Il calendario del 5 Dicembre

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

• 1484 - Papa Innocenzo VIII scrive la bolla pontificia Summis desiderantes contro l'attività di maghi e streghe in Germania che porterà all'Inquisizione

• 1492 - Cristoforo Colombo diventa il primo europeo a mettere piede sull'isola di Hispaniola (oggi Haiti e Repubblica Dominicana)

• 1746 - A Genova il Balilla dà l'avvio alla rivolta popolare che cinque giorni più tardi porterà alla cacciata degli austriaci di Botta-Adorno

• 1766 - A Londra, James Christie esegue la sua prima vendita (in seguito fonderà Christie's, la più vecchia casa d'aste del mondo)

• 1848 - Corsa all'oro californiana: in un messaggio letto davanti al Congresso degli Stati Uniti il presidente James Knox Polk conferma che grandi quantità d'oro sono state scoperte in California

• 1926 - Prima della La corazzata Potëmkin di Sergei Eisenstein

• 1933 - Fine del Proibizionismo: lo Utah diventa il 36° stato a ratificare il XII emendamento, facendo raggiungere la quota dei 3/4 necessaria a farlo entrare in vigore

• 1934 - Le truppe italiane attaccano Wal Wal in Etiopia (occorreranno quattro giorni per catturare la città)

• 1936

  1. - L'Unione Sovietica adotta una nuova costituzione
  2. - La Federazione socialista delle Repubbliche sovietiche formata dall'Armenia, dalla Georgia e dall'Azerbaigian entra a far parte dell'Urss

• 1955 - I sindacati statunitensi American Federation of Labor e Congress of Industrial Organizations, decidono di fondersi e formare l'AFL-CIO

• 1970 - Dario Fo mette in scena per la prima volta Morte accidentale di un anarchico

• 1974 - La BBC trasmette l'ultimo episodio del Monty Python's Flying Circus

• 1978 - L'Unione Sovietica firma il 'trattato d'amicizia' con il governo comunista dell'Afghanistan

Anniversari

• 1518 - Gian Giacomo Trivulzio (Milano, 1440 – Arpajon, 5 dicembre 1518) è stato un militare e politico italiano, spregiudicato nelle azioni e coinvolto nelle complesse vicende che hanno avuto come posta il dominio dei territori della signoria di Milano tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI.

• 1870 - Alexandre Dumas padre (Villers-Cotterêts, 24 luglio 1802 – Puys, località di Dieppe, 5 dicembre 1870) è stato uno scrittore francese. Maestro del romanzo storico e del teatro romantico, ebbe un figlio, Alexandre Dumas, anche lui scrittore. Le sue ceneri furono trasferite al Panthéon di Parigi il 30 novembre 2002.Esso è famoso soprattutto per i capolavori di: Il conte di Montecristo e I tre moschettieri.

• 1931 - Filippo Rinaldi (Lu, 28 maggio 1856 – Torino, 5 dicembre 1931) è stato un sacerdote italiano. Religioso della Società Salesiana di San Giovanni Bosco dal 1867, fu il quarto Rettor Maggiore dei Salesiani (dal 1922 alla morte): è stato beatificato il 29 aprile del 1990 da papa Giovanni Paolo II.
Il suo elogio si legge nel Martirologio Romano al 5 dicembre. Il suo corpo è conservato a Torino, nella cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice, casa madre della congregazione di don Bosco.

• 1974 - Pietro Germi (Genova, 14 settembre 1914 – Roma, 5 dicembre 1974) è stato un regista, attore e sceneggiatore italiano.
Pietro Germi nasce il 14 settembre 1914 a Genova, in via Ponte Calvi, da Giovanni Germi, portiere d'albergo, e da Armellina Castiglioni, casalinga. Nel 1924 la famiglia si trasferisce in via Santa Croce. Nel 1927 muore il padre: Pietro rimane con la madre e le tre sorelle Carolina, Gilda ed Enrichetta che lavorano in una nota sartoria. Frequenta la scuola fino all'ultimo anno dell'Istituto nautico San Giorgio, ma non consegue il diploma perché non si presenta agli esami finali nonostante gli eccellenti voti.
In seguito, si trasferisce a Roma per seguire i corsi del Centro sperimentale di cinematografia rimanendo comunque molto legato alle sorelle. Nel 1941 sposa a Genova Anna Bancio e nel 1947 nasce a Genova la figlia Marialinda.
In seconde nozze sposa Olga D'Ajello, che gli darà i figli Francesco, Francesca e Armellina. Muore a Roma il 5 dicembre 1974.
Le sue spoglie riposano accanto a quelle della prima moglie Anna nel piccolo cimitero di Castel di Guido nelle vicinanze di Roma.
Gli esordi [modifica]
Inizia la sua carriera di attore a 25 anni in Retroscena (1939), in cui lavora anche come co-sceneggiatore. Lavora sempre come attore in Gli ultimi filibustieri (1941) e in Montecassino nel cerchio di fuoco (1946). Studia a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove segue i corsi di regia di Alessandro Blasetti.
Nel 1945 esordisce alla regia con Il testimone, di cui firma anche il soggetto, un giallo psicologico del tutto insolito negli anni del neorealismo. Seguono il poliziesco d'ispirazione americana Gioventù perduta (1947) e In nome della legge (1949), con Massimo Girotti, uno dei primi film italiani sulla mafia, per il quale Germi riceve un Nastro d'Argento speciale, che lo consacra come autore.
Con il dramma neorealista Il cammino della speranza (1950) Germi raggiunge per la prima volta un livello internazionale. Il film è presentato in concorso al Cannes e vince l'Orso d'argento al Festival di Berlino. Il noir realistico La città si difende (1951) viene premiato come miglior film italiano al Festival di Venezia.
Con i suoi film successivi Germi non convince la critica, ma mantiene un rapporto privilegiato con il pubblico. Nel 1952 dirige La presidentessa, adattamento per il cinema dell'omonima commedia teatrale di Maurice Hennequin e Pierre Veber, un titolo eccentrico nella sua filmografia, e il "western sudista" Il brigante di Tacca del Lupo, con Amedeo Nazzari, tratto dal romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli.
Nel 1953 con Gelosia porta nuovamente sul grande schermo il romanzo di Luigi Capuana Il marchese di Roccaverdina, dopo la versione di appena dieci anni prima diretta da Ferdinando Maria Poggioli, e partecipa al modesto film a episodi Amori di mezzo secolo con il segmento Guerra 1915-1918.

Il successo
Resta inattivo per quasi due anni, ma nel 1955, con Il ferroviere, gira una delle sue opere più riuscite ed intense. Il ferroviere ottiene un notevole successo di pubblico ed è considerato uno dei capolavori del regista genovese e una fra le ultime grandi espressioni del neorealismo cinematografico italiano.
Ad esso succedono film come L'uomo di paglia (1958), e il capolavoro Un maledetto imbroglio (1959) tratto dal romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda: uno dei primi esempi di poliziesco italiano apprezzato, tra gli altri, da Pier Paolo Pasolini.
Nel 1961 spiazza pubblico e critica dando alla sua carriera una svolta imprevedibile: comincia infatti a girare commedie pungenti, satiriche e grottesche. Il capolavoro Divorzio all'italiana (1961), in cui tratteggia l'indimenticabile barone Cefalù interpretato da Marcello Mastroianni irretito dall'adolescente Stefania Sandrelli, apre questa nuova fortunata stagione della sua carriera; il film, scritto con Ennio De Concini e Alfredo Giannetti e incentrato sul delitto d'onore, riceve una nomination all'Oscar per la miglior regia, un'altra a Mastroianni come miglior attore ed ottiene quello per il miglior soggetto e sceneggiatura originale oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti. Dal titolo del film ha preso il nome un certo tipo di commedia prodotta in Italia in quel periodo nota come commedia all'italiana.

Germi e i meridionali
Con Sedotta e abbandonata (1964) Germi torna per l'ultima volta a girare in Sicilia, una regione legata ad una particolare empatia con il regista ligure. Pietro Germi era un uomo del Nord ma il suo carattere umorale e passionale, nascosto sotto l'apparente scorza di scontrosità e intransigenza, lo faceva essere vicino alla gente meridionale di cui conosceva e criticava severamente il modo di concepire la vita, i pregiudizi e gli errori ma di cui apprezzava anche le qualità innate.
Un rapporto di amore-odio il suo per il Sud e i meridionali che si ritrova in tanti suoi film: nel personaggio del mafioso rispettabile nella sua coerenza ed adesione ad una sua legge che si contrappone alla Legge di uno Stato lontano e indifferente, come nel film In nome della legge (1949) e nel malinteso senso siciliano dell'onore di Divorzio all'italiana e di Sedotta e abbandonata, film questi ultimi dove prevale ormai in Germi, che sta perdendo la fiducia in un rinnovamento culturale meridionale, la critica corrosiva verso una società che vede incapace di scuotersi e di abbandonare le sue convinzioni secolari.
Ma anche il Nord non è risparmiato dalla critica corrosiva di Germi. Il 1965 è l'anno del limpido Signore & signori con Virna Lisi e Gastone Moschin, satira sull'ipocrisia borghese di una cittadina del Veneto e girato a Treviso. Il film vince la Palma d'oro al Festival di Cannes ex aequo con Un uomo, una donna di Claude Lelouch. Dirige la coppia Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in L'immorale (1967), gradevole film ispirato, pare, alla vicende personali di Vittorio De Sica.

La critica della Sinistra
Germi non ebbe mai buoni rapporti con la critica cinematografica di sinistra che lo giudicava negativamente più per le sue posizioni politiche che per l'effettivo valore estetico dei suoi film. Germi in particolare aveva osato, lui antifascista convinto, mettere in discussione lo stereotipo che la sinistra si era costruito della figura dell' operaio. Per questo motivo, per un lungo periodo sino alla fine degli anni ottanta Germi fu messo da parte dalla intellighentzia del partito comunista che non poteva accettare quello che Germi aveva intuito: la trasformazione sociale della classe operaia. La colpa del regista era quella, secondo Guido Aristarco, direttore di "Cinema Nuovo" scrivendo de Il ferroviere, di avere dato al protagonista Marcocci una configurazione politica che «appartiene a un populismo storicamente sorpassato» con idee risalenti «all'epoca del movimento socialista esordiente [...] con i turatiani del primo dopoguerra...»
Insomma il vero operaio non può essere un crumiro come il ferroviere di Germi.
Critiche queste della sinistra che venivano contraddette dal successo che la pellicola incontrò presso il pubblico popolare in Italia a Mosca e a Leningrado durante “La settimana del film italiano".
Le stesse critiche, se non più aspre, ritornarono in occasione della prima dell' Uomo di paglia dove addirittura il protagonista, un operaio, viveva un classico dramma borghese che non poteva appartenergli. Scriveva Umberto Barbaro: «Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza solidarietà umana - metodici e abitudinari come piccoli borghesi - la cui socialità si esaurisce in partite di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie - che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell’amore - che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio - e poi piangono lagrime di coccodrillo, con le mogli e dentro chiese e sagrestie - questi operai di celluloide, che, se fossero di carne ed ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all’estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi».
Anche gli intellettuali di sinistra dissidenti da queste posizioni estreme, che non potevano non apprezzare l'arte cinematografica di Germi, non avevano però il coraggio di dirlo apertamente mantenendosi su una posizione di "qui lo dico e qui lo nego", come Glauco Viazzi, che sosteneva che volesse dire ignorare la realtà sociale non riconoscere che «operai siffatti esistono nella realtà e in gran numero, e non solo tra quelli che poi votano dicì o socialdemocratico, ma anche tra quelli che danno il voto ai partiti di classe» ma insieme diceva che L’uomo di paglia, valutato artisticamente, non meritasse che «un cauto e moderato elogio».
Altri come Antonello Trombadori, direttore de Il Contemporaneo, insieme al vicedirettore Carlo Salinari e allo storico Paolo Spriano, scrivevano nel 1956 a Palmiro Togliatti una lettera destinata a rimanere privata - venne resa pubblica solo nel 1990 - con la quale chiedevano al segretario del partito di incontrarsi con Germi per non allontanare un uomo e i "mille come lui" così importante per il movimento antifascista : «Veniamo proprio in questi giorni dall’aver visto un film italiano assai bello e commovente, certamente popolare: "Il ferroviere", di Pietro Germi. È un’opera di un socialdemocratico militante, eppure è un film pervaso da ogni parte di sincero spirito socialista».

Gli ultimi film
Nel 1968 Germi gira l'elogio della vita agreste Serafino, con Adriano Celentano in una delle sue migliori interpretazioni nel ruolo del pastore abruzzese, che ottiene uno strepitoso successo di pubblico. Nel 1970 è la volta di Le castagne sono buone con Gianni Morandi, che per molti, forse a ragione, è considerato il film meno riuscito del regista.
Dopo Alfredo Alfredo (1972) con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli, ritorno alla commedia grottesca poco apprezzato dalla critica, inizia a lavorare al progetto del film Amici miei che deve cedere all'amico Mario Monicelli perché sofferente di cirrosi epatica. Germi muore a Roma il 5 dicembre 1974. Amici miei, uscito nelle sale nel 1975, è a lui dedicato: nei titoli di testa è riportato significativamente «un film di Pietro Germi» e solo «regia di Mario Monicelli».

• 1981 - Alessandro Alibrandi (1960 – Roma, 5 dicembre 1981) è stato un terrorista e attivista italiano di estrema destra.
Figlio del giudice Antonio Alibrandi che negli anni settanta fu giudice istruttore presso il tribunale di Roma. Il padre, data la vicinanza politica del figlio ai gruppi della destra estrema, fu molto discusso, vista anche la posizione delicata nella quale si trovava in Magistratura. Fu spesso accusato di ingerenza nei processi a carico del figlio e del suo gruppo. Divenne in seguito esponente del Movimento Sociale Italiano.
Alessandro Alibrandi militò nel Fronte della Gioventù del MSI di Giorgio Almirante e in seguito nel gruppo terroristico dei Nuclei Armati Rivoluzionari di cui fu il fondatore, nel 1977, assieme a Cristiano Fioravanti, Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Dario Pedretti.

• 1983 - Robert Aldrich (Cranston, 9 agosto 1918 – Los Angeles, 5 dicembre 1983) è stato un regista statunitense.
Esponente del genere drammatico, poliziesco e western, caratterizzato da uno stile crudo ed eccessivo, viene ricordato principalmente soprattutto per pellicole quali Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), Quella sporca dozzina (1967) e il cruento Quella sporca ultima meta (1974)

• 1985 - Loris Fortuna (Breno, 29 agosto 1924 – Roma, 5 dicembre 1985) è stato un politico italiano.

La resistenza e il PCI
Partigiano antifascista, inizialmente aderì al Partito Comunista Italiano per poi uscirne nel 1956, all'indomani dei fatti d'Ungheria. Si iscrisse così nel Partito Socialista Italiano, con cui fu eletto deputato per la prima volta nel 1963.

L'attività politica socialista e radicale
Due anni dopo fu il primo firmatario di una proposta di legge intenta a legalizzare il divorzio, ma su suggerimento di Pietro Nenni decise inizialmente di non sottoporre la sua proposta all'esame in parlamento.
Sempre rieletto alla Camera dei deputati, nel 1970 egli ruppe gli indugi e propose la possibilità di divorziare per gli italiani insieme al collega liberale Antonio Baslini. Nonostante l'opposizione della Democrazia Cristiana, Fortuna incassò l'appoggio del PCI, del Partito Radicale, del PLI e della sinistra: il 1º dicembre dello stesso anno la proposta di legge "Fortuna-Baslini" fu approvata con 325 sì (e 283 no) alla Camera e 164 sì (e 150 no) al Senato della Repubblica. Sempre nel corso della Quinta legislatura (1968-1972) si occupò della revisione del diritto di famiglia e chiese l'abolizione degli annullamenti automatici dei matrimoni ad opera della Sacra Rota.
Successivamente la DC tentò con la via del referendum di abrogare la legge 898, o legge Fortuna, sul divorzio, ma nella consultazione popolare dell'11 maggio 1974 il 59,3% dei votanti, pari al 52% degli aventi diritto (affluenza alle urne pari al 87.7%), si dichiarò contrario all'abrogazione. Durante la campagna elettorale divorzista Fortuna si legò umanamente e politicamente al leader radicale Marco Pannella: da qui la sua scelta di avere la "doppia tessera" del PSI e del PR.
Nella successiva legislatura (1972-1976) il deputato socialista fu autore della prima proposta sulla depenalizzazione dell'aborto: anche su questa proposta la DC propose un referendum da svolgere il 17 maggio 1980, ma le tesi di Fortuna ottennero l'appoggio del 67,9% della popolazione. Un anno prima egli aveva suggerito una serie di modifiche alla legge sul divorzio, con una separazione necessaria ridotta a due anni (senza opposizione di uno dei due), rispetto ai cinque previsti.
Più tardi, nel 1984, chiese alcune modifiche e integrazioni alla legge sulla cooperazione dell'Italia con i paesi in via di sviluppo e sugli interventi contro la fame nel mondo. Sempre nel 1984 Loris Fortuna si batteva nel chiedere norme sulla tutela della dignità del malato e la disciplina dell'eutanasia passiva. Poco prima di morire il politico friulano chiese a Bettino Craxi, che lo aveva appena nominato Ministro delle politiche comunitarie, di raggiungere un'intesa elettorale coi radicali.
Il suo nome tornò a circolare nell'ambiente politico nel 2005 allorché, a seguito dell'alleanza tra radicali e SDI il vecchio amico Pannella lo accostò a Tony Blair e José Luis Zapatero come esempio da seguire all'interno della tradizione laico-socialista.

• 1989 - Edoardo Amaldi (Carpaneto Piacentino, 5 settembre 1908 – Roma, 5 dicembre 1989) è stato un fisico italiano attivo nel campo della fisica nucleare.
Figlio del matematico Ugo e di Laura Basini, Edoardo fece parte dei Ragazzi di via Panisperna, il gruppo di studio che, capitanato da Enrico Fermi, ottenne risultati fondamentali nella fisica del nucleo, coronati nel 1938 dall'assegnazione del premio Nobel a Fermi.
Nella fisica delle particelle, diede fondamentali contributi alla determinazione delle caratteristiche dei costituenti della radiazione cosmica e allo studio degli elementi subatomici della materia, promuovendo la realizzazione dei primi acceleratori di particelle in Italia nel secondo dopoguerra (elettrosincrotrone di Frascati).
Oltre alla fisica nucleare e delle particelle, Amaldi apportò avanzati studi sui fenomeni magnetici, elaborando la teoria dei monopoli magnetici e delle onde gravitazionali.
Contribuì in prima persona alla creazione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), del Centro Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Fu segretario generale del CERN negli anni 1952-1954, Presidente dell' INFN e Presidente dell' Accademia nazionale dei Lincei.
Ha ricoperto per oltre 40 anni la cattedra di Fisica sperimentale all'Università la Sapienza di Roma.
Per i suoi contributi in tale disciplina è considerato una delle figure preminenti della fisica italiana nella seconda metà del XX secolo.
Edoardo Amaldi è stato anche un affermato benefattore e operatore umanitario con la sua adesione al Pugwash Conferences on Science and World Affairs, movimento per lo smantellamento delle armi nucleari e all’ISODARCO (International School on Disarmament and Research on Conflicts).
Edoardo Amaldi è il padre del fisico Ugo. Il terzo ATV dell'agenzia spaziale europea è stato battezzato col suo nome

• 2008 - Alessio II, al secolo Aleksej Mikhajlovič Ridiger (Tallinn, 23 febbraio 1929 – Peredelkino, 5 dicembre 2008), è stato un religioso russo, arcivescovo e sedicesimo Patriarca della Chiesa ortodossa russa.
Figlio di un sacerdote ortodosso, si diplomò al seminario di Leningrado nel 1949, venne ordinato diacono nel 1950 (e in seguito, prete e monaco) e si laureò all'Accademia Clericale di Leningrado nel 1953. Il 14 agosto 1961 venne scelto come vescovo di Tallinn ed Estonia; il 23 giugno 1964 divenne arcivescovo, e il 25 febbraio 1968, a soli 39 anni, metropolita. Dopo la morte del patriarca Pimen I nel 1990 Aleksej fu chiamato a succedergli come Patriarca della Chiesa Ortodossa di Russia.
Alessio II conduceva una vita pastorale molto attiva. Appariva molto frequentemente alla televisione russa, incontrandosi con vari esponenti politici; il Patriarca enfatizzava però esplicitamente che la Chiesa non intende affatto fare intrusioni nella vita politica del Paese.
Il 9 maggio 2006 Alessio II ha espresso un forte apprezzamento nei confronti di papa Benedetto XVI: "il pontificato di Benedetto XVI diventerà celebre e sarà ricordato" poiché le sue dichiarazioni "di sviluppare i rapporti con la Chiesa ortodossa infondono speranza che la situazione cambierà per il meglio".
Dopo aver sottolineato che "il destino dell'Europa è indissolubilmente legato al cristianesimo e la cultura europea si è nutrita nei secoli in modo organico di valori cristiani" che oggi tendono ad essere posti in secondo piano, Alessio II ha indicato il terreno comune sul quale cattolici e ortodossi sono chiamati ad unire le proprie forze per far fronte alle sfide che attraversano l'Europa: la "perdita delle aspirazioni spirituali nella società dei consumi"; il "culto auto-referenziato e fine a se stesso del consumismo"; il pericolo di uno scontro tra civiltà; l'ondata laicista che tende a relegare la fede in ambito privato.
Alessio II è morto nella sua residenza fuori Mosca (Peredelkino) il 5 dicembre 2008, a seguito di una lunga malattia, per infarto.