimonio, il quale piano piano stava perdendo la sua caratteristica religiosa per un'altra più laica, più passionale. Aspetto che poi enfatizzerà ancor di più nel 1954 quando la rielaborò per l'editore T.S. Elliot.
Rougemont sottolinea il fatto che la società e l'amore hanno due canoni diversi, ed il secondo per sopravvivere deve trasgredire alcune leggi della prima.
Il rapporto amore - morte, diventa quindi una scelta di vita, affinché l'amore possa sopravvivere, almeno idealmente. In questo modo non è più soggetto a canoni di critica arbitraria, ma rimane permeato in un'aurea che lo rende, seppure impalpabile, vivo dal punto di vista della consistenza.
Anche in questo caso si rende inalienabile profeta. Siamo a ridosso di un periodo di pura sensualità, con Herbert Marcuse, Norma Brown e i neo freudiani Lacan, Deleuze e Guattari, che spogliano definitivamente questo legame di ogni radice religiosa, il matrimonio come istituzione, esaltandone invece il solo legame passionale, a due, come radice primaria di sostentamento. Non più componente, ma elemento insostituibile. Manifestando il suo pessimismo, il De Rougemont sintetizza la crisi del matrimonio, come la conseguenza dell'incompatibilità tra ciò che si prova e ciò che si può immaginare.

• 2002 - Antonino Caponnetto (Caltanissetta, 5 settembre 1920 – Firenze, 6 dicembre 2002) è stato un magistrato italiano.
Si trasferì da giovanissimo dalla natìa Sicilia a Firenze, ove si laureò in giurisprudenza. Entrato in magistratura nel 1954, la sua carriera ebbe una svolta nel 1983 quando ottenne il trasferimento a Palermo, successivamente all'uccisione di Rocco Chinnici capo dell'Ufficio istruzione di Palermo. Seguendo la strategia studiata da Giancarlo Caselli per la lotta al terrorismo, realizzò un gruppo di magistrati con il compito di occuparsi a tempo pieno solo della lotta alla mafia. Il pool, che vide la partecipazione di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Giuseppe Ayala e Leonardo Guarnotta, istruì il primo grande processo contro la mafia e si servì delle dichiarazione di pentiti come Tommaso Buscetta.
Concluse la sua carriera nel 1990 e dovette assistere alla morte prima di Falcone e poco dopo di Borsellino, assassinati dalla mafia (straziante il suo commento alle telecamere subito dopo la Strage di via d'Amelio: «È finito tutto!»). Da allora, finché poté, si dedicò in un'opera di testimonianza contro l'illegalità. Nel 1993 fu candidato per la Rete all'elezioni amministrative di Palermo, divenendo così presidente del consiglio comunale.
Cittadino onorario di Palermo, Catania, Grammichele, presidente del consiglio comunale del capoluogo siciliano per un breve periodo, per tre volte è stato candidato a senatore a vita con raccolte di firme. A fargli gli auguri per i suoi 80 anni, fu anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Gli è stata recentemente intitolata la nuova mensa del Polo delle Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Firenze.


• 2008 - Dino Formaggio (Milano, 28 luglio 1914 – Illasi, 6 dicembre 2008) è stato un filosofo italiano.
Dino Formaggio inizia a lavorare giovanissimo, a soli dodici anni, in fabbrica alla Brown Boveri di Milano ma presto, la sua indole innata per lo studio e supportata da una vivace intelligenza, lo spronano a iscriversi a dei corsi serali.
Quest’esperienza di accomunare lo studio con il lavoro, dura ma anche formativa, (nel frattempo cambia lavoro iniziando a lavorare alle orologerie Binda per avere più tempo libero per studiare) acuisce sempre più la sua sensibilità per i problemi sociali, che costituiranno in seguito, anche quando diventerà professore di liceo e poi incaricato d'Estetica presso l'Università di Pavia, il soggetto prevalente del suo percorso culturale sia filosofico che umano.
Formaggio, ottenuto il diploma di maestro elementare nel 1933, viene trasferito a Motta Visconti nello stesso istituto dove alcuni anni prima aveva insegnato anche la poetessa Ada Negri. Pur insegnando prosegue negli studi iscrivendosi all'Università Statale di Milano e nel 1938, relatore il professor Antonio Banfi, si laurea discutendo una tesi, per quei tempi avveniristica, sul concetto di "Tecnica artistica" dal titolo "Fenomenologia dell'arte, rapporto tra arte e tecnica nelle estetiche europee contemporanee".
Nel primo dopoguerra, dopo aver partecipato negli ultimi anni di guerra civile attivamente alla lotta partigiana, inizia a lavorare presso l'Università di Milano come assistente alla cattedra d'Estetica, collabora alla rivista Studi filosofici e pubblica alcuni saggi, come Fenomenologia della tecnica artistica, riprendendo e ampliando la sua tesi di laurea e, in merito a questa pubblicazione, si aggiudica l'incarico alla cattedra di Estetica di Pavia.
Formaggio si trasferisce a Padova nel 1963, dopo aver vinto il concorso di Professore ordinario d’Estetica presso l'Università di Padova, tra il 1966 ed il 1978, un periodo molto difficile per tutto il mondo accademico italiano e in modo particolare per quello di Padova a causa delle forti tensioni causate dalla rivolta studentesca prima e dal nascente terrorismo armato poi, assumendo dapprima l'incarico di Preside della Facoltà di Magistero e poi quella di Pro-rettore.
Nel 1996 gli viene conferito il premio Lion d'Or International 1996 nell'arena romana di Nîmes per le pubblicazioni di filosofia e il suo impegno civile.
In provincia di Padova e precisamente a Teolo, il comune gli ha dedicato un museo di arte contemporanea che al suo interno, oltre le opere dello stesso Formaggio, sono esposte anche opere donate da altri artisti.