Il calendario del 30 Marzo
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
- Email:
Eventi
▪ 1492 - Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia firmano un decreto teso ad espellere gli ebrei dalla Spagna salvo una loro conversione al cattolicesimo
▪ 1814 - Guerre napoleoniche: le forze della Sesta coalizione entrano a Parigi
▪ 1815 - Guerra austro-napoletana: con il Proclama di Rimini, il Re di Napoli Gioacchino Murat esorta gli italiani all'unità nazionale.
▪ 1822 - Negli Stati Uniti nasce il territorio della Florida
▪ 1842 - L'anestesia attraverso l'uso dell'etere viene usata per la prima volta in una operazione chirurgica dal dottor Crawford Long
▪ 1855 - Stati Uniti d'America: coloni di confine invadono dal Missouri il Kansas chiedendo leggi a favore della schiavitù
▪ 1856 - La Guerra di Crimea ha termine con la firma del Trattato di Parigi
▪ 1858 - Hyman Lipman brevetta un tipo di matita dotata al suo fondo di una gommina per cancellare
▪ 1863 - Il principe Wilhelm Georg di Sleeswÿk-Holstein-Sonderburg-Glück viene scelto come re Giorgio I di Grecia
▪ 1867 - L'Alaska viene venduta dalla Russia agli Stati Uniti per 7,2 milioni di dollari
▪ 1870 - Il Texas viene riammesso nell'Unione
▪ 1876 - Trieste si dota di un servizio di trasporto pubblico (prima città fra quelle attualmente parte della Repubblica Italiana)
▪ 1912 - La Francia stabilisce un protettorato sul Marocco
▪ 1939 - L'aereo da guerra Heinkel He 100 raggiunge la velocità record di 745 Km/h.
▪ 1940 - Seconda guerra sino-giapponese: il Giappone dichiara Nanchino capitale del nuovo governo cinese formalmente controllato da Wang Ching-wei
▪ 1945 - Seconda guerra mondiale: forze dell'Unione Sovietica entrano in Austria e liberano Vienna
▪ 1954 - Apre la prima linea di metropolitana in Canada
▪ 1965 - In Vietnam, un'autobomba esplode davanti all'Ambasciata degli Stati Uniti a Saigon, uccidendo 22 persone e ferendone 183
▪ 1972 - Guerra del Vietnam: inizia l'Offensiva di Pasqua dopo che le forze nord-vietnamite varcano la zona smilitarizzata del Vietnam del Sud
▪ 1979 - Airey Neave, politico inglese, perde la vita in un attentato organizzato dalla Irish National Liberation Army
▪ 1981 - Il presidente USA Ronald Reagan è ferito in un attentato nei pressi di un albergo di Washington per mano dello squilibrato John Hinckley Jr.
▪ 1985 - Poggio San Lorenzo (Rieti): viene arrestato in una villa Pippo Calò, mafioso siciliano, detto Il Cassiere di Cosa Nostra
▪ 1987 - Il famoso dipinto dei "Girasoli" (Sunflowers) di Vincent Van Gogh viene venduto per circa 40 milioni di dollari
▪ 1993 - Charlie Brown batte un home run vincente per la prima e unica volta il vita sua
▪ 2004 - Il governo Berlusconi II istituisce il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati
▪ 2005 - Australia: il medico Robert Menz pubblica su Medical Journal of Australia il primo caso di tendinite da texting del continente.
▪ 2006 - Marcos Pontes è il primo astronauta brasiliano a raggiungere lo spazio.
Anniversari
▪ 1202 - Gioacchino da Fiore (Celico CS, ca. 1130 – Pietrafitta CS, 30 marzo 1202) è stato un abate, teologo e scrittore italiano, già venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
▪ 1900 - Leonardo Murialdo (Torino, 26 ottobre 1828 – Torino, 30 marzo 1900) è stato un presbitero e santo italiano, fondatore della Congregazione di San Giuseppe.
Leonardo Murialdo nasce a Torino, nella centrale via Garibaldi (allora via Dora Grossa) da una agiata famiglia: il padre Leonardo è agente di cambio. Resta presto orfano di padre (1833) e per questo è mandato nel 1836 in collegio a Savona dagli Scolopi. Dopo un periodo di sbandamento giovanile ritorna a Torino ed intraprende gli studi per poter diventare sacerdote, diventandolo nel 1851. Da ragazzo era chiamato "Nadino".
Il sacerdozio
Da sacerdote, il suo primo campo di azione sono gli oratori, in collaborazione con Giovanni Bosco e le iniziative in favore della gioventù della periferia torinese, carcerati, giovani lavoratori, ragazzi di strada.
Tra le iniziative a favore dei giovani studenti ed operai il Murialdo promuove l'apertura di una struttura antesignana delle moderne case-famiglia per ospitare coloro che non hanno la possibilità di pagarsi un albergo.
Lavora in un’epoca segnata da forti contrasti sociali, creati dall'industrializzazione nascente, dovuti al disagio delle classi sociali più povere, soprattutto dei giovani.
Il collegio Artigianelli e la Congregazione di San Giuseppe
Nel 1866 diventa rettore del Collegio Artigianelli di Torino, un'istituzione religiosa per l'assistenza di ragazzi poveri ed abbandonati. Tra gravi difficoltà economiche, sarà questa la sua principale attività fino alla morte.
Nel 1873 fonda la Congregazione di San Giuseppe per dare continuità alla sua azione sociale e caritativa. Il fine della congregazione è l'educazione della gioventù, specialmente di quella povera ed abbandonata. Collabora a molte iniziative in campo sociale in difesa dei giovani, degli operai e dei più poveri.
Il papa Paolo VI l'ha proclamato beato nel 1963 e santo il 3 maggio 1970. Nel 2000 i fedeli ne hanno commemorato il centenario della morte. Nel calendario dei santi viene ricordato al giorno 18 maggio.
Bibliografia
Armando Castellani, Leonardo Murialdo, Tipografia S. Pio X, Roma, 1968
▪ 1925 - Rudolf Steiner (Donji Kraljevec, 25 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) è stato un filosofo, esoterista e pedagogista austriaco. È il fondatore dell'antroposofia e di un personale stile pedagogico, oltre che l'ispiratore dell'agricoltura biodinamica.
Nel 1883 Steiner si laureò alla Technische Hochschule (Politecnico) di Vienna, dove studiò matematica, fisica e filosofia con Franz Brentano dal 1879 al 1883.
Curatore e archivista
Nel 1882, su proposta di un suo docente, Karl Julius Schröer, al professor Joseph Kürschner, curatore di una nuova edizione delle opere diGoethe, ne divenne curatore per le opere scientifiche. Nel 1886 pubblicò un primo libro sulla filosofia di Goethe: La teoria della conoscenza implicita nella concezione del mondo di Goethe.
Di conseguenza, nel 1888 Steiner fu invitato a lavorare come curatore negli archivi Goethe a Weimar, dove rimase fino al 1896, scrivendo introduzioni e commenti ai quattro volumi di scritti scientifici di Goethe e pubblicando nel 1897 un secondo libro sulla filosofia di Goethe:Goethes Weltanschauung (La concezione del mondo di Goethe).
Nel 1891 Steiner ottenne un dottorato in filosofia all'università di Rostock, con una tesi sul concetto di ego in Fichte, poi ampliata e pubblicata sotto il titolo Wahrheit und Wissenschaft (Verità e Conoscenza). In quegli anni collaborò alle edizioni complete delle opere di Arthur Schopenhauer e di Jean Paul e nel 1894 pubblicò Die Philosophie der Freiheit (Filosofia della libertà). Nel 1896 Elisabeth Förster-Nietzsche, sorella di Friedrich Nietzsche (all'epoca ormai catatonico), chiese a Steiner di riordinare l'archivio di Nietzsche a Naumburg.
Nel 1897 Steiner lasciò Weimar e si trasferì a Berlino, dove divenne proprietario, redattore in capo e autore principale della rivista letterariaMagazin für Literatur, impresa che si rivelò un insuccesso, anche per la sua presa di posizione a favore di Émile Zola nell'Affare Dreyfus.
Pensatore
Nel 1899 Steiner pubblicò sulla Magazin un articolo intitolato La rivelazione segreta di Goethe, sulla natura esoterica di una fiaba di Goethe. Ne derivò un invito e poi una serie di conferenze alla Società Teosofica, della cui sezione tedesca divenne capo nel 1902 o 1904, su nomina diAnnie Besant. Autore di Theosophie. Einführung (Teosofia: un'introduzione) (1904) e conferenziere attivo in tutta Europa, contribuì alla crescita della sezione confutando le idee e la terminologia di Madame Blavatsky, condividendo le idee reincarnazioniste delle filosofie orientali; i sui scritti contribuirono largamente alla conoscenza diffusa delle tradizioni esoteriche ed exoteriche sia orientali che occidentali.
Nel 1912, quindi, Steiner uscì dalla Società Teosofica e nel 1913 fondò la Società Antroposofica per portare avanti le idee della cosiddettaScienza dello Spirito o Antroposofia. Trasferitosi in Svizzera, architettò e progettò i due Goetheanum a Dornach in Svizzera. Il primo, costruito in legno tra il 1913 e il 1920, venne distrutto la notte del Capodanno 1923 da un incendio probabilmente doloso (da parte di nazionalisti tedeschi), il secondo fu realizzato in cemento armato dopo la sua morte e completato nel 1928.
Coadiuvato da Ita Wegman, è anche l'ideatore di un'ars medica corretta in chiave antroposofica e il postulatore di possibili interventi agronomici posti alla luce delle sue conoscenze esoteriche (da questo poi si svilupperà, successivamente e autonomamente, la cosiddetta agricoltura biodinamica). Ha inoltre sviluppato l'idea politica della triarticolazione sociale e ideato l'euritmia, un'arte del movimento in grado, attraverso forme, gesti e movimenti, di rendere visibile "l'invisibile" (suoni e forme del linguaggio, stati d'animo, forme e concetti archetipici).
Fu un instancabile conferenziere, tenne più di seimila incontri in varie città d'Europa.
I suoi libri fondamentali, indispensabili per comprenderne il pensiero, sono: "La filosofia della libertà", "Teosofia", "L'Iniziazione", "La scienzaocculta nelle sue linee generali", "La mia vita", "Calendario dell'Anima (1912-13)".
Fortuna in Italia
Oggi esistono (tradotti anche in italiano), numerosissimi libri (editrice Antroposofica di Milano ed altre minori), fra cui quelli contenenti le trascrizioni delle sue conferenze.
In Italia la sua filosofia è stata diffusa inizialmente dai suoi primi discepoli italiani, la baronessa Emmelina Sonnino (De Renzis), suo figlio Giovanni Antonio Colonna di Cesarò e il medico romano Giovanni Colazza. Dopo la seconda guerra mondiale analoga attività fu svolta da Massimo Scaligero e dal medico milanese Aldo Bargero.
Da allora la crescita dell'impulso medico antroposofico è stata accompagnata dalla pubblicazione di svariati libri anche a carattere introduttivo, che hanno incontrato il favore dei lettori italiani, ma si è trattato per lo più di traduzioni di autori di lingua tedesca, inglese o francese. Solo a partire dal 1990 si trovano libri di autori italiani. Al contempo, essendo Colazza e Bargero medici, si è sviluppata in Italia una consistente presenza di medici ad indirizzo antroposofico.
Le scuole steineriane seguono il modello pedagogico di Steiner che si basa sull'utilizzo della percezione dei 12 sensi per accedere all'apprendimento cosciente. Per ottenere questo scopo sono largamente usate tutte le Arti.
Pedagogia Waldorf
Prende nome dalla scuola voluta da Emil Molt, direttore della fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria di Stoccarda per i figli degli operai. La scuola Waldorf aprì le porte nel settembre del 1919 con circa 250 alunni e dodici insegnanti, sotto la conduzione pedagogica di Rudolf Steiner. Oggi ci sono centinaia di scuole in tutto il mondo che si ispirano ad essa.
Caratteristiche esteriori della prima scuola Waldorf furono la totale autonomia nella scelta degli insegnanti che consentisse di attuare la più completa libertà di insegnamento fondata su una conoscenza dell'uomo secondo corpo, anima e spirito, l'assenza di programmi scolastici predefiniti, l'autogestione da parte del collegio insegnanti e l'autofinanziamento attraverso importanti donazioni.
A partire da questi presupposti Steiner cercò di indicare come dar vita a una pedagogia capace di risvegliare ciò che è nascosto nel bambino e che egli porta con sè dal mondo spirituale, anziché costringerlo a imparare controvoglia ciò che non gli corrisponde e che non trova in lui alcuna risonanza. La possibilità di risvegliare entusiasmo negli alunni per Steiner dipende dalla capacità dell'insegnante di sperimentare consapevolmente la dimensione spirituale attraverso un rigoroso cammino di autoeducazione, che gli permetta di far fluire in modo artistico i contenuti dell'insegnamento nel rapporto educativo con le individualità che gli sono state affidate.
L'arte di insegnare
Per Steiner la pedagogia è un'arte ed il maestro vi deve essere portato ed avere una sorta di "vocazione". Un buon maestro genera buoni alunni, così come un cattivo maestro ne genera di cattivi: una persona, pur preparata, che insegna per portare a casa lo stipendio, senza metterci la propria passione, non è degno di insegnare. L'insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l'altro è portato a trasferire tutto il proprio sapere umano ed intellettuale. « Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa. » (Rudolf Steiner)
Scuola steineriana italiana
Pur essendo nata per favorire lo sviluppo delle capacità dei figli dei proletari, la scuola Waldorf ha raccolto da subito consensi tra coloro che desideravano un'educazione moderna e creativa per i propri figli. In Italia, a causa anche degli alti costi necessari per l'esistenza di una scuola, che nel caso di scuole non parificate ricadono sui genitori, ha di fatto preso piede solo nelle fasce economicamente e culturalmente più elevate della società. Questo soprattutto a causa del fatto che le indicazioni date dallo Steiner riguardo al rapporto che dovrebbe intercorrere tra libera vita culturale ed economia (si vedano le idee della triarticolazione dell'organismo sociale) finora sono state in gran parte disattese. Oggi si supplisce a questa difficoltà offrendo alle famiglie la possibilità di ottenere riduzioni sulle rette scolastiche. Per raccogliere denaro poi le scuole steineriane organizzano iniziative di autofinanziamento, come i Bazar in occasione delle festività dell'anno: i fondi raccolti in queste occasioni vengono in parte anche impiegati per sostenere chi non potrebbe permettersi di frequentare una scuola privata. In Italia le scuole si sono sviluppate per lo più fino alla scuola media (VIII classe); il liceo esiste da molti anni a Milano e dall'anno scorso si sta tentando di farne partire uno anche a Roma. Vi è inoltre il progetto (nato intorno al 1991 assieme alla concretizzazione di una nuova scuola) di costruirne uno anche a Bologna, ma per questioni economiche ne è stata rimandata la realizzazione. Tutt'ora si cercano fondi per costruirlo. A San Vendemiano (TV) esiste un percorso fino alla scuola media e un progetto in essere per il liceo con avvio probabile delle lezioni nel 2010.
Nella formazione steineriana non vi è traccia alcuna di nozionismo e questo, nelle intenzioni delle scuole, dovrebbe portare ad uno sviluppo ottimale della personalità e delle componenti umanistica, scientifica, culturale oltre che artistica dello studente; inoltre non sono previste bocciature o altri rallentamenti nel percorso scolastico (tranne al liceo), poiché l'insegnamento è in relazione all'età dell'alunno. Nella formazione degli insegnanti steineriani è fondamentale il percorso di autoeducazione ed è per questo fine che esistono i seminari di formazione, che hanno anche lo scopo di risvegliare interesse, entusiasmo e spirito di iniziativa in campo pedagogico.
* 1984 - Karl Rahner (Friburgo in Brisgovia, 5 marzo 1904 – Innsbruck, 30 marzo 1984) è stato un gesuita eteologo tedesco, teologo cattolico, fra i protagonisti del rinnovamento della Chiesa che portò alla svolta del Concilio Vaticano II.
Ecco una recente e importante intervista sul suo pensiero tratta da «Radici Cristiane n. 47, Agosto-Settembre 2009
Sappiamo come di recente il Papa, parlando dell'interpretazione degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, ha rilevato l'esistenza di un' “ermeneutica della rottura", da lui giudicata fuorviante, e l'ha contrapposta all'ermeneutica giusta che ha chiamato "della continuità".
Il teologo gesuita Karl Rahner (1904-1984), secondo quanto sta apparendo con sempre maggiore chiarezza da uno studio critico di molte delle sue opere condotto ormai da decenni, è forse l'esponente maggiore di tale ermeneutica della rottura, che da quarantenni ha attirato e continua ad attrarre schiere di teologi e pastori in tutto il mondo.
L'ermeneutica della rottura è una caratteristica di gran parte della teologia di Rahner, una teologia che enfatizza il nuovo, il moderno assolutizzato, fine a se stesso e senza discernimento, in modo tale da portarlo a una rottura con quel passato nel quale si trovano quelle radici cristiane, dalle quali soltanto può sorgere una sana modernità, che non può essere sana se non in continuità con quelle radici, che contengono valori divini, perenni e immortali.
La modernità secondo Rahner
Rahner ha avuto la buona idea di cercare di ammodernare il cristianesimo, di creare un dialogo del cristianesimo con la modernità. Ma ha sbagliato nel concepire il moderno. È rimasto vittima del mito idealista tedesco della "filosofia moderna". Non è sbagliato di per sé aspirare a una filosofia moderna, apprezzare una filosofia moderna, perché si suppone che sia meglio informata, più sapiente, più solida e più intelligente dell'antica. Esiste un tomismo moderno certo migliore di quello del Sei o Settecento.
L'errore di Rahner è stato quello di optare per una filosofia "moderna", la quale è stata sì moderna nel senso temporale, ma non nel senso qualitativo. Che cosa conta che una filosofia sia temporalmente moderna se poi di fatto ricade in antichi errori pagani, che già erano stati corretti dalla filosofia cristiana medievale, autrice delle radici cristiane dell'Europa? Che "moderno" è quel moderno che distrugge un passato, quale quello delle radici cristiane dell'Europa, legato all'immutabilità della parola di Dio, quella parola della quale Cristo ha detto: «Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno?».
Rahner ha concepito il progresso come rottura, come contraddizione col passato di una tradizione cristiana sacra e perenne, quella che appunto si chiama sacra Tradizione, sorgente della divina rivelazione insieme con la Sacra Scrittura, come da sempre insegna la Chiesa Cattolica. Questa rottura è nata dal fatto che Rahner non si è accorto della perenne validità di tale Tradizione, come condizione di vero progresso.
Da che cosa sorge, da quali radici sorge la modernità rahneriana? Da un idealismo come quello che - per sua espressa dichiarazione - trae origine da Cartesio, passa per Kant. Fichte. Schelling ed Hegel e giunge ad Heidegger. Ma la tanto declamata novità cartesiana, come dimostrano gli storici del pensiero, in realtà riprende le fila dell'antico pensiero greco presocratico dei parmenidei, degli eraei, dei sofisti e degli scettici. Anche la continuità non è un valore, se è la continuità di un vizio perenne della ragione, come quello che si trascina da Protagora ad Heidegger.
Continuità ed evoluzione
Rahner non ha capito qual è la legge dell'evoluzione dogmatica. La vera evoluzione non è rottura, ma esplicitazione nella continuità. Non suppone l'equivocità, ma la continuità analogica. Il dogma di Calcedonia contiene la stessa verità della cristologia del Vaticano II, solo che nel corso di quattordici secoli la Chiesa ha conosciuto meglio (e come diversamente avrebbe dovuto accadere?) quel medesimo mistero di Cristo che già è immutabilmente e definitivamente enunciato dal dogma calcedonese.
Rahner ha inteso gli insegnamenti del Concilio come rottura con la Tradizione. Egli distrugge la Tradizione e quindi non opera in nome di una sana modernità, ma di un rinnovato modernismo peggiore di quello dei tempi di san Pio X.
Per Rahner la verità cristiana comincia col Vaticano II da lui interpretato peraltro in modo modernistico. Prima c'è la barbarie, il vuoto, il nulla. Nessuna radice. Nessuna sorgente, nessuna base o nessun principio. Ma tutto comincia con Cartesio per finire con Heidegger. L'idealismo tedesco poi si sposa in Rahner con l'influsso luterano.
Tuttavia uno potrebbe obbiettare: ma in fin dei conti, anche Rahner ha rispetto per il passato e per la Tradizione, giacché anch'egli, almeno a quanto pare, basa la tua teologia sulla Sacra Scrittura e sulla storia del Cristianesimo e della teologia cattolica.
Sì, ma con quale impostazione? Non con l'impostazione del vero cattolico, il quale accoglie docilmente e fiduciosamente tutti i pronunciamenti dottrinali o dogmatici del Magistero della Chiesa e dei concili eenici, quali pepite d'oro che appaiono via via nel fiume della storia, ma con l'atteggiamento tipicamente luterano del "libero esame" (con la scusa dell' "esegesi storico-critica''), che di volta in volta, con diversi pretesti, si permette di stabilire in questo preziosissimo e ricchissimo patrimonio della Tradizione, quello che gli garba o non gli garba alla luce di quella che egli chiama "filosofia moderna".
Qual è il risultato? Un puro e semplice gnosticismo (come rivelano chiaramente gli studi di don Ennio Innocenti), come è stato quello dell'idealismo tedesco fino ad Heidegger. Dove va finire la fede? Non e più virtù teologale soprannaturale con la quale si accoglie per vero quanto Dio ha rivelato e la Chiesa ci propone a credere, ma la famosa «esperienza trascendentale aprioristica ed atematica», ispirata all'ermetismo, alla teosofia, a Schleiermacher e ad Heidegger. Insomma, un rinnovato gnosticismo, col quale Rahner crede di conoscere Dio e Cristo meglio di quanto gli insegna la Chiesa Cattolica.
Rahner non è capace di unire l'immutabile col mutevole sul piano dei concetti. Immutabile e universale è soltanto l’ “esperienza trascendentale", ma essa è ineffabile ("Mistero assoluto") e non concettualizzabile; viceversa il concetto (il "categoriale"), anche quello dogmatico, è privo di universalità e immutabilità. Ne viene la conseguenza incresciosa che la verità teologica esiste, ma è inesprimibile; mentre ciò che può essere espresso appartiene solo al campo del particolare, del mutevole e dell'incerto.
Divinizzazione dell’uomo
L'etica rahneriana. come sempre avviene, è conseguenza logica dei suoi princìpi metafisici, gnoseologici e antropologici. La base fondamentale di tutto, come fu acutamente denunciato a suo tempo da Cornelio Fabro. è l'identificazione dell'essere col pensiero, identificazione che perla verità, è propria solo dell'essenza divina, ma che invece Rahner pone come principio di tutto il reale. Da qui il panteismo in metafisica e l'idealismo in gnoseologia.
Da qui viene anche l'identificazione dell'essere con l'agire e col divenire e la tendenza monistica che non distingue più adeguatamente il vero dal falso, il bene dal male, l'eterno dal temporale, il finito dall'infinito. Dio dal mondo. Ciò non gli impedisce peraltro di cadere in dualismi irresolubili, che qui non è il caso di esaminare. Per distinguere egli separa, e per unire, confonde.
Da questi principi fondamentali discende la sua concezione del rapporto dell'uomo con Dio: la ragione umana non dimostra l'esistenza di Dio partendo dagli effetti creati, come insegna san Paolo (Rm. 1,20) e il libro biblico della Sapienza (Sap. 13,5), ma possiede originariamente ed atematicamente un'«esperienza preconcettuale dell'essere» (“Vorgriff”). nella quale legge immediatamente la propria autocoscienza e l'esistenza di Dio. Come nella conoscenza divina, non si passa dalle cose a Dio, ma da Dio alle cose. Rahner confonde il sapere umano col sapere divino.
L'uomo dunque è già di per sé originariamente, benché "atematicamente". potenzialmente Dio; Dio non è che la piena attuazione dell'uomo (Dio è l' «orizzonte trascendentale dell’autotrascendenza umana»). Dunque nessuna reale distinzione tra natura umana e grazia. L'uomo è per essenza in grazia, la natura umana è definita dalla grazia, senza la grazia è nulla, è pura "astrazione", pura "possibilità" (polemica contro la "natura pura").
La quale grazia poi non è un dono di Dio, o un accidente (qualità) dell'anima, ma è Dio stesso, che così diventa il costitutivo sostanziale dell'uomo ("causa formale" dell'uomo), confondendo così Dio con l'anima umana. La grazia dunque è inammissibile, così come l'uomo non può perdere la sua essenza. Da qui l'estrema difficoltà con la quale Rahner cerca di spiegare l'esistenza del peccato.
La distruzione del cristianesimo
Da qui la tesi secondo la quale tutti per essenza tendono a Dio, tutti sono sempre in grazia, tutti si salvano ("buonismo"), il peccato diventa impossibile oppure è un costituivo irrilevante della natura perché sempre perdonato da Dio (Lutero), da qui la negazione della redenzione di Cristo come sacrificio espiativo e riparatore del peccato (e quindi la crisi del sacerdozio, della Messa e della Liturgia).
Da qui la negazione dì una natura umana oggettiva. universale e immutabile (difetto dell'esistenzialismo), dell'immortalità dell'anima (col rischio del materialismo), della legge naturale (con conseguente relativismo morale), dell'oggettività della conoscenza concettuale-razionale (con la conseguenza del relativismo dogmatico) e del libero arbitrio (con la conseguenza di un'etica spontaneistica, antiascetica e schiava delle passioni: Freud), la negazione della Parusia futura di Cristo (Parusia adesso), dei privilegi mariani (niente verginità), dell'esistenza degli angeli (sono solo "possibili"), di dannati nell'inferno (non c'è nessuno) e la tesi secondo la quale anche l'ateo è credente ("cristianesimo anonimo").
La cristologia è concepita hegelianamente in modo evolutivo-dialettico come passaggio dall'umano al divino e viceversa (riappare l'eresia di Eutiche), sicché Rahner giunge alla conclusione che antropologia, teologia e cristologia sono la stessa cosa (effetto del panteismo). Le tre Persone divine non sono tre relazioni sussistenti ovvero tre sussistenze, ma tre "modi di sussistenza" di un'unica persona-natura-sussistente (modalismo), mentre l'essenza della Trinità si risolve nel suo manifestarsi al mondo («la Trinità immanente è la Trinità economica»). Allora Dio è obbligato a creare? È obbligato a incarnarsi? A manifestarsi all'uomo? Qui si vede l'influsso della fenomenologia di Husserl e viene anche in mente Hegel: «Senza il mondo. Dio non è Dio».
In particolare, in morale, la persona appare come soggetto meramente spirituale (cf. la res cogitans di Cartesio), che liberamente (come in Fichte, Gentile e Sartre) pone o progetta la propria essenza e quindi la legge morale, la quale quindi non è posta da Dio nella natura umana, ma il soggetto liberamente la pone da sé onde porre la propria essenza e la propria natura. Salvo poi a porre la persona come emergente dalla materia, per il fatto che viene negata la distinzione fra anima e corpo.
La persona non appare come «individua substantia rationalis naturae», ma alla maniera idealistica, come autocoscienza e libertà, come una specie di relazione sussistente in atto, sicché c'è poi da chiedersi come potranno essere persone quei soggetti i quali per vari motivi non possono o non vogliano relazionarsi a Dio ed agli altri.
Figlio dell'orgoglio moderno
I princìpi di fondo possono riassumersi in una divinizzazione gnostica dell'uomo e in una secolarizzazione del soprannaturale, si fanno sentire in vari modi: nel suo stesso metodo di pensare e di argomentare, dettato spesso da presunzione nei confronti delle massime autorità nel campo della filosofia come della religione, nell'aver sempre ignorato le osservazioni e le critiche che gli sono state fatte per decenni da eccellenti studiosi e teologi, nel sollecitare o suggerire una condotta morale improntata a un esagerato amore per la libertà personale, nel disprezzo dei valori oggettivi, eterni e universali, insomma un'esaltazione dell'io che ben poco ha a che vedere con un sano amore di sé riconosciuto dal cristianesimo, ma assomiglia molto di più al soggettivismo e alla presunzione tipici della religiosità luterana e al limite alla spropositata esaltazione dell'io propria dell’etica fichtiana.
Appare l'ombra sinistra di Nietzsche. Siamo ancora nel Cristianesimo? È questa l'interpretazione del Concilio?
▪ 1988 - Edgar Faure (Béziers, 18 agosto 1908 – Parigi, 30 marzo 1988) è stato uno scrittore e politico francese.
Avvocato, scrittore e grande erudito, deputato all'Assemblée Nationale dal 1946 al 1958, senatore dal 1959 al 1966, deputato dal 1966 al 1980 e senatore dal 1980 fino alla morte nel 1988. Durante la Quarta Repubblica è stato per due volte Presidente del Consiglio: la prima dal 20 gennaio al 8 marzo 1952 e la seconda dal 23 febbraio 1955 al 1 febbraio 1956.
Nel corso della Quarta Repubblica è a più riprese segretario di Stato e poi ministro (Bilancio, Economia e Affari economici, Esteri). Favorevole all'avvento della Quinta Repubblica, dopo il 1958 è più volte ministro dell'Agricoltura, dell'Educazione Nazionale e degli Affari Sociali (con il rango di ministro di Stato).
Dal 1973 al 1978 è presidente dell'Assemblée Nationale. Sostenuto da capo del partito neo-gollista Jacques Chirac, nel 1978 presenta la sua candidatura per essere rieletto alla presidenza dell'Assemblée, ma è battuto da Jacques Chaban-Delmas. Nello stesso anno è eletto all'Académie française. Pochi mesi prima della morte, è nominato dal presidente della Repubblica François Mitterrand alla presidenza di una commissione per l'organizzazione dei festeggiamenti per il Bicentenario della Rivoluzione francese.
Nel corso della sua lunga carriera politica, ha rivestito numerosi mandati locali, fra cui quello di presidente del consiglio generale dello Jura dal 1949 al 1967 e di Presidente della Regione Franche-Comté dal 1974 al 1988.
Proveniente dal Partito radicale (partito da cui uscirà nel 1956), dopo una breve esperienza a capo di una formazione di sinistra moderata Faure resterà fino al 1977 un "senza partito". Al Senato farà parte di un gruppo parlamentare di sinistra democratica. Nel 1977 tenta di conquistare la presidenza del partito radicale, ma è battuto da Jean-Jacques Servan-Schreiber. Si presenta alle elezioni legislative del 1978 come indipendente apparentato al Raggruppamento per la Repubblica (RPR), il partito neo-gollista. In rotta con quest'ultimo, nel 1979 è candidato alle elezioni europee con la lista liberale e centrista guidata da Simone Veil.
È impossibile assegnare un'etichetta politica precisa a Edgard Faure. In auge sia durante la Quarta che durante la Quinta Repubblica, si è sempre trovato dalla parte dello schieramento vincente. A chi lo accusava di opportunismo, rispondeva: "È il vento che spira dalla mia parte".
Molto rilevante fu negli anni 70 il suo influsso sulla pedagogia e sulla scuola col rapporto, di cui fu curatore e coautore, dal titolo "Apprendre à etre", le monde sans frontières.
▪ 2007 - Franco Cosimo Panini (Maranello, 8 ottobre 1931 – Modena, 30 marzo 2007) è stato un editore italiano. La sua fama si deve alla celeberrima azienda di figurine (Edizioni Panini) e, successivamente, alle pubblicazioni d'arte (in particolare le edizioni in facsimile) e all'editoria per ragazzi.
È stato a capo della casa editrice da lui fondata, la Franco Cosimo Panini Editore, nata dallo scioglimento dell'azienda familiare fondata insieme ai fratelli Giuseppe, Umberto e Benito ad inizio anni sessanta.
Sposato dal 1960 con Emilia Spalanzani, ha avuto cinque figli (Laura, Silvia, Maria Teresa, Lucia e Luca)