Il calendario del 25 Giugno
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Eventi
▪ 1530 - La Confessione di Augusta viene presentata alla Dieta all'Imperatore del Sacro Romano Impero dai principi e principi-elettori luterani tedeschi
▪ 1788 - La Virginia ratifica la Costituzione degli Stati Uniti e viene ammessa come decimo stato degli Stati Uniti
▪ 1866 - Terza guerra di indipendenza italiana: vittoria italiana nella battaglia di Ponte Caffaro
▪ 1876 - Battaglia di Little Big Horn e morte del Generale George Armstrong Custer
▪ 1891 - Papa Leone XIII pubblica la Lettera Enciclica "Pastoralis vigilantiae", sul convegno di Braga, in Portogallo, circa la condizione della Chiesa di fronte la mondo moderno, sulla necessità di congressi vescovili, sulle competenze dello Stato e della Chiesa
▪ 1917 – Prima guerra mondiale: ha termine la battaglia del Monte Ortigara, dove l'esercito italiano perse 5.969 uomini
▪ 1946 - Viene insediata l'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana con Giuseppe Saragat alla presidenza
▪ 1950 - Scoppio della Guerra di Corea
▪ 1959 - Eamon de Valera viene eletto terzo Presidente d'Irlanda
▪ 1967
- - Primo programma satellitare mondiale – Our World
- - Strage di Cima Vallona, attentato terroristico perpetrato da separatisti sudtirolesi ai danni di militari italiani
▪ 1975 - Il Mozambico è indipendente
▪ 1981 - Hanno inizio le apparizioni mariane a Medjugorie
▪ 1991 - Jugoslavia: La Slovenia e la Croazia dichiarano la propria indipendenza dalla Jugoslavia
▪ 1996 - L'Attentato delle Khobar Towers causa la morte di 19 americani in Arabia Saudita
▪ 1998
- - Viene assassinato il cantante berbero Lounès Matoub
- - La Microsoft rilascia Windows 98
▪ 2006
- - Si celebra, in Italia, la prima delle due giornate del referendum per l'approvazione del disegno di legge costituzionale concernente "Modifiche alla Parte II della Costituzione": l'elettorato respinge il premierato, la devolution ed il nuovo Senato federale.
- - Gli elettori della Mauritania approvano la riforma della Costituzione voluta dal Governo provvisorio: previste, tra l'altro, le quote rosa
▪ 2007: eccezionale ondata di calore nel Sud Italia.
Anniversari
▪ 1218 - Simone IV di Montfort, in francese Simon IV de Montfort (1165 ca. – Tolosa, 25 giugno 1218), fu signore di Montfort-l'Amaury e quinto conte di Leicester, conte di Tolosa, duca di Narbona, visconte di Béziers e visconte di Carcassonne.
Fu al comando della crociata albigese, dal 1209 al 1218. Era figlio di Simone III il Calvo (?-1181), signore di Montfort e conte d'Evreux, e dalla contessa Amicia di Leicester, figlia di Roberto III di Beaumont, conte di Leicester (1124-1190).
▪ 1533 - Maria Tudor (Richmond Palace, 18 marzo 1496 – Westhorpe Hall, 25 giugno 1533) era la quinta figlia di Enrico VII d'Inghilterra e di Elisabetta di York. Era inoltre sorella minore di Enrico VIII d'Inghilterra e dunque zia dei re Edoardo VI d'Inghilterra, Maria I d'Inghilterra ed Elisabetta I d'Inghilterra.
Il legame con il fratello
Rimase orfana di madre a 7 anni. A 13 anni morì il padre Enrico VII, a cui succedette il figlio Enrico VIII. Maria e il fratello erano profondamente legati, tanto che alla prima figlia, avuta da Caterina d'Aragona, il re avrebbe messo nome Maria.
La regina però non riuscì a dare al marito figli maschi ed eredi al trono ma solo una bambina esile e malaticcia. Per Enrico quindi gli eventuali futuri figli di Maria rappresentavano una delle poche speranze di continuità della dinastia. Maria ed Enrico avevano poi una sorella più grande, Margherita Tudor, che andò in sposa a Giacomo di Scozia. Tuttavia era stato stabilito che al trono d'Inghilterra fossero esclusi di diritto sovrani stranieri. Ciò infatti avrebbe scritto poi Enrico nel suo testamento.
Regina di Francia
Nella complessa politica seguita dai vari Stati, il matrimonio rivestiva un mezzo per evitare ulteriori guerre e creare pace ed alleanze. Fu così che, dopo aver sconfitto i francesi, Enrico decise di dare in sposa Maria, a 19 anni, a Luigi XII di Francia, un vecchio vedovo con una differenza d'età superiore a 30 anni rispetto alla giovane sposa.
La ragazza, che era innamorata e prima fidanzata di Carlo, nipote di Ferdinando II di Aragona, accettò questo progetto matrimoniale a malincuore ponendo però come condizione che, quando fosse rimasta vedova, cosa che si presumeva avvenisse tra breve, avrebbe poi sposato chiunque lei volesse. Per rendere ancor più allettante il matrimonio, lo sposo aveva promesso a Maria di ricoprirla di gioielli.
Durante la traversata della Manica, la flotta che trasportava il seguito nuziale della principessa subì una violenta tempesta: delle 14 navi che salparono il 2 ottobre 1514 da Dover, solo 4 raggiunsero la meta, Boulogne. Al momento dello sbarco, inoltre, la nave con a bordo la sposa si incagliò alla bocca del porto e Maria dovette essere trasportata a braccia. Tra il seguito inglese vi erano anche due dame all'epoca sconosciute: le sorelle Maria e Anna Bolena.
Da quando gli sposi si incontrarono per la prima volta, dopo il problematico sbarco, ad Abbeville, Maria prese il suo posto come sposa diligente e premurosa. Si prese cura del malato e anziano marito e quando morì lo pianse sinceramente.
Il secondo matrimonio
Alla corte francese Maria aveva avuto modo di conoscere Charles Brandon, duca di Suffolk, che si trovava lì in missione diplomatica. La ragazza, rimasta vedova, memore della promessa del fratello, volle lui come futuro marito. Sebbene la prospettiva di un matrimonio regale fosse alquanto allettante, Brandon era però grandissimo amico di Enrico e quindi non intendeva compiere nessun atto senza il suo formale consenso. Il matrimonio tra una principessa e un suddito divenuto nobile di recente poneva dei problemi. La scaltra e testarda Maria, tra scenate, lacrime e minacce, riuscì a dissuadere il duca.
Appena i due sposi tornarono in Inghilterra, Enrico VIII avrebbe voluto giustiziare il cognato per il tradimento subito. Tuttavia era troppo legato ad entrambi per prendere una simile decisione. Quando nacque il primo figlio, Maria fu lieta di chiamarlo come l'adorato fratello.
Il divorzio di Enrico VIII
All'epoca in cui Enrico stava pensando a come ripudiare Caterina, Brandon aveva invece problemi con la prima moglie. Prima di Maria, egli aveva infatti sposato Margaret Mortimer. Stancatosi di lei, aveva chiesto una dispensa papale che gli consentisse il divorzio, sulla base del fatto che tra i coniugi vi era una stretta parentela. La richiesta venne accolta e il duca poté sposare Ann Brown e poi Maria.
Margaret però continuò in seguito a minacciare la legalità del terzo matrimonio e quindi la legittimità al trono d'Inghilterra dei figli avuti da Maria. La faccenda fu risolta dall'astuto cardinale Thomas Wolsey, consigliere di Enrico, che anche in passato aveva risolto non pochi problemi legali a Brandon.
Fu anche grazie all'esperienza dell'amico che Enrico si sentì fiduciosamente legittimato a divorziare da Caterina. Tuttavia Maria era molto affezionata alla cognata, ammirata da tutti a corte, e non accettò mai il divorzio del fratello e soprattutto il matrimonio con Anna Bolena, definita una sgualdrina.
Il disprezzo nei confronti della seconda moglie del fratello si tramutò in vero e proprio odio quando Anna accusò Brandon di incesto con la figlia. Maria non mancò quindi di assalirla verbalmente, cosa che invece poteva risultare fatale agli altri cortigiani costretti quindi a sopportare i soprusi della nuova regina in silenzio. Per vendicare l'affronto subito dalla nipote, lo zio di Anna, il duca di Norfolk, non potendo attaccare direttamente l'amata e protetta sorella del re, diede ordine di assassinare i seguaci di Brandon nell'abbazia di Westminster. Brandon a sua volte voleva vendicarsi uccidendo i sicari ma Enrico intervenne in tempo per evitare altre stragi.
Morte
Maria morì a 37 anni. Sei settimane dopo la sepoltura, Brandon diede scandalo risposandosi per la quarta volta: la sposa era una ragazzina di 14 anni, fidanzata al figlio.
Nel testamento di Edoardo VI furono cancellati i nomi di Maria ed Elisabetta, figlie illegittime di Enrico, e sostituiti con i discendenti di Frances Brandon (Jane, Catherine e Mary Grey) e, in mancanza di eredi, con i figli di Eleonor Brandon (Margaret Clifford).
Alla morte di Edoardo, la corona passò dunque a Jane Grey ma Maria, figlia di Enrico VIII, rivendicò i suoi diritti ereditari: le strappò il titolo e la fece giustiziare.
Discendenza
Maria diede al marito tre figli:
▪ Henry Brandon, I conte di Lincoln (11 marzo 1516 – 8 marzo 1534);
▪ Lady Frances Brandon (16 luglio 1517 – 20 novembre 1559), che sposò Henry Grey, terzo marchese di Dorset;
▪ Lady Eleanor Brandon (1519 – 27 settembre 1547), che sposò Henry Clifford, secondo conte di Cumberland.
▪ 1535 - Rumiñahui (Quito, 1490 ? – Quito, 25 giugno 1535) è stato un condottiero inca.
Si tratta di uno dei principali generali di Atahuallpa, all’epoca delle guerre civili combattute da questi contro il fratello Huascar, Signore del Cuzco.
Il suo nome significa occhio di pietra ed è stato variamente spiegato. Per alcuni era dovuto ad un velo che gli appannava uno degli occhi, risultato di una ferita in battaglia o di una cataratta. Per altri era, invece, riferito al suo sguardo, duro e implacabile come il suo carattere.
▪ 1703 - Giovanni Pietro Pinamonti (Pistoia, 27 dicembre 1632 – Orta, 25 giugno 1703) è stato un gesuita italiano.
Giovanni Pietro Pinamonti nacque nel 1632 a Pistoia, in Toscana, figlio di Caterina Campanelli e Giovanni Pinamonti del Terchio. Nel 1647, a Roma vestiva l'abito della Compagnia di Gesù, compiendo gli studi di Rettorica e di Filosofia, completando il corso scolastico di Teologia. Dal 1664, insieme a Paolo Segneri, iniziava l'attività nelle missioni, dedicandosi particolarmente alle confessioni. Sulla sua attività di missionario scrive il Segneri, in Il Cristiano Istruito nella sua legge, Venezia, Paolo Baglioni, 1687:
«Ma perché dissi di presentarla sol'io? Ad essi le presenta con esso me, chi, se non dubitassi di fargli un torto, direi che non so distinguere da me stesso. E questi il Padre Gian Pietro Pinamonti, mio collega individuo nelle Missioni; il quale siccome da ventidue anni ha veduto con esso me quanto sia il bisogno dei Popoli abbandonati della Parola Divina per le campagne, così già da gran tempo mi ha stimolato vivamente quest'Opera, fino a congiunge meco indefessamente le mie fatiche in divisarla, in disporla, ed in trarla a fine. Dunque come uniti di cuore, così di sensi, la presentiamo ai Sacri Missionari»
Padre Pinamonti ricoprì l'incarico di Superiore alle Case dei Novizi di Roma e Firenze. Fu sepolto nella Cappella dell'Immacolata Concezione.
▪ 1767 - Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14 marzo 1681 – Amburgo, 25 giugno 1767) è stato un compositore e organista tedesco. Autodidatta, espresse già nell'infanzia una spiccata facilità compositiva e una precoce padronanza di strumenti musicali quali violino, flauto e clavicembalo. Contemporaneo di Bach e Handel, cui lo legava una profonda amicizia, all'epoca della sua vita era molto famoso e considerato uno dei maggiori musicisti tedeschi.
▪ 1842 - Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi , spesso citato come Simondo Sismondi, (Ginevra, 9 maggio 1773 – Ginevra, 25 giugno 1842) è stato un economista, storico e critico letterario svizzero.
Un intellettuale giramondo
I Sismondi erano una famiglia altolocata di Ginevra (il padre era anche un pastore di un villaggio del circondario) ed si preoccuparono di educare il figlio come si conveniva ad un rampollo di un casato influente, ma lo spinsero più a seguire gli affari piuttosto che la letteratura; fu così che lo mandarono a far pratica in una banca di Lione. Ritornato a Ginevra, a seguito dell'infuriare della Rivoluzione francese, nel 1793 lasciò la città. Andò in Inghilterra, dove passò diciotto mesi, e assimilò la lingua, la storia, il costume del paese. Dopo un breve ritorno a Ginevra (1794), dove infieriva il terrore giacobino, Sismondi partì per la Toscana, terra dei suoi avi (i Sismondi erano un'antica famiglia nobile di Pisa, ricordati anche nella Divina Commedia, che nel XVI secolo abbracciarono la riforma protestante ed emigrarono prima in Francia, nel Delfinato, poi in Svizzera). In Toscana Simonde de Sismondi acquistò la Villa di Valchiusa con l'annessa fattoria, sulla collina prospiciente il centro di Pescia, e si dedicò alla coltivazione.
In Toscana, prese a interessarsi della vita economica e sociale e pubblicò, al suo ritorno a Ginevra, un Tableau de l’agriculture toscane (1801). In particolare, si dimostrò interessato alle tecniche di coltura della Valdinievole, al modo così ordinato di custodire le campagne. Anni dopo, fu nominato segretario del Consiglio del commercio, delle arti e dell’agricoltura del dipartimento del Leman, poi segretario della Camera di commercio del Leman. Al suo sorgere sullo scenario europeo, fu contrario a Napoleone e fu nella lotta contro di lui che conobbe Madame de Staël e prese a frequentare il castello di Coppet, non lontano da Ginevra, dove si elaboravano le nuove ideologie romantiche. Della Staël divenne un fervente e fedele ammiratore: la seguì in Italia (1804- 1805), in Austria e Germania (1808-1810). Nel 1813 visitò per la prima volta Parigi e lì visse per diverso tempo mescolandosi con la società letteraria del tempo. Ancorché fosse un liberale e nella sua gioventù fosse stato un anglofilo, non salutò la caduta dell'impero. Era cosciente, infatti, di quelle che erano state le conquiste del generale buon governo napoleonico. Ebbe un incontro con l'imperatore stesso che fu un evento non minore della sua intensa vita. Dopo la disastrosa battaglia di Waterloo, ritornò in Svizzera, ma, poiché neanche a Ginevra il clima politico era a lui favorevole, ai primi del 1816 preferì tornare alla su Villa di Valchiusa, a Pescia, dove viveva la sorella Sara, andata in sposa al nobil uomo pesciatino Anton Cosimo Forti, e la madre. Il 15 aprile 1819, fu egli stesso che convolò a nozze nella contea di Stafford con Jessie Allen, dalla quale non ebbe eredi.
Scrittore ed economista
Nel 1803 pubblicò il Traité de la richesse commerciale, il suo primo lavoro di economia commerciale. Tema che lo interessò, con alcune varianti, per il resto della propria vita. Nel 1807 apparve il primo volume della storia delle repubbliche italiane, che lo rese famoso fra gli uomini di lettere di tutta Europa, fu infatti per merito di questo scritto di economia politica che gli fu offerta il posto di professore in Russia. Il completamento di quest'opera, che è composta di sedici volumi, lo occupò, anche se non a tempo pieno, per i successivi undici anni. Finita l'opera ne iniziò un'altra ancora più monumentale Histoire des Français, che doveva essere un'opera di ampio respiro e che nei seguenti ventitré anni ne pubblicò ventinove volumi. Il suo spirito instancabile lo portò a completare molti altri lavori oltre allo smisurato Histoire des Français, ed anche se i suoi scritti erano stati apprezzati non mancò chi lo prese benevolmente in giro ad esempio Charles Augustin Sainte-Beuve lo descrisse come il "Rollin della storia Francese" e l'elogio il biasimo sono perfettamente ben rappresentati (si intendeva in questo modo mettere in evidenza la monumentalità dell'opera ma anche una sua certa inaccuratezza). Nel suo primo libro seguì le teorie di Adam Smith, ma nel lavoro successivo Nouveaux Principes d'économie politique (1819) insistette principalmente che sul fatto che le scienze economiche si preoccupano di far crescere il benessere, ma troppo poco di come il benessere faccia crescere la felicità. Nel campo delle scienze economiche il suo maggior contributo fu probabilmente la scoperta di cicli economici.
Contrariamente ad altri pensatori del tempo (J.B. Say e David Ricardo), Sismondi contestò l'idea che l'equilibrio economico che portava al pieno impiego era raggiunto immediatamente e spontaneamente e evidenziò la possibilità concreta di disoccupazione tecnologica. In proposito egli scrisse:
«Dobbiamo temere di questa pericolosa teoria che ritiene che l'equilibrio sia raggiunto automaticamente. Un certo tipo di equilibrio è si raggiunto in un lungo periodo, ma dopo una lunga sofferenza.»
Non fu un socialista, ma un contestatore del laisser faire e un assertore della necessità dell'intervento governativo per "regolare il progresso del benessere", inoltre fu un interessante precursore dei "socialisti di cattedra" tedeschi.
Le opere minori
Come già detto accanto ai lavori maggiori collezionò una serie di opere, il suo impegno fu per molti anni di lavorare almeno otto ore al giorno. I suoi scritti più importanti sono: Letteratura del sud d'Europa (1813), una novella storica intitolata Giulia Severa nell'anno 492 (1822), Storia della rinascita della libertà in Italia (1832), Storia della caduta dell'Impero Romano (1822), Precisazioni sulla storia dei francesi, un'edizione ridotta della sua opera (1839), con diversi altri, principalmente pamphlet politici.
I diari di Sismondi e la sua corrispondenza con William Ellery Channing, con la contessa di Albany ed altri sono stati pubblicati da Mlle. Mongolfier (Parigi, 1843) e da M. de Saint-René Taillandier (Parigi, 1863).
* 1876 - George Armstrong Custer (New Rumley, 5 dicembre 1839 – Little Big Horn, 25 giugno 1876) è stato un militare statunitense.
George Armstrong Custer nacque da Emmanuel, fabbro, e Mary Ward, seconda moglie del padre a New Rumley, Ohio.
Apparteneva ad una famiglia molto numerosa; il padre, infatti, da un primo matrimonio aveva avuto tre figli e dal matrimonio con la vedova Ward (che a sua volta ne aveva altri 3) ne ebbe altri 5 (George, Nevin, Tom, Boston - morti questi ultimi due nella Battaglia del Little Bighorn con George - e Margareth moglie, a sua volta, del tenente James Calhoun morto anch'egli al Little Big Horn).
▪ 1927 - José María Robles Hurtado (Jalisco, 3 maggio 1888 – ivi, 25 giugno 1927) è stato un sacerdote messicano, divenuto martire durante le guerre dei Cristeros ed è venerato santo dalla Chiesa cattolica.
Nacque in una famiglia molto cattolica da Antonio Robles e di Petronilla Hurtado a Mascota, Jalisco. A dodici anni entrò nel seminario di Guadalajara. Venne ordinato sacerdote nel 1913, all'età di 25 anni.
Alcuni anni dopo fondò la "Congregazione religiosa Sorelle del Cuore di Gesù Sacramentato". Scrisse numerosi testi per la diffusione della fede cattolica ed inoltre diffuse la catechesi in modalità impedite dalle leggi messicane di allora. Parroco a Tecolotlán, promosse una maggiore devozione verso il Sacro Cuore di Gesù attraverso la predicazione, l'esempio e la personale devozione alla Santa Eucaristia. Il suo zelo era così famoso che venne soprannominato "il pazzo del Sacro Cuore". Curò instancabilmente i malati nella sua parrocchia e trascorreva parecchio tempo a confessare i suoi parrocchiani. Si adoperò anche per promuovere la devozione per la Madonna di Guadalupe. Era anche un Cavaliere di Colombo.
Persecuzione
All'epoca la costituzione messicana del 1917 proibiva le processioni pubbliche ed altre pratiche devozionali. Hurtado propose di costruire un'enorme croce da disporre nel centro geografico del Messico per simboleggiare che il Messico aveva riconosciuto Cristo come suo re ed organizzò una cerimonia pubblica per la posa della pietra angolare della croce, violando così la costituzione messicana.
Nel 1923, 40.000 cattolici erano andati sul luogo della croce per partecipare alla cerimonia sulla collina che allora si chiamava "La Loma" ed ora è nota come la "montagna di Cristo Re". Dopo questo gesto di sfida, il governo decise di intensificare la persecuzione dei cattolici nel Messico e di fare in modo che Hurtado non prendesse più simili iniziative.
Nonostante l'aumento della repressione e gli inviti espliciti a lasciare il Messico, Hurtado preferì rimanere, continuando ad assistere la sua Congregazione ed offrire aiuto spirituale ai superstiti e alle famiglie dei cattolici perseguitati ed uccisi dal governo. Tempo dopo, iniziò a promuovere l'idea della difesa armata dei cattolici che soffrivano la persecuzione.
Morte
Hurtado venne arrestato nel giugno 1927 per aver celebrato Messa nella casa della famiglia Agraz, che lo stava nascondendo e in una poesia che scrisse qualche giorno prima che venisse eseguita la sua condanna, disse: "Desidero amare il tuo Cuore, Gesù mio, con partecipazione totale, desidero amarlo con passione, desidero amarlo fino al martirio. Con l`anima ti benedico, mio Sacro Cuore; dimmi: Si arriva all`attimo della felice ed eterna unione?".
Il 26 giugno venne condotto ad un albero per essere impiccato. Mostrò compassione per coloro che dovevano eseguire la sentenza. Offrì loro una piccola candela votiva che aveva in tasca per illuminare il cammino verso l'albero a cui sarebbe stato impiccato. All'ultimo, li perdonò per quello che erano costretti a fare. Prese il cappio dicendo a coloro che glielo porgevano: "Non vi farò sporcare le mani" e dopo averlo baciato se lo mise al collo.
* 1975 - Eugen Fink (Costanza, 11 dicembre 1905 – Friburgo, 25 giugno 1975) è stato un filosofo e fenomenologo tedesco.
Figlio di un impiegato statale, venne educato nei suoi primi anni di studio dallo zio, parroco cattolico. Dopo aver frequentato il ginnasio a Costanza ed aver conseguito l'esame di maturità nel 1925, studiò filosofia, storia, tedesco ed economia, prima a Münster e Berlino, poi a Friburgo con Edmund Husserl. Nel 1929 Fink conseguì il suo dottorato con Husserl e Martin Heidegger con una dissertazione dal titolo "Presentificazione ed Immagine. Contributi ad una Fenomenologia dell'Irrealtà" ("Vergegenwärtigung und Bild. Beiträge zur Phänomenologie der Unwirklichkeit."). L'anno successivo Husserl divenne professore emerito con libera docenza. In quel periodo la fenomenologia si diffuse enormemente, attirando a Friburgo moltissimi universitari da tutta l'Europa. Eugen Fink venne così incaricato dal Maestro di sostenere alcuni seminari di carattere privato a beneficio di questi studenti. Quando nel 1933 sotto il regime nazionalsocialista Husserl non fu più "persona gradita", Fink rinunciò ad avanzare nella sua carriera universitaria e rimase a fianco del maestro in qualità di assistente privato. Dopo la morte di Husserl nel 1938, Fink assieme a Ludwig Landgrebe, portò in salvo a Lovanio il suo consistente lascito librario ed i suoi scritti inediti, cominciando il lavoro di edizione e trascrizione che portò in seguito alla fondazione dell'"Archivio Husserl". Questa attività impegnò Eugen Fink sino al 1940, quando venne internato in un campo di prigionia francese, sospettato di spionaggio. Lì rimase fino all'occupazione tedesca della Francia. Dopo la sua liberazione venne arruolato dalla Wehrmacht. Dopo la guerra Fink ottenne l'abilitazione alla docenza a Friburgo con lo scritto "L'idea di una metodologia trascendentale" ("Die Idee einer transzendentalen Methodenlehre"). Dal 1948 fu professore ordinario di filosofia e pedagogia, svolgendo un ruolo chiave nella fondazione di un Archivio-Husserl a Friburgo nel 1950.
Considerato uno degli esperti più significativi della scuola fenomenologica husserliana, è stato successivamente influenzato dal pensiero di Heidegger assieme al quale tenne un famoso seminario su Eraclito nel semestre invernale del 1966/67, poi pubblicato nel 1970. Nel 1960 scrive, un anno prima del "Nietzsche" di Heidegger, "La filosofia di Nietzsche", considerato ancora un punto di riferimento per gli studi nicciani. Nel 1971, assieme a Landgrebe, gli venne conferito un dottorato honoris causa dall'Università Cattolica di Lovanio, in occasione di una conferenza sulla fenomenologia, per l'impegno dimostrato nella fondazione e dell'Archivio-Husserl.
Morì nel 1975 a causa di un infarto cerebrale.
È fratello del teologo e storico Karl August Fink.
Pensiero
Il desiderio principale di Fink era quello di portare al linguaggio il fenomeno primario del "mondo". Per comprendere appieno il significato di "mondo" è essenziale comprendere l'essere delle cose intramondane che si incontrano. Il mondo, le cui peculiarità sono state sin'ora viste in maniera inappropriata, assume dunque le sembianze (in quanto cosa) di un gigantesco contenitore, nel quale sono contenute tutte le altre cose. Al contrario Fink dimostra che il mondo di per sè non è un'essente cosità ("dinghaft Seiendes"), bensì l'orizzonte che, per ogni manifestazione di un essente, ne costruisce la condizione. Questa differenza ontologica tra mondo e intramondano è stata denominata da Fink come "differenza cosmologica". In successivi approfondimenti Fink si avvicinerà al "mondo dei fenomeni" in un linguaggio metaforico: al fenomeno del mondo appartiene essenzialmente il "gioco" e il "conflitto" tra il "cielo" che si dirada e la "terra" che vela e disvela. Quest'ultima, filosoficamente prossima alla concettualizzazione sviluppata da Heidegger in merito, non dev'essere tuttavia esperita come pura poesia, bensì come ricerca, al fine di aderire originariamente al fenomeno del mondo, frainteso finora a causa di un linguaggio di concetti formato sulle cose. Il senso contenuto nella metafora del "conflitto" tra cielo e terra è tuttavia in vista di un "mondo" come condizione assolutamente necessaria per la manifestazione dell'essente esplicitantesi. Dunque il Mondo si configura da un lato come l'apertura necessaria di ogni manifestazione (il "cielo" ): dall'altro lato come il "velato", nel quale ogni essente si supporta e sopporta, al fine di apparire ("terra").
* 1984 - Paul Michel Foucault (Poitiers, 15 ottobre 1926 – Parigi, 25 giugno 1984) è stato uno storico e filosofo francese.
Filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario, professore al Collège de France, tra i grandi pensatori del XX secolo Foucault fu l'unico che realizzò il progetto storico-genealogico propugnato da Nietzsche allorché segnalava che, nonostante ogni storicismo, continuasse a mancare una storia della follia, del crimine e del sesso.
I lavori di Foucault si concentrano su un argomento simile a quello della burocrazia e della connessa razionalizzazione trattato da Max Weber. Egli studiò lo sviluppo delle prigioni, degli ospedali, delle scuole e di altre grandi organizzazioni sociali. Sua è la teorizzazione che vide il modello del Panopticon, ideato da Jeremy Bentham come paradigma della società moderna.
Importanti sono anche gli studi di Foucault sulla sessualità, secondo il quale non è sempre esistita così come la conosciamo noi oggi e così come soprattutto ne discutiamo. In particolare negli ultimi due secoli la sfera del sesso è stata oggetto di una volontà di sapere, di una pratica confessionale che prosegue in maniera blanda ma comunque diffusa la volontà di potere e di sapere istituita con la modernità dalle istituzioni prima religiose e poi secolari.
Questo vuol dire che sapere e potere sono indisgiungibili, in quanto l'esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta sempre con sè effetti di potere. Per potere però, spiega Foucault, non si deve intendere quello che emana da un soggetto cosciente, un sovrano, e si traduce in leggi positive; si tratta invece del potere impersonale, onnipresente, che non ha dimora fissa, ma opera tramite meccanismi anonimi in ogni anfratto della società. Sotto questa luce, il potere è un insieme di rapporti di forza, diffusi localmente, non riconducibili ad una sola sede e così Foucault contrappone la propria microfisica del potere, mirante all'analisi delle molteplici e diffuse strategie di soggiogamento, alla macrofisica, propria della teoria di Marx, ad esempio, che dà più spazio all'opposizione tra dominatori e dominati. Di fatto, spiega Foucault, si è sempre allo stesso tempo ambo le cose, dominatori e dominati: si potrà essere dominati in fabbrica ma, magari, dominatori in famiglia. Rispetto a questi poteri così decentrati e variamente connessi la resistenza può essere condotta non da un'unica forza organizzata in partito, ma solo in lotte parziali, in una miriade di luoghi da parte di forze mobili e continuamente cangianti. I dispositivi di potere, attuando selezioni e interdizioni, impediscono il libero proliferare dei discorsi e originano una società disciplinare, che trova espressione nelle istituzioni del carcere, dell'ospedale, dell'esercito, della scuola, della fabbrica, dove sono attuate strategie di controllo, anche del corpo, esami, sanzioni. Il potere, però, non ha solo questa funzione spregevole, ma ne ha anche una positiva e apprezzabile: produrre nuovi ambiti di verità e nuovi saperi. Questa tesi affiora esplicitamente nelle ultime opere di Foucault, a partire da La volontà di sapere (1976), miranti a ricostruire una storia della sessualità . La sessualità, stando a Foucault, è un'invenzione moderna: essa ha a che fare, da un lato, con il problema di tenere soggiogati i corpi, ma, dall'altro lato, dà pure luogo ad un discorso sul sesso, in cui l'interdizione si intreccia con l'attenzione nei suoi riguardi e, dunque, con la costituzione di nuove forme di sapere. Sotto questo profilo, Foucault rifiuta la teoria di Marcuse secondo la quale la repressione è l'unico aspetto in cui la sessualità è vissuta nella società contemporanea. Muovendo da queste tematiche, Foucault arriva, nei suoi due ultimi scritti, pubblicati postumi nel 1984, L'uso dei piaceri e La causa di sè, a ritrovare una posizione alternativa alla modernità nell'antichità classica: qui, infatti, egli ravvisa all'opera, in opposizione alle morali prescrittive, imperanti a partire dal cristianesimo, la costruzione di una ' estetica dell'esistenza individuale ', basata su quelle che lui definisce le 'tecnologie del sè', volte all'autocostituzione di un soggetto padrone di sè. Così facendo, egli sembra riportare in auge proprio quella dimensione umanistica da lui sempre osteggiata.
Prima sintesi: Foucault 1954-1961
Lungo i sentieri del sogno e della follia: un cammino che incontra e supera la fenomenologia In questa sintesi si analizzano i primissimi lavori di Foucault, addirittura precedenti la “Storia dalla follia”, risalenti agli anni 1954-1961 circa. Particolare attenzione viene data alle influenze filosofiche e culturali che a quel tempo hanno condizionato maggiormente Foucault: la fenomenologia, soprattutto quella di Merleau-Ponty, la psicologia e la psicanalisi esistenziali, sviluppate, tra gli altri, da Binswanger, fino all’incontro, non ancora pienamente maturo a quest’epoca, con l’epistemologia di Canguilhem. I temi conduttori sono il soggetto, letto in una chiave esistenzialista, la malattia psicologica, una prima critica al razionalismo.
1. Il sogno e l’esistenza Viene sviluppata l’analisi del sogno come dimensione a-logica dell’esistenza umana e, proprio per questo, privilegiata, in grado perciò di rivelare quei contenuti simbolici ed esistenziali più importanti per la comprensione da parte dell’uomo della propria natura più autentica. Notiamo qui una prima lettura critica della psicanalisi freudiana.
2. La malattia mentale L’analisi qui si sposta sul tema della malattia mentale, vista non tanto come devianza patologica, ma piuttosto come una particolare modalità di esistenza, carica comunque di potenzialità, di originalità e creatività. Si tratta di un approccio ancora una volta esistenzialistico alla malattia, in polemica con il tradizionale approccio scientifico-medico.
3. La lezione di Canguilhem Vengono messi in evidenza alcuni degli strumenti di analisi che Foucault ha elaborato a partire dall’epistemologia ‘storica’ di Canguilhem, in particolare relativi ai concetti correlati di ‘normale’ e di ‘patologico’, in seno al pensiero scientifico.
4. La follia Viene brevemente presa in considerazione una delle opere più note di Foucault, “Storia della follia”, e si cerca di tracciare le coordinate teoriche che la caratterizzano, in quanto opera di passaggio, rispetto ai lavori precedenti e a quelli immediatamente successivi.
Seconda sintesi: Foucault 1961-1968
Lo sguardo che scruta oltre l'immediatamente visibile. Il corpo nella storia della medicina Questa seconda sintesi prende in considerazione le opere foucaultiane degli anni Sessanta, in cui l’influenza dello strutturalismo gioca un ruolo piuttosto rilevante, senza però mai diventare adesione totale. L’attenzione è stata concentrata sull’analisi del percorso che la medicina ha seguito nel processo di conoscenza del corpo umano, della malattia, della salute e della morte; sul concetto di episteme delle varie epoche storiche.
1. Saperi e discorsi Viene trattata l’analisi dei saperi e dei discorsi che, nella prospettiva foucaultiana, hanno la caratteristica di modificare e addirittura creare gli ‘oggetti’ che studiano, sprofondati come sono, al pari delle altre pratiche umane, nelle coordinate concettuali di una determinata epoca storica.
2. Dal segno alla funzione Il percorso di analisi foucaultiano parte dal periodo compreso tra ‘600 e ‘700 circa e analizza l’episteme che organizza l’intera struttura conoscitiva di questa epoca.
3. Dalla funzione al tessuto L'’epoca successiva è quella che prosegue fino all’Ottocento e fa riferimento alla nascita dell’anatomia patologica e alle forme e ai significati che il corpo assume in questa prospettiva.
4. L’Uomo, una creazione recente Un accenno al concetto di Uomo e Umanesimo, ne “Le parole e le cose”.
Terza sintesi: Foucault 1969-1979
Il potere: il corpo immerso nella disciplina In questa sintesi viene ripercorso il cammino di Foucault dalla fine degli anni Sessanta e la fine dei Settanta, quello al cui centro sta la complessa riflessione sul potere - e di qui sulla costituzione del soggetto moderno e della corporeità: come il meccanismo delle relazioni di potere forma e utilizza il corpo; come il soggetto viene continuamente attraversato e costruito dalla rete del potere.
1. Nietzsche e la genealogia Si tratta di un paragrafo introduttivo che mette in luce l’importante influenza esercitata su Foucault dalla lettura di Nietzsche, in particolare per quanto riguarda la concezione della genealogia come fondamentale strumento metodologico, del corpo, del soggetto.
2. La disciplina della punizione Dal supplizio alla prigione: la riflessione di Foucault sulle ‘istituzioni totali’ ha qui inizio con la genealogia dell’istituzione punitiva, il cui modello disciplinare si riproduce nelle altre principali istituzioni quali l’esercito, la scuola, l’ospedale, la fabbrica.
3. Il sapere e la norma Lo stretto rapporto che lega il sapere - la conoscenza - e il potere è uno dei punti caldi in cui si incentra la riflessione di Foucault. Viene qui ripreso ancora una volta Canguilhem, relativamente a quel dualismo tra normale e a-normale che regola le pratiche e i sistemi di pensiero delle società occidentali.
4. Devianza e resistenza Il concetto di ‘resistenza’ - resistenza all’ordine che il potere costituisce - si pone come principale correlato del potere, correlato ad esso opposto ma allo stesso tempo paradossalmente complementare.
5. Sesso e sessualità La sessualità viene rappresentata non come elemento naturale del patrimonio esistenziale dell’essere umano, ma come dispositivo storico delle società disciplinari, in aperta polemica con le correnti psicanalitiche di stampo marxista (Reich, Lacan, ecc).
Quarta sintesi: Foucault 1980-1984
La "svolta filosofica" dell'ultimo periodo: la scoperta dell’ethos L’ultima sintesi si propone di interpretare la fase finale del percorso foucaultiano - improvvisamente interrotto dalla morte - come una fondamentale svolta filosofica, contrariamente alle più frequenti interpretazioni della critica, che leggono questa fase in chiave sostanzialmente continuista. Foucault scopre qui una dimensione etica che non troviamo mai nei suoi precedenti lavori; inoltre vi è una reinterpretazione del soggetto, non più soltanto sottomesso e plasmato dal potere, ma attivamente consapevole e capace di auto-costruirsi. Vengono utilizzate, per questa parte, non tanto le opere sistematiche, quanto piuttosto un buon numero di interviste e conferenze risalenti a quegli stessi anni.
1. La genealogia del soggetto morale Il soggetto rimane anche in questa fase un qualcosa che si costruisce e non un substrato naturale impostato una volta per tutte; tuttavia esso assume ora caratteristiche positive: la capacità di autocostruirsi attraverso un complesso lavoro di perfezionamento di stessi, una paidéia fisica e spirituale, inaugurata da Socrate e chiamata cura di sé.
2. Sulla "morte dell’uomo" Ancora richiamandosi a Nietzsche, Foucault ipotizza la fine di quelle forme di soggettività - sottoposte all’incessante opera del potere - che hanno caratterizzato la nostra epoca a partire dal ‘700. E’ ora - dice Foucault - di esplorate nuove forme di soggettività. Emerge una prospettiva di libertà e di creatività del tutto nuova.
3. La filosofia e l’Aufklärung Foucault, in questi anni, rilegge Kant e l’Illuminismo secondo una nuova ottica, che inaugura la direzione e il compito che la filosofia riveste nell’epoca contemporanea: è la riflessione critica su se stessi e sul proprio presente storico.
▪ 1997 - Jacques-Yves Cousteau (Saint-André-de-Cubzac, 11 giugno 1910 – Parigi, 25 giugno 1997) è stato un esploratore, navigatore, militare e oceanografo francese.
Da giovane venne ammesso all'École Navale (Accademia Navale) di Brest e divenne un ufficiale cannoniere della Marina Militare Francese, il che gli diede l'opportunità di fare i suoi primi esperimenti subacquei. Nel 1936 sperimentò un modello di occhiale subacqueo, forse il progenitore delle moderne maschere.
Si sposò nel 1937 con Simone Melchior, prese parte alla seconda guerra mondiale come spia e durante il conflitto trovò il tempo di inventare assieme ad Emile Gagnan il primo tipo di equipaggiamento per lo Scuba diving, l'Aqua-lung, nel 1943. Il famoso erogatore monostadio Cousteau-Gagnan "Royal Mistral" diverrà negli anni a seguire il prezioso strumento che aprirà le porte del mondo sommerso a migliaia di appassionati.
Negli anni dopo la guerra, ancora ufficiale di marina, sviluppò delle tecniche per lo sminamento dei porti francesi e per l'esplorazione dei relitti.
Nominato presidente delle Campagne Oceanografiche Francesi, nel 1950 Cousteau ricevette dal milionario irlandese Thomas Loel Guinness M. P. in affitto, per il prezzo simbolico di un franco francese l'anno, un cacciamine costruito dalla Royal Navy inglese che Cousteau, ribattezzandolo "Calypso", ristrutturò e trasformò in nave da ricerca e base di supporto per missioni oceanografiche.
Con la Calypso, Cousteau esplorò le acque più interessanti del pianeta, compresi alcuni fiumi. Durante questi viaggi produsse molti libri e film, uno dei quali, Il mondo del silenzio, vinse il primo premio al Festival di Cannes nel 1956. Questi lavori furono di grande aiuto nel rendere popolare la biologia sottomarina.
Nel 1963, assieme a Jean de Wouters, Cousteau sviluppò una macchina fotografica subacquea chiamata "Calypso-Phot", che venne in seguito brevettata dalla Nikon diventando la "Calypso-Nikkor" e quindi la "Nikonos".
Assieme a Jean Mollard creò l'SP-350, un sottomarino biposto che poteva raggiungere una profondità di 350 m sotto la superficie dell'oceano. I test del mezzo ebbero successo e vennero proseguiti nel 1965 con due veicoli che raggiunsero la profondità di 500 m.
Cousteau divenne direttore del Museo Oceanografico di Monaco, creò un Gruppo di Ricerca Sottomarina a Tolone, fu il capo del Conshelf Saturation Dive Program (esperimenti di immersione a lunga durata, le prime colonie sottomarine abitate) e fu uno dei pochi stranieri ad essere ammesso nella National Academy of Sciences.
Nel 1959 per il grande prestigio che aveva in campo subacqueo e scientifico, fu coinvolto nella fondazione e nominato presidente della CMAS (Confederation Mondiale des Activitè Sous Marine), che in realtà aveva come scopo principale quello di organizzare gare di pesca subacquea a livello internazionale, contrariamente a come Cousteau stesso voleva che fosse e cioè più un organismo per la diffusione della subacquea e della ricerca in campo marino. Tale argomento assunse sempre i toni della polemica e venne sempre messo in discussione tanto che infine Cousteau chiese che tale attività venisse bandita dallo statuto e che non fosse più praticata a livello agonistico. Per i grandi interessi di molti questo non venne mai accettato dalla maggioranza del consiglio nelle varie animate riunioni, caratterizzate sempre da toni aspri e fortemente polemici, tanto che nel 1973 Cousteau rassegnò le dimissioni e non volle più avere niente a che fare con la CMAS.
Negli anni sessanta la popolarità di Cousteau era sempre più in crescita a livello internazionale e nel mondo scientifico.
Nell'ottobre 1960, un grosso quantitativo di scorie radioattive dell'EURATOM stava per essere scaricato in mare. Le Commandant organizzò una campagna pubblica che ottenne ampio supporto popolare. Il treno che trasportava le scorie venne bloccato da donne e bambini seduti sulle rotaie, e rispedito indietro. Il rischio di contaminazione radioattiva venne così evitato.
A Monaco, nel novembre seguente, una visita ufficiale del presidente francese Charles De Gaulle si tramutò in un dibattito sugli eventi dell'ottobre 1960 e sugli esperimenti nucleari in generale. L'ambasciatore francese aveva già suggerito che il Principe Ranieri evitasse l'argomento, ma il presidente (a quanto pare) chiese a Cousteau, in tono amichevole, di essere gentile nei confronti dei ricercatori nucleari e Le Commandant (sempre a quanto pare) replicò: "No signore, sono i suoi ricercatori che devono essere gentili nei nostri confronti". Durante questa discussione Cousteau scoprì che il motivo degli esperimenti e delle ricerche francesi era dato dal rifiuto da parte degli americani di condividere i loro segreti nucleari con gli alleati.
Nel 1974 Cousteau creò la Cousteau Society per la protezione della vita oceanica, che oggi conta più di 300.000 membri.
Nel 1977, assieme a Peter Scott, ricevette il premio internazionale per l'ambiente dell'ONU, e pochi anni dopo anche l'American Liberty Medal da Jimmy Carter, allora presidente degli Stati Uniti.
Ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà, tra le più prestigiose onorificenze statunitensi, il 23 maggio 1985 dal Presidente Reagan.
Nel 1992 venne invitato a Rio de Janeiro, per la conferenza mondiale sull'ambiente e lo sviluppo, organizzata dall'ONU, divenendo un consulente regolare dell'ONU e della Banca Mondiale.
Nello stesso anno divenne Presidente del Consiglio per i Diritti delle Generazioni Future.
Jacques Cousteau morì il 25 giugno 1997 ed è sepolto nella cappella di famiglia al cimitero di Saint-André-de-Cubzac, in Francia.
Eredità
Cousteau amava definirsi un "tecnico oceanografico". Egli fu in realtà un sofisticato amante della natura, specialmente di quella marina. Il suo lavoro permise a persone di tutti i continenti di visitare la vita che sta sotto la superficie oceanica ed esplorare attraverso la televisione le risorse del "continente blu".
I lavori prodotti da Cousteau hanno anche creato un nuovo tipo di comunicazione scientifica che gli causò qualche critica da parte degli accademici tradizionali. Il cosiddetto divulgazionismo, una forma semplice e comprensibile di condivisione dei concetti scientifici, venne ben presto utilizzato anche per altre discipline e divenne una delle caratteristiche più apprezzate delle moderne trasmissioni televisive. L'informazione documentaristica trovò nelle parole di Cousteau un semplice schema da seguire.
Oggi la figura di Cousteau è ammirata e benvoluta in tutto il mondo, grazie ai molti che amano il mare, e viene considerata con una sorta di devozione, in quanto simbolica dell'avventura, della natura e dell'esplorazione.
La Carta dei Diritti delle Generazioni Future è stata proposta da Jacques-Yves Cousteau e dalla sua équipe in collaborazione con l'UNESCO e da questa approvata nel 1991; ha raccolto, attualmente, adesioni in più di 100 Paesi.
* 1998 - Matoub Lounès in tifinagh (Taourirt n Moussa, 24 gennaio 1956 – Oued Aissi, 25 giugno 1998) è stato un cantante, poeta e rivoluzionario algerino di linguamadre berbera.
La vita di Lounès Matoub è sempre stata piuttosto turbolenta (ha scritto un'autobiografia dall'eloquente titolo Il ribelle) e fin dagli anni di scuola è stato coinvolto in risse violente, finendo anche in prigione. Il suo amore per la musica, coltivato fin da ragazzo, diventa professionale dopo il 1978, quando si reca a Parigi dove conosce Idir, Slimane Azem e H'nifa. Raggiunto a Parigi dagli echi della "Primavera berbera" (Tafsut Imazighen) del 1980, decide di impegnarsi totalmente per la causa della sua lingua e della sua cultura.
Personaggio "scomodo" per il potere algerino, la sua personalità poco propensa ai compromessi lo ha portato a più riprese a scontrarsi sia col potere costituito sia con i terroristi islamici, che nel 1994 lo rapirono, rilasciandolo dopo 15 giorni per l'impressionante reazione suscitata in tutta la Cabilia dallo sdegno per questa azione. La sua fine violenta era però solo rimandata, perché pochi anni dopo, nel 1998, venne assassinato da un commando armato nei pressi del suo villaggio.
Nelle sue canzoni egli ha sempre difeso la propria lingua, messa al bando dalla costituzione e da ogni istanza ufficiale algerina. Le armi di Matub erano le parole, che egli dominava con rara maestria, contribuendo ad elevare il proprio idioma da gergo reietto e disprezzato a lingua di una cultura moderna e viva. Per questo egli è indubbiamente da considerare uno degli esponenti di spicco della cultura berbera contemporanea.
Frasi celebre di Matoub
"Tamazight assa askka tla tla" (Tamazight oggi domani c'è c'è).
"Dobbiamo imparare a distinguere due cose, la morte e la vita, che sono due cose belle. Preferirei morire per le mie idee come l'età stanchezza o vecchio".
"Colui che non sa niente è uno sciocco, ma chi sa e chi non fa nulla è un criminale".
Opinioni politiche di Matoub
Matoub Lounès ha parlato a favore di federalismo, laicità, democrazia, la libertà di parola, il riconoscimento della lingua berbera come lingua nazionale e ufficiale e la decentralizzazione delle scuole pubbliche.
* 2005 - Manolis Anagnostakis (Salonicco, 10 marzo 1925 – Atene, 25 giugno 2005) è stato un poeta greco e un critico di primo piano dei movimenti poetici marxisti e esistenzialisti comparsi durante e dopo la guerra civile greca verso la fine degli anni 1940.
Anagnostakis fu un punto di riferimento per i suoi contemporanei e influenzò la generazione di poeti immediatamente successivi a lui. Le sue poesie ottennero numerosi riconoscimenti nei premi letterari nazionali greci e furono messe in musica e cantate da musicisti dell'epoca.
Anagnostakis nacque a Salonicco e fece studi di medicina, specializzandosi in radiologia. Durante il caotico 1944, Anagnostakis fu redattore capo di "Xekinema" (It. "L'inizio" ), una rivista studentesca. Il primo libro di poesie di Anagnostakis, Epoches ("Stagioni") fu pubblicato nel 1945, in un momento, secondo Ramp, in cui il "sogno marxista del poeta l'aveva già deluso".
Le sue simpatie di sinistra lo avevano spinto ad arruolarsi nella Resistenza, scelta che in seguito gli valse la condanna a morte durante la Guerra Civile. Arrestato per il suo coinvolgimento con il Movimento Studentesco all'Università di Salonicco nel 1948, Anagnostakis scontò molti anni ad Eptapyrgion, una prigione statale. Il suo secondo libro, Epoches 2, fu pubblicato dopo che era stato imprigionato, nel 1948. Lanno successivo Anagnostakis fu anche espulso dal Partito Comunista Greco e processato in tribunale. [2] Fu condannato a morte, ma la condanna non venne eseguita sopravvisse al regime. Sulla sua scarcerazione, avvenuta nel 1951, pubblicò l'ultimo libro del ciclo Epoches.
Anagnostakis cominciò un nuovo ciclo di opere con Synecheia ("La continuazione") del 1954, e con il seguito del 1955. Una selezione di sue opere fu pubblicata l'anno dopo. Il poeta trascorse il biennio 1955-56 a Vienna, per continuare gli studi di radiologia, per poi tornare in Grecia. Nel periodo tra il 1959 e il 1961 fu redattore di "Criticism" e nel 1962 terminò il ciclo di Synecheia. Nonostante non pubblicasse più nessun lavoro di grande rilevanza, fino a Ta piimata 1941-1971 (Le poesie 1941-1971) del 1971, continuò a lavorare presso giornali e riviste.
Anche se la raccolta del 1971 di Anagnostakis fu l'ultima sua opera di una certa rilevanza, i suoi versi filo-esistenzialisti lasciarono il loro segno slla successiva generazione di poeti greci. Questa influenza si deve in parte al fatto che le sue poesie erano state messe in musica da Mikis Theodorakis, come parte del suo ciclo Ballate, scritto durante la Dittatura dei colonnelli, durata sette anni. Queste Ballate sono state eseguite tra molti altri dalla cantante Margarita Zorbala (che le incise nel suo album di debutto nel 1975). Anagnostakis trasferì la propria attività e la propria famiglia ad Atene nel 1978. Nel 1983, Lakis Papastathis produsse un film di 52 minuti, Manolis Anagnostakis, sulla vita del poeta, per la serie tv greca Paraskenio. Due volumi di Anagnostakis, un'altra raccolta e O piitis Manussos Fassis, (Il poeta Manussos Fassis) furono pubblicati nei quattro anni successivi.
Anagnostakis morì ad Atene il 25 giugno del 2005
Stile e contenuto poetico
La poesia di Anagnostakis è stata descritta come "essenziale". I suoi primi lavori potrebbero essere paragonati per numero di versi a quella di Cavafy, ma contengono versi di una sola parola e anche paragrafi costituiti da un singolo verso. Un'altra caratteristica delle sue prime poesie è il suo "tono diretto e colloquiale", che alcune volte ha una struttura epistolare, e in altre culmina in un diretto consiglio al lettore. Il suo stile, insieme alla semplice e diretta descrizione di un mondo ostile fu imitato da altri poeti di sinistra della sua generazione.
Beaton nota anche "una profonda sfiducia nell'unico mezzo del poeta, che è comune in quasi tutta la poesia della sua generazione", come, per esempio, nella poesia, Ora lui è un semplice spettatore. Inusuale tra i poeti contemporanei è anche l'uso che Anagnostakis fa del linguaggio simbolico cristiano nella sua poesia e, fatto insolito tra tutti i poeti greci in generale, la mancanza di romanticizzazione del mare.
Nella serie di opere Synecheia, scritte tra la Guerra Civile e il regime dei Colonnelli, osserva Vangelis Hadjivassiliou, Anagnostakis estende questa ambivalenza anche alla sua visione politica. Anagnostakis dice sia che "... la Guerra non è ancora finita. / Perché nessuna guerra finisce mai!" ma anche che lui sta "Ridendo all'abbondanza di armature/ che d'improvviso s'infiltra nelle tue file/ sconvolgendo i solidi schieramenti".
Le poesie della raccolta O stochos sono state scritte durante il Regime dei Colonnelli. Quest'opera contiene poesie che differiscono dalle precedenti caratterizzazioni di Anagnostakis come ambivalente e deciso. Il libro contiene una difesa della poesia ("Poetica") e una risposta beffarda all'opera di Cavafy "Giovani uomini di Sidone (A.D. 400)", intitolata "Giovani uomini di Sidone, 1970", che difende la leggerezza contro la pretesa di serietà dal "giovane vivace" di Cavafy.
Le poesie successive al 1971 furono, in qualche caso, ancora più concise di quelle delle Epoches, consistendo spesso solo in degli epigrammi. Caratterizzare la poesia di Anagnostakis all'interno di un movimento è stato piuttosto impegnativo per i critici. Hadjivassiliou evidenzia il periodo delle Continuazioni come "totalmente politico". Nassos Vagenas, invece, divide la poesia greca postbellica in marxista, esistenzialista, e surrealista, mettendo Anagnostakis tra gli esistenzialisti. Ramp suggerisce che lo scarso successo del poeta al di fuori della Grecia può essere attribuito al fatto che la poesia di Anagnostakis è impegnata politicamente, ma è d'accordo sul fatto che in essa non vi sia influenza surrealista.
▪ 2009 - Michael Joseph Jackson (Gary, 29 agosto 1958 – Los Angeles, 25 giugno 2009) è stato un cantautore, ballerino,coreografo, produttore discografico, attore, sceneggiatore e imprenditore statunitense. Il suo contributo alla musica e alla danza, accompagnato da una vita privata molto particolare, ha fatto di lui una figura di spicco nella cultura popolare per quasi mezzo secolo.