Il calendario del 27 Marzo
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Eventi
▪ 1309 - papa Clemente V scomunica Venezia e tutti i veneziani con la sua bolla In Omnem.
▪ 1513 - (e non 1512 come spesso citato) - l'esploratore Juan Ponce de León avvista per la prima volta la terra del Nord America (specificatamente la futura Florida) confondendola per una nuova isola; successivamente, il 2 aprile, approderà sulla costa orientale della terra scoperta
▪ 1625 - Carlo I d'Inghilterra diventa re d'Inghilterra e Scozia
▪ 1638 - Calabria: Terremoto del 27 marzo 1638
▪ 1836 - Rivoluzione del Texas: Massacro di Goliad - Antonio López de Santa Anna (Santa Ana ordina all'esercito messicano l'uccisione di 400 texani
▪ 1855 - USA: il geologo canadese Abraham Gesner brevetta il cherosene (o kerosene) distillato dal petrolio
▪ 1933 - Reginald Gibson ed Eric William Fawcett scoprono il polietene (o polietilene)
▪ 1941 - Termina, con la vittoria degli inglesi sulle truppe italiane, la battaglia di Cheren, che apre agli Alleati la conquista dell'Eritrea.
▪ 1952 - Fallisce un attentato contro il cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer
▪ 1958 - Nikita Khruščёv diventa primo ministro dell'Unione Sovietica
▪ 1964 - Alle 17:36 locali, il più potente terremoto mai registrato negli USA (magnitudo 9.2 della Scala Richter) colpisce l'Alaska centro-meridionale: 125 le vittime e ingenti i danni specie nella città di Anchorage
▪ 1969 - Lancio del Mariner 7
▪ 1975 - Domodossola, Santa Maria Maggiore, Val Vigezzo: scoppia un incendio in un albergo, causando la morte di sedici persone: quattordici francesi e due italiani
▪ 1977 - Disastro aereo di Tenerife (Isole Canarie): due Boeing 747 vengono a collisione: 583 le vittime
▪ 1985 - A Roma le Brigate rosse uccidono l'economista Ezio Tarantelli
▪ 1993
- - Jiang Zemin è indicato come presidente della Repubblica Popolare Cinese
- - Albert Zafy diviene presidente del Madagascar
- - Mahamane Ousmane diviene presidente del Niger
- - Italia: La procura di Palermo invia un avviso di garanzia a Giulio Andreotti per concorso in associazione mafiosa
▪ 1994 - In Italia si svolgono le elezioni politiche che vedono la vittoria di Silvio Berlusconi e della coalizione di centrodestra, sulle due coalizioni di centro e di sinistra
▪ 1995 - Italia: a Milano viene assassinato Maurizio Gucci, erede della casa di moda fiorentina
▪ 2001 - Italia: il Ministro della Sanità firma l'ordinanza anti mucca pazza che bandisce la bistecca alla fiorentina dal 1º aprile al 31 dicembre;
▪ 2002 - Un attacco suicida uccide ventotto persone a Netanya, Israele
▪ 2006 - Rudolf Vrba l'unica persona fuggita da Auschwitz muore
Anniversari
* 1770 - Giambattista (o Giovanni Battista o Zuan Batista) Tiepolo (Venezia, 5 marzo 1696 – Madrid, 27 marzo 1770) è stato un pittore e incisore italiano della Repubblica di Venezia. Tra i suoi figli vi furono i pittori Giandomenico e di Lorenzo Tiepolo.
Il suo stile grandioso viene caratterizzandosi come sofisticato e iperbolico, in un senso tipicamente settecentesco; le scene da lui create evocano un mondo dilatato all'infinito e fittizio, reso da una tavolozza cromaticamente squillante e da una luce fredda e irreale, creata usando un tono argenteo che si riflette dagli oggetti come dalle figure, che perdono ogni consistenza plastica.
* 1888 - Francesco Faà di Bruno (Alessandria, 29 marzo 1825 – Torino, 27 marzo 1888) è stato un presbitero, ufficiale e matematico italiano.
Ufficiale dell'esercito sabaudo, professore di matematica presso l'università e l'accademia militare di Torino: pubblicò importanti studi sulle teorie dell'eliminazione e degli invarianti e sulle funzioni ellittiche. In seguito venne ordinato sacerdote e fondò l'Opera di Santa Zita, la congregazione delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio e un istituto scolastico a Torino con una scuola superiore che è oggi il Liceo Faà di Bruno: è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1988.
Infanzia, adolescenza e studi
Fu il dodicesimo e ultimo figlio di Luigi, marchese di Bruno, e di Carolina Sappa de' Milanesi. Fratello minore del futuro capitano di vascello Emilio Faà di Bruno, proveniva da una famiglia della nobiltà piemontese. Il suo nome completo è Francesco da Paola, Virginio, Secondo, Maria. Nel 1834, a 9 anni, perse la madre. Nel 1836 entrò nel collegio dei Padri Somaschi a Novi Ligure. Nel 1840 entra nell'accademia militare di Torino.
Militare
Divenuto ufficiale, fu assegnato a studi geografici e alla realizzazione di cartografia. Nel 1848 partecipò alla Prima guerra di indipendenza italiana. Combatté a Peschiera e prese rilievi topografici del territorio lombardo che l'esercito piemontese percorse, ciò gli permise di realizzare la Gran carta del Mincio, che poi fu molto utile ai piemontesi durante la seconda guerra di indipendenza nel 1859 contribuendo alla vittoria nelle battaglie di Solferino e San Martino. Nel 1849 fu promosso Capitano di Stato Maggiore. Rimase ferito in combattimento a Novara. Ricevette, per il suo comportamento in battaglia, una decorazione.
L'esercito lo inviò a Parigi, alla Sorbona, perché potesse approfondire gli studi matematici e astronomici. Conseguì il diploma nel 1851. Nel 1853 chiese ed ottenne il congedo per motivi di studio. Influì pesantemente in questa sua scelta la decisione di rifiutare di battersi in duello con un ufficiale che lo aveva offeso. Il suo rifiuto per motivi di coscienza lo aveva posto in uno stato di isolamento in quanto il duello, sebbene vietato, era considerato all'epoca alla stregua di un obbligo morale.
Scienziato
Nel 1855 cominciò a lavorare presso l'Osservatorio nazionale francese sotto la direzione di Urbain Le Verrier. Nel 1857 inizia ad insegnare all'Università di Torino Matematica e Astronomia. Da allora non cessò mai di insegnare, soprattutto all'università ma anche nell'Accademia Militare e nel Liceo Faà di Bruno. Per le controversie fra il mondo cattolico e lo stato italiano, in quel periodo anticlericale, non fu mai nominato professore ordinario. Fu nominato professore straordinario solo nel 1876. Il contenuto dei suoi corsi spaziava in ambiti inusuali: ad esempio la teoria dell'eliminazione, la teoria degli invarianti e le funzioni ellittiche. Pubblicò vari trattati e memorie. Nel 1859 pubblicò a Parigi, in francese, la Théorie générale de l'élimination, in cui viene fornita la formula, che da lui prende il nome, della derivata n-esima di una funzione composta. Il suo nome in matematica è però legato soprattutto al trattato sulla teoria delle forme binarie.
Progettista
Oltre a varie strumentazioni per la ricerca scientifica, nel 1856 di fronte alla cecità di una sua sorella (Maria Luigia) progettò e brevettò uno scrittoio per ciechi. Nel 1878, poi, avvertendo la necessità di scandire i tempi della giornata brevettò uno svegliarino elettrico.
Ingegnere
Eseguì i calcoli costruttivi e seguì la realizzazione del campanile della chiesa di Nostra Signora del Suffragio, a Torino, a volte conosciuta come chiesa di Santa Zita, collaborando con Arborio Mella che progettò la chiesa nel suo complesso. Si trattava, all'epoca, del secondo edificio più alto della città dopo la Mole: oltre 80 metri. Il motivo per cui volle realizzare questa opera è prettamente sociale. Voleva evitare che le lavoratrici e i lavoratori della città venissero ingannati sull'orario di lavoro, e aveva calcolato che un orologio di due metri di diametro, collocato sulle varie facce del campanile a 80 metri di altezza, sarebbe stato visibile in gran parte della città e liberamente consultabile da tutti.
Uomo di fede
Fu costantemente un uomo di fede. Nel periodo in cui fu militare scrisse un Manuale del soldato cristiano. Visse con disagio il suo desiderio patriottico di vedere l'Italia unita, di fronte all'ideologia anticlericale che permeò la sua concreta realizzazione.
Da scienziato testimoniò sempre di trovare un'assoluta armonia fra la scienza e la fede. Come amante della musica pubblicò una rivista di musica sacra: la Lira cattolica.
Egli stesso, come accennato, compose delle melodie sacre la cui semplicità e senso di pace fu apprezzata da Franz Liszt. Fondò scuole di canto domenicali frequentate da quelle donne di servizio a cui dedicò gran parte delle sue opere. All'epoca, infatti, la situazione delle donne di servizio era molto disagevole, per non dire degradata: sfruttamento del lavoro, povertà, emarginazione erano all'ordine del giorno. Era frequente, poi, che una donna di servizio rimanesse incinta e venisse allontanata dalla famiglia. Intraprese una rete di attività in aiuto di queste persone: una delle istituzioni che fondò fu, tra l'altro, una casa di preservazione per ragazze madri.
Il cardine centrale di questa attività fu l'Opera di Santa Zita fondata nel 1859. Aprì un Collegio professionale con ritiri estivi a Benevello d'Alba. La costruzione della chiesa di Nostra Signora del Suffragio alla quale abbiamo già accennato, iniziata nel 1868 nel quartiere di San Donato (il Borgo) fu a servizio di tale opera. Nacque una congregazione di suore: le Minime di Nostra Signora del Suffragio. La consegna delle mantelline alle prime postulanti avvenne nel 1869, ma le prime professioni solenni poterono avvenire solo nel 1893, dopo la sua morte, perché fu necessario attendere il riconoscimento ufficiale della Chiesa che, nel suo livello gerarchico, espresse inizialmente qualche diffidenza. Fu amico di Don Bosco, il quale operava a Torino in quello stesso periodo. Il 22 ottobre 1876 venne ordinato sacerdote. Desiderava questa ordinazione anche per seguire meglio la congregazione di suore. Attorno alla congregazione sorsero diverse opere, fra cui - fin dallo stesso anno 1868 - un complesso scolastico che esiste tuttora, con una scuola superiore che è oggi il Liceo Faà di Bruno.
Beato
Morì improvvisamente per un'infezione intestinale, poco dopo Don Bosco. Fin da subito ebbe fama di santità. Fu riconosciuto beato nel 1988, nel centenario della sua morte. Il 27 marzo è anche la data stabilita per la memoria liturgica del beato. Il beato è patrono del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito Italiano (già Corpo Tecnico).
* 1897 - Paolo Angelo Ballerini(Milano, 14 settembre 1814 – Seregno, 27 marzo 1897) è stato un arcivescovo cattolico di Milano italiano, che non riuscì ad ottenere il placet (consenso) governativo a prendere possesso della sua sede. L'urto sorto a causa sua fra il neonato Regno d'Italia e la Santa Sede fu risolto solo nominando Ballerini patriarca latino di Alessandria, nel 1867. i
Intrapresa la carriera ecclesiastica, venne ordinato sacerdote nel 1837, coadiutore dell'arcidiocesi come vicario generale dal 1857, dopo che il 21 dicembre 1857 l'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli ebbe un colpo apoplettico, all'inizio del 1858 assunse le funzioni vicarie.
Morto il Romilli il 7 maggio 1859, Paolo Angelo Ballerini (rosminiano e patriota nel 1848, ma già nel 1849 temporalista e quindi anti-italiano ed austriacante) fu indicato alla Santa Sede dal governo austriaco il 4 giugno 1859 (lo stesso giorno della battaglia di Magenta) come primo di una terna di nomi, in base al diritto di presentazione allora vigente secondo il concordato del 1855. Il 25 giugno 1859 papa Pio IX scelse come arcivescovo di Milano il Ballerini.
Nel frattempo, però Milano era stata liberata: gli austriaci erano usciti dalla città già il 5 giugno e il giorno stesso la Deputazione municipale aveva approvato un indirizzo che rinnovava l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna già votata nel 1848, consegnato l'indomani al quartier generale di re Vittorio Emanuele II (che sarebbe entrato in città l'8 giugno). Il giorno prima della nomina papale l'esercito austriaco era stato sconfitto nella battaglia di Solferino e San Martino. La popolazione milanese, che aveva visto la nomina del Ballerini come un ultimo sopruso austriaco, impedì allora il rientro del neoeletto arcivescovo a Milano. Il governo piemontese sostenne la nullità della nomina che era soggetta al regio placet ed impedì, anche militarmente, la presa di possesso dell'arcidiocesi, rafforzato nella sua pretesa dalla pace di Zurigo (10 novembre 1859), con la quale l'Impero d'Austria cedeva la Lombardia alla Francia, che la retrocedeva al Regno di Sardegna. Il Ballerini si rifugiò dapprima nel Canton Ticino, poi in Brianza, prendendo dimora a Vighizzolo, presso Cantù all'estremo confine dell'arcidiocesi, dove tuttavia fu contestato dai liberali per poi trasferirsi a Seregno, dove ebbe migliore accoglienza.
Il caso Ballerini
Tra il Regno di Sardegna, che da lì a poco diventerà il Regno d'Italia, e la Santa Sede, il caso Ballerini diventò uno dei maggiori motivi di conflitto. La Chiesa vedeva un'arcidiocesi importante come quella di Milano privata del proprio presule in quanto impedito dall'autorità civile, mentre da parte dello Stato si sottolineava la scorrettezza di nominare un arcivescovo su designazione di uno stato come quello austriaco che non esercitava più la sua sovranità sul territorio dell'arcidiocesi. Il Ballerini si considerava a pieno titolo l'arcivescovo di Milano ed esercitava le sue funzioni attraverso il suo vicario Carlo Caccia Dominioni, già vescovo ausiliare di Romilli dal 2 dicembre 1855. L'autorità civile si mise in contrasto anche con il vicario, spingendolo a rifugiarsi in volontario esilio nel seminario di Monza il 15 luglio 1861 ed arrivando in seguito al suo arresto. Per la Chiesa il Caccia Dominioni era vicario generale sede impedita, ma l'autorità civile lo considerava solo vicario capitolare sede vacante. Il clero stesso dell'arcidiocesi era diviso fino al punto di rottura fra temporalisti o intransigenti (clero regolare e Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, titolari della formazione nei seminari) e liberali o conciliatoristi (clero secolare), ma la soluzione delle dimissioni dell'arcivescovo era ormai resa impossibile dalla questione di principio.
La questione durò con rigida contrapposizione per anni fino a che, morto il Caccia il 6 ottobre 1866, nei primi mesi del 1867 non fu trovata una soluzione conciliativa: il Ballerini rinunciava all'arcidiocesi di Milano e il 24 marzo 1867 veniva nominato come vescovo in partibus, Patriarca latino di Alessandria d'Egitto, un titolo molto onorifico, ma che non implicava cure d'anime, tant'è che risiedette in Seregno fino alla morte.
Nella stessa data, come arcivescovo di Milano venne nominato Luigi Nazari di Calabiana, vescovo di Casale, che era senatore del Regno e molto apprezzato da Casa Savoia. Egli prese possesso della diocesi il 23 giugno 1867. La crisi era finita.
Il cattolicesimo intransigente
L'arcivescovo di Milano, Calabiana veniva considerato un esponente dei conciliatoristi come venivano chiamati quegli esponenti cattolici che cercavano di diminuire l'attrito tra lo stato e la Chiesa. Per contro l'arcivescovo Ballerini, nel suo quasi esilio di Seregno, veniva considerato il punto di riferimento degli intransigenti cioè per quei cattolici che si ponevano in totale opposizione allo stato. Al Concilio Vaticano I del 1870, Ballerini sostenne la proclamazione del dogma dell'infallibilità del papa, mentre Calabiana appartenne alla minoranza anti-infallibilista, anche se poi obbedì e invitò la sua arcidiocesi all'obbedienza.
* 1945 - Fausto Asti (Bologna, 1900 – Trebbo di Reno, 27 marzo 1945) è stato un politico e rivoluzionario italiano, comunista ed internazionalista.
Nato nel 1900 a Bologna, nel 1921 aderì al Partito Comunista d'Italia (PCd'I). Il consolidamento del regime fascista gli rese difficile la vita e, nel 1927, lo costrinse a emigrare a Bruxelles. Partecipò alla fondazione della Frazione di sinistra del PCd'I e ne sostenne l'attività, fino al 1940 quando, arrestato dalla polizia tedesca, fu deportato prima in Germania e poi, trasferito in Italia, fu confinato all'isola di Ventotene. Liberato dopo la caduta di Mussolini (25 luglio 1943), entrò nel Partito Comunista Internazionalista, di cui fu responsabile in Emilia. In contatto con i partigiani dell'Appennino tosco-emiliano, sostenne la necessità di rompere con i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e di costituire squadre autonome di difesa proletaria, che si opponessero al reclutamento e ai rastrellamenti della Repubblica fascista di Salò, senza cadere nella trappola borghese della «lotta contro lo straniero». La sua attività provocò la violenta reazione del Partito Comunista Italiano (PCI) di Palmiro Togliatti che, il 27 marzo 1945, lo fece assassinare a Trebbo (Bologna), dove abitava, cercando di far passare l'assassinio come «un regolamento di conti tra fascisti».
* 1968 - Jurij Alekseevič Gagarin GSS (cir. rus. Юрий Алексеевич Гагарин; Klušino, 9 marzo 1934 – Kiržač, 27 marzo 1968) fu un cosmonauta e aviatore sovietico. Fu il primo uomo a volare nello spazio portando con successo a termine la sua missione il 12 aprile 1961.
Orbita storica
Il volo dell'allora maggiore Jurij Gagarin inizia il 12 aprile 1961 alle ore 9.07 di Mosca, all'interno della navicella Vostok 1 (Oriente 1) del peso di 4,7 tonnellate: egli dice quella sua parola leggendaria: - поехали! (pojechali - "partiamo") e parte per il volo spaziale. Compie un'intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima (apogeo) di 302 km e una minima (perigeo) di 175 km, viaggiando a una velocità di 27.400 km/ora. Per tale missione Gagarin aveva scelto il soprannome Кедр "Kedr" ("cedro"), usato durante il collegamento via radio.
Quel pianeta blu
Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, comunica alla base che "la Terra è blu… è bellissima". Dopo 88 minuti di volo intorno al nostro pianeta, senza avere il controllo della navicella spaziale, guidato da un computer controllato dalla base, la capsula frena la sua corsa accendendo i retrorazzi, in modo da consentire il rientro nell'atmosfera terrestre. Gagarin viene espulso dall'abitacolo e paracadutato a terra. Il volo termina alle 10.20 ora di Mosca, in un campo vicino alla città di Takhtarova.
Il giornale Pravda, qualche anno fa[non chiaro], ha rivelato che l'atterraggio di Gagarin non avvenne in un punto prestabilito, ma in un'isolata regione di campagna dove non era previsto il suo arrivo, infatti un gruppo di soldati, non riconoscendolo, gli chiese i documenti di identità.
Eroe nazionale
Migliaia di russi lo attendevano al suo ritorno e la sua impresa ebbe una grande eco in tutto il mondo. Gagarin dimostrò che l'uomo era in grado di volare oltre le previsioni, diventando a soli 27 anni il primo uomo della storia a orbitare intorno alla Terra e a osservarla dallo spazio. Venne decorato da Nikita Khruščёv con l'Ordine di Lenin, la più grande onorificenza russa, diventando Eroe dell'Unione Sovietica.
In seguito Gagarin collaborò alla preparazione di altre missioni spaziali, come quella della Vostok 6, che portò Valentina Tereshkova nello spazio (prima donna in assoluto a compiere una tale missione). Inoltre, collabora allo sviluppo della nuova navicella spaziale Sojuz.
Dopo il primo storico volo
Gagarin dopo il suo celeberrimo volo riuscì a farsi nominare, nel 1967, sostituto cosmonauta della discussa navicella spaziale Sojuz 1 che venne ribattezzata "tomba volante" ed era stata criticata dai più a causa degli evidenti errori commessi nella costruzione della stessa. In quella missione morì poi in circostanze drammatiche Vladimir Komarov. Da lì in poi Gagarin ritornò a pilotare gli aerei che aveva usato prima di entrare a fare parte del progetto spaziale, i MiG.
La drammatica morte
Gagarin morì il 27 marzo 1968, sette anni dopo la sua grande impresa, a bordo di un piccolo caccia MiG-15UTI, schiantatosi al suolo nelle vicinanze della città di Kiržač. Secondo recenti indagini svolte da Igor Kuznetsov, un colonnello d'aviazione in pensione, portando a termine una lunga ricerca sui motivi che determinarono il tragico schianto la conclusione sarebbe che il famoso cosmonauta sovietico, mentre stava effettuando un volo di routine nel marzo del 1968 a oltre 3000 metri d'altezza, si accorse che una prese d'aria nel suo abitacolo era stata lasciata aperta. Preso dal panico, tentò assieme al suo copilota Vladimir Seryogin una manovra spericolata per ritornare a un'altitudine più sicura. Ma la discesa in picchiata fu così veloce che entrambi i piloti persero coscienza e si schiantarono sul vicino bosco di Kiržač. A quei tempi i piloti non sapevano che una discesa così improvvisa e veloce potesse provocare danni enormi e perciò tentarono la manovra azzardata. Il colonnello Kuznetsov assieme ai suoi collaboratori ha usato le più moderne tecniche investigative per riuscire a scoprire le circostanze che determinarono il fatale schianto. Kuznetsov ha sempre ritenuto troppo superficiali le indagini, mai rese pubbliche, che i militari sovietici portarono a termine all'indomani della morte di Gagarin. Secondo la versione degli ufficiali sovietici «la più probabile causa» dell’improvvisa manovra del cosmonauta fu l'avvistamento di una sonda atmosferica o di un manto di nubi. Invece il team guidato da Kuznetsov ha potuto appurare, dopo nove anni d'indagine e la consultazione di centinaia di documenti, che una presa d'aria dell'abitacolo era parzialmente aperta e che questo fu il motivo principale che indusse Gagarin alla spericolata manovra: «Nessuno sa che cosa accade quel giorno tranne noi - ha dichiarato alla stampa locale il colonnello Kuznetsov -. Bisogna far sapere alla comunità internazionale la vera ragione che provocò la morte di Gagarin».
Sposato e padre di due bambine, al momento della morte Gagarin era in procinto di partire per una nuova missione nello spazio; lo storico volo del 1961 sarebbe invece rimasto il suo unico viaggio in orbita. Le sue ceneri riposano al Cremlino.
▪ 1972 - Paolo Roasenda, meglio noto come Padre Mariano (Torino, 22 maggio 1906 – Roma, 27 marzo 1972), è stato un religioso, presbitero e predicatore italiano, volto e voce conosciuti della televisione e della radio italiana per aver partecipato a programmi televisivi e radiofonici della Rai negli anni cinquanta.
Il suo saluto ai telespettatori e ai radioascoltatori è entrato nell'immaginario collettivo:
«Pace e bene a tutti! ...»
Dopo «la frequentazione del Liceo Classico Cavour di Torino, si era iscritto alla Facoltà di Lettere, dove fu allievo di Gaetano De Sanctis».
Si laureò in lettere all'Università di Torino nel 1927, « a 21 anni, e subito, nel 1928, vinse il concorso per l'abilitazione all'insegnamento, tanto da essere il più giovane professore di Lettere greche e latine d'Italia».
Dopo aver insegnato, negli anni trenta, latino e greco nel liceo di Pinerolo e nel regio Liceo Ginnasio "Conti Gentili" di Alatri, nel 1940 entrò nell'ordine dei Frati Minori Cappuccini, nel convento di Fiuggi, assumendo il nome di Padre Mariano, e nel 1945 ricevette l'ordinazione presbiterale.
Inviato a Roma, «frequentò la Facoltà di teologia all'Angelicum, e si laureò nuovamente, con una tesi dal titolo (...) Essenza e valore dell'umiltà nella vita interiore».
Dopo le sue prime trasmissioni radiofoniche, Il quarto d'ora della serenità, alla Radio vaticana e Sorella radio, per la Radio italiana, divenne popolare in televisione nel 1955, con Sguardi sul mondo, rubrica religiosa che in seguito cambiò nome, per diventare, nel 1959, La posta di Padre Mariano, programma, che fece del frate il religioso più amato d'Italia.
Nello stesso periodo il cappuccino condusse altri due programmi, In famiglia e Chi è Gesù. Morì nel 1972 e fu sepolto nella chiesa dei Padri Cappuccini a Roma in via Veneto.
La sua fama ha spinto la Chiesa ad avviare l'iter di beatificazione. L'11 maggio 1991 si è concluso il processo diocesano alla presenza del cardinale Camillo Ruini.Paolo Roasenda, religioso e presbitero italiano (n. 1906)
▪ 1985 - Ezio Tarantelli (Roma, 11 agosto 1941 – Roma, 27 marzo 1985) è stato un economista italiano.
Laureatosi nel 1965 presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università degli studi di Roma, frequentò, successivamente, corsi avanzati di economia e di metodi quantitativi presso l'Università di Cambridge, nel Regno Unito, e presso il MIT, Massachusetts Institute of Technology.
Nel 1966 entrò come funzionario al Servizio Studi della Banca d'Italia, fino ad assumerne la direzione dal 1970 al 1973.
Dopo aver insegnato economia del lavoro presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università Cattolica di Milano, divenne assistente ordinario di Politica Economica e Finanziaria presso la facoltà di Economia e Commercio di Roma e, nel 1976, professore ordinario di Politica Economica della Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze e, successivamente, professore ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università "La Sapienza" di Roma. Fu anche docente di econometria alla Facoltà di Economia e Commercio dell'Università LUISS di Roma.
Tenne corsi di relazioni industriali al MIT, al Dipartimento di Economia dell'Università della California e all'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Nel 1981 fondò l'Istituto di Studi ed Economia del Lavoro, associato alla CISL, diventandone Presidente.
L'attentato
Ezio Tarantelli venne ucciso il 27 marzo 1985, a pochi passi dall'aula dove aveva appena tenuto una lezione ai suoi studenti. Verso le 11.50 due individui lo colpirono con numerosi colpi di mitraglietta dopo essere salito sulla propria auto parcheggiata nel cortile della Facoltà.
L'assassinio venne rivendicato dalle "Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente" (BR-PCC) con un volantino lasciato sull'auto, in cui il professor Tarantelli veniva attaccato come teorico della predeterminazione degli scatti di scala mobile e come uno dei principali fautori della riforma strutturale del mercato del lavoro.
Per questo era "sotto inchiesta" già da un anno e il suo nome faceva parte di un elenco trovato in uno dei covi dell'organizzazione criminosa. I processi accerteranno che l'omicidio venne organizzato e compiuto da esponenti del gruppo che lo aveva rivendicato.
Al Professor Tarantelli è oggi intitolata l'Aula Magna della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza e la biblioteca della Facoltà di Economia dell' Università della Calabria. Egli è inoltre ricordato da un monumento a forma circolare posto nel luogo dell'assassinio, nel cortile della Facoltà.
▪ 1987 - Giuseppe Ambrosoli (Ronago, 25 luglio 1923 – Lira (Uganda), 27 marzo 1987) è stato un sacerdote, medico e missionario italiano, venerato come servo di Dio dalla chiesa cattolica, operò in Uganda per trentunanni, sviluppò l’ospedale di Kalongo assistendo la popolazione del distretto come medico, chirurgo e ginecologo, morì sfinito dalle sofferenze patite durante la Seconda guerra civile dell'Uganda.
Nacque a Ronago, nella diocesi di Como, il padre Giovanni Battista apparteneva alla famosa famiglia dell’industria del miele Ambrosoli, la madre Palmira Valli.
Studiò presso il ginnasio “A. Volta” di Como e dopo, seguendo la tradizione di famiglia, andò a studiare a Genova presso l’Istituto dei Padri Scolopi. Tornato a Como per frequentare il liceo, conseguì la maturità classica nel 1942.
In questo periodo fece parte del gruppo diocesano di azione Cattolica del Cenacolo animato dal francescano Silvio Riva. Si iscrisse poi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano, ma dovette interrompere gli studi a causa della guerra.
Dopo l’8 settembre 1943, rischiando la vita, si impegnò per aiutare a rifugiarsi in Svizzera un gran numero di ebrei, di ex militari, di renitenti alla leva della R.S.I., che senza il suo aiuto sarebbero finiti nei campi di concentramento nazisti. Dopo averli rifocillati, nottetempo li guidava a varcare il confine svizzero che era poco distante dalla sua casa. Infine, temendo di essere catturato egli stesso, si rifugiò in Svizzera.
Quando però i genitori gli fecero sapere che erano stati minacciati di rappresaglie se non si presentava alla chiamata alla leva dell’esercito di Salò, che gli era stata recapitata 1l 27 marzo 1944, Giuseppe non esitò a rientrare in Italia e a presentarsi alle autorità della Repubblica di Salò, fu quindi arruolato e mandato in Germania, nel campo di addestramento di Heuberg-Stetten, vicino Stoccarda, dove si prodigò per aiutare e sostenere moralmente i compagni spesso fiaccati dal duro addestramento e dal disprezzo dei tedeschi. In questo periodo maturò in lui la vocazione missionaria, come riferì poi il medico Luciano Giornazzi, suo commilitone. Rientrò in Italia nel dicembre 1944 e fu mandato a Collecchio, nei pressi di Parma e successivamente a Berceto, dove ancora molti abitanti ricordano questo giovane soldato che aiutava i poveri.
Finita la guerra riuscì a riprendere gli studi di medicina solo nel novembre 1946 per laurearsi il 28 luglio 1949.
Dopo, per essere meglio preparato per la vita missionaria, volle andare a studiare medicina tropicale presso la Scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra. Di ritorno in Italia scelse di entrare nella congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, preferendola ad altre congregazione missionarie anche perché gli avrebbe consentito di andare in terra di missione in tempi brevi. Così il 18 ottobre 1951 entrò come novizio nella casa dei comboniani a Gozzano, due anni dopo emise i primi voti, e infine, dopo gli studi di teologia compiuti a Venegono, il 17 dicembre 1955 fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Milano, mons. Giovanni Battista Montini, (il futuro papa Paolo VI).
Il 1° febbraio 1956 partì per l’Uganda, destinato alla diocesi di Gulu, lì fu mandato per un breve periodo a Kalongo, dove c’era solo un piccolo dispensario. Padre Ambrosoli si rimboccò le maniche e si dedicò alla costruzione di un ospedale, contemporaneamente completò gli studi di teologia nel seminario di Lacor, dedicandosi anche allo studio della lingua Acioli, parlata localmente. In breve tempo l’ospedale di Kalongo si ingrandì e si arricchì di reparti, fino ad avere circa 350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera Africa centro-orientale. Ambrosoli si dedicò in particolare alla chirurgia e all’ostetricia, sfruttando i brevi periodi di vacanza in Italia per aggiornarsi professionalmente.
Nel 1959, seguendo l’idea di Comboni di Salvare l’Africa con l’Africa coadiuvato dalle suore comboniane, fondò una scuola per ostetriche e infermiere che contribuì al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese. Nel 1972 associò al suo ospedale anche i lebbrosari di Alito e Morulem.
Nel 1963 la fondazione Carlo Erba gli assegnò il Premio Missione del Medico. Nel 1985 l’Ordine dei Medici di Milano gli diede il Premio Pozzi Samuel Una vita per la medicina. Ambrosoli accettò questi premi con molta riluttanza, affermando che non li meritava.
Con l’ascesa al potere di Idi Amin Dada che temeva il predominio degli acholi e dei langi nell'esercito e ne aveva iniziato la persecuzione, con uccisioni in massa, l’attività di padre Ambrosoli cominciò a subire impedimenti e persecuzioni. L’ospedale di Kalongo durante la seguente guerra ugandese-tanzaniana si prodigò per assistere i feriti di tutte le parti. Il lungo periodo di instabilità che seguì a questa guerra, culminò poi il 13 febbraio 1987 nell’evacuazione forzata dell’ospedale di Kalongo. Le truppe governative, per paura che i ribelli si impadronissero di esso, costrinsero padre Ambrosoli a chiuderlo e a trasferire i pazienti e tutto il personale a Lira. Egli riuscì a mettere tutti in salvo, sottoponendosi a sforzi e sacrifici enormi, che colpendo gravemente il suo organismo già minato da una grave insufficienza renale, causarono la sua morte, avvenuta il 27 marzo 1987.
▪ 2001 - Cinzio Violante (Andria, 16 maggio 1921 – Pisa, 27 marzo 2001) è stato uno storico italiano.
«La giovinezza mi è stata espropriata dalla guerra; ma, poiché mi fu così bruscamente tolta, essa mi è rimasta indelebile nello spirito lungo tutti questi anni tormentosi, eppure tante volte felici, sicché mi pare sempre di doverla ancora vivere»
La passione per gli studi di storia medievale si manifestò fin dagli anni del liceo: il suo insegnante, ex allievo della Scuola Normale di Pisa, lo introdusse alla lettura dei maestri della storiografia, e in primo luogo di Gioacchino Volpe.
Spinto da questi interessi sostenne e superò il concorso di ammissione alla Normale (1939), dove ricevette l'insegnamento di maestri della levatura di Giovanni Battista Picotti, Giorgio Pasquali, Delio Cantimori, Walter Maturi, Guido Calogero, Luigi Russo. Nel 1941 partì per la guerra e subì l'internamento nei campi di prigionia tedeschi dal 1943 al 1945.
Tornato in Italia, fu ricoverato nell'ospedale militare di Catania, nella cui università si laureò in Lettere. Dopo la laurea fu ammesso come borsista nell'Istituto Croce di Napoli fino al 1948. Qui, oltre all'influenza della personalità di Benedetto Croce, ebbe modo di frequentare Federico Chabod e di scoprire la rivista “Annales” e le grandi aperture storiografiche da essa veicolate. Nel 1949 tornò a Pisa per il perfezionamento nella Scuola Normale, nella quale ai suoi vecchi maestri si erano aggiunti Giovanni Pugliese Carratelli ed Ettore Passerin d'Entrèves. Dopo il perfezionamento in Normale dal 1952 al 1956 fu ricercatore presso l'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma, dove si aprì alle prospettive di Raffaello Morghen e alle problematiche della storia religiosa. Vinto il concorso a cattedra di Storia medievale, fu chiamato all'Università cattolica di Milano. Dal 1959 in poi animò le le Settimane internazionali di studi medioevali del Passo della Mendola e intrattenne una serie di rapporti internazionali con storici come Georges Duby, Jean-François Lemarignier, Roberto Sabatino Lopez, Ernst Werner e – con particolare intensità - Henri-Irénée Marrou.
Nel 1963 rientrò nell'Università di Pisa, dedicandosi, sulle orme del Volpe, agli studi di storia economico-sociale, con la preoccupazione costante di non tralasciare la storia locale e la storia ecclesiastica e religiosa, nella prospettiva della necessità della sintesi di tutti questi aspetti per una adeguata comprensione della storia medievale.
È stato presidente della Società storica pisana, membro dell'Accademia dei Lincei, della British Academy di Londra e della Academy of America.
La sua apertura alle metodologie storiciste e anche marxiste – in senso storiografico e mai ideologico- insieme ad un costante e saldo ancoraggio al cattolicesimo, sia come valore personale che come complesso interpretativo della vicenda storica, hanno fatto dire a Ruggero Romano che Violante non era tanto uno storico cattolico quanto un cattolico storico dalle “venature crociane e soprattutto salveminiane (per non parlare di una manifesta influenza del primo Gioacchino Volpe)”.
«L'uomo contemporaneo risulta ... essere privo del 'senso della vita' che era così forte nell'uomo medioevale, non solo perché egli non ha quegli atteggiamenti che dianzi ho descritto come tipici del medioevo, ma - forse specialmente - per quella sua frenetica esasperazione del ricorso alle immagini. Allora poiché attribuisco alla meditazione storica appunto la funzione di cogliere il senso del vivere per evitare che l'esistenza gli sfugga come sabbia tra le dita , preferisco ancora sempre la storia medioevale.»
▪ 2002
- Daniele Vimercati (Vertova, 17 novembre 1957 – Milano, 27 marzo 2002) è stato un giornalista e conduttore televisivo italiano. Biografo ufficiale di Umberto Bossi, scrissero assieme il primo libro Vento dal Nord sulla nascita del Movimento leghista e altre opere-intervista sul leader del Carroccio.
Vimercati iniziò la sua fulminea quanto breve e incisiva carriera di giornalista alla cronaca de L'Eco di Bergamo, fino a giungere sotto le direttive di Indro Montanelli a Il Giornale.
Accettò in seguito la direzione de L'Indipendente prima e de Il Borghese poi, conducendo pure l'emittente regionale privata Telelombardia; con un programma di approfondimento politico che divenne subito cult: Iceberg.
Uomo legato alla destra politica, autentico pensatore federalista, Vimercati non restava legato a nessuno schema, contraddicendo anche personalità del conservatorismo italiano. Fu in una di queste trasmissioni che riuscì a carpire abilmente, all'allora ministro Gasparri, la lista di proscrizione per Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi; sollevando subito un polverone mediatico.
Stimato anche da personaggi politicamente antitetici, Vimercati venne ricoverato alla clinica Humanitas di Rozzano per una forma di leucemia particolarmente grave e degenerativa, e morì il 27 marzo del 2002.
- Samuel Wilder (Sucha Beskidzka, 22 giugno 1906 – Los Angeles, 27 marzo 2002) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense di origine austriaca.
Billy Wilder è considerato uno dei registi e sceneggiatori più prolifici ed eclettici nella storia del cinema ed è passato alla storia come il padre della commedia americana, ma è anche da annoverare fra i fondatori del genere noir. In circa cinquant'anni di carriera ha diretto oltre trenta film e scritto settantacinque sceneggiature.
Nato a Sucha Beskidzka, una città della Galizia situata nell'attuale Polonia, ma all'epoca parte dell'Impero Austro-Ungarico, dopo gli studi a Vienna negli anni venti si trasferisce a Berlino, dove gli viene offerto un lavoro come giornalista.
Parallelamente inizia un'attività da scrittore che lo porterà ad avvicinarsi al cinema in qualità di sceneggiatore.
Quando nel 1933 prende il potere Adolf Hitler, Wilder, che era ebreo, decide di espatriare, prima a Parigi e poi negli Stati Uniti. Sua madre, il patrigno e la nonna morirono nel campo di sterminio di Auschwitz.
Grazie al supporto di altri emigrati di origine ebraico-tedesca (fra i quali l'attore Peter Lorre ed il regista Ernst Lubitsch), negli USA Wilder prosegue nella sua attività di sceneggiatore, riscuotendo significativi successi ed ottenendo nel 1939 la prima nomination al Premio Oscar per il film Ninotchka, interpretato da Greta Garbo.
Già dal 1934 aveva debuttato come regista in Francia, ma solo nel 1942, col grande successo del film Frutto proibito interpretato da Ginger Rogers, si fa notare in questa veste. Nello stesso anno ottiene altre due nomination all'Oscar per la sceneggiatura dei film Venere e il professore e La porta d'oro.
A 36 anni Wilder è consacrato come uno dei più dotati ed eclettici scrittori di Hollywood. Dopo altre nomination (fra cui la prima in veste di regista nel 1945 per il film noir La fiamma del peccato) nel 1946 vince i primi 2 dei 7 Oscar della sua carriera, in veste di sceneggiatore e regista del film drammatico Giorni perduti. A questo seguiranno diversi altri capolavori come il noir Viale del tramonto del 1950 (Oscar per la regia) e il film di guerra Stalag 17 del 1953 (nomination per la regia).
Se fino agli anni cinquanta i maggiori successi di Wilder erano pellicole drammatiche, a cavallo del decennio la sua produzione sembra orientarsi sempre più spesso nella direzione della commedia leggera, esplicitamente ispirata allo stile del suo mentore Ernst Lubitsch. Grazie a questo genere ottiene enorme successo firmando pellicole che sono entrate nella storia del cinema, come Sabrina, Quando la moglie è in vacanza, Arianna, A qualcuno piace caldo, o, soprattutto L'appartamento (vincitore di 3 oscar nel 1961).
Con queste pellicole contribuisce all'affermazione di dive indimenticabili come Marilyn Monroe, Shirley MacLaine e Audrey Hepburn.
Nel 1957 produce il suo ultimo capolavoro nel genere drammatico: Testimone d'accusa, tratto da un racconto di Agatha Christie e dalla stessa pubblicamente celebrato come il migliore film mai tratto da una sua opera.
Negli anni sessanta la sua attività rallenta, pur comprendendo altri film famosi come Baciami, stupido o Irma la dolce, ma soprattutto la sua vena creativa, dopo decenni di frenetica attività, appare poco interessata ad adattarsi al mutare dei tempi.
Ottiene ancora una nomination nel 1967 per la commedia Non per soldi...ma per denaro, il primo film interpretato dalla coppia Lemmon-Matthau, che lavoreranno ancora con lui in Prima pagina e Buddy Buddy, un remake del Rompiballe di Molinaro rimasto il suo ultimo film.
Ritiratosi dalle scene, muore nel 2002 a novantasei anni.