Condividi:

Il calendario del 5 Giugno

Fonte:
CulturaCattolica.it

Eventi

▪ 1224 - Federico II del Sacro Romano Impero fonda l'Università degli Studi di Napoli

▪ 1288 - Nella battaglia di Worringen si scontrano gli eserciti di Giovanni I di Brabante e dell'Arcivescovo di Colonia Siegfried II di Westerburg, una delle battaglie più sanguinose del Medioevo.

▪ 1561 - strage dei valdesi di Guardia Piemontese popolo di lingua occitana

▪ 1741 - Vitus Bering lascia la Kamčatka per esplorare l'Alaska

▪ 1783 - I Fratelli Montgolfier dimostrano in pubblico la loro montgolfière

▪ 1829 - La HMS Pickle cattura la nave negriera Voladora al largo di Cuba

▪ 1833 - Ada Lovelace incontra Charles Babbage

▪ 1841 - San Giovanni Bosco viene ordinato sacerdote

▪ 1849 - La Danimarca diventa una monarchia costituzionale dopo la firma della nuova costituzione

▪ 1900 - Guerra Boera: I soldati britannici prendono Pretoria (Sudafrica)

▪ 1917 - Prima guerra mondiale: Gli Stati Uniti iniziano la Coscrizione

▪ 1940 - Il gabinetto canadese dichiara illegali le organizzazioni Naziste, Fasciste e Comuniste e ne imprigiona i capi

▪ 1944

  1. - Seconda guerra mondiale: Più di 1.000 bombardieri britannici sganciano 5.000 tonnellate di bombe sulle batterie di artiglieria tedesche della costa di Normandia come preparazione per il D-Day
  2. - Seconda guerra mondiale: Roma cade in mano agli Alleati. È la prima capitale di una nazione dell'Asse a cadere

▪ 1947 - Piano Marshall: Il Segretario degli Stati Uniti George Marshall propone l'aiuto economico per i paesi d'Europa

▪ 1963 - - Il Segretario di Stato alla Guerra del Regno Unito, John Profumo, dà le dimissioni a causa di uno scandalo sessuale
Nel 1960 Profumo venne nominato Segretario di Stato alla guerra (un incarico oggi obsoleto) nel governo di Harold Macmillan. Il 22 marzo 1963 si dimise a causa di uno scandalo politico noto come Scandalo Profumo, che ebbe origine da una breve relazione che il politico ebbe con una showgirl, Christine Keeler, che era sentimentalmente coinvolta anche con un funzionario dell'ambasciata sovietica.
Il principale errore di Profumo fu quello di mentire alla Camera dei Comuni. Nel marzo 1963 dichiarò che "non c'è assolutamente nulla di improrio" nella sua relazione con la Keeler. Profumo confessò in giugno di aver fuorviato la Camera dei Comuni. Il 5 dello stesso mese rassegnò le sue dimissioni da ministro del gabinetto, da membro del parlamento e da consigliere privato.

▪ 1967 - Guerra dei Sei Giorni: L'aviazione Israeliana lancia attacchi simultanei contro le forze aeree di Egitto, Giordania, e Siria
La guerra dei sei giorni ebbe inizio il 5 giugno 1967 e si annovera nella storia del conflitto arabo-israeliano come il terzo scontro militare. Fu combattuta da Israele contro Egitto, Siria, e Giordania. L'Iraq, l'Arabia Saudita, il Kuwait e l'Algeria appoggiarono con truppe ed armi la fazione dei paesi arabi. Il conflitto si risolse in pochi giorni a favore di Israele che occupò i territori palestinesi; l'esito della guerra influenza ancora oggi la situazione geopolitica del vicino oriente. Il 10 giugno le ostilità cessarono, ed Israele vide la propria estensione geografica quadruplicata, portando a proprio favore la situazione politica in Vicino Oriente, con effetti anche nei rapporti internazionali tra le grandi potenze.

Conseguenze
La Siria perse le alture del Golan, l'Egitto la striscia di Gaza che occupava dal 1948 e la penisola del Sinai fino al canale di Suez, mentre Israele prese alla Giordania, l'insieme delle sue conquiste del territorio palestinese ottenute nel 1948.
L'annessione di Gerusalemme venne ratificata all'indomani del conflitto, indicando la volontà d'Israele di conservare in tutto o in parte le sue conquiste.
Gli Stati Uniti, a differenza di quanto avvenne nel 1956, quando avevano preso le parti dello Stato ebraico, chiesero il ritiro senza condizioni dai territori che erano stati occupati. Israele invece sperava di aprire, sullo scambio di territori, una porta alla pace ma i Paesi arabi si riunirono alla conferenza di Karthum e opposero un netto rifiuto.
Fu trovato dalle grandi potenze un compromesso: la "risoluzione 242" delle Nazioni Unite che subordinava il ritiro israeliano dai Territori Occupati allo stabilirsi di una pace "giusta e duratura" e alla cessazione delle attività terroristiche da parte dei palestinesi. Israele vi aderì, anche se malvolentieri, seguita da Nasser e da re Husayn di Giordania, mentre i palestinesi che avevano l'appoggio della Siria la rifiutarono.

▪ 1968 - Sirhan Sirhan spara a Robert F. Kennedy all'Ambassador Hotel di Los Angeles, California. Kennedy morirà il giorno dopo

▪ 1975 - Il Canale di Suez riapre per la prima volta dalla Guerra dei Sei Giorni

▪ 1975 - Nello scontro a fuoco tra carabinieri e brigatisti rossi per la liberazione di Vittorio Vallarino Gancia muoiono l'appuntato Giovanni D'Alfonso e la brigatista Margherita Cagol.

▪ 1984 - Il Primo Ministro dell'India, Indira Gandhi, ordina un attacco al Tempio d'Oro, il luogo santo dei Sikh

▪ 1995 - Viene creato per la prima volta il Condensato di Bose-Einstein
Il condensato di Bose-Einstein (in sigla BEC) è uno stato della materia che si ottiene quando si porta un insieme di bosoni a temperature estremamente vicine allo zero assoluto (0 K, oppure -273,15 °C). In queste condizioni di grande raffreddamento, una frazione non trascurabile delle particelle si porta nello stato quantistico di più piccola energia, e gli effetti quantistici si manifestano su scala macroscopica.
Questo stato della materia venne predetto per la prima volta, sulla base della meccanica quantistica da Albert Einstein, basandosi sul lavoro di Satyendra Nath Bose, nel 1925. Settanta anni più tardi, il primo condensato di questo tipo fu prodotto da Eric Cornell e Carl Wieman nel 1995 al laboratorio NIST-JILA dell'Università del Colorado, usando un gas di rubidio alla temperatura di 170 nanokelvin (nK). Cornell e Wieman e Wolfgang Ketterle hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica nel 2001.
Attualmente lo studio dei condensati congiunge vasti campi della fisica: La fisica atomica, la fisica dei molti corpi, l'ottica quantistica.

▪ 1998 - a Firenze parte la prima edizione dell'hackmeeting

▪ 1999 - al Giro d'Italia la maglia rosa Marco Pantani è fermato a Madonna di Campiglio per un livello troppo alto di ematocrito nel sangue, dopo la vittoria del giorno precedente in maglia rosa

▪ 2006 - Iraq: In un'esplosione alle 21.35 (19.35 in Italia) a Nassiriya muore il sottufficiale Alessandro Pibiri della Brigata Sassari, e restano feriti altri 4 militari italiani, uno dei quali gravemente

Anniversari

* 754 - San Bonifacio, al secolo Wynfrith (Crediton, 673 c.ca – Dokkum, 5 giugno 754), fu un monaco benedettino di origine anglosassone, missionario in Assia e Turingia: è ritenuto l'apostolo della Germania.
Nacque tra il 672 e il 675 nel regno di Wessex.
Missionario in Frisia dal 716, sotto la guida di Villibrordo, ricevette da Carlo Martello l'incarico di evangelizzare i territori dell'Assia e della Turingia, incontrando difficoltà anche per le apparizioni instabili dei missionari iroscozzesi. Era necessaria maggiore autorità, quindi prese per la seconda volta la via di Roma: nominato vescovo e legato pontificio da papa Gregorio II nel 722, Per potergli concedere ancora maggiore autorità e favorirlo nella sua opera, papa Gregorio III lo nominò nel 732 arcivescovo senza sede fissa e lo autorizzò a consacrare vescovi per le nuove diocesi. Visto che la dignità e l'autorità vescovile non gli erano ancora sufficienti, Bonifacio si recò per la terza volta a Roma nel 737-738 e si fece nominare dal papa nunzio apostolico per la Baviera, l'Alemannia, l'Assia e la Turingia, con l'incarico speciale di dare a quei paesi un'organizzazione ecclesiastica più rigida. A Roma ottenne anche nuovi collaboratori per questa sua opera: erano monaci provenienti dal monastero di Montecassino.
In seguito si insediò a Magonza nel 745 e si adoperò per la riorganizzazione della Chiesa nei territori franchi sotto i regni di Carlomanno e Pipino il Breve (738-747).
La vita religiosa di queste terre era decaduta fortemente, il clero inferiore incolto e sfrenato, l'alto clero ingolfato in attività materiali e mondane e quasi privo di collegamento con la Sede romana.
Carlo Martello, respingendo l'attacco degli Arabi in Francia si rese benemerito alla causa cattolica; ma per i diritti della Chiesa e per la sua disciplina ebbe pochi riguardi: nominò vescovi ed abati non badando alla loro canonica idoneità, ma solo a mire politiche e, senza alcun ritegno, dispose dei beni ecclesiastici per scopi profani.
Sotto la direzione di Bonifacio si tennero alcuni sinodi che emanarono salutari provvedimenti, promulgati poi come leggi della Chiesa insieme e dello Stato (“capitularia”).
In particolare vi si esortò il clero a condurre una vita conforme ai canoni (proibizione di portare armi, della caccia, del vestito laicale e del concubinato), i membri del clero furono assoggettati alla vigilanza del vescovo, si prescrisse per i monaci la regola di S. Benedetto, si proibirono usanze pagane e superstiziose e la diffusione di dottrine eretiche, si insisté per l'elezione canonica dei vescovi (esclusione dei laici).
I regnanti del paese non solo accettarono le idee riformatrici del missionario ma anche la sua diretta unione con Roma.
Nel 747 durante un sinodo, i vescovi presenti, sotto la guida di Bonifacio, indirizzarono un solenne voto di fedeltà al papa.
Il suo epistolario contiene preziose informazioni sulle popolazioni della Germania del tempo, definite (Ep. 76) «feroci e ignoranti» che, pur convertite al cristianesimo, continuano a praticare superstizioni pagane, e sul clero, i cui diaconi, ignoranti di dottrina, (Ep. 50) «si portano a letto, la notte, quattro o cinque concubine».
Dovette risolvere problemi di natura dogmatica, come stabilire (Ep. 32) se fosse valido - e tale lo considerava andando però contro la normativa della Chiesa - il matrimonio fra una vedova e il suo padrino di battesimo o il battesimo (Ep. 68) impartito da un prete ignorante di latino con l'errata formula "Baptizo te in nomine patria et filia et spiritus santi". Bonifacio sconfessò tale battesimo ma, ripreso da Virgilio, vescovo di Salisburgo, la sua iniziativa fu censurata da papa Zaccaria I.
Gli ultimi anni della sua vita operosa furono pieni di amare delusioni: era il missionario anglosassone straniero. Bonifacio allora si ritirò e scelse come sede metropolitana Magonza e qui, nell'abbazia che gli era più cara, Fulda, continuò la sua missione pastorale e spirituale. Quando papa Stefano II, nell'anno 753 o 754, si presentò come postulante nel regno dei Franchi e in quell'occasione ripeté l'unzione e l'incoronazione di Pipino in tutta solennità, Bonifacio stava proprio per intraprendere il suo ultimo viaggio missionario in Frisia. E in quella regione il 5 giugno 754 fu ucciso insieme con cinquantadue compagni.

L'evangelizzazione dei Germani
È difficile stabilire quale sia il culto esatto al quale le popolazioni germaniche venivano convertite: è piuttosto arduo infatti supporre un'aderenza strettamente ortodossa al cristianesimo per popolazioni dalle radicate tradizioni pagane a tratti inconciliabili con il cristianesimo, come la guerra come esperienza sacra, la magia, ecc. Si pensa perciò che le conversioni si basassero su un'aderenza superficiale a cerimonie e sacramenti, restando sommerse le credenze pagane, tra l'altro benevolmente tollerate dalla Chiesa e combattute semmai con lo strumento della confessione: ci restano infatti numerosi manuali per confessori dell'epoca chiamati poenitentialia, dove sono frequenti le annotazioni riguardo al substrato culturale e "folklorico" delle popolazioni germaniche.

La questione degli antipodi
Si scontrò ancora con Virgilio di Salisburgo nel 748, segnalando a papa Zaccaria I che Virgilio avrebbe sostenuto l'esistenza (Ep. 80) di «un altro mondo, altri uomini sotto la terra, ovvero un altro sole e un'altra luna». Virgilio, conosciuto alla corte di Pipino il Breve e stimato per la sua dottrina di geometra, ed elevato alla dignità vescovile da Otilo, duca dei Bavari, fu assolto nel processo tenuto a Roma quello stesso anno.
La questione all'origine della controversa, per quanto non chiara dalle testimonianze rimasteci, dovettero consistere in realtà nella questione degli antipodi.
Macrobio, nel commento al Somnium Scipionis di Cicerone, (II, 5), sostiene la divisione in tre parti climatiche degli emisferi della Terra: nell'emisfero boreale esistono una zona artica o frigida, compresa nel circolo polare, una zona temperata, l'unica abitata, che si estende dal circolo polare al tropico, e una caldissima zona equatoriale o perusta, estesa dal tropico all'equatore; analogamente vanno le cose nell'emisfero australe e pertanto vi deve esistere una zona temperata abitata.
Questa teoria fu confermata da Marziano Capella nel suo De nuptiis Mercurii et Philologiae, (VI, 605), ma negata da sant'Agostino nel De civitate Dei (XVI, 9), il quale sostiene che è impossibile passare da un emisfero all'altro e gli antipodi non esistono perché Cristo non si sarebbe sacrificato anche per le popolazioni che lo abitassero, il che sarebbe assurdo perché contrario alle Scritture. È probabile che questo sia stato l'argomento portato, invano, da Bonifacio contro Virgilio.

Culto
Le reliquie di san Bonifacio riposano nell'abbazia di Fulda e tutt'oggi sono considerate tra le più importanti per la nazione tedesca.
È venerato come santo e martire da numerose Chiese cristiane: per la sua opera di evangelizzazione è detto l'apostolo della Germania. È venerato dalla Chiesa cattolica il 5 giugno.
Il 4 maggio 1919 papa Benedetto XV scrisse l'enciclica In Hac Tanta in cui commemorò l'evangelizzazione della Germania e celebrò la memoria di san Bonifacio.

▪ 1003 - Atanasio l'Atonita (Trebisonda, 920 ca. – Karyes, 5 giugno 1003) è stato un monaco greco. chiamato anche Atanasio di Trebisonda, fu un monaco bizantino che fondò la Repubblica del Monte Athos, è una delle più importanti figure del monachesimo presso le chiese d'oriente.
Nacque a Trebisonda attuale Trabzon in Turchia, con il nome di Abraamios, in una famiglia dell'alta aristocrazia bizantina originaria di Antiochia. Orfano in giovane, età venne allevato da una parente della madre, sposa di una delle persone più importanti della città. Completò i suoi studi a Costantinopoli dove divenne professore. Conobbe e divenne grande amico di Michele Maleinos, egumeno di un monastero situato sul monte Kyminas in Bitinia. L'incontro con il santo monaco fece nascere nel giovane professore la vocazione e si ritirò nel monastero retto da Michele, assumendo il nome di Atanasio; nel monastero conobbe Niceforo, futuro imperatore di Bisanzio.
La sua vocazione eremitica lo portò a isolarsi completamente, portando con sé oltre alle vesti solo due libri e il cappuccio da monaco del suo maestro. Si rifugiò sul Monte Athos che era già abitato da molti eremiti. Qui l'amico Niceforo lo ritrovò nel 960 e lo convinse a partire per una campagna di guerra contro i Saraceni a Creta. In ricordo della vittoria, Atanasio accettò i fondi necessari per costruire una chiesa dedicata alla Santa Vergine a cui fece seguito nel 963 la costruzione del monastero della Grande lavra che ancora oggi ospita i monaci eremiti. La chiesa cambiò nome in seguito e venne dedicata al santo che in essa trovò sepoltura. Questo monastero incorporò diverse skita.
Questo si ottenne in mezzo a molte polemiche sorte tra gli anacoreti della Santa Montagna, per un certo periodo Atanasio abbandonò il monte ritirandosi a Cipro. Una visione lo fece tornare sulla Santa Montagna dove divenne egumeno della Grande Lavra e dove compose il typikon (la regola del cenobio), regola che si rifaceva a santi monaci Teodoro Studita e Basilio Magno. L'imperatore Giovanni I di Bisanzio, avvertito delle polemiche che accompagnavano il lavoro del nostro, inviò l'ispettore Eutimio a controllare quanto avveniva: questi approvò la riforma di Atanasio e l'imperatore la ufficializzò con una crisobolla nel 971. Confortato e sostenuto dalla corte il santo riprese con gran lena l'opera di costruttore di monasteri, facendosi muratore e carpentiere.
La morte lo colse mentre con altri cinque monaci tentava di sollevare l'architrave di una chiesa in costruzione, che rovinò sui monaci provocando la morte dei costruttori: era il 5 giugno del 1003.

▪ 1530 - Mercurino Arborio marchese di Gattinara (Gattinara, 10 giugno 1465 – Innsbruck, 5 giugno 1530) è stato un politico, giurista e umanista italiano.
Era poliglotta e si esprimeva in italiano, spagnolo, francese, tedesco ed olandese.
Dal 1501 fu consigliere della duchessa Margherita d'Asburgo, presso cui svolse un'opera particolarmente apprezzata, tanto da avere la presidenza del parlamento di Borgogna quando la stessa ebbe il governo della Borgogna.
Il 15 ottobre 1517 Carlo V, da poco divenuto re di Spagna, fece pervenire a Mercurino attraverso suo nonno l'imperatore Massimiliano d'Asburgo, l'invito a ricoprire l'importante incarico di consigliere e Gran Cancelliere del re. La collaborazione del Gattinara continuerà dal 1517 sino alla sua morte.
Gattinara lavorava anche 18 ore al giorno ed aveva come scopo l'insediamento del re come guida politica, spirituale e militare dell'Europa unita, in una visione imperiale che «traeva linfa dalla sua formazione cosmopolita, dalla familiarità che aveva con gli scritti politici di Dante e soprattutto dalle aspirazioni umanistiche ad una respublica christiana.» ([1])
Egli sostenne Carlo V nella conquista della corona imperiale; riorganizzò l'esercito e la finanza, emanò leggi a favore dei nativi americani e scrisse un trattato di buon governo.
Nel 1529 venne nominato cardinale da papa Clemente VII.

Note
1. J. H. Elliott, La Spagna imperiale, op. cit. in bibliografia, p. 163.

Bibliografia
▪ John H. Elliott, La Spagna imperiale. Bologna, il Mulino, 1994. ISBN 88-15-01499-3.

▪ 1873 - Urbano Rattazzi (Alessandria, 30 giugno 1808 – Frosinone, 5 giugno 1873) è stato un politico italiano.

Il parlamento subalpino
Deputato nel primo parlamento subalpino (aprile 1848) nelle file della sinistra storica per il collegio di Alessandria 1, rimase alla camera per 11 legislature.
Fu un politico energico e battagliero e si distinse sostenendo, nel giugno 1848, un progetto favorevole alla convocazione della Costituzione prima dell'unione tra Piemonte e Lombardia.
Venne nominato ministro della Pubblica Istruzione nel governo Casati (27 luglio-agosto 1848), reggendo per pochi giorni anche il dicastero dell'Industria, dell'Agricoltura e del Commercio (4 agosto); si dimise sostenendo la necessità di una ripresa delle ostilità contro l'Austria. In seguito alla crisi del 1848 e all'avvento al potere nel dicembre di Vincenzo Gioberti, diventò sino al febbraio 1849 ministro di Grazia e Giustizia in quel governo e poi, nel gabinetto Chiodo, ministro dell'Interno.
Spettò a lui informare la Camera della ripresa delle ostilità contro l'Austria, e della sconfitta di Novara.
Caduto, dopo la sconfitta di Novara, il ministero Chiodo, prese le distanze dalla sinistra estrema e formò quel "Centro-sinistro". Fu rieletto il 9 dicembre 1849.
Nel 1852, il centro-sinistra si alleò con il centro-destra del conte di Cavour con la formula del Connubio. Conseguentemente, l'11 maggio 1852 venne eletto Presidente della Camera dei deputati, restando in carica fino all'ottobre 1853.
Rattazzi entrò nel ministero Cavour per assumere, dapprima, il dicastero di Grazia e Giustizia e poi dal maggio 1855 sino al gennaio 1858, quello degli Interni. Per sua iniziativa fu varata la legge sulla soppressione delle corporazioni religiose.

L'unità d'Italia
Dimessosi, tornò a ricoprire la presidenza della Camera nel 1859, che lasciò quasi subito per entrare nel governo La Marmora come ministro degli Interni durante un periodo di guerra, grazie quale al governo vengono concessi poteri straordinari. Ne approfittò per ridisegnare i confini amministrativi del Piemonte (annessione della Provincia di Novi e brevemente della ex Provincia di Bobbio, senza il bisogno di passare per la Camera (Regio Decreto 3702 del 23 ottobre 1859, detto Decreto Rattazzi).
Successivamente Rattazzi divenne, il 18 febbraio 1861 primo Presidente della Camera dopo l'Unità d'Italia.

La questione romana
Il 3 marzo 1862, caduto il ministero Ricàsoli, assunse, con la presidenza del Consiglio, l'interim dell'Interno. Durante gli eventi che precedettero la crisi di Aspromonte, non fu capace di fermare con sufficiente tempismo Giuseppe Garibaldi, fu costretto a ricorrere ad una spedizione militare che dovette affrontarlo in campo aperto all'Aspromonte: travolto dalla crisi, l'8 dicembre 1862 fu sostituito da Luigi Carlo Farini.
Solo cinque anni dopo, tornato al potere il 10 aprile 1867, succedendo di nuovo a Ricasoli (come nel '62), dovette affrontare nuovamente la questione romana: profittando della immensa popolarità derivatagli dalla vittoria di Bezzecca, Garibaldi stava ritentando l’impresa (battaglia di Mentana). Rattazzi questa volta agì preventivamente, facendo arrestare Garibaldi, ma quando il generale sfuggì rocambolescamente da Caprera e sbarcò in Toscana, Rattazzi fu costretto dal Re a rassegnare le dimissioni (27 ottobre 1867), e terminò la sua carriera politica.
Sposò nel 1863, Maria Wyse Bonaparte (1833-1902), al suo secondo matrimonio, figlia del diplomatico inglese Thomas Wise e di Maria Letizia Bonaparte, nipote di Napoleone.

▪ 1975 - Margherita Cagol, detta Mara (Trento, 8 aprile 1945 – Melazzo, 5 giugno 1975) è stata una terrorista italiana, una delle fondatrici delle Brigate Rosse.
Margherita Cagol nasce in una famiglia borghese: la madre è una farmacista, il padre Carlo gestisce una profumeria a Trento. Ha due sorelle, Milena e Lucia, e riceve un'educazione cattolica (Trento è una città di lunga tradizione cattolica, che per secoli ha avuto come principe il vescovo). Dopo aver conseguito con buoni voti il diploma in ragioneria e quello in chitarra classica al conservatorio[1], nel 1964 si iscrive alla Facoltà di Scienze Sociali di Trento.

Gli anni dell'Università e il primo impegno politico
Presto entra a far parte del movimento studentesco, in cui conosce Renato Curcio, ideologo e futuro fondatore delle Brigate Rosse, con il quale si lega sentimentalmente.
Dal 1967 Curcio e il suo gruppo collaborano con la rivista Lavoro Politico, che pubblica solo nove numeri ma diventa un punto di riferimento per la sinistra radicale, d'ispirazione marxista-leninista. La redazione della rivista entra poi nel Partito Comunista d'Italia. Anche Margherita Cagol collabora alla rivista: “Il nostro giornale in questo momento in Italia è il periodico di sinistra più letto e maggiormente influente (tiriamo 5000 copie!). Ogni decisione è quindi della massima importanza”, scrive in una lettera. Fa ricerche minuziose, come quella sulle condizioni dei contadini del trentino, che servono all'elaborazione teorica del gruppo.
Nel 1969 si laurea con una tesi sulla Qualificazione della forza lavoro nelle fasi dello sviluppo capitalistico, in cui discute i Grundrisse di Karl Marx. Il relatore è Francesco Alberoni. Le cronache narrano che, conclusa la discussione, alza il braccio sinistro con il pugno chiuso. La votazione è di 110 e lode e le offrono di svolgere un corso biennale di sociologia all'Umanitaria di Milano, dietro compenso di una borsa di studio.
Dopo pochi giorni si sposa con Renato Curcio, e con lui si trasferisce a Milano. L'8 settembre 1969 Margherita Cagol, Curcio ed altri fondano il Collettivo Politico Metropolitano (CPM). È questo il periodo in cui vengono introdotti nelle fabbriche e in cui conoscono i giovani che faranno parte delle future Brigate Rosse.

La fondazione delle Brigate Rosse
Nel 1970 fonda, insieme a Curcio e Alberto Franceschini, dopo i convegni di Chiavari e Pecorile, quelle che diventeranno poi le Brigate Rosse. Ricorda Curcio: “Che lei (Margherita Cagol, N.d.A.) abbia voluto l'organizzazione armata quanto me, se non più di me, è un fatto”[2].
Cagol e Curcio sono fermati durante un'occupazione di case a Quarto Oggiaro e questo fermo viene seguito da una prima perquisizione nel loro appartamento: i poliziotti non trovano nulla ma il fatto rimbalza alla Mondadori, dove lavora Curcio, che perde il lavoro. Da quel momento entrano in clandestinità. Se si eccettua un breve fermo nel marzo ’72 dopo la morte di Feltrinelli (viene rilasciata dopo un interrogatorio di rito), di lei si perdono le tracce.

L'attivita terroristica
La storia di Margherita Cagol, ormai la “compagna Mara”, diventa la storia delle Br: è una “capocolonna”, che organizza e partecipa a tutte le più importanti azioni delle Br.
Nell'estate del ’72 "Mara" e Curcio, in clandestinità, si trasferiscono a Torino, cominciando la penetrazione delle Brigate rosse alla Fiat. Vanno a vivere in un appartamento in corso Francia, al numero 166.
Nella primavera del 1974 Cagol organizza, dirige e partecipa al rapimento del giudice Mario Sossi, conclusosi con la liberazione dell'ostaggio dopo oltre un mese di prigionia.
L'8 settembre 1974 Curcio e Franceschini sono arrestati. Poco dopo Mara scrive ai genitori:
«[...] Ora tocca a me e ai tanti compagni che vogliono combattere questo potere borghese ormai marcio continuare la lotta. [...] È giusto e sacrosanto quello che sto facendo, la storia mi dà ragione come l'ha data alla Resistenza nel '45. Ma voi direte, sono questi i mezzi da usare? Credetemi non ce ne sono altri. Questo stato di polizia si regge sulla forza delle armi e chi lo vuol combattere si deve mettere sullo stesso piano. In questi giorni hanno ucciso con un colpo di pistola un ragazzo, come se niente fosse, aveva il torto di aver voluto una casa dove abitare con la sua famiglia. Questo è successo a Roma, dove i quartieri dei baraccati costruiti coi cartoni e vecchie latte arrugginite stridono in contrasto alle sfarzose residenze dell'Eur. Non parliamo poi della disoccupazione e delle condizioni di vita delle masse operaie nelle grandi fabbriche della città. È questo il risultato della "ricostruzione", di tanti anni di lavoro dal '45 ad oggi? Sì è questo: sperpero, parassitismo, lusso sprecato da una parte e incertezze, sfruttamento e miseria dall'altra. [...] Oggi, in questa fase di crisi acuta occorre più che mai resistere affinché il fascismo sotto nuove forme "democratiche" non abbia nuovamente il sopravvento. Le mie scelte rivoluzionarie dunque, nonostante l'arresto di Renato, rimangono immutate. [...] Margherita [...]. [3] » (Margherita Cagol)
Le Brigate Rosse, e Mara Cagol per prima, cominciano ad organizzare un piano per far evadere Curcio, rinchiuso nel carcere di Casale Monferrato. Nel pomeriggio del 18 febbraio 1975 Margherita Cagol guida l'irruzione nel carcere e, minacciando una strage, fa fuggire Curcio.

La morte
Nell'aprile del ’75 lei, Curcio e Moretti decidono di attuare un sequestro di persona per autofinanziarsi. Il 4 giugno l'industriale Vittorio Vallarino Gancia viene rapito e trasportato alla cascina Spiotta, in località Arzello nel comune di Melazzo, sulle colline di Acqui Terme (AL). Margherita Cagol rimane a sorvegliare Gancia, insieme ad un altro brigatista, mai identificato.
La mattina del 5 giugno una pattuglia di quattro carabinieri, in perlustrazione sulle colline di Arzello, arriva alla cascina Spiotta. I due terroristi, tendono una imboscata ai carabinieri, e quando questi si avvicinano alla porta lanciano una bomba a mano che colpisce il tenente Umberto Rocca, che, preso in pieno dalla bomba a mano, perde un braccio e un occhio ed il maresciallo Rosario Cattafi, investito dalle schegge, rimane ferito; i due terroristi escono dalla casa sparando, nel conflitto a fuoco rimane ucciso l'appuntato Giovanni D'Alfonso che muore in ospedale dopo alcuni giorni di agonia. I due terroristi riescono a raggiungere una loro auto, la mettono in moto ma si scontrano con un'auto dei carabinieri posteggiata in mezzo alla strada. Fingono di arrendersi ma riprendono a sparare, nel conflitto a fuoco Margherita Cagol rimane uccisa per i numerosi colpi d'arma da fuoco. L'unico a rimanere illeso tra i carabinieri è l'appuntato Pietro Barberis, mentre l'altro dei due brigatisti, rimasto sconosciuto, riesce a fuggire verso il bosco.
Secondo i brigatisti,[4] il fuggitivo avrebbe poi raccontato di aver sentito un ulteriore sparo dopo lo scontro a fuoco, ed in seguito a questo racconto le BR hanno insinuato il dubbio di un'uccisione a freddo, ma non esistono conferme di tutto ciò.
Nel referto dell'autopsia, eseguita dal professor Athos La Cavera, si legge: "Ferita da arma da fuoco con caratteri di entrata alla regione mediale del cavo ascellare sinistro con alone ecchimotico circostante e ferita da arma da fuoco con i caratteri di uscita sulla linea ascellare posteriore destra pressoché orizzontale rispetto al foro di entrata".[5] I risultati dell'autopsia concludono che fu colpita sulla parte sinistra del petto con fuoriuscita del proiettile nella parte destra della schiena.
Margherita Cagol è sepolta nel cimitero monumentale di Trento[6].

Commemorazione delle Brigate Rosse
Renato Curcio, in un volantino della organizzazione terroristica, scrisse,
«Ai compagni dell'organizzazione, alle forze sinceramente rivoluzionarie, a tutti i proletari. È caduta combattendo Margherita Cagol, “Mara”, dirigente comunista e membro del Comitato esecutivo delle Brigate Rosse. La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà dimenticare. Fondatrice della nostra organizzazione, “Mara” ha dato un inestimabile contributo di intelligenza, di abnegazione, di umanità, alla nascita dell'autonomia operaia e della lotta armata per il comunismo. Comandante politico-militare di colonna, “Mara” ha saputo guidare vittoriosamente alcune fra le più importanti operazioni dell'organizzazione. Valga per tutte la liberazione di un nostro compagno dal carcere di Casale Monferrato. Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! È la guerra che decide in ultima analisi della questione del potere: la guerra di classe rivoluzionaria. E questa guerra ha un prezzo: un prezzo alto certamente, ma non così alto da farci preferire la schiavitù del lavoro salariato, la dittatura della borghesia nelle sue varianti fasciste o socialdemocratiche. Non è il voto che decide la conquista del potere; non è con una scheda che si conquista la libertà. Che tutti i sinceri rivoluzionari onorino la memoria di “Mara” meditando l'insegnamento politico che ha saputo dare con la sua scelta, con il suo lavoro, con la sua vita. Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile! Noi, come ultimo saluto, le diciamo: “Mara”, un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà le Brigate Rosse continueranno a coltivarlo fino alla vittoria! Lotta armata per il comunismo. [7]» (Volantino delle Brigate Rosse, scritto da Renato Curcio)

Bibliografia
Stefania Podda, Nome di battaglia Mara. Vita e morte di Margherita Cagol il primo capo delle Br, Sperling & Kupfer 2007 ISBN 9788820043032

Note
1. quotidiano l'Unità del 07-06-1975, pag.5
2. Progetto Memoria (a cura di), Sguardi ritrovati, Sensibili alle foglie, 1995, p. 8
3. Progetto Memoria (a cura di), Sguardi ritrovati, Sensibili alle foglie, 1995, pp. 71-72
4. Due versioni della battaglia di cascina Spiotta
5. Il referto dell'autopsia è citato in Stefania Podda, Nome di battaglia Mara, Sperling & Kupfer Editori 2007
6. quotidiano la Repubblica del 28-08-1993, pag.15
7. Progetto Memoria (a cura di), Sguardi ritrovati, Sensibili alle foglie, 1995, pp. 72-73
8. "Per fare un esempio, scrivevo "Il nome della rosa", dove il mio unico interesse era mettere in scena una complessa trama poliziesca all’interno di un’abbazia, che poi ho deciso di situare nel Trecento perché mi erano capitati alcuni documenti estremamente affascinanti sulle lotte pauperistiche dell’epoca. Nel corso della narrazione mi accorsi che emergevano – attraverso questi fenomeni medievali di rivolta non organizzata – aspetti affini a quel terrorismo che stavamo vivendo proprio nel periodo in cui scrivevo, più o meno verso la fine degli anni Settanta. Certamente, anche se non avevo un’intenzione precisa, tutto ciò mi ha portato a sottolineare queste somiglianze, tanto che quando ho scoperto che la moglie di Fra’ Dolcino si chiamava Margherita, come la Margherita Cagol moglie di Curcio, morta più o meno in condizioni analoghe, l’ho espressamente citata nel racconto. Forse se si fosse chiamata diversamente non mi sarebbe venuto in mente di menzionarne il nome, ma non ho potuto resistere a questa sorta di strizzata d’occhio con il lettore". In Alessandra Fagioli, Il romanziere e lo storico. Intervista a Umberto Eco, "Lettera Internazionale" 75, 2003, pp. 24.

▪ 2004 - Ronald Wilson Reagan (Tampico, 6 febbraio 1911 – Los Angeles, 5 giugno 2004) è stato un politico e attore statunitense. È stato il 40° presidente degli Stati Uniti d’America, in carica dal 1981 al 1989.

Vai a "Giorno per giorno"