Il calendario del 18 Dicembre
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Eventi
• 1642 - Abel Tasman sbarca a Mohua Golden Bay divenendo il primo europeo a mettere piede in Nuova Zelanda
• 1865 - La schiavitù viene abolita negli Stati Uniti, con l'approvazione del XIII emendamento
• 1890 - Londra apre la sua prima metropolitana
• 1894 - Le donne del Sud Australia diventano le prime in Australia ad ottenere il diritto di voto e di essere elette al Parlamento
• 1912 - Viene "scoperto" l'Uomo di Piltdown: nel 1953 si scoprirà non essere altro che una truffa
• 1916 - Fine della Battaglia di Verdun
• 1922 - A Torino nei pressi della stazione di Torino Porta Susa gli squadristi fascisti aggrediscono le organizzazioni popolari: 11 antifascisti uccisi, decine di feriti gravi. Per tre giorni le autorità non intervengono. A ricordo di questa strage è intitolata la piazza che fronteggia la stazione torinese di Porta Susa, che dà anche il nome ad una fermata della linea 1 della metropolitana cittadina
• 1932 - Viene inaugurata la città di Littoria
• 1935 - Viene inaugurata la città di Pontinia
• 1938 - Viene inaugurata la città di Carbonia, dopo meno di tredici mesi di lavori
• 1939 - La nave da guerra tedesca Admiral Graf Spee, chiamata dai britannici pocket battleship ("corazzata tascabile") viene fatta affondare dal suo equipaggio a largo di Montevideo
• 1958 - Il Niger diventa indipendente
• 1983 - 38 marinai del distaccamento M.M. di Aulla (MS) rimangono vittime di uno spaventoso incidente sul viadotto di Nervi (autostrada La Spezia-Genova). Solo tre si salvarono dal tragico volo di 70 metri. Ai funerali dei 35 marinai partecipò anche l'allora Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini che ricordò la tragedia nel discorso di fine anno
• 1994 - Italia: il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presenta le dimissioni al Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro
• 2004 - La rivista Archäologisches Korrespondenzblatt pubblica la notizia della scoperta in una grotta in Germania dello strumento musicale più antico del mondo: si tratta di un flauto di 35.000 anni fa costruito da una zanna d'avorio
• 2007 - L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la moratoria universale della pena di morte con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti
Anniversari
• 1737 - Antonio Stradivari(Cremona?, 1643? – Cremona, 18 dicembre 1737) è stato un liutaio italiano, considerato il più importante della storia. Il nome latino Stradivarius viene usato spesso per identificare questi strumenti
• 1803 - Johann Gottfried Herder (Mohrungen, 25 agosto 1744 – Weimar, 18 dicembre 1803) è stato un filosofo, teologo e letterato tedesco.
Nato a Mohrungen nella Prussia orientale dal maestro di scuola Gottfried (1706 - 1763) e dalla sua seconda moglie, Anna Elisabeth Peltz (1717 - 1772), dal pietismo della famiglia egli assorbì un forte interesse religioso. Le condizioni economiche della sua famiglia erano modeste ma furono in grado di assicurare ai figli una buona istruzione; Herder frequentò le scuole pubbliche di Mohrungen, una cittadina che allora contava 2000 abitanti. Importante fu la sua conoscenza con il diacono Trescho, un pietista che impiegò il giovanissimo Herder come factotum, consentendogli in cambio di utilizzare la sua biblioteca
Conclusi gli studi secondari, su consiglio del chirurgo militare russo J. C. Schwarz-Erla, Herder decise di recarsi a Königsberg per studiare come chirurgo: nel dicembre del 1762 lasciò Mohrungen dove non sarebbe più tornato e non avrebbe più rivisto i propri genitori.
Iscritto nel 1762 all’Università di Königsberg per studiare teologia, fu allievo di Immanuel Kant; qui si legò di amicizia con Johann Georg Hamann, patriota antilluminista, sostenitore della prevalenza delle ragioni del sentimento su quelle dell’intelletto, il cui influsso fu determinante per lo sviluppo delle sue teorie.
Nel 1764, divenuto pastore luterano, andò a insegnare a Riga, città baltica a sovranità russa ma che godeva di un'ampia autonomia; scrisse un'ode per l'incoronazione della zarina Caterina e celebrò la memoria di Pietro il Grande. Qui pubblicò anche i suoi primi scritti di estetica e di critica letteraria: Sulla diligenza dello studio delle lingue, del 1764, i Frammenti sulla recente letteratura tedesca, del 1767, Sugli scritti di Thomas Abbt, del 1768, e le Selve critiche, del 1769.
Quello stesso anno viaggia per mare fino a Nantes, per visitare la Francia e Parigi in particolare; tiene un diario di viaggio, il Journal meiner Reise im Jahre 1769, con il quale si proponeva di conoscere «il mondo e gli uomini dal punto di vista della politica, dello Stato e delle finanze». A Parigi conobbe Diderot e d'Alembert e acconsentì all'nvito del principe vescovo di Lubecca di accompagnare il figlio da Amburgo per un viaggio di istruzione in Francia. Raggiunta Amburgo, riparte con il figlio del vescovo per Stasburgo: durante il viaggio, a Darmstadt, conosce Caroline Flachsland, che sposerà tre anni dopo.
Per una malattia agli occhi, è costretto a fermarsi due mesi, nel 1770, a Strasburgo, rinunciando all'istruzione del giovane principe; conosce Goethe, studente nell'Università di quella città; frutto dei loro numerosi colloqui fu Intorno al carattere e all’arte dei tedeschi, saggi pubblicati nel 1773, che costituiscono una sorta di manifesto del movimento dello "Sturm und Drang".
Nel 1771 Herder fu predicatore alla corte del conte Wilhelm von Schaumburg-Lippe a Bückeburg, dove pubblicò nel 1772 il Saggio sull’origine del linguaggio, nel 1774 Ancora una filosofia della storia per l’educazione dell’umanità e nel 1776, sul significato del Genesi, il saggio Il più antico documento del genere umano. Lasciata Bückeburg nel 1776, dopo la morte della moglie del conte Wilhelm, Marie Eleonore, la sua maggiore protettrice, Herder ottenne grazie alle raccomandazioni di Goethe l'incarico di Sovrintendente generale del clero alla corte di Weimar.
Nel 1788 intraprese un viaggio in Italia, visitando Roma, Napoli, Firenze e Venezia, ritornando a Weimar nel giugno 1789 e rimanendovi fino alla morte.
Numerose le opere composte in questi ultimi 25 anni: Plastica e Il conoscere e il sentire dell’anima, del 1778; i Canti popolari, del 1779; le Lettere sullo studio della teologia, del 1781; Lo spirito della poesia ebraica, del 1783; il dialogo Dio del 1787; le Idee per la filosofia della storia dell’umanità, del 1791; i Fogli sparsi e le Lettere per la promozione dell’umanità, del 1797; gli Scritti cristiani, del 1798; due scritti contro la filosofia kantiana, la Metacritica del 1799 e la Kalligone, del 1800; i saggi Adrastea, del 1803.
• 1829 - Jean-Baptiste Lamarck, nato Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di Lamarck (Bazentin-le-Petit, 1º agosto 1744 – Parigi, 18 dicembre 1829), è stato un naturalista, biologo e chimico francese. Coniò verso la fine del XVIII secolo il termine "biologia" ed elaborò il Lamarckismo.
Con la pubblicazione nel 1809 dell'opera Philosophie zoologique, Lamarck giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali. Nonostante le ipotesi di Lamarck siano state in seguito dimostrate infondate, Lamarck rimane il primo scienziato ad affermare la trasformazione dei viventi. In questo modo Lamarck fondava una prospettiva dinamica della storia della natura.
* 1848 - Bernard Placidus Johann Nepomuk Bolzano (Praga, 5 ottobre 1781 – Praga, 18 dicembre 1848) è stato un matematico, filosofo, teologo e logico boemo che scrisse in lingua tedesca, dando significativi contributi sia alla matematica che alla teoria della conoscenza. Bolzano nel 1810 scrisse Beyträge zu einer begründeteren Darstellung der Mathematik. Erste Lieferung, la prima di una serie programmata di scritti sui fondamenti della matematica. Della seconda serie fanno parte Der binomische Lehrsatzl ... del 1816 e Rein analytischer Beweis ... (Pura dimostrazione matematica) del 1817, che contengono un tentativo di impostazione del calcolo infinitesimale che non ricorre al concetto di infinitesimale. Nella prefazione del primo dei due egli dichiara che il suo lavoro è un esempio di un nuovo modo di sviluppare l'analisi. Sebbene Bolzano riuscì a dimostrare esattamente quanto dichiarato, le sue teorie vennero comprese solo dopo la sua morte. Nel lavoro del 1817 Bolzano intendeva liberare i concetti di limite, convergenza e derivata da nozioni geometriche, sostituendoli con concetti puramente aritmetici e numerici. Egli era consapevole di un problema più profondo: la necessità di raffinare e arricchire il concetto di numero stesso. In questo lavoro viene fornita la dimostrazione del teorema del valore medio con il nuovo approccio di Bolzano, e viene definita quella che adesso è chiamata serie di Cauchy. Questo concetto appare in un lavoro di Cauchy quattro anni dopo, ma è improbabile che il matematico francese avesse letto il lavoro di Bolzano.
Dopo il 1817 per molti anni Bolzano non pubblicò lavori sulla matematica. Nel 1837, invece, pubblicò Wissenschaftslehre, un tentativo di una teoria completa di scienza e conoscenza. Molti studiosi, tra i quali Edmund Husserl, considerano questo testo come la prima importante opera sulla logica e i problemi della conoscenza successiva a quelle di Leibnitz.
Tra il 1830 e il 1840, Bolzano lavorò su un'opera maggiore, Grössenlehre con la quale intendeva rileggere tutta la matematica sulle basi della logica; egli ne pubblicò solo una parte, sperando che i suoi allievi lo terminassero e pubblicassero una versione completa.
Nel 1854, sei anni dopo la sua morte, venne pubblicato da un allievo il suo lavoro Paradoxien des Unendlichen, uno studio sui paradossi dell'infinito. Per la prima volta compare il termine di insieme, nella forma tedesca Menge. In questo lavoro Bolzano fornisce esempi di corrispondenza biunivoca tra gli elementi di un insieme infinito e di un suo sottoinsieme proprio.
La maggior parte dei lavori di Bolzano rimase nella forma di manoscritto, avendo quindi una circolazione molto ridotta e scarsa influenza sullo sviluppo della materia. Molte opere non furono pubblicate fino al 1862 e oltre. Le teorie di Bolzano sull'infinito matematico anticiparono quelle di Georg Cantor sugli insiemi infiniti.
Un altro rilevante contributo dato da Bolzano è la individuazione di una funzione continua per ogni valore reale dell'argomento, ma mai differenziabile.
• 1890 - Gerolamo Induno (Milano, 13 dicembre 1825 – 18 dicembre 1890) è stato un pittore e patriota italiano.
Fratello minore di Domenico, frequenta l’Accademia di Brera dove, dal 1839 al 1846 è allievo di Luigi Sabatelli.
Dal 1845 comincia a esporre alla mostra braidense le sue prime opere, studi dal vero, ritratti e una Scena dai Promessi Sposi.
Coinvolto nei moti antiaustriaci del 1848 si rifugia con il fratello ad Astano, in Svizzera, poi si trasferisce a Firenze, dove espone Interno di cucina.
A Firenze si arruola come volontario sotto il comando del generale Giacomo Medici, con il quale partecipa alla difesa di Roma, assediata dai francesi, ed esegue numerosi schizzi e riprese dal vero.
Durante la difesa di palazzo Barberini, appena riconquistato al nemico, viene gravemente ferito; dopo essere stato curato presso i frati dell'Ospedale Fatebenefratelli, riesce a tornare a Milano, grazie alla protezione del conte Giulio Litta.
Negli anni seguenti espone a Brera opere di tema risorgimentale che ricordano gli eventi romani (Trasteverina colpita da una bomba, Porta San Pancrazio dopo l’assedio del 1849, La difesa del Vascello), accanto a soggetti di genere, influenzato dalle tematiche care al fratello (Sciancato che suona il mandolino, La nonna, Povera madre).
Dal 1854 al 1855 partecipa alla campagna di Crimea nel corpo dei bersaglieri di Alessandro La Marmora e, in qualità di pittore-soldato, esegue disegni, studi e resoconti per immagini che al ritorno in patria utilizza per quadri molto apprezzati dalla critica e dal pubblico per i sentimenti patriottici espressi (La battaglia della Cernaia, commissionato da Vittorio Emanuele II).
Nel 1855 partecipa insieme al fratello all’Esposizione Universale di Parigi dove ottiene l’ammirazione della critica; a Milano e a Firenze espone opere esemplicative della sua versatilità, dal ritratto alla veduta, al tema di genere.
Arruolatosi nelle file garibaldine si conferma definitivamente quale interprete ufficiale dell’epopea risorgimentale, sia per le tematiche di carattere ufficiale (L’imbarco a Genova del generale Giuseppe Garibaldi, La battaglia di Magenta), sia per quelle in cui il motivo patriottico declina nei modi della pittura di genere (Un grande sacrificio, La partenza del coscritto, Triste presentimento).
Negli anni Sessanta oltre a eseguire dipinti celebrativi (L’ingresso di Vittorio Emanuele II a Venezia, La morte di Enrico Cairoli a Villa Gori), partecipa anche a grandi imprese decorative, come le Allegorie di Roma e di Firenze per i nuovi ambienti della Stazione Ferroviaria di Milano e il sipario con il Giorno del plebiscito di Napoli per il teatro di Gallarate. Alla fine del decennio il clima di inquietudine e di instabilità di quel momento storico, influenza il suo modo di dipingere, che predilige soggetti di gusto neosettecentesco, molto richiesti dalla committenza, realizzati con una pennellata quasi virtuosistica.
Gli anni Settanta e Ottanta vedono la presenza delle opere di Gerolamo alle principali Esposizioni europee oltre che italiane: Vienna (1873), Napoli (1877), Parigi (1878), Torino (1880), Roma (1883), Anversa (1885), Venezia (1887), Londra (1888) con opere di vero e proprio virtuosismo pittorico come La partita a scacchi e Un amatore di antichità. Dopo una lunga malattia, muore il 19 dicembre del 1890. (Fonte testo - Archivio Induno)
• 1932 - Eduard Bernstein (Berlino, 6 gennaio 1850 – Berlino, 18 dicembre 1932) è stato uno scrittore, filosofo e politico tedesco.
Militante nel Partito socialdemocratico tedesco dal 1872, nel 1878 Bernstein espatriò a Zurigo dove fu editore fino al 1890 del Sozialdemokrat, organo non ufficiale del partito.
Trasferitosi a Londra, vi soggiornò dal 1888 al 1901 conoscendo così il coautore del Manifesto del partito comunista, il tedesco Friedrich Engels, e approfondendo la conoscenza delle teorie sulla società ed economia capitalista e sull'avvento del comunismo sviluppate da Engels e da Karl Marx. Bernstein rinnegava però la prospettiva violenta dell'abbattimento del capitalismo e sviluppò una propria teoria revisionista per la realizzazione del regime socialista, fondata su un approccio graduale e riformista e non rivoluzionario, divenendo uno dei fondatori del revisionismo in chiave marxista.
Membro del Reichstag dal 1902 al 1928, viene ricordato soprattutto per l'opera I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia (1899), in cui illustra la sua critica revisionista al sistema marxista.
Fermamente antipositivista, Eduard Bernstein criticò la teoria di Marx ed Engels secondo cui il capitalismo sarebbe crollato a causa delle sue contraddizioni per permettere la costruzione del socialismo.
Bernstein riteneva si dovesse partire dal presupposto che il capitalismo non sarebbe affatto crollato, per lo meno a breve; per cui i partiti socialdemocratici dovevano occuparsi esclusivamente del "programma minimo" ossia delle riforme. Negando la teoria del crollo capitalistico, Bernstein era fermamente convinto che la miglior società fosse proprio quella capitalista, che con l'aumento della ricchezza avrebbe permesso un benessere generale. La democrazia parlamentare, all'interno del quale dovevano muoversi le organizzazioni operaie offrendo ai lavoratori maggior rappresentanza possibile, era invece il miglior involucro politico possibile.
Secondo Bernstein l'obiettivo maggiore per i partiti socialisti doveva essere il raggiungimento del suffragio universale, che avrebbe permesso la trasformazione dello Stato da organismo in difesa degli interessi della borghesia a Stato di tutta la popolazione. Sulla questione dell'imperialismo Bernstein era convinto che i lavoratori, attraverso il suffragio universale e quindi l'allargamento della democrazia, avrebbero portato a limitare le tensioni espansionistiche della borghesia proprio perché, la classe operaia, internazionalista, sarebbe intervenuta nel dibattito parlamentare eliminando il nazionalismo.
Slogan di Eduard Bernstein fu "il movimento è tutto, il fine è nulla", una massima con cui espresse chiaramente la sua convinzione riformista secondo cui l'unico compito dei partiti socialdemocratici era appunto lottare per le riforme abbandonando il "programma massimo" dell'abbattimento del capitalismo.
• 1949 - Sem Benelli (Prato, 10 agosto 1877 – Zoagli, 18 dicembre 1949) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore di testi per il teatro e di sceneggiature per il cinema. Fu anche autore di libretti d'opera.
È stato spesso considerato dalla critica un D'Annunzio in minore ("ciabatta smessa del dannunzianesimo" lo definì addirittura in maniera un po' ingenerosa Giovanni Papini), ma recentemente il suo talento letterario è stato rivalutato fino a considerarlo come una fra le maggiori espressioni della tragedia moderna.
Il drammaturgo pratese fu autore del testo teatrale La cena delle beffe, tragedia ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, che ebbe un successo clamoroso e tale comunque da consegnare il suo nome alla storia della letteratura.
Da questa tragedia fu tratto nel 1941 dal regista Alessandro Blasetti l'omonimo celebre film con Amedeo Nazzari e Clara Calamai.
Dalla riduzione del testo a libretto, venne ricavata da Umberto Giordano l'opera omonima andata in scena in prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 20 dicembre 1924.
La sola bibliografia teatrale di Benelli comprende una trentina di titoli, sviluppati nell'arco di una quarantina di anni e articolati tanto su drammi sociali quanto su commedie di ambientazione di tipo borghese.
• 1997 - Padre Michel Quoist (Le Havre, 1921 – Le Havre, 18 dicembre 1997) è stato un presbitero e scrittore francese.
Figlio di padre ateo e di madre fervente cattolica, Michel Quoist fu costretto a cominciare a lavorare come fattorino a dodici anni a causa della morte precoce di suo padre. Durante gli scioperi del 1936 appoggiò le rivendicazioni della classe operaia. Nel 1938, partecipando come barelliere al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, conobbe un sacerdote e gli nacque la vocazione sacerdotale; e così a diciott’anni entrò nel seminario vicino a Meaux, per poi passare a Rouen. A pochi mesi dal suddiaconato, improvvisamente divenne quasi cieco; e quando, dopo inutili controlli in vari ospedali, si riteneva rovinato, ad un certo punto di nuovo improvvisamente ricominciò a vedere. Ordinato sacerdote nel 1947, continuò gli studi in scienze sociali e politiche nell’Istituto Cattolico di Parigi, dove conseguì il dottorato con una tesi su un quartiere popolare di Rouen dal titolo "La ville et l’homme" (“La città e l’uomo”), poi pubblicata. Quindi divenne vicario d’una numerosa parrocchia di Le Havre e coordinatore dei movimenti giovanili della sua regione. Nell’ambito delle missioni all’estero fece istituire un comitato vescovile per l’America Latina, mettendosi egli stesso a viaggiare per conferenze, ritiri, ecc. e a scrivere libri di elevata meditazione e spiritualità. Dal 1970 al 1976 fu curato di Sainte Marie e Saint Léon, nel 1971 aprì a Saint Cyrice nell’Aveyron un centro di accoglienza per giovani e adulti e nel 1976 divenne responsabile delle vocazioni diocesane, svolgendo vari incarichi pastorali. Nel 1988 divenne direttore della radio diocesana di Le Havre, denominata Arc en Ciel. Malato di cancro al pancreas fin dal 1996, morì l’anno successivo.
* 1999 - Robert Bresson (Bromont-Lamothe, 25 settembre 1907 – Parigi, 18 dicembre 1999) è stato un regista, sceneggiatore e soggettista francese, maestro del minimalismo.
Nel 1976, Bresson pubblica Notes sur le Cinématographe, una sorta di manifesto del suo cinema nel quale differenzia il cinematografo dal cinema: mentre un film è solo "teatro filmato", il cinematografo è il tentativo di creare un nuovo linguaggio di immagini e suoni attraverso il montaggio.
Quello che colpisce di più nel cinema di Bresson è l'apparente assenza di recitazione. Bresson sosteneva che nei film ci fosse una convenzione riguardo a cosa lo spettatore dovesse sentire e pensare, sottolineato da effetti come la musica, il montaggio e la recitazione; e che, di conseguenza, riducendo questi codici al minimo, si potevano ottenere delle risposte emotive più dirette da parte degli spettatori.
Nel cinema tradizionale era l'attore, attraverso la sua recitazione e le espressioni facciali, a trasmettere allo spettatore le sue emozioni. Con il cinema di Bresson è lo spettatore stesso a dover indovinare gli stati d'animo dei protagonisti a seconda del contesto in cui essi si trovano. Bresson era solito ingaggiare persone comuni e girare scena dopo scena fino a quando la recitazione spariva del tutto. Agli attori chiedeva semplicemente di "dire" le battute e compiere le azioni richieste.
• 2000 - Giorgio Saviane (Castelfranco Veneto, 16 febbraio 1916 – Firenze, 18 dicembre 2000) è stato uno scrittore italiano.
Laureato in legge all'Università di Padova, si trasferì a Firenze per esercitare l'avvocatura. Fin dai suoi primi romanzi (Le due folle, L'inquisito, Il papa ecc.) emerge una sofferta introspezione spirituale che contraddistinguerà anche la sua produzione successiva. Dal romanzo Eutanasia di un amore edito nel 1974 fu tratto il film omonimo, che suscitò polemiche alla fine degli anni settanta. Diversi suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue e molti suoi racconti furono inseriti nei testi scolastici negli anni ottanta del secolo scorso. Era cugino di Sergio Saviane.
• 2001 - Gilbert Bécaud, pseudonimo di François Gilbert Silly (Tolone, 24 ottobre 1927 – Parigi, 18 dicembre 2001), è stato un cantante e compositore francese.
Fu soprannominato Monsieur 100.000 volts (Signor 100.000 volts) per la sua grande energia sulla scena e per le sue oltre 400 canzoni. Il suo successo più celebre Et maintenant è del 1961.