Il calendario del 2 Luglio
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Eventi
▪ 1494 - Il Trattato di Tordesillas viene ratificato dalla Spagna
▪ 1555 - Dragut assedia la cittadina di Paola saccheggiandola ed incendiandola
▪ 1679 - Gli europei giungono per la prima volta nel Minnesota e vedono le sorgenti del fiume Mississippi - guidati da Daniel Greysolon de Du Luth
▪ 1755 - Odorico da Pordenone viene proclamato beato da Papa Benedetto XIV
▪ 1777 - Il Vermont diventa il primo stato americano ad abolire la schiavitù
▪ 1798 - John Murphy, leader della Rivolta irlandese del 1798, viene giustiziato in Market Square a Tullow
▪ 1826 - Papa Leone XII stende la sua XI enciclica, Pastoris aeterni
▪ 1839 - Trenta chilometri al largo delle coste di Cuba, 53 schiavi africani ribelli, guidati da Joseph Cinqué, prendono il controllo della nave negriera Amistad
▪ 1849 - I Francesi, guidati dal generale Oudinot, entrano vittoriosi a Roma dopo un mese di assedio
▪ 1861 - Il Tennessee secede dagli Stati Uniti d'America ed entra a far parte degli Stati Confederati d'America
▪ 1863 - Secondo giorno della Battaglia di Gettysburg
▪ 1871 - Vittorio Emanuele II di Savoia entra solennemente in Roma dopo averla conquistata a discapito dello Stato Pontificio
▪ 1881 - Charles J. Guiteau spara e ferisce il presidente statunitense James Garfield, che morirà a causa di un'infezione il 19 settembre 1881
▪ 1897 - Guglielmo Marconi brevetta, a Londra, la radio
▪ 1900 - Primo volo di uno Zeppelin sul Lago di Costanza, vicino a Friedrichshafen, Germania
▪ 1925 - Viene inventato lo sci nautico con la prima sciata, durata più di un minuto, effettuata da Ralph Samuelson
▪ 1926 - Viene istituito il Ministero delle Corporazioni dal Governo Mussolini e Benito Mussolini ne diventa ministro
▪ 1928 - Le autorità fasciste decidono che l'Andrea Doria e la Sampierdarenese devono fondersi per formare la Dominante, antenata della Sampdoria
▪ 1937 - Amelia Earhart e il suo navigatore Fred Noonan, scompaiono nell'Oceano Pacifico, mentre tentano di compiere il primo giro del mondo in aereo sulla linea dell'equatore
▪ 1939 - Superman esordisce in Italia negli Albi dell'Audacia
▪ 1942 - Viene reso operativo il campo per l'internamento civile di Monigo
▪ 1955 - Finisce il Governo Scelba, quarto governo della II Legislatura
▪ 1959 - Matrimonio tra Alberto II dei Belgi e Paola Ruffo di Calabria
▪ 1973 - James R. Schlesinger giura come 12° Segretario della Difesa degli Stati Uniti
▪ 1976 - Il Vietnam del Nord e del Sud si uniscono per formare la Repubblica Socialista del Vietnam
▪ 1984 - Viene autorizzata con D.P.R. la DOCG per il vino Chianti
▪ 1985 - Viene lanciata la Missione Giotto dalla base di lancio di Kourou
▪ 1987
- - Inizia la X Legislatura della Repubblica Italiana
- - Leonilde Iotti diviene la prima Presidente della Camera dei deputati italiana donna
- - Giovanni Spadolini diviene Presidente del Senato italiano
▪ 1990 - In Arabia Saudita 1426 pellegrini muoiono schiacciati dalla folla alla Mecca
▪ 2001 - Il primo cuore artificiale autosufficiente viene impiantato in Robert Tools
▪ 2008 - Viene liberata Ingrid Betancourt, donna di stato colombiana sequestrata dalle FARC nel 2002
Anniversari
* 1503 - Nostradamus, al secolo Michel de Notre-Dame o Miquèl de Nostradama in occitano (Saint-Rémy-de-Provence, 14 o 21 dicembre 1503 – Salon-de-Provence, 2 luglio 1566), è stato un astrologo, scrittore e farmacista francese.
È considerato da molti, assieme a san Malachia, come uno tra i più famosi ed importanti scrittori di profezie della storia. È famoso principalmente per il suo libro Le Profezie, che consiste di quartine in rima, raccolte in gruppi di 100, nel libro Centuries et prophéties (1555).
I sostenitori dell'attendibilità di queste profezie attribuiscono a Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo, tra cui la Rivoluzione francese, la bomba atomica, l'ascesa al potere di Adolf Hitler, e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nessuno tuttavia ha mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro.
Si rileva, infatti, che queste predizioni altro non sono che esempi di chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere in esse ciò che meglio crede. "Nostradamus non ha mai veramente previsto alcun evento futuro. Le uniche tre volte in cui ha indicato una data precisa per le sue profezie, infatti, si è clamorosamente sbagliato: in una, prevedeva il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa per il 1792 (che non c'è mai stata), in un'altra la totale distruzione della razza umana per il 1732 e nella terza la fine del mondo per il 1999".
A quindici anni Nostradamus entro all'università di Avignone per conseguire il baccalaureato. Dopo circa un anno, iniziato a studiare matematica, retorica, astronomia e astrologia fu costretto a lasciare l'università poichè questa chiuse a causa della peste. Stando al racconto tradizionale, Nostradamus viaggiò per otto anni alla ricerca di erbe che potessero fungere da rimedi alla peste. Nel 1529, dopo alcuni come speziale entro all'Università di Montpellier per conseguire il dottorato in medicina. Fu espulso poco dopo quando scoprirono il suo passato da speziale, figura espressamente vietata all'interno della struttura universitaria. Il documento di espulsione(BIU Montpellier, Register S 2 folio 87) è oggi conservato nella libreria della università. Tuttavia alcuni dei suoi editori e corrispondenti lo avrebbero in seguito appellato come "dottore". Dopo la sua espulsione, Nostradamus continuò a lavorare presumibilmente come speziale e raggiunse la notorietà creando una pillola rosa che si supponeva proteggesse dalla peste.
Ad Agen
Nel 1531 fu invitato da Giulio Cesare Scaligero, considerato una delle somme menti del Rinascimento, a recarsi nella città Occitana di Agen. Lì Nostradamus sposò una donna il cui nome è ancora oggetto di discussione (forse Henriette d'Encausse), dalla quale ebbe due figli. Nel 1537 la moglie ed i figli morirono, presumibilmente di peste.
Dopo la loro scomparsa egli continuò a viaggiare, attraversando Francia ed Italia [5]. Nel 1545 cercò di aiutare Louis Serre nella lotta contro la peste a Marsiglia e poi, da solo, in altre zone della Francia. Nel 1547 si stabilì a Salon, dove sposò una ricca vedova di nome Anne Ponsarde, e da lei ebbe tre figli e tre figlie. Iniziò ad allontanarsi dalla medicina e ad interessarsi dell'occulto. Stando al racconto tradizionale, scrisse un Almanacco nel 1550 decidendo anche di scriverne uno ogni anno. Si ritiene che quegli almanacchi contenessero almeno 6338 profezie. Probabilmente per il successo degli almanacchi molti notabili dell'epoca cominciarono a chiedergli amuleti ed oroscopi (Refer to the analysis of these charts by Brind'Amour, 1993, and compare Gruber's comprehensive critique of Nostradamus’ horoscope for Crown Prince Rudolph Maximilian).
Origini delle Centuries
Egli iniziò il suo progetto di scrivere 1000 quartine (poesie di quattro versi) in lingua francese, che formano le supposte predizioni per le quali oggi è famoso. Tuttavia, per il timore di rendersi vulnerabile ai fanatismi religiosi oscurò i suoi versi utilizzando giochi di parole e vari linguaggi insieme, come il provenzale, il greco, il latino, l'italiano, l'ebraico e l'arabo. Per ragioni legate al modo in cui furono pubblicate le quartine, le ultime 48 quartine non arrivarono a noi.
Le quartine, raccolte in un libro intitolato Les Propheties, ricevettero diverse reazioni dopo la pubblicazione. Alcuni pensarono che Nostradamus fosse un servo del diavolo, un impostore, o un pazzo, mentre gran parte dell'élite credeva che le sue quartine fossero profezie ispirate spiritualmente.
Molti nobili giunsero a lui per oroscopi e consigli. Caterina de' Medici, la regina consorte di Enrico II di Francia, fu una delle ammiratrici di Nostradamus: dopo aver letto "Le profezie" lo invitò alla corte reale a Parigi per ottenere spiegazioni sulle recentemente pubblicate "Centurie" (e, secondo alcuni, anche circa le quartine intorno alla prossima morte del marito), e per elaborare oroscopi per i giovani figli della dinastia Valois. Dopo quest'incontro, la regina Caterina divenne una fidata sostenitrice di Nostradamus, e poco prima della sua morte, avvenuta nel 1566, lo nominò consigliere e medico del Re Enrico III Valois.
Taluni ritengono che Nostradamus avesse il timore di essere perseguito per eresia dall'inquisizione, ma nè le profezie nè la sua attività astrologica furono oggetto di attenzione da parte dell'inquisizione. I rapporti con la chiesa cattolica come medico e guaritore furono eccellenti e la sua breve prigionia nel 1561 avvenne solo in relazione al fatto che un almanacco fu pubblicato senza previa approvazione del vescovo violando così un decreto reale.
La morte
Dal 1566 la gotta di Nostradamus, che gli fece patire sofferenze per molti anni e gli rese molto difficili i movimenti, si tramutò in idropisia. La tradizione racconta che una notte di luglio fece sapere di voler trascorrere l'ultima notte da solo, e quando il suo segretario Chavigny lo congedò con un "Fino a domani, Signore?", Nostradamus gli rispose "Non mi troverai vivo all'alba". La mattina successiva Chavigny condusse amici e familiari allo studio (che era stato convertito in una camera da letto) e trovò il corpo di Nostradamus che giaceva sul suolo fra il letto e una panca improvvisata. Fu seppellito nella locale cappella ma poi, durante la rivoluzione francese, la salma fu trasferita nel Collégiale Saint-Laurent dove si trova tuttora.
Le profezie
Nostradamus affermò di basare le proprie profezie sulla astrologia giudiziaria ma fu aspramente criticato da altri astrologi dell'epoca come Laurens Videl per l'incompetenza e la tesi relative all'oroscopo comparativo (cioè la comparazione della configurazione futura dei pianeti con quella che era presente durante eventi del passato).
Recenti ricerche suggeriscono che gran parte del suo lavoro profetico non è altro che la parafrasi di elementi escatologici principalmente derivati dalla bibbia integrati da eventi storici e da antologie riportanti presagi, il tutto mixato dall'oroscopo comparativo. Per questo le molte predizioni coinvolgono antiche figure come Lucio Cornelio Silla, Nerone, Gaio Mario e altri così come descrizioni di battaglie tra le nuvole e rane che cadono dal cielo. L'astrologia in se è menzionata solo due volte nella prefazione e 41 volte nelle centurie. Nell'ultima quartina della sesta centuria egli esplicitamente attacca gli astrologi.
Le fonti storiche da cui ha attinto sono facilmente identificabili in Tito Livio, Svetonio, Plutarco ed altri autori classici così come ha attinto da cronisti medievali come Goffredo di Villehardouin e Jean Froissart. Gran parte delle citazioni astrologiche sono prese parola per parola da Livre de l'estat et mutations des temps di Richard Roussat.
Una delle maggiori fonti per le profezie fu il Mirabilis liber del 1522 un testo anonimo che contiene una larga di raccolta di profezie derivate dall' Apocalisse di Pseudo-Methodius, dalla "sibilla tiburtina", da Savonarola e da Gioacchino da Fiore e altri[18]. Questo testo ebbe molto successo negli anni che seguirono la sua pubblicazione e venne edito in circa sei edizioni ma tale successo non perdurò nel tempo plausibilmente perché era scritto in latino con caratteri gotici e abbreviazioni difficili da capire. Nostradamus fu uno dei primi a rielaborare queste profezie in lingua francese, il ché spiega perché la paterintà di tali predizioni fu attribuita proprio a lui.
Altro materiale Nostradamus lo attinse dal De honesta disciplina del 1504 di Pietro Baldi del Riccio,[9] che a sua volta includeva estratti dal De daemonibus di Michele Psello e del De Mysteriis Aegyptiorum un libro sulla magia di Giamblico.
Solo nel XVII secolo la gente cominciò ad prendere in considerazione il ruolo che le fonti, principalmente classiche, ebbero per Nostradamus.
Nostradamus rigettò sempre la etichetta di "profeta" sebbene lo stesso titolo del libro contrasta con questo.
Profezie "precise"
In generale, le quartine profetiche di Nostradamus hanno pochi riferimenti oggettivamente identificabili. In pochi casi egli fornisce profezie con una data ben precisa. Tra questi in una quartina avrebbe previsto il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa per il 1792 (che non c'è mai stata) e un evento catastrofico per l'anno 1999.
Esempi di interpretazioni di quartine
A parte le quartine con una data precisa, per tutte le altre le interpretazioni sono varie e spesso discordanti e, da sottolineare, post factum.
Per individuare gli scritti nostradamiei si utilizzano "C" per centuria e "Q" per quartina.
«Il giovane leone il vecchio sormonterà
Nel campo bellico in singolar tenzone
Nella gabbia d'oro gli occhi perforerà
Due ferite (o "flotte") in una, poi morire, morte crudele. » (C1Q35)
È opinione di alcuni che Nostradamus volesse parlare di Enrico II: nel 1559, anche se avvisato dal veggente Luca Gaurico, che lo dissuadeva dall'intraprendere singolar tenzoni, Re Enrico II si avviò a giostrare in un torneo indetto per celebrare i matrimoni di sua sorella Margherita con il duca di Savoia, e di sua figlia Elisabetta con il re di Spagna. Sia il re Enrico II che il suo giovane opponente, conte di Montgomery avevano leoni a sbalzo incisi sui loro scudi. Il re perse: molteplici ferite sulla faccia e la gola portarono ad una terribile agonia durata dieci giorni.
Opere principali di Nostradamus
▪ Interpretation des Hyeroglyphes de Horapollo.
▪ Traité des Fardements et Confitures, Lyon 1556.
▪ Les Vrayes Centuries et Propheties de Maistre Michel Nostradamus, edizione originale di Avignone 1556, Lione 1558.
▪ Les Vrayes Centuries et Propheties de Maistre Michel Nostradamus, Lione 1568 edizione (postuma con dieci centurie),
▪ Les Vrayes Centuries et Propheties de Maistre Michel Nostradamus, Troyes 1610 (edizione delle stamperie reali costituita da dodici centurie)
Vaticinia Michaelis Nostredami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium (VE 307; Vaticinia di Nostradamus Manoscritto nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma)
* 1616 – Bernardino Realino.
Diventa patrono di una città addirittura da vivo. Mai vista una cosa simile e con tanta solennità. Siamo a Lecce, nell’estate del 1616: il padre gesuita Bernardino Realino sta morendo, 42 anni dopo esservi arrivato. I reggitori del Municipio lo vanno allora a visitare “in corpo”, ossia tutti insieme, in forma ufficiale. E gli fanno la sbalorditiva richiesta di voler essere il protettore della città di generazione in generazione, per sempre. Il moribondo acconsente, tranquillo e lieto. D’altra parte è già amico, consigliere, soccorritore dei cittadini – è già loro “patrono” – da più di quattro decenni. Anche se non è leccese, e nemmeno pugliese. E’ emiliano, nato in una famiglia illustre di Carpi, che per i suoi primi studi gli faceva venire i maestri in casa, e poi l’ha mandato all’Accademia modenese, all’epoca uno dei più illustri centri culturali d’Italia. Negli studi lo attira tutto: la letteratura classica (ci è giunto un suo commento in latino a Catullo) e successivamente a Bologna la filosofia, poi ancora la medicina. Infine, all’età di 26 anni, si laurea in diritto civile e canonico. Suo padre è un collaboratore del cardinale Cristoforo Madruzzo, che come vescovo di Trento è stato il “padrone di casa” del Concilio famoso, e uno dei protagonisti; e che dal 1556 è governatore di Milano per conto del re Filippo II di Spagna. Sotto la sua protezione, il dotto Bernardino si avvia per la strada dei “pubblici uffici”. Comincia facendo il podestà a Felizzano Monferrato, poi va ad Alessandria come “avvocato fiscale” (una sorta di procuratore della Repubblica). Dopo altri incarichi in Piemonte, passa al servizio del governo vicereale in Napoli, anch’essa città soggetta alla Spagna col suo regno. Qui però la sua carriera s’interrompe. Bernardino Realino frequenta i Gesuiti da poco giunti in città e poi decide di essere uno di loro, abbandonando codici e carriera. Lo accoglie nel 1564 Alonso Salmeron, uno degli iniziatori della Compagnia di Gesù con Ignazio di Loyola. Nel 1567 Bernardino è ordinato sacerdote e diventa il maestro dei novizi gesuiti. Sette anni dopo, a Lecce, crea un collegio al quale si dedicherà fino alla morte. Ma insieme si dedica alla gente di Lecce, ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, tutti sbalorditi per la sua irriducibile pazienza nell’occuparsi di situazioni, necessità, miserie, a cui s’ingegna di provvedere con un dinamismo che ha del prodigioso: tant’è che gli si attribuiscono vari miracoli già da vivo. Quando poi il male lo colpisce, è naturale per la municipalità fare quel passo inaudito e bellissimo, chiedendo a un morente aiuto e protezione anche oltre questa vita. E per Bernardino è naturalissimo rispondere di sì, con le estreme forze. Fatta questa promessa, si spegne a 86 anni. Papa Pio XII lo proclamerà santo nel 1947. (Domenico Agasso)
▪ 1778 - Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato uno scrittore, filosofo e musicista svizzero.
Le idee socio-politiche di Rousseau influenzarono la Rivoluzione Francese, lo sviluppo delle teorie socialiste, e la crescita del nazionalismo. La sua eredità di pensatore radicale e rivoluzionario è probabilmente espressa al meglio nella sua più celebre frase, contenuta nel Contratto sociale: "L'uomo è nato libero, ma ovunque è in catene". Le sue teorie ebbero anche notevole influenza sul successivo Romanticismo.
Rousseau nacque nel 1712 a Ginevra e nel corso di tutta la sua vita mantenne l'orgoglio di essere ginevrino. Sua madre, Suzanne Bernard Rousseau, morì una settimana dopo la nascita del figlio, per complicazioni post-parto. Suo padre Isaac, un orologiaio medio borghese, lo diede in affidamento nel 1722, a causa di una rissa, infatti, venne bandito dalla città di Ginevra. Nella sua infanzia Rousseau fu educato in maniera abbastanza inusuale: i classici della letteratura latina vennero spesso privilegiati ai libri accademici. Era un giovane fantasioso, intelligente e creativo, nonché lettore precoce ed infaticabile, si può dire che si sia formato sulla Bibbia, sulle Vite parallele di Plutarco e sui sermoni moralistici di Calvino (calvinismo).
Rousseau lasciò Ginevra il 14 marzo 1728, dopo diversi anni di apprendistato prima presso un notaio e poi presso un incisore. Dopo ripetuti vagabondaggi incontrò Françoise-Louise de Warens, una baronessa svizzera convertitasi al cattolicesimo, che se ne fece protettrice e in seguito divenne sua amante, nonostante lei fosse di tredici anni maggiore d'età. In seguito egli si convertì per compiacenza al cattolicesimo, rimanendo però di rigida mentalità calvinista prima di convertirsi poi definitivamente al deismo, come si constata dalla "Confessione del vicario savoiardo" nel libro IV dell'"Emilio".
Trascorse quindi alcune settimane in un seminario, e, agli inizi del 1729, sei mesi presso la scuola del coro della cattedrale di Annecy. Dedicò inoltre diverso tempo al viaggio e a diverse professioni; ad esempio, all'inizio del decennio 1730, lavorò come insegnante di musica a Chambéry. Nel 1736 fu di nuovo presso i de Warens, vicino a Chambéry, un soggiorno che trovò estremamente piacevole, ma nel 1740 partì nuovamente, per Lione, dove fece da tutore del giovane figlio di Gabriel Bonnet de Mably.
Nel 1742 Rousseau si spostò a Parigi, per presentare all'Accademia delle Scienze un nuovo sistema di notazione musicale, che aveva inventato, basato su una singola linea dove i numeri rappresentavano gli intervalli tra le note, mentre punti e virgole indicavano i valori ritmici. L'idea era quella di avere un sistema compatibile con la tipografia, ma l'Accademia lo respinse come inutile e privo di originalità.
Dal 1743 al 1744 fu segretario dell'ambasciatore di Francia a Venezia, il cui governo repubblicano Rousseau citò spesso nelle suoi scritti politici posteriori. Tornò quindi a Parigi, dove, intorno al 1745, iniziò una relazione, che durerà tutta la vita, con Thérèse Le Vasseur,[2] giovane sarta analfabeta da cui ebbe cinque figli, che Rousseau abbandonò tutti all'ospizio dei trovatelli. Considerando le sue teorie sull'educazione, Rousseau fu spesso criticato da Voltaire e dai commentatori successivi, per l'abbandono prematuro dei suoi figli all'orfanotrofio. Rousseau nelle "Confessioni" spiega, non senza ammettere i propri rimorsi, che non aveva la disponibilità economica per mantenere i suoi figli e che questi avrebbero avuto quindi una vita migliore proprio in orfanotrofio. Contraddizioni come queste tra la vita e l 'opera, furono in seguito adoperate dai critici per svilire Rousseau, definendolo incapace di vivere in società, nel tentativo di screditare i suoi lavori teorici.
Durante il soggiorno parigino, fece amicizia con Diderot, e dal 1749 collaborò con diversi articoli, inizialmente sulla musica, all'Enciclopedia. Il suo maggior contributo fu la voce "Economia politica", scritta nel 1755. Poco dopo i rapporti di Rousseau con Diderot e gli altri enciclopedisti si fecero tesi e difficili.
Nel 1749, sulla via verso Vincennes, per visitare Diderot, al tempo in prigione, Rousseau venne a sapere di un concorso sponsorizzato dall'Accademia di Digione, per un saggio che doveva discutere se lo sviluppo delle arti e delle scienze fosse benefico dal punto di vista morale. La risposta di Rousseau, negativa, fu il Discorso sulle scienze e le arti, del 1750, che gli valse il primo premio, e gli guadagnò grande notorietà.
Rousseau affermò che, durante il viaggio in carrozza per visitare Diderot, visse un'ispirazione improvvisa su cui si basarono tutti i suoi successivi lavori filosofici. Un'ispirazione che, tuttavia, non frenò il suo interesse per la musica, tanto che nel 1752, la sua opera L'indovino del villaggio, fu messa in scena per Luigi XV.
Nel 1754, Rousseau tornò a Ginevra, dove si convertì nuovamente al Calvinismo, e riottenne ufficialmente la cittadinanza ginevrina. Nel 1755 completò la sua seconda opera maggiore, il Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini. Fu a partire da questo che le sue opere cominciarono a incontrare uno sfavore sempre crescente presso il governo francese.
Nel 1761 Rousseau pubblicò il fortunato romanzo Giulia o la nuova Eloisa e, l'anno successivo, il Contratto sociale e Emilio o dell'educazione. Entrambi i libri criticavano la religione e furono per questo banditi sia in Francia che a Ginevra. Rousseau fu costretto a fuggire per evitare l'arresto, fermandosi sia a Berna che a Motiers, in Svizzera. A Motiers scrisse il Progetto di costituzione per la Corsica.
A causa delle critiche che lo seguirono anche in Svizzera (la sua casa a Motiers fu murata nel 1765), Rousseau, nel gennaio del 1766, si rifugiò in Gran Bretagna, presso il filosofo David Hume. Ma dopo diciotto mesi, credendo che Hume stesse complottando contro di lui, fuggì anche da qui.
Rousseau tornò in Francia sotto il nome di "Renou", nonostante ufficialmente non potesse tornare sino al 1770. Nel 1768 sposò Thérèse[3] e nel 1770 tornò a Parigi. Gli fu consentito di tornarvi a condizione che non pubblicasse alcun libro, ma dopo aver completato le sue Confessioni, cominciò a darne letture private, che gli vennero impedite nel 1771. Di conseguenza, questo libro e tutti i successivi vennero pubblicati soltanto dopo il 1782, quattro anni dopo la sua morte.
Rousseau continuò a scrivere sino alla morte. Nel 1772 fu invitato a presentare delle raccomandazioni per la nuova costituzione della Polonia, il cui risultato fu la sua ultima grande opera politica, le Considerazioni sul governo della Polonia. Nel 1776 completò i Dialoghi: Rousseau giudice di Jean-Jacques, e cominciò a lavorare a Le fantasticherie del passeggiatore solitario. In questo periodo, per potersi mantenere, tornò a copiare musica. A causa della sua paranoia (in parte non infondata), non cercò compagnia o attenzioni di altre persone.
Una mattina, passeggiando per le terre del marchese di Girardin, a Ermenonville (nei pressi di Parigi), fu colpito da una emorragia, e morì il 2 luglio 1778.
Rousseau fu inizialmente sepolto nella Ile des Peupliers. Sedici anni più tardi, nel 1794, le sue spoglie furono traslate al Pantheon di Parigi, dove, per ironia della sorte, riposa accanto alle spoglie del suo nemico, Voltaire. La tomba fu disegnata per somigliare a un tempio rustico, come richiamo alle teorie di Rousseau sulla natura. Nel 1834 il governo di Ginevra eresse, di malgrado, una statua in suo onore sulla piccola Ile Rousseau, nel Lago di Ginevra.
La stenosi all'uretra
Rousseau, fin da giovane, si trovava a disagio in società anche perché soffriva di una stenosi all'uretra che gli causava la ritenzione dell'urina e quindi una continua tormentosa impellenza. Quando la sua operetta musicale Lo scemo del villaggio fu rappresentata a Corte e ricevette gli elogi del Re, il sovrano chiese di conoscere Rousseau di persona, ma lui non poté andare all'incontro per via dei disturbi uretrali; Diderot, non capendolo, rimproverò duramente l'amico perché aveva perso la grande occasione di acquisire lo stipendio fisso del poeta di corte e quindi di uscire dalla miseria. Durante il soggiorno in Inghilterra, Rousseau veniva preso in giro dalla gente per il suo inusuale abbigliamento, dato che da anni, a causa della stenosi, era obbligato a tenere una borsa fra le gambe e – non riuscendo più ad indossare i pantaloni – doveva coprirsi con un caffettano.
Filosofia
Più che un filosofo egli è un moralista, che riesce ad elaborare alcune idee originali e in qualche caso innovative sul piano pedagogico e su quello sociologico e politico. Uomo profondamente religioso e psichicamente debole egli trasferisce i suoi turbamenti teologici e psicologici (si pensi a "Rousseau giudice di Jean-Jacques") in un pensiero a volte incoerente, ma denso di suggestioni religiose e mistiche. Ciò che principalmente caratterizza il suo pensiero è la sua posizione in merito alla cultura ed alla scienza in generale, che si dipana nelle splendide pagine del Discorso sulle scienze e le arti. Opera di grande importanza è il "Contratto sociale".
Accanito detrattore delle Accademie, a quel tempo ieratici custodi ed arbitri assoluti dello scibile, Rousseau confuta argutamente i benefici che provengono dalla conoscenza fine a se stessa e priva di una funzione morale e virtuosa, argomentando con ragionamenti logici che seguono da esempi e interpretazioni storiche. In tale ottica è anzitutto il vizio e le mollezze dell'uomo raffinato e le sue innaturali ricercatezze che vengono avversate, sconfessando la boriosità conferita dalla cultura e la corruzione morale conseguente all'involuzione dei costumi sociali. Le migliori pagine del Rousseau pensatore hanno un chiaro intento moralizzante e comunque polemico contro gli eccessi del culto della ragione che imperverserà sino ad oggi.
Contributi notevoli li diede in riflessioni basate sull'introspezione psicologica, in cui riconosce la fragilità e le manchevolezze umane e sociali. Per quanto le sue analisi antropologiche siano opinabili, in sociologia ebbe ottime idee e fu un grande paladino dell'equità sociale e dell'eguaglianza tra gli uomini. Latore di un idealismo umanista di stampo arcaico, vedeva tuttavia la donna inferiore in raziocinio al maschio e a questo subordinata.
Per quanto riguarda la sociologia il "Contratto sociale" è certamente il suo capolavoro, avendo un notevole successo di consensi ed un'indubbia influenza su alcune istanze della rivoluzione. Le sue proposte politiche sono in gran parte ispirate al Platone della "Repubblica" e delle "Leggi". Il suo sogno era in conclusione non uno stato libertario ma totalitario, dove il popolo nella sua globalità sarebbe stato libero dallo straniero, ma inquadrato in uno Stato dove l'individualità è vissuta in favore di un concetto di Patria come stato etico, che si fa garante e promotore della rettitudine morale del cittadino.
Rousseau ha scritto anche l'Eugenio e l'Eriberto, due componimenti filosofici di elevato respiro. Queste due operette, da ascrivere nel repertorio di formazione, sono sconosciute ai più e sono state pubblicate per la prima volta nel 1912 dal Croce.
Natura e società
Rousseau vedeva una divaricazione sostanziale tra la società e la natura umana; affermava che l'uomo fosse, in natura, buono, un "buon selvaggio", ma che fosse stato corrotto in seguito dalla società civile e colta; vedeva questa come un prodotto artificiale nocivo per il benessere degli individui, portandoli alla degenerazione e al vizio.
Il negativo influsso della società su un uomo altrimenti virtuoso, nella filosofia di Rousseau, ruota intorno alla trasformazione dell'amore di sé (amour de soi), inteso in senso positivo, nell'amor proprio (amour-propre), visto come negativo. L'amore di sé consiste nell'istintivo desiderio, posseduto dall'uomo come dagli altri animali, di autoconservazione; l'amore proprio, invece, generato dalla società, costringe l'individuo a paragonarsi agli altri esseri umani, portando all'infondata paura di non essere sufficientemente apprezzato, o al trarre piacere dalle debolezze e dal dolore altrui. Tuttavia, il primo a porre questa distinzione non fu Rousseau; ad esempio fu affermata, tra gli altri, da Luc de Clapiers, marchese di Vauvenargues.
Nel Discorso sulle scienze e le arti, Rousseau sostenne che le arti e le scienze non avessero apportato benefici all'umanità, in quanto non erano state prodotte per rispondere alle necessità umane, bensì generate dall'orgoglio e dalla vanità. Inoltre le arti e le scienze creavano occasioni per l'ozio e il lusso, contribuendo così alla corruzione dell'uomo. Rousseau affermava che il progresso delle conoscenze avevano reso i governi maggiormente potenti, schiacciando così le libertà individuali. Concludeva quindi che il progresso materiale minacciasse la possibilità di costruire amicizie sincere, al cui posto subentravano gelosie, paure e sospetti.
Nel successivo Discorso sull'ineguaglianza, illustrò il progresso e la degenerazione dell'umanità da un primitivo stato di natura sino alla società moderna. Rousseau suggeriva che gli uomini primordiali fossero individui isolati, diversi dagli altri animali unicamente per il possesso del libero arbitrio e per la capacità di perfezionarsi. Questi uomini primitivi erano dominati dall'impulso di autoconservazione ("amore di sé") e da una disposizione naturale alla compassione e alla pietà verso i simili. Quando l'umanità fu costretta a vivere in comunità, a causa della crescita della popolazione, subì una trasformazione psicologica, in seguito alla quale cominciò a considerare come la buona opinione degli altri fosse un valore indispensabile per il proprio benessere. Rousseau associava questa nuova forma di consapevolezza a un'età dell'oro della prosperità umana. Tuttavia, lo sviluppo dell'agricoltura e della metallurgia, e la conseguente creazione della proprietà privata e della divisione del lavoro, portarono a una crescente dipendenza reciproca degli individui e alla disuguaglianza tra gli uomini.
La conseguente condizione di conflitto tra chi aveva molto e chi poco o nulla, fece sì, secondo Rousseau, che il primo Stato fosse inventato come una forma di contratto sociale suggerito dai più ricchi e potenti. Difatti i ricchi e i potenti, tramite il contratto sociale, sancirono la proprietà privata, lo stato di fatto e quindi istituzionalizzarono la diseguaglianza come se fosse inerente alla società umana. Rousseau concepiva la propria proposta per un nuovo contratto sociale come un'alternativa a questa forma fraudolenta. Al termine del Discorso sull'ineguaglianza, Rousseau spiega come il desiderio di essere considerati dallo sguardo altrui, che si era generato durante l'età dell'oro, aveva potuto, sul lungo periodo, corrompere l'integrità e l'autenticità degli individui all'interno di una società, quella moderna, segnata dalla dipendenza reciproca, dalle gerarchie e dalle diseguaglianze.
Teoria politica - Il contratto sociale
L'opera più importante di Rousseau, probabilmente, è il Contratto sociale, in cui vengono proposte le basi per un ordine politico legittimo.
Divenne uno dei titoli più influenti nella successiva teoria politica europea. Nei contenuti, proseguiva alcune idee già citate in un lavoro precedente, l'articolo sull'"economia politica" con cui Rousseau aveva contribuito all'Enciclopedia di Diderot. Rousseau affermava che lo stato di natura, degenerato in una condizione ferina priva di legge o morale, costringeva l'umanità ad adottare delle istituzioni o a perire. Nella fase degenerata dello stato di natura, l'uomo è soggetto a una competizione incessante coi suoi simili e, al contempo, a diventarne progressivamente dipendente. Una duplice tensione che minaccia sia la sua sopravvivenza che la sua libertà. Secondo Rousseau, unendosi grazie al contratto sociale e abbandonando la loro pretesa di diritti naturali, gli individui possono conservare se stessi e al contempo restare liberi.
Questo perché, sottomettendosi all'autorità della volontà generale del popolo in quanto entità unitaria, gli individui evitano di diventare subordinati alla volontà di altri individui; inoltre, in questo modo, ci si assicura che obbediranno alle leggi di cui saranno, essi stessi, autori collettivi. Rousseau sostiene che la sovranità deve essere nelle mani del popolo, ma distingue nettamente tra sovranità e governo. Il governo è incaricato di eseguire e far rispettare la volontà generale, ed è composto da un piccolo gruppo di cittadini, definiti "commissari del popolo". Rousseau si opponeva fortemente all'idea che il popolo potesse esercitare la propria sovranità tramite un'assemblea rappresentativa.
Piuttosto, gli stessi cittadini dovevano essere i diretti autori delle leggi. C'è chi ha dedotto che, di conseguenza, lo Stato ideale di Rousseau non possa essere realizzato in società di grandi dimensioni, ma anzi il modello politico proposto era adattabile, al più, a Stati di una sola città. La maggior parte delle dispute successive sull'opera di Rousseau riguardano il disaccordo sulla sua affermazione che i cittadini siano liberi in quanto costretti a obbedire alla volontà generale.
Pedagogia
Rousseau teorizzò un programma pedagogico basato sul concetto di "educazione preventiva", ossia di un'educazione che non inculca alcuna virtù, ma previene il vizio; non insegna la verità, ma preserva dall'errore consentendo il libero sviluppo della personalità.
Rousseau espone la sua visione dell'educazione nell'Emilio, un libro parzialmente di fantasia, che racconta nei dettagli la crescita di un giovane ragazzo chiamato appunto Emilio, e guidato dallo stesso Rousseau. Rousseau lo porta nella campagna, il luogo che, per lui, è maggiormente congeniale alla natura umana, diversamente dalla città, dove rischierebbe di apprendere unicamente cattive abitudini, sia dal punto di vista fisico che morale. Obiettivo dell'educazione, dice Rousseau, è come imparare a vivere, e questo si ottiene seguendo un guardiano in grado di mostrare la strada per una vita buona.
La crescita del ragazzo è divisa in tre sezioni: la prima sino ai dodici anni circa, periodo in cui non è ancora possibile il pensiero complesso e i bambini, secondo Rousseau, vivono come animali; la seconda va dai dieci o dodici anni sino ai quindici, periodo in cui comincia a svilupparsi la ragione; la terza va dai quindici in su, periodo in cui il ragazzo va facendosi infine adulto. A questo punto Emilio incontra una giovane donna con cui potrà completarsi.
Il libro è basato sugli ideali di Rousseau di una vita sana. Il ragazzo deve imparare, dalla propria esperienza diretta, come seguire i suoi istinti sociali e proteggersi dai vizi dell'individualismo e dell'autocoscienza urbana. Curiosamente, come altri grandi pedagoghi, non fu per nulla affettuoso padre dei suoi figli (che abbandonò in orfanotrofio), ma grande educatore al di fuori della famiglia.
Trama dell'Emilio
L'Emilio è il suo capolavoro pedagogico. Emilio è un allievo immaginario, dotato di tutte le facoltà e le condizioni socioeconomiche per essere educato da un buon precettore. Il suo curricolo educativo dura venticinque anni, durante i quali, il precettore gli presenterà una serie di esperienze che avranno lo scopo di fargli raggiungere la maturità, in modo tale che egli possa ben integrarsi nella società in cui vive.
Il precettore deve programmare la sua vita e i suoi incontri, infatti agisce indirettamente, per evitargli delle esperienze diseducative. Adeguerà, nelle sue diverse età, il suo sapere; e farà in modo che Emilio avverta in modo naturale i propri limiti. Emilio deve apprendere dall'esperienza, vivendo all'aria aperta e apprenderà solo quando ne avvertirà il bisogno.
All'inizio dell'adolescenza dovrà imparare un lavoro manuale ed in questa fase il precettore gli impartirà un'educazione culturale, sessuale, morale, religiosa e lo avvierà anche al matrimonio e alla politica. Il precettore lo lascerà libero solo quando sarà convinto che Emilio saprà essere, a sua volta, un buon precettore per la sua prole.
Religione
Per capire appieno la posizione religiosa di Rousseau è necessario innanzitutto capire l'inconsistenza antropologica della sua cultura e l'anelito mistico che la domina. Se si può parlare di una rivoluzione rousseauiana essa riguarda la sociologia, la psicologia e il costume, ma per niente la filosofia. Rousseau è un pensatore che ebbe grande fortuna per il suo straordinario stile letterario, alla moda, e la "rivoluzione" da lui compiuta riguarda il modello di retroguardia che egli propone contro il moderno a favore dell'antico (il suo sogno è Sparta).
Egli è contro la modernità e contro la civiltà e la cultura, nel perseguimento di un utopico sogno di austerità e purezza primitiva; sogna alcune strutture universali e permanenti dell'esistenza umana al suo stato di purezza delle origini pre-culturali. Al riguardo sono fondamentali i concetti di "coscienza" e di "sentimento": la prima rappresenta per l'autore una voce interiore che serve da "bussola" nella valutazione morale del proprio e altrui comportamento e che appartiene alla natura umana (ma che tuttavia si sviluppa in una fase successiva all' originario "stato di natura"). Il concetto di sentimento si sviluppa nel pensiero di R. seguendo varie sfumature ma sempre contro la razionalità intellettuale, considerata causa della corruzione della bontà originaria dell'uomo e quindi fondamento di tutti i suoi mali. Il lume che lo guida e che gli fa pensare di uscire dall'immobilismo di una società corrotta è il sogno di un ritorno allo stato di natura.
Ma questa è solo una pulsione religiosa che lo permea profondamente come fosse una verità sognata e illusoria. La ragione è ammessa nella misura in cui si assoggetti al sentimento, alla passionalità e il "cuore", la sede del "sentimento" deve sempre prevalere sulla "testa", la sede della razionalità modernista e corruttrice. Il "cuore" come autonomia sentimentale vitale, quindi contro le costrizioni e i precetti, contro l'autorità religiosa, contro lo stato corrotto. La religione positiva, quella istituzionalizzata e corrotta, va superata con una nuova religione del cuore e della spontaneità, che egli coglie nel deismo di Samuel Clarke debitamente riformato "alla Rousseau" ma con forti suggestioni di San Paolo. Da qui il dualismo anima-corpo, interiore-esteriore (natura-società), caratteristico del R., all'interno del quale la religione si colloca nel primo dei due termini: lo spirito religioso si sviluppa naturalmente nell'uomo, fa parte di un ambito individuale, intimo, interiore, si rivela nella sua semplicità e purezza spoglio di tutte le costruzioni apportate dalla cultura.
Le teorie di Rousseau furono particolarmente dibattute, al tempo, a causa dei giudizi in ambito religioso contenuti in esse. L'idea di Rousseau, che l'uomo fosse buono per riprodursi, era in contrasto con la dottrina del peccato originale; inoltre, la sua "teologia naturale", esposta dal Vicario Savoiardo nell'Emilio portò alla condanna del libro sia nella Ginevra calvinista che nella cattolica Parigi. Nel Contratto sociale Rousseau afferma che i seguaci autentici di Gesù non potranno mai essere buoni cittadini, e quindi anche questo libro fu condannato a Ginevra. Rousseau non fu comunque un ateo, anche se la sua fede e la sua filosofia contrastavano diversi principi del Cristianesimo; inoltre, sempre nel Contratto sociale, afferma che per il benessere e la coesione dello Stato sia necessaria una religione, che contempli la fede in un dio unico, in una vita eterna e futura, e nella remissione dei peccati.
In questo senso Rousseau è ritenuto da alcuni fra i più coerenti teorici dell'intolleranza religiosa: secondo questa sua visione, lo Stato ha il diritto e il dovere di perseguire e sanzionare, in nome della volontà generale, coloro che non si adeguano alla confessione prevista dalla legge. Rousseau cercò di difendersi dalle critiche contro la sua visione religiosa, venutegli, tra gli altri da Voltaire, che la pensava in maniera opposta, nella Lettera a Christophe de Beaumont.
Eredità di Rousseau
Le idee di Rousseau, oltre a essere innovative, ebbero una notevole influenza durante la Rivoluzione Francese, durante la quale, comunque, la sovranità popolare non fu esercitata direttamente dal popolo ma dai suoi rappresentanti: non si può quindi affermare che i governi rivoluzionari fossero un'applicazione effettiva della dottrina politica di Rousseau. In seguito scrittori come Benjamin Constant e Hegel accusarono le teorie di Rousseau di essere responsabili degli eccessi rivoluzionari, specialmente quelli del Terrore; tali accuse furono tuttavia oggetto di controversie. Egli sognava dei legislatori e dei politici "santi e puri" alla maniera in cui Platone sognava i reggitori della polis di Atene (si pensi al "mito della caverna"), ma Rousseau considerava Atene corrotta dalla cultura e dagli agi mentre vedeva Sparta come la polis modello, forte guerriera austera e virtuosa.
Rousseau fu il primo scrittore moderno ad attaccare in maniera decisa l'istituzione della proprietà privata, e per questo spesso è anche considerato un precursore del socialismo e del comunismo (tuttavia, Marx raramente cita direttamente Rousseau nei suoi scritti). Rousseau, inoltre, contestava il principio che il volere della maggioranza fosse sempre corretto; secondo lui l'obiettivo del governo era assicurare libertà, uguaglianza e giustizia per tutti i cittadini, anche a dispetto della volontà della maggioranza in base a principi etici. Egli fu il primo teorizzatore dello stato etico "assoluto" contro il modello di Montesquieu dello stato migliore "possibile".
Uno dei principi fondamentali del pensiero socio-politico di Rousseau è l'impossibilità di separare l'ambito prettamente politico da quello morale. Uno Stato che non riesca ad agire in modo morale fallisce nella sua funzione primaria, e cessa di esercitare un'autorità autentica sull'individuo. Lo Stato, secondo Rousseau, deve agire sugli individui per trasformarli ed emendarli da tutte le distorsioni morali generate da una società, come quella attuale, dominata dall'ineguaglianza. Il secondo principio fondamentale è la libertà, che lo Stato deve difendere a ogni costo contro lo straniero. Non si tratta tanto di una libertà intesa in senso liberale, ma una libertà morale e interiore, che consiste nell'indipendenza del popolo e di ogni singola personalità individuale che ne faccia parte dai valori fluttuanti e soggetti alle mode della maggioranza. Secondo Rousseau lo Stato ha il dovere di "costringere a essere liberi" i cittadini riluttanti a seguire la volontà generale. Per la volontà di riformare e trasformare l'uomo e per l'ideale di una comunità statale totale, Rousseau è stato visto talvolta come precursore delle successive utopie e degli Stati totalitari del XX secolo.
Le idee di Rousseau sull'educazione hanno profondamente influenzato le successive teorie sull'educazione, tanto che c'è chi, come John Darling, ha affermato che la storia della teoria dell'educazione consiste in una serie di note a margine alle opere di Rousseau (parafrasi della più nota affermazione di Whitehead, secondo cui l'intera storia della filosofia consiste in una serie di note a margine all'opera di Platone). Nell'Emilio Rousseau distingue tra un bambino sano e un bambino "inutile" e incapace. Il bambino sano dev'essere l'unico obiettivo di ogni attività educativa. Rousseau sminuiva l'importanza della lettura, e raccomandava di sviluppare l'emotività del bambino prima che la sua ragione. Concedeva particolare importanza all'apprendimento tramite l'esperienza e non tramite l'acculturazione.
Nei suoi scritti principali Rousseau identifica la natura con lo stato primitivo dell'uomo selvaggio. Più tardi usa il termine "natura" per indicare la spontaneità del processo con cui l'uomo costruisce il suo istinto egocentrico (non inteso in senso negativo), basato sul proprio carattere e sul piccolo mondo che lo circonda. Natura significa qui interiorità e integrità, in opposizione alla prigionia e alla schiavitù che la società impone nel nome di una falsa emancipazione dalla barbarie.
Tornare alla natura significa restituire l'uomo alle forze di questo processo naturale, ponendolo al di fuori dei legami oppressivi e dei pregiudizi della civiltà. Queste ultime idee fanno di Rousseau una figura particolarmente importante nel Romanticismo e quindi fondamentalmente contro l'Illuminismo, di cui comunque, per molti altri versi, faceva parte.
▪ 1857 - Carlo Pisacane (Napoli, 22 agosto 1818 – Sanza, 2 luglio 1857) è stato un rivoluzionario italiano. Partecipò attivamente all'impresa della Repubblica Romana ed è celebre soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco a Ponza e che fu represso nel sangue a Sanza.
Studi militari e viaggi
Nacque da famiglia aristocratica decaduta, figlio di Gennaro Pisacane duca di San Giovanni, e di Nicoletta Basile De Luca. Inizia a coltivare la sua formazione marziale all'età di dodici anni, quando entra nella Scuola militare di San Giovanni, a Carbonara. Due anni dopo passò nel collegio militare della Nunziatella. Anche suo fratello Filippo era in quel collegio; sarebbe diventato tenente del reggimento degli Ussari e sarebbe rimasto fedele al proprio re sino all'esilio.
Pisacane compie in giovinezza studi confusi ma appassionati che ne caratterizzano una personalità idealista e visionaria tanto da farlo considerare a taluni studiosi come uno dei primi socialisti propugnatori dell'utopia egualitaria. Nel 1839 viene nominato alfiere del 5º reggimento di linea Borbone. La brillante carriera militare che gli si prospetta tuttavia mal combacia con il suo carattere e la sua personale visione del mondo. Nel 1840 viene inviato a Gaeta affinché coordini il lavoro di costruzione della ferrovia Napoli - Caserta, e l'anno successivo è trasferito alla fortezza di Civitella del Tronto, condannato per adulterio. Quest'ultima esperienza venne riportata nell'opera Memoria sulla frontiera nord-orientale del Regno di Napoli.
Intorno ai trent'anni diventò sempre più insofferente al conformismo caratteristico degli ambienti aristocratici e militari borbonici, abbandonò la carriera militare e fuggì, con la sua innamorata, Enrichetta De Lorenzo, da Napoli a Marsiglia, poi a Londra e a Parigi rifugio degli esuli politici italiani e non solo. Lì conobbe molti personaggi illustri come il generale Pepe, esule a Parigi sin dai tempi dei moti del 1820, Dumas, Hugo, Lamartine e George Sand.
Nel 1847, a Parigi, abbandonò Enrichetta, si arruolò nella legione straniera francese come sottotenente e partì per l'Algeria, dove era da poco stata domata la guerriglia antifrancese capeggiata dall'Emiro ‘Abd el-Qader. Quell'esperienza indusse il giovane Pisacane a riflettere sui vantaggi della tattica imprevedibile della guerriglia contro un esercito regolare ancora di stampo post-napoleonico, abituato ad agire secondo schemi fissi. Tuttavia, l'ozio e l'inattività non gli piacquero e appena seppe che la rivoluzione di Parigi del febbraio 1848 (che aveva rovesciato Luigi Filippo), si era allargata anche in Italia, si congedò dalla legione e si imbarcò per la patria.
Il fallimento della Repubblica Romana
In Veneto e in Lombardia combatté contro gli Austriaci. Poi, entrò come volontario nell'esercito piemontese partecipando alla prima guerra d'indipendenza. Il conflitto si risolse in una sconfitta per l'Italia, ma Pisacane non si lasciò abbattere e si trasferì a Roma dove, insieme a Goffredo Mameli, Giuseppe Garibaldi, Aurelio Saffi e Giuseppe Mazzini (che incontrò per la prima volta in quell'occasione e di cui divenne un seguace convinto) fondò la Repubblica Romana, difendendola con tenacia a capo dell'esercito popolare, ma con poca fortuna, dagli attacchi dei francesi chiamati da Papa Pio IX per reprimere, così sostenevano i papalini, la sovversione istigata dalla massoneria anticlericale.
Con il fallimento dell'impresa, il 3 luglio 1849 venne arrestato e imprigionato in Castel Sant'Angelo. Liberato poco dopo, partì per Marsiglia, poi per Losanna e infine esule a Londra dove visse con la sua compagna Enrichetta.
L'avvicinamento al “socialismo utopistico” e libertario
Nel periodo londinese, rielaborò il proprio progetto politico, prima manifestazione di un nucleo italiano di pensiero socialista, in cui si collegava l'ideale dell'indipendenza nazionale alle aspirazioni di riscatto sociale e politico delle masse contadine.
Avvicinandosi in parte al pensiero di Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo, fu profondamente influenzato dalle idee francesi del “socialismo utopistico” e libertario espresso dalla sua formula «libertà e associazione». Pisacane credeva che prima ancora dell'istruzione e formazione del popolo, secondo quanto predicava la dottrina mazziniana, occorresse risolvere la questione sociale, che poi era la questione contadina, con la riforma agraria.
Negli anni tra il 1848 e quello della tragica spedizione in Calabria, le meditate letture di Proudhon e Fourier lo portarono a polemizzare con Mazzini sul carattere della futura rivoluzione italiana. L'atteggiamento di Pisacane non si discostava sostanzialmente da quello dell'anarchico russo Bakunin nella sua fase panslavista. L'ideologia bakuniana del resto aveva una consistente influenza sulla formazione politica di una parte dei patrioti italiani come ad esempio Garibaldi. (2)
La rivoluzione nazionale doveva scaturire dalla rivoluzione sociale. Per liberare la nazione occorreva che prima insorgessero le plebi contadine offrendo loro la liberazione economica con l'affrancamento dai loro tiranni immediati: i proprietari terrieri.
Come Proudhon, Pisacane teorizzava che a ciascuno fosse garantito il frutto del suo lavoro e che ogni altra proprietà non fosse solamente abolita, ma «dalle leggi fulminata come il furto» e, oltre Proudhon, si dichiarava sostenitore della proprietà collettiva delle fabbriche e dei terreni agricoli.
Coerentemente alle idee di Proudhon per Pisacane lo scopo ultimo della rivoluzione non era lo stato centralizzato dei giacobini o dei blanquisti, ma l'unica forma di governo giusta e sicura: l'anarchia. Chiese la semplificazione delle istituzioni sociali, e affermò che la società «costituita nei suoi reali e necessari rapporti, esclude ogni idea di governo». (3)
La "propaganda del fatto"
Pisacane è il teorizzatore di quella che sarebbe poi diventata la "propaganda del fatto", ovvero l'azione avanguardista che genera l'insurrezione, l'esempio che consente l'innesco per il propagarsi della necessaria rivoluzione sociale e da questo la necessità di impegnarsi fisicamente e attivamente nell'impresa rivoluzionaria.
Solo dopo aver liberato il popolo dalle sue necessità materiali si sarebbe potuto istruirlo ed educarlo per condurlo alla rivoluzione. Ribadiva ancora infatti nel suo testamento politico posto in appendice al Saggio sulla rivoluzione[4]: «profonda mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una chimera e l'istruzione popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà ben tosto istrutto quando sarà libero». Questo il senso del suo affermare che «L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile».
Nello stesso scritto, egli polemicamente sosteneva che «la dominazione della casa Savoia e la dominazione della casa d'Austria sono precisamente la stessa cosa» e che «il regime costituzionale del Piemonte è più nocivo all'Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II» (5).
Espressioni questi di un socialismo radicale avverso ad ogni riformismo e alle soluzioni della questione sociale in senso interclassista come auspicava lo stesso Mazzini. Per questo Carlo Pisacane è da molti considerato non solo un patriota ma un precursore dell'anarchismo, se non un vero e proprio anarchico[6].
Si trasferì a Genova, sempre tenuto d'occhio dalla polizia, per proseguire i suoi studi. Qui frequentò il filosofo russo Aleksandr Herzen che lo persuase del potenziale che avevano le masse. Carlo Pisacane iniziò a pensare ad un'azione che partisse dal profondo Sud dello stivale coinvolgendo le grandi masse di contadini.
La pianificazione della guerriglia nel Sud Italia
Allo scopo di mettere in atto le proprie convinzioni, iniziò a prendere contatti con altri patrioti e cospiratori che condividevano le sue stesse idee. Fra questi si ricorda Nicola Fabrizi, conosciuto all'epoca della difesa di Roma e col quale strinse una forte amicizia. Fabrizi contattò diversi patrioti intenzionati a portare la guerriglia nel Meridione: Giuseppe Fanelli, ex combattente per la Repubblica Romana, aveva seguito Fabrizi nell'esilio in Corsica e a Malta, operava segretamente a Napoli ed in seguito sarà propagandatore dell'anarchismo bakuniano in Spagna[7]; Luigi Dragone e sua moglie Rosa che militavano anch'essi a Napoli; Nicola Mignogna ricercato dalla polizia come complice dell'attentato a Pio IX nel settembre 1849; Giovanni Nicotera che diventerà ministro dell'interno nel governo dell'Italia unita; Giovan Battista Falcone, giovane cospiratore rifugiato a Malta; Rosolino Pilo.
In principio, si pensò di partire dalla Sicilia dove era molto diffuso il dissapore contro i Borbone, ma il piano definitivo della spedizione previde la partenza dal porto di Genova e lo sbarco a Ponza per liberare alcuni prigionieri politici lì rinchiusi. Dopo di che partire per Sapri, al confine tra Campania e Basilicata, in un punto strategico ideale per attendere i rinforzi che si attendevano numerosi e con i quali marciare su Napoli. Il 4 giugno 1857 Pisacane si riunì con gli alti capi della guerriglia per stabilire tutti i particolari dell'impresa.
Un primo tentativo si ebbe il 6 giugno, ma fallì perché l'avanguardia di Rosolino Pilo aveva perso il carico di armi in una tempesta. Con l'intento di raccogliere armi e consensi, Pisacane si recò a Napoli, travestito da prete. Ma l'esito fu molto deludente. Pisacane, però, non si lasciò scoraggiare persistendo nei suoi intenti.
«Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti...»[8]
Il 25 giugno 1857 Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a Tunisi. La spedizione ebbe un contributo economico da Adriano Lemmi banchiere livornese di stampo mazziniano. Pilo si occupò nuovamente del trasporto delle armi, e partì il giorno dopo su alcuni pescherecci. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi e i rinforzi che gli erano necessari. Pisacane continuò senza cambiare piani: impadronitosi della nave durante la notte, con la complicità dei due macchinisti britannici, si dovette accontentare delle poche armi che erano imbarcate sul Cagliari.
Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono presso Sapri, probabilmente, per la precisione, in contrada Uliveto nel comune di Vibonati, a circa 1,5 km dal confine con il comune di Sapri[9]. Lo sbarco, infatti difficilmente sarebbe potuto avvenire nella baia di Sapri in quanto i fondali non lo permettevano. Inoltre, la mappa trovata addosso a Pisacane riportava una X sulla località "Oliveto", territorio di Vibonati.[10][11]
Si sa che non trovarono ad attenderli quelle masse rivoltose che si sarebbero aspettati. La causa di ciò è da attribuirsi allo scollamento che c'era tra gli ex liberali (Gallotti) ed il popolo. Anzi la presenza di molti banditi attivi in quei territori nelle file dei ribelli provocò l'assalto della stessa popolazione, che li costrinse alla fuga. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.
Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione. Perirono in 83.
Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858, ma, condannati a morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo. I due britannici, per intervento del loro governo, furono dichiarati non perseguibili per infermità mentale.
Nicotera, gravemente ferito, fu portato in catene a Salerno dove venne processato e condannato a morte. Anche per lui la pena fu tramutata in ergastolo solo per l'intervento del governo inglese che guardava con crescente preoccupazione la furia repressiva di Ferdinando II. Con il successivo intervento di Garibaldi fu liberato e si avviò alla carriera politica.
Il valore politico e morale della spedizione fallita
Come lasciò scritto nel suo testamento politico, Pisacane ribadiva l'ideale mazziniano del «sacrificio senza speranza di premio»: «ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrifico non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire».[12] Ciò che contava dunque era dare l'esempio per stimolare gli animi all'azione[13], un'azione volta non alla mera sostituzione di un potere con un altro, bensì alla rivoluzionaria ricostruzione di una società più equa e libera[14].
La spedizione fallita ebbe in effetti il merito di riproporre all'opinione pubblica italiana la "questione napoletana", la liberazione cioè del Mezzogiorno italiano da quel governo borbonico che il ministro inglese Gladstone definiva «negazione di Dio eretta a sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la possibilità di un'alternativa democratico-popolare come soluzione al problema italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il governo di Vittorio Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione.
Carlo Piasacane non si lasciò dietro nessun movimento. Esercitò tuttavia una profonda influenza sui repubblicani più giovani, sia attraverso i suoi personali collaboratori, sia dopo la sua morte attraverso i suoi scritti, questa influenza contribuì a creare il clima favorevole che accolse Bakunin arrivando a Firenze nel 1864. È significativo il fatto che sia della Fratellanza Fiorentina che della Fratellanza Internazionale, fondata più tardi a Napoli , fecero parte vecchi compagni di Pisacane.
La figura di Pisacane rimane tutt'oggi fra le più importanti del Risorgimento italiano.
Pubblicazioni
Carlo Pisacane, che aveva pubblicato le opere Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49 (1850) e Saggi storici-politici-militari sull'Italia (1854) e che nel 1856 aveva fondato insieme a Rosolino Pilo il periodico La parola libera, in virtù di questa sua avventura, venne ben presto eletto ad eroe nazionale dalla propaganda risorgimentale.
Note
▪ 2. Al Congresso per la Pace di Ginevra del 1867 Bakunin, in contrasto con l’Internazionale, fu accolto freddamente da i partecipanti ma «Garibaldi, che era il presidente dell’assemblea, scese dal palco e lo abbracciò fra gli applausi generali.» (M. Bakunin, Stato e anarchia, a cura di N. Vincileoni - G. Corradini, Ed. Feltrinelli, 2000 pag.17)
▪ 3. Carlo Pisacane, Saggio su la rivoluzione. Edizione 2ª, 1944, pag. 114.
▪ 4. C. Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica , Milano 1956
▪ 5. : «Per quanto mi riguarda, io non farei il più piccolo sacrificio per cambiare un ministero e per ottenere una costituzione, neppure per scacciare gli austriaci della Lombardia e riunire questa provincia al Regno di Sardegna. Per mio avviso la dominazione della Casa di Savoia e la dominazione della casa d’Austria sono precisamente la stessa cosa. Io credo pure che il regime costituzionale del Piemonte è più nocivo all’Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II […] Io credo al socialismo… il socialismo di cui parlo può definirsi in queste due parole:libertà e associazione» /testamento politico di Carlo Pisacane) Il Testamento politico
▪ 6. Un precursore del comunismo anarchico: Carlo Pisacane
▪ 7. Biografia Giuseppe Fanelli
▪ 8. È questo il noto ritornello della poesia La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini. Composta alla fine del 1857, essa narra la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie con il massacro che ne seguì. Ospite fissa di tutte le antologie scolastiche fino a tempi abbastanza recenti, La spigolatrice di Sapri è tuttora considerata come una delle migliori testimonianze della poesia patriottica risorgimentale.
▪ 9. Verbale del Sopralluogo Processo Pisacane- Archivio di Stato di Salerno. Busta 197, vol.I, c.197
▪ 10. Note intorno alla biografia di Carlo Pisacane, pag.761, cap 18 di Leopoldo Cassese.
▪ 11. La poesia del Mercantini avrebbe dunque condizionato e distorto una verità storica, che solo ricercatori di questo specifico settore conoscono bene. In realtà, l'abitato di Vibonati è situato in collina e a molti km dalla contrada "Uliveto", che a tutti gli effetti è da considerarsi comunque una propaggine saprese, basti pensare che il luogo dello sbarco si trova proprio di fronte al cimitero comunale di Sapri, anch'esso formalmente appartenente al territorio del comune di Vibonati. Questa puntigliosa precisazione, ha stimolato recentemente un dibattito sulla realtà storica connessa al titolo della famosa poesia del Mercantini, in quanto alcuni studiosi originari dei luoghi pretendono quasi il cambio del titolo della poesia, sostenendo che sarebbe da inficiare il lavoro del Mercantini che avrebbe dato lustro e memoria storica a Sapri anziché a Vibonati.
▪ 12. Carlo Pisacane, Saggio su la rivoluzione. Edizione 2ª, 1944.
▪ 13. L'ideologia di Piscane è stata identificata da alcuni interpreti di tipo «terroristico» (In Marco Fossati, Terrorismo e terroristi, Pearson Paravia Bruno Mondadori, 2003 pag.32)
▪ 14. Un precursore del comunismo anarchico: Carlo Pisacane
▪ 1961 - Ernest Miller Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) è stato uno scrittore statunitense. Fu romanziere, autore di racconti brevi e giornalista.
Soprannominato Papa, fece parte della comunità di espatriati a Parigi durante gli anni venti, conosciuta come "la Generazione perduta", e da lui stesso così chiamata nel suo libro di memorie Festa mobile. Condusse una vita sociale turbolenta, si sposò quattro volte e gli furono attribuite varie relazioni sentimentali. Raggiunse già in vita una non comune popolarità e fama, che lo elevarono a mito delle nuove generazioni. Hemingway ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare, e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.
Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall'essenzialità e asciuttezza del linguaggio e dall'understatement, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del Romanzo nel XX Secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall'indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare "grazia" in situazioni di disagio. Molte delle sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura americana.
Di lui è stato scritto:
«Personaggio affascinante, le sue pagine - profondamente ispirate a uno stile di vita - sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.» (da Ernest Hemingway, Verdi colline d'Africa)
Nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park (sobborgo di Chicago). Secondogenito di Clarence Edmonds, medico naturista di famiglia benestante e di Grace Hall, ex aspirante cantante d'opera lirica, quando aveva appena un anno fu portato in una casa estiva nel Michigan, vicino ad un lago. Poté abituarsi quindi presto all'aria aperta e alla natura. Ancor piccolo amava sentir raccontare storie, soprattutto di animali e gli piaceva dare un nome diverso alle persone che lo circondavano. A quattro anni venne messo in una scuola dell'infanzia e, contemporaneamente, inserito in un circolo naturista diretto dal padre. Fu in questa circostanza che imparò a distinguere animali ed erbe.
Il piccolo Ernest amava molto il padre, uomo di indole buona e fragile, e con lui si trovò sempre a suo agio, anche se sopportava malvolentieri la sua debolezza nei confronti della moglie, donna dal carattere autoritario e poco sensibile. Il padre lo conduceva spesso con sé quando andava a visitare nella riserva indiana i suoi pazienti (molti ricordi di questo periodo rientreranno nei suoi racconti) e da qui si rafforzò nel ragazzo l'amore per la natura, per la caccia, la pesca e l'avventura.
Aveva solamente dieci anni quando gli fu regalato il suo primo fucile da caccia che imparò presto ad usare con grande maestria suscitando l'invidia dei compagni, tanto che un giorno, a causa di un bottino di quaglie che stava portando a casa, venne assalito da un gruppetto di ragazzi che lo picchiarono e fu probabilmente questo episodio che gli fece nascere il desiderio di imparare la boxe.
Dopo aver frequentato senza grande entusiasmo la scuola elementare, venne iscritto alla "Municipal High School" ed ebbe la fortuna di incontrare due insegnanti che, avendo notato l'attitudine del ragazzo per la letteratura, lo incoraggiarono a scrivere. Nacquero così i primi racconti e i primi articoli di cronaca, pubblicati sui giornali scolastici Tabula e Trapeze. Nel 1917 ottenne il diploma, ma rifiutò sia di iscriversi all'università, come avrebbe desiderato suo padre, sia di dedicarsi al violoncello come voleva sua madre. Per affermare la sua indipendenza si recò a Kansas City, dove iniziò a lavorare come cronista del quotidiano locale, il "Kansas City Star", che si distingueva per il linguaggio moderno, rapido e oggettivo, sotto l'insegnamento del vice capocronista Peter Wellington, maestro di objective writing.
Gli anni della prima guerra mondiale
In quello stesso anno, il 6 aprile, gli Stati Uniti entrarono nella guerra ed Hemingway, lasciato il lavoro, si presentò come volontario per andare a combattere in Europa con il Corpo di spedizione americano del generale Pershing, come già stavano facendo molti giovani aspiranti scrittori che provenivano dalle università, tra i quali E.E. Cummings, John Dos Passos, William Faulkner e Francis Scott Fitzgerald.
Escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista venne arruolato nei servizi di autoambulanza come autista dell'ARC (American Red Cross, la sezione statunitense della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale) destinati al fronte italiano, e dopo due settimane di addestramento e dieci giorni trascorsi a New York si imbarcò, il 23 maggio 1918, sulla Chicago diretta a Bordeaux, città nella quale sbarcò il 29 maggio.
Il 31 maggio giunse a Parigi ed ebbe modo, girando per la città con l'amico Ted Brumback, di vedere il disastro provocato nei vari quartieri dal cannone tedesco chiamato Parisgeschütz (spesso erroneamente confuso con la Grande Berta). Proseguì in treno per Milano, dove rimase per alcuni giorni prestando opera di soccorso e pattugliamento (in periferia era infatti saltata in aria una fabbrica di munizioni e molte erano state le vittime tra le operaie). In seguito fu inviato a Vicenza con Ted Brumback e Bill Horne, assegnato alla Sezione IV della Croce Rossa Internazionale americana, presso il Lanificio Cazzola a Schio, cittadina ai piedi del Pasubio, nella quale tornò anche nel primo dopoguerra.
Malgrado il 15 giugno si fosse scatenata sul fronte italiano la Battaglia del Solstizio, alla Sezione IV la situazione era tranquilla e per alcune settimane Hemingway alternò il lavoro di soccorso con bagni nel torrente e partite di pallone con gli amici. Iniziò anche a collaborare ad un giornale intitolato Ciao con articoli scritti sotto forma di epistola e conobbe, recandosi in un paese vicino alla Sezione, John Dos Passos.
Il giovane desiderava però assistere alla guerra da vicino e così fece domanda per essere trasferito. Fu mandato sulla riva del basso Piave, nelle vicinanze di Fossalta di Piave, come assistente di trincea. Aveva il compito di distribuire generi di conforto ai soldati, recandosi quotidianamente alle prime linee in bicicletta. Durante la notte tra l'8 e il 9 luglio, nel pieno delle sue mansioni, venne colpito dalle scheggie dell'esplosione di un mortaio austriaco Minenwerfer.
Cercò di mettere in salvo i feriti ma, mentre stava recandosi al Comando con un ferito in spalla, fu colpito alla gamba destra dai proiettili di una mitragliatrice che gli penetrarono nel piede e in una rotula.
Il 15 luglio fu finalmente trasportato su un treno-ospedale e il 17 luglio venne consegnato all'Ospedale della Croce Rossa americana a Milano, dove fu operato. All'ospedale, dove rimase tre mesi, si innamorò, ricambiato, di una infermiera statunitense di origine tedesca, Agnes von Kurowski, che però non manterrà la promessa di sposarlo. Dimesso dall'ospedale e decorato con la Croce al merito di guerra americana e con la Medaglia d'argento al Valor Militare italiana, ritornò al fronte a Bassano del Grappa; smobilitato il 21 gennaio del 1919, fece ritorno a Oak Park, accolto come un eroe.
Gli anni venti
Dopo il rientro a casa, Hemingway ricominciò a scrivere, ad andare a pesca e a dare conferenze nelle quali raccontava i giorni drammatici trascorsi sul fronte italiano. Durante una delle sue conferenze conobbe Harriet Gridlay Connable, che risiedeva a Toronto con il marito, che lo invitò a trascorrere un po' di tempo con loro.
Nel 1920 Hemingway andò così a vivere a Toronto presso i Connable e venne introdotto nella redazione di "The Toronto Star" con cui iniziò una collaborazione che durò per molti anni. Cercò anche di farsi pubblicare alcuni racconti, senza però riuscirci fino a quando la madre, che non ammetteva il modo di vivere del figlio, convinse il padre a smettere di mantenerlo.
Il giovane, rimasto così senza casa e senza sostentamento, venne ospitato a Chicago dal fratello di Bill Smith. Lì conobbe Hadley Richardson, una pianista ospite anch'essa degli Smith, che avrebbe sposato l'anno successivo. Dopo aver lavorato per alcuni mesi presso una compagnia di pneumatici nel settore pubblicitario, venne assunto dal mensile "The Cooperative Commonwealth" con uno stipendio di 40 dollari la settimana. A Chicago conobbe Sherwood Anderson, che lo stimolò a cimentarsi nella narrativa, mentre il giornalismo diventò una rapida fonte di successo.
Nel marzo del 1921, Hemingway si recò a St. Louis per incontrare Hadley, con la quale in quei mesi aveva tenuto una fitta corrispondenza. Il 3 settembre i due si sposarono. In dicembre venne mandato dal "Toronto Star" in Europa come corrispondente e inviato speciale. Con la moglie partì quindi per il suo reportage, soggiornando in Spagna, Svizzera e Francia, da dove inviava al "Toronto" i suoi articoli. Nell'autunno, su suggerimento di Sherwood Anderson che gli fornì alcune lettere di raccomandazione per la scrittrice americana espatriata Gertrude Stein affinché presentasse il giovane a James Joyce e a Ezra Pound, decise di trasferirsi a Parigi.
L'inizio della carriera letteraria
Hemingway iniziò così a Parigi la sua carriera letteraria, stimolata anche dall'incontro con Gertrude Stein, che gli fornì una reading list, un elenco dei libri che il giovane Ernest avrebbe dovuto leggere per mettersi al passo con le avanguardie letterarie dell'epoca, in particolar modo con il modernismo. Un altro incontro fondamentale a Parigi, nell'ambiente degli espatriati americani e della "generazione perduta", fu quello con il poeta Ezra Pound, che il giovane Ernest considerò subito un maestro e grazie al quale cominciò a pubblicare alcune poesie e racconti su riviste letterarie.
Nel 1922 Hemingway continuò la collaborazione con il "Toronto Star", scrivendo articoli che verranno in seguito raccolti in diverse antologie e nell'aprile dello stesso anno il giornale lo mandò a Genova come inviato alla "Conferenza Internazionale Economica", la quale terminò con l'accordo concluso a Rapallo. In giugno tornò in Italia con la moglie e rivisitò Milano, Schio e Fossalta di Piave. A Milano si recò ad intervistare Mussolini presso la sede della rivista "Il Popolo d'Italia", della quale egli era direttore. Rientrato a Parigi inviò a Harriet Monroe a Chicago qualche poesia per Poetry: a Magazine of Verse e scrisse sei miniature che intitolerà Paris 1922. Nello stesso mese apparvero sulla rivista "Double-Dealer" di New Orleans una sua poesia e un racconto di William Faulkner.
Il "Toronto Star" lo incaricò, proprio in quel periodo, di andare a Costantinopoli come inviato, per seguire la guerra tra la Grecia e la Turchia: in agosto i Turchi avevano cercato di respingere i Greci dall'Anatolia con un'offensiva e avevano occupato e dato alle fiamme il porto di Smirne. Malgrado il parere contrario della moglie, il giovane Hemingway partì e a Costantinopoli conobbe il colonnello Charles Sweeny, un soldato di ventura con il quale strinse una sincera amicizia che servì d'ispirazione per uno dei suoi personaggi.
Il 21 ottobre, dopo aver assistito all'evacuazione dei cristiani dalla Tracia (che ispirerà la ritirata di Addio alle armi), ritornò in treno a Parigi, colpito dalla malaria e tormentato dalle cimici. Ricevette per il servizio 400 dollari che gli permisero di scrivere con una certa tranquillità.
Primi racconti
Scrisse in questo periodo il racconto My Old Man e alcune satire su personaggi che gli erano sgraditi come Ernest Walsh e il romanziere inglese Ford Madox Ford; il 20 novembre era a Losanna come inviato del "Toronto Star" dove si teneva la Conferenza della Pace per sistemare la disputa dei territori tra Grecia e Turchia e incontrò molti corrispondenti conosciuti a Genova.
Nel 1923 Hemingway e la moglie, che era in attesa di un bambino, fecero un altro viaggio in Italia: a Rapallo, a Pisa, a Sirmione e a Cortina d'Ampezzo, dove rimasero fino alla tarda primavera. A Rapallo, dove erano andati su invito di Pound che lì risiedeva, Hemingway ebbe modo di incontrare il proprietario delle "Contact Editions", Robert McAlmon, e iniziò a scrivere il racconto Cat in the Rain. Nel frattempo inviò a Jane Heap, la condirettrice di "The Little Review", le sei miniature che aveva composto l'anno precedente con il titolo Paris 1922. Nel marzo, il giornale lo trasferì nella Ruhr come inviato per il conflitto tra la Francia e la Germania, e quando in aprile ritornò a Cortina, dove aveva lasciato la moglie all'Hotel Bellevue, scrisse, provando una nuova tecnica narrativa, il racconto autobiografico Out of Season (Fuori stagione).
Nell'estate del 1923 gli Hemingway, insieme ad un gruppo di amici, tra i quali William Bird della "Three mountains Press" e Robert McAlmon delle "Contact Editions" si recarono in Spagna e a Siviglia e lo scrittore assistette alla prima sua corrida importante, partecipò agli encierros (gli spostamenti a piedi dei tori da combattimento) e alle novilladas (le corride per principianti), e conobbe toreri celebri. Al ritorno a Parigi, McAlmon gli offrì di pubblicare un volume di racconti nelle sue "Contact Editions". Hemingway gli inviò allora i tre racconti, Up in Michigan, My Old Main e Out of Season ai quali aggiunse qualche poesia.
Su consiglio di Gertrude Stein si recò nell'estate del 1924 a Pamplona per la festa di San Firmino e fu in quel luogo, a contatto con i matador del momento, Nicanor Villalta e Manuel Garcìa, detto Maera, che trasse molte delle idee che sviluppò per tutta la vita e che gli ispirarono il romanzo Fiesta (allora intitolato Il sole sorgerà ancora), salutato dalla critica e dal pubblico con clamore. Ritornato a Parigi scrisse altre miniature ispirate alle sue vicende di guerra in Italia e a quelle sulle corride e i toreri.
Prime pubblicazioni (Three Stories and Ten Poems e in our time)
Il 5 agosto gli furono inviate le bozze di Three Stories and Ten Poems della "Contact Edition", pubblicate l'anno stesso, anche se pochi si accorsero di queste pubblicazioni tranne il recensore del mensile "The Diable" che criticò Up in Michigan e paragona My Old Man a certe storie di cavalli scritte da Anderson, ignorando le poesie. Il 15 agosto gli Hemingway si recarono a Toronto, e il 10 ottobre nacque il primo figlio, John Hadley Nicanor, che il padre chiamerà in seguito Bumby. A Natale furono infine pubblicate le copie di In our time (scritto con le lettere minuscole) della "Three Mountains Press".
Il 1º gennaio del 1924 Hemingway diede le dimissioni dal "Toronto Star" e il 19 ritornò a Parigi. Stabilitosi in Rue Notre Dame des Champs 113, Hemingway iniziò a frequentare i caffè letterari di Ford Madox Ford che aveva fondato la rivista "Transatlantic review"; presto diventò scout della rivista stessa che in aprile pubblicò il racconto, dal titolo Indian Camp, scritto al ritorno da Toronto.
Durante l'anno approfondì l'amicizia con lo scrittore umoristico Donald Ogden Stewart, iniziò a frequentare più assiduamente Dos Passos e iniziò a scrivere il lungo racconto Big Two-Hearted River con protagonista Nick Adams, già apparso in Indian Camp, contenente le linee fondamentali della sua poetica. Finì nel frattempo i racconti The Doctor and the Doctor's Wife, Soldiers Home, The End of Something, The Three-Day Blow, Cat in the Rain, Cross-Country Snow che costituiranno, insieme ai racconti di Three Stories and Ten Poems e a quelli di our time, il contenuto del volume "In Our Time", accettato e pubblicato nel 1925 dall'editore Horace Liveright.
Nel frattempo Hemingway aveva scritto il racconto The Undefeated, respinto dalla rivista "The Diable" perché considerato troppo forte. Firmò però un contratto con Liveright e conobbe l'editor di Scribner, Maxwell Perkins, grazie alla raccomandazione di Francis Scott Fitzgerald che era in quel momento all'apice della sua carriera. A maggio conobbe di persona Fitzgerald e i due diventeranno amici, anche se Hemingway non riuscirà a nascondere la sua antipatia per Zelda, moglie di Fitzgerald.
In giugno iniziò a scrivere il romanzo Along whith youth: a Novel, mai terminato, ma il cui titolo servì a Peter Griffin per la biografia dello scrittore pubblicata nel 1985.[3] In luglio Hemingway organizzò un viaggio per la Fiesta di Pamplona dove si recò, oltre che con la moglie Hadley, con gli amici Donald Ogden Stewart e Harold Loeb. Terminata la festa di San Firmino si recò con la sola Hadley a Madrid dove, durante una corrida, Cayetano Ordonez dedicò ad Hadley un orecchio del toro e in un'altra corrida le regalò la sua cappa.
Lo scrittore prese poi spunto da questi episodi per delineare la figura di un personaggio di un romanzo che aveva pensato dapprima di intitolare Fiesta, titolo poi scartato insieme ad altri perché straniero. Ritornato a Parigi terminò il romanzo concludendolo con la data 21 settembre 1925 e intitolandolo The Sun Also Rises. Conobbe e frequentò in questo periodo l'ambiente dei miliardari Gerard e Sarah Murphy, che saranno i modelli di Fitzgerald in Tender is the Night (Tenera è la notte) e che vivevano gran parte dell'anno a Cap d'Antibes ospitando persone illustri.
I primi romanzi di successo
Per liberarsi dal vincolo del contratto dell'editore Liveright, che non gli permetteva di passare all'editore Scribner, Hemingway compì un gesto piuttosto opportunistico che indignò quasi tutti i suoi amici: scrisse The Torrent of Spring con l'intenzione di farne una parodia dei modi affettati che Sherwood Anderson usava nel suo ultimo romanzo Dark Laughter. In questo modo, Liveright non avrebbe potuto pubblicarlo e lo scrittore sarebbe stato libero di passare all'altro editore. L'unica a difenderlo sarà Pauline Pfeiffer, una redattrice di moda di Vogue, che da quel momento diventerà una presenza costante nel matrimonio di Ernest e Hadley e due anni dopo diventerà la sua seconda moglie.
Nel febbraio del 1926, liberatosi dall'editore Liviright, lo scrittore si recò da solo a New York dove avvenne l'incontro con Scribner che gli assicurò la pubblicazione di The Torrents of Spring e di The Sun Also Rises non ancora terminati. La promessa verrà mantenuta e nello stesso anno saranno pubblicati i suoi primi due romanzi.
Con la pubblicazione dei due romanzi, soprattutto con The Sun Also Rises, Fiesta (Il sole sorgerà ancora), pubblicato in quell'anno, la fama di Hemingway crebbe ma il suo matrimonio, già profondamente in crisi per la presenza di Pauline, si ruppe definitivamente.
Nel 1927 egli sposò in seconde nozze e con rito cattolico la Pfeiffer e andò a vivere a Key West, nell'arcipelago delle Keys in Florida, dove iniziò a scrivere A Farewell to Arms (Addio alle armi). In ottobre venne pubblicato Men without Women (Uomini senza donne) recensito da Virginia Woolf. Nel giugno del 1928 nacque il secondo figlio, Patrick, ma il 6 dicembre il padre si suicidò lasciando profondamente sconvolto lo scrittore.
Nel gennaio del 1929 il manoscritto di A Farewell to Arms (Addio alle armi) venne terminato e in settembre fu pubblicato ottenendo grande successo.
Gli anni trenta
Nel 1930 lo scrittore ritornò a Parigi e durante l'anno scrisse una prefazione alle memorie di Kiki de Montparnasse, si recò a fare un viaggio alle isole Marquesas e Tortuga, organizzò un safari in Africa e iniziò a bere troppo conducendo una vita molto sregolata che gli procurò alcuni incidenti: si ferì al viso e in seguito ad un incidente d'auto si fratturò il braccio destro. Nello stesso anno venne rappresentata la riduzione teatrale di A Farewell to Arms (Addio alle Armi) che però rimase in scena solamente per tre settimane ed uscì la riduzione cinematografica che invece ebbe un ottimo successo di pubblico e gli rese un eccellente guadagno.
Nel 1931, ritornato a Key West, Hemingway apprese che Pauline era nuovamente incinta. Insofferente però alla vita familiare e sempre bisognoso di nuove avventure si recò a Madrid da solo e partecipò alla sua settima edizione della Fiera di San Firmin a Pamplona. Egli, in questo periodo, ebbe una lunga relazione con Jane Mason, moglie di un funzionario della Pan American che terminerà con un tentato suicidio della donna. A novembre lo scrittore ritornò a Kansas City per la nascita del figlio che fu chiamato Gregory Hancock. Il 19 dicembre la famiglia rientrò nella nuova casa di Key West dove Hemingway terminò di scrivere Death in the Afternoon (Morte nel pomeriggio) che venne pubblicato nel 1932 ottenendo scarso successo e, nello stesso anno, Hemingway riprese a scrivere racconti e a organizzarli per la pubblicazione di una seconda raccolta.
Sempre attratto dall'avventura, lo scrittore compì, sempre in quell'anno, anche una spedizione di pesca a L'Avana con Joe Russell, proprietario dello Sloppy Joe's Bar che egli frequentava, scoprendo la pesca dei marlin. Scrisse il terzo racconto di Nick Adams, A Way You'll Never Be ambientato nell'Italia del 1918 mentre continua il flirt con Jane che gli ispirerà il ritratto della protagonista del racconto The Short Happy Life of Francis Macomber.
Nel 1933 lo scrittore si recò a New York dove conobbe Thomas Wolfe e incontrò Arnold Gingrich il fondatore della rivista Esquire che diventerà il marito di Jane Mason. Ritornò a Key West e durante la primavera la rivista Scribner's Magazine accettò tre suoi racconti (Clean, Well-Lighted Place, Homage to Switzerland) oltre che il noto Give us a Prescription, Doctor, più tardi intitolato The Gambler, the Nun and the Radio, che prendeva ispirazione dall'esperienza trascorsa nell'ospedale di Billing.
Venne pubblicata, sempre in quell'anno, la sua terza raccolta intitolata Chi vince non prende nulla ed Hemingway iniziò a scrivere il racconto che farà parte in seguito di To Have and Have Not e decise il titolo per la nuova raccolta di racconti, Winner Take Nothing, e che verranno pubblicati l'anno stesso. Non rinunciò comunque ai suoi viaggi e in aprile si recò in crociera a Cuba sulla barca di Joe Russell rimanendovi per due mesi. In agosto andò con Pauline all'Avana dove assistette alla rivoluzione del 12 agosto che ebbe come risultato la deposizione del dittatore cubano Gerardo Machado e l'elezione di Carlos Manuel de Cespedes. Dopo essere ritornato a Parigi e aver letto con dispiacere le recensioni negative sulla sua raccolta Winner Take Nothing, ripartirà ancora, insieme a Pauline e Charles Thompson, per Mombasa e Nairobi dove iniziò il safari con Philip Percival.
Nel 1934 comprò, con i soldi che Arnold Gingrich gli aveva dato come anticipo sui suoi futuri articoli per l' Esquire, la sua famosa barca d'altura che chiamò Pilar e fece ritorno a Key West dove deciderà, in quell'anno, di scrivere la storia del suo safari. Il 18 luglio Hemingway inaugurò la Pilar e andò a Cuba e, lasciatala poi all'Avana, ritornò a casa dove terminò di scrivere il libro sul safari che intitolerà The Green Hills of Africa (Verdi colline d'Africa). Nel 1935 Hemingway trascorse molto tempo a pescare con la sua nuova barca a Bimini dove ebbe un pauroso incidente. Verdi colline d'Africa uscirà solamente in agosto e verrà accolto con indifferenza. Portò a termine il secondo racconto di To Have and Have Not con il titolo The Tradesman's Return.
Nel 1936 scrisse i racconti The Capital of The World e The Short Happy life of Francis Macomber e terminò Le nevi del Kilimangiaro (The Snows of Kilimanjaro) oltre al terzo racconto di To Have and Have Not. In Spagna era intanto scoppiata la guerra civile e la North American Newspaper Alliance (NANA) lo contatta perché invii servizi dalla Spagna sui suoi sessanta giornali, offerta che egli accettò nel 1937 riprendendo così, dopo molti anni, l'attività giornalistica. In questo periodo lavorò intensamente ad un documentario propagandistico antifascista dal titolo Spain in Flames e a febbraio, con il poeta Arcibald McLeish, la commediografa Lillian Hellman e l'amico John Dos Passos, fondò una società per raccogliere i fondi per un secondo documentario sulla Spagna che avrà il titolo The Spanish Earth (Terra di Spagna).
Il 16 marzo, dopo aver ottenuto i permessi per la Spagna, Hemingway partì in aereo per Barcellona intenzionato ad arrivare più a sud e, arrivato a Valencia, volle andare subito a vedere i luoghi della vittoria lealista. In seguito si spostò a Madrid dove iniziò la sua attività di inviato speciale e dove lo raggiunse Martha Gellhorn, la giovane e ambiziosa scrittrice che aveva incontrato allo "Sloppy Joe's Bar" e che sposerà nel 1940 dopo il divorzio da Pauline. Ad aprile iniziò la vera preparazione del film-documentario Terra di Spagna, che verrà presentato il 4 giugno a New York durante una riunione organizzata dalla League of American Writers, dopo che John Dos Passos, Arcibal MacLeish e Lilliam Hellman ebbero costituito la Contemporany Historian Inc. per fare in modo che il famoso regista Joris Ivens e il cameraman John Ferno partecipassero.
Lo scrittore, che era ritornato il 9 maggio dalla Spagna, tenne in questa occasione una conferenza con il Segretario del Partito Comunista e Joris Ivens alla Carnegie Hall dove venne registrata la famosa frase:
«Il fascismo è una menzogna detta da prepotenti ...»
L'8 luglio il documentario fu proiettato alla Casa Bianca, dove Hemingway era stato invitato dal presidente Roosevelt, e il 10 luglio in California. Durante la serata, che si tenne a casa di Frederic March, presente Dorothy Parker e Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore raccolse fondi per inviare ambulanze in Spagna. Ritornato in Spagna con Martha si recherà in prima linea conducendo con lei una vita molto dura spostandosi continuamente sui luoghi di battaglia e di bombardamenti. Dopo un mese al fronte Hemingway si trasferì a Madrid all'Hotel Florida con Martha ormai ufficialmente al suo fianco. Il 15 ottobre 1937 uscì To Have and Have Not (Avere e non avere), che diventò subito un best seller, e nel frattempo scrisse una commedia che si ispirava a Martha, The Fifth Column (La quinta colonna).
Prima di Natale, mentre Martha ed Ernest si avviavano verso Barcellona, vennero a conoscenza di un'avanzata lealista e ritornarono sui luoghi dove si combatteva e da lì ritornarono a Parigi dove Hemingway trovò Pauline che si era recata nella città nel tentativo di salvare il loro matrimonio. Hemingway, che intanto iniziava ad accusare seri disturbi di fegato e a bere in modo eccessivo malgrado il parere contrario del medico, si decise a ritornare nel 1938 con Pauline a New York e in seguito a Key West dove rimase fino alla fine di marzo, anche se la presenza della moglie lo esasperava sempre di più.
Con il ritorno a New York era finito il secondo viaggio in Spagna di Hemingway, ma il fascino di quella terra era per lui troppo forte tanto che lo scrittore, il 19 marzo 1938, avendo ottenuto un altro contratto con la NANA, si imbarcò ancora per la Spagna verso i luoghi di battaglia e vi rimase fino alla metà di maggio per poi ritornare a Parigi e a New York.
Scrisse in questo periodo articoli per la rivista di sinistra Ken fondata dallo stesso editore di Esquire, sul quale l'11 agosto del 1938 scriveva del timore di una nuova guerra europea. Usciva intanto a New York la rappresentazione di The Fifth Column con l'adattamento di Benjamin Glaser. Ritornato a Parigi si rimise con Martha Gellhorn e iniziò a scrivere il romanzo sulla Spagna mentre usciva il volume di racconti con recensioni non sempre favorevoli ma che gli fruttò solo nelle due prime settimane seimila copie.
Gli anni della seconda guerra mondiale
Nel febbraio del 1939 lo scrittore si recò a Cuba dove rimase un mese lavorando al romanzo For Whom the Bell Tolls (Per chi suona la campana). Al ritorno a Key West gli venne proposta la riduzione cinematografica di The Short Happy Life of Francis Macomber. Hemingway, intanto ritornato all'Avana, fu raggiunto da Martha Gellhorn che lo convinse ad affittare una tenuta in rovina, chiamata "Finca Vigìa". Sempre con Martha, si recò nell'Idhaho, a Sun Valley, un vecchio villaggio vicino alla città mineraria di Ketchum, dove trascorreva gran parte del tempo cacciando selvaggina.
Il 1940 fu l'anno dedicato alla stesura del romanzo Per chi suona la campana che venne pubblicato in luglio a New York con una vendita immediata di centomila copie. Nello stesso anno fu realizzata la riduzione cinematografica del libro e in novembre, dopo aver avuto conferma del divorzio ottenuto da Pauline, sposò Martha, accompagnandola poco tempo dopo in Cina come inviata della rivista "Collier's" .
Era intanto scoppiata la seconda guerra mondiale e i tedeschi avevano invaso la Danimarca, i Paesi Bassi e la Francia, mentre Dunkerque era stata evacuata e in Messico era stato ucciso Trotzkij.
Il 27 gennaio del 1941 lo scrittore si recò a Los Angeles per prendere accordi sul film tratto dal suo romanzo For Whom the Bell Tolls e incontrò Gary Cooper e Ingrid Bergman. Ritornato ad Hong Kong, dove rimase un mese (di questo periodo è l'intervista fatta a Chiang Kai-shek), continuò il viaggio in Birmania dove gli arrivò la notizia che For Whom the Bell Tolls era stato candidato al Premio Pulitzer (che però quell'anno non verrà assegnato).
Mentre Martha fu inviata a Giacarta, Hemingway dovette ritornare a Honk Kong, ma alla fine di maggio era di nuovo alla "Finca Vigia" (la casa che aveva comprato come regalo di nozze per Martha con i primi guadagni del romanzo) a San Francisco de Paula vicino all'Avana dove iniziarono i problemi con le tasse. Nel 1942 lo scrittore si recò in vacanza a Città del Messico ospite di Nathan Davis che lo convinse ad iniziare un'attività di controspionaggio a L'Avana per impedire da parte della Quinta Colonna nazista di infiltrarsi a Cuba. Ottenuta l'autorizzazione dall'Ambasciata americana, l'ambasciatore Spruille Brade, dopo averne discusso con il Primo Ministro, autorizzò Hemingway a realizzare l'organizzazione che venne chiamata con il codice "Crime Shop", poco dopo sostituita dallo stesso Hemingway con "Crook Factory".
Dopo aver ottenuto il permesso dell'ambasciatore Hemingway predispose la sua imbarcazione, la "Pilar", a fare da nave civetta camuffandola come se si trattasse di una nave interessata a fare ricerche scientifiche per il Museo Americano di Storia Naturale. La moglie Martha, contraria all'operazione e infastidita dall'atteggiamento narcisistico del marito che aveva iniziato a farsi chiamare "Papa" e soprattutto a bere troppo, accettò nel frattempo l'incarico, affidatole dalla rivista "Collier's", di partire come inviata speciale per il Mare dei Caraibi. Hemingway visse questa avventura, che gli ispirerà Island in the Stream, con grande entusiasmo, ma in seguito all'indagine sui metodi della "Crook Factory" condotta da sedici agenti dell'FBI venuti all'Avana, l'organizzazione fu sospesa. Il 10 luglio intanto si tenne a New York la prima di For Whom the Bell Tolls, e il romanzo raggiunse le settecentottantacinque mila copie solamente in America.
Malgrado Martha insistesse perché tornasse in Europa, Hemingway rimase all'Avana fino al 1944, quando finalmente si decise a ritornare a New York. Alla vigilia dello sbarco in Normandia si recò a Londra come inviato speciale del Collier's e lì conobbe Mary Welsh, inviata di Time e Life, e iniziò a corteggiarla. In questo periodo conobbe anche il fotografo Robert Capa con il quale strinse subito una grande amicizia e il 25 maggio, dopo solamente una settimana dal suo arrivo a Londra, ritornando da una festa data da Capa a tarda notte, ebbe un terribile incidente d'auto e, con prognosi di commozione cerebrale, venne ricoverato al St. George's Hospital. Dimesso il 29 maggio, senza tener conto delle indicazioni dei medici ricominciò a bere, e il 2 giugno, invece di rimanere a riposo come gli era stato prescritto, si recò, insieme ad altri corrispondenti di guerra, su un aereo per andare ad attendere l'invasione del D-Day e da quel momento, per sette mesi, partecipò alla guerra in Europa.
Il 26 luglio conobbe colui che diventerà il suo eroe militare, il colonnello, in seguito promosso generale, Charles Trueman Lanham, comandante del ventiduesimo Reggimento di Fanteria della Quarta Divisione, e lo seguì come corrispondente presso il suo reggimento. Lasciata in agosto la Quarta Divisione, lo scrittore si spostò a Rambouillet, sulla strada di Parigi, per unirsi ad un gruppo di partigiani francesi prendendone il comando, e il 24 agosto entrò a Parigi prima del generale Leclerc. Avvenne quella che egli chiamò la liberazione dell'Hotel Ritz.
Il 4 ottobre venne sottoposto ad un'inchiesta a Nancy con l'accusa di aver violato la Convenzione di Ginevra per essersi tolto, quando si trovava a Rambouillet, le mostrine di corrispondente e aver preso il comando dei partigiani francesi. Il 15 novembre, dopo essere stato assolto, raggiunse il colonnello Lanham nella foresta di Hurtgen e rimase con il battaglione per tutti i diciotto giorni della Battaglia della Foresta di Hurtgen sferrata dai tedeschi nella quale morirono 2.678 americani.
Ritornato a Parigi in settembre per un breve periodo, lo scrittore incontrò Martha che gli aveva chiesto il divorzio ed ebbe la visita di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Ricevuta la notizia che il colonnello Lanham aveva subito un attacco nel Lussemburgo, lo raggiunse e rientrò nella città solamente nel gennaio del 1945, anno molto difficile per lo scrittore che, oltre a soffrire di forti emicranie, contrasse due polmoniti, ebbe un nuovo gravissimo incidente di macchina, concluse il divorzio con Martha e fu molto in pena per il figlio John ferito e catturato dai tedeschi.
Gli anni del dopoguerra
Hemingway trascorse il 1946, anno in cui sposò Mary, in condizioni più favorevoli di salute che gli permisero di dedicarsi alla stesura del nuovo libro The Garden of Eden (Il giardino dell'Eden).
Nel 1947 ricevette all'Ambasciata americana dell'Avana la Bronze Star per i servizi prestati come corrispondente di guerra in Francia e Germania e nel 1948 si recò con la moglie in Italia, dove rimase fino all'aprile del 1949, portando con sé la sua fama di machismo, e proprio quando la sua celebrità di scrittore era arrivata al massimo. Fra i suoi soggiorni italiani egli risiederà, per alcuni periodi del 1952, anche nella località campana di Acciaroli, sulla costa del Cilento. In questo periodo, a più riprese e fino al 1954, soggiornò frequentemente in Veneto, soprattutto fra Venezia (era un assiduo frequentatore dell'Harry's Bar e del Gritti), l'isola di Torcello, Cortina e la laguna di Caorle, dove andava spesso a caccia, ospite di famiglie aristocratiche della zona. Fu in tale periodo che scrisse il romanzo Across the River and into the Trees (Di là dal fiume e tra gli alberi) ambientato proprio nei luoghi veneti conosciuti dall'autore. Il romanzo, pubblicato nel 1950, fu accolto freddamente dalla critica e non ottenne un grande successo, ma rappresentò comunque il ritorno di Hemingway al romanzo dopo dieci anni.
Proprio per gli aperti riferimenti a luoghi e persone realmente conosciuti all'epoca (si era innamorato anche della giovane nobildonna veneta Adriana Ivancich, facilmente riconoscibile in un personaggio del romanzo), Hemingway vietò la pubblicazione in Italia di "Di là dal fiume e tra gli alberi" per almeno due anni. Ciò non impedì che la relazione di Hemingway con la giovane italiana suscitasse un certo scandalo, almeno in Italia. Di fatto poi il romanzo sarà pubblicato in Italia solo nel 1965.
Il ritorno a Cuba e l'ultimo romanzo: The Old Man and the Sea (Il vecchio e il mare)
Tornato a Cuba si dedicò alla pesca sulla sua "Pilar" e scrisse The Old Man and the Sea (Il vecchio e il mare) che terminò il 17 febbraio del 1952, e il romanzo rimasto incompiuto che verrà pubblicato postumo con il titolo Isole nella corrente.
Lo stesso anno Leland Hayward gli offrì di pubblicare su un numero unico di Life, con uscita in settembre, The Old Man and the Sea mentre Adriana Ivancich disegnò la copertina del libro per l'editore Scribner che pubblicò il romanzo nello stesso anno. Nell'aprile del 1953 il romanzo vincerà il Premio Pulitzer.
Gli ultimi anni di vita
Hemingway nel frattempo aveva organizzato un safari spinto dal suo solito desiderio di avventura, ma anche perché voleva raggiungere in Africa il figlio Patrick che si trovava in Kenia con la moglie. Dopo aver accettato un contratto con la rivista Look per la pubblicazione di una serie di articoli sul safari che avrebbe fatto, Hemingway volle ritornare a Pamplona per la Festa di San Firmino.
Gli incidenti
Il 21 gennaio 1954 partì con Mary dall'aeroporto di Nairobi, ma la "sfortuna" lo stava perseguitando. Il pilota dell'aereo sul quale viaggiava, per evitare uno stormo di ibis, colpì un filo del telegrafo e, con l'elica e la fusoliera danneggiata, tentò un atterraggio di fortuna in Uganda dove, con una spalla rotta, Hemingway e la moglie furono costretti a trascorrere la notte all'aperto e al freddo. Il mattino, avvistati da una grande barca e fatti salire a bordo, furono trasportati a Butiaba dove Reggie Cartwright si offrì di portarli fino a Entebbe col suo piccolo aereo, ma l'aereo prese fuoco e lo scrittore, nel tentativo di sfondare un portello con la testa, subì danni fisici molto gravi dai quali non si riprese mai più.
Condotto a Nairobi, dove ricevette le prime cure, si sforzò di scrivere il primo articolo per Look e accettò di essere condotto da Roy Marsh sul suo aereo all'accampamento di Shimoni sulla costa del Kenia, come era stato precedentemente programmato, ma allo scoppio di un incendio nel vicino accampamento egli, che era accorso per aiutare, venne avvolto dalle fiamme uscendone fortemente ustionato.
Ancora a Madrid
Solo alla fine di marzo, dimagrito di dieci chili, poté raggiungere Venezia dove il Conte Federico Kechler lo raggiunse e lo accompagnò in varie cliniche per esami radiografici e visite più complete. Malgrado la salute così precaria lo scrittore aveva il desiderio di rivedere la Spagna e così, accompagnato in macchina da Aaron Edward Hotchner, che dalle conversazioni registrate lungo il viaggio trarrà Papa Hemingway pubblicato nel 1966, si recò a Madrid.
A Madrid si fece curare da un medico, per poi ripartire alla volta di Genova dove, imbarcatosi per l'Avana, giunse alla Finca e fu assistito con cure intensive dal suo medico, José Luis Herrera. Durante l'estate riuscì solamente a scrivere alcune lettere e a ricevere qualche visita come quella di Ava Gardner e Luis Miguel Dominguin che aveva conosciuto a Madrid quando era andato ad assistere ad una sua corrida.
Il Premio Nobel
Il 28 ottobre ricevette per telefono la notizia che gli era stato assegnato il premio Nobel, ma non fu in grado di viaggiare fino a Stoccolma e il premio venne ritirato dall'ambasciatore Jon Cabot. Si dice anche che alla consegna del premio lo scrittore americano abbia risposto al messo "Troppo tardi".
La ripresa della lavorazione del film Il vecchio e il mare
Durante i primi mesi del 1955 Hemingway, con il corpo martoriato, ricevette stancamente i visitatori che venivano numerosi a trovarlo e cercò di collaborare con Leland Hayward e Peter Viertel giunti alla Finca il primo di giugno per riprendere la lavorazione del film The Old Man and the Sea. A luglio andò a trovarlo anche Aaron Edward Hotchner con il quale discusse il programma per la riduzione teatrale di alcuni suoi racconti e in agosto accolse la troupe cinematografica che era arrivata sul luogo per girare le scene della pesca.
Il testamento e la malattia
Il 17 settembre redasse il suo testamento con il quale nominò la moglie Mary erede ed esecutrice testamentaria, a patto che provvedesse ai figli e solamente a novembre riuscì, a fatica, a recarsi all'Avana per ricevere l'onorificenza dell'Ordine di San Cristobal ma, ammalatosi di nefrite e di epatite, fu costretto a letto fino al 9 gennaio. Ripresosi in parte, durante il 1956 tentò di scrivere qualche racconto che però rimase incompiuto e, malgrado tutti lo dissuadessero, volle recarsi a Madrid per assistere alle corride di Antonio Ordonez. Beveva sempre di più e la pressione era sempre troppo alta, ma non volle rassegnarsi al suo stato fisico così deteriorato e, sfidando il medico, combinò un safari in Africa che non gli fu possibile effettuare, poiché proprio quell'anno Nasser chiuse il canale di Suez.
Si recò comunque in Spagna per una caccia alle pernici e a novembre a Parigi. All'Hotel Ritz gli vennero dati due bauli rimasti in magazzino dal 1928 che contenevano manoscritti e dattiloscritti di quegli anni che diventeranno in seguito Festa mobile.
La depressione
Durante il 1957 Hemingway iniziò a soffrire di forte depressione che gli impedì di portare a termine l'articolo su Fitzgerald per la rivista Atlantic Monthly. In tutto l'anno scrisse un solo racconto: A Man of the World. Lo scrittore si muoveva raramente da casa se non per recarsi a New York ad un incontro di boxe di Sugar Ray Robinson, ma la città lo deluse perché troppo caotica e rumorosa e a Bernard Berenson scrisse anche che Cuba non possedeva più alcun fascino a causa dei grattacieli che affollavano le spiagge.
Nella primavera del 1958 riprese a scrivere con una certa regolarità alcuni capitoli sulla vita trascorsa a Parigi con Hadley tra il 1921 e il 1926, ma iniziò ad avere strani sintomi di mania di persecuzione che esternò con un forte risentimento nei confronti di Pauline e dei Murphy, che accusava di essere stati i responsabili del fallimento del suo primo matrimonio. Riuscì comunque a portare a termine il libro composto da diciotto capitoli e riprese a scrivere il romanzo The Garden of Eden che aveva iniziato dieci anni prima.
In aprile, insofferente del clima di Cuba, volle recarsi a Ketchum dove riprese la caccia e trasse un certo beneficio dalle cure del dottor George Saviers che prestava servizio al "Sun Valley Hospital" e che divenne suo amico. In dicembre decise di acquistare una villa a due piani fuori dal centro della città per vivere in una casa più organizzata e poter dedicarsi con tranquillità allo scrivere. Nel febbraio del 1959 morì Taylor Williams che era stata la guida di Sun Valley, suo compagno di caccia agli orsi e grande amico, ed Hemingway gli acquistò una tomba vicino alla sua dove venne poi sepolto.
Per l'ultima volta in Spagna
In aprile, dopo essere stato all'Avana ed aver incontrato Tennessee Williams e Kenneth Tynan, accettò l'invito di Bill Davis e in maggio fu suo ospite con Mary, nella villa "La Consula" a Malaga sulla Costa del Sol, da dove si mosse per assistere alla serie di corride di Dominguin e di Antonio Ordonez per la Spagna. A Pamplona, dopo aver assistito a venti corride, conobbe Valerie Danby-Smith che divenne in seguito la sua segretaria e che rimase vicino a Mary dopo la morte di Hemingway.
Il 21 luglio di quell'anno venne organizzata da Mary una grande festa per il suo sessantesimo compleanno, ma lo scrittore in quell'occasione si comportò in modo preoccupante alternando crisi di pianto a discorsi sarcastici verso gli amici. Ripresa la tournée si recò a Valencia per continuare a seguire le corride ed anche Dominguin venne ferito. La rivista Life aveva intanto commissionato ad Hemingway un articolo sulla corrida ed egli aveva iniziato a prendere numerosi appunti. Ma quando in ottobre, ritornato alla Finca Vigia, cercò di riordinarli, non ci riuscì.
Le crisi maniaco-depressive
Nel gennaio 1960 lo scrittore si recò a Miami assistito dalla segretaria Valerie e continuò a scrivere la storia delle corride che stava ormai diventando un manoscritto di 688 pagine. Ossessionato dal lavoro intrapreso, in giugno chiese all'amico Aaron Edward Hotchner di raggiungerlo alla Finca per aiutarlo a tagliare il manoscritto che diventerà poi The Dangerous Summer. Alla fine di luglio il lavoro era stato terminato ed Hemingway, accompagnato da Hotchner, volle ritornare in Spagna.
I segni di squilibrio mentale diventavano intanto sempre più evidenti: ossessionato dal fatto che Valerie fosse giunta a Cuba con un visto temporaneo non ancora rinnovato, si convinse che Antonio Ordonez avesse bisogno di lui e si recò a New York passando dalla Spagna (anche per controllare di persona il suo scritto sulle corride) quindi da solo in volo, senza un motivo preciso, si recò a Madrid, seguito subito da una persona di fiducia e poi da Hotchner, per andare a "La Consula" e preoccupando tutti gli amici a causa delle crisi maniaco-depressive che lo facevano sospettare di tutto e di tutti, con grandi vuoti di memoria.
A settembre uscì su Life la prima delle tre puntate di The Dangerous Summer e lo scrittore fu assalito dall'angoscia perché lo ritenne un "pasticcio" e ne provava vergogna. Gli amici spagnoli, preoccupati dal suo stato patologico, sentirono il dovere di farlo caricare su un volo notturno e di riportarlo a New York dove cominciò ad essere ossessionato dai complotti che vedeva ovunque intorno a sè.
Il ricovero
Il 22 ottobre ritornò a Ketchum, ma la situazione non migliorò. Era convinto di non avere più denaro per mantenere la casa, pensava di essere pedinato dall'FBI e perseguitato per il visto non rinnovato di Valerie e vedeva ovunque agenti federali (dall'archivio generale dell'FBI che verrà ripreso in visione dopo che Jeffrey Meyers rivelerà sul The New York Review of Books del 31 marzo 1983, nell'articolo intitolato Wanted by the F.B.I.!, si potrà constatare che i timori di Hemingway erano in parte giustificati. Infatti il Bureau lo teneva sotto sorveglianza dai tempi della guerra di Spagna e dell'attività di controspionaggio).
Dopo aver parlato con uno psichiatra, il dottor Saviers si rese conto della necessità di un ricovero. Il 30 novembre, sotto falso nome, Hemingway partì con un aereo privato insieme al dottor Saviers (Mary lo raggiungerà in treno) per essere ricoverato alla clinica Mayo nel Minnesota. Gli fu diagnosticata una emocromatosi, fu sottoposto a numerosi elettroshock e venne colpito da afasia. Il 22 gennaio, dimesso dalla clinica, fece ritorno a Ketchum e riprese a fatica il lavoro al libro di Parigi, smettendo di bere e rifiutando qualsiasi invito. Piangeva con grande facilità, continuava a dimagrire ed era convinto di avere un cancro.
Durante il suo ricovero, nonostante soffrisse di alta pressione per il diabete, gli venne somministrato un ingente numero di elettroshock (oltre venti), provocandogli grosse lacune nella memoria. In quel periodo riferì ad un suo amico le sue preoccupazioni:
«Che senso ha rovinare la mia mente e cancellare la mia memoria? Queste cose costituiscono il mio capitale e senza di esse sono disoccupato. È una buona cura, ma abbiamo perso il paziente».
Il 21 aprile tentò di sottrarre un fucile dalla stanza dove erano conservate le armi, ma Mary riuscì a distrarlo. L'arrivo del dottor Saviers per la sua visita quotidiana fu provvidenziale perché riuscì a convincerlo a deporre il fucile e lo condusse al "Sun Vallery Hospital", e di qui nuovamente alla clinica Mayo dove fu sottoposto ad altri elettroshock. Rimase in ospedale per due mesi, isolato in una stanza senza la presenza di alcun oggetto, e il 26 giugno venne dimesso "clinicamente guarito", ma già lungo il viaggio di ritorno ricominciò ad avere strani comportamenti e forti allucinazioni.
La morte
« Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto... E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse.»
Il 1º luglio 1961, come riferisce Mary nelle memorie, fu una giornata abbastanza tranquilla per lo scrittore tranne che per il ricorrente incubo della persecuzione dell'FBI. Ella racconta che alla sera cantò con lei una canzone che aveva imparato a Cortina da Fernanda Pivano e che era solito canticchiare nei momenti di serenità:
«Tutti mi chiamano bionda, ma bionda io non sono: porto i capelli neri, porto i capelli neri»
Pochi giorni prima, Mary lo aveva sorpreso con un fucile e delle cartucce in mano, ma egli le aveva risposto che intendeva soltanto "dargli una ripulita". Allarmatissima, lei aveva riposto l'arma nell'armadietto e l'aveva chiuso a chiave.
La mattina della domenica del 2 luglio Mary fu svegliata da un forte colpo. Hemingway si era sparato alla tempia ed era morto. Disgraziatamente, lei aveva dimenticato le chiavi dell'armadietto sul tavolo della cucina e lui le aveva trovate. Dopo tre giorni, nella piccola chiesa di "Our Lady of the Snow" (Nostra Signora delle Nevi) vennero celebrate le onoranze funebri alla presenza dei tre figli e di pochi intimi amici. Il suo corpo ebbe sepoltura nel cimitero di Ketchum.
Curiosità
▪ A L'Avana Hemingway dette immortalità a due cocktail a base di rum e a due locali della capitale con la celebre frase "il Mojito alla Boteguita (del Medio) e il Daiquiri al Floridita".
▪ Sempre all'Avana, nel giugno 2007, nel corso dell'annuale convegno di studi internazionale sullo scrittore è stata data notizia del ritrovamento, a Cuba, di appunti inediti vergati di propria mano da Hemingway. La documentazione è stata trovata nell'intercapedine di una parete della residenza di Finca Vigia. Gli appunti si riferiscono specificatamente alla stesura de Il vecchio e il mare ma contengono anche particolari sul peso corporeo che l'autore fra il 1942 ed il 1953 segnava meticolosamente su tabelle in cui registrava la scansione degli esercizi fisici quotidiani. Altre annotazioni concernono la dieta alimentare da lui seguita.
▪ Nella casa di Key West, in Florida, abitano ancora i gatti dello scrittore, che sono dotati di una caratteristica particolare. Sono polidattili, hanno cioè sei dita. Adesso, la commissione cittadina di Key West ha deciso di tutelare i gatti di Hemingway, esentando la casa da una legge che proibiva la presenza di più di 4 animali domestici per nucleo familiare. "Si tratta di gatti dal forte significato sociale e turistico, parte integrante della storia della casa", ha dichiarato la commissione. Fu il capitano di una nave a regalare a Hemingway un gatto con 6 dita. Adesso la famiglia si è allargata, e conta circa una cinquantina di membri.
Il governo federale degli Stati Uniti è intervenuto nella vicenda dei gatti e dovrà ora decidere la loro sorte, ovvero se potranno continuare a vivere in libertà nel giardino della villa dello scrittore, nell'isola di Key West, oppure se dovranno essere confinati.
Il 13 settembre 2007 è stata data notizia del ritrovamento di una bozza del manoscritto Per chi suona la campana con la firma autografa dello scrittore. Essa è stata messa all'asta il 29 settembre 2007 a New York dalla Swann.
Il padre Clarence, così come i fratelli Leicester ed Ursula e la nipote Margaux sono morti suicidi.
▪ 1977 - Vladimir Vladimirovič Nabokov (Pietroburgo, 23 aprile 1899 – Montreux, 2 luglio 1977) è stato uno scrittore russo naturalizzato statunitense.
Scrisse i sui primi libri in russo, ma fu con i suoi romanzi in inglese che raggiunse la notorietà.
L'opera più conosciuta di Nabokov è sicuramente il romanzo Lolita del 1955, spesso citato come uno dei più importanti testi narrativi del XX secolo (e da cui il regista Stanley Kubrick trasse l'omonimo film), seguito nello stesso anno da un altro romanzo scritto in lingua inglese: Pale Fire (Fuoco pallido).
Compose altri scritti di argomento totalmente diverso, come alcuni contributi sull'entomologia e sul gioco degli scacchi.
Bio-bibliografia
Figlio di Vladimir Dmitrievič Nabokov, noto politico che finì assassinato, e Elena Ivanovna Rukavišnikova, nacque da una nobile famiglia russa a San Pietroburgo, dove trascorse l'infanzia e la giovinezza in una casa che ora ospita un museo dedicato allo scrittore. Poiché in famiglia si parlava correntemente sia il russo sia l'inglese sia il francese, fin dalla sua più tenera età Nabokov fu in grado di comprendere e parlare queste lingue, come narra nella sua autobiografia Speaks, memory (Parla, ricordo).
I Nabokov lasciarono la Russia dopo la rivoluzione del 1917 per recarsi in una tenuta di alcuni amici in Crimea, dove rimasero per un anno e mezzo. A seguito della disfatta dell'Armata bianca in Crimea, abbandonarono definitivamente la Russia e si trasferirono in Occidente, in Gran Bretagna.
Nel 1922 completò gli studi di slavo e di lingue romanze al Trinity College di Cambridge. Si trasferì quindi a Berlino dove il padre venne assassinato il 28 di marzo e poi a Parigi, acquistando una sempre maggiore notorietà nell'ambiente dei russi emigrati, grazie ai suoi primi scritti in russo, pubblicati sotto lo pseudonimo di Sirin. Nel 1925 sposò Vera Slonim dalla quale, nel 1934 ebbe un bambino di nome Dmitrij.
Nabokov soffriva di sinestesia, disturbo del quale egli descrive i diversi aspetti in molte sue opere. Nelle sue memorie Strong Opinions, egli nota che anche la moglie e il figlio erano sinisteti, poiché associavano colori particolari a determinate lettere.
Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti e nel 1945 prese la cittadinanza americana. Da quel momento egli scrisse in inglese e tradusse in questa lingua alcune delle sue opere precedenti.
Insegnò letteratura russa per undici anni presso la Cornell University di Ithaca e negli ultimi anni visse in Svizzera, a Montreux, dove alternò la sua attività letteraria con quella delle appassionate ricerche di entomologo.
Morì a Montreux in Svizzera nel 1977.
La prima produzione: l'ibrido culturale
Iniziò scrivendo liriche di stampo simbolista e nel 1926 uscì il suo primo romanzo dal titolo Mašen'ka al quale seguirono, nel 1928, Re, donna, fante che vuol essere una parodia del romanzo tradizionale.
Nel 1929 pubblicò una storia sugli scacchi, argomento prediletto da Nabokov, ricco di metafore, dal titolo La difesa di Lužin al quale fecero seguito L'occhio nel 1930 che narra, in stile pirandelliano, la vicenda di un russo emigrato a Berlino. Nel 1932 pubblica sulla falsariga di un poliziesco Camera oscura, nel 1933 un romanzo dal tono enigmatico, Gloria e nel 1935 Invito a una decapitazione che sembra ispirato ad alcuni dei racconti kafkiani. Tuttavia nel 1959, nella prefazione alla nuova edizione americana del romanzo, Nabokov afferma che a quei tempi addirittura ignorava l'esistenza del grande autore che sarebbe poi divenuto uno dei suoi punti di riferimento. È da sottolineare come l'edizione che leggiamo oggi di Invito a una decapitazione non sia l'opera edita in russo nel '35, bensì la traduzione, con diversi ritocchi stilistici e anche contenutistici, che l'autore fece, insieme a suo figlio, per il mercato americano appunto nel 1959.
In questi romanzi si avverte l'ibrida cultura di Nabokov che ripropone i temi della letteratura russa, come quello dello sdoppiamento esistenziale di Dostoevskij e del grottesco di Gogol', fondandoli con le nuove forme che, tra le due guerre, stavano rivoluzionando l'idea stessa del romanzo.
La seconda produzione: la nuova realtà sociale
Un ulteriore approfondimento della già intensa ricerca formale di Nabokov, si ebbe con il passaggio alla lingua inglese e soprattutto con il contatto della diversa realtà sociale che lo scrittore si trova ad affrontare dal 1940 vivendo negli Stati Uniti.
La frammentazione dell' identità individuale nella società contemporanea diventerà il tema fondamentale della narrativa di Nabokov dando luogo alla scrittura di romanzi come La vera vita di Sebastian Knight (The real life of Sebastian Knight) nel 1941, I bastardi (Bend Sinister) nel 1949 e in seguito i romanzi di vita americana.
I romanzi di vita americana
Nel 1955 venne pubblicato con grande successo il romanzo Lolita che fece conoscere Nabokov ad un pubblico mondiale offrendo una perfetta immagine "interna" dell'America, con i suoi miti e le sue ossessioni, soprattutto il sesso. Il romanzo ebbe molta influenza sugli stessi narratori americani della nuova generazione e, in modo particolare, su John Barth.
Dopo Pnin del 1957 che esplorava in modo ironico la realtà dei colleges americani, lo scrittore riprende il tema producendo, nel 1962, una delle sue opere formalmente più mature, Fuoco pallido (Pale fire).
Segue, nel 1969, Ada o ardore (Ada or ardor: A family chronicle) che offre una suggestiva sintesi dell'arte di Nabokov. Ritornano in questo romanzo, stravolti da una scrittura ironica, tutti i temi dello scrittore: l'ambigua duplicità della realtà, la passione del gioco, del puzzle, l'ossessione del sesso.
I racconti e gli ultimi romanzi
Tra i racconti vanno citati quelli raccolti in La dozzina di Nabokov (Nabokov's dozen) del 1958 e in Il quartetto di Nabokov (Nabokov's quartet) del 1967 mentre tra i romanzi più tardi Cose trasparenti (Transparent things) del 1973, Guarda gli arlecchini (Look at the arlequins) del 1974 e Parla, ricordo (Speak, memory) del 1967 che è la ricerca autobiografica del passato russo cancellato dalla storia.
I saggi critici e le traduzioni
Nabokov fu anche un eccellente critico di letteratura russa e a lui dobbiamo il bellissimo saggio su Nikolaj Gogol' del 1944. Altri saggi su scrittori europei dell'Ottocento e del Novecento sono stati raccolti postumi nel 1980 nell'opera Lezioni di letteratura. Tra le traduzioni inglesi si ricorda quella commentata dell'Evgenij Onegin di Puškin.
Nabokov e l'entomologia
La sua carriera di entomologo fu altrettanto notevole. Nel 1940 gli fu affidato l'incarico di organizzare la collezione di farfalle al Museo di Zoologia Comparata dell'università Harvard. I suoi scritti in questo campo sono molto tecnici. Questa tecnicità, combinata al fatto che la sua specializzazione era il genere Polyommatini della famiglia Lycaenidae, relativamente poco attraente, ha comportato che questo lato della sua vita sia rimasto poco esplorato dagli ammiratori delle sue opere letterarie.
Il paleontologo e saggista Stephen Jay Gould ha discusso l'entomologia di Nabokov in un saggio ristampato nel libro I Have Landed. Gould rileva che Nabokov è stato occasionalmente uno scienziato 'retrogrado', non accettando mai, ad esempio, che la genetica o il numero di cromosomi potesse essere un valido modo per distinguere le varie specie di insetti. Alcuni ammiratori di Nabokov hanno provato a riconoscere un valore letterario a tali lavori scientifici, rileva ancora Gould. Altri hanno sostenuto che la sua opera scientifica ha dato un contributo fondamentale alla sua opera letteraria. Gould afferma invece che entrambe traggono origine dall'amore di Nabokov per i dettagli, l'osservazione e la simmetria.
▪ 1990 - Giuseppe Montalenti (Asti, 13 dicembre 1904 – Roma, 2 luglio 1990) è stato un biologo e genetista italiano.
Gli studi
Figlio di un noto magistrato, non volle proseguire l'attività paterna, preferendo dedicarsi agli studi scientifici. Fu così che dopo il liceo, s'iscrisse nel 1923 alla facoltà di Scienze naturali dell'Università di Torino; trasferitosi poi l'anno dopo a Roma, si laureò nel 1926. Nel 1929, poté soggiornare a Montpellier, nel Laboratorio diretto da Jean-Eugène Bataillon, e affrontare i primi problemi relativi alla fisiologia della fecondazione e dell'attivazione sperimentale delle uova di anfibi ed echinodermi, studiando l'insorgenza delle malformazioni da ibridazione, accostandosi alla genetica.
Nel 1933, conseguita la libera docenza in zoologia, ottenne la nomina ad assistente all'Università di Bologna, che conservò sino al 1937. In quegli anni vinse due volte il concorso a cattedra, ma non poté essere chiamato a ricoprirne nessuna perché le leggi demografiche fasciste prescrivevano che, per essere titolari di cattedra, era necessario essere sposati, meglio ancora se con una famiglia numerosa.
Le cariche
Condusse una serie di ricerche sull'ibridazione interspecifica degli anfibi, perfezionandosi grazie a una borsa di studio conferitagli dalla Fondazione Rockefeller nel 1931, con la quale poté lavorare a Chicago, nel laboratorio di Frank Lillie, e successivamente a Woods Hole, sede del Marine Biological Laboratory, uno dei più affermati centri di biologia.
Nel 1939 passò alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e, nel 1940, grazie all'intercessione di Francesco Giordani e Mario Salfi, fu chiamato a coprire a coprire la prima cattedra di Genetica in Italia, istituita dalla Facoltà di Scienze dell'Università di Napoli (che ricoprì fino al 1960).
Nell'agosto del 1943 Montalenti era in vacanza con la madre e la sorella nella sua villa di Sciolze in Piemonte. Ma diffusasi la notizia che le truppe alleate stavano raggiungendo Napoli, decise di tornare alla Stazione Zoologica per difenderne le sorti in quel travagliato momento. Vi tornò dopo un viaggio difficile e fortunoso, assicurando all'Istituto la sua vigile presenza, specialmente nell'ultimo scorcio del conflitto, che vide le forze alleate sostituirsi a quelle tedesche nell'occupazione della città. A Giuseppe Montalenti fu riconosciuto il merito di aver salvato la Stazione Zoologica e le sue strutture, praticamente unico responsabile durante l'evento forse più critico nella vita di quella Istituzione.
Fu quindi chiamato alla cattedra di genetica dell'Università di Roma. Dal 1953 al 1958 fu segretario generale dell'Unione Internazionale di Scienze Biologiche, di cui divenne poi Presidente sino al 1961.
Fondò un centro di genetica evoluzionistica presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e gli Istituti di genetica delle Università di Napoli e di Roma. Quello di Roma divenne in seguito un dipartimento e fu intitolato a Charles Darwin.
Ebbe importanti riconoscimenti e appartenne a varie e prestigiose Accademie italiane e straniere; tra queste, l'Accademia Nazionale dei Lincei al cui vertice venne eletto, primo tra i biologi, restando in carica dal 1980 al 1985.
A lui è intitolato il "Premio Asti scienza", manifestazione annuale dedicata alla letteratura scientifica. Le finalità dell'iniziativa sono la diffusione della letteratura scientifica, la promozione della lettura di ambientazione scientifica, la promozione della conoscenza della città di Asti come sede di facoltà universitarie di eccellenza.
Assieme ad Arnaldi e Geymonat tenne a lungo la Direzione della rivista "Scientia".
Le ricerche
Genetica e ematologia, biologia e riproduzione, evoluzione della sessualità.
All'inizio degli anni cinquanta iniziò una serie di ricerche sulla genetica della microcitemia, un'emopatia ereditaria piuttosto frequente in alcune aree del nostro Paese caratterizzate da grande diffusione della malaria. Collaborando con gli ematologi della Clinica Medica romana e analizzando gli equilibri genici di varie popolazioni in diverse condizioni ambientali, Montalenti arrivò alla soluzione del problema: i microcitemici sono tanto frequenti grazie alla loro minore suscettibilità a contrarre la malaria.
Montalenti aderì pienamente al darwinismo e si batté in un clima intellettuale dominante tutt'altro che facile. In Italia, fu tra i primi a vedere nella teoria dell'evoluzione la svolta nelle dottrine scientifiche sulla cultura moderna, in campo filosofico e sociale.
Si occupò dei problemi di conservazione della Natura e delle sue risorse: all'Accademia dei Lincei, ribadiva spesso l'importanza della salvaguardia dell'ambiente.
▪ 1997 - James Maitland Stewart (Indiana, 20 maggio 1908 – Los Angeles, 2 luglio 1997) è stato un attore e generale statunitense.
Icona del cinema, attore sia sul grande schermo che in teatro, le sue interpretazioni di personaggi dimessi lo resero celebre. Ha partecipato a molti film universalmente considerati dei classici e nominato per cinque Oscar, vincendone due, di cui uno alla carriera. Ebbe anche una notevole carriera militare nelle Forze Armate Aeree degli Stati Uniti, raggiungendo il grado di Generale di Brigata.
Nato ad Indiana, vicino Pittsburgh, intraprese la carriera di architetto prima di essere attratto dal teatro alla Princeton University. Il suo primo successo come attore arrivò a Broadway, prima di debuttare ad Hollywood nel 1935. La sua carriera prese lo slancio grazie ai film di Frank Capra, il suo ruolo in Mister Smith va a Washington gli valse una candidatura all'Oscar. Stewart ebbe una carriera versatile ed un volto riconoscibile sullo schermo in classici come Scandalo a Filadelfia, Harvey, La vita è meravigliosa, Nodo alla gola, La finestra sul cortile e La donna che visse due volte.
Il pubblico americano, per la sua popolarità, si riferiva a lui con l'affettuoso nomignolo Jimmy Stewart, firma mai apparsa nei titoli dei suoi film.
Stewart dimostrò la sua versatilità in un ampio numero di generi cinematografici, fu protagonista di commedie, western, biografie, thriller e film per famiglie. Lavorò per parecchi registi rinomati, tra i più importanti Alfred Hitchcock, John Ford, Billy Wilder e Anthony Mann. Vinse molti dei premi maggiori dell'industria hollywoodiana ed ottenne riconoscimenti alla carriera da tutte le major. Morì nel 1997, lasciandosi alle spalle un'eredità fatta di interpretazioni classiche; considerato come uno dei miglior attori dell'Epoca d'Oro di Hollywood, fu nominato terza più grande star maschile di tutti i tempi dall'American Film Institute.