Il calendario del 20 Aprile

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

• 1303 - Con la bolla papale In suprema praeminentia dignitatis, Bonifacio VIII istituisce lo Studium Urbis (oggi Università di Roma La Sapienza)

• 1657 - Gli ebrei di New Amsterdam (l'attuale New York) ottengono il diritto alla libertà di religione

• 1775 - Rivoluzione americana: le truppe britanniche prendono d'assedio la città di Boston, Massachusetts

• 1815 - Guerra austro-napoletana: le truppe austriache al comando di Federico Bianchi occupano Firenze.

• 1841 - Pubblicato Murder in Rue Morgue di Edgar Allan Poe

• 1862 - Primo test di pastorizzazione completato da Louis Pasteur e Claude Bernard

• 1865 - Bologna, nasce la prima banca popolare italiana, la Banca Popolare di Credito

• 1879 - Russia: lo studente rivoluzionario Alexander Soloviev fallisce il tentativo di assassinare lo zar Alessandro II di Russia

• 1900 - Torino, al Lingotto si inaugura il primo Salone dell'automobile di Torino

• 1902 - Pierre e Marie Curie purificano e isolano l'elemento radio

• 1917 - Pietrogrado, Vladimir Ulianov (più noto come Lenin) pubblica la sua visione della lotta marxista, le c.d. Tesi di aprile

• 1920 - Belgio, ad Anversa si apre la VII Olimpiade

• 1926

  1. - USA: la Western Electric e la Warner Bros annunciano l'ideazione del Vitaphone, un processo per aggiungere suoni ai film
  2. - Inviata per la prima volta attraverso l'Oceano Atlantico copia di un assegno per radiotrasmissione

• 1940
  1. - Prima dimostrazione pubblica di un microscopio elettronico
  2. - Seconda guerra mondiale: Norvegia, gli inglesi sbarcano nei porti di Andalsnes e Namsos

• 1944 - Seconda guerra mondiale: Benito Mussolini, ormai a capo della Repubblica Sociale Italiana, istituisce il Servizio ausiliario femminile della Repubblica Sociale Italiana

• 1945 - Seconda guerra mondiale: le truppe sovietiche entrano in Berlino

• 1967
  1. - Cipro: Un aereo della Swiss Britannia precipita a Nicosia: 126 vittime
  2. - Un tornado devasta Chicago, provocando 58 morti

• 1968
  1. - Un Boeing 707 della South African Airways precipita durante il decollo a Windhoek, Sudafrica occidentale: 122 vittime
  2. - Canada il Partito Liberale del Canada guidato da Pierre Trudeau vince le elezioni politiche

• 1972 - L'Apollo 16 si posa sulla superficie della luna

• 1978 - Milano, il Maresciallo Francesco di Cataldo, degli agenti di custodia del carcere di San Vittore, viene ucciso dalle BR

• 1980 - Tizi-Ouzou (Algeria), la polizia irrompe nel campus dell'università e inizia la repressione della Primavera berbera (in berbero Tafsut n Imazighen o semplicemente Tafsut), cioé l'insieme degli eventi che si svolsero nella primavera del 1980 in Cabilia e ad Algeri, durante i quali si manifestò per la prima volta pubblicamente l'esigenza di un riconoscimento della lingua e della cultura berbera in Algeria. Si tratta anche del primo movimento popolare di opposizione alle autorità algerine dopo l'indipendenza del 1962.

• 1992 - Freddie Mercury Tribute Concert al Wembley Stadium: vi partecipano i maggiori cantanti del panorama mondiale

• 1998
  1. - Roma, inizia il processo per l'omicidio di Marta Russo
  2. - Un Boeing 727-200 della Air France precipita su una montagna subito dopo il decollo dall'aeroporto di Bogotá, Colombia: 53 vittime

• 1999 - USA: Massacro della Columbine High School: in una sparatoria muoiono quindici persone e ventitré rimangono ferite.

• 2001 - Canada: manifestazione dei movimenti antiglobalizzazione a Quebec City contro un summit della FTAA

• 2004 - Spagna: il governo socialista guidato da Zapatero, che ha sostituito l'esecutivo del popolare Aznar, ritira il proprio contingente dall'Iraq

Anniversari

• 1472 - Leon Battista Alberti (Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472) è stato un architetto, scrittore, matematico e umanista italiano; fu inoltre crittografo, linguista, filosofo, musicista e archeologo: una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento. Il suo primo nome si trova spesso, soprattutto in lingue straniere, come Leone.
Alberti fa parte della seconda generazione di artisti dell'Umanesimo, di cui fu una figura emblematica per il suo interesse nelle più varie discipline.
Un suo costante interesse era la ricerca delle regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti. Nelle sue opere menzionò alcuni canoni, ad esempio: nel De statua espose le proporzioni del corpo umano, nel De pictura fornì la prima definizione della prospettiva scientifica e infine nel De re aedificatoria (opera terminata nel 1450) descrisse tutta la casistica relativa all'architettura moderna, sottolineando l'importanza del progetto e le diverse tipologie di edifici a seconda della loro funzione.
L'aspetto innovativo delle sue proposte consisteva nel mescolare l'antico ed il moderno esaltando così la prassi degli antichi e quella moderna inaugurata da Brunelleschi. Inoltre, secondo Leon Battista Alberti: «...l'artista in questo contesto sociale non deve essere un semplice artigiano, ma un intellettuale preparato in tutte le discipline ed in tutti i campi». Una concezione figlia dell'enciclopedismo medievale degli uomini dotti, ma aggiornata all'avanguardia umanista. La classe sociale a cui Alberti faceva riferimento è comunque un'aristocrazia e alta "borghesia" illuminata fiorentina. Egli lavorò al servizio dei committenti più importanti dell'epoca: il papato, gli Este a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, i Malatesta a Rimini.
Come architetto Alberti viene considerato, accanto a Brunelleschi, il fondatore dell'architettura rinascimentale. La differenza essenziale tra i due si colloca soprattutto sul piano geometrico: dove Brunelleschi ideava sempre spazi tridimensionali, Alberti organizzava geometricamente le superfici bidimensionali. Un punto in comune è invece la valorizzazione della tradizione locale, attingendo nella storia del singolo edificio e razionalizzando gli elementi preesistenti, in modo da ottenere qualcosa di estremamente moderno ma radicato nello specifico.

• 1814 - Il conte Giuseppe Prina (Novara, 20 luglio 1766 – Milano, 20 aprile 1814) è stato un politico italiano.
In epoca napoleonica Prina ricoprì in particolare l'incarico di Ministro delle Finanze del Regno d'Italia. Detestato per tale ruolo, alla caduta del Regno con la fine del periodo napoleonico, fece una tragica fine: fu linciato a morte a Milano dalla folla inferocita.

▪ 1887 - Chiara (al secolo Dina) Bosatta (Pianello del Lario, 27 maggio 1858 – Pianello del Lario, 20 aprile 1887) è stata una religiosa italiana, cofondatrice (insieme al don Luigi Guanella) della congregazione delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza. Nel 1991 papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata beata.
Figlia di Alessandro Bosatta, piccolo produttore di seta, e di Rosa Mazzucchi, rimase orfana di padre in tenera età e nel 1871 venne inviata a studiare presso la casa delle Figlie della Carità di Gravedona, dove si mantenne lavorando come inserviente. Rimase dalle Canossiane fino al 1878 e manifestò anche l'intento di entrare come religiosa nella congregazione, ma essendo stata giudicata più incline alla vita contemplativa venne rifiutata.
Tornata nel suo paese natale, entrò con la sorella Marcellina nella Pia Unione delle Figlie di Santa Maria, sodalizio creato dal parroco Carlo Coppini per servire presso l'ospizio di carità da lui fondato per gli anziani e l'infanzia abbandonata, dove alla Bosatta venne affidata l'istruzione delle piccole ospiti.
Nel 1881 al defunto don Coppini subentrò Luigi Guanella sotto la cui guida il sodalizio venne trasformato in congregazione di voti semplici: Dina Bosatta, che assunse il nome religioso di Chiara, divenne responsabile della formazione spirituale delle consorelle ed è ritenuta cofondatrice dell'istituto.
Nel 1885 si trasferì ad Ardenno, dove don Lorenzo Guanella, fratello di Luigi, si avvalse della sua collaborazione per aprire nella cittadina la Cittadella della Carità: ammalatasi, fece ritorno a Pianello, dove si spense nel 1887, all'età di 28 anni.
Il culto
Lo stesso Luigi Guanella si attivò presso l'arcivescovo di Milano Andrea Carlo Ferrari e papa Pio X perché venisse aperto il processo di beatificazione della Bosatta, che venne effettivamente avviato nel 1912: riconosciutane l'eroicità delle virtù, papa Giovanni Paolo II le riconobbe il titolo di Venerabile ed il 21 aprile del 1991, a Roma, presiedette alla cerimonia della sua beatificazione.
Memoria liturgica il 20 aprile.

• 1946 - Don Ernesto Buonaiuti (Roma, 25 giugno 1881 – Roma, 20 aprile 1946) è stato un presbitero, storico, antifascista, teologo, accademico italiano, studioso di storia del Cristianesimo e di filosofia religiosa, fra i principali esponenti del modernismo italiano. Scomunicato e ridotto allo stato laicale dalla Chiesa cattolica, fu privato della cattedra universitaria dal regime fascista per essersi rifiutato, con altri 13 docenti soltanto, di giurare fedeltà al regime.

«Il Cristianesimo è l'unica democrazia possibile; perché in nessun'altra forma di vita religiosa, come in nessun'altra visione filosofica della vita, l'aggregato umano, il senso della solidarietà universale, la coscienza dell'unica famiglia del mondo hanno, come nel Cristianesimo, altrettanto rilievo e altrettanto inconsumabile peso. » (Lettera di don Ernesto Buonaiuti pubblicata in I quattro del Gesù (Rizzoli 1999) pag. 24)

Dopo avere frequentato il seminario dell'Apollinare di Roma (qui fra i suoi compagni vi fu Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, Buonaiuti fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903, iniziò i suoi studi, collaborando con lo storico delle religioni Salvatore Minocchi, utilizzando le risorse offerte dal metodo positivo allo studio del Cristianesimo primitivo ("Il cristianesimo primitivo e la Politica imperiale romana", 1911).
Fondò a soli 24 anni la Rivista storico-critica delle scienze teologiche, per la diffusione della cultura religiosa in Italia e diresse in seguito la rivista Ricerche religiose. Queste riviste vennero poste poi all'Indice. Il 25 gennaio 1925 era stato colpito con la scomunica, ribadita più volte, per aver preso le difese del movimento modernista soprattutto nelle opere Il programma dei modernisti (1908) e Lettere di un prete modernista (1908). Nell'autobiografia ("Il pellegrino di Roma", 1945), Buonaiuti ricostruì il conflitto con la Chiesa cattolica, della quale, nonostante la scomunica, continuò a proclamarsi figlio fedele.
Dal 1925 fu professore universitario di Storia del cristianesimo presso l'Università di Roma; in seguito al Concordato del 1929, tuttavia, venne esonerato dalle attività didattiche e assegnato a compiti extra-accademici. La cattedra universitaria gli fu tolta definitivamente nel 1931 per aver rifiutato il prestare Giuramento di fedeltà al Fascismo.
Dopo la caduta del regime, nel 1945, Bonaiuti venne comunque escluso dai ruoli di professore universitario, sulla base di una discussa applicazione retroattiva del concordato, che prevedeva il divieto, per un sacerdote scomunicato, di occupare una cattedra in una università statale.

Opere
L'opera di Buonaiuti è sterminata: ha lasciato circa tremilaottocento lavori scritti, fra i quali importanti una "Storia del Cristianesimo" in tre volumi, l'autobiografia (Il pellegrino di Roma) e gli studi su Gioacchino da Fiore (Gioacchino da Fiore: i tempi, la vita, il messaggio) e gli studi su Lutero e la Riforma protestante. Inoltre, un testo sullo gnosticismo (Lo gnosticismo. Storia di antiche lotte religiose, I Dioscuri, Genova 1987). Tra le sue prime opere: Saggi sul cristianesimo primitivo, a cura e con introduzione di Francesco A. Ferrari, pubblicato a Città di Castello, dalla Casa Editrice "Il Solco" (Gubbio, Tip. Oderisi) nel 1923.

Storia del Cristianesimo
L'opera, pubblicata negli anni 1942-1943, si compone di tre volumi, il primo dedicato all'Evo Antico, il secondo all'Evo Medio, l'ultimo all'Evo Moderno.
È considerata l'opera più significativa dell'attività scientifica del Buonaiuti. Come egli stesso ha rievocato nell'autobiografia del 1945, l'opera ha motivazioni apologetiche ("per istituire il bilancio definitivo dell'azione cristiana nella storia, ora che da mille indizi si poteva facilmente e sicuramente arguire che il Cristianesimo si avvicinava ad un'ora di drammatico trapasso").

L'idea centrale dell'opera si svolge intorno al carattere mistico e morale del Cristianesimo e alla sua successiva trasformazione in un sistema filosofico-teologico e in una organizzazione burocratica. Per Buonaiuti, le religioni superiori non sono visioni speculative del mondo e schematizzazioni razionali della realtà, ma indicazione normativa di atteggiamenti pre-razionali e spirituali. Il Cristianesimo, nato come annuncio di palingenesi, veicolava un vastissimo programma sociale "che imponeva un progressivo arricchimento concettuale e un inquadramento disciplinare sempre più rigido. Per vivere e fruttificare nel mondo, il Cristianesimo fu condannato così a snaturarsi e a degenerare" (Storia del cristianesimo, I, p. 15 e segg.). La sola salvezza per la Chiesa e per la società moderna è, per Buonaiuti, il ripristino dei valori elementari del Cristianesimo primitivo: l'amore, il dolore, rimorso, la morte.

Il Pellegrino di Roma (o La generazione dell'esodo)
Opera autobiografica di Ernesto Buonaiuti pubblicata a Roma nel 1945.
Il titolo del libro cita una definizione di Buonaiuti datane dallo storico Luigi Salvatorelli, il quale aveva intitolato un suo saggio "Ernesto Buonaiuti, pellegrino di Roma" per sottolineare l'amore di Buonaiuti per la Chiesa cattolica, nonostante i gravissimi provvedimenti disciplinari presi contro di lui (La Cultura, XII, 1933, pp. 375-391).
Buonaiuti riconosce come sue due opere di argomento modernista pubblicate entrambe nel 1908 anonime: Lettere di un prete modernista, considerate tuttavia dall'autore un peccato di gioventù, e Il Programma dei Modernisti.
Le posizioni moderniste sono giustificate da Buonaiuti soprattutto da motivazioni scientifiche (critica biblica ed esegesi). Inizialmente il modernismo di Buonaiuti appariva simile alle posizioni della teologia liberale protestante (Albrecht Ritschl, Adolf von Harnack). Le ricerche sulla spiritualità del mondo antico, da Zarathustra ai tragici greci, portarono tuttavia Buonaiuti a riconoscere nelle esperienze spirituali precristiane un'anticipazione della visione cristiana della vita. Buonaiuti si dichiara cattolico e dichiara di voler rimanere tale usque dum vivam (finché avrò vita), come scrisse alla facoltà di teologia di Losanna, la quale gli rifiutò la cattedra di storia del cristianesimo poiché egli non aveva accettato la condizione di aderire a quella Chiesa Evangelica.

Lutero e la Riforma in Germania
Opera pubblicata la prima volta nel 1926, ristampata al termine della seconda guerra mondiale, con l'aggiunta del capitolo La crisi finale, pubblicata infine postuma nel 1958 col titolo Lutero, è nata da un corso di universitario svolto da Buonaiuti all'Università di Roma. Nella prima edizione lo scisma di Lutero viene interpretato come espressione dell'individualismo della cultura dell'Europa nel Nord che non aveva assimilato i valori della vita sociale propria del Mediterraneo. Nel capitolo aggiunto all'edizione del 1945 Buonaiuti indica nel nazionalsocialismo l'ultima e più drammatica conseguenza dello scisma luterano.

• 1951 - Ivanoe Bonomi (Mantova, 18 ottobre 1873 – Roma, 20 aprile 1951) è stato un avvocato, giornalista e politico italiano.
Nato nel 1873, dopo dunque il sostanziale completamento dell'unità d'Italia, appartenne a quella definita seconda generazione degli uomini politici della giovane nazione italiana, quelli che non avevano partecipato alle lotte armate del Risorgimento.
Fin dal 1893 si iscrisse al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, di cui divenne uno dei membri di spicco. Si laureò nel 1896 in scienze naturali, e successivamente nel 1900 in giurisprudenza. Frattanto si era dedicato all'insegnamento, che abbandonò nel 1898 per occuparsi di giornalismo socialista, collaborando con i giornali socialisti L'Avanti, Critica Sociale, Tempo e Azione Socialista.
Bonomi fu eletto come deputato nelle file socialiste ma venne espulso dal partito nel 1912 per il suo parziale appoggio alla guerra di Libia iniziata dal quarto governo Giolitti: affermava infatti che una delle soluzioni possibili all'emigrazione degli italiani in quegli anni verso l'America e l'Europa settentrionale fosse l'occupazione di nuovi territori per indirizzarvi gli emigranti.
In realtà lo spunto per l'espulsione fu dato dalle felicitazioni di Bonomi, Leonida Bissolati ed Angiolo Cabrini a Vittorio Emanuele III per lo scampato attentato del 14 gennaio 1912.
Così, assieme a Bissolati, Cabrini, ed altri dissenzienti dal Partito Socialista Bonomi decise di fondare il Partito Socialista Riformista Italiano (PSRI), con il quale appoggiò i governi giolittiani.
Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) sostenne l'interventismo democratico, recandosi anche volontario al fronte.
Al termine della prima guerra mondiale, Bonomi divenne ministro dei Lavori Pubblici nel Governo Boselli dal 1916 al 1919, ministro della Guerra dal 14 marzo 1920 al 21 maggio 1920 (Governo Nitti I) e di nuovo dal 15 giugno 1920 al 2 aprile 1921 (Governo Giolitti V), ministro del Tesoro dal 2 aprile 1921 al 4 luglio 1921 (Governo Giolitti V), Presidente del Consiglio tra il 4 luglio 1921 ed il 26 febbraio 1922, e ad interim ministro dell'Interno e ministro degli Esteri. Da Presidente fu molto acquiescente verso le formazioni paramilitari fasciste, o perlomeno non mostrò fermezza nella loro dispersione, tenendo peraltro una condotta repressiva nei confronti delle formazioni di difesa antifasciste, tra cui gli Arditi del Popolo. Durante il periodo del suo governo, inoltre, il 2 agosto 1921 ordinò la soppressione del corpo dei bersaglieri, che durante la prima guerra mondiale avevano subito perdite ingenti.
Appoggiò in seguito il governo guidato da Luigi Facta e nel 1924 si candidò nuovamente come deputato, ma venne sconfitto dal candidato del Listone Mussolini. Dopo l'instaurazione della dittatura fascista si ritirò a vita privata dedicandosi agli studi storici.
Dal 1942 tuttavia svolse il ruolo di anello di congiunzione tra i Savoia e il maresciallo Pietro Badoglio: a settembre 1942 fonda, con altri liberali, il giornale clandestino "Ricostruzione", e nel luglio 1943 aderisce al rinnovato Partito Liberale. Dopo la caduta del fascismo e l'invasione alleata divenne presidente del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN); fondò successivamente il Partito Democratico del Lavoro, di ispirazione democratica e riformista; in seguito alla caduta del secondo governo Badoglio, ottenne il 9 giugno 1944 l'incarico di creare un nuovo governo: il 18 giugno così si insediò a Salerno il Governo Bonomi II.
Il governo rimase in carica fino al 26 novembre, giorno in cui Bonomi rassegnò le dimissioni a causa delle divergenze interne ai partiti della coalizione. A causa del veto alleato alla creazione di un altro governo, l'incarico venne confermato a Bonomi, che il 10 dicembre 1944 formò il Governo Bonomi III il quale durò fino al 19 giugno 1945, giorno in cui Bonomi diede ancora le dimissioni, dopo la liberazione del Nord Italia, per spianare la strada alla creazione di un governo democratico. Durante i suoi governi risolse energicamente il problema dell'arruolamento delle cinque divisioni italiane di supporto agli alleati nella conquista del Nord.
Dal 1947 partecipò alle conferenze di pace come delegato dell'Italia. Nel frattempo, assunse la presidenza del Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI), che mantenne fino alla morte.
L'8 maggio 1948 venne eletto presidente del Senato della Repubblica, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta il 20 aprile 1951 a Roma, all'età di settantotto anni.

▪ 1970 - Paul Celan (Cernăuţi, 23 novembre 1920 – Parigi, 20 aprile 1970) è stato un poeta rumeno ebreo, di madrelingua tedesca, nato in una città della Bucovina austroungarica, oggi parte dell'Ucraina.
Era figlio unico di Leo Antschel-Teitler (1890 – 1942) e della di lui moglie Fritzi Schrager (1895 – 1942).
Il futuro scrittore, sin dalla sua infanzia, trascorsa quasi interamente a Czernowitz e caratterizzata dall'educazione rigida e repressiva del padre, apprende la conoscenza della lingua e della letteratura tedesca in particolare grazie alla madre. I primi scrittori ai quali si appassiona sono Goethe, Rilke, Rimbaud; sin dal ginnasio coltiva un certo interesse per i classici dell'anarchismo, quali Gustav Landauer e Koprotkin, che preferisce decisamente alla lettura di Marx.
Nel 1938, conseguita la maturità, decide di iscriversi alla facoltà di Medicina a Tours, in Francia; il treno sul quale viaggia sosta a Berlino proprio durante la Notte dei cristalli. È in questo periodo che Paul inizia a scrivere le prime poesie (poi confluite nell'antologia postuma "Scritti romeni"), intensificando la lettura di Kafka, Shakespeare e Nietzsche. Tornato in patria, a causa dell'annessione all'URSS, non può più ripartirne; si iscrive perciò alla facoltà di romanistica locale. Poco più tardi, nel 1942, in seguito all'occupazione tedesca della Bucovina, Celan vive direttamente le deportazioni che condussero gli ebrei di tutta Europa all'Olocausto. Il giovane Antschel (Celan, il suo nome d'arte è l'anagramma del suo vero cognome, ideato solo nel 1947) riesce a sfuggire alla deportazione ma viene spedito in diversi campi di lavoro in Romania; perderà però definitivamente i genitori, catturati dai nazisti: il padre muore di tifo e la madre viene fucilata nel campo di concentramento di Michajlovka, in Ucraina. Nel 1944, dopo aver lavorato perfino come assistente in una clinica psichiatrica, pur di sfuggire alle deportazioni, con la liberazione da parte delle truppe sovietiche, torna a Czernowitz per completare gli studi nella facoltà di anglistica; nel 1945, dopo aver donato tutte le sue prime poesie a Ruth Lackner, attrice e suo primo amore, parte per Bucarest, dove lavora come traduttore e conosce alcuni importanti poeti romeni, fra cui Petre Solomon; è di questo periodo la pubblicazione della prima versione di Todesfuge. È però costretto a fuggire nuovamente, attraverso l'Europa, a causa delle persecuzioni del regime comunista; raggiunge prima Vienna, dove pubblica la sua prima silloge ufficiale, "La sabbia delle urne", e un breve saggio di movente psicoanalitico, "Edgar Jenè e il sogno dei sogni", poi trova ospitalità in Francia, a Parigi, dove si iscrive all'École normale supérieure. Nel 1950 pubblica una raccolta di aforismi, intitolata "Controluce". Si sposa nel 1952 con la pittrice Gisele de Lestrange e pubblica il suo scritto più famoso, Mohn und Gedächtnis, contenente la celeberrima poesia Todesfuge, cioè "fuga (termine musicale) della morte" ma anche molte poesie di ispirazione più romantica. Si appassiona in questi anni alla lettura di Heidegger, che segnerà profondamente il suo percorso poetico; ha anche frequenti contatti con René Char e, poco dopo, con la poetessa Nelly Sachs.
Nel 1953, ormai inseritosi nel tessuto culturale francese, subisce gravissime accuse di plagio da parte della vedova del poeta Yvan Goll; Celan riuscirà a scagionarsi, ma questa vicenda minerà profondamente le sue condizioni psichiche, già provate dagli avvenimenti dell'infanzia e del periodo bellico.
Sempre più frequenti divengono in quegli anni i contatti con gli ambienti culturali tedeschi, con il Gruppo 47(anche in seguito a una breve relazione, risalente al 1948, con la poetessa Ingeborg Bachmann) e altri poeti e scrittori. Occasione di questi incontri sono diverse letture pubbliche di poesie(peraltro inizialmente accolte con una certa freddezza dagli esponenti del gruppo 47) e, in particolare, alcuni premi, fra i quali quello della città di Brema, nel 1958, in occasione della cui consegna Celan descrive la sua poesia come "un messaggio in bottiglia".
In particolare dalla metà degli anni cinquanta si dedica, anche al fine di mantenersi economicamente, a una intensa attività di traduttore da varie lingue: traduce Emil Cioran, Ungaretti, Paul Valéry e altri. I contatti con la Germania, dopo il premio dell'associazione industriali (1956) e quello di Brema, divengono sempre più frequenti. Nel 1959 diviene lettore di lingua tedesca all'ENS, attività che proseguirà fino alla sua morte. Un progettato incontro con il filosofo Adorno non riesce; conosce invece il critico letterario Peter Szondi, che gli dedicherà significativi scritti.
Nel 1960, in occasione della consegna del premio Georg Büchner, pronuncia un importante discorso sul valore della poesia, dal titolo Der Meridian. Nel 1962 subisce il primo ricovero in clinica psichiatrica, derivante da un pesante sentimento di angoscia; gli sono vicini, in questo periodo, il poeta Yves Bonnefoy e lo scrittore Edmond Jabes. Proprio in questo periodo, fra i frequenti ricoveri in clinica, concepisce le sue massime opere poetiche, la prima, ispirata all'epitaffio di Rilke, "La rosa di nessuno", e la breve silloge "Cristallo di respiro", illustrata dalla moglie ed esposta in edizione di lusso al Goethe Institut di Parigi, nel 1965. Nel 1967, in seguito a un progressivo peggioramento delle sue condizioni psichiche, si separa dalla moglie, dalla quale aveva avuto due figli, Francois nel 1953 (morto dopo pochi giorni di vita) ed Eric nel 1955.
Sempre nel 1967, dopo aver tenuto pubblica lettura delle sue poesie a Friburgo, incontra nella baita di Todtnauberg il filosofo tedesco Heidegger, cui chiederà, senza successo, un ripensamento sulla sua silenziosa complicità col nazismo. Dapprima vicino al movimento studentesco del 1968, se ne allontana temendone la svolta violenta e ideologica; nel 1969 finalmente riesce a compiere il suo primo viaggio in Israele; svolge inoltre alcune letture pubbliche, fra le quali ancora una a Friburgo, presso Heidegger, che il poeta rimprovera aspramente per la disattenzione con cui lo ascolta.
Nella notte tra il 19 e il 20 aprile del 1970 si toglie la vita gettandosi nella Senna dal ponte Mirabeau, prossimo alla sua ultima dimora di avenue Zola. Il suo corpo sarà ritrovato i primi di maggio, a pochi chilometri dal ponte. Gli eventi successivi a quella notte, che rientrano a giusto titolo in una biografia, sono scanditi dalla pubblicazione delle sue ultime raccolte di poesie: Lichtzwang che uscirà nel mese di giugno del 1970, già da tempo consegnata all'editore, Schneepart, composta nel 1968 e licenziata nel 1971, infine Zeitgehöft, che comparirà, davvero postuma nel 1976, ricomposta ed intitolata sulla scorta di una cartella ritrovata in avenue Zola, ma non ordinata dall'autore.

Cristallo di respiro
"In fondo
 al crepaccio dei tempi,
(...)
 attende, un cristallo di respiro,
 la tua immutabile
 testimonianza."
Il ciclo di poesie dal titolo Atemkristall (Cristallo di Respiro), pubblicato in una piccola plaquette ad edizione limitata, nel 1965, con otto incisioni della moglie di Celan, Gisele, e successivamente incluso nella raccolta Atemwende (Svolta del respiro) è quasi unanimemente riconosciuto come l'apice della produzione poetica di Celan, tanto che il filosofo H.G. Gadamer ha voluto dedicare un'intera opera, dal titolo "Chi sono io, chi sei tu?", all'interpretazione delle 21 poesie di questa silloge.
Si tratta di componimenti piuttosto brevi, non recanti alcun titolo, che, come tutta la produzione poetica di Celan, caratterizzata dalla polisemia delle figure presentate e dall'oscurità delle metafore adottate, hanno dato luogo a molteplici tentativi di individuarne il significato.
Tutte le poesie sono rivolte in ogni caso espressione limpida di un tentativo di dialogo fra un io e un tu, che tuttavia sarebbe forzato e sbrigativo individuare, come pure è stato fatto, con l'io del poeta nel suo dialogo con la moglie, o la madre, o una sorta di donna o altro ideale, o addirittura con il Nessuno della Niemandrose (la "Rosa di Nessuno")o con altre figure astratte. Celan stesso ha più volte inteso chiarire che la sua poesia è di per sé una stretta di mano, la possibilità di incontro fra un io - che non è già più il poeta, cui la poesia non appartiene più, una volta che essa sia scritta - e un altro, un tu, di cui la poesia è sempre in cerca.
Ciò che quindi è importante ed evidente in questo ciclo di poesie è la necessità, più volte evocata, che questo incontro fra l'io e l'altro - incontro che è in ogni caso possibile solo a partire dalla irriducibile alterità che si frappone tra i due - si concretizzi in una parola di testimonianza. "Dove arde una parola che testimoni per noi due?", domanda Celan nella penultima poesia.
Questo tema della testimonianza - che poi diverrà, fra l'altro, oggetto di importanti analisi nella filosofia di Derrida, altro autore che ha dedicato uno studio alla poesia di Celan (dal titolo Schibboleth) - non può non evocare a sua volta le vicende esistenziali private (pensiamo agli abusi subiti nell'infanzia) e pubbliche (gli orrori del nazismo) di cui Celan stesso era stato testimone, e rispetto ai quali avvertì sempre la mancanza di una parola adeguata per rendere ragione e memoria di ciò che era accaduto senza che, tuttavia, questo rendere ragione, questo ricordo divenisse una sorta di giustificazione. Senza dubbio in ogni caso, il tema della deportazione è evocato chiaramente in una delle ultime poesie del ciclo, dove si allude alla "nera carrozza del serpente" in cui "al di là del fiume / ti trassero".

Il meridiano
Il discorso dal titolo "Il meridiano", pronunciato in occasione della consegna del premio Büchner nel 1960, costituisce un vero e proprio manifesto della poetica celaniana, nonché una delle rarissime opere in prosa dell'autore (se escludiamo il copioso epistolario, alcuni aforismi e pochi altri brevissimi testi).
Si tratta di una lunga allocuzione in cui il poeta, riprendendo e rivendicando le critiche mosse alla sua poesia (ad es. dallo scrittore ebreo Primo Levi), accusata di eccessiva oscurità e di disperato nichilismo, dichiara la sua concezione della poesia come luogo utopico, ma pur sempre realissimo, di un possibile incontro con l'altro. Per favorire questo incontro il poeta deve però esercitare una costante attenzione che è, per Celan, concentrazione nei confronti delle proprie date, di quelle date cioè, che costituiscono le tappe della propria biografia: un esercizio di memoria storica e biografica, quindi, che non si deve tradurre, però, in un esplicito resoconto di fatti o in una sorta di conversazione ideologica. Celan rivendica infatti alla poesia la sua propria oscurità, che può tradursi perfino nel rischio di ammutolire, rischio a cui la poesia di Celan si espone apertamente: solo in questa esposizione infatti la poesia può diventare apertura all'incontro con l'altro, all'accadere del senso. Ciò che Celan sembra tratteggiare, quindi, è una critica del linguaggio in quanto capace di prestarsi alla manipolazione e all'imposizione autoritaria propria del totalitarismo; a questo linguaggio egli contrappone la sua parola quasi ridotta al silenzio, quella che nella celebre poesia Argumentum e silenzio, dedicata al poeta-partigiano René Char, definirà la parola strappata al silenzio.
In questa ottica quindi il discorso si conclude con l'identificazione del Meridiano come luogo della poesia: una linea immateriale, ma allo stesso tempo terrestre, reale, che attraversa svariati territori biografici e concettuali, unendoli tutti e infine ritornando a sé stessa.

Celan traduttore
Celan è stato un traduttore da molte lingue europee: inglese, francese, russo, italiano, ebraico, portoghese e rumeno.

• 1995 - Milovan Đilas (Podbišće, 4 giugno 1911 – Belgrado, 20 aprile 1995) è stato un politico, antifascista partigiano e militante comunista jugoslavo, la sua vicenda politica è strettamente legata alla storia dell’Europa nel dopoguerra e del comunismo europeo. Negli anni '50 pubblicò alcuni libri sul sistema comunista che gli valsero la fama di dissidente.
Di origini montenegrine, ancora giovane cooperò con il Partito Comunista Jugoslavo.
Fu il braccio destro di Tito e uno degli attori principali della resistenza jugoslava, nonché una delle personalità politiche più influenti della nuova Jugoslavia socialista. Al termine della Seconda guerra mondiale, venne nominato vice Primo Ministro della FNRJ, presidente del Parlamento e inviato dell’ONU.
A metà degli anni ’50 cadde in disgrazia: venne progressivamente allontanato dal partito (SKJ) e da tutte le cariche pubbliche. Subì alcuni processi e fu condannato più volte a pene detentive. Con l’estromissione dalla vita politica, ripiegò sull’attività di saggista e narratore, cooperando con giornali e riviste straniere. Morì a Belgrado nel 1995.