Il calendario del 23 Novembre
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Eventi
• 1248 - Le truppe cristiane guidate dal re Ferdinando III di Castiglia conquistano Siviglia
• 1889 - Il primo Juke box entra in funzione nel Palais Royale Saloon di San Francisco
• 1971 - La Repubblica Popolare Cinese ottiene il seggio di Taiwan nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (si veda La Cina e le Nazioni Unite)
• 1979 - A Dublino, in Irlanda, Thomas McMahon, un membro dell'IRA, viene condannato all'ergastolo per l'assassinio di Lord Mountbatten
• 1980 - Terremoto dell'Irpinia: si verificò un sisma del settimo grado della scala Richter con epicentro nel comune di Conza della Campania (AV), che causò circa 300.000 sfollati, 10.000 feriti e circa 3.000 morti
• 1985 - Uomini armati dirottano il volo EgyptAir 648, mentre viaggia da Atene al Cairo (quando l'aereo atterra a Malta, i Commando egiziani irrompono nel jet, ma 60 persone muoiono nel corso dell'azione)
• 1991 - Solo un giorno prima della morte, Freddie Mercury, frontman dei Queen, annuncia al mondo di essere malato di AIDS
• 2003 - Il georgiano Eduard Shevardnadze viene sconfitto e deposto con la Rivoluzione delle rose
Anniversari
• 615 - San Colombano, monaco e abate irlandese (n. 540)
"Il santo abate Colombano è l’irlandese più noto del primo Medioevo: con buona ragione egli può essere chiamato un santo «europeo», perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale. Insieme agli irlandesi del suo tempo, egli era consapevole dell’unità culturale dell’Europa."
(Benedetto XVI)
È conosciuto anche con altri nomi, impropri e più rari, quali san Colombano di Luxeuil (in Francia) o san Colombano di Bobbio o san Columba il Vecchio. In gaelico è chiamato Colum.
Tramite le sue numerose fondazioni contribuì alla diffusione in Europa del monachesimo irlandese. Stabilì una regola monastica che in seguito si assimilò a quella benedettina e fu definitivamente abrogata anche formalmente nel 1448 da papa Niccolò V. Introdusse con il Paenitentiale l'uso della confessione privata in sostituzione di quella pubblica per il sacramento della penitenza.
Papa Benedetto XVI lo ha definito "santo europeo". Infatti, San Colombano stesso scrive in una lettera che gli europei devono essere un unico popolo, un "corpo solo" che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate; inoltre usa per la prima volta l'espressione latina "totius Europae"
È santo patrono dei motociclisti.
* 1572 - Agnolo Bronzino, soprannome di Agnolo di Cosimo di Mariano (Monticelli di Firenze, 17 novembre 1503 – Firenze, 23 novembre 1572), è stato un pittore italiano.
Noto per essere stato un grande ritrattista, lavorò spesso e a lungo nell'ambito della corte medicea.
* 1840 - Il visconte Louis-Gabriel-Ambroise de Bonald (Millau, 2 ottobre 1754 – Millau, 23 novembre 1840) è stato un politico, scrittore, filosofo, militare e pubblicista francese, grande avversario della Rivoluzione francese.
Fervente monarchico e cattolico, Bonald fu la voce più importante degli ultra-royalistes. Nelle sue numerose opere, attaccò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, il Contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau e le nuove strutture sociali e politiche portate dalla Rivoluzione sostenendo il ritorno all'autorità della monarchia e della religione.
* 1916 - Carlo Cipolla (Verona, 1854 – Tregnago, 23 novembre 1916) è stato uno storico italiano, professore di Storia moderna all'Università di Torino, dal 1882 al 1906, e in seguito presso l'istituto di studi superiori di Firenze.
Il conte Carlo Cipolla, appartenente ad una delle più antiche e prestigiose famiglie aristocratiche venete, fu allievo dello storico Giuseppe de Leva e del paleografo Andrea Gloria presso l'Università di Padova, si occupò dapprima di paleografia e diplomatica, di critica dei testi classici e di storia medievale.
La sua opera principale fu la Storia delle Signorie italiane dal 1313 al 1530, pubblicata in uno dei volumi della Storia d'Italia edita dall'editore Vallardi nel 1881, il cui successo gli consentì di vincere il concorso per la cattedra di Storia moderna all'università di Torino che era stata di Ercole Ricotti.
I suoi interessi si indirizzarono quindi verso la storia monastica, importante la monografia sull'abbazia della Novalesa, e lo studio della civiltà germanica nei suoi rapporti con l'Italia.
Da segnalare anche la sua collaborazione con:
▪ Deputazione Subalpina di Storia Patria
▪ Giornale storico
▪ Jahresberichte der Geschichtswissenschaft
▪ Mitteillungen der Instituts für Österreichische Geschichtsforschung
▪ Monumenta Germaniae Historica
▪ Nuovo Archivio veneto
▪ Revue historique
▪ Rivista storica italiana
* 1921 - Émile Boutroux (Montrouge, 28 luglio 1845 – Parigi, 23 novembre 1921) è stato un filosofo francese, noto per aver sviluppato la teoria del contingentismo.
Compì gli studi superiori a Parigi e in seguito seguì ad Heidelberg i corsi di Eduard Zeller, storico dell' hegelismo. Nel 1874 conseguì il dottorato di ricerca con una tesi divenuta celebre dal titolo La contingenza delle leggi della natura. Ricoprì nel 1877 un incarico di insegnamento nella Scuola Normale di Parigi e poi, nel 1885, ottenne la cattedra di storia della filosofia moderna alla Sorbona. Nel 1902 lasciò l'insegnamento per dirigere la Fondazione Thiers
* 1976 - André Malraux (Parigi, 3 novembre 1901 – Créteil, 23 novembre 1976) è stato uno scrittore e politico francese.
Infanzia e Indocina
Dopo una infanzia passata con la madre e la nonna a Bondy di cui non parlerà mai con nessuno o diffonderà notizie inesatte (Antimémoires, 1967), André Malraux entra alla École des Langues orientales e frequenta gli ambienti artistici parigini.
Nel 1921 si sposa con Clara Goldschmidt, ricca ereditiera di una famiglia di origini tedesche. Alcuni investimenti errati in borsa dilapidano però la fortuna della moglie; Malraux pensa allora a un viaggio in Indocina dove recuperare reperti archeologici per rivenderli in Francia. Arrivato in Cambogia insieme a Clara, tenta di rimuovere un bassorilievo dal tempio di Banteay Srei a Angkor Wat per rivenderlo ad un collezionista. Scoperto, viene condannato nel luglio 1924 a tre anni di prigione. Alcuni intellettuali parigini, quali Marcel Arland, Louis Aragon, André Breton, François Mauriac, André Gide e Max Jacob si impegnano per far ridurre la pena a Malraux, che rientra in Francia nel novembre 1924.
Nel 1930 pubblicherà La voie royale, un romanzo d'avventura ampiamente ispirato a questi avvenimenti.
Nel gennaio del 1925 torna in Indocina, dove si dedica all'attività di giornalismo dando vita a un giornale di opposizione al governo coloniale francese. Conosce in quel periodo da vicino i personaggi e gli ambienti che preparano l'insurrezione a Shanghai, che sarà il tema del suo successivo romanzo, La condition humaine.
Nell'estate 1931 André Malraux e Clara aiutano il militante comunista Jean Cremet a ritornare in Europa con una nuova identità (diventerà uno dei personaggi principali di La condition humaine). Appassionato di archeologia, compie anche una missione nel Laos e si mette al servizio dei comunisti cinesi.
Nel 1933 La condition humaine vince il Premio Goncourt.
Gli anni Trenta e la Spagna
Milita contro il fascismo e il nazismo; le sue posizioni politiche sono poco definibili: conosce Trotsky, ma è considerato un "compagno di strada" dei comunisti. Compie alcuni viaggi in Unione Sovietica.
Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, si attiva a favore del governo repubblicano. Appassionato di aviazione e sfruttando l'appoggio di Pierre Cot e Jean Moulin, recupera alcuni apparecchi francesi e forma la Escuadrilla España, guidandola in zona di guerra e partecipando alle missioni. Quando i repubblicani iniziano a costituire un esercito vero e proprio, la squadriglia di Malraux, come tutte le milizie spontanee e non inquadrate, perde importanza e viene progressivamente emarginata. Viaggia negli Stati Uniti con la speranza di trovare fondi per i repubblicani. Rientra definitivamente in Francia nel gennaio 1939, poco prima della caduta definitiva del governo repubblicano.
Seconda guerra mondiale
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, è arruolato nei carristi su sua richiesta. Viene fatto prigioniero dai tedeschi nel giugno 1940. Evaso dalla prigionia pochi mesi dopo, con l'aiuto del suo fratellastro Roland, è riluttante a entrare nella Resistenza; pensa che la guerra potrà essere vinta solo quando entreranno nel conflitto gli Stati Uniti. Si decide all'azione solo nel 1943, dopo che Roland, già partigiano, è arrestato dai tedeschi in Dordogna. Organizza, anche grazie all'appoggio di emissari britannici, un gruppo di partigiani in Dordogna. Nel 1944, durante un'azione viene ferito dai tedeschi e quindi catturato dalla Gestapo, trasferito da una prigione all'altra fino a Tolosa per un interrogatorio. Si scopre libero quando i tedeschi lasciano la città. Finisce la guerra al comando della Brigade « Alsace-Lorraine ». Riceve la Médaille de la Résistance, la Croix de Guerre e la British Distinguished Service Order.
Ministro con De Gaulle
Diventa uno degli uomini più vicini a Charles De Gaulle. È ministro della Propaganda e dell'Informazione dal novembre 1945 al gennaio 1946 nel governo De Gaulle. Resta al fianco del generale nel corso dei periodo 1946-1958 (la "traversata del deserto") in cui De Gaulle, ritiratosi a Colombey-les-Deux-Églises, assume posizioni virulentemente critiche nei confronti della Quarta Repubblica francese. Il ritorno al potere del generale nel maggio 1958 e la conseguente istituzione della Quinta Repubblica francese faranno di Malraux il "cantore" del gollismo. Dopo aver preso parte al governo De Gaulle che precederà l'elezione di quest'ultimo alla presidenza della Repubblica, diventa ministro di Stato nel gennaio 1959; nel luglio dello stesso anno è nominato anche ministro della cultura, incarico creato appositamente per lui e che conserverà ininterrottamente fino al giugno 1969.
Da ministro, Malraux adotta una politica di "grandeur" e di opere sociali. Sebbene in un governo conservatore, Malraux non rinnega il suo passato di uomo di sinistra: il suo discorso contro François Mitterrand nel dicembre 1965 lo dimostra ("lei non era nemmeno in Spagna", rinfaccia a Mitterrand). In reazione al disimpegno della Terza Repubblica francese, e riprendendo alcune istanze del Fronte popolare, fa della cultura un affare di Stato. È infatti l'iniziatore delle Maisons de Jeunes et de la Culture che marcarono profondamente la vita nei Comuni e nei quartieri durante molti decenni.
Da questo movimento culturale è praticamente esclusa la letteratura, a beneficio di arti che hanno più effetto sulle masse, realizzate grazie alle competenze artistiche di Malraux e alle sue numerose amicizie con artisti di primo piano (Matisse, Braque, Picasso, Giacometti): commissiona il soffitto del teatro dell'Odéon a André Masson, quello de l'Opéra di Parigi a Marc Chagall, invia la Gioconda negli Stati Uniti, fa restaurare il palazzo di Versailles... Malraux compie sforzi enormi per far splendere la cultura francese nel mondo. Questa amministrazione statale dell'arte, questa volontà di produrre cultura con forti investimenti pubblici, è stata giudicata in modo contrastato; lo storico Marc Fumaroli la ritiene il grande funerale nichilista della cultura francese: il dopoguerra francese è (a differenza degli anni della Terza Repubblica, che non avevano una politica culturale sistematica) un deserto artistico che lo Stato francese ha tentato di dissimulare a colpi di eventi culturali. Altri tuttavia, come Philippe Poirrier, fanno notare, al di là della mediocrità del panorama culturale francese in quegli anni, alcune innovazioni importanti quali il nuovo ruolo dello Stato nella promozione culturale e il tentativo di democratizzare la cultura.
Fermamente a favore del disimpegno francese dall'Algeria, nel 1962 la sua abitazione è bersaglio di un attentato al "plastico" dell'OAS. Malraux non è in casa al momento dello scoppio, ma rimane gravemente ferita la figlia di 4 anni dei proprietari dell'abitazione, Delphine Renard.
Le scarse conoscenze di Malraux in campo musicale lo porteranno invece a scelte tradizionaliste. In rotta con la gestione conservatrice del responsabile della musica del ministero della Cultura Marcel Landowski, Pierre Boulez abbandona la Francia sbattendo la porta e si trasferisce a Darmstadt. Tornerà in patria solo nel 1969, richiamato dal presidente Georges Pompidou.
Grande oratore, nel dicembre 1964 nel corso della traslazione delle ceneri di Jean Moulin al Panthéon pronuncia un'orazione di una tale intensità da far venire i brividi al vasto pubblico radunato sulla piazza: "Aujourd'hui, jeunesse, puisses-tu penser à cet homme comme tu aurais approché tes mains de sa pauvre face informe du dernier jour, de ses lèvres qui n'avaient pas parlé ; ce jour-là, elle était le visage de la France" (Oggi, gioventù, possa tu pensare a questo uomo come se stessi avvicinando le tue mani al suo povero volto informe del suo ultimo giorno, alle sue labbra che non avevano parlato; quel giorno esso era il volto della Francia). A quelle parole, lo stesso generale De Gaulle, uomo notoriamente di ghiaccio, non riuscirà a nascondere la sua emozione.
Nel corso della sua vita, segnata anche da pesanti lutti (Josette Clotis, sua compagna dopo la separazione da Clara, muore in circostanze drammatiche nel 1944, quindi perde i due figli in un incidente automobilistico nel 1961), Malraux ha incontrato le grandi personalità del mondo politico contemporaneo (Mao Zedong, John F. Kennedy e Jawaharlal Nehru ad esempio) e ha mantenuto un dialogo costante con i grandi artisti: Pablo Picasso, Marc Chagall, Georges Braque, Maurice de Vlaminck, André Derain, Fernand Léger, Jean Cocteau, André Gide, Max Jacob, Pierre Reverdy e Louise de Vilmorin che fu la sua ultima compagna.
Fratellanza e umanesimo
Malraux non si è mai sentito legato da un dogma, e attraverso le sue mutazioni è rimasto fedele alla necessità di sorpassare sé stesso, a questo eroismo duro che esclude ogni ricorso a utopie consolatrici. Agnostico, ha messo nell'arte (ad esempio nell'idea di un museo immaginario che riproponesse l'arte con le sue relazioni e metamorfosi) il solo elemento grandioso a portata dell'uomo, la sua unica chance di immortalità. Per questo fratellanza e umanesimo sono il cuore della sua vita e delle sue opere:
«L'humanisme (...) c’est dire : nous avons refusé ce que voulait en nous la bête, et nous voulons retrouver l'homme partout où nous avons trouvé ce qui l'écrase.» (Les voix du silence)
(L'umanesimo, vuol dire: abbiamo rifiutato quello che la bestia in noi voleva, e vogliamo ritrovare l'uomo ovunque sia stato schiacciato)
Restaurazione dell'ordine
Se il maggio francese è per lui solo un'illusione lirica, definisce comunque gli eventi come una "vera crisi di civiltà". Lo vediamo in testa alla manifestazione di quelli che reclamano la restaurazione dell'ordine all' Arc de Triomphe il 30 maggio. Malraux non ha mai cessato di identificare questo ordine con la persona e le opere di de Gaulle: dopo le dimissioni del generale dalla presidenza della Repubblica nell'aprile 1969 e la successiva l'elezione di Georges Pompidou, decide di non entrare nel nuovo governo di Jacques Chaban-Delmas. Gli ultimi anni della sua vita sono caratterizzati da progressivi peggioramenti delle sue condizioni di salute. Nel 1974 sostiene la candidatura a presidente della repubblica di Chaban-Delmas, ma ad una trasmissione televisiva in cui è ospite con quest'ultimo si presenta visibilmente ubriaco, suscitando lo scherno degli avversari e l'imbarazzo del partito gollista. L'immagine di Chaban-Delmas ne esce tanto compromessa da indurre i gollisti a trasferire i propri voti su Valery Giscard d'Estaing, mentre Malraux viene allontanato dal partito. All'alcolismo e alle conseguenze degli oppiacei assunti durante il suo soggiorno in Oriente si aggiunge l'accentuarsi della sindrome di Tourette, che lo portano ad assumere atteggiamenti sempre più stravaganti. Alla sua morte, nel 1976, avrà omaggi rispettosi anche in Italia.
Resterà un mito tra i gollisti che lo hanno potuto conoscere nel suo splendore. Jacques Chirac, eletto presidente della Repubblica nel 1995, l'anno successivo fa trasportare la salma di Malraux al Panthéon di Parigi, nel corso di in una cerimonia solenne in cui non mancheranno i riferimenti alla nota passione dello scrittore per i gatti.
• 1995 - Louis Malle (Thumeries, 30 ottobre 1932 – Beverly Hills, 23 novembre 1995) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese.
Esponente delle Nouvelle Vague, attento alla qualità formale dell'immagine e alla dimensione figurativa, fu in costante polemica antiborghese.
«È solo quando la memoria viene filtrata dall'immaginazione, che i film arrivano realmente nel profondo dell'anima»(Louis Malle)
• 2006 - Aleksandr Val'terovič Litvinenko, (Voronež, 4 dicembre 1962[1] – Londra, 23 novembre 2006), è stato un agente dei servizi segreti russi e successivamente un dissidente.
Arruolatosi nell'armata rossa per seguire le orme del padre e divenuto sottotenente viene notato dai reclutatori del KGB e successivamente assegnato al Terzo direttorato, che si occupava dell' Analisi e soppressione delle attività delle organizzazioni criminali, dopo in 1991 ad una unità di contro-terrorismo e successivamente nel FSB.[2] Litvinenko accusò pubblicamente i suoi superiori di aver organizzato un piano per assassinare il milionario Boris Abramovič Berezovskij.
Litvinenko venne accusato di aver maltrattato un arrestato durante un interrogatorio; venne mostrata una videocassetta dove si vedeva un militare che picchiava un uomo seduto, Litvinenko riuscì a rintracciare il video originale e dimostrò di non essere lui l'uomo che picchiava. Venne comunque imprigionato per otto mesi in attesa del processo e successivamente rilasciato per insufficienza di prove.[3] Litvinenko assunse una posizione molto critica nei confronti del potere russo, in particolare verso il presidente Vladimir Putin. Non sentedosi più al sicuro in Russia decide di andare in esilio.
In Italia aveva un fratello, Maxim, allora chiese consiglio al suo ex capo, il generale Anatoly Trofimov, il quale gli sconsigliò di andare in Italia, perché era insieme alla Germania il paese più infiltrato dal KGB (per fare un esempio Trofimov citò Romano Prodi, dicendo che era un "loro uomo".[4]) Litvinenko trovò asilo nel Regno Unito, dove ottenne lo status di rifugiato politico.
Nel 2002 il dissidente russo pubblicò un libro (Blowing up Russia: Terror from Within), finanziato da Berezovskij, in cui accusava gli agenti del FSB di essere i veri responsabili della serie di attentati esplosivi occorsi in Russia tra l'agosto e il settembre del 1999 e che fecero più di trecento vittime.[5] Gli attentati, ufficialmente attribuiti ai separatisti ceceni, sarebbero stati realizzati per giustificare la ripresa delle operazioni militari russe in Cecenia (vedi Seconda guerra cecena). In un suo libro successivo (Gang from Lubyanka) Litvinenko accusò Putin come mandante degli stessi.
Le accuse a Romano Prodi
La rivelazione di Batten
L'europarlamentare Gerard Batten denunciò il 3 aprile 2006 al Parlamento Europeo che a Litvinenko era stato riferito dal generale Anatolij Vasil'evič Trofimov che Romano Prodi era un our man (in italiano: nostro uomo) del KGB in Italia, e che Litvinenko stesso aveva dato questa informazione a Scaramella. Nel suo intervento, Batten non disse se aveva ricevuto le informazioni direttamente da Litvinenko[6]. [7] Quello che Litvinenko avrebbe citato come fonte, il generale Trofimov, era stato assassinato con la moglie a raffiche di mitra.[8] Inoltre, la BBC sostiene di essere entrata in possesso, con il suo programma "Panorama", di un documento, classificato come "segretissimo" dal Governo italiano, in cui Litvinenko accusa Romano Prodi di essere un amico del KGB.[9][10][11] Nella stessa puntata di "Panorama", Scaramella sostiene di aver appreso da "fonti qualificate", incluso lo stesso Litvinenko, che alcuni ufficiali ("officers") a Mosca consideravano Prodi "un loro uomo, un uomo del KGB".
In un report pubblicato dal Conflict Studies Research Centre of the Defence Academy del Regno Unito del maggio 2007 viene fatto notare che Trofimov non è mai stato a capo del FSB, che non sorvegliava le operazioni di intelligence, e che non ha mai lavorato alla direzione dell'intelligence del KGB o del suo successore SVR, non ha lavorato al dipartimento di controspionaggio e non ha mai lavorato in Italia. Tutto questo rende difficile capire come Trofimov poteva essere a conoscenza di tale reclutamento. Henry Plater-Zyberk, un co-autore di questo report, ha affermato che Trofimov "conveniently dead", so "could neither confirm nor deny the story", e ha fatto notare che l'accusa e le affermazioni del fratello di Litvinenko sono senza prove ed evidenze che possano confermarle.[senza fonte]
Versione de la Repubblica
Tuttavia, secondo quando riporta la Repubblica, in un'intervista Litvinenko rilasciata quasi due anni prima e uscita pochi giorni dopo la sua morte, affermò di non aver mai sentito parlare di Prodi e di non avere nessuna prova su di lui.[12]
Vi sono alcune incongruenze temporali a favore della tesi della manipolazione dell'intervista: ad esempio, nell'intervista Litvinenko si dice colpito perché su Il Giornale di Berlusconi era apparso un articolo che lo citava, l'articolo in questione apparirà solo nel 2006[13]
In un'intervista (sempre a la Repubblica) Oleg Gordievskij conferma invece che Litvinenko riferì a Scaramella quanto aveva appreso su Prodi da Trofimov; lo stesso Gordievskij sostiene però che riferì "una circostanza non vera", e che "Aleksandr, per ragioni legate alle continue difficoltà economiche, avesse alla fine deciso di dire a Scaramella quel che Scaramella voleva sentirsi dire". [14]
Gordiensky smentì l'intervista, definendola fabbricata al 90%[15] e anche successivamente in un'intervista a Paolo e Sabina Guzzanti[16] confermando più volte la versione affermata da Guzzanti.[17] Gordiensky disse che Litvinenko era "un uomo assolutamente onesto, poverissimo e che non si è mai venduto a nessuno". E riferendosi all'intervista di la Repubblica: "È stata forzata oltre ogni limite[...]Il resto dell'intervista è stata una vera montatura,un gonfiaggio. Mi facevano le domande e mi davano anche le risposte"[18]
La morte
Il 23 novembre 2006 Litvinenko è morto a causa di un avvelenamento da radiazione da polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio, in circostanze ancora da chiarire. Tracce di Polonio sono state individuate in diversi locali nei quali Litvinenko si trovava prima del ricovero, in particolare in un sushi bar dove aveva pranzato insieme a Mario Scaramella (ma non dove Litvinenko sedette con Scaramella, bensì dove si era precedentemente intrattenuto con gli ex agenti del KGB Andrei Lugovoi e Dimitri Kovtun [19]).
In realtà Scaramella non toccò cibo. Proprio per questo, ma anche perché era apparso agitato ed ansioso, Litvinenko inizialmente sospettò proprio Scaramella di averlo avvelenato[20]. In realtà, stando a quanto afferma il senatore Paolo Guzzanti in un'intervista, Mario Scaramella era arrivato a Londra sia perché Igor Ponomariov gli aveva detto di avere importanti ulteriori notizie da dargli sia per parlare con Litvinenko delle minacce contenute negli ultimi rapporti di Evgenij Limarev, figlio di Lev Limarev, un generale maggiore dell'Svr, capo degli agenti illegali dell'intelligence sovietica. Tuttavia Igor Ponomariov la sera prima era morto al teatro in modo misterioso. L'ambasciata russa a Londra aveva fatto prelevare immediatamente la salma, vietando l'autopsia avvalendosi dei diritti diplomatici e spedendo il cadavere a Mosca dove esso fu immediatamente cremato.[21]
Prima di morire, Litvinenko ha accusato pubblicamente il presidente russo Vladimir Putin come responsabile del suo avvelenamento e come mandante dell'omicidio della giornalista Anna Politkovskaja. In un articolo scritto da Litvinenko nel luglio, e pubblicato online su Zakayev's Chechenpress, ha anche affermato che Vladimir Putin è un pedofilo[22][23].
Nei giorni seguenti alla morte del dissidente russo, avvenuta a Londra, altre persone sono state ricoverate per aver accusato sintomi d'avvelenamento per esposizione a radiazioni. Oltre 300 persone si sono rivolte alla Health Protection Agency (HPA, Agenzia per la protezione della salute) britannica, dopo che questo ente aveva lanciato un appello a tutti coloro che potevano essersi trovati nei due locali - il sushi bar Itsu, nei pressi di Piccadilly Circus, e il Pine Bar del Millenium Hotel a Grosvenor Square - frequentati da Litvinenko prima di sentirsi male e in cui potrebbe essere stato avvelenato.
Tracce di polonio sono state trovate anche su due aerei della British Airways e il servizio sanitario britannico ha richiesto ai 33000 passeggeri che hanno utilizzato quei velivoli nell'ultimo mese di presentarsi per un controllo[20].
Note
1. ^ Вальтер Литвиненко: «Сегодня моему сыну исполнилось бы 44», Val'ter Litvinenko, 4 dicembre 2006, ChechenPress
2. ^ Paolo Guzzanti - Il mio agente Sasha pag 155-160, 172-182
3. ^ Ibidem
4. ^ Guzzanti Op.cit. pag 184
5. ^ Peace Reporter - Attentati di Mosca, l'ombra dei servizi
6. ^ YouTube "Gerard Batten in the European Parliament".
7. ^ European Parliament, Debates, Gerard Batten "One-minute speeches on matters of political importance". 3 apr 2006
8. ^ BBC News "Slain Russian officer's wife dies"
9. ^ BBC NEWS | UK | "'Multiple attempts' on Litvinenko" 22 gen 2007
10. ^ BBC NEWS | Programmes | Panorama | "How to poison a spy" 22 gen 2007
11. ^ Panorama video "How to poison a spy" (this content can only be viewed by users inside the UK) 22 gen 2007
12. ^ E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi", intervista a Aleksandr Litvinenko, effettuata quasi due anni prima ed uscita dopo la sua morte su "La Repubblica" il 26 novembre 2006. URL consultato il 2.6.2008
13. ^ Guzzanti Op. Cit. pag 273
14. ^ L'ex spia del Kgb su Scaramella "Un bugiardo, voleva rovinare Prodi", intervista a Oleg Gordievskij, «La Repubblica» 7 dicembre 2006" URL consultato il 6.6.2008
15. ^ Gabriele Paradisi- Periodista di la verdad!'
16. ^ e successive 5 parti
17. ^ [1]
18. ^ Il giornale 22-12-06
19. ^ BBC NEWS "'Multiple attempts' on Litvinenko" 22 gen 2007
20. ^ a b Tracce di polonio su due aerei British Airways Un amico della spia uccisa accusa Scaramella
21. ^ Sabina Guzzanti intervista Paolo Guzzanti (4ª parte)
22. ^ http://www.chechenpress.co.uk/english/news/2006/07/05/01.shtml
23. ^ http://segni-del-tempo.splinder.com/tag/putin
Bibliografia
▪ Gabriele Paradisi, Periodista, di la verdad! Controinchiesta sulla Commissione Mitrokhin, il caso Litvinenko e la repubblica della disinformazione. Giraldi, 2009
▪ Paolo Guzzanti, Il mio agente Sasha. La Russia di Putin e l'Italia di Berlusconi ai tempi della seconda guerra fredda, Aliberti editore, 2009
▪ Steve LeVine, Il labirinto di Putin. Le spie, gli assassini e il cuore nero della nuova Russia, collana Inchieste, traduzione di Enrico Monier, il Sirente, Fagnano Alto, 2009.
Per approfondire vedi il seguente link.