Il calendario del 24 Maggio

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 1430 - Giovanna D'Arco viene catturata dai Borgognoni

▪ 1487 - L'impostore Lambert Simnel viene incoronato come "Re Edoardo VI" a Dublino

▪ 1689 - L'Atto di tolleranza che protegge i Protestanti, viene passato dal Parlamento inglese (i Cattolici Romani vengono esclusi intenzionalmente)

▪ 1738 - Viene fondata la Chiesa Metodista

▪ 1787 - La Convenzione Costituzionale degli Stati Uniti si riunisce dopo che un quorum di delegati giunge a Filadelfia, Pennsylvania

▪ 1798 - I nazionalisti irlandesi si ribellano contro l'occupazione britannica, credendo che truppe francesi si apprestassero a invadere l'Irlanda

▪ 1810 - L'Argentina inizia la sua rivolta contro la Spagna

▪ 1822 - Battaglia di Pichincha: Simón Bolívar assicura l'indipendenza di Quito

▪ 1829 - Il Papa Pio VIII pubblica la Lettera Enciclica Traditi humilitati, sulla condanna delle nuove concezioni filosofiche che propugnano l'indifferentismo, delle nuove traduzioni della Bibbia, prive del placet della Chiesa, delle società segrete, della diffusione di libri funesti, sulla difesa del sacro vincolo del matrimonio

▪ 1844 - Viene inviato il primo messaggio telegrafico in codice Morse: 'What hath God wrought!'

▪ 1846 - Guerra Messicano-Americana: Il Generale Zachary Taylor cattura Monterrey

▪ 1883 - Il ponte di Brooklyn viene aperto al traffico dopo 14 anni di costruzione

▪ 1895 - A Londra il commediografo omosessuale Oscar Wilde viene trovato colpevole di reati contro la morale e condannato al carcere

▪ 1900 - Guerra Boera: Il Regno Unito si annette lo Stato Libero di Orange

▪ 1915 - L'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria ed entra così nella Prima Guerra Mondiale. All'evento è dedicata la Canzone del Piave.

▪ 1935 - Babe Ruth colpisce il 714° e ultimo fuoricampo della sua carriera

▪ 1940 - Igor Sikorsky compie con successo il primo volo di un elicottero a rotore singolo

▪ 1941 - seconda guerra mondiale:
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  1. Al largo di Siracusa il sommergibile britannico HMS Upholder affonda con due siluri la nave italiana Conte Rosso: 2300 morti.
  2. - Nel Nord Atlantico, la nave da battaglia tedesca Bismarck affonda la HMS Hood nella Battaglia dello Stretto di Danimarca, uccidendo tutto l'equipaggio meno tre uomini di quella che era l'orgoglio della Royal Navy

▪ 1943 - Olocausto: Josef Mengele diventa capo ufficiale medico del campo di concentramento di Auschwitz

▪ 1962 - Scott Carpenter orbita tre volte attorno alla Terra, a bordo della capsula spaziale Aurora 7

▪ 1968
  1. - Alcuni studenti danno fuoco alla Borsa di Parigi.
  2. - Viene inaugurato il Gateway Arch, di Saint Louis (Missouri)

▪ 1976 - Washington: il Concorde entra in servizio

▪ 1980 - La Corte Internazionale di Giustizia chiede il rilascio degli ostaggi dell'ambasciata statunitense di Tehran

▪ 1993
  1. - L'Eritrea ottiene l'indipendenza dall'Etiopia.
  2. - La Microsoft rilascia Windows NT

▪ 2000 - A Parigi si tiene il Congresso del Millennio dei matematici, durante il quale vennero proposti 7 problemi per il millennio, ad imitazione dei 23 problemi di Hilbert

▪ 2001 - Alpinismo: lo sherpa quindicenne Temba Tsheri diventa la persona più giovane ad aver scalato l'Everest

▪ 2002 - Viene pubblicato su Science un articolo sul primo nuovo ordine di insetti descritto dal 1914, Mantophasmatodea

Anniversari

▪ 1543 - Niccolò Copernico (latino: Nicolaus Copernicus; polacco: Mikołaj Kopernik; Toruń, 19 febbraio 1473 – Frombork, 24 maggio 1543) è stato un astronomo polacco famoso per aver portato all'affermazione la teoria eliocentrica, contribuendo così alla Rivoluzione astronomica.
Fu anche un canonico, un giurista, un governatore, un astrologo ed un medico. Un dibattito storico-geografico, oggi considerato poco serio, si tradusse in un'aspra contesa circa la sua nazionalità. Copernico è in genere considerato un polacco discendente da una famiglia di origini tedesche.
La sua teoria - che propone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti componenti il sistema solare - riprende quella greca di Aristarco di Samo dell'eliocentrismo, la teoria opposta al geocentrismo, che voleva invece la Terra al centro del sistema. Merito suo non è dunque l'idea, già espressa dai greci, ma la sua rigorosa dimostrazione tramite procedimenti di carattere matematico.

Il sistema eliostatico
Il nucleo centrale della teoria di Copernico, l'essere il Sole al centro delle orbite degli altri pianeti, e non la Terra, fu pubblicato nel libro De revolutionibus orbium coelestium (Delle rivoluzioni dei corpi celesti) l'anno della sua morte. Il libro è il punto di partenza di una conversione dottrinale dal sistema geocentrico a quello eliocentrico e contiene gli elementi più salienti della teoria astronomica dei nostri tempi, comprese una corretta definizione dell'ordine dei pianeti, della rivoluzione quotidiana della Terra intorno al proprio asse, della precessione degli equinozi.
La teoria di Copernico non era però senza difetti, o almeno senza punti che in seguito si sarebbero rivelati fallaci, come per esempio l'indicazione di orbite circolari, anziché ellittiche - come oggi sappiamo - dei pianeti e degli epicicli. Questi errori rendevano i risultati concreti degli studi, come per esempio le previsioni delle effemeridi, non più precise di quanto non fosse già possibile ottenere col sistema Tolemaico.
La teoria impressionò grandi scienziati come Galileo e Keplero, che sul suo modello svilupparono correzioni ed estensioni della teoria. Fu l'osservazione galileiana delle fasi di Venere a fornire il primo riscontro scientifico delle intuizioni copernicane.

Il sistema copernicano può sintetizzarsi in sette assunti, così come dal medesimo autore enunciati in un compendio del De rivolutionibus ritrovato e pubblicato nel 1878. Steso tra il 1507 e il 1512, nel De hypothesibus motuum coelestium commentariolus, Copernico presentò le 7 petitiones che dovevano dare vita ad una nuova astronomia:
▪ Non vi è un unico punto centro delle orbite celesti e delle sfere celesti;
▪ Il centro della Terra non è il centro dell'Universo, ma solo il centro della massa terrestre;
▪ Tutti i pianeti si muovono lungo orbite il cui centro è il Sole. Il centro dell'orbita terrestre è il centro dell'Universo (il nostro sistema solare);
▪ La distanza fra la Terra ed il Sole, paragonata alla distanza fra la Terra e le stelle del Firmamento, è infinitamente piccola;
▪ Il movimento del Sole durante il giorno è solo apparente, e rappresenta l'effetto di una rotazione che la Terra compie intorno al proprio asse durante le 24 ore, rotazione sempre parallela a sé stessa;
▪ La Terra (insieme alla Luna, ed esattamente come gli altri pianeti) si muove intorno al Sole ed i movimenti che questo sembra compiere (durante il giorno e nelle diverse stagioni dell'anno, attraverso lo Zodiaco) altro non sono che l'effetto del reale movimento della Terra;
▪ I movimenti della Terra e degli altri pianeti intorno al Sole possono spiegare le stazioni, le stagioni e le altre particolarità dei movimenti planetari.

Queste asserzioni rappresentavano l'esatto opposto di quanto affermava la teoria geocentrica, allora comunemente accettata. Esse mettevano quindi in discussione tutto il sistema di pensiero allora prevalente in filosofia e religione.
Copernico fu molto attento a non assumere atteggiamenti rivoluzionari, né con la sua condotta di vita, né nelle sue opere. Da buon umanista, ricercò nei testi dei filosofi antichi un nuovo metodo di calcolo per risolvere le incertezze degli astronomi.
Egli costruì una nuova cosmologia partendo dagli stessi dati dell'astronomia tolemaica e rimanendo ancorato ad alcune tesi fondamentali dell'aristotelismo: 1) perfetta sfericità e perfetta finitezza dell'Universo; 2) immobilità del Sole data dalla sua natura divina; 3) centralità del Sole dovuta a migliore posizione da cui "può illuminare ogni cosa simultaneamente" (Copernico)
La presunta maggiore semplicità ed armonia del sistema (argomenti con cui Copernico ed il discepolo Georg Joachim Rheticus difendevano la visione copernicana) era però più apparente che reale: per non contraddire le osservazioni, Copernico fu costretto a non far coincidere il centro dell'Universo con il Sole, ma con il centro dell'orbita terrestre; dovette reintrodurre epicicli ed eccentrici, come Tolomeo; dovette attribuire alla Terra un terzo moto di declinazione, oltre a quello di rivoluzione attorno al sole e di rotazione attorno al proprio asse (declinationis motus), per rendere conto della invariabilità dell'asse terrestre rispetto alla sfera delle stelle fisse.
Copernico sostituiva Tolomeo e migliorava l'Almagesto sul piano dei calcoli, ricorrendo ad una raffinata matematica pitagorica e conservando il presupposto metafisico della perfetta circolarità dei moti celesti. Non c'è traccia in Copernico di molti degli elementi a fondamento della "rivoluzione astronomica" (eliminazione di epicicli, eccentrici e delle sfere solide, infinità dell'universo), ma il De revolutionibus, pur non presentandosi come un testo rivoluzionario, aprì questioni che fecero franare l'intero sistema tolemaico, a causa del suo instabile equilibrio.

▪ 1871
- Georges Darboy (Fayl-Billot, 16 dicembre 1813 – Parigi, 24 maggio 1871) è stato un arcivescovo cattolico francese.
Ordinato sacerdote nel 1836, fu per breve tempo vicario di Notre-Dame a Saint-Dizier e professore al seminario maggiore di Langres; nel 1845 raggiunse monsignor Affre a Parigi; dapprima sacerdote ausiliario nella Casa dei Carmelitani ed elemosiniere del Liceo Enrico IV, fu presto promosso canonico alla Cattedrale di Notre-Dame, a vicario generale e arcidiacono di Saint-Denis, prima di essere nominato protonotario apostolico. Repubblicano convinto, Darboy accolse con entusiasmo la Seconda Repubblica nel 1848. Nel 1859 fu eletto vescovo di Nancy, grazie all’appoggio degli ambienti gallicani, dove, durante i tre anni in cui ebbe la responsabilità della diocesi, s'interessò specialmente alle questioni dell'istruzione, istituì la scuola San Leopoldo, ampliò il seminario maggiore e scrisse (1862) la sua celebre lettera Sulla necessità dello studio.
Trasferito per un decreto imperiale del 10 gennaio 1863 all'arcidiocesi di Parigi, vacante per la morte del cardinal Morlot, consacrò quello stesso anno la Cattedrale di Notre-Dame, completamente restaurata, e fu insignito dei titoli di Grande Elemosiniere, di Senatore e di Consigliere imperiale. La politica romana di Napoleone III (di cui fu il Grande Elemosiniere e che sostenne con fermezza contro l'ostilità di gran parte dell'opinione cattolica e del clero sensibile alle tesi ultramontane), lo condusse al Senato nel 1864.
Benché gli mancassero l'indipendenza di monsignor Affre, la competenza amministrativa di monsignor Sibour e l'affabilità del cardinal Morlot, Darboy fu un prelato istruito, coscienzioso e rispettato. Con l'aiuto di uomini quali Buquet, Isoard, Langénieux, Meignan e Foulon, donò nuovo impulso all'amministrazione che era stata un poco trascurata nella sua vecchiaia del suo predecessore.
Allorché il clero francese passava sempre più dala parte dell'ultramontanismo, Darboy restò uno degli ultimi gallicani, il che gli impedì di ricevere la berretta cardinalizia e gli fruttò anzi una reprimenda da parte del Papa contenuta in una lettera privata pubblicata per errore. Gli si rimproverava di mostrarsi più ossequioso del dovuto alle voci imperiali e di adottare contro le esenzioni dei religiosi un'attitudine che la Santa Sede (1869) lo costrinse ad abbandonare. Fu la ragione principale che lo indusse, durante il Concilio Vaticano I a schierarsi con la minoranza che considerava inopportuna la definizione del dogma dell'infallibilità papale. Le sue motivazioni erano di natura più politica che teologica. Darboy fu tra coloro che pensarono a un intervento diplomatico per mettere fine a queste difficoltà. Lasciò Roma prima del voto finale del 18 luglio 1870 esprimendo dichiarazioni che ritratterà qualche mesee dopo la definizione del dogma, che finirà per sottoscrivere.
Durante l'assedio di Parigi Darboy si comportò da vero pastore e guadagnò l'ammirazione di tutti. Arrestato il 4 aprile 1871, per ordine della Comune di Parigi e incarcerato nella prigione di Mazas, tutti gli sforzi dei suoi amici non riuscirono a salvarlo, perché il governo di Versailles aveva rifiutato tutte le trattative della Comune, in particolare lo scambio con Blanqui. Fu fucilato come ostaggio durante la Settimana di sangue, il 24 maggio, alla Roquette e morì benedicendo i suoi assassini. Dopo la Comune, i funerali di stato furono celebrati per lui e per gli altri ostaggi.
La cella della sua detenzione e il muro dove fu fucilato sono conservati dall'inizio del XX secolo nella cripta della grande cappella del seminario di San Sulpizio d'Issy-les-Moulineaux.
Darboy fu l'autore delle opere seguenti:
▪ Œuvres de saint Denys l'Aréopagite, tradotte dal greco (Parigi, 1845);
▪ Les femmes de la Bible (Parigi, 1846-1849);
▪ Les saintes femmes (Parigi, 1850);
▪ Lettres à Combalot (Parigi, 1851);
▪ Jérusalem et la Terre Sainte (Parigi, 1852);
▪ L'imitation de Jésus-Christ, traduction nouvelle (Parigi, 1852);
▪ Statistique religieuse du diocèse de Paris (Parigi, 1856);
▪ Saint Thomas Becket (Parigi, 1858).
▪ Collaborò come corrispondente (1847-1855) e fu per un anno (1850) direttore del Moniteur Catholique.

- Raoul Rigault (Parigi, 1846 – Parigi, 24 maggio 1871) è stato un rivoluzionario francese, personaggio della Comune di Parigi del 1871.
Figlio di un consigliere della prefettura della Senna, Raoul Rigault, frequentò il Politecnico, ma verso il 1865 cominciò a interessarsi più ai movimenti progressisti che agli studi.
La sua ambizione è di collegamento tra i lavoratori e gli studenti. Il giovane collaborò in diversi giornali repubblicani nel 1868. Il lancio del suo giornale ateo Le Démocrite gli valse tre mesi di carcere. Trascorrerà una dozzina di soggiorni in prigione fino al 1870, sempre per ragioni politiche.
Durante la rivoluzione del 4 settembre 1870 e la proclamazione della Repubblica, diventò commissario capo della polizia politica. Partecipò alle rivolte del 31 ottobre 1870 e del 22 gennaio 1871 contro il governo di difesa nazionale. Dopo l'inizio della rivolta comunarda, il 20 marzo venne nominato a capo della prefettura di polizia. Il 26 marzo venne eletto al Consiglio del Comune del settimo arrondissement di Parigi. Il 29 marzo fu nominato a capo della Commissione generale di sicurezza, ove si rese responsabile dell'arresto di ostaggi, tra i quali Georges Darboy, arcivescovo di Parigi, e di numerose incursioni nelle chiese della capitale. Il suo attivismo, in particolare contro le religiose di Parigi, gli valse l'allontanamento dal quartier generale della polizia il 26 aprile, quando fu nominato procuratore del Comune. Votò a favore della costituzione del comitato di salute pubblica.
Durante la Settimana sanguinosa, il 24 maggio, combatté, in gran uniforme, al Quartiere Latino. Venne ucciso a distanza ravvicinata da un funzionario di Versailles che lo prese per un funzionario Communardo. Dei soldati spogliarono il suo corpo dagli oggetti di valori e dei passanti lo oltraggiarono.

▪ 1974 - Edward Kennedy "Duke" Ellington (Washington, 29 aprile 1899 – New York, 24 maggio 1974) è stato un direttore d'orchestra, pianista e compositore statunitense. È stato fondamentale compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore della storia del jazz e uno dei grandi compositori americani del Novecento, oltre ad essere stato un originale pianista.

▪ 2002 - Umberto Bindi (Bogliasco, 12 maggio 1932 – Roma, 24 maggio 2002) è stato un cantautore italiano.
Nato a Bogliasco, vicino a Genova il 12 maggio 1932, insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Fabrizio De André e Luigi Tenco è uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.
Bindi in particolare è quello meglio preparato musicalmente, e la sua propensione per una melodia elegante e per arrangiamenti sontuosi lo avvicinano ai cantanti da classifica. Le sue migliori composizioni hanno i testi di un concittadino, il paroliere Giorgio Calabrese.
Con lui dà vita ad Arrivederci (1959), alla toccante Il nostro concerto (1960), in cui mette a frutto i suoi studi in una magnifica introduzione strumentale lunga più di 70 secondi, alla splendida Vento di mare, piena del mare della Liguria, e a Non mi dire chi sei (Festival di Sanremo 1961). Con l'amico Gino Paoli scrive Il mio mondo, Un ricordo d'amore e L'amore è come un bimbo. Con Franco Califano e Nisa scrive La musica è finita (1967) per Ornella Vanoni, e quindi Per vivere (1968) per Iva Zanicchi.
Col tempo incontra sempre maggiori difficoltà nell'ambiente musicale, in parte per la scarsa richiesta di compositori dotati del suo tocco raffinato, ma soprattutto a causa della discriminazione dovuta alla sua omosessualità. Come raccontò egli stesso al Sanremo del 1996 i suoi problemi cominciarono su quello stesso palco, nel 1961, quando i giornali parlarono non della bellissima melodia che aveva scritto ma dell'anello che portava al dito. Attiva la collaborazione con Alberto Testa,tra le canzoni composte insieme Basta una volta e Riviera.
Nel 1972 pubblica per la Durium il LP Con il passare del tempo, con arrangiamenti di Bill Conti. La prima canzone dell'album, Io e la musica, con testo di Bruno Lauzi, è una canzone autobiografica, in cui parla della musica che ha alleviato i suoi dolori. In essa torna il tema de Il nostro concerto.
Nel 1973 l’amico e paroliere Giorgio Calabrese scrive per lui un programma in onda sul secondo canale della Rai, intitolato come l’ultimo suo LP che va a presentare, Con il passare del tempo. In questo programma, della durata di 38 minuti, Bindi conversa con lo stesso Calabrese parlando del suo carattere "non proprio popolaresco", dicendo che neppure il night club gli è congeniale; parla di come ha affrontato il passare del tempo, e dice che il suo discorso in musica non è finito, e vuole che lo lascino parlare e soprattutto che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare. La conversazione è pretesto per eseguire alcuni dei brani contenuti nel disco.
Nell'estate del 1974 trascorre alcuni giorni a Baia Domizia, dove c'è anche l'amico Lucio Dalla (Fonte: "Umberto Bindi. È stato solo un arrivederci" di Ernesto Bassignano e Marco Ranaldi, Pieraldo Editore - Roma, 1996, collana "Quaderni i maestri della musica")
Nel 1975 la sua vita è sconvolta dalla tragica e controversa morte dell'amatissima madre, uccisa da un colpo di fucile sparato accidentalmente da un conoscente, mentre Bindi era fuori per lavoro, nella villa affittata sei mesi prima a Rocca di Papa (Roma).
Bindi partecipa nel 1976 al programma della Rai Adesso musica per presentare il suo nuovo LP Io e il mare, che contiene ben quattro brani strumentali. Gli arrangiamenti, raffinati e pieni di trovate originali, sono del chitarrista Bruno Battisti D'Amario. Lì ribadisce di non essere un cantante, ma un compositore che scrive canzoni, e afferma che i brani strumentali del disco forse sono più importanti delle canzoni; suona al piano una parte del brano strumentale L’alba sovrapponendosi al brano del disco. Quindi esegue Io e il mare (testo di Bruno Lauzi) al pianoforte, su base musicale.
Nel 1982 viene pubblicato l'album D'ora in poi: il poeta Sergio Bardotti scrive i testi dell'album, lo realizza e lo produce.
Nel 1985 Alfredo Rossi, che negli anni '60 non gli aveva dato fiducia, realizza uno dei primi omaggi discografici dedicati ad un artista ancora vivente: nasce così l'album Bindi, nel quale Bindi canta insieme a Loredana Bertè, Antonella Ruggiero dei Matia Bazar, Anna Identici, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Celeste, Sonia Braga e il Gruppo Vocale Kappy Y Nerey.
Degna di nota la partecipazione, insieme con Gino Paoli, al programma Rai Cantautori e… condotto da Bruno Lauzi nel 1986: il tema della puntata, in cui Bindi esegue Riviera, e Io e il mare, è appunto il mare.
Nel 1988 rivela in lacrime e con imbarazzo al Maurizio Costanzo Show la sua omosessualità che fu determinante per la sua emarginazione negli anni ’60.
Nel 1989 partecipa al programma televisivo Una rotonda sul mare condotta da Red Ronnie, dove vince il duello contro lo sfidante Gian Pieretti interpretando al pianoforte, con un raffinato e nuovo arrangiamento, Arrivederci.
Incontra nel 1990 al festival di Recanati il cantautore Ernesto Bassignano, con cui scrive nuove canzoni.
Nel novembre 1993 con l'amico Bruno Martino, autore con lui negli anni Sessanta della canzone Storia al mare, al teatro Flaiano in Roma tiene venti serate di uno spettacolo chiamato "Due vite e un pianoforte", con la regia di Walter Manfrè. Viene realizzato un cd, in vendita solo al teatro durante i concerti, dal significativo titolo di Il 'nostro' concerto.
Incontra Renato Zero che ascolta le tante musiche che Bindi aveva nel cassetto e decide di produrre un disco. Bindi partecipa così a Sanremo 1996 con la canzone Letti con i New Trolls, pubblicando il CD Di coraggio non si muore. Sempre in quell'anno esce l'antologia Il mio mondo, incentrata sempre e solo sui brani degli anni Sessanta.
Nel 2000 BMG Ricordi e Ricordi pubblicano Umberto Bindi, un doppio CD della serie "Flashback: I grandi successi originali". L'album, inizialmente venduto solo nei cataloghi per corrispondenza, dopo la scomparsa del musicista appare anche nei negozi musicali. Anche questo CD contiene solo la prima produzione del compositore.
A causa di annosi problemi col fisco vive gli ultimi due anni della sua vita in povertà; ad aggravare la situazione ci sono i problemi di salute: «Da due anni ho un rene fuori uso, quattro by pass, un'angioplastica, il fegato che non funziona con un principio di cirrosi. Ma il vero guaio è una debolezza terribile e quell'acqua che mi si forma dappertutto e che mi devono togliere con la siringa», confesserà al Corriere della Sera. Gino Paoli nell'aprile 2002 lancia su Il Messaggero un appello perché a Bindi siano concessi i benefici della legge Bacchelli a sostegno degli artisti. L'appello incontra il favore di molti. Il vitalizio sarà in effetti prontamente concesso, ma ormai troppo tardi: poco più di un mese dopo, la sera del 23 maggio 2002, muore nell'ospedale Spallanzani di Roma.

▪ 2005 - Vincenzo Paladino (Scilla, 20 maggio 1924 – Reggio Calabria, 24 maggio 2005) è stato un docente, critico letterario e saggista italiano, è considerato uno dei maggiori critici dell'opera di Corrado Alvaro.
Ha ricoperto l'incarico di ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Messina ed ha collaborato con importanti testate nazionali e regionali come la Notte, il Corriere della Sera, Il Tempo, l' Osservatore Romano, La Fiera Letteraria e la Gazzetta del Sud nonché con la sede regionale della RAI di Cosenza e con diverse riviste e periodici, tra i quali Critica Letteraria, Otto, Novecento, Italianistica, Lettere italiane, Il Ragguaglio e Canadian journal of italian studies.
È stato presidente della sezione calabrese della Stampa Cattolica per svariati anni. Con il volume Calabria Ultima-mostri,miti e simulacri ha vinto il Premio Speciale Viareggio, 1982.
Ha curato un'edizione di Moby Dick (Firenze, 1967) ed una dei Promessi Sposi (Milano, 1968).