Il calendario del 21 Ottobre

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 63 a.C. - Marco Tullio Cicerone ottiene il Senatum consultum ultimum per fronteggiare Catilina

▪ 1797 - Nel porto di Boston viene varata la fregata della marina statunitense USS Constitution, che andrà a combattere i pirati barbareschi al largo della costa di Tripoli (nel 1805 il Trattato di pace di Tripoli, verrà firmato sul ponte della Constitution)

▪ 1805 - Guerre napoleoniche: Battaglia di Trafalgar - La flotta navale britannica guidata dall'ammiraglio Horatio Nelson sconfigge una flotta Franco-Spagnola al largo della Spagna

▪ 1824 - Joseph Aspdin brevetta il cemento Portland

▪ 1866 - Annessione attraverso plebiscito, a seguito della terza guerra di indipendenza, del Veneto al Regno d'Italia

▪ 1867 - 'Destino manifesto': Trattato di Medicine Lodge - Vicino a Medicine Lodge Creek (Kansas) viene firmato un trattato fondamentale tra i capi indiani dei Great Plains meridionali. Il trattato richiede ai Nativi Americani delle tribù dei Plains di trasferirsi in una riserva nell'Oklahoma occidentale

▪ 1879 - Thomas Edison testa la prima lampadina funzionante in modo efficace (resterà accesa per 13 ore e mezza prima di bruciarsi)

▪ 1895 - La Repubblica di Taiwan collassa sotto l'invasione delle forze giapponesi

▪ 1902 - Negli Stati Uniti termina uno sciopero di cinque mesi organizzato dal sindacato dei minatori

▪ 1941 - Seconda guerra mondiale: le truppe tedesche in Jugoslavia si scatenano uccidendo migliaia di civili

▪ 1941 - Seconda guerra mondiale: la flotta italiana di stanza nel porto di Taranto viene distrutta dagli inglesi

▪ 1945 - In Francia le donne vanno a votare per la prima volta

▪ 1959

  1. - A New York apre al pubblico il Guggenheim Museum progettato da Frank Lloyd Wright
  2. - Il presidente statunitense Dwight D. Eisenhower firma un ordine esecutivo che trasferisce Wernher Von Braun e altri scienziati tedeschi dall'Esercito statunitense alla NASA

▪ 1967 - Guerra del Vietnam: più di 100.000 dimostranti si radunano a Washington. Una manifestazione pacifica al Lincoln Memorial viene seguita da una marcia sul Pentagono e da scontri con i soldati e gli United States Marshal che proteggono l'edificio (L'evento si protrarrà fino al 23 ottobre; in 683 verranno arrestati). Dimostrazioni simili si svolgono in Giappone ed Europa Occidentale

▪ 1986 - In Libano, rapitori filo-Iraniani annunciano il rapimento dello scrittore statunitense Edward Tracy (verrà rilasciato nell'agosto 1991)

▪ 1994 - Programma nucleare della Corea del Nord: Corea del Nord e Stati Uniti firmano un accordo che obbliga la Corea del Nord a fermare il suo programma di armamento nucleare e a permettere ispezioni

▪ 1998 - Massimo D'Alema diventa Presidente del Consiglio. Nasce il Governo D'Alema I

Anniversari

* 1556 - Pietro Aretino (Arezzo, 20 aprile 1492 – Venezia, 21 ottobre 1556) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano.

«Qui giace l'Aretin, poeta Tosco.
che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Pietro Aretino, del suo stesso epitaffio)


È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso tese a renderlo benvoluto nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.
Figura di letterato amato quanto discusso, se non odiato (e per molti fu semplicemente un arrivista ed uno spregiudicato cortigiano).
Per questa che oggi potrebbe apparire incoerenza fu, per molti versi, un modello dell'intellettuale rinascimentale, autore anche di apprezzati Ragionamenti.
La figura di Pietro Aretino ha segnato in un certo qual modo il XVI secolo contribuendo in maniera determinante al definitivo superamento della visione teologica ed etica propria dell'età di mezzo.
Della sua infanzia si sa ben poco. L'unica cosa di cui si avrebbe certezza è che sia nato nella notte tra il 19 ed il 20 aprile del 1492, frutto di una relazione fra un povero calzolaio di nome Luca Del Buta ed una cortigiana, Margherita dei Bonci detta Tita, modella scolpita e dipinta da parecchi artisti.

Figlio di cortigiana, anima di re
È stato detto che non volle mai far conoscere il proprio vero nome e le sue vere origini in segno di disconoscimento dei suoi natali. Tuttavia gli piacque definirsi figlio di cortigiana, con anima di re.
Scrisse nelle Lettere:
«Mi dicono ch'io sia figlio di cortigiana; ciò non mi torna male; ma tuttavia ho l'anima di un re. Io vivo libero, mi diverto, e perciò posso chiamarmi felice. - Le mie medaglie sono composte d'ogni metallo e di ogni composizione. La mia effigie è posta in fronte a' palagi. Si scolpisce la mia testa sopra i pettini, sopra i tondi, sulle cornici degli specchi, come quella di Alessandro, di Cesare, di Scipione. Alcuni vetri di cristallo si chiamano vasi aretini. Una razza di cavalli ha preso questo nome, perché papa Clemente me ne ha donato uno di quella specie. Il ruscello che bagna una parte della mia casa è denominato l'Aretino. Le mie donne vogliono esser chiamate Aretine. Infine si dice stile aretino. I pedanti possono morir di rabbia prima di giungere a tanto onore.»

Mentre della sua infanzia non si sa praticamente nulla, i suoi biografi riferiscono che quattordicenne o poco più visse a Perugia, dove studiò pittura, frequentando in seguito la locale università.
Trasferitosi nel 1517 a Roma, grazie ai buoni uffici di Agostino Chigi (che tenne alla sua corte anche il pittore Raffaello), si mise al servizio del cardinale Giulio de' Medici e riuscì ad approdare anche alla corte di Papa Leone X. Si trovava nella città eterna quando si svolse il conclave del 1522: e fu probabilmente in quel periodo che scrisse uno dei suoi primi lavori, le cosiddette Pasquinate, cioè poemetti satirici scritti sulla base delle anonime proteste contro la Curia affisse sul busto in marmo del Pasquino, a piazza Navona. A causa di questi componimenti fu esiliato dal nuovo pontefice, un cardinale fiammingo che prenderà il nome di papa Adriano VI (da Pietro soprannominato la tedesca tigna). Poté far ritorno nel 1523 a Roma solo con l'avvento di Papa Clemente VII: cominciò a nutrire però una pesante insofferenza nei confronti delle corti e degli ambienti ecclesiastici. Ebbe in dono in quegli anni il famoso Autoritratto del Parmigianino nello specchio convesso e rimase impressionato dall'"invenzione" del giovane artista cosa che il Vasari così commenta :"....mi ricordo, io essendo giovinetto, aver veduto in Arezzo nelle case di esso Messer Pietro Aretino, dove era veduto dai forestieri, che per quella città passavano, come cosa rara. Questo capitò poi, non so come, alle mani di Valerio Vicentino intagliatore di cristallo, et oggi è appresso Alessandro Vittoria, scultore in Vinezia....".
Nel 1525 decise di lasciare definitivamente Roma e trascorse due anni a Mantova al servizio di Giovanni dalle Bande Nere con cui strinse una sincera amicizia.
Infine nel 1527 si trasferisce a Venezia dove pubblica numerosi componimenti e dove morì nel 1556. Dai suoi adulatori fu chiamato divino, appellativo che gli piacque e di cui si fregiò; mentre per le sue satire e i suoi motteggi fu chiamato flagello dei principi,[5] così come ricorda anche Ariosto nell'Orlando furioso:
« ... ecco il flagello
de' principi, il divin Pietro Aretino.»(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, 46, 14, 3-4)


Sonetti lussuriosi
È di questi anni la composizione dei Sonetti lussuriosi, che gli erano stati ispirati dalle incisioni erotiche, ritenute ai limiti della pornografia e realizzate dal pittore Marcantonio Raimondi su disegni di Giulio Romano, pubblicate una prima volta nel 1524 sotto il titolo I Modi o Le 16 posizioni e successivamente, insieme ai dipinti ed ai Sonetti, nel 1527; nello stesso periodo scrisse anche il testo teatrale La Cortigiana, commedia ambientata in data antecedente al sacco di Roma e parodia de Il cortegiano di Baldassarre Castiglione.
In rotta di collisione con l'ambiente del Vaticano, Pietro Aretino nel marzo del 1527 lasciò Roma per trasferirsi a Venezia. Nella città lagunare - luogo, a suo dire e a quel tempo, anticortigiana per eccellenza e sede di ogni vizio possibile - trascorse il resto della vita scrivendo e pubblicando la maggior parte delle sue opere, fino alla morte, sopraggiunta il 21 ottobre 1556 presumibilmente a causa di un colpo apoplettico (secondo alcuni, a causa di eccesso di risa).
Il compositore Michael Nyman (famoso soprattutto per la colonna sonora di Lezioni di piano) ha recentemente musicato gli otto sonetti in un CD intitolato 8 Lust Songs: I sonetti lussuriosi, interpretati dalla soprano Marie Angel. L'album è pubblicato a novembre 2008 dalla MN Records.

* 1933 - Bernardino Varisco (Chiari, 20 aprile 1850 – Chiari, 21 ottobre 1933) è stato un filosofo italiano.
Fu professore di filosofia teoretica all' Università di Roma dal 1905 al 1925 e senatore dal 1928. La formazione del suo pensiero concide con la crisi del positivismo in Italia.
Laureato in matematica nel 1873 presso l'università di Pavia, aveva esordito insegnando matematica dal 1874 al 1905. Pur partendo da posizioni solidamente scientifiche, Varisco avverte sollecitamente il limite di ogni conoscenza che voglia essere esclusivamente composto di ragione, e scopre insieme la concomitante componente fideistica di ogni affermazione di verità.
Questo ricorso alla fede come sentimento del soprannaturale è utilizzato da Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia come conoscenza concreta sui processi astrattivi della scienza (I massimi problemi, del 1910), sia per approdare ad uno spiritualismo pluralistico con forti accentuazioni teistiche (Dall'uomo a Dio, pubblicato postumo nel 1939).

* 1949 - Laura di Santa Caterina da Siena, al secolo Maria Laura Montoya y Upeguí (Jericó, 26 maggio 1874 – Medellín, 21 ottobre 1949), è stata una religiosa colombiana.
Ha fondato nel 1914 la congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena. È stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2004. Nasce in un piccolo paese colombiano il 26 maggio 1874 e, dato che la mamma si rifiuta di vederla prima del battesimo, la battezzano quattro ore dopo la nascita, in tutta fretta. Talmente in fretta che a papà manca il tempo di concordare con la moglie il nome da darle. E’ il parroco a scegliere per lei il nome di Maria Laura di Gesù e al papà stupito, che obbietta di non sapere se esiste una “santa Laura”, sbrigativamente risponde che, in questo caso, la bambina avrebbe un motivo in più per farsi santa. Per il momento, però, la piccola Laura deve fare i conti con la sofferenza: non ha ancora tre anni quando suo papà muore assassinato, in quegli anni particolarmente sanguinosi della storia colombiana. Per sua fortuna ha accanto una mamma esemplarmente cristiana, che le insegna a perdonare e ogni giorno le fa recitare un “Padre nostro” per l’assassino di papà. La piccola orfana sente particolarmente “fame di affetto”, perché i nonni la accolgono, insieme alla mamma e alle sorelline, più per pietà che per amore. Non la mandano a scuola, perché la casa è troppo distante dal centro abitato ed è mamma ad insegnarle a leggere, scrivere e, soprattutto, ad amare Dio. Più grandicella, viene mandata in collegio e a sedici anni decide di diventare maestra. Studentessa-lavoratrice, per pagarsi gli studi va ad accudire gli ottanta malati del manicomio e ruba ore al sonno per studiare sui libri, presi in prestito dalla biblioteca magistrale. L’intelligenza prodigiosa di cui è dotata non solo le consente di superare brillantemente l’esame di ammissione, ma le permette anche di vincere una borsa di studio statale, grazie alla quale a 19 anni si diploma maestra. Prende con sé la mamma e per qualche anno va ad insegnare in varie scuole, giovane maestrina che non vuole soltanto insegnar nozioni ma anche trasmettere i valori cristiani. Laura, che sempre ha sentito l’attrattiva per la vita consacrata e più volte ha pensato di farsi carmelitana, viene sconsigliata a fare questo passo dai suoi stessi direttori spirituali: troppo irrequieta per un convento di clausura; troppo estroversa e dinamica per la vita contemplativa. Scopre la sua vocazione per puro caso, quando viene a conoscenza della situazione discriminata e misera in cui vivono gli indigeni colombiani. Pensare agli indios e decidere di fare qualcosa per la loro promozione umana e per la loro evangelizzazione è per lei un tutt’uno, ma non trova neppure una congregazione che voglia farsene carico. Soltanto un vescovo “sposa” la sua idea e dal niente nascono le “missionarie catechiste degli indios” che nel 1914 lasciano Medellin e raggiungono nella giungla gli indios catios.
Insieme a Laura partono in quella prima spedizione la sua mamma, ormai settantenne, e alcune amiche, che abbinano all’eroismo un pizzico di follia e che dal nome della loro fondatrice, verranno poi conosciute come “Laurite”.
Madre Laura, dopo aver rivoluzionato il concetto di missione con nuovi mezzi pedagogici e nuovi metodi di evangelizzazione, trascorre i suoi ultimi nove anni sulla sedia a rotelle, sempre missionaria con il cuore e, comunque, anima della sua congregazione.
Muore il 21 ottobre 1949, quando le sue suore sono ormai quasi 500 e le novizie un centinaio, a servizio di 22 popoli indigeni. Negli anni questi numeri sono più che raddoppiati e la loro presenza è segnalata in 19 stati, mentre Madre Maria Laura Montoya Upeguì il 25 aprile 2004 è stata proclamata beata. E’ la prima donna colombiana ad essere beatificata, avverando così la profezia del suo sbrigativo ma illuminato parroco.

* 1961 - Karl Korsch (Tostedt, 15 agosto 1886 – Cambridge, 21 ottobre 1961) è stato un filosofo e politico tedesco.
Nato nei pressi di Amburgo in una famiglia abbastanza ricca (il padre era banchiere), egli frequentò le università di Monaco di Baviera, Ginevra e Jena studiando legge, economia e filosofia. Ottenne il dottorato proprio a Jena nel 1910 e successivamente si occupò di politica: membro del Partito Socialdemocratico Tedesco, dopo la Prima guerra mondiale aderì al Partito comunista, che si era impegnato nel tentativo di instaurare un governo dei "Consigli operai".
Oppositore della politica di Adolf Hitler, nel 1936 si recò in esilio volontario negli Stati Uniti d'America: negli USA divenne docente della Tulane University di New Orleans ed inoltre lavorò per l'Istituto Internazionale per le Ricerche Sociali di New York.

Opinioni politiche
Korsch studiò a Londra dal 1912 al 1914: nell'ambiente londinese venne a contatto con la Fabian Society, movimento culturale ed intellettuale della sinistra laburista al quale egli inizialmente aderì.
In seguito alla rivoluzione russa aderì al comunismo e si iscrisse alla Lega di Spartaco. Dopo il fallimento della sollevazione del 1918-1919 a Berlino dove morirono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht Korsch partecipò alla fondazione del governo rivoluzionario della Repubblica Sovietica Bavarese (che ebbe brevissima durata) e pubblicò l'opera "What is Socialization?" nel marzo del 1919.
Nel 1920 aderì al Partito Comunista Tedesco e nell'ottobre del 1923 divenne ministro della giustizia del governo regionale della Turingia.
Korsch attribuì il fallimento della rivoluzione comunista tedesca alla mancanza di preparazione e di leadership della classe lavoratrice. Focalizzò la sua attenzione sullo sviluppo di associazioni di lavoratori. Egli credeva molto nell'educazione dei lavoratori sulla teoria marxista.

Filosofia
Korsch si preoccupava del fatto che la teoria di Marx stesse perdendo validità e precisione - come se fosse stata "volgarizzata" dai dirigenti delle organizzazioni socialiste. La sua opera Marxismo e filosofia fu un tentativo di ristabilire il carattere storico del Marxismo. Essa inizia con una citazione dell'opera di Lenin "Sull'importanza del materialismo militante": Dobbiamo organizzare uno studio sistematico della dialettica hegeliana da un punto di vista materialistico.
Nella teoria di Korsch, Hegel rappresentava l'ideale progresso della borghesia. Accanto all'estinzione dell'hegelianismo attorno al 1848, la borghesia aveva perso la propria pretesa di avere un ruolo dominante nella società, e aveva cessato di essere la classe universale. Lo stesso Marx, avendo trasformato completamente la filosofia di Hegel, rappresentava il passaggio del testimone della rivoluzione dalla borghesia alla classe operaia.
Le opinioni di Korsch non erano gradite alla struttura ufficiale del Partito Comunista. Pubblicato nel 1923, Marxismo e filosofia fu aspramente criticato dal Partito Comunista e da molti opinionisti, tra cui Karl Kautsky e Grigory Zinoviev. Zinoviev disse: "Se arriveranno altri professori a spiegare al mondo queste loro teorie, saremo perduti".
Nei cinque anni seguenti, il partito comunista tedesco cacciò gradualmente tutti i dissidenti. Korsch rimase all'interno di una corrente detta "La sinistra risoluta" fino alla sua espulsione nell'aprile 1926. Continuò comunque ad essere un deputato comunista nel Reichstag.

Influenza
La critica di Korsch non era accettata all'interno della teoria comunista ufficiale. Essa rimase confinata tra pochi comunisti dissidenti per decadi intere. Tra queste correnti, soprattutto in Germania, Italia, Ungheria e Gran Bretagna, la sua influenza variava da gruppo a gruppo, ma acquistò molta importanza con la breve rinascita delle teorie rivoluzionarie alla fine degli anni sessanta.
Korsch fu amico e mentore di Bertolt Brecht, il noto drammaturgo marxista: Brecht disse che aveva scelto Korsch come maestro per la sua indipendenza dal Partito Comunista. Korsch fu anche maestro di Felix Weil, il fondatore dell'Istituto di Ricerche Sociali da cui nacque la Scuola di Francoforte. Tra i discepoli "indiretti" di Korsch ci sono Franz Jakubowski, Nildo Viana e Sidney Hook.

* 1969 - Jean-Louis Lebris de Kerouac, noto come Jack Kerouac (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969), è stato uno scrittore statunitense.
Fu tra i maggiori interpreti ed esponenti della beat generation (termine da lui stesso coniato nel 1947).

«Stan parlava e parlava; Dean gli aveva dato la carica la sera prima e adesso non voleva saperne di fermarsi »(Jack Kerouac - On the road)

Nato da una famiglia di emigranti canadesi di condizioni modeste, Gabrielle e Leo Kerouac, la sua infanzia, come egli stesso scrisse[1] fu serena malgrado la morte prematura del fratello maggiore Gerard, avvenuta nel 1926, quando egli aveva soltanto quattro anni, lo avesse colpito fortemente.
«Ho avuto una bellissima fanciullezza, mio padre era un tipografo a Lowell, Mass., trascorsa correndo giorno e notte per i campi e lungo le banchine del fiume »

Nel 1928 inizia a frequentare la scuola parrocchiale di St. Louis de France, dove l'insegnamento è in lingua francese e permeato di religiosità cattolica. Nel 1932, in seguito al trasferimento nella zona di Pawtucketville, viene iscritto alla scuola dei Gesuiti. Le esperienze dell'infanzia e della prima adolescenza, insieme ai giochi che intrattenava con gli amici, saranno al centro di una successiva opera, il "Dottor Sax": la figura del Dottor Sax fu modellata da Kerouac su quella dell'Ombra, protagonista di un programma radiofonico settimanale. Nel 1939 si diploma alla "Lowell High School" e in questo anno intreccia una relazione amorosa, che non oltrepassa i confini di una casta infatuazione, con Mary Carney: questa relazione amorosa verrà rievocata in "Maggie Cassidy". Tra il 1939 e il 1940 frequentò la Horace Mann Preparatory School a New York: l'anno propedeutico trascorso alla "Horace Mann" sancisce il punto più alto delle versatili potenzialità di Kerouac, sia in campo letterario che sportivo. Ebbe la possibilità di visitare la città e di frequentare locali di artisti, nei quali conosce alcune delle persone più importanti della sua vita, come Henri Cru e Frankie Edith Parker, sua prima moglie. Nel 1940 si immatricolò alla Columbia University grazie a una borsa di studio ottenuta per meriti atletici. Un infortunio a una gamba lo esenta dagli allenamenti: il tempo così guadagnato lo trascorre visitando i locali jazz, i musei, i cinema, i teatri, e tutte le seduzioni che la vita di Times Square e di Harlem sono in grado di offrire. Abbandonato il football continuò la sua autoformazione: oltre a Saroyan ed Hemingway compaiono, tra le letture di Kerouac, Dos Passos, Joyce, Dostoevskij e, soprattutto, Thomas Wolfe. In seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti Kerouac si arruola nella marina e nel 1942 si imbarca come sguattero su una nave mercantile con destinazione la Groenlandia. Tornato a New York riprende a frequentare la Columbia e soprattutto gli ambienti del Greenwich Village, frequentato da artisti, ribelli e bohémien, dove conduce la vita degli hipsters e dei beat, intrecciando una relazione amorosa con "Edie" Parker. Convocato a Newport per l'arruolamento, Jack entra in conflitto con le regole e la disciplina richieste nell'esercito, che gli fanno guadagnare una visita psichiatrica il cui responso è schizofrenia.
Nel 1944 incontrò Lucien Carr, che gli farà conoscere William Burroughs e Allen Ginsberg, con i quali darà vita al nucleo orginario della beat generation. Una mattina Lucien Carr uccide un suo amante e Kerouac viene arrestato come testimone. Il padre si rifiuta di pagare la cauzione e la famiglia di Edith si offre di coprire queste spese, a patto che Jack sposi la ragazza. Continua la conoscenza di artisti o aspiranti tali che lo iniziano alla droga, benzedrina in primo luogo. Ma l'incontro più importante per la sua vita lo ebbe nel 1946, quando conobbe Neal Cassady, un giovane che aveva fatto l'esperienza del riformatorio e aveva interessi letterari, che divenne per Kerouac il simbolo della vera emarginazione e fonte di ispirazione letteraria.
Deciso a raggiungere il nuovo amico a Denver, Jack intraprende il primo viaggio attraverso il Nord America, viaggio che costituì la prima parte di Sulla strada. A Denver rintraccia tutti i suoi amici, eccetto Neal, impegnato a corteggiare la bella Carolyn Robison. Intanto dopo nuove amicizie nell'area newyorkese, tra cui quella con John Clellon Holmes, che nel suo romanzo "Go!" farà propria l'espressione "beat generation", Jack Kerouac, esordisce come scrittore nel 1946-48 con il romanzo La città e la metropoli ("The Town and the City"), che sarebbe stato pubblicato solo nel 1950 e che ricalcava lo stile dello scrittore americano Thomas Wolfe. Fu un immediato successo, ma pochi credevano nella sua effettiva permanenza nella sfera della letteratura statunitense.
Ritornato a New York in seguito ad un nuovo viaggio verso ovest, Jack conosce Joan Haverty, che sposerà nel 1950. Tra gennaio e aprile del 1951 lesse il manoscritto Junkie di Burroughs e Go! di Holmes; in aprile completò Sulla strada in sole tre settimane; in ottobre elaborò il suo metodo di scrittura che definiva "prosa spontanea" e cominciò a riscrivere Sulla strada e il romanzo sperimentale Visioni di Cody.
Sulla strada (On The Road) tratta del suo incontro con Neal Cassady e di quella che lui stesso definì la mia vita sulla strada alla maniera degli hobo. Questo romanzo, pubblicato solo nel 1957, fu classicamente definito il manifesto della beat generation, ovvero quel movimento culturale americano che gravitava attorno ad autori come Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, Gary Snyder, Michael McClure, Charles Olson e ovviamente Jack Kerouac, che influenzò profondamente la società del tempo.
Intanto il secondo matrimonio già cola a picco a cuasa delle continue relazioni sessuali di Jack. La moglie, rimasta incinta, nonostante il parere contrario del marito, porta avanti la gravidanza. Il 16 febbraio 1952 ad Albany nasce la figlia Janet Michelle Kerouac, che avrà vita difficile e morirà, nel 1996, a quarantaquattro anni per abuso di sostanze stupefacenti.
Raggiunto Burroughs a Città del Messico, dove passa il Natale, Kerouac ritorna a San Francisco dove incontra Alene Lee, tipico esemplare del mondo underground, del mondo dei "sotterranei". Da questa esperienza amorosa nasce il romanzo "I sotterranei" scritto in sole settandue ore. Il romanzo, basato sulla scrittura spontanea, spinge Kerouac ad enunciare le caratteristiche della sola, possibile letteratura del futuro. Per riprendersi dalla rottura dell'ennesima relazionie, Kerouac inizia a studiare il buddhismo. A San Francisco, invece, inizia a scrivere un'opera poetica che diventerà "San Francisco Blues": in ottanta "chorus" Jack descrive la variegata umanità di San Francisco.
Nel 1955 a Città del Messico intreccia una nuova relazione con Esperanza Villanueva, vedova del fornitore di Burroughs, eroinomane e prostituta, che sarà la protagonista del romanzo "Tristessa". Continua a scrivere poesie e influenzato sia dal be-bop che dal buddhismo scrive "Mexico City Blues", la sua opera poetica più conosciuta: ricordi di infanzia si mescolano alle esperienze di viaggio e di droga; il mito dell'Oriente si affianca alla commemorazione di Charlie Parker; nichilistiche pulsioni suicide si alternano a rassicuranti visioni religiose.
Il 1955 è l'anno di grazia per il movimento della beat generation. Il 7 ottobre, in una ex officina ribattezzata Six Gallery, Kerouac assiste alla storica serata di lettura di poesia: protagonista indiscusso della serata è Allen Ginsberg che legge, per la prima volta, il suo capolavoro poetico, "Urlo". Nello stesso anno Kerouac, conosciuto il poeta Gary Snyder, vive una piacevole esperienza di eremitaggio: Snyder, infatti, lo invita alla scalata del picco del Matterhorn della Sierra Nevada. L'escursione lo entusiasma così tanto che decide di farne lo spunto principale per una nuova opera, i "Vagabondi del Dharma". Inoltre Snyder lo inizia alla poesia giapponese degli haiku: nel 2003 uscirà "Il libro degli haiku".
All'inizio del 1956 Jack aveva fatto richiesta per entrare nel corpo delle guardie forestali delle Cascades e dunque giunge a proposito la richiesta di presentarsi per l'addestramento presso il Picco della Desolazione. L'immensa solitudine di questo luogo non gli dà la serenità sperata, anzi lo atterrisce, decidendo di ritornare in città a San Francisco, dove riprende a vivere la sua solita vita. Tiene comunque un diario che gli servirà da eleborazione per la prima parte di "Angeli della Desolazione". Quindi tornato a San Francisco, si trasferisce a casa di Neal e da qui a Città del Messico dove è di nuovo preso in un vortice di droga e sesso. Il capolavoro poetico di Ginsberg ha acceso l'attenzione della stampa sul movimento della beat generation: tornato a New York insieme ad Allen, Jack scopre di essere diventato famoso. La fama tanto attesa è finalmente arrivata.
Jack si dirige da New York a Tangeri, dove vive Burroughs, tentando di trovare una nuova tranquillità. Qui aiuta l'amico nella stesura del romanzo "Pasto nudo". Raggiunto da Allen e dall'amante di questi, Peter Orlovsky, Jack decide di andare a Parigi dove incontra Gregory Corso e spende tuti i suoi guadagni nell'alcool. Ritornato a New York si trasferisce nuovamente a San Francisco. Nel 1957 Sulla strada fu pubblicato dalla Viking Press di New York; il romanzo fu un successo. Sulla strada è la testimonianza beat per eccellenza. Lo stile è quello del grande romanzo americano: ricche descrizioni, visioni di paesaggi desolati e senso di libertà del viaggio. Elementi che per molti critici ricordavano Mark Twain e che contribuirono a mitizzare Kerouac nei suoi personaggi.
Tuttavia Sulla Strada inizia a "purificarsi" dalle regole grammaticali e sintattiche tradizionali, dando, a tratti, il via a quella che sarà la prosa spontanea.Nonostante il successo del romanzo Jack stentava a ritrovare la felicità perduta: la sua sete di rivincita non poteva placarsi così facilmente. Inoltre Kerouac era consapevole che non tutti i critici sarebbero stati altrettanto favorevoli. Infatti il breve idillio creatosi con la stampa si ruppe definitivamente allorquando Kerouac iniziò a pubblicare tutti i suoi lavori: eccetto i "Vagabondi del Dharma", il resto delle opere di Kerouac conobbe un coro di stroncature. In questa situazione difficile il ricorso all'alcool diventava sempre più sistematico.
In aiuto di Kerouac arrivò Ferlinghetti che gli offrì l'uso di un suo capanno a Big Sur. Kerouac arriva dall'amico in gran segerto per evitare i clamori con cui la celebrità lo tortura. Ma ben presto se ne pente e va al Vesuvio, noto ristorante, dove fa bisboccia per due giorni di fila, lasciando Ferlinghetti allibito. Arrivato a Big Sur Kerouac sprofonda nella desolazione più assoluta: ascoltando i suoni del mare scrive il lungo poema "Mare. Suoni dell'Oceano Pacifico a Big Sur". Nel tentativo di non ripetere l'esperienza disastrosa del Picco della Desolazione ritona a San Francisco dove incontra, nuovamente, Neal e Carolyn. Insieme ad un gruppo di amici Kerouac trascorre giornate di baldoria a Big Sur. L'ultima notte a Big Sur Kerouac ha una visione della croce di Cristo e un tracollo nervoso. Dopo la tragica esperienza, dalla quale sarebbe nato "Big Sur", Kerouac ritorna a casa della madre a New York, dove si abbandona sempre più agli alcolici.
Da New York Kerouac e la madre si trasfericono vicino ad Orlando. Il clima familiare, ormai, non è più sereno: la madre, abbandonatasi anch'essa agli eccessi alcolici, non fa altro che criticare Jack, rinfacciandogli tutto quello che ha fatto, e paragonandolo al fratello Gerard. In questo clima Kerouac scrive "Visioni di Gerard", la definitiva mitizzazione del fratello, considerato alla stregua di un martire cristiano. Dopo aver completato "Angeli di Desolazione" a Città del Messico e dopo aver preso conoscenza dopo due settimane di ubriachezza, Jack decide di tornare a Lowell, dove incontra Stella Sampas, sorella di un suo amico di infanzia, che decide di prendersi cura di Jack, diventando la sua terza moglie.
La vita di Kerouac sprofonda sempre più. La Grove Press paga le spese di una trasferta in Francia, sperando che in questo modo l'autore trovi nuovi stimoli narrativi. Nulla va come previsto: Jack vagabonda per Parigi cercando conforto nelle prostitute e nelle immancabili bottiglie. Da questa nuova, tragica, esperienza, nascerà "Satori a Parigi". Ritornato a New York, Jack e la madre si trasferiscono nuovamente. Gabrielle viene colpita da un ictus che le paralizza il lato sinistro del corpo a causa del frequente abuso di alcolici a cui si è abbandonata.
La casa editrice Mondadori lo invita in Italia per fare pubblicità alla collana della "Medusa". Il 27 settembre 1966 sbarca in Italia in preda alle sue ossessioni da ubriaco e viene intervistato da Fernanda Pivano che, però, non riconosce più l'autore che aveva dato voce ad un'intera generazione. In seguito tiene una serie di conferenze in alcune città italiane, facendosi accompagnare dal cantautore Gian Pieretti, terminate a Napoli dove Jack, ubriaco, difende l'intervento americano nel Vietnam e viene subissato dai fischi.
Nel 1967 Kerouac incomincia a scrivere l'ennesimo romanzo, "Vanità di Duluoz", incentrato sul periodo fra Lowell e la Columbia. Il romanzo esce nel febbraio del 1968. Ma una nuova tragedia incombe su Kerouac: il 4 febbraio il suo amico Neal Cassidy fu trovato morto assiderato nei binari di una ferrovia fuori San Miguel de Allende(Messico), aveva preso barbiturici per calmare i sintomi dell'astinenza da anfetamine. Per tirarlo fuori dalla depressione i cognati Nick e Tracy lo portano in Europa, tra Lisbona, Madrid, Stoccard e Ginevra: l'esperienza è disastrosa in quanto Kerouac non fa altro che ubriacarsi e andare a prostitute.
Trasferitisi nuovamente in Florida, a St.Petersburg, Kerouac continua la sua discesa verso l'oblio: è sempre più frequente vederlo partecipare alle classiche risse da bar in cui si è alzato troppo il gomito. La mattina del 20 ottobre 1969 si sveglia alle quattro del mattino in seguito all'ennesimo sbornia. Verso mezzogiorno ha forti dolori addominali e vomita sangue: il fegato ha ceduto. Portato in ospedale e sottoposto a ventisei trasfusioni, muore alle cinque e mezzo del mattino del 21 ottobre, a quarantasette anni.
La città di San Francisco ha deciso d'intitolare allo scrittore una piccola strada (Jack Kerouac Alley) che da Chinatown porta a Colombus Street.
«Come è strano essere lontani da casa quando la distanza è un intero continente e non sai neanche più dove sia la casa tua e la casa che ti resta è quella che hai in testa » (da una lettera scritta a Neal Cassady)

Le opere e lo stile
«La mia opera forma un unico grosso libro come quella di Proust, soltanto che i miei ricordi sono scritti di volta in volta. A causa delle obiezioni dei miei primi editori non ho potuto servirmi degli stessi nomi di persona in ogni libro. [...] non sono che capitoli dell'intera opera ch'io chiamo La Leggenda di Duluoz [...] veduta attraverso gli occhi del povero Ti Jean (io), altrimenti noto come Jack Duluoz [...] »(Jack Kerouac, 1962)
Questa frase pubblicata da Kerouac all'inizio del romanzo "Big Sur" testimonia che l'opera di Kerouac è essenzialmente autobiografica. Il successo di romanzi quali "Sulla Strada" o i "Vagabondi del Dharma" spesso, infatti, fa dimenticare al lettore che Kerouac considerava i propri libri quali frammenti di un'unica leggendaria vita, la "Leggenda di Duluoz", l'ennesimo tentativo, da parte degli scrittori americani, di cimentarsi con il "grande romanzo americano".
Già fin dal suo primo romanzo, "Orfeo Emerso", rimasto inedito fino al 2003, scritto a soli ventitré anni, vengono presentati i temi centrali dell'intera opera kerouackiana: gli amori, i conflitti di un gruppo di amici, la ricerca della verità attraverso l'arte in tutte le sue forme. Con il suo romanzo più famoso, "Sulla strada", il tema del viaggio, quale metafora della libertà, entra a far parte della narrativa di Kerouac. Si tratta di un tema non estraneo alla letteratura americana: già Jack London, uno degli autori che più ha influenzato Kerouac, scrisse un romanzo "on the road". Il viaggio si collega alla fuga, al tentativo di isolarsi e di scoprire la verità nella solitudine: è questo il periodo religioso di Kerouac, testimoniato dai "Vagabondi del Dharma", dalle sue opera poetiche quale, oltre al già citato "Mexico City Blues", "La scrittura dell'eternità dorata", e da "Angeli di desolazione". Tuttavia si tratta di una fuga inutile, testimoniata dall'immensa tristezza di romanzi come "Big Sur" e "Satori a Parigi". Una fuga che non ha via di uscita se non la morte dell'autore. Ma forse il tema che più di ogni altro è centrale nell'opera kerouackiana è quello dell'oscillazione tra la città e la metropoli, tra una vita tranquilla, in un ambiente sereno e familiare, e una vita vissuta tra esperienze non sempre glorificanti. Dopo aver scelto per molti anni la city, Kerouac deciderà di tornare sui propri passi, di tornare nella town, nella sua città, nella sua cara Lowell, alla ricerca di un tempo perduto: questa ricerca, testimoniata dal tentativo di rivivere le immagini della felice infanzia, attraverso la scrittura di nuovi romanzi, risulta, però, vana e si conclude con una nuova sconfitta per Kerouac. Attraverso le opere di Kerouac è possibile seguire il suo percorso biografico ed intellettuale.

Dal punto di vista stilistico l'opera di Kerouac rapprsenta un'importante novità nel panorama della letteratura internazionale. Egli lascia, infatti, un nuovo stile, del tutto innovativo: la prosa spontanea. Questo stile, senza regole apparenti, segue dei principi fondamentali dettati dallo stesso Kerouac e che prevedono libertà mentale da cui far scaturire poi quella lessicale come dirà in The Essentials of Spontaneous Prose: "Prima soddisfa te stesso, e poi al lettore non mancherà lo choc telepatico e la corrispondenza significante perché nella tua e nella sua mente operano le stesse leggi psicologiche".
Per il contenuto delle sue storie e il suo modo di scrivere, peraltro fortemente apprezzato da Henry Miller, Kerouac rimarrà il padre dei beatniks fino verso gli anni ottanta, periodo nel quale si decide di cominciare a contestualizzare l'autore in una logica più ampia delle letteratura americana e di analizzare senza preconcetti la sua proposta stilistica.
Oggi si ritiene che il suo contributo letterario, oltre che sociale, sia assai più profondo e qualitativo rispetto ai giudizi che inizialmente l'avevano emarginato in una guglia della controcultura americana.

* 1984 - François Truffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 – Neuilly-sur-Seine, 21 ottobre 1984) è stato un regista, attore e critico cinematografico francese. Ha contribuito alla nascita del movimento della Nouvelle Vague.

L'infanzia e l'adolescenza
François Truffaut nasce a Parigi, vicino Place Pigalle, il 6 febbraio 1932. La madre è Jeanine de Montferrand, all'epoca appena diciottenne. Il padre è Roland Truffaut, un architetto-decoratore che lo riconobbe come suo pur non essendone il genitore biologico. Il futuro regista nel 1945, leggendo il diario di Roland, scopre la verità anche se per scoprire la vera identità del padre naturale dovrà aspettare la fine degli anni sessanta - quando, per la realizzazione del film Baci rubati (1968), il regista contatta un investigatore privato, Albert Duchenne dell'agenzia Dubly, e ne approfitta per affidargli il compito di individuare il suo padre biologico. Viene così a sapere che si tratta di un dentista ebreo, divorziato, che viveva a Belfort. Esita a lungo ma poi decide «di non allacciare i rapporti con il padre ritrovato: era davvero troppo tardi, e poi non voleva creare dei problemi al padre legale Roland Truffaut».
Le circostanze in cui avvenne il concepimento segnarono l'infanzia del regista. La madre, appena diciottenne, quando scopre di essere incinta vorrebbe abortire ma la famiglia (di militari conservatori) si oppone e, per il periodo della gravidanza, la manda in «una sorta di convitto per "traviate"»[2]. Dopo la nascita il bambino viene dapprima messo a balia e poi mandato in campagna dalla nonna presso la quale trascorrerà i suoi primi anni di vita.
Dopo il parto la madre trova un lavoro di segretaria al giornale L'Illustration in cui lavora anche il nonno del futuro regista, l'ex ufficiale Jean de Monferrand. Appassionata di montagna, Jeanine conosce al Club Alpino Francese, di cui il padre è socio onorario, un designer industriale, Roland Truffaut. Nel novembre 1933 si sposano e Roland riconosce il bambino che però andrà a vivere con loro solo alcuni anni più tardi, alla morte della nonna materna.
Il rapporto con la nonna è stato fondamentale per la nascita di una delle grandi passioni del futuro regista, quella per la lettura. Di salute cagionevole, il piccolo François non frequenta la scuola materna ed è la nonna, autrice di un libro sul bigottismo (mai pubblicato) e appassionata lettrice, che lo introduce nel mondo dei libri. È lei che dapprima legge per lui e, poi, gli insegna a leggere. L'amore per la letteratura e per i libri è una delle costanti della vita del regista fin da allora. Lui stesso dirà: «mia madre (...) non sopportava i rumori e m'impediva di muovermi e parlare per ore e ore. Allora io leggevo: era la sola occupazione a cui potessi dedicarmi senza disturbarla. Durante l'occupazione tedesca ho letto moltissimo e poiché stavo spesso solo, mi misi a leggere i libri degli adulti (...). Arrivato a tredici o quattordici anni comprai, a cinquanta centesimi al pezzo, quattrocentocinquanta volumetti grigiastri, Les Classiques Fayard, e mi misi a leggerli in ordine alfabetico (...), senza saltare un titolo, un volume, una pagina»[4].
Alla passione per la lettura non corrisponde però un buon rapporto con le istituzioni scolastiche. Fino al 1941 frequenta il Lycée Rollin in cui, secondo le sue parole, si sente un estraneo. Il fallimento dell'esame di ammissione al sesto anno è l'inizio di un lungo peregrinare tra numerose scuole: «avevo una pessima condotta, più ero punito più diventavo turbolento. A quel tempo venivo espulso molto di frequente e passavo da una scuola all'altra». Ed è proprio in una delle numerose scuole che frequenta per brevi periodi, quella sita al n. 5 di rue Milton, che il dodicenne Truffaut conosce Robert Lachenay, di un anno e mezzo più grande. Ne nasce, anche grazie alla comune passione per la letteratura e per il cinema, un'amicizia che durerà tutta la vita. Lachenay, nel numero speciale che i Cahiers du cinéma dedicheranno al regista nel dicembre 1984, scrive: «l'incomprensione che i suoi genitori manifestavano per lui era simile a quella dei miei. Ciascuno di noi non aveva che l'altro a far le veci della famiglia (...) Se non ci fossimo incontrati e sostenuti a vicenda, certamente ci saremmo avviati entrambi su una brutta strada».
Il primo film che il giovanissimo François Truffaut vede è Paradiso perduto di Abel Gance, che gli comunica una forte emozione. Da allora frequenta assiduamente i cinema, spesso durante le ore di lezione con conseguenze facilmente prevedibili sulla sua resa scolastica. Bocciato più volte, lascia presto la scuola e, poco prima della liberazione di Parigi, fugge dalla colonia in cui lo avevano mandato e trova un lavoro come magazziniere. Dopo aver perduto il lavoro, fonda un cineclub in concorrenza con quello di André Bazin, che conosce in quest'occasione. Sarà una figura fondamentale per il futuro di Truffaut.
Lo stesso Truffaut ha raccontato: «Mio padre ritrovò le mie tracce e mi consegnò alla polizia. Sono stato ospite per molto tempo del riformatorio di Villejuif da cui mi fece uscire André Bazin. Sono stato manovale in un'officina, poi mi sono arruolato per la guerra d'Indocina. Ho approfittato di una licenza per disertare. Ma, dietro consiglio di Bazin, ho raggiunto il mio reparto. In seguito sono stato riformato per instabilità di carattere». Bazin sarà per François Truffaut quell'autentica figura paterna che gli era mancata.
Sarà sempre Bazin a trovargli lavoro presso il servizio cinematografico del Ministero dell'agricoltura e, poi, lo assumerà come critico cinematografico presso una rivista da poco fondata: Cahiers du cinéma.

* 2009 - Giuliano Vassalli (Perugia, 25 aprile 1915 – Roma, 21 ottobre 2009) è stato un giurista e politico italiano, figlio del civilista Filippo Vassalli.
Professore emerito all'Università di Roma La Sapienza, era socio nazionale dell'Accademia dei Lincei per la classe delle Scienze Morali, categoria VI delle Scienze giuridiche.
Compie gli studi universitari negli anni del Fascismo (durante i quali lo troviamo iscritto ai GUF, partecipando anche ad un Littoriale della cultura e dell'arte). Si laurea in giurisprudenza all'università di Roma La Sapienza nel 1936, relatore il penalista Arturo Rocco che sarà anche il suo maestro.
Dopo l'8 settembre 1943 entra nella Resistenza romana. Dall'ottobre 1943 alla fine di gennaio del 1944 fa parte della Giunta militare centrale del CLN. Nel gennaio del 1944 organizzò l'evasione di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat dal carcere di Regina Coeli. Fu fatto prigioniero a Roma dai nazisti nell'aprile 1944. Viene recluso nel carcere nazista di via Tasso dove è anche sottoposto a pesanti torture da parte delle SS. È liberato per intercessione di Pio XII alla vigilia dell'arrivo a Roma delle forze armate angloamericane il 4 giugno 1944.
Avvocato e docente universitario, ordinario di diritto e procedura penale, insegna nelle università di Urbino, Pavia, Padova, Genova, Napoli e Roma dove concluderà la sua carriera accademica nel 1990. Fra i suoi allievi, Angelo Raffaele Latagliata e Franco Coppi. Autore di una copiosa produzione giuridica in materia penalistica e processuale.
È consigliere comunale e capogruppo del Partito Socialista Italiano (PSI) a Roma dal 1962 al 1966; deputato [2] (eletto nella lista PSI-PSDI) dal 1968 al 1972; senatore e capogruppo parlamentare del PSI dal 1983 al 1987. Ministro di Grazia e Giustizia nel governo Goria dal 28 luglio 1987 al 13 aprile 1988, nel governo De Mita dal 13 aprile 1988 al 22 luglio 1989, nel governo Andreotti VI dal 22 luglio 1989 al 31 gennaio 1991.
Nominato giudice costituzionale[3] dal presidente della Repubblica Italiana Cossiga il 4 febbraio 1991, giura il 13 febbraio 1991. È eletto presidente (il 23° nella storia della Corte) l'11 novembre 1999. Cessa dalla carica di presidente e di giudice il 13 febbraio 2000.
Alle elezioni per la presidenza della Repubblica del 1992 è candidato ufficiale del PSI, ma dopo il quattordicesimo scrutino deve ritirare la sua candidatura in favore di Oscar Luigi Scalfaro, che sarà eletto. Già nel 1978 il suo nome era stato proposto ai partiti da Bettino Craxi per il Quirinale.
Il 24 gennaio 2002 l'Università di Bologna gli ha conferito honoris causa la laurea in giurisprudenza.[4] Muore il 21 ottobre 2009 all'età di 94 anni. La notizia fu data dopo le esequie, due giorni dopo[5].

La codificazione
Ha fatto parte di tutte le commissioni insediate dal 1946 al 1968 e dal 1972 al 1978 per la revisione del codice penale e di quello di procedura penale. Nel 1987 in qualità di ministro di Grazia e Giustizia presenta un nuovo disegno di legge delega per la riforma del codice di procedura penale che segue i precedenti progetti rimasti al palo a causa dello scioglimento anticipato della legislatura o di difficoltà di ordine politico. Il nuovo codice, redatto da una commissione presieduta da Giandomenico Pisapia, sarà approvato nel 1988 ed entrerà in vigore nel 1989 (codice che tuttavia sarà sottoposto nel tempo a pesanti modificazioni). Sempre nel 1987 presenta un disegno di legge di riforma parziale del codice di procedura civile, che sarà approvato, con numerose integrazioni, nel 1990. Nel 1990, infine, insedia una commissione di docenti universitari presieduta da Antonio Pagliaro con il mandato di mettere a punto un disegno di legge delega di riforma del codice penale (la commissione terminerà i suoi lavori presentando una proposta, alla quale seguiranno ulteriori progetti redatti da successive commissioni).