Il calendario del 30 Novembre
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Eventi
▪ 1735 - Secondo una leggenda devozionale Sant'Alfonso Maria de' Liguori, mentre predicava a Foggia, viene avvolto da un fascio di luce e levita da terra
▪ 1782 - Guerra d'indipendenza americana: a Parigi, rappresentanti di Stati Uniti e Regno di Gran Bretagna firmano gli articoli preliminari di pace (in seguito formalizzati nel Trattato di Parigi)
▪ 1786 - Il Granducato di Toscana fu il primo stato del mondo "occidentale" ad abolire la pena di morte (Leopoldo II del Sacro Romano Impero)
▪ 1803 - Nel palazzo del Cabildo di New Orleans, i rappresentanti spagnoli, Governatore Manuel de Salcedo e Marqués de Casa Calvo, trasferiscono ufficialmente il Territorio della Louisiana al rappresentante francese Pierre Clément de Laussat (solo 20 giorni dopo, la Francia trasferirà lo stesso territorio agli Stati Uniti)
▪ 1807 - Guerre napoleoniche sulla penisola iberica: le truppe francesi occupano Lisbona sulla base degli accordi con la Spagna stipulati a Fontainebleau
▪ 1853 - Guerra di Crimea: Battaglia di Sinope - La flotta russa distrugge quella turca
▪ 1864 - Guerra civile americana: Battaglia di Franklin - L'Armata del Tennessee del generale John Bell Hood avvia un fallimentare attacco frontale alle posizioni dell'Unione nella Contea di Franklin (Tennessee) (Hood perderà sei generali e quasi un terzo delle truppe)
▪ 1916 - L'olocausto ellenico entra nella sua ultima fase, quando vengono riportate le parole del ministro dell'interno turco Rafet Bey: "dobbiamo finire i greci, così come abbiamo fatto con gli armeni il 28 novembre."
▪ 1936 - A Londra, il Crystal Palace viene distrutto da un incendio (era stato costruito per la Grande Esibizione del 1851)
▪ 1939 - Inizia la guerra d'inverno: le forze sovietiche invadono la Finlandia
▪ 1942 - Guerra del Pacifico: Battaglia di Tassafaronga tra giapponesi ed americani
▪ 1943 - Seconda guerra mondiale: Conferenza di Teheran - Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Josif Stalin giungono ad un accordo sull'invasione dell'Europa prevista per il giugno 1944; nome in codice Operazione Overlord
▪ 1954 - A Sylacauga, in Alabama, un meteorite di quasi 4 kg, dopo aver perforato il tetto dell'abitazione, entra nel salotto di Elizabeth Hodges, colpendola dopo aver rimbalzato sulla radio (questo è l'unico caso accertato di una persona colpita da un oggetto "extraterrestre")
▪ 1962 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite elegge U Thant della Birmania come nuovo segretario generale
▪ 1964 - Viene lanciata la quarta sonda diretta verso Marte, ma la missione russa Zond 2 fallisce: pur raggiungendo il pianeta non riesce a recuperare i dati della sonda
▪ 1966 - L'isola di Barbados diventa indipendente dal Regno Unito
▪ 1967 - La Repubblica Popolare dello Yemen del Sud diventa indipendente dal Regno Unito
▪ 1972 - Guerra del Vietnam: il portavoce della Casa Bianca, Ron Ziegler, dice alla stampa che non ci saranno più annunci pubblici riguardanti il ritiro delle truppe statunitensi dal Vietnam, poiché il loro livello è sceso sotto le 27.000 unità
▪ 1974 - In Etiopia Tom Gray e Donald Johanson scoprono i resti fossili di Lucy, un Australopithecus afarensis straordinariamente ben conservato
▪ 1981 - Guerra Fredda: a Ginevra, i rappresentanti di USA e URSS iniziano i negoziati per la riduzione delle armi nucleari a medio raggio in Europa (l'incontro fallirà il 17 dicembre)
▪ 1982 - Il primo ministro britannico Margaret Thatcher riceve un pacco bomba al n° 10 di Downing Street
▪ 1988 - La Kohlberg Kravis Roberts & Co. acquisisce la RJR Nabisco per 25,07 miliardi di dollari
▪ 1989 - Alfred Herrhausen, consigliere della Deutsche Bank viene ucciso in un attentato della Rote Armee Fraktion
▪ 1993 - Il presidente statunitense Bill Clinton converte in legge il Brady Handgun Violence Prevention Act (decreto Brady)
▪ 1998 - La Deutsche Bank annuncia l'acquisto per 10 miliardi di dollari della Bankers Trust, creando così il più grande istituto finanziario del mondo
▪ 1999
- - A Seattle (Washington), durante il meeting del WTO, la prima grande mobilitazione del movimento antiglobalizzazione coglie impreparata la polizia e costringe alla cancellazione della cerimonia di apertura dell'incontro (le proteste finiranno il 3 dicembre)
- - British Aerospace e Marconi Electronic Systems si fondono e formano la BAE Systems, la principale industria europea nel settore della difesa e la quarta al mondo nel settore aerospaziale
▪ 2004 - Un aereo della compagnia Lion Air si schianta al suolo a Surakarta, Giava. Il tragico incidente ha causato una ventina di vittime
Anniversari
▪ 60 - Andrea (in lingua greca Ανδρέας, denominato secondo la tradizione ortodossa Protocletos o il Primo chiamato; Betsaida, 6 a.C. – Patrasso, 30 novembre 60) fu un apostolo di Gesù Cristo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Andrea era il fratello maggiore di san Pietro. Quasi sicuramente il suo nome (derivante dal vocabolo greco ανδρεία, "virilità, valore"), come altri nomi tramandati in greco, non era il nome originario di questo apostolo in quanto, nella tradizione ebraica o giudaica, il nome Andrea compare solo a partire dal II-III secolo.
Il Nuovo Testamento ricorda che Sant'Andrea era figlio di Giona, o Giovanni, (Matteo 16:17; Giovanni 1:42). Egli era nato a Betsaida sulle rive del Lago omonimo in Galilea (Giovanni 1:44). Assieme al fratello Pietro esercitava il mestiere di pescatore, e la tradizione vuole che Gesù stesso lo avesse chiamato ad essere suo discepolo invitandolo ad essere per lui "pescatore di uomini" (ἁλιείς ἀνθρώπων, halieis anthropon) tradotto anche come "pescatore di anime". Agli inizi della vita pubblica di Gesù, occupavano la stessa casa a Cafarnao (Marco 1:21, 29).
Il Vangelo di Giovanni ricorda che Andrea era stato anche discepolo di Giovanni il Battista, che per primo gli ordinò di seguire Gesù, continuatore della sua opera (Giovanni 1:35-40). Andrea fu il primo a riconoscere in Gesù il Messia, e lo fece conoscere al fratello (Giovanni 1:41). Presto entrambi i fratelli divennero discepoli di Cristo. In un'occasione successiva, prima della definitiva vocazione all'apostolato, essi erano definiti come grandi amici e lasciarono tutto per seguire Gesù (Luca 5:11; Matteo 4:19-20; Marco 1:17-18).
Nei vangeli Andrea è indicato essere presente in molte importanti occasioni come uno dei discepoli più vicini a Gesù (Marco 13:3; Giovanni 6:8, 12:22), ma negli Atti degli Apostoli si trova solo una menzione marginale della sua figura (1:13).
Eusebio di Cesarea ricorda nelle sue "Origini" che Andrea aveva viaggiato in Asia Minore ed in Scizia, lungo il Mar Nero come del resto anche sul Volga e sul Kiev. Per questo egli è divenuto santo patrono della Romania e della Russia. Secondo la tradizione, egli fu il fondatore della sede episcopale di Bisanzio (Costantinopoli), dal momento che l'unico vescovato dell'area asiatica che era già stato fondato era quello di Eraclea. Nel 38, su questa sede gli succedette Stachys. La diocesi si svilupperà successivamente nel Patriarcato di Costantinopoli. Andrea è riconosciuto come santo patrono della sede episcopale.
La tradizione vuole che Andrea sia stato martirizzato per crocifissione a Patrasso (Patrae) in Acaia (Grecia). Dai primi testi apocrifi, come ad esempio gli Atti di Andrea citati da Gregorio di Tours nel Monumenta Germaniae Historica, si sa che Andrea venne legato e non inchiodato su una croce latina (simile a quella dove Cristo era stato crocifisso), ma la tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce di forma detta Croce decussata (a forma di X) e comunemente conosciuta con il nome di "Croce di Sant'Andrea"; Questa venne adottata per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il maestro, Gesù, nel martirio. Quest'iconografia di sant'Andrea appare ad ogni modo solo attorno al X secolo, ma non divenne comune sino al XVII secolo. Proprio per il suo martirio, sant'Andrea è divenuto anche il patrono di Patrasso.
Atti e Vangelo di Andrea
Gli scritti apocrifi che compongono gli Atti di Andrea, menzionati da Eusebio di Cesarea, Epifanio di Salamina e da altri, è compreso in un gruppo disparato di Atti degli apostoli che vengono tradizionalmente attribuiti a Lucio Carino. Questi atti risalgono al III secolo e, assieme al Vangelo di Andrea, appaiono tra i libri rigettati dalla chiesa nel Decretum Gelasianum di papa Gelasio I.
La serie completa degli Atti venne edita e pubblicata da Konstantin von Tischendorf nel suo Acta Apostolorum apocrypha (Lipsia, 1821), che si occupò di riordinarli per la prima volta in modo ordinato e filologicamente corretto. Un'altra versione è presente nella Passio Andreae, pubblicata da Max Bonnet (Supplementum II Codicis apocryphi, Parigi, 1895).
Le reliquie
Dopo il martirio di sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie vennero spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie vennero vendute dai romani.
La testa del Santo, insieme ad altre reliquie (vale a dire un mignolo e alcune piccole parti della croce) venne donata da Tommaso Paleologo, despota della Morea spodestato dai turchi a papa Pio II nel 1461, in cambio dell'impegno per una crociata che avrebbe dovuto riprendere Costantinopoli. Il papa accettò il dono promettendo di restituire le reliquie quando la Grecia fosse stata liberata e ne inviò la mandibola custodita nell'antico reliquiario a Pienza. Per decisione di papa Paolo VI nel 1964 le reliquie conservate a Roma vennero inviate nuovamente a Patrasso all'interno dell'antico reliquairio bizantino, fino ad allora custodito nella cattedrale pientina; in cambio il Papa donò alla cattedrale di Pienza il busto-reliquiario della testa commissionato da PIo II a Simone di Giovanni Ghini per la basilica di San Pietro in Vaticano. Le reliquie rese sono a tutt'oggi custodite nella chiesa di sant'Andrea a Patrasso in una speciale urna, e vengono mostrate ai fedeli in occasione della festa del 30 novembre.
Tutte le reliquie conosciute attribuite a sant'Andrea sono dislocate in alcuni punti fondamentali della sua venerazione: nella Basilica di sant'Andrea a Patrasso, in Grecia, nel Duomo di Sant'Andrea di Amalfi, Italia, nella Cattedrale di Santa Maria, a Edimburgo, in Scozia e nella Chiesa di Sant'Andrea e Sant'Alberto a Varsavia, in Polonia. Altro luogo ove sono custodite reliquie del Santo è il Casino di Cicco sito in Sant'Apollinare (Italia)
La tradizione italiana
Sofronio Eusebio Girolamo scrisse che le reliquie di Andrea vennero portate da Patrasso a Costantinopoli per ordine dell'imperatore romano Costanzo II nel 357[1]. Qui rimasero sino al 1208 quando le reliquie vennero portate ad Amalfi, in Italia, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. Nel XV secolo, la testa di sant'Andrea fu portata a Roma, dove venne posta in una teca in uno dei quattro pilastri principali della basilica di San Pietro. Nel settembre del 1964, come gesto di apertura verso la Chiesa ortodossa greca, papa Paolo VI consegnò un dito e parte della testa alla chiesa di Patrasso. Il Duomo di Amalfi, dedicata appunto a sant'Andrea (come del resto la città stessa), contiene una tomba nella sua cripta che continua a contenere alcune altre reliquie dell'apostolo.
La tradizione rumena
La tradizione rumena vuole che Sant'Andrea (chiamato Sfântul Apostol Andrei) sia stato uno dei primi a portare il cristianesimo nella Scizia Minore, l'attuale Dobrogea, al popolo locale dei Daci (antenati dei rumeni). Ippolito di Antiochia (m. circa 250) nel suo Sugli apostoli, in Origene nel III libro dei suoi Commentari sulla Genesi (c. 254), in Eusebio di Cesarea nel suo Storia della Chiesa (c. 340), e presso altre fonti come il Martirio di Usaard scritto tra il 845 ed il 865, sant'Andrea viene citato come pellegrino in questa regione. Tre sono i toponimi e numerose antiche tradizioni e favole sono riconducibili a sant'Andrea, molte delle quali possono addirittura vantare un substrato pre-cristiano. Esiste anche una caverna dove si ritiene che egli abbia alloggiato. La misteriosa tradizione che vuole che egli fosse solito battezzare nel villaggio di Copuzu è anche collegata da molti etnologi con il fenomeno delle campagne di cristianizzazione legate agli apostoli.
La leggenda scozzese
Alla metà del X secolo, Andrea divenne Santo Patrono della Scozia. Molte leggende volevano che le reliquie di sant'Andrea fossero state traslate con poteri soprannaturali da Costantinopoli al luogo attualmente denominato "Sant'Andrea" (in pitico, Muckross; in gaelico, Cill Rìmhinn).
Due sono i manoscritti scozzesi più antichi: uno è raggruppato assieme agli scritti di Jean-Baptiste Colbert e venne donato a Luigi XIV di Francia, e attualmente si trova alla Bibliothèque Nationale di Parigi, l'altro è contenuto nel Messale Harleiano nella British Library di Londra. Questi documenti ricordano che le reliquie di sant'Andrea vennero portate da Regolo al re dei Piti Óengus I Mac Fergusa (729–761). L'unico Regolo conosciuto dagli storici (detto anche Riagail o Rule), il cui nome è tutt'oggi ricordato dalla torre di san Rule, fu un monaco irlandese espulso dall'Irlanda con san Colombano; la sua vita, ad ogni modo, sarebbe da collocarsi tra il 573 ed il 600. Vi sono buone ragioni per credere che le reliquie facessero originariamente parte della collezione del vescovo Acca di Hexham, e che vennero da quest'ultimo portate ai Piti da Hexham (c. 732), dove venne fondata una sede episcopale, non come avrebbe voluto la tradizione a Galloway, ma sul luogo detto di Sant'Andrea. La connessione fatta con Regolo, ad ogni modo, è dovuta con tutta probabilità al desiderio di datare la fondazione della chiesa di Sant'Andrea in tempi più remoti possibili e quindi più vicini al martirio del Santo.
Un'altra leggenda vuole che nel tardo VIII secolo, durante una delle battaglie contro gli inglesi, il re Ungo (lo stesso Óengus I Mac Fergusa menzionato precedentemente oppure Óengus II dei Piti (820 – 834)) vide una nuvola incrociata a salterio, e disse ad alta voce ai propri compagni di osservare il fenomeno, indicativo di una protezione di sant'Andrea, e che se avessero vinto per questa grazia, lo avrebbero eletto quale loro santo patrono. Ad ogni modo, si ha ragione di ritenere che sant'Andrea fosse già venerato in Scozia prima di questa data.
Le connessioni di Andrea con la Scozia sono probabilmente da attribuirsi anche al Sinodo di Whitby, dove la Chiesa celtica guidata da san Colombano sancì che, a giudicare dalle scritture, il fratello minore di Pietro aveva dovuto avere un ruolo addirittura superiore a tutti gli apostoli. Nel 1320 la Dichiarazione di Arbroath definì sant'Andrea come "il primo ad essere divenuto Apostolo".
Numerose chiese parrocchiali di Scozia e congregazioni della Chiesa cristiana del paese sono dedicate a Sant'Andrea. La Chiesa nazionale del popolo scozzese a Roma è la chiesa di Sant'Andrea degli Scozzesi.
Sant'Andrea e la Parrocchia di Luqa (Malta)
Le prime notizie relative a questa piccola cappella a Luqa dedicata a sant'Andrea risalgono al 1497. La visita pastorale del delegato pontificio Pietro Dusina afferma che questa cappella conteneva tre altari, uno dei quali era dedicato a Sant'Andrea. La pala d'altare, raffigurante Maria coi Santi Andrea e Paolo venne dipinta dal pittore maltese Filippo Dingli.
A quel tempo, molti pescatori vivevano a Luqa, e questa potrebbe essere una delle ragioni per cui Sant'Andrea venne scelto come Santo Patrono della città. La locale statua di Sant'Andrea venne scolpita nel legno da Giuseppe Scolaro nel 1779. Questa opera subì molti restauri, primo tra tutti quello risalente al 1913 ad opera del rinomato artista maltese Abraham Gatt.
Il Martirio di Sant'Andrea, presente sull'altare principale della chiesa, venne dipinto da Mattia Preti nel 1687.
Sant'Andrea in Ucraina
Il primo cristianesimo in Ucraina, ricorda che l'apostolo sant'Andrea avrebbe viaggiato nel sud dell'Ucraina, lungo il Mar Nero. La leggenda vuole che egli abbia anche percorso il fiume Dnieper e abbia raggiunto la località che in seguito sarebbe divenuta Kiev, dove venne eretta una croce sul sito dove abitualmente sant'Andrea risiedeva, profetizzando la nascita della città all'insegna del cristianesimo.
Conclusioni
Andrea è santo patrono in Scozia, Russia, Romania, Grecia, Amalfi e a Luqa (Malta). Egli è anche santo patrono in Prussia. Nella bandiera della Scozia (e di conseguenza quella del Regno Unito e nello stemma della Nuova Scozia) figura la croce di sant'Andrea, come pure nella bandiera di Tenerife e nell'insegna della marina russa. Anche la bandiera dei confederati degli Stati Uniti d'America anche se il fondatore, William Porcher Miles, riteneva di aver cambiato l'insegna da una croce classica ad una decussata per motivi araldici e non religiosi.
La festa di Sant'Andrea è ricordata il 30 novembre nelle Chiese d'Oriente e d'Occidente ed è festa nazionale in Scozia.
Opere d'arte ispirate a sant'Andrea
Sant'Andrea di Masaccio, Getty Museum, Los Angeles
▪ 316 - Mirocle o anche Miroclo o Mirocleto (III secolo – Milano, 30 novembre 316) fu vescovo di Milano da prima del 313 al 316 e viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Nobile di nascita, fu il primo vescovo milanese dopo l'editto di Costantino, avviò su richiesta dell'imperatore stesso la costruzione di una cattedrale - la cosiddetta Basilica vetus - che vide il compimento sotto il successore, Materno.
Egli è il primo vescovo milanese di cui si abbia una notizia storica accertata in quanto risulta presente negli atti del Concilio di Arles del 314.
La chiesa cattolica lo ricorda il 30 novembre.
* 1016 - Edmondo II d'Inghilterra, detto Ironside (Wessex, 988 – 30 novembre 1016), fu re d'Inghilterra dal 23 aprile al 30 novembre 1016.
Egli era soprannominato Ironside per i suoi sforzi tesi a evitare l'invasione danese condotta dal re Canuto il Grande.
▪ 1181 - San Galgano, al secolo Galgàno Guidotti (Chiusdino, 1148 – 30 novembre 1181), vissuto in Toscana nel basso medioevo, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
▪ 1900 - Oscar Fingal O'Flaherty Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) fu uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.
Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto ricercata ed incline alla ricerca del bon mot, con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l'attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato.
L'episodio più notevole della sua vita, di cui si trova ampia traccia nelle cronache del tempo, fu il processo e la condanna a due anni di prigione per avere violato la legge penale che codificava le regole morali in materia sessuale della sua stessa classe sociale.
Molti i libri scritti sulle sue vicende e sulle sue opere, tra le quali, in particolare, i suoi testi teatrali sono stati considerati dai critici dei capolavori del teatro dell'800.
Aforismi
Wilde non pubblicò mai una raccolta di aforismi: chi ne parla, quindi, li estrapola dall'intero corpus delle sue opere. Eppure proprio gli aforismi rappresentano la quintessenza del suo stile di vita, di pensiero e di scrittura. In vita, il pensiero di creare tale raccolta gli venne una volta, poco prima di recarsi in Francia, nel 1897, quando era ancora nel carcere di "Reading", ma a tale progetto non seguì mai una realizzazione. L'idea di una raccolta di questo genere fu condivisa anche da altri, infatti ne apparvero alcune, già prima del processo: Phrases and Philosophies for the use of the Young e nella prefazione del romanzo The Picture of Dorian Gray (datato 1891), che fu interamente composta da suoi aforismi.
Molti si sono cimentati ad esprimere una verità con un aforisma, ma nessuno mai si dimostrerà altrettanto abile.
Film su Oscar Wilde
Nel corso degli anni la figura di Oscar Wilde è apparsa innumerevoli volte sul palcoscenico della tv, del cinema e del teatro, mentre le opere da lui create sono state ampiamente sfruttate sia direttamente che indirettamente. Fra tutte Il ritratto di Dorian Gray ha saputo, già nel 1910, e maggiormente nel 1945, dove fu candidato a tre premi Premi Oscar grazie anche all'interpretazione di Angela Lansbury, fornire idee a tanti registi e produttori televisivi.
Teatro su Oscar Wilde
Le interpretazioni teatrali di Wilde nel corso degli anni sono innumerevoli, i vari attori che ne hanno interpretato il ruolo nel corso del tempo sono stati tra gli altri Vincent Price, Simon Callow, Liam Neeson e Romolo Valli, mentre fre le rappresentazioni teatrali più famose si riscontrano Diversions and delights, The invention of Love e The Judas Kiss.
* 1915 - Alfredo Cesare Reis Freira de Andrade, conosciuto anche semplicemente come Alfredo d'Andrade (Lisbona, 26 agosto 1839 – Genova, 30 novembre 1915), è stato un architetto, archeologo e pittore portoghese naturalizzato italiano essendogli stata conferita nel 1912, tre anni prima della sua morte, la cittadinanza italiana.
A lui si deve, fra l'altro, la progettazione del Castello d'Albertis di Genova. È stato anche pittore ed una sua opera, Il ritorno dai campi, è custodita all'Accademia Ligustica di Belle Arti nel capoluogo ligure.
▪ 1935 - Fernando António Nogueira Pessoa (Lisbona, 13 giugno 1888 – Lisbona, 30 novembre 1935) è stato un poeta e scrittore portoghese.
È considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, e per il suo valore è comparato a Camões. Il critico letterario Harold Bloom lo definì, accanto a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo.
Avendo vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Sudafrica, la lingua inglese giocò un ruolo fondamentale nella sua vita, tanto che traduceva, lavorava, scriveva, studiava e perfino pensava in inglese. Visse una vita discreta, trovando espressione nel giornalismo, nella pubblicità, nel commercio e, principalmente, nella letteratura, in cui si scompose in varie altre personalità, note come eteronimi. La sua figura enigmatica interessa gran parte degli studi sulla sua vita e opera, oltre ad essere il maggior autore della eteronomia.
Morì a causa di problemi epatici all'età di 47 anni nella stessa città dov'era nato. L'ultima frase che scrisse fu in inglese "I know not what tomorrow will bring... ", e si riportano come le sue ultime parole (essendo molto miope) "De-me os meus òculos!" (Datemi i miei occhiali).
▪ 1947 - Ernst Lubitsch (Berlino, 28 gennaio 1892 – Los Angeles, 30 novembre 1947) è stato un regista, sceneggiatore, attore e soggettista tedesco che ha contribuito (anche in virtù del suo cosiddetto Lubitsch touch, tocco alla Lubitsch), a segnare un'epoca per il cinema statunitense; è stato tra i primi registi ad avere l'onore di vedere il suo nome posizionato prima del titolo sui manifesti e negli elenchi del cast.
Inizia la sua carriera nel 1911 come attore teatrale presso il Deutsches Theater di Berlino. Recita in innumerevoli ruoli e uno dei registi che lo diresse più spesso fu Max Reinhardt. A partire dal 1913 inizia a recitare anche nel cinema. Il lavoro con Reinhardt gli aveva permesso di imparare molto sulla tecnica cinematografica, così inizia a dirigere film muti nei quali recita anche come protagonista. Prima del 1918 gira soprattutto film slapstick, dove lo ritroviamo interpretare anche la parte di un commesso di negozi di scarpe nella Berlino della prima guerra mondiale, nel film Pinkus l'emporio della scarpa (Schuhpalast Pinkus) del 1916.
In Quando ero morto (Wo ist mein Schatz?), del 1916, Lubitsch interpreta la parte di un marito che ci ricorda Il fu Mattia Pascal di Pirandello. Straordinari sono La bambola di carne (Die Puppe, 1919), che rimanda a un topos hoffmaniano, e La principessa delle ostriche (Die Austernprinzessin, 1919), divertentissima parodia dell'american way of life dove vengono messe alla berlina la grossolanità e l'ostentazione della ricchezza dei miliardari americani e delle viziatissime figlie in cerca di marito.
A partire dal 1919 dirige film di generi diversi, in particolare commedie e film in costume. Affronta Shakespeare in Romeo e Giulietta sulla neve (Romeo und Julia in Schnee, 1920), gustosissima commedia montana.
Altrettanto straordinario (anche se misconosciuto) è Lo scoiattolo (Die bergkatze, 1921) con Pola Negri, specialmente per certe soluzioni scenografiche.
Dopo il successo di Madame du Barry con un eccezionale Emil Jannings (che interpreta anche la parte di Enrico VIII in Anna Bolena), nel 1922 l'attrice americana Mary Pickford invita Lubitsch a Hollywood per il film Rosita (1923), dove l'ebreo-berlinese inizia una nuova carriera che lo porta a dirigere le più famose attrici dell'epoca come Marlene Dietrich, Greta Garbo, Carole Lombard e Miriam Hopkins.
In La fiamma dell'amore (Die Flamme, 1923) e La zarina (Forbidden Paradise, 1924) Lubitsch lavora nuovamente con Pola Negri.
Nei muti della Warner Bros. con Matrimonio in quattro (The Marriage Circle, 1924), assieme a un già maturo Adolphe Menjou.
In Tre donne (Three Women, 1924) e Baciami ancora (Kiss Me Again, 1925) Lubitsch porta alla perfezione la lezione del maestro Charles Chaplin della Donna di Parigi.
Ne Il ventaglio di Lady Windermere (Lady Windermere's Fan, 1925) crea una versione cinematografica della commedia di Oscar Wilde di grande raffinatezza e perfezione formale.
Lubitsch trova nel sonoro il cinema più adatto al suo gusto per la battuta maliziosa e la situazione sottilmente paradossale. Billy Wilder a questo riguardo coniò l'espressione "Tocco alla Lubitsch", per definire il mix calibrato di dosato umorismo e sottile erotismo tipico delle sue commedie sofisticate.
Negli anni trenta dirige alcuni dei suoi capolavori: da Mancia competente (Trouble in paradise, 1932), storia di ladri e alberghi di lusso dove bugie e verità si inseguono in un continuo gioco di specchi, a La vedova allegra (The Merry Widow, 1934), ambientato in un fantastico reame d'operetta che testimonia l'origine mitteleuropea del regista; da Angelo (Angel, 1937), in cui si affaccia una vena di asciutto cinismo, alla satira politica di Ninotchka, 1939), il cui celebre lancio pubblicitario recita: "il film dove Greta Garbo ride" ("Garbo laughs!")
Celebre la sua parodia di Hitler in Vogliamo vivere! del 1942, ispirato alla piece teatrale Noch ist Polen nicht verloren del drammaturgo ungherese Melchior Lengyel.
Ernst Lubitsch morì a Bel Air (Los Angeles) in seguito a un infarto, durante le riprese di La signora in ermellino (That Lady in Ermine), film terminato da Otto Preminger.
Lubitsch ottenne tre nomine per il Premio Oscar, ma solo nel 1947, poco prima della morte, vinse l'Oscar alla carriera.
▪ 1957 - Beniamino Samuele Benedetto Gigli (Recanati, 20 marzo 1890 – Roma, 30 novembre 1957) è stato un tenore e attore italiano. È stato un tenore di fama internazionale, uno dei più celebri cantanti d'opera del XX secolo. Dotato di una voce tenorile di rara estensione, venne paragonato più volte ad Enrico Caruso (chiamato spesso "Caruso Secondo", l'artista preferiva essere considerato "Gigli Primo").
▪ 1987 - James Arthur Baldwin (New York, 2 agosto 1924 – Saint-Paul, 30 novembre 1987) è stato uno scrittore statunitense.
Ultimo di nove figli, cresce in povertà, sviluppando un rapporto tormentato con il patrigno, una persona rigida e molto religiosa. Sin da bambino cerca una via d'uscita: "Sapevo di essere nero, naturalmente, ma sapevo anche di essere molto sveglio. Non sapevo come avrei usato il cervello, né se avrei potuto usarlo, ma quella era l'unica cosa che potevo usare".
Già all'età di 14 anni Baldwin passa gran parte del tempo in biblioteca e scopre la passione per la scrittura. Seguendo le orme paterne diventa un predicatore presso una piccola chiesa pentecostale di Harlem. "In quei tre anni sul pulpito – me ne rendo conto adesso – ciò che mi trasformò in uno scrittore, un vero scrittore, fu avere a che fare con tutta quell'angoscia e quella disperazione, e con tutta quella bellezza". Si può facilmente ritrovare una forte influenza del linguaggio religioso in Baldwin, nel suo stile e nei suoi toni. Desideroso di andarsene di casa (perché lasciare il pulpito voleva dire anche dover lasciare casa) Baldwin trova un impiego nelle ferrovie del New Jersey.
Dopo un po' si trasferisce al Greenwich Village, dove incontra lo scrittore Richard Wright. Per alcuni anni lavora come freelance, scrivendo soprattutto recensioni editoriali. Anche se non aveva ancora scritto neppure un romanzo, Wright gli procura una borsa di studio per Parigi. Qui Baldwin trova la giusta distanza dalla società americana in cui era cresciuto per poterne finalmente scrivere.
A partire dal 1948 vive per lo più nel sud della Francia, ma torna spesso negli Stati Uniti per discorsi e conferenze e dal 1957 prende l'abitudine di passare circa sei mesi l'anno a New York. Da Parigi Baldwin si trasferisce in Svizzera, dove scrive il suo primo romanzo "Go To Tell It On The Mountain", pubblicato nel 1953, opera autobiografica sulla sua giovinezza a Harlem. La passione e la profondità con cui raccontava la lotta per la vita dei giovani neri americani non aveva precedenti. Il romanzo, anche se non ottenne subito questo riconoscimento, è considerato un classico della narrativa americana.
Nel corso degli anni cinquanta Baldwin si sposta tra Parigi, New York e Istanbul e scrive la raccolta di saggi "Notes For A Native Son" e il racconto "Giovanni's Room", parlando di argomenti al tempo tabù, come l'omosessualità e le relazioni tra persone di razze diverse.
"Quando ti trovi in un'altra cultura, sei costretto a riesaminare la tua", scrive. Paradossalmente, i viaggi di Baldwin nel mondo lo avvicinano ancora di più all'America del tempo. All'inizio degli anni sessanta fa ritorno negli Stati Uniti per partecipare al movimento per i diritti civili. Viaggia per tutto il Sud e scrive un'opera considerata esplosiva sull'identità nera e sulla situazione della lotta anti-razzista: "The Fire Next Time".
Baldwin rimane un esponente del movimento per i diritti civili per tutti gli anni sessanta, anche se viene spesso criticato per il suo approccio pacifista. Dopo la pubblicazione di "Another Country" è duramente attaccato per aver parlato dell'omosessualità all'interno della comunità nera di New York. Proprio per aver affrontato il tema della diversità sessuale, Eldridge Cleaver, leader delle Pantere nere, accusa le opere di Baldwin di "odio assoluto per i neri". Quasi in risposta, Baldwin accentua le sue prese di posizione contro le discriminazioni sessuali.
Dopo l'assassinio di personalità a cui era vicino come Medgar Evers, Martin Luther King e Malcolm X, ritorna in Francia e lavora a un libro che esprime tutta la disillusione di quel momento storico, "If Beale Street Could Talk". Anche se in questo libro emerge tutta la rabbia di Baldwin per gli avvenimenti recenti, rimane sempre un fautore dell'amore e della fratellanza universali.
Durante gli ultimi dieci anni della sua vita compone numerose opere di narrativa, di saggistica e di poesia e scopre l'insegnamento come nuovo modo per avvicinarsi ai giovani. Rimane uno dei più importanti e attivi sostenitori dell'uguaglianza razziale fino alla morte, nel 1987 a Saint-Paul de Vence, in Francia. Il suo ultimo romanzo, "Just Above My Head" è del 1979. Nel 1986 viene insignito della Legion d'Onore dal governo francese.
Pur avendo trascorso gran parte della sua vita all'estero, Baldwin rimane essenzialmente uno scrittore americano, che non ha mai cessato di riflettere sulla sua esperienza di uomo nero in un'America bianca.