Il calendario del 20 Gennaio
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Eventi
• 1265 - A Westminster, il Parlamento inglese tiene la prima seduta nell'omonimo palazzo, da allora conosciuto come Houses of Parliament
• 1667 - La Confederazione Polacco-Lituana cede Kiev, Smolensk, e l'Ucraina della riva sinistra all'Impero Russo con il Trattato di Andrusiv
• 1752 - La cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione della "reggia" vanvitelliana di Caserta. Regno delle due Sicilie
• 1839 - Nella Battaglia di Yungay il Cile sconfigge l'alleanza peruviano-boliviana
• 1841 - La Cina cede Hong Kong al Regno Unito
• 1858 - Il Papa Pio IX pubblica la Lettera Enciclica Cum nuper, sulle calamità naturali occorse nel Regno delle Due Sicilie, sulla necessità di sempre maggiore cautela nella scelta degli ordinandi, vista la cattiva condotta di certa parte del clero locale
• 1885 - L.A. Thompson brevetta le montagne russe
• 1887 - Il Senato degli Stati Uniti permette alla Marina Militare statunitense di noleggiare Pearl Harbor come base navale
• 1921 - Viene adottata la prima costituzione della Turchia, che porta modifiche fondamentali nella fonte e nell'esercizio della sovranità
• 1923 - Lettonia: la bandiera lettone, usata dal 18 novembre 1918, viene formalmente adottata dal parlamento nazionale
• 1936 - Edoardo VIII diventa re del Regno Unito
• 1937 - Franklin Delano Roosevelt diventa per la seconda volta Presidente degli Stati Uniti. Con il suo secondo mandato inizia la prassi per cui ogni Presidente USA, una volta eletto, comincia il proprio mandato il 20 gennaio dell'anno successivo all'elezione.
• 1941 - Franklin Delano Roosevelt diventa per la terza volta Presidente degli Stati Uniti
• 1942 - Seconda guerra mondiale: I Nazisti alla conferenza di Wannsee presso Berlino decidono di risolvere la questione ebraica con la soluzione finale
• 1944 - Seconda guerra mondiale: La Royal Air Force bombarda Berlino con 2.300 tonnellate di bombe
• 1945 - Franklin Delano Roosevelt diviene presidente degli Stati Uniti per la quarta volta, è l'unico presidente a ricoprire la carica per più di due mandati
• 1949 - Harry S. Truman viene re-investito come 33° presidente degli Stati Uniti
• 1952 - Edgar Faure diventa Primo Ministro di Francia
• 1953 - Dwight D. Eisenhower diventa il 34° presidente degli Stati Uniti
• 1954 - Viene fondata la National Negro Network, composta da 40 stazioni radiofoniche
• 1957 - Dwight D. Eisenhower inizia il suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti
• 1961 - John F. Kennedy diventa ufficialmente il 35° presidente degli Stati Uniti
• 1964 - Viene pubblicato Meet the Beatles, il primo album dei Beatles uscito negli USA
• 1965 - Lyndon B. Johnson diventa il 36° presidente degli Stati Uniti
• 1969
- - Viene scoperta la prima pulsar, nella Nebulosa del Granchio.
- - Richard M. Nixon diventa il 37° presidente degli Stati Uniti
• 1973 - Richard M. Nixon inizia il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti
• 1977 - Jimmy Carter diventa il 39° presidente degli Stati Uniti
• 1981 - Ronald W. Reagan diventa il 40° presidente degli Stati Uniti
• 1985 - Ronald W. Reagan inizia il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti
• 1986 - Regno Unito e Francia annunciano i piani per la costruzione del tunnel della Manica
• 1989 - George H. W. Bush diventa il 41° presidente degli Stati Uniti
• 1990 - In seguito a pogrom antiarmeni, Mosca dispiega l'Armata rossa a Baku
• 1993 - Bill Clinton diventa il 42° presidente degli Stati Uniti
• 1996 - Yasser Arafat è eletto presidente dell'Autorità palestinese
• 1997 - Bill Clinton inizia il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti
• 1999 - Il China News Service annuncia nuove restrizioni governative all'utilizzo di Internet
• 2001 - George W. Bush diventa il 43° presidente degli Stati Uniti
• 2005 - George W. Bush inizia il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti
• 2009 - Barack Obama diventa 44° presidente degli Stati Uniti
Anniversari
• 288 - San Sebastiano (Narbona?, 256 – Roma, 20 gennaio 288) è stato un santo italiano, di origine francese, venerato come martire dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa
Secondo la leggenda il santo visse quando l'impero era guidato da Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito imperiale, fu il comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano che aveva in profondo odio verso i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell’ombra contro di me.”; fu quindi da lui condannato a morte, trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio fu abbandonato perché i carnefici lo credettero morto, ma non lo era, e fu amorevolmente curato e riuscì a guarire. Cercando il martirio, sarebbe ritornato da Diocleziano per rimproverarlo e questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Informazioni e leggende sulla sua vita sono narrate nella Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine ed in particolare nella Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo. Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma e risalente al 354.
Tuttavia le biografie e le leggende che lo narrano al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento di di Ivo l'Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.
Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce. La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette "di San Sebastiano". San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio Romano sul versante orientale del palatino.
• 473 - Sant'Eutimio (Melitene, 377 – Palestina, 20 gennaio 473) detto anche sant'Eutimio il Grande, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa, visse da anacoreta e fondò diverse laure in Palestina, fu per il movimento monacale della Palestina quello che Sant'Antonio abate fu per quello dell'Egitto.
Quello che sappiamo della sua vita ci è stato tramandato dalla vita scritta da Cirillo di Scitopoli, alcuni anni dopo la sua morte. Nacque da una nobile famiglia di Melitene nella Piccola Armenia. Figlio unico di Paolo e Dionisia, arrivato quando i genitori erano già in età avanzata, accolto come dono ottenuto dopo grandi preghiere. Rimane orfano di padre a tre anni. La madre lo affida in giovane età alla guida del vescovo locale Otreio, che lo istruisce con una solida preparazione teologica. Venne consacrato sacerdote a diciannove anni. A lui venne affidato l'ispettorato dei monasteri della diocesi. Ma la sua inclinazione lo portava a cercare spesso la solitudine e il raccoglimento. Passa sempre più tempo nei monasteri di san Polieuto e dei Trentatré Martiri.
Dopo una decina di anni decide di partire per un pellegrinaggio in Terra Santa. Durante questo viaggio ebbe modo di entrare in contatto con i padri del deserto della Palestina. Si stabilì da prima presso la laura di Pharan, qui conobbe e strinse amicizia con San Teotisto l'Igumeno. Come molti anacoreti, si guadagnava da vivere intrecciando ceste e la sua vita era retta da lunghe veglie e ferrei digiuni. Trascorse alcuni anni presso questa comunità, in seguito si portò nei pressi del Mar Morto assieme a Teotisto, vivendo in una grotta che venne presto trasformata in una chiesa. In questo luogo appartato i due vivevano in completo isolamento. Col tempo altri vollero condividere il loro stile di vita e si fondò in quel luogo una nuova laura, che venne edificata su di uno sperone di roccia adiacente alla grotta. Il compagno Teotisto ne assunse la direzione, mente Eusimio istruiva i monaci alla nuova vita fatta di completo distacco dai beni terreni, fiducia nella Divina Provvidenza, lavoro manuale, devoluzione del superfluo ai poveri, castità e ubbidienza, umiltà e carità.
Attorno all'anno 420 ottiene la conversione di una tribù araba dopo aver guarito il figlio dello sceicco da una grave malattia. Lo sceicco convertito divenne fervente credente e con il nome di Pietro divenne sacerdote e poi vescovo, operando un forte apostolato presso le tribù della sua stirpe. La fama della sua santità si diffonde nella regione e egli, che aspirava a una vita nel silenzio e nella solitudine, con il discepolo Domiziano da prima si sposta nella regione di Rouban, sulla montagna Marda, dove eresse una cappella. Dopo poco tempo passò nel deserto di Ziph e si insediò nella grotta che la tradizione voleva il rifugio di Davide nella fuga dal re Saul. Qui nel tempo si formò la laura che prese il suo nome e che venne consacrata dal Vescovo di Gerusalemme Giovenale nel 429.
La vita di ritiro praticata da questi eremiti, non voleva dire disinteresse per la vita della chiesa, infatti Eutimio partecipò al Concilio di Efeso del 431.
Quando a Gerusalemme si insediò un vescovo monofisita, Eutimio non esitò a disconoscerlo e a fuggire nel deserto di Roudan con la sua comunità, fino al 458 quando l'imperatore non lo destituì e pose al suo posto il precedente vescovo Giovenale. L'impero era scosso in quel periodo da forti tensioni religiose, l'imperatrice Eudossia che era di credo monofisita fu convertita al credo niceno grazie all'opera di Eutimio.
Nella laura che portava il suo stesso nome morì il 20 gennaio del 473
La Chiesa ortodossa considera Eutimio uno dei principali organizzatori della sua liturgia. A lui viene attribuita la prima codificazione della vita monastica e del calendario liturgico ortodosso detto Typikon, calendario e regola da prima adottata nel monastero di San Saba in Palestina e poi nel monastero Studion di Costantinopoli.
• 1485 - Eustochia Smeralda Calafato (Messina, 25 marzo 1434 – Messina, 20 gennaio 1485) è stata una religiosa italiana dell'ordine delle monache clarisse; fondatrice e prima badessa del convento messinese di Montevergine, nel 1988 è stata dichiarata santa da Giovanni Paolo II.
Nasce nel Villaggio SS. Annunziata della città di Messina. Molto si sa sulla vita di Santa Eustochia grazie ad uno scritto biografico redatto da una consorella, Suor Jacopa Pollicino, due anni dopo la morte e rinvenuto solo negli anni quaranta del XX secolo.
Suor Eustochia, al secolo Smeralda Calafato figlia di Bernardo Calafato, ricco mercante messinese e di Mascalda Romano. Nell'anno in cui venne alla luce, siamo nel 1434 la città di Messina era colpita da un'epidemia di peste. I genitori di Smeralda, per sfuggire alla pestilenza decidono di recarsi fuori dalla città, presso il vicino Villaggio della SS.Annunziata ed è li, presso una mangiatoia che la madre Mascalda la diede alla luce il 25 Marzo, giorno in cui coincise il Giovedì Santo con la Festa dell'Annunziata. Si tramanda che sin da piccola la sua bellezza non passasse inosservata. All'età di 15 anni decise di prendere i voti contro il parere della famiglia, pare che i fratelli abbiano anche minacciato di bruciare il convento. Ma nulla distolse da questo proposito la giovane Smeralda che entrò nel Monastero di Basicò con il nome di suor Eustochia, dove rimase per oltre dieci anni.
Amante della povertà e molto risoluta nei suoi propositi ritiene che nel monastero non si osservi alla lettera la regola delle clarisse e a questo proposito ha molte discussioni con le consorelle e la badessa. Decide quindi, pare con i soldi di un ricco parente, di fondare nel 1464 un nuovo convento che chiamerà "Montevergine" dove alla sua morte vi erano ben 50 suore.
Il suo corpo è ancora incorrotto ed è conservato nel Monastero di Montevergine (Messina). Venne canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 giugno 1988.
Si narra che lei posò come modello per Antonello da Messina nel quadro che raffigura la Vergine Maria annunziata.
• 1515 - Ettore Fieramosca (Capua, 1476 – Valladolid, 20 gennaio 1515) è stato un condottiero italiano; il suo nome è legato storicamente alla famosa Disfida di Barletta (1503).
Appartenente alla nobile e antica famiglia dei Fieramosca o Ferramosca, Ettore nacque a Capua nel 1476 da Rainaldo, barone di Rocca d'Evandro, e da una nobildonna non meglio identificata, e che secondo alcuni studiosi era appartenente alla casa dei Gaetani d'Aragona.
Ricevuta un'educazione umanistica, Fieramosca fu presto avviato alla carriera militare e introdotto come paggio alla corte di Ferrante d'Aragona.
Nel 1493, ancora giovanissimo, aveva già il comando di una compagnia di balestrieri a cavallo, con la quale combatté contro Carlo VIII per Ferdinando II che seguì anche dopo la sconfitta.
Ristabilito il trono di Ferdinando II e poi in seguito alla morte di quest'ultimo, Fieramosca passò al servizio del nuovo sovrano Federico IV che seguì all'assedio di Gaeta nel novembre del 1496. Nel 1497 combatté nelle Marche, inviato dal sovrano ad Ascoli per sedare una ribellione, dove si distinse nella difesa del castello di Offida.
Nel 1501, il cavaliere capuano difese la sua città natale dall'assedio dell'esercito francese che insieme a quello spagnolo si spartiva il regno aragonese ai danni di Federico IV il quale, sconfitto e consapevole dell'inutilità di ogni ulteriore resistenza, trattò la sua resa rinunciando al trono per ritirarsi in Francia come prigioniero, accompagnato da pochi nobili restatigli fedeli e scortato da un drappello di cavalieri comandati dal Fieramosca.
Dopo questi eventi, considerato un traditore dai suoi concittadini, il Fieramosca, privato nel 1502 delle sue rendite nobiliari, tornò in Italia aggregandosi alle bande di Prospero Colonna, al seguito di Consalvo da Cordova, per occupare la Puglia, prima con l'espugnazione di Taranto e successivamente con l'occupazione di Andria, Canosa, Manfredonia e Barletta.
Acquartieratosi nella città di Barletta, il Fieramosca partecipò a spedizioni e a modeste imboscate condotte dagli spagnoli. Fu proprio a causa di una di queste imboscate che venne fatto prigioniero il cavaliere francese Charles de Torgues, detto La Motte, che aizzato dagli spagnoli accusò apertamente di codardia i cavalieri italiani al soldo del nemico, tra i quali il Fieramosca, sfidandoli a duello. Così il 13 febbraio 1503 tredici cavalieri italiani, guidati dal Fieramosca, e altrettanti cavalieri francesi, guidati da La Motte, si scontrarono a duello nella famosa Disfida di Barletta che vide i primi come vincitori.
Dopo la Disfida, Ettore Fieramosca partecipò nell'aprile dello stesso anno alla battaglia di Cerignola e poi a quella di Gaeta.
Nel 1504, insignito del titolo di cortigiano del Re, Fieramosca si recò in Spagna a capo di una delegazione per reclamare alcuni privilegi per la città di Capua dinanzi al sovrano Ferdinando II di Aragona che non solo accordò le richieste ma conferì al nobile capitano il titolo di conte di Miglionico e signore di Acquara.
Ma, finita la guerra franco-spagnola nel sud Italia, il Fieramosca fu privato da Consalvo da Cordova dei titoli appena concessigli poiché, nominato viceré del Regno di Napoli, quest'ultimo avviò un processo di normalizzazione e di restituzione dei possedimenti perduti ai vecchi feudatari in cambio della loro fedeltà. Fieramosca, perso il feudo di Miglionico e il castello di Roccadevandro, rifiutò l'indennità di 600 ducati annuali, opponendo resistenza e preferendo farsi imprigionare piuttosto che subire il sopruso.
Rimastagli solo la contea di Mignano, il Fieramosca cercò nel 1510, come ritorsione nei confronti degli spagnoli, di passare al servizio della Repubblica di Venezia. Nel 1512 passa al servizio di Fabrizio Colonna e partecipa alla battaglia di Ravenna dove fu gravemente ferito. Dopo la guarigione il Fieramosca raggiunse Ancona per mettersi al servizio del viceré di Napoli, Raimondo de Cardona.
È da questo momento in poi che del cavaliere capuano non si hanno più notizie. Giunto a Valladolid, sede della corte del re di Spagna, muore a causa di una malattia il 20 gennaio 1515 all'età di 39 anni.
Alla sua figura, eretta in epoca risorgimentale a simbolo del valore nazionale, si ispira il romanzo storico Ettore Fieramosca di Massimo D'Azeglio del 1833 e le sue rielaborazioni cinematografiche: Ettore Fieramosca del 1915 diretto dai registi Domenico Gaido e Umberto Paradisi, l'omonimo Ettore Fieramosca film propagandistico del 1938 interpretato da Gino Cervi e diretto da Alessandro Blasetti e in chiave più ironica ne Il soldato di ventura del 1976 diretto da Pasquale Festa Campanile, in cui Fieramosca è interpretato da Bud Spencer.
Col suo nome furono varate nel 1850 la pirofregata Ettore Fieramosca, appartenente alla Real Marina del Regno delle Due Sicilie e in seguito incorporata dalla Regia Marina, nel 1888 l'ariete torpediniere Ettore Fieramosca e nel 1926 il sommergibile Ettore Fieramosca.
Nella città di Barletta, sono inoltre intitolate al nome del cavaliere capuano la scuola media statale Ettore Fieramosca e la rivista mensile locale il Fieramosca.
• 1973 - Amílcar Cabral (Bafatá, 12 settembre 1924 – Conakry, 20 gennaio 1973) è stato un politico guineense. Fu il fondatore del Partito Africano per l'Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC) che portò la Guinea-Bissau e le isole di Capo Verde all'indipendenza dal Portogallo.
Amílcar Cabral è nato in Guinea-Bissau a Bafatá nel 1924 da madre della Guinea-Bissau e da padre originario di Capo Verde. Va a studiare agronomia a Lisbona dove rimane fino al 1952. Qui conosce dei militanti favorevoli a porre termine al periodo di colonialismo.
Di ritorno in Guinea-Bissau come agronomo, vuole contribuire a migliorare la condizione del suo popolo e a mettere fine alla dominazione coloniale portoghese.
Nel 1956 fonda, con Luiz Cabral (suo fratellastro e futuro presidente della repubblica di Guinea-Bissaus), con Aristides Pereira (futuro presidente della repubblica di Capo Verde), con Abilio Duarte (futuro ministro e presidente dell'Assemblea nazionale di Capo Verde) il PAIGC, organizzazione a quel tempo clandestina. Il PAIGC si batte contro l'esercito portoghese su parecchi fronti partendo dai paesi vicini, specialmente dalla Guinea e dal Casamance, provincia del Senegal. Riesce un po' per volta a controllare il sud del paese e a mettere in atto delle nuove strutture politico-amministrative nelle zone liberate.
Amílcar Cabral muore assassinato il 20 gennaio 1973 a Conakry, solamente sei mesi prima dell'indipendenza della Guinea-Bissau. I suoi assassini sono dei membri del suo partito, verosimilmente manipolati dalle autorità portoghesi e sorretti dalle complicità dei più alti livelli dello stato della Guinea.
Cabral non ha visto mai l'indipendenza della Guinea-Bissau e del Capo Verde avvenuta il 10 settembre 1973, causa per la quale ha combattuto per più di venti anni.
• 1983 - Manoel Francisco dos Santos, universalmente noto come Garrincha (IPA: /gar:ĩ´ʃa/[3]) (Pau Grande, 28 ottobre 1933 – Rio de Janeiro, 20 gennaio 1983), è stato un calciatore brasiliano, di ruolo ala. Partecipò a tre edizioni dei Mondiali: Svezia 1958, Cile 1962 e Inghilterra 1966, vincendo le prime due.
• 1984 - Johann "Johnny" Weissmuller (Freidorf, 2 giugno 1904 – Acapulco, 20 gennaio 1984) è stato un nuotatore e attore statunitense.
Fu uno dei migliori nuotatori al mondo negli anni venti, vincitore di 5 ori olimpici, 52 titoli nazionali statunitensi e con 67 record mondiali stabiliti in carriera. Abbandonato l'agonismo, passò al cinema e divenne celeberrimo nel ruolo di Tarzan.
• 1990 - Barbara Stanwyck, nata Ruby Catherine Stevens (New York, 16 luglio 1907 – Santa Monica, 20 gennaio 1990), è stata un'attrice statunitense.
Dopo aver intrapreso una carriera da ballerina, arrivando ad esibirsi a Broadway, riuscì a mostrasi nel cinema, grazie inizialmente ai film di Frank Capra Femmine di lusso, 1934 e Arriva John Doe, 1941. Fra i suoi lavori più importanti, si annoverano La fiamma del peccato (di Billy Wilder, 1944) e il telefilm La grande vallata (1965-1969), in cui ricopre il ruolo di una madre di famiglia nel far west del XIX secolo.
È deceduta il 20 gennaio 1990 a Santa Monica nello stato della California a seguito di un infarto.
• 1993 - Audrey Hepburn, all'anagrafe Audrey Kathleen Ruston (Bruxelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993), è stata un'attrice britannica.
Cresciuta in Olanda sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema.
Vincitrice di un Oscar, di un Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy e di due premi Tony, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.
Nel corso della sua carriera lavorò con registi come Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards e divenne famosa grazie a ruoli come quello della Principessa Anna in Vacanze romane (1953) (interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice), di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady (1964).
Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, preferendo dedicarsi alla famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e, da quel momento fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette nel 1992 la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal of Freedom)[1] e nel 1993 il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award).
Audrey Hepburn ha una sua stella sull'Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.
• 2005 - Nicola Badaloni (detto Marco) (Livorno, 1925 – 20 gennaio 2005) è stato un politico, filosofo e storico della filosofia italiano.
Di spiccate convinzioni marxiste, è stato uno studioso di Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Giambattista Vico, Karl Marx, Antonio Gramsci
All'attività di ricerca e di docenza presso l'Università di Pisa, dove è stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e ha occupato dal 1966 e per molti lustri la cattedra di Storia della filosofia, Badaloni ha affiancato un’imponente attività politica nelle file del movimento operaio, ricoprendo per molti anni la carica di sindaco di Livorno (dal 1954 al 1966), di presidente dell'Istituto Gramsci, nonché di membro del Comitato centrale del PCI. I suoi contributi storiografici, salutati fin dall'esordio dall'apprezzamento di Benedetto Croce hanno messo in luce autori considerati minori e pensatori inattuali (Niccolò Franco, Gerolamo Fracastoro, Giovanni Battista Della Porta, Herbert di Cherbury, Antonio Conti) rinnovando radicalmente, attraverso una collocazione nel contesto storico, grandi figure viste dalla storiografia idealistica precedente come immerse in una «solitudine metastorica». «Nelle analisi di Badaloni -ha scritto Remo Bodei- il marxismo, lontano da ogni vulgata, conserva la sua capacità di strumento di comprensione del mondo, di erogatore di energie di cambiamento, di guida per lo sviluppo di una prassi razionale […] anche nel momento in cui i suoi esperimenti di realizzazione storica sono falliti».
Una documentata bibliografia dell'intensa attività storico-filosofica di Badaloni a cura di Gregorio De Paola può leggersi in:
• N. Badaloni, “Inquietudini e fermenti di libertà nel Rinascimento italiano“ (ETS, Pisa, 2004, pp. 481-516).
Il volume è una raccolta di saggi di filosofia moderna di Badaloni, sparsi su varie riviste specialistiche e scritti in più anni (dal 1958 al 2000), con presentazioni di Remo Bodei e di Lina Bolzoni.