Il calendario del 29 Ottobre
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Eventi
* 969 - Truppe bizantine occupano Antiochia (Siria)
* 1061 - L'Imperatore Bizantino si sbarazza del Vescovo Cadalo e di Papa Niccolò II
* 1268 - Viene decapitato a Napoli Corradino di Svevia; si conclude definitivamente la vicenda degli Hohenstaufen nell'Italia meridionale
* 1422 - Carlo VII di Francia diventa re succedendo al padre Carlo VI di Francia
* 1618 - Sir Walter Raleigh, avventuriero, scrittore e cortigiano, viene decapitato per una presunta cospirazione contro Giacomo I d'Inghilterra
* 1675 - Leibniz utilizza per la prima volta il simbolo dell'integrale (∫)
* 1799 - Domenico Cirillo e altri tre vengono giustiziati
* 1863 - Sedici nazioni riunitesi a Ginevra concordano sulla formazione della Croce Rossa Internazionale
* 1901 - Pena capitale: Leon Czolgosz, l'assassino del presidente statunitense William McKinley, viene giustiziato sulla sedia elettrica
* 1914 - La Turchia entra in guerra colle potenze centrali nella Prima Guerra Mondiale
* 1923 - La Turchia diventa una repubblica, a seguito della dissoluzione dell'Impero Ottomano
* 1929 - Inizia la Grande depressione con il 'martedì nero': la Borsa di New York crolla, innescando quella che sarà una crisi economica a livello mondiale
* 1942 - Olocausto: Nel Regno Unito, figure di spicco del clero e della politica tengono un incontro pubblico per manifestare indignazione circa la persecuzione degli ebrei da parte della Germania Nazista
* 1944 - Seconda guerra mondiale: Breda (Paesi Bassi), viene liberata dalla Prima Divisione Corazzata Polacca
* 1945
- - In un grande magazzino di New York viene messa in vendita la prima penna a sfera (prezzo: 12,50$ l'una)
- - Getúlio Vargas, si dimette da Presidente del Brasile
* 1955 - La nave da guerra sovietica Novorossiisk urta una mina della seconda guerra mondiale nel porto di Sebastopoli
* 1956
- - Firma del Protocollo di Tangeri: la città internazionale di Tangeri viene reintegrata nel Marocco
- - Inizia la Crisi di Suez: Israele invade la Penisola del Sinai e respinge le forze egiziane oltre il Canale di Suez
* 1960 - A Louisville (Kentucky), Cassius Clay (che prenderà poi il nome di Muhammad Ali), vince il suo primo incontro da professionista
* 1964 - Una collezione di insostituibili gemme, tra cui la Stella dell'India (565 carati, 113 g), viene rubata dal Museo Americano di Storia Naturale di New York
* 1967 - Papa Montini (Paolo VI) rende pubblica la lettera apostolica "Africae terrarum" (Delle terre dell'Africa)
* 1969 - Viene stabilito il primo collegamento da computer a computer, ARPANET
* 1971 - Guerra del Vietnam: Vietnamizzazione - Il numero totale di soldati statunitense ancora in Vietnam, scende a 196.700 (il livello più basso dal gennaio 1966)
* 1985 - Il General Maggiore Samuel K. Doe viene annunciato come vincitore delle prime elezioni multipartitiche in Liberia
* 1991 - La sonda Galileo compie il suo passaggio più ravvicinato a 951 Gaspra, diventando la prima sonda a visitare un asteroide
* 1994 - Francisco Martin Duran spara oltre due dozzine di colpi sulla Casa Bianca (Duran verrà in seguito condannato per aver cercato di uccidere il presidente Bill Clinton)
* 1998
- - Lo Space Shuttle Discovery decolla con a bordo il 77enne John Glenn, che diventa la persona più anziana ad essere andata nello spazio. Glenn fu il primo statunitense ad orbitare attorno alla Terra, il 20 febbraio 1962
- - Mentre vola da Adana ad Ankara, un volo della Turkish Airlines viene dirottato da militanti Curdi, che ordinano al pilota di dirigersi in Svizzera. L'aereo atterra comunque ad Ankara, dopo che il pilota è riuscito ad ingannare i dirottatori, facendogli credere di essere atterrato a Sofia, in Bulgaria, per rifornirsi di carburante
- - Apartheid: In Sudafrica, la Truth and Reconciliation Commission presenta il suo rapporto, che condanna entrambe le parti per aver commesso atrocità
* 2004 - A Roma i 25 paesi membri dell'UE firmano la Costituzione europea
* 2007 - Storico referendum nei comuni ladini di Cortina d'Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia (Provincia di Belluno) si tiene il referendum per l'aggregazione del proprio territorio alla regione Trentino-Alto Adige (Provincia di Bolzano)
Anniversari
* 1618 - Walter Raleigh (East Budleigh, circa 1552 – Londra, 29 ottobre 1618) è stato un navigatore, corsaro e poeta inglese.
Fondò la colonia di Roanoke sull'omonima isola (Roanoke Island) in Carolina del Nord (1585-1591), secondo insediamento inglese nel Nuovo Mondo dopo San Giovanni di Terranova, fallito però tragicamente. Organizzò spedizioni in Sud America, alla ricerca di tesori nascosti in Guyana e lungo l'Orinoco. A lui viene attribuito il merito di aver portato in Irlanda le prime piante di patata e di tabacco. Raleigh visse a Youghal in Irlanda per un periodo di tempo nel quale fu anche sindaco della città. Accusato di cospirazione contro il re Giacomo I e sommerso dai debiti (1603), fu relegato con tutta la sua famiglia nella Torre di Londra e in seguito decapitato.
* 1783 - Jean-Baptiste Le Rond d' Alembert (Parigi, 16 novembre 1717 – Parigi, 29 ottobre 1783) è stato un enciclopedista, matematico, fisico, filosofo ed astronomo francese, tra i più importanti protagonisti dell'Illuminismo.
Studi
All'inizio, d'Alembert frequentò una scuola privata. Il cavaliere Destouches, alla sua morte avvenuta nel 1726, gli lasciò un'annualità di 1200 libbre. Sotto l'influenza della famiglia Destouches, all'età di dodici anni d'Alembert entrò nel collegio giansenista delle Quattro Nazioni (detto anche collegio Mazarino) dove studiò filosofia, diritto e belle arti, conseguendo il baccalauréat nel 1735.
Negli anni successivi, d'Alembert derise i princìpi cartesiani che gli erano stati impartiti dai giansenisti: «premozione fisica, idee innate e i vortici». I giansenisti orientarono d'Alembert verso una carriera ecclesiastica, cercando di dissuaderlo dal perseguire la poesia e la matematica. Tuttavia, la teologia era per lui «foraggio piuttosto inconsistente». Frequentò la scuola di legge per due anni, diventando avvocato nel 1738.
In seguito si interessò alla medicina e alla matematica. All'inizio si iscrisse a questi corsi con il nome di Daremberg, poi lo cambiò in d’Alembert, nome che conservò per il resto dei suoi giorni.
Carriera
Nel luglio 1739 presentò il suo primo contributo nel campo della matematica, evidenziando gli errori che aveva riscontrato ne L'analyse démontrée di Charles René Reynaud, libro pubblicato nel 1708, in una comunicazione indirizzata all'Académie des Sciences. All'epoca L'analyse démontrée era un'opera classica, sulla quale d’Alembert stesso aveva studiato le basi della matematica.
Nel 1740 propose il suo secondo lavoro scientifico nel campo della meccanica dei fluidi: Mémoire sur le refraction des corps solides, che venne riconosciuto da Clairaut. In quest'opera d'Alembert spiegò teoricamente la rifrazione. Inoltre, espose quello che oggi viene chiamato il paradosso di d'Alembert: la resistenza al moto esercitata su di un corpo immerso in un fluido non viscoso e incomprimibile è uguale a zero.
La celebrità ottenuta con il suo lavoro sul calcolo integrale gli permise di entrare all'Académie des Sciences nel 1741 all'età di 24 anni; entrò poi all'Accademia di Berlino a 28 anni, per un lavoro sulla causa dei venti. Federico II gli offrì per ben due volte la presidenza dell'Accademia di Berlino, ma d'Alembert, per il suo carattere schivo e riservato, rifiutò sempre, preferendo la tranquillità dei suoi studi.
Nel 1743 pubblicò il Traité de dynamique nel quale espose il risultato delle sue ricerche sulla quantità di movimento.
Fu assiduo frequentatore di vari salotti parigini, come quello della marchesa Thérèse Rodet Geoffrin, quello della marchesa du Deffand e, soprattutto, quello di Mademoiselle de Lespinasse. Fu qui che incontrò Denis Diderot nel 1746, il quale lo reclutò per il progetto dell'Encyclopédie; l'anno seguente intrapresero insieme la direzione del progetto. D'Alembert si prese carico delle sezioni riguardanti la matematica e le scienze.
Nel 1751, dopo cinque anni di lavoro da parte di oltre duecento collaboratori, apparve il primo tomo dell'Encyclopédie. Il progetto proseguì finché una serie di problemi lo interruppero temporaneamente nel 1757. D’Alembert scrisse oltre un migliaio di articoli, oltre al famosissimo Discorso preliminare (1751), compendio dell'enciclopedismo iluministico; in esso si ravvisano anche quegli elementi di empirismo sensistico, derivanti da Francesco Bacone e da John Locke, che d'Alembert avrebbe poi divulgato negli Éléments de philosophie (1759). L'articolo dell'Encyclopédie su Ginevra provocò la reazione polemica di Rousseau (Lettre à d'Alembert sur les Spectacles, 1758), alla quale d'Alembert rispose con un suo scritto. Nel 1759, per divergenze con Diderot, d'Alembert abbandonò il progetto.
A fianco dell'attività scientifica, sviluppò anche una ricca attività di filosofo e di letterato: Mélanges de littérature, de philosophie et d'histoire, 1753; Réflexions sur la poésie et sur l'histoire, 1760; Éloges, 1787.
Nel 1754 d’Alembert venne eletto membro dell'Académie française e ne divenne segretario perpetuo il 9 aprile 1772.
Lasciò la famiglia adottiva nel 1765 per vivere un amore platonico con Julie de Lespinasse, la scrittrice e salonnière parigina con la quale convisse in un appartamento.
Fu grande amico di Joseph-Louis Lagrange che lo propose nel 1766 quale successore di Eulero all'Accademia di Berlino.
Suo grande rivale in matematica e in fisica all'Académie des Sciences fu Alexis Claude Clairaut.
D'Alembert era anche un esperto di latino degno di nota; nell'ultima parte della sua vita lavorò a una superba traduzione di Tacito, che gli valse ampi elogi tra cui quello di Denis Diderot.
Nonostante i suoi enormi contributi nei campi della matematica e della fisica, d'Alembert è famoso anche per aver ipotizzato erroneamente, in Croix ou Pile, che la probabilità che il lancio di una moneta dia testa aumenta per ciascuna volta che il lancio dà come risultato croce. Nel gioco d'azzardo, la strategia di diminuire la puntata all'aumento delle vincite e di aumentare la puntata all'aumento delle perdite è perciò chiamata «sistema d'Alembert», un tipo di martingala.
In Francia, il teorema fondamentale dell'algebra è chiamato «teorema di d'Alembert-Gauss».
Creò inoltre un suo criterio per verificare se una serie numerica converge.
Intrattenne una corrispondenza di rilevanza scientifica, in particolare con Eulero e con Joseph-Louis Lagrange, ma solo parte di essa è stata preservata.
Soffrì di cattiva salute per molti anni e morì per una malattia alla vescica. Essendo un noto miscredente, d'Alembert venne seppellito in una tomba comune priva di lapide.
Fino alla sua morte, avvenuta nel 1783 a 66 anni, continuò i suoi lavori scientifici scomparendo al culmine della sua fama, prendendosi così una rivincita eclatante sulla sua sfortunata nascita.
L'attività
L'Encyclopédie
Nel 1745 d'Alembert, che all'epoca era membro dell'Académie des sciences, fu incaricato da André Le Breton di tradurre in francese la Cyclopaedia dell'inglese Ephraim Chambers.
Da una semplice traduzione, il progetto si trasformò nella redazione di un'opera originale e unica nel suo genere. l'Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers. D'Alembert avrebbe poi scritto il famoso Discorso preliminare, così come la maggior parte degli articoli riguardanti la matematica e le scienze.
«Penser d'après soi» e «penser par soi-même», formule divenute celebri, sono di d'Alembert; si trovano nel Discorso preliminare, Encyclopédie, tomo 1, 1751. Queste formulazioni sono una ripresa di massime antiche (Esiodo, Orazio).
Matematica
Il teorema di d'Alembert
Nel Traité de dynamique egli enunciò il teorema di d'Alembert (noto anche come Teorema di Gauss-d'Alembert) che dice che qualsiasi polinomio di grado n a coefficienti complessi possiede esattamente n radici in (non necessariamente distinte, occorre tenere conto del numero di volte che una radice è ripetuta). Questo teorema venne dimostrato soltanto nel XIX secolo da Carl Friedrich Gauss.
Martingala di d'Alembert
In un gioco in cui si vince il doppio della posta con una probabilità del 50% (per esempio alla roulette, giocando pair / impair, passe / manque), egli propone la strategia seguente:
▪ Puntare un'unità
▪ Se si vince, ritirarsi
▪ Se si perde, puntare il doppio (in modo da coprire la perdita precedente e lasciare un guadagno)
▪ continuare fino a una vincita o ad esaurimento.
Con questo procedimento, il gioco non è per forza vincente, ma si aumentano le possibilità di vincere (un po') al prezzo di un aumento della perdita possibille (ma più rara). Per esempio, se per sfortuna si vince solo alla decima volta dopo aver perso 9 volte, occorre aver puntato e perdere 1+2+4+8+16+32+64+128+256+512 = 1023 unità per vincerne 1024, con un saldo finale solo di 1. Occorre anche essere pronti a sopportare eventualmente una perdita di 1023, con una probabilità debole (1/1024), ma non nulla. Anche con una ricchezza di partenza infinita e una durata di gioco illimitata, occorre inoltre far fronte all'eventualità che il gioco non finisca mai.
Infine, occorre astenersi dal giocare nuovamente dopo una vincita, giacché ciò ha l'effetto inverso a quello della martingala: aumentare la probabilità della perdita.
Esistono altri tipi di martingale famose, che alimentano tutte la falsa speranza di una vincita sicura.
È opportuno notare che l'attribuzione di questa martingala a d'Alembert è soggetta a riserva; alcuni infatti sostengono che essa sia in realtà la martingala, altrettanto famosa, praticata al Casinò di San Pietroburgo e che diede origine al famoso paradosso di San Pietroburgo, inventato da Nicolas Bernoulli e presentato per la prima volta da suo cugino Daniel. Lo stesso Casinò, che ammetteva puntate in perdita senza limite al rosso e nero, diede poi il nome ad un'altra tragica e mortale sfida: la roulette russa. La montante suggerita da d'Alembert, invece, concretizzava, con lauto guadagno (50%) il ritorno all'equilibrio di una chance che avesse la probabilità del 50%. Essa consiste nell'osservazione di un colpo, dopodiché si effettua la puntata 1 all'evento contrario. In caso di vincita si riparte da capo, e in caso di perdita si aumenta di 1 unità la puntata. Tutte le volte che si incappa in un successo si diminuisce, invece, di 1 unità. Aumentando di 1 quando si perde e diminuendo di 1 quando si vince, succede che quando per esempio, dopo 100 colpi quelli indovinati saranno 50, 50 saranno i pezzi vinti, proprio il 50% di utile, come per 1 su 2, 5 su 10 o 500 su 1.000. Esistono tante soluzioni intermedie; tuttavia, alla roulette, che comporta una tassa dell'1,35%, questa tecnica soccombe alla simmetria degli scarti che per effetto della tassa rendono irraggiungibile, anche teoricamente, l'equilibrio.
Astronomia
Studiò gli equinozi e il problema dei tre corpi, al quale applicò il suo principio di dinamica, riuscendo così a spiegare la precessione degli equinozi e la nutazione dell'asse di rotazione.
Fisica
Nel Traité de dynamique (1743) enunciò il principio della quantità di movimento, che è talvolta chiamato «principio di d'Alembert»:
«Se si considera un sistema di punti materiali legati tra loro in modo che le loro masse acquisiscano velocità rispettive differenti a seconda se esse si muovano liberamente o solidalmente, le quantità di movimenti acquisite o perse nel sistema sono uguali.»
Studiò anche le equazioni differenziali e le equazioni a derivate parziali. Inoltre, stabilì le equazioni cardinali dell'equilibrio di un sistema rigido.
Fu tra i primi, assieme ad Eulero e a Daniel Bernoulli, a studiare il moto dei fluidi, analizzando la resistenza incontrata dai solidi nei fluidi e formulando il cosiddetto paradosso di d'Alembert. Studiò il moto dei gravi e la legge della resistenza del mezzo.
Nel 1747 trovò l'equazione alle derivate parziali del secondo ordine (equazione di d'Alembert o delle corde vibranti).
Filosofia
D'Alembert scoprì la filosofia al collegio delle Quattro Nazioni (oggi Académie française), fondato da Mazarino e retto da religiosi giansenisti e cartesiani. Oltre alla filosofia, si interessò alle lingue antiche e alla teologia (scrisse sulla Lettera di san Paolo ai Romani). Uscito dal collegio, mise definitivamente da parte teologia e si lanciò negli studi di diritto, medicina e matematica. Dei suoi primi anni di studio conservò una tradizione cartesiana che, integrata ai concetti newtoniani, avrebbe in seguito aperto la strada al razionalismo scientifico moderno.
Fu l'Encyclopédie, alla quale collaborò con Diderot e altri pensatori del suo tempo, che gli diede l'occasione di formalizzare il suo pensiero filosofico. Il Discorso preliminare dell'Encyclopédie, ispirato dalla filosofia empirista di John Locke e pubblicato all'inizio del primo volume (1751), è spesso considerato, a ragione, un autentico manifesto della filosofia dell'Illuminismo. Egli vi afferma l'esistenza di un legame tra il progresso della conoscenza e il progresso sociale.
Contemporaneo del secolo dei Lumi, determinista e ateo (per lo meno deista), d'Alembert attribuiva alla religione un valore puramente pratico: essa non ha lo scopo di illuminare le menti del popolo, ma piuttosto quello di regolarne i costumi. Il «catechismo laico» di d'Alembert si prefiggeva di insegnare una morale che permettesse di riconoscere il male come nocumento della società, e di assumersi le responsabilità; castighi e premi sono quindi distribuiti in funzione del danno o del vantaggio sociale. Il principio che regola la vita dell'uomo è quello dell'utilità; di conseguenza, è preferibile rivolgersi alle scienze piuttosto che alla religione, in quanto le prime hanno un'utilità pratica più immediata.
D'Alembert fu uno dei protagonisti, assieme al suo amico Voltaire, della lotta contro l'assolutismo religioso e politico che venne da lui denunciato nei numerosi articoli filosofici scritti per l'Encyclopédie. La raccolta delle sue analisi spirituali di ciascun dominio della conoscenza umana trattato dall' Encyclopédie costituisce una vera filosofia delle scienze.
Nella Philosophie expérimentale, d'Alembert definì così la filosofia: «La filosofia non è altro che l'applicazione della ragione ai differenti oggetti sui quali essa può essere esercitata».
Arte
D'Alembert è considerato un teorico della musica, in particolare negli Éléments de musique. A tal riguardo, una controversia lo oppose a Jean-Philippe Rameau.
Battezzati in suo onore
Un cratere lunare porta il suo nome.
* 1799
- Ignazio Ciaia, patriota italiano (n. 1766)
- Domenico Cirillo, medico e botanico italiano (n. 1739)
- Francesco Mario Pagano, giurista e politico italiano (n. 1748)
- Giorgio Vincenzo Pigliacelli, giurista e politico italiano (n. 1751)
* 1857 - Giuseppe Siccardi (Verzuolo, 3 ottobre 1802 – Torino, 29 ottobre 1857) è stato un giurista e politico italiano.
Fatto conte da Carlo Alberto nel 1846, fu consigliere di Corte di Cassazione del Regno di Sardegna nel 1847 e trattò invano con lo Stato pontificio la modifica del Concordato nel 1849: alla fine di quello stesso anno fu nominato senatore e ministro della Giustizia e degli Affari ecclesiastici, presentando al Parlamento le leggi che portano il suo nome. Il 15 aprile 1851 tornò in magistratura come presidente di Cassazione.
* 1911 - Joseph Pulitzer (Makó, 10 aprile 1847 – Charleston, 29 ottobre 1911) è stato un giornalista ed editore ungherese naturalizzato statunitense. Nato a Makó, in Ungheria, ed immigrato negli Stati Uniti, Pulitzer divenne un famoso giornalista ed editore. A sua memoria e per sua volontà è stato istituito un premio, il Premio Pulitzer, il più importante nel campo giornalistico, assegnato per la prima volta nel 1917, secondo proprio le volontà lasciate dal giornalista stesso scomparso pochi anni prima.
* 1974 - Luca Mantini (Firenze, 1949 – Firenze, 29 ottobre 1974) è stato un terrorista italiano degli anni di piombo.
La vita e l'attività politica
Mantini era uno studente universitario fiorentino, di estrazione proletaria, che iniziò il suo percorso politico all’interno di Lotta Continua. In seguito agli scontri avvenuti nel 1972 a Prato, ad un comizio elettorale missino, Mantini viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Firenze, subendo una condanna a tre anni, per lancio di bottiglie molotov, ma grazie alla legge Valpreda sconta solo nove mesi di carcere.
Mantini, i NAP e la morte
Nel carcere toscano Mantini fa una scelta inusuale a quei tempi: rifiuta di essere recluso con gli altri detenuti politici, sceglie la convivenza con i delinquenti comuni, i cosiddetti “extralegali”, per lo più malavitosi incriminati per rapine. In loro Mantini intravede un certo “cambiamento”, avvenuto nella realtà carceraria, per cui quegli uomini hanno unito, al loro carattere malavitoso, quello “ribelle”, che li porta a politicizzarsi, un po' per vera convinzione, un po' per opportunismo e un po’ per più semplici motivi di costume dell’epoca. Con loro Mantini fonda il Collettivo George Jackson, intitolato a questo attivista, che divenne marxista durante la sua reclusione in carcere, con l'intenzione di applicare in Italia la prassi e la teoria di lotta politica delle Pantere Nere dei ghetti neri americani, cercando militanti tra gli appartenenti al sottoproletariato urbano che vivevano ai margini della legalità. Successivamente, lui e altri che dividevano la cella, una volta usciti, divennero dirigenti dei NAP (Nuclei Armati Proletari). Il collettivo Jackson ebbe una notevole importanza in quanto fu la prima aggregazione di ex-detenuti politicizzati.
La morte di Mantini avvenne il 29 ottobre 1974, durante una tentata rapina, per autofinanziamento, alla Cassa di Risparmio Fiorentina in via Leon Battista Alberti a Firenze. Nel conflitto a fuoco con le forze dell'ordine (m.llo CC Arrigucci Luciano, app.to CC Romaniello Domenico, CC Conti Mauro) morirono Luca Mantini e Giuseppe Sergio Romeo, ventenne Comunista Combattente napoletano conosciuto in carcere. Vennero catturati i suoi compagni Pietro Sofia e Pasquale Abatangelo, mentre un quinto rapinatore riuscì a fuggire. Nelle ore immediate seguenti la notizia della morte congiunta di Mantini, noto per la sua attività politica e quella di Romeo, di cui erano noti soli i suoi precedenti di comune delinquenza, crearono alcune perplessità, dissolte dopo una telefonata anonima, fatta a nome dei NAP, in cui veniva rivendicato il tentato "esproprio" della banca e rivelati i nomi dei terroristi catturati. I suoi funerali, svolti il 31 ottobre furono preceduti da manifesti scritti a mano, affissi sui muri fiorentini e firmati "Autonomia Proletaria Collettivo Autonomo Santa Croce e Collettivo Jackson", in cui il morto era definito come: proletario rivoluzionario militante comunista.]
L'8 luglio del 1975, a Roma, la sorella di Luca, Anna Maria Mantini, nome di battaglia "Luisa", venne uccisa in circostanze non chiarite da una squadra dell’antiterrorismo del questore Santillo, che aveva scoperto, grazie a una delazione, la sua abitazione. Nel 1976 l'agente Antonio Tuzzolino, responsabile della morte della Mantini, fu gravemente ferito alla colonna vertebrale in un atto di ritorsione.
Al suo nome verrà intitolata una colonna toscana delle Brigate Rosse detta "Brigata Luca Mantini" (circa 1977-1983), nonché i "Nuclei di Azione Territoriale (Luca e Annamaria Mantini)" (circa 2009), presenti in 5 città: Milano, Torino, Bergamo, Lecco e Bologna.
* 1981 - Georges Brassens (Sète, 22 ottobre 1921 – Saint-Gély-du-Fesc, 29 ottobre 1981) è stato un cantautore, poeta, scrittore e attore francese.
L'infanzia e la giovinezza
Georges Brassens nacque a Sète, piccolo porto mediterraneo nella regione della Languedoc-Roussillon, il 22 ottobre 1921; crebbe in un ambiente familiare umile ma sereno: il padre, Jean-Louis Brassens, era un muratore; la madre, Elvira Dagrosa, era una casalinga di origine italiana (usualmente viene riportata come "napoletana"; in realtà la sua famiglia proveniva da Marsico Nuovo, in Basilicata), vedova di guerra e già madre di una bambina, Simone.
Il piccolo Brassens respirò musica sin dall'infanzia: la madre amava in ugual modo la musica lirica e la canzone popolare, soprattutto le melodie del suo paese d'origine, accompagnate con il mandolino. Fu proprio su questo strumento che il piccolo Georges apprese le basi che gli permisero, in seguito, l'apprendimento della chitarra; possedeva un buon orecchio musicale e si dimostrò sempre più interessato alla musica che alla scuola e agli studi; a quattordici anni cominciò a scrivere le sue prime canzoni.
Al liceo, Georges Brassens fece un incontro che si rivelò determinante per il suo avvenire: il suo professore di lettere, Alphonse Bonnafé, una personalità fortemente anticonformista, riuscì a catturare il suo interesse e, grazie a lui, il giovane Brassens conobbe la poesia francese; cominciò ad impegnarsi seriamente nella scrittura di poesie e testi di canzoni. In terza liceo, disgraziatamente, venne sospeso dalla scuola: in seguito ad alcuni piccoli furti compiuti dagli alunni della scuola nelle case degli allievi più benestanti, un compagno fece il suo nome (la canzone Les quatre bacheliers allude appunto a questo episodio); il padre lo prese allora a lavorare con sé, nell'impresa edile di famiglia. La passione per la musica, però, non si interruppe, al contrario; Georges si appassionò particolarmente ad un grande interprete del momento, Charles Trenet, del quale cercava di imitare lo stile.
L'arrivo nella capitale
Nel 1940, a diciannove anni, Brassens decise di stabilirsi a Parigi, presso una zia; nella capitale, oltre a lavorare come operaio alla Renault, cominciò a frequentare le biblioteche e a studiare i testi fondamentali della poesia francese, da Villon a Hugo, da Apollinaire a Verlaine. Con lo scoppio della guerra, la fabbrica di automobili presso cui Brassens lavorava venne bombardata, e i tedeschi entrarono a Parigi; fu allora costretto a rientrare a Sète, dalla sua famiglia.
Soltanto in seguito all'Armistizio, Brassens poté far ritorno a Parigi; questa volta, non provò nemmeno a cercare un lavoro: aveva deciso di consacrarsi interamente alla musica e alla poesia. Fu così che, nel 1942, pubblicò a proprie spese le sue prime raccolte poetiche A la venvole e De coups d'épée dans l'eau, che rivelavano già la sua vena satirica e anticonformista. Nel 1943, in seguito ad un decreto di lavoro obbligatorio (STO) imposto dai tedeschi al governo francese, Brassens si trovò costretto a lavorare presso la Bmw, nel campo di lavoro di Basdorf, vicino a Berlino; fu qui che conobbe Pierre Onteniente (soprannominato da Brassens Gibraltar), prigioniero come lui, il quale diverrà uno dei suoi migliori amici e il suo uomo di fiducia.
In questo periodo, Brassens fu costretto ad interrompere i suoi studi, ma non smise di scrivere canzoni; a questo periodo risale, per esempio, il testo di Pauvre Martin. Nel 1944, approfittando di una licenza di quindici giorni, Brassens fece ritorno a Parigi, dove si nascose presso i coniugi Jeanne e Marcel Planche, figure fondamentali per la vita e l'opera del cantautore; fu a loro, la sua nuova famiglia, che Brassens dedicò canzoni quali Jeanne, La cane de Jeanne e Chanson pour l'Auvergnat.
Inizialmente, avrebbe dovuto restare a casa Planche finché la guerra non fosse finita e lui non fosse stato libero; in realtà, vi restò più di vent'anni, fino al 1966, conducendo un'esistenza serena, malgrado le ristrettezze. Fu proprio nella casa al numero 9 dell'Impasse Florimont (nel XIV arrondissement), tra gatti e animali di ogni specie, che Brassens compose la maggior parte delle sue canzoni. Componeva cominciando dalla scrittura dei testi, adattando poi la melodia al pianoforte, senza avere nessuna conoscenza in materia di solfeggio e di armonia.
A partire dal 1946 cominciò la sua collaborazione al Libertaire, rivista anarchica; simpatizzante degli ideali anarchici, per tutta la vita Brassens esprimerà, con l'irriverenza delle sue canzoni, la sua volontà di lottare contro l'ipocrisia della società e le convenzioni sociali; nei suoi testi, prende posizione in favore degli emarginati, degli ultimi. Nel 1947, Brassens pubblicò il suo primo romanzo, La lune écoute aux portes; nello stesso anno, scrisse alcune tra le sue più grandi canzoni, come Brave Margot, La mauvaise réputation e Le gorille; quest'ultimo brano, nel quale Brassens si oppone con forza alla pena di morte, fu boicottato dalla radio di Stato per molti anni.
In questo periodo, Brassens conobbe Joha Heiman (che lui chiamava Püppchen, 'bambola'), la donna d'origine estone che sarebbe diventata la compagna di una vita; i due non vissero mai assieme e non ebbero figli, ciononostante restarono uniti fino all'ultimo giorno di vita del cantautore. Fu a lei che dedicò La non-demande en mariage (la 'non domanda di matrimonio).
Gli inizi
Gli anni Cinquanta videro Brassens impegnato in una lunga ed ostinata gavetta nei cabaret parigini; Jacques Grello, un celebre chansonnier, lo sentì cantare ed, entusiasta, lo invitò ad esibirsi nel suo cabaret, il Caveau de la République, e in altri locali in voga, come il Lapin agile a Montmartre e la Villa d’Este; il pubblico, però, non condivideva il giudizio di Grello, e i primi concerti furono dei veri e propri fiaschi.
All'inizio del 1952, alcuni amici convinsero Brassens a sottomettersi ad un provino nel celeberrimo cabaret di Montmartre, Chez Patachou; la proprietaria, la stessa Patachou, rimase estasiata e volle cantare i suoi brani nel proprio locale, facendolo così conoscere al grande pubblico; fu sempre lei a convincere Brassens, che si vedeva soltanto nei panni del compositore, ad interpretare lui stesso le sue canzoni. Fu l'inizio del successo.
La carriera
Brassens cominciò ad esibirsi in numerosi locali parigini e a raccogliere un certo successo presso il pubblico e i critici, malgrado alcuni suoi testi suscitino scalpore e scandalo. La consacrazione arrivò quando Patachou presentò a Brassens Jacques Canetti, direttore artistico della casa discografica Polydor e proprietario del cabaret Les Trois Baudets; grazie all'impegno di Canetti, Brassens poté, dopo una tournée estiva, registrare il suo primo album, La mauvaise réputation, che ottenne un grande successo.
Nel 1953, il 16 ottobre Brassens debuttò al prestigioso music-hall parigino dell'Olympia; proponeva, oltre ai suoi testi, brani ripresi da poeti celebri come François Villon (Ballade des dames du temps jadis), Victor Hugo (Gastibelza), Paul Fort (Le petit cheval); il 1953 fu anche l'anno di pubblicazione del romanzo La tour des miracles. Nel 1954, oltre a ricevere il Gran Premio del Disco dell'Accademia Charles Cros, pubblica il suo secondo album, Les amoureux des bancs publics, a cui fece seguito, l'anno seguente, Chanson pour l'Auvergnat.
Negli anni successivi, spinto da Jacques Canetti, fu più volte in tournée in Europa e in Africa del Nord; si dedicò a recitals e, anche se per una volta soltanto, al cinema: nel 1956, interpretò un ruolo quasi autobiografico nel film Porte des Lilas di René Clair. Con i primi guadagni ottenuti, Brassens comprò la casa dell'Impasse Florimont, dove viveva con Jeanne e Marcel. Nel 1957, assieme a Pierre Onteniente, Brassens creò le Editions Musicales 57 e pubblicò Je me suis fait tout petit, mentre continuava a dividersi tra l'Olympia, l'Alhambra e Bobino.
Sin dalla fine della guerra, Brassens aveva sofferto di coliche nefritiche e di calcoli renali che gli impedirono, talvolta, di portare a termine i suoi spettacoli; pur rallentato dalle sue condizioni di salute, Brassens non mancò mai all'appuntamento e continuò a pubblicare dischi a cadenza regolare: del 1958 è Le Pornographe, mentre Le Mécréant e Les trompettes de la renommée uscirono rispettivamente nel 1960 e nel 1961. Nel 1964, Brassens fece nuovamente capolino al cinema: la sua canzone Les copains d'abord pubblicata lo stesso anno nell'album omonimo) rientra nella colonna sonora del film Les Copains di Yves Robert.
Nel 1966, oltre a lasciare definitivamente l'abitazione condivisa con Jeanne e Marcel per stabilirsi poco lontano, nel XV arrondissement, Brassens pubblicò l'album Supplique pour être enterré à la plage de Sète; la canzone che dà il titolo al disco diverrà il suo testamento messo in musica. Nel 1967 ricevette il Premio di poesia dell'Académie française. L'anno seguente, all'epoca degli avvenimenti politico-sociali del '68, Brassens si trovava in un letto d'ospedale, dopo un'operazione di asportazione di calcoli; ciononostante, appoggiò, anche se non direttamente, la causa dei rivoluzionari. Poco prima della sua morte, qualcuno gli chiese che cosa facesse durante le giornate del maggio '68, perché non si fosse schierato pubblicamente; la sua risposta ('Soffrivo di coliche nefritiche') venne interpretata come un'irriverenza tra le tante, ma rispecchiava la realtà; Brassens, senza che nessuno lo sapesse, affrontava la sua malattia in silenzio.
Nello stesso anno, il 24 ottobre, Jeanne morì, all'età di settantasette anni. Nel gennaio del 1969, su iniziativa della rivista Rock et Folk e della radio RTL, Brassens partecipò ad un'intervista che divenne un evento storico, in compagnia di Léo Ferré e Jacques Brel, altri due pilastri della canzone d'autore francese; nello stesso anno, oltre a continuare le esibizioni a Bobino, Brassens pubblicò La Religieuse, il suo decimo disco. Negli ultimi anni, i problemi di salute l'avevano fatto invecchiare prematuramente: dopo aver acquistato una casa a Lézardrieux, in Bretagna (regione che amava al punto da studiare la lingua bretone), nel 1973 disse addio alle scene, con un'ultima tournée in Francia e in Belgio e pubblicando il suo penultimo disco, Fernande.
Due anni dopo, nel 1975, Brassens ricevette il Gran premio della città di Parigi; nel 1977, in seguito all'uscita del suo ultimo lavoro, Don Juan, salì un'ultima volta sul palco di Bobino; fu il suo ultimo concerto. Nel 1979 Brassens accettò la proposta del musicista Moustache, suo vecchio amico, di partecipare alla registrazione di un album in cui i suoi titoli più celebri venivano ripresi in versione jazz. Alla fine dell'anno ricevette il Gran Premio del disco dalle mani del sindaco di Parigi, Jacques Chirac.
L'epilogo
Affetto da un cancro, nel novembre del 1980, Brassens si sottopose all'ennesima operazione. Dopo aver passato l'estate nella sua casa in Bretagna, trovò ricovero presso il suo amico e medico Maurice Bousquet, a Saint-Gély-du-Fesc, vicino a Montpellier. È lì che, alle 23.15 del 29 ottobre 1981, Georges Brassens si spense all'età di sessant'anni.
Fu inumato a Sète, nel cimitero du Py, soprannominato il cimitero dei poveri, per distinguerlo dal Cimitero marino, in cui giace il poeta Paul Valéry, che sovrasta il paese. In questo modo, la sua volontà, espressa nella canzone-testamento Supplique pour être enterré à la plage de Sète, di essere sepolto nella spiaggia del suo villaggio natale, fu quasi rispettata.
* 1991 - Mario Scelba (Caltagirone, 5 settembre 1901 – Roma, 29 ottobre 1991) è stato un politico italiano, presidente del Consiglio dei ministri italiano dal 10 febbraio 1954 al 2 luglio 1955.
Membro della prima ora del Partito Popolare. Con le elezioni del 1948 diventò deputato al Parlamento Italiano.
Fu ministro dell'interno dal 2 febbraio 1947 al 7 luglio 1953 (dall'11 luglio al 18 settembre 1952 si fece sostituire da Giuseppe Spataro perché colpito da malattia), dal 10 febbraio 1954 al 2 luglio 1955 e dal 26 luglio 1960 al 21 febbraio 1961; fu Presidente del Consiglio dal 10 febbraio 1954 al 2 luglio 1955.