Il calendario del 26 Luglio
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
- Email:
Eventi
▪ 1139 - Alfonso, all'epoca un conte, viene proclamato primo re del Portogallo e dichiara l'indipendenza dalla Castiglia
▪ 1788 - Lo stato di New York ratifica la Costituzione degli Stati Uniti e viene ammesso come undicesimo stato
▪ 1803 - La Surrey Iron Railway, probabilmente la prima ferrovia pubblica del mondo, apre a sud di Londra
▪ 1822 - Simón Bolívar e José de San Martín si incontrano a Guayaquil, Ecuador
▪ 1847 - La Liberia ottiene l'indipendenza
▪ 1887 - L. L. Zamenhof pubblica Un Libro, il "Linguaggio internazionale del Dott. Esperanto"
▪ 1908 - Il procuratore generale degli Stati Uniti Charles Joseph Bonaparte emana un ordine per l'immediata costituzione dell'Ufficio dell'Esaminatore Capo (In seguito rinominato come Federal Bureau of Investigation)
▪ 1934- A Vienna cospiratori austriaci si impadroniscono della cancelleria con l'inganno e assassinano Dollfuss.Il sanguinoso putsch fallisce quando l'Italia invia quattro divisioni al Brennero onde Hitler sconfessa i congiurati e addirittura impedisce loro di rifugiarsi in Germania.
▪ 1936 - Le Potenze dell'Asse decidono l'intervento nella Guerra Civile Spagnola
▪ 1941 - Seconda guerra mondiale: In risposta all'occupazione giapponese dell'Indocina Francese, il Presidente statunitense Franklin D. Roosevelt ordina il sequestro di tutti i beni giapponesi negli Stati Uniti
▪ 1943 - Le forze naziste occupano il Sud Tirolo, a seguito dell'ordine del giorno Grandi che sfiducia Mussolini al Gran Consiglio del Fascismo
▪ 1945
- - Annuncio dei risultati delle elezioni generali nel Regno Unito; il Partito Laburista ottiene il 48% dei voti e una maggioranza parlamentare di 146 seggi (la più ampia nella storia britannica dal secondo dopoguerra). Questo nonostante la popolarità del leader conservatore Winston Churchill.
- - La Dichiarazione di Potsdam viene firmata a Potsdam (Germania)
▪ 1947 - Guerra Fredda: il Presidente statunitense Harry S. Truman tramuta in legge l'Atto di Sicurezza Nazionale, creando tra gli altri la Central Intelligence Agency e il Dipartimento della Difesa
▪ 1953 - Fidel Castro guida un attacco infruttuoso alla Caserma della Moncada, dando il via alla Rivoluzione cubana
▪ 1956
- - Naufragio dell'Andrea Doria
- - Il leader egiziano Gamal Abd el-Nasser nazionalizza il Canale di Suez attirandosi il biasimo internazionale
▪ 1958 - Programma Explorer: viene lanciato l'Explorer 4
▪ 1963 - Syncom 2, il primo satellite geosincrono del mondo, viene lanciato da Cape Canaveral su un vettore Delta B
▪ 1968 - Guerra del Vietnam: Il leader dell'opposizione sudvietnamita, Truong Dinh Dzu, viene condannato a cinque anni di lavori forzati per aver proposto la formazione di un governo di coalizione, come metodo per muoversi verso la fine della guerra
▪ 1971 - Programma Apollo: Lancio dell'Apollo 15
▪ 1983 - L'intensa onda di calore che interessa gran parte dell'Europa fa registrare in molte città italiane le temperature più elevate della storia; a Firenze la massima raggiunge +43,6 °C.
▪ 2006 - Il commissario straordinario della Federazione Italiana Giuoco Calcio Guido Rossi assegna lo scudetto 2005-2006 all'Inter, in seguito allo Scandalo del calcio italiano del 2006 e alla revoca del titolo inizialmente vinto dalla Juventus. Per la squadra milanese è il quattordicesimo scudetto, il primo vinto a tavolino
Anniversari
▪ 1833 - Bartolomea Capitanio (Lovere, 13 gennaio 1807 – Lovere, 26 luglio 1833) è stata una religiosa italiana, fondatrice (insieme a Vincenza Gerosa) della congregazione delle Suore di Maria Bambina. È stata proclamata santa da papa Pio XII nel 1950.
▪ 1925 - Friedrich Ludwig Gottlob Frege (Wismar, 8 novembre 1848 – Bad Kleinen, 26 luglio 1925) è stato un matematico, logico e filosofo tedesco, padre della logica matematica moderna e della filosofia analitica.
Frege è uno dei più grandi logici dopo Aristotele ed è il padre del pensiero formale del Novecento. La sua rivoluzionaria opera Begriffsschrift del 1879 ha segnato l'inizio di una nuova epoca nella storia della logica, sostituendo la vecchia logica del rapporto genere-specie, che era rimasta pressoché inalterata per secoli dopo la formalizzazione di Aristotele, in una logica delle funzioni n-esime mutuata dalla matematica.
Frege è stato il primo propugnatore del logicismo -- la prospettiva secondo la quale la matematica, in quanto costituita da proposizioni analitiche, è riducibile alla logica. Il suo Grundgesetze der Arithmetik fu il tentativo di derivare esplicitamente le leggi dell'aritmetica da un sistema di assiomi mediante un calcolo logico.
Dopo la pubblicazione del primo volume (a spese dell'autore), Bertrand Russell mediante il paradosso che porta il suo nome, scoperto in realtà da Zermelo qualche anno prima, mostrò che la quinta legge fondamentale delle Grundgesetze portava ad una contraddizione e scrisse a Frege, il quale riconobbe la contraddizione in un'appendice al secondo volume dell'opera, abbozzando una riformulazione dell'assioma che però risultava insoddisfacente date le pretese dell'opera di emendare la matematica dall'intuizione intellettuale. Frege fu costretto a dichiarare «risolti in un completo fallimento» i suoi sforzi di chiarire il concetto di numero. Dopo la sua morte i teoremi di incompletezza di Gödel dimostrarono formalmente che lo scopo perseguito da Frege non era raggiungibile. L'ultimo disperato tentativo di Frege fu la riduzione della matematica alla geometria e all'intuizione sensibile pura, determinando i numeri complessi (non più i numeri interi positivi) nei termini del rapporto tra punto e linea nel piano. Ma l'opera rimase incompleta e comunque infruttuosa.
Senso e significato
Una delle sue opere principali è senz'altro Senso e Significato.
Funzione e concetto
Idee di fondo sull’Ideografia di Frege. Funzione: secondo l’analisi matematica superiore, per funzione di x si intende una espressione di calcolo contenente x (argomento), una formula contenente x. Questa definizione è insufficiente, in quanto non distingue la forma e il contenuto. Bisogna anzitutto dire che l’argomento non è parte della funzione, essa in partenza è insatura, in ciò essa differisce dai numeri. Quando alla funzione si attribuisce un argomento, essa assume un valore. Due funzioni, hanno lo stesso decorso di valori, se con gli stessi argomenti assumono gli stessi valori. Per Frege l’aritmetica non è che una logica ulteriormente sviluppata. Concetto: è una funzione il cui valore, con un argomento x, è sempre un valore di verità. Estensione del concetto: è il decorso dei valori di una funzione il cui valore per qualsiasi argomento è un valore di verità. Le uguaglianze matematiche sono come gli enunciati assertori. Es. «Cesare conquistò la Gallia». “Cesare” è una parte finita in sé stessa (argomento della funzione) e “( ) conquistò la Gallia” è una espressione insatura, ha bisogno di essere completata da un argomento. L’argomento non è pertanto un semplice numero, ma qualsiasi oggetto, comprese le persone, può essere tale. Oggetto: tutto ciò che non è funzione, la cui espressione non è insatura, non reca con sé posti vuoti. Le funzioni si differenziano quindi dagli oggetti, si differenziano inoltre tra funzioni che hanno come argomento altre funzioni e funzioni che hanno come argomento oggetti. Si definiscono di primo livello se l’argomento è un oggetto. Di secondo livello se l’argomento è una funzione. Relazione: funzione che con 2 argomenti assume un valore di verità.
Lettera a E. Husserl (1891)
Divergenze e affinità tra gli scritti di Frege e di Husserl. Per Frege: ogni termine concettuale ha un senso e un significato. Il termine concettuale è un nome comune con un senso e un significato propri, che dà la possibilità di indicare un oggetto. Se il concetto (significato del termine concettuale) è vuoto, il termine non è utilizzabile scientificamente. Giudicare consiste nel far progredire il pensiero al valore di verità. Il nome proprio a differenza del termine concettuale può riferirsi ad un unico oggetto, l’altro a più oggetti. Ai fini scientifici, se il significato del termine concettuale è vuoto, come un nome proprio senza oggetto, esso non avrebbe senso perché non potrebbe essere riferito ad alcun oggetto.
Senso e significato
Il problema dell’uguaglianza porta a riflettere sul concetto di segno. Infatti se a = a, è vero a priori, a = b, va verificato. È solo una relazione fra i segni, o anche fra i designati? Ogni segno è legato a qualcosa di designato, il cosiddetto Significato (Bedeutung), ma anche al modo con cui esso è espresso, il Senso (Sinn). Segno o Nome: una espressione in grado di fare le veci di un nome proprio, il cui significato sia un oggetto determinato, ma non un concetto o una relazione. Il nome proprio è una espressione che designa un oggetto particolare. Rapporto Segno-Senso Significato: un segno ha un senso determinato, e questo, a sua volta, un significato determinato. Un significato, non ha invece un unico senso, ma più sensi. Non sempre una frase, per quanto possa avere un senso, ha un significato determinato. Rappresentazione (Bild): immagine prodotta dal soggetto su un senso e significato. Essa è soggettiva. Quindi: Rappresentazione (soggetto) - Senso (universale per entrambi) - Significato (oggetto). Parole, enunciati ed espressioni si possono distinguere per rappresentazione, senso o significato o per tutti e due contemporaneamente. Nell’enunciato: il pensiero è il senso; il valore di verità è il significato. Nel giudizio si vede se l’enunciato è Vero o Falso. C’è il passaggio dal senso al significato. Il giudizio quindi è il progredire dal pensiero al suo valore di verità. Frege stesso esemplifica il concetto con la metafora della luna osservata attraverso un cannocchiale: la luna è il significato, l'immagine sulla retina è la rappresentazione (soggettiva e diversa per ciascuno), mentre l'immagine sulla lente del cannocchiale è il senso (oggettivo, ma variabile a seconda del punto di osservazione).
Concetto e oggetto
Concetto: in senso logico, termine che può fungere da predicato. Nome d'oggetto: nome proprio che non può fungere da predicato grammaticale. Un oggetto cade sotto un concetto e il predicato grammaticale ha per significato un oggetto. Il cadere di un oggetto sotto un concetto non è invertibile, pertanto questo rapporto non è una uguaglianza. Ogni concetto può cadere sotto un altro concetto di ordine superiore. Solitamente negli asserti si trova l’articolo determinativo per indicare oggetti e l’indeterminativo per indicare concetti. Nell’accezione linguistica l’oggetto e il concetto sono il soggetto e il predicato. Il concetto è sempre predicativo anche quando si fa una affermazione attorno ad esso, può essere sostituito da un altro concetto, ma mai da un oggetto. Ciò che si afferma di un concetto non può mai attribuirsi ad un oggetto.
▪ 1944 - Reza Pahlavi (in persiano: رضا پهلوی, chiamato Reza Scià il Grande dopo la sua morte) (Alasht, 16 marzo 1877 – Johannesburg, 26 luglio 1944) fu il penultimo Scià di Persia.
Ascesa al potere
Alla fine della prima guerra mondiale, la Persia attraversava una fase di profonda crisi economica ed estrema debolezza politica. Nel 1919 i britannici tentarono di formalizzare un protettorato tramite l'Accordo Anglo-Persiano, che non entro` tuttavia mai in vigore per le proteste popolari. La Persia risentiva anche gli effetti della rivoluzione bolscevica nel vicino Impero russo. Nel 1920 nella Provincia settentrionale del Gilan vi fu uno sbarco sovietico e fu proclamata una Repubblica Socialista Sovietica Persiana indipendente (RSS Persiana). Nel febbraio del 1921, Reza Khan Mirpanj (رضا خان میرپنج), questo era il suo nome e grado, compì un colpo di stato assieme al giornalista Seyyed Zyadeddin Tabatabai, che divenne il Primo Ministro. Reza era un comandante militare che era salito nei ranghi della Brigata Cosacca, unica unita` moderna dell'esercito persiano creata dai russi al tempo degli Zar. Dopo la [Rivoluzione d'ottobre] gli ufficiali russi si ritirarono ed egli assunse il comando della Brigata, diventando noto come Reza Khan Sardar Sepah (رضا خان سردار سپه). Partendo con le sue truppe da Qazvin, 150 chilometri ad ovest di Teheran, il Generale Reza Khan catturò i punti nevralgici della capitale senza quasi incontrare resistenza e costrinse il governo a dimettersi. Il suo primo incarico fu quello di comandante dell'esercito, che in seguito combinò con quello di ministro della guerra, assumendo allo stesso tempo il titolo di Sardar Sepah. Fino al 1923 ci furono dei primi ministri civili, ma il futuro monarca incrementò ben presto i suoi poteri. Sul modello di Mustafa Kemal Atatürk in Turchia, Reza Khan puntava al potere assoluto per poter imporre una modernizzazione del Paese. Nel 1923 divenne quindi Primo Ministro, e subito dopo che l'ultimo Scià della dinastia Qajar, Ahmad Scià, venne deposto e lasciò il paese per l'Europa Il 12 dicembre 1925, il Majlis d'Iran, riunito come assemblea costituente, votò per l'incoronazione di Reza Khan come nuovo Scià di Persia. Tra i pochi deputati persiani che si opposero al cambio di dinastia ed alla svolta assolutista vi furono l'Ayatollah Modarres e Mohammad Mossadeq, futuro primo ministro.
Dal matrimonio con Taj al-Moluk (1896 - 1982) nacque suo figlio e successore Mohammad Reza Pahlavi. Nel 1922 Reza Khan si sposò per la terza volta, con Turan (Qamar al-Molk) Amir Soleimani (1904 - 1995). Da questo matrimonio nacque un altro figlio (Gholam Reza), e Reza Khan divorziò poco dopo, nel 1923.
Regno
Il 25 aprile 1926, iniziò per la Persia una nuova era, quando Reza Scià pose sul suo capo la corona imperiale iraniana. Allo stesso tempo, suo figlio Mohammad Reza venne proclamato principe ereditario.
Durante i 16 anni di regno di Reza Scià, vennero costruite importanti strade e venne costruita la ferrovia trans-iraniana, venne introdotto un sistema di istruzione moderno e venne fondata l'Università di Teheran. Per la prima volta si ebbe un invio sistematico di studenti iraniani in Europa. L'industrializzazione della nazione venne accelerata. I suoi conseguimenti furono grandi, ma per la metà degli anni trenta, lo stile di governo dittatoriale di Reza Scià provocò insoddisfazione in Iran. Durante la sua ascesa al potere, Reza Khan si era appoggiato al clero sciita, compiendo anche un simbolico pellegrinaggio sia a Qom che nelle città sante di Najaf e Kerbala in Iraq. Le gerarchie sciite sostennero la sua incoronazione anche per il timore di derive repubblicane sul modello della Turchia, dove Mustafà Kemal aveva addirittura abolito il califfato sunnita. Diventato Scià, Reza abbandona tuttavia l'allenaza con il clero sciita ed avvia varie campagne di modernizzazione e laicizzazione accelerata del Paese. Di qui la crescente oposizione da parte del clero militante guidato, fin al suo arresto, dall'Ayatollah Modarres. Nel 1933 egli si scontra con gli inglesi per il rinnovo della concessione petrolifera alla AIOC Anglo-Persian Oil Company. Nel 1935 Reza Scià cambia il nome ufficiale del Paese da Persia in Iran.
Adducendo la preoccupazione a che Reza Scià fosse sul procinto di allineare la sua nazione ricca di petrolio con la Germania nazista, durante la seconda guerra mondiale, il Regno Unito e l'Unione Sovietica lanciarono un ultimatum per l'espulsione dei residenti tedeschi ed occuparono militarmente l'Iran (1941). Reza Scià fu costretto ad abdicare in favore del figlio Mohammad Reza Pahlavi. Secondo vari storici, il timore dell'influenza germanica fu solo un pretesto, mentre la vera ragione dell'invasione fu la necessita` di aprire una via sicura di rifornimento militare all'Unione Sovietica allora sotto attacco dalla Germania nazista.
Reza Scià andò in esilio, prima a Mauritius, e quindi a Johannesburg (Sudafrica), dove morì nel 1944.
▪ 1948 - Antonin-Dalmace Sertillanges, conosciuto anche come Antonin-Gilbert Sertillanges, o Antonin Sertillanges (Clermont-Ferrand, 16 novembre 1863 – Sallanches, 26 luglio 1948), è stato un filosofo e teologo francese, considerato fra i massimi esponenti del neotomismo della prima metà del Novecento.
Nel 1883 entra nell' ordine domenicano, mutando il proprio nome in quello di Antonin-Gilbert Sertillanges. Responsabile di redazione della Revue thomiste, nel 1900, viene nominato professore di etica presso l'Istituto cattolico di Parigi (Institut catholique de Paris), dove resterà fino al 1922. L'apparizione del suo esteso saggio Thomas d'Aquin (1910), lo fa conoscere nel suo paese e a livello internazionale. Nel 1918 viene eletto membro dell' Accademia di Scienze morali e politiche di Francia (Académie des sciences morales et politiques). Dopo un lungo soggiornoa a Gerusalemme (1923), si trasferisce nel convento di Le Saulchoir per insegnare etica sociale, imponendosi sempre più come uno dei massimi rappresentanti del neotomismo francese, insieme a Jacques Maritain ed Étienne Gilson. Di nuovo a Parigi dal 1940, si spegne, ottantacinquenne, in un convento dell'Alta Savoia, durante un convegno, per un arresto cardiaco.
Pensiero ed opera
Secondo Sertillanges, ogni attività umana ed ogni sapere trova la propria ragione di essere nel cristianesimo. In Le Christhiasme et les philosophies, in due volumi, del 1939 e 1941 (Il Cristianesimo e le filosofie), tratteggia i dati salienti del proprio pensiero sui rapporti che intercorrono fra cristianesimo e filosofia. Dopo l'apparizione dei Vangeli non può esistere filosofia alcuna che possa prescindere dal loro insegnamento. Scrive Sertillanges: «Senza il cristianesimo non esisterebbe alcuna filosofia accettabile...tutte quelle comparse successivamente al Vangelo, per quanto utili se fuse con esso, non avrebbero potuto, da sole, essere di giovamento alla nostra civiltà...»
Il teologo francese è anche un profondo conoscitore ed estimatore di san Tommaso, cui si è avvicinato fin da quando, negli anni novanta dell'Ottocento, è responsabile di redazione della Revue thomiste (Rivista tomista). La biografia del santo (Thomas d'Aquin, che, come si è già accennato, vede la luce nel 1910 (San Tommaso d'Aquino), è un'opera imprescindibile per tutti coloro che desiderano approfondire lo studio della vita e dell'opera dell'Aquinate. Successivamente tornerà ad occuparsi di san Tommaso in La philosophie morale de Saint Thomas D'Aquin (1916) e ne Les grandes thèses de la philosophie thomiste (Le grandi tesi della filosofia tomista), del 1928. Di San Tommaso il domenicano apprezza l'acuta intelligenza sorretta da una solida fede e da una vigorosa tensione sprituale. Riesce inoltre a cogliere la modernità del messaggio contenuto nella metafisica dell' esse dell'Aquinate, e la profonda autonomia da Aristotele che pure il Santo considera il proprio maestro spirituale. Scrive Sertillanges: «...non esita ad allontanarsi dall'autorità di Aristotele ogni qualvolta gli sembra di averne giusto motivo...San Tommaso risolleva la dottrina di Aristotele e l'arricchisce smisuratamente...»
Sertillanges è anche noto per i propri studi su Blaise Pascal (Blaise Pascal, 1941) e su Henri Bergson (Henri Bergson et le catholicisme, 1941), al quale era legato da profonda amicizia. Grande diffusione hanno tuttora alcuni suoi saggi di teologia a carattere divulgativo fra cui Cathécisme des incroyants, del 1930 (Catechismo degli increduli) , Dieu ou rien, 1933 (Dio o niente?), e di ispirazione morale, come La vie catholique data alle stampe nel 1921 (Vita cattolica) e Recueillement del 1935 (Dieci minuti di cultura sprituale ogni giorno). Il teologo non ha trascurato alcuni aspetti estetici legati al culto, come il resoconto di viaggi Un pélerinage artistique à Florence (1895) e Art et apoleogétique (1909).
Il contributo fondamentale dell'area culturale di lingua francese al neotomismo contemporaneo si lega indubbiamente alla fondazione dell'Istituto Superiore di Filosofia a Lovanio (in Belgio), ad opera del Card. Mercier nel 1882, che di fatto pose le basi per un positivo incontro tra il pensiero di ispirazione tomista ed il pensiero filosofico moderno. Dopo la pubblicazione dell'enciclica Aeterni patris, fu lo stesso pontefice – nel 1880 - a prendere l'iniziativa, incaricando il Card. Dechamps, arcivescovo di Malines, di creare una cattedra speciale di filosofia tomista presso l'Università cattolica di Lovanio che era, all'epoca, l'unica università cattolica completa, che comprendeva – oltre alla facoltà di teologia – la facoltà di diritto, di lettere e filosofia, di medicina e scienze naturali. Nel 1882 i vescovi belgi designarono Désiré Mercier, allora professore di filosofia al seminario di Malines, di istituire a Lovanio un corso "di alta filosofia secondo san Tommaso". Per il Mercier la filosofia non è tanto una "dottrina" da insegnare, ma è soprattutto ricerca della verità, aperta e libera, accogliendo ogni pensiero saggio ed ogni scoperta utile, da qualunque parte provengano, come faceva ed invitava a fare lo stesso Tommaso. Verso la fine del secolo l'Istituto di Lovanio è già pienamente avviato e i primi discepoli e poi successori del Mercier vi operano con lo zelo dei pionieri, estendendo progressivamente il suo raggio d'azione ed il suo prestigio in tutta Europa.
Caratteristica peculiare del pensiero di Tommaso è – secondo il N. - la ricerca di una visione d'insieme, in modo vivo e sotto l'influsso di alcune "idee guida".
Tale è, per Sertillanges, la prerogativa che rende il pensiero tomista particolarmente adatto ad affrontare positivamente i problemi del nostro tempo: si offrono principi di unità per un mondo che va alla deriva per i troppi contrasti, lealtà e correttezza come metodo per le relazioni umane in un universo sempre più individualista, capacità di analisi per studiare chi ha opinioni differenti, al fine di cogliere ciò che può esservi di vero nel pensiero di chiunque. Di grande importanza sono anche le ricerche storiche sulla filosofia medievale che attraggono l'interesse di molti studiosi che estendono alle opere dei grandi autori il metodo storico-critico, che veniva applicato – non senza un dibattito ancora piuttosto vivace – alla stessa interpretazione delle Scritture.
Opere pubblicate (selezione)
▪ San Tommaso d'Aquino, Brescia, Morcelliana, 1931
▪ Catechismo degli increduli, Torino, Società Editrice Internazionale, 1937
▪ Il Cristianesimo e le filosofie, Brescia, Morcelliana, 1937
▪ Vita cattolica, Brescia, Queriniana, 1938
▪ Dio o niente?', Torino, Società Editrice Internazionale, 1940
▪ Dieci minuti di cultura spirituale ogni giorno (III edizione), Brescia, Morcelliana, 1944
▪ La vita intellettuale (V edizione), Roma, Editrice Studium, 1948
▪ 1952 - Maria Eva Duarte de Perón, conosciuta con il nome di Evita Perón (Los Toldos, 7 maggio 1919 – Buenos Aires, 26 luglio 1952), è stata una politica argentina. Fu la moglie di Juan Domingo Perón, militare e presidente dell'Argentina dal 1946 al 1955 e dal 1973 al 1974.
Di umili origini, ultima di quattro figli illegittimi di un piccolo proprietario terriero, Juan Duarte e della sua cuoca Juana Ibarguren. Nel 1926, alla morte del padre, per la famiglia inizia un periodo di miseria e di stenti che migliora solo quando Juana conosce un esponente del partito radicale argentino. La famiglia si trasferisce nella cittadina di Junín. All'età di quindici anni se ne andò dalla provincia e si stabilì nella vicina Buenos Aires dove divenne attrice di radio e cinema, anche grazie all'aiuto del cantante di tango Agustín Magaldi.
Eva Duarte de Perón divenne una celebrità dopo il matrimonio con il futuro presidente argentino Perón, sposalizio celebrato il 9 dicembre 1945. Ella lo aveva conosciuto mentre lavorava a Radio El Mundo nel 1944, probabilmente durante una raccolta fondi per le vittime di un terremoto. Juan Domingo Perón era allora agli inizi della sua carriera, ed era rientrato in Argentina dopo un soggiorno di due anni in Italia, dal 1938 al 1940, dove aveva seguito un programma di aggiornamento militare presso il comando delle truppe di montagna a Trento. In questo periodo si dichiarò ammiratore del fascismo e del suo leader, Benito Mussolini, ma non ottenne mai il permesso di trasferirsi a Roma, decidendo anche per questo di ritornare in patria. La loro relazione sentimentale divenne poi anche politica quando Evita, il 17 ottobre 1945 guidò la manifestazione per la liberazione del generale Perón, arrestato per le sue attività contrarie agli interessi militari.
La figura politica
Il 17 ottobre 1945 è considerata la data di nascita del peronismo. Viene coniato il termine descamisados (scamiciati) per descrivere i lavoratori che, accampati davanti al palazzo presidenziale in attesa del rientro dal confino del loro leader, Peròn, per il troppo caldo si erano tolti giacca e camicia, contravvenendo alla norma di indossare sempre la giacca in strada.
Evita, paladina dei descamisados anche a causa delle sue umili origini, aiutò e difese sempre il marito facendogli ottenere l'appoggio dei lavoratori e delle donne nelle elezioni del 1946 ed assicurandogli la rielezione nel 1951. Anche se il suo matrimonio non fu sempre sereno, la sua collaborazione al potere presidenziale fu evidente grazie al suo impegno e alla sua influenza nel programma del governo e la sua attenzione ai problemi sociali si rese manifesta grazie alla Fondazione che portava il suo nome e che era attiva nella promozione della costruzione di strutture come scuole od ospedali. La donna organizzò poi il ramo femminile del Partito Giustizialista che la condusse ad ottenere il suffragio universale nel 1951 entrando nella storia del paese sudamericano come fondatrice dell'Argentina moderna.
Gli oppositori di Peron, insinuarono che Eva avesse incontrato in Svizzera alcuni banchieri per discutere dei propri conti bancari aperti in quel Paese e, in Germania, dei gerarchi nazisti. Non mancarono contestazioni anche dure: in Svizzera, l'automobile scoperta sulla quale Eva viaggiava fu bersagliata da un lancio di pomodori. Il viaggio di ritorno in Argentina si svolse in nave, annullando all'ultimo momento il volo aereo per timore di attentati. Al ritorno in patria, nonostante le ombre proiettate sul viaggio in Europa, Eva fu accolta trionfalmente, come la paladina della nuova Argentina nel mondo.
Eva tentò di accedere alla vicepresidenza nel secondo mandato del marito con l'aiuto del sindacato Confederación General del Trabajo, ma l'opposizione militare la fece desistere e le fece pronunciare il celebre renunciamiento davanti alla folla: Renuncio a los honores pero no a la lucha.
In numerosi paesi europei la sua figura venne presa dall'area antagonista definita "destra radicale" come modello di lotta sociale per i diritti delle classi più deboli (in Italia Terza Posizione).
La morte
Evita Perón morì il 26 luglio 1952, ad appena trentatré anni, dopo una lunga battaglia contro un cancro al collo dell'utero. Durante il suo funerale, al quale partecipò una moltitudine di persone[1], il suo corpo fu imbalsamato ed esposto fino al 1955, quando un golpe militare fece espellere il marito dal potere.
Il corpo fu allora trasportato e interrato nel 1957 a Milano con il nome fittizio di Maria Maggi per poi, nel 1971, essere inumato in Spagna, sede dell'esilio di Perón, che intanto si era risposato con Isabel Martinez Cuartas. Con la reintegrazione del Generale alla presidenza argentina anche il corpo della defunta moglie fu ritrasportato in Sudamerica ed esposto nuovamente. Evita fu sepolta definitivamente nella cappella della famiglia Duarte nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires.
Fenomeno culturale
La sua figura e la sua vicenda umana - che hanno commosso la fantasia popolare di tutto il mondo nell'immediato dopoguerra - ha ispirato, oltre che numerosi scrittori, anche il mondo della musica e del cinema. La sua immagine divenne di culto nel suo paese tanto che le furono dedicate città, una provincia e la sua autobiografia La razón de mi vida (La ragione della mia vita) divenne testo obbligatorio nel sistema educativo argentino. Evita fa parte anche dell'immaginario politico come emblema della sinistra peronista argentina, invisa alle classi elevate anglofile.
È famoso il musical Evita del compositore inglese Andrew Lloyd Webber, portato anche sullo schermo in un film dal titolo omonimo con Madonna e Antonio Banderas.
Sulla scia di questo musical è stata creata una puntata del cartone animato The Simpson, nella quale Lisa diviene presidentessa degli studenti.
In Italia, invece, il Quartetto Cetra le dedicò, quando era ancora in vita, il motivetto A pranzo con Evita.