Il calendario del 31 Maggio
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Eventi
▪ 1101 - Conquista di Cesarea da parte dei crociati
▪ 1678 - A Coventry si svolge la prima commemorazione della leggendaria cavalcata di Lady Godiva
▪ 1884 - John Harvey Kellogg brevetta i corn flakes
▪ 1902 - Seconda guerra boera: Le ultime forze di resistenza degli Afrikaner firmano un trattato di pace con il Regno Unito a Pretoria, mettendo fine alla guerra, ed assicurando il controllo britannico sul Sudafrica
▪ 1910 - Creazione dell'Unione del Sud Africa
▪ 1913 - Viene ratificato il XVII emendamento della costituzione degli Stati Uniti, che autorizza l'elezione diretta dei senatori
▪ 1916 - Prima guerra mondiale: Battaglia dello Jutland
▪ 1924 - L'Unione Sovietica firma un accordo con il governo di Pechino, nel quale si definisce la Mongolia Esterna come "parte integrale della Repubblica di Cina", la cui "sovranità", l'Unione Sovietica promette di rispettare
▪ 1942 - La Luftwaffe bombarda Coventry, Inghilterra
▪ 1960 - Theodore Harold Maiman sperimenta il primo laser
▪ 1961 - Creazione della Repubblica del Sud Africa
▪ 1962
- Si dissolve la Federazione delle Indie Occidentali.
- A Voghera un treno merci proveniente da Milano non rispetta un semaforo rosso e piomba su un treno carico di passeggeri diretto in Liguria che sostava sul terzo binario. Fu il più grave disastro ferroviario italiano del dopoguerra: 63 le vittime
▪ 1970 - un forte terremoto colpisce il Perù provocando 70.000 vittime.
▪ 1972 - A Peteano una pattuglia di carabinieri, accorsa in seguito ad una telefonata, incappa in una bomba: tre le vittime. L'attentato è impropriamente noto come strage di Peteano
▪ 1974 - Siria e Israele firmano un accordo di disimpegno che risolve la guerra del Kippur
▪ 1977 - Viene completata la Trans-Alaska Pipeline System
▪ 2003 - Ultimo volo di un Concorde dell'Air France
▪ 2005 - William Mark Felt rivela, dopo decenni di segretezza, di essere la "Gola Profonda" dello Scandalo Watergate
▪ 2009 - LILT organizza la giornata contro i tumori provocati dal fumo.
Anniversari
▪ 1594 - Jacopo Robusti, chiamato Tintoretto (Venezia, 29 settembre 1518 – Venezia, 31 maggio 1594), è stato un pittore italiano, uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Il soprannome di "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.
"Robusti" è in realtà un soprannome ereditato dal padre, il quale, durante la guerra della Lega di Cambrai aveva energicamente difeso le porte di Padova contro le truppe imperiali. Di recente Miguel Falomir, curatore del museo del Prado di Madrid, ha dimostrato che il vero cognome era "Comin"; la scoperta è stata resa pubblica nell'occasione della retrospettiva di Tintoretto al Prado, aperta dal 29 gennaio 2007.
Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato "Il Furioso" ed il suo uso drammatico della prospettiva e della luce lo ha fatto considerare il precursore dell'arte barocca.
* 1686 - Nicolas Barré (Amiens, 21 ottobre 1621 – Parigi, 31 maggio 1686) è stato un religioso francese dell'Ordine dei Minimi, fondatore della congregazione delle Suore del Bambino Gesù: è stato dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1999.
Allievo dei gesuiti di Amiens, nell'ottobre del 1640 decise di abbracciare la vita religiosa nell'Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola: emise la sua prima professione di voti il 31 gennaio del 1641.
Divenuto sacerdote nel 1645, fu docente di teologia scolastica presso il convento del suo ordine di Place Royale a Parigi. Nel 1647 ebbe l'idea di istituire dei gruppi di insegnanti che si dedicassero gratuitamente all'istruzione dei fanciulli poveri, per i quali iniziò a promuovere anche l'apertura di scuole di carità.
Una comunità di maestre attiva a Rouen, costituita soprattutto da ragazze dell'aristocrazia cittadina, venne eretta nel 1666 in congregazione religiosa: nel 1674 Barré fondò per la loro formazione un seminario in rue de Saint-Maur a Rouen, dal quale le suore presero il nome (Dame di Saint-Maur, oggi Suore del Bambino Gesù).
Nicolas Barré si spense nel convento parigino di Place Royale nel 1686.
Culto
Il 21 marzo del 1983 papa Giovanni Paolo II riconobbe l'eroicità delle sue virtù e gli concesse il titolo di venerabile: lo stesso pontefice presiedette alla cerimonia di beatificazione di Nicolas Barré svoltasi a Roma il 7 marzo del 1999.
Il Martirologio Romano colloca la sua memoria al giorno 31 maggio (dies natalis).
▪ 1962 - Karl Adolf Eichmann (Solingen, 19 marzo 1906 – Ramla, 31 maggio 1962) è stato un militare tedesco.
Col grado di SS-Obersturmbannführer era responsabile di una sezione del RSHA; esperto di questioni ebraiche, nel corso della cosiddetta "soluzione finale" organizzò il traffico ferroviario che trasportava gli ebrei ai vari campi di concentramento.
L'infanzia e gli inizi
Adolf Eichmann nacque a Solingen, in Renania settentrionale, figlio di Adolf Karl Eichmann e Maria Schefferling. Nel 1914, dopo la morte della madre, la famiglia si trasferì a Linz, in Austria. Durante il primo conflitto mondiale il padre di Eichmann servì nell'esercito austro-ungarico per poi tornare ai propri affari a Linz quando la guerra finì.
Eichmann abbandonò la scuola superiore (Realschule) senza essersi diplomato ed iniziò un corso per diventare meccanico ma abbandonò anche questo per iniziare, nel 1923, a lavorare presso l'azienda di estrazione mineraria di proprietà del padre. Tra il 1925 ed il 1927 Eichmann trovò impiego come agente commerciale presso la Oberösterreichische Elektrobau AG. Passato a lavorare come agente distrettuale per la Vacuum Oil Company AG, una sussidiaria della Standard Oil, Eichmann rientrò in Germania nel luglio 1933.
Eichmann, che non aveva mai mostrato particolare interesse verso la politica, cominciò a partecipare a manifestazioni e raduni di partiti politici che in quegli anni si svolgevano numerosi dappertutto sia in Germania che in Austria, e durante a una manifestazione della NSDAP, incontrò un vecchio amico di famiglia, Ernst Kaltenbrunner alle cui dirette dipendenze entrò a far parte delle SS.
Il ruolo nelle deportazioni
La svolta nella vita di Eichmann fu probabilmente rappresentata dalla lettura di un libro, Lo stato ebraico di Theodor Herzl, il fondatore del movimento sionista.
Affascinato dalla conoscenza del nemico, Eichmann intuì che una reale possibilità di fare carriera all'interno delle SS fosse proprio quella di presentarsi come esperto di ebraismo e sionismo e arrivò persino, nel 1937, a recarsi in Palestina dove, sotto copertura, visitò Haifa e diversi Kibbutz, prima di essere scoperto dagli inglesi (la Palestina era mandato britannico) ed espulso.
La grande occasione per Eichmann di distinguersi agli occhi dei capi delle SS e dei pezzi grossi del partito nazista arrivò nel 1938 quando, in seguito all'Anschluss, si rese necessario provvedere all'espulsione degli ebrei austriaci dal territorio annesso al Reich. Si insediò a Vienna, nel palazzo del barone Philip de Rothschild. In merito all'evacuazione di Vienna, in cui gli ebrei vennero sistematicamente spogliati di ogni avere e costretti ad abbandonare precipitosamente il paese per tentare di salvarsi, Eichmann rivendicò con orgoglio la propria impresa, dicendo di aver «fatto trottare i signorini» cacciandone oltre 50.000 dall'Austria.
Fu in questo modo che Eichmann, promosso intanto ufficiale delle SS, divenne l'esperto degli spostamenti di massa degli ebrei e fu questo talento per l'organizzazione logistica che lo portò a ricoprire un ruolo estremamente importante nell'evoluzione degli eventi che portarono al genocidio. Il successo logistico di Eichmann fu talmente apprezzato che il capo dello SD, il servizio di sicurezza del Reich, Reinhard Heydrich, predispose un Ufficio centrale per l'immigrazione ebraica perché provvedesse all'emigrazione forzata degli ebrei secondo il modello viennese.
Eichmann, diventato così il braccio destro dello specialista degli affari ebraici Heydrich, nel 1939 fu mandato a Praga per provvedere alla emigrazione forzata degli ebrei dalla Cecoslovacchia appena conquistata da Hitler. Qui le cose non furono così facili come a Vienna, perché Eichmann, al contrario che in Austria, non poté contare sulla collaborazione delle sue vittime, visto che ormai erano pochissimi i paesi disposti ad accogliere ebrei in fuga dall'Europa, quindi si rese necessario ammassare la popolazione nei ghetti dove fu decimata da fame, malattie e freddo.
Il riempimento dei ghetti fu l'anticamera dei campo di concentramento e, per Eichmann, il banco di prova per le deportazioni di massa verso i lager: nel gennaio del 1942, con la Conferenza di Wannsee (quartiere berlinese), i vertici nazisti decisero di procedere alla "soluzione finale", e, dal marzo 1942, quando i carichi di deportati cominciarono a confluire verso i campi di concentramento di tutta Europa, Eichmann fu il coordinatore e il responsabile della macchina delle deportazioni, colui che materialmente provvedeva a organizzare i convogli ferroviari che trasportavano i deportati verso Auschwitz.
Eichmann fu dunque fino alla fine della guerra uno dei principali esecutori materiali dell'Olocausto, dirigendo personalmente le deportazioni degli ebrei ungheresi fino alla fine del 1944.
Fu il "padrone" della vita e della morte di centinaia di migliaia di persone, ma non divenne mai membro dell'élite nazista e non ebbe mai, con suo grande rammarico, alcun peso in alcuna decisione strategica della politica o della guerra nazista, restando un efficiente ma oscuro burocrate, poco apprezzato anche dai suoi superiori e dai suoi commilitoni che gli rimproveravano una moglie non ariana e l'inclinazione all'alcol e alle donne.
Tuttavia la scarsa notorietà gli fornì, alla fine della guerra, la possibilità di far perdere le proprie tracce e nascondersi nelle campagne tedesche, dove rimase per cinque anni, prima di trovare rifugio, come molti altri nazisti, in Argentina.
La fuga in Sud America
Adolf Eichmann, dopo aver ottenuto un passaporto falso a nome Riccardo Klement nel giugno del 1950, salpò alla volta del Sud America con la speranza di lasciarsi il passato alle spalle, ma con il sogno di potere fare un giorno ritorno in Germania. Le cose non andarono però come previsto da Eichmann e quello che sarebbe successo 10 anni dopo la sua fuga in Argentina era in qualche modo imprevedibile.
Il figlio di Eichmann frequentava una ragazza tedesca, a cui si era presentato col suo vero cognome e con cui si lasciò andare ad affermazioni compromettenti sul "mancato genocidio"; la ragazza informò la famiglia, e nel 1957 il padre, Lothar Hermannun, ebreo ceco sfuggito all'olocausto, collegato il cognome Eichmann al criminale nazista ricercato in tutto il mondo, informò il procuratore tedesco Fritz Bauer che passò l'informazione al Mossad. Si scoprì dunque che Adolf Eichmann si nascondeva a Buenos Aires. Dopo un lungo periodo di preparazione, il servizio segreto israeliano organizzò, nel 1960, un'operazione che portò al rapimento e al segreto trasferimento (nel sistema giuridico argentino l'estradizione non era prevista) di Eichmann in Israele affinché venisse sottoposto a processo per i crimini di cui si era reso responsabile durante la guerra. Al momento del rapimento (a pochi metri dalla sua residenza), un gruppo di operazione dei servizi segreti israeliani lo stava aspettando con la scusa di un problema meccanico della loro auto. Al sentire "un momento, signore", Eichmann capì che si trovava nei guai, dato che era consapevole del fatto che era ricercato. Nonostante la sua resistenza, fu caricato sull'auto "guasta" e portato in un luogo segreto per il seguente passo dell'operazione (processarlo in Israele). Per ovviare poi al problema dell'estradizione fu avvolto in un tappeto e caricato sull'aereo del Mossad.
Recentemente è stato ritrovato, tra i documenti coperti dal segreto di stato in Argentina, il passaporto falso con il quale Eichmann lasciò l'Italia nel 1950: era intestato a Riccardo Klement, altoatesino, e rilasciato dalla Croce Rossa di Ginevra in base alla testimonianza del padre francescano Edoardo Domoter.
Il processo
Il processo Eichmann, celebrato nel 1960, a quattordici anni da quello di Norimberga fu il primo processo ad un criminale nazista tenutosi in Israele.
L'arrivo di Eichmann in Israele fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista ad odio verso quello che si era impresso nell'immaginario dei sopravvissuti ai lager come uno dei maggiori responsabili della sorte degli Ebrei. Tuttavia Eichmann offrì di sé stesso un'immagine poco appariscente, quasi sottomessa, ben diversa da quella di inflessibile esecutore degli ordini del Fuhrer; negò di odiare gli ebrei e riconobbe soltanto "la responsabilità di aver eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra". Hannah Arendt lo descrisse, con una frase poi passata alla storia, come l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
La linea difensiva fu impostata nel dipingere l'imputato Eichmann come un impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili, negando quindi ogni diretta responsabilità; egli stesso d'altro canto non mostrò nessun segno di sincero rimorso e di critica verso l'ideologia razzista del terzo Reich e le sue concrete e criminali applicazioni. La sua colpevolezza, provata in maniera esaustiva dalle testimonianze di numerosi sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, condusse il giudice militare a pronunciare la definitiva sentenza di morte.
Prima che il condannato fosse giustiziato furono presentate diverse richieste di grazia (in prima persona da Eichmann, dalla moglie e da alcuni parenti di Linz), tutte respinte dall'allora presidente d'Israele, Yitzhak Ben-Zvi. Adolf Eichmann fu condannato a morte e impiccato nel carcere di Ramla il 31 maggio 1962. Come da verdetto il cadavere fu cremato e le sue ceneri vennero caricate su una motovedetta della marina israeliana e disperse nel Mar Mediterraneo al di fuori delle acque territoriali israeliane.
Esecuzione
Eichmann fu impiccato pochi minuti prima della mezzanotte di giovedì 31 maggio 1962 [2], in una prigione a Ramla, in Israele. Questa è rimasta l'unica esecuzione civile eseguita in Israele, che ha una politica generale di non impiego della pena di morte. Eichmann, presumibilmente, rifiutò l'ultimo pasto preferendo invece una bottiglia di Carmel, vino rosso secco Israeliano. Ne consumò mezza bottiglia.
Secondo un calcolo ufficiale, furono due le persone che tirarono contemporaneamente le leve della corda, in maniera tale che nessuno sapesse con certezza per quale mano Eichmann morì.
Esiste una disputa sulle ultime parole pronunciate da Eichmann. Una versione afferma che furono "Lunga vita alla Germania. Lunga vita all'Austria. Lunga vita all'Argentina. Questi sono i paesi con i quali sono stato associato e io non li dimenticherò mai. Io dovevo rispettare le regole della guerra e la mia bandiera. Sono pronto."[4] Comunque, secondo David Cesarani, un prominente storico e professore ricercatore dell'olocausto all'Università di Londra, l'ordine dei paesi fu invertito (Austria and Argentina) e parlò inoltre di sua moglie, dei suoi amici e della famiglia, nonché del suo credo in Dio.
Filmografia
▪ Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno (FR, 1999). Regia di Eyal Sivan Girato con materiale tratto dal processo tenuto in Israele nel 1961, il documentario si ispira a La banalità del male di Hannah Arendt.
▪ Eichmann (UK, 2008). Regia di Robert Young. Basato sui verbali degli interrogatori israeliani dopo la cattura di Eichmann, ne ripercorre il passato mentre gli ufficiali israeliani cercavano di ottenere una confessione delle sue colpe.
▪ 1976
- Jacques Monod, biologo e filosofo francese (n. 1910)
«È del tutto cretino pensare che una cellula viva abbia potuto nascere per caso. Però non vedo altra alternativa.» (Jacques Monod) Medaglia del Premio Nobel Nobel per la medicina 1965
Jacques Lucien Monod (Parigi, 9 febbraio 1910 – Cannes, 31 maggio 1976) è stato un biologo e filosofo francese, vincitore del premio Nobel per la medicina nel 1965. Ricevette numerose altre onorificenze e distinzioni, tra le quali la medaglia della Legion d'Onore.
Nato a Parigi da una famiglia protestante della borghesia medio-alta francese, riceve dai genitori un'educazione su ampie basi culturali. Tutta la famiglia Monod si trasferisce da Parigi a Cannes, dove Jacques compie i propri studi iniziali. La madre, americana, gli insegna subito a parlare un inglese perfetto. Il padre, storico dell'arte e pittore, era uomo di vasta cultura e musicista dilettante. Convinto darwiniano, impartisce al ragazzo una cultura laica e anticonformista. Jacques apprende a suonare il violoncello e l'amore per la musica lo accompagnerà sino alla morte. Ottenuto il baccalaureato nel 1928, egli si laurea poi a Parigi in scienze naturali nel 1931, si avvia subito all'attività di ricercatore in biologia e zoologia.
Nel 1936 va negli USA a perfezionarsi e rimane un anno al California Institute of Technology, sotto la guida di Thomas Hunt Morgan. Rientra a Parigi nel 1937 e consegue nel 1941 il dottorato in biologia, rituffandosi nella ricerca nell'ambito della Sorbona. Scopre il fenomeno della doppia crescita (diauxia) di colture batteriche poste in miscele differenti di zuccheri. Attivo nella Resistenza francese sin dal 1941, dopo un'irruzione della Gestapo alla Sorbona per sospette attività clandestine, viene invitato dall'amico André Lwoff (anch'egli partigiano) a lavorare all'Institut Pasteur. Nel 1943 si iscrive al Partito Comunista Francese, che però abbandona nel 1945 deluso dai metodi antidemocratici usati e dalla sudditanza all'URSS.
Al Pasteur prosegue, in collaborazione con Lwoff, le sue ricerche sull'Escherichia coli, un batterio che egli utilizzerà costantemente per i suoi esperimenti. Una svolta importante nella sua carriera avviene quando quando scopre che un "mutante casuale" del batterio è in grado di elaborare il lattosio, mentre la specie originaria non lo è. La metabolizzazione di tale zucchero richiede la produzione e l'attivazione di un corredo enzimatico che il mutante è riuscito a generare ed acquisire in proprio. Sarà questo in punto di partenza di una serie di nuove scoperte sul ruolo del DNA nella trasmissione dei caratteri ereditari e delle capacità di vita e adattamento di un essere vivente. Seguono una serie di scoperte biochimiche relative ai meccanismi delle sintesi proteiche e l'elaborazione di una nuovo quadro biologico circa la sussistenza e l'adattamento dei batteri.
Nel 1945 diventa capo di laboratorio al Pasteur e a partire dal 1953 è direttore del nuovo Dipartimento di biochimica cellulare. E' in questa veste che Monod rivoluziona il modo di vedere le strutture viventi sottraendole ad ogni scoria metafisica. Sono infatti meccanismi biochimici spesso casuali a determinare la struttura del vivente. A poco a poco Monod, uomo di profonda cultura umanistica (era anche musicista e direttore di gruppi corali), è indotto a riflessioni filosofiche sulla realtà della vita che lo porteranno al saggio Il caso e la necessità del 1970.
Avviata la collaborazione con Francois Jacob oltre che quella con Lwoff, nel 1963 i tre possono annunciare la definizione della teoria dell'operone, quella che porterà al premio Nobel due anni dopo. Si tratta di una teoria che spiega molti fenomeni nella vita dei batteri, che nello stesso tempo fornisce anche nuove linee di ricerca sulle differenze embrionali dei pluricellulari. L'operone è un sistema di geni che si autoregolano in maniera coordinata. L'organizzazione sinergica di geni differenti è uno degli aspetti basilari nella regolazione genica dei procarioti. L'operone genera infatti sequenze specifiche, dei "siti di controllo", che regolano i fattori all'interno dell'operone.
Acquisita fama e stima, con Jacob, per le ricerche sull'lac, seguono gli studi sul controllo del lac, fornendo il primo esempio di un sistema di regolazione della trascrizione genetica. Monod suggerisce poi anche l'esistenza di molecole mRNA che fanno da collegamento tra l'informazione contenuta nel DNA e quella espressa nelle proteine.
Il sistema sperimentale usato da Jacob e Monod era, come detto, un batterio assolutamente comune come Escherichia coli, ma i concetti basilari della regolazione che furono scoperti da Jacob e Monod sono fondamentali alla regolazione cellulare per tutti gli organismi. L'idea di fondo è che E. coli non spreca energia producendo uno specifico enzima se non c'è necessità di metabolizzare il lattosio, ad esempio quando sono disponibili altri zuccheri come il glucosio. Questo concetto è chiamato "regolazione negativa del gene".
Diventato uomo pubblico di larga fama internazionale, nel 1967 è nominato ordinario di Biologia Molecolare al Collège de France. La lezione inaugurale del novembre gli offre l'occasione di rendere pubblica la sua filosofia della vita in termini di etica della conoscenza, che si affianca alla visione gnoseologica e ontologica poi espressa nel già citato Il caso e la necessità. Nel 1971 diventa direttore generale dell'Institut Pasteur.
Jacques Monod muore a Cannes, dopo una lunga e implacabile malattia neoplastica, il 30 maggio 1976. E' sepolto nel cimitero del Grand Jas a Cannes.
Opera scientifica
Del lavoro scientifico di Monod abbiamo già fatto cenno, ma per un esauriente documentazione bisogna accostare le numerosissime pubblicazioni scientifiche apparse sulle testate specializzate, che costellano tutta la vita lavorativa di Monod. Ciò che si deve sottolineare è che con lui la scienza biologica cambia volto e si integra strettamente con la sua filosofia, qualitativamente importante quantunque da un punto di vista quantitativo assai scarsa.
Pensiero filosofico
Per introdurre l'argomento non resta che affidarsi alle modeste e prudenti parole di Monod nella Prefazione di Il caso e la necessità: "Oggi è poco prudente per un uomo di scienza inserire il termine 'filosofia', sia pur 'naturale', nel titolo o nel sottotitolo di un'opera: è il miglior modo per farla accogliere con diffidenza dagli scienziati, e, per bene che vada, con condiscendenza dai filosofi. Ho un'unica scusante, che però ritengo legittima, ed è il dovere che si impone agli uomini di scienza, oggi più che mai, di pensare la propria disciplina nel quadro generale della cultura moderna, per arricchirlo non solo di nozioni importanti dal punto di vista tecnico, ma anche di quelle idee, provenienti dal loro particolar campo d'indagine, che essi ritengano significative dal punto di vista umano. Il candore di uno sguardo nuovo (quello della scienza lo è sempre) può talvolta illuminare di luce nuova antichi problemi."
Bibliografia
1) Il caso e la necessità, Jacques Monod, (ristampa) 2001 Oscar Mondadori, ISBN 880449607X
2) Per un'etica della conoscenza, Jacques Monod, 1990 Bollati Boringhieri, ISBN 8833905527
3) Monod,J. et F. Jacob, "General conclusions: teleonomic mechanisms in cellulr metabolism, growth, and differentiiation", Cold Spring Harbor Symposium on Quantitative Biology, 26, (1961), p. 306-329.
4) Monod,J.,"Le frontiere della biologia", in AA.VV., La biologia molecolare. Storia e ricerca, Newton Compton, Roma 1977, p. 33-47.
5) Monod,J., Changeux, J. et F. Jacob, "Allosteric proteins and cellular control system", Jurnal of molecular biology, 6, (1963) p. 306-329.
- Luigia Tincani (Chieti, 25 marzo 1889 – Roma, 31 maggio 1976) è stata una religiosa e pedagogista italiana, fondatrice della congregazione delle Missionarie della Scuola e della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma.
Nacque nel 1889 a Chieti, città in cui il padre di origini modenesi ebbe la cattedra di docente di greco e latino e fu Provveditore agli studi: a causa degli impegni lavorativi del genitore, Luigia trascorse gli anni della giovinezza in varie città d'Italia.
Dal 1912 fu a Roma, dove nel 1916 conseguì la laurea in pedagogia presso la facoltà di magistero, frequentò filosofia all'università "La Sapienza", e nel 1925 si laureò in filosofia presso l'Università Cattolica di Milano: durante gli anni universitari fu attiva nella FUCI e fondò nel 1914 il Circolo Universitario Femminile Cattolico Romano.
Dopo alcuni anni di docenza, radunò un gruppo di insegnanti cattoliche ed il 30 aprile 1917 fondò l'Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola, congregazione di terziarie domenicane senza abito religioso dedite all'insegnamento presso le scuole pubbliche. La Congregazione ebbe l'approvazione diocesana nel 1924, a Gubbio; l'approvazione pontificia nel 1934; l'approvazione definitiva nel 1943. Nel 1949 papa Pio XII nominò la Tincani superiora generale a vita del suo istituto, che nel frattempo si era diffuso in numerose città italiane.
La Tincani, nel suo intento di elevare le condizioni della donna, oltre ad essere formatrice delle universitarie della FUCI e delle laureate cattoliche, sentì l'urgenza della formazione culturale delle religiose insegnanti in Italia e a tal fine nel 1939 fondò a Roma l'Istituto Universitario Pareggiato di Magistero Maria Santissima Assunta, che poi si apri alle studentesse e studenti laici, divenne la Libera Università Maria Santissima Assunta, LUMSA.
Morì a Roma nel 1976: il 5 dicembre 1987 la Santa Sede ha dato il via al suo processo di beatificazione. Il 6 luglio 2000 fu conclusa l'inchiesta diocesana.)
▪ 1991 - Marino Gentile (Trieste, 9 maggio 1906 – Padova, 31 maggio 1991) è stato un filosofo e pedagogista italiano.
Laureatosi in lettere alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1928, dove fu allievo di Armando Carlini, alla normale conseguì il diploma di perfezionamento in filosofia (1930). Per un ventennio fu professore di storia e filosofia nei licei di varie città (Mantova, Vigevano, Padova) finché nel 1951 ottenne la cattedra di storia della filosofia all'Università di Trieste da dove nel 1953 passò alla facoltà di magistero di Padova. Sebbene di educazione familiare laica, e sebbene studiasse alla "Normale", all'epoca retta da Giovanni Gentile e considerata la cittadella dell'idealismo, durante gli anni degli studi universitari Marino Gentile aderì alla fede cattolica e si iscrisse alla FUCI (l'organizzazione degli studenti cattolici di cui era assistente ecclesiastico Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI).
Cominciò a interessarsi anche di problemi pedagogici: collaborò con Bottai, ministro fascista dell'educazione nazionale, alla redazione della Carta della scuola (1939) e perciò nell'immediato dopoguerra fu sospeso per alcuni mesi dall'insegnamento. Collaborò più tardi con i ministri democratici della Pubblica istruzione: nel 1955 stilò le "Linee fondamentali dei nuovi programmi delle scuole elementari" e dal 1959 al 64 fu presidente del "Centro didattico nazionale per la scuola elementare e di completamento dell'obbligo scolastico". Nel 1967 fondò il Bollettino filosofico, che diresse fino alla morte.
Fu Socio nazionale dell'«Accademia dei Lincei, Presidente della «Società filosofica italiana» (dal 1969 al 1971), socio effettivo dell'«Istituto veneto di scienze, lettere ed art»i», e socio dell'«Accademia patavina di scienze, lettere e arti».
▪ 1996 - Luciano Lama (Gambettola, 14 ottobre 1921 – Roma, 31 maggio 1996) è stato un politico e sindacalista italiano, noto per essere stato il segretario della CGIL dal 1970 al 1986.
Giovanissimo, aderì al Partito Socialista Italiano e partecipò alla Resistenza partigiana, inizialmente nella 8° Brigata Garibaldi Romagna, per diventare successivamente capo di stato maggiore della 29a Brigata GAP "Gastone Sozzi". Nell'ottobre 1944 guidò la delegazione del comando partigiano di Forlì che prese contatto con il comando alleato per definire la tattica per la liberazione della città romagnola.
Dopo la guerra, passò nel 1946 al Partito Comunista Italiano e divenne uno dei suoi dirigenti fino a far parte del Comitato centrale nel 1956. Due anni dopo fu eletto per la prima volta deputato nella III Legislatura e confermato nella IV e V. Si dimette dal mandato parlamentare il 2 luglio 1969, in nome dell'incompatibilità tra l'attività di Parlamentare e quella di Sindacalista.
Positivamente distintosi nell'ambito sindacale, responsabile della Camera del Lavoro di Forlì, il suo ruolo di difensore dei diritti degli operai contribuì alla sua scalata nella CGIL, di cui divenne segretario nazionale nel 1970.
Operando in collaborazione con il socialista Ottaviano del Turco, Lama fu fautore dell'unità sindacale con CISL e UIL, ma questa strategia non fu sempre coronata dal successo.
Il 17 febbraio 1977 all'Università di Roma fu violentemente contestato da giovani aderenti a posizioni extraparlamentari.
Nel gennaio del 1978 in un'assemblea all'EUR di Roma propose ai lavoratori una politica di sacrifici, volta a sanare l'economia italiana, rivedendo la posizione del sindacato sul salario come variabile indipendente. Questa scelta venne definita la linea dell'Eur.
Contrario ad un diretto coinvolgimento del PCI e del PSI all'interno della CGIL, ebbe nel 1980 un violento diverbio con Gianni Agnelli dopo che la FIAT espulse, collocandoli in cassa integrazione, 23.000 dipendenti.
Al termine della sua segreteria (1986), la CGIL poteva dirsi rafforzata in termini di influenza politica in quanto divenne il principale punto di riferimento della maggior parte dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore privato. Anche il numero degli iscritti aumentò, soprattutto nel triennio 1975-1977. Condusse, inoltre, il sindacato a svolgere un ruolo sempre più attivo ed importante nei dibattiti politici, economici e sociali nazionali.
Nel 1987 fu eletto Senatore come indipendente nelle liste del PCI e rieletto nel 1992, ma al termine del mandato, preferì non ricandidarsi per motivi di età e di salute. Nel 1988 venne eletto sindaco di Amelia, cittadina in provincia di Terni, dove da tempo possedeva una casa di campagna. Venne riconfermato nelle elezioni del 1993, le prime che prevedevano l'elezione diretta del sindaco, e restò in carica sino alla sua morte.