Il calendario del 16 Marzo

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 1190 - I crociati Partenza agli ordini di Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto.

▪ 1517 - Si chiude il Concilio Lateranense V

▪ 1521 - Ferdinando Magellano raggiunge le Filippine

▪ 1660 - In Inghilterra viene sciolto il Lungo Parlamento

▪ 1792 - Gustavo III di Svezia è vittima di un attentato, morirà il 29 marzo

▪ 1802 - Viene fondata l'Accademia Militare degli Stati Uniti

▪ 1815 - Guglielmo I diventa re dei Paesi Bassi

▪ 1850 - Nathaniel Hawthorne pubblica La lettera scarlatta

▪ 1861 - Arizona e Nuovo Messico secedono dagli Stati Uniti

▪ 1869 - Invenzione della motocicletta

▪ 1898 - A Torino viene fondata la Federazione Italiana Giuoco Calcio

▪ 1900 - Sir Arthur Evans acquista il terreno attorno alle rovine di Cnosso, sull'isola di Creta

▪ 1909 - Viene completata la costruzione del HMS Invincible, il primo incrociatore da battaglia del mondo

▪ 1924 - Formale annessione di Fiume all'Italia

▪ 1926

  1. - Inizia il processo per l'assassinio di Giacomo Matteotti
  2. - Robert Goddard lancia il primo razzo a propellente liquido ad Auburn (Massachusetts)

▪ 1935 - Adolf Hitler ordina il riarmo della Germania in violazione al Trattato di Versailles: nasce la Wehrmacht

▪ 1942 - Viene approvato con Regio decreto legge 16 marzo 1942-XX n.262 il testo del codice civile italiano

▪ 1945 - Würzburg, in Germania viene distrutta al 90%, con 5.000 vittime, dai bombardieri britannici

▪ 1946 - Umberto di Savoia firma il decreto luogotenenziale n°98 con cui viene indetto il referendum che avrebbe portato alla nascita della Repubblica italiana

▪ 1956 - L'Austria entra a far parte del Consiglio d'Europa

▪ 1958 - Oltre 6000 giovani membri dell'associazione buddista Soka Gakkai si radunano in Giappone per rendere omaggio al secondo presidente Josei Toda, ormai prossimo alla morte che lo coglierà due settimane dopo, e per raccogliere la sua eredità nella propagazione dei valori del buddismo di Nichiren Daishonin

▪ 1966 - Viene lanciata da John F. Kennedy Space Center la missione spaziale Gemini 8, che nello stesso giorno effettua il primo aggancio nella storia dei voli umani dello spazio

▪ 1968 - Guerra del Vietnam: Soldati americani entrano nel villaggio di My Lai ed uccidono circa 450 persone, in gran parte anziani, donne e bambini. Passerà alla storia come il massacro di My Lai

▪ 1972 - Viene demolito il primo edificio del complesso abitativo Pruitt-Igoe

▪ 1978
- In un agguato a Roma le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro uccidendo cinque uomini della scorta. Vedi il dossier di “La storia siamo noi” (clicca qui)

- Naufragio della petroliera Amoco Cadiz in Bretagna (Francia): uno dei più gravi sversamenti in mare di petrolio al mondo

▪ 1984 - William Buckley, capo delle operazioni della CIA a Beirut (Libano), viene rapito da fondamentalisti islamici e morirà durante la prigionia

▪ 1985 - Il giornalista della Associated Press, Terry Anderson viene preso in ostaggio a Beirut. Verrà rilasciato il 4 dicembre 1991

▪ 1986 - Dopo un referendum, la Svizzera rifiuta l'ingresso nelle Nazioni Unite. Entrerà solo nel 2002

▪ 1988
  1. - Scandalo Iran-Contra: il tenente colonnello Oliver North e il vice ammiraglio John Poindexter vengono incriminati per cospirazione.
  2. - Usando armi chimiche il regime iracheno stermina 5000 curdi della cittadina di Halabja. Nelle giornate successive ne muoiono altre migliaia

▪ 2008 - Oltre 5000 giovani membri europei dell'associazione buddista Soka Gakkai si radunano a Milano per confermare la promessa di diffusione della pace nel mondo (Kosen rufu) mediante la propagazione dei valori del buddismo di Nichiren Daishonin.

* 2880 - Data prevista del punto di minima distanza dalla Terra del corpo celeste (29075) 1950 DA, che potrebbe colpire il pianeta

Anniversari

* 37 - Tiberio Giulio Cesare Augusto (in latino: Tiberius Iulius Caesar Augustus; Roma, 16 novembre 42 a.C. – Miseno, 16 marzo 37) fu il secondo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, e governò dal 14 al 37.
Discendente della gens Claudia, alla nascita ebbe il nome di Tiberio Claudio Nerone (Tiberius Claudius Nero). Fu adottato da Augusto nel 4, ed il suo nome mutò in Tiberio Giulio Cesare (Tiberius Iulius Caesar); alla morte del padre adottivo, il 19 agosto 14, ottenne il nome di Tiberio Giulio Cesare Augusto (Tiberius Iulius Caesar Augustus) e poté succedergli ufficialmente nel ruolo di princeps, sebbene già dall'anno 12 fosse stato associato nel governo dell'impero.
In gioventù Tiberio si distinse per il suo talento militare conducendo brillantemente numerose campagne lungo i confini settentrionali dell'Impero e in Illirico. Dopo un periodo di volontario esilio sull'isola di Rodi, rientrò a Roma nel 4 e condusse altre spedizioni in Illirico e in Germania, dove pose rimedio alle conseguenze della battaglia di Teutoburgo. Asceso al trono, operò alcune importanti riforme in ambito economico e politico, e pose fine alla politica di espansione militare, limitandosi a mantenere sicuri i confini grazie anche all'opera del nipote Germanico. Dopo la morte di quest'ultimo, Tiberio favorì sempre più l'ascesa del prefetto del pretorio Seiano, allontanandosi da Roma per ritirarsi nell'isola di Capri. Quando il prefetto mostrò di volersi impadronire del potere assoluto, Tiberio lo fece destituire e uccidere, ma evitò ugualmente di rientrare nella capitale.
Tiberio fu duramente criticato dagli storici antichi, quali Tacito e Svetonio, ma la sua figura è stata rivalutata dalla storiografia moderna come quella di un politico abile e attento.

▪ 453 - Attila, in ungherese moderno: Attila; in turco: Atilla; in norvegese antico: Atle o Atli; in islandese: Atli; in tedesco: Etzel (Caucaso, 406 – Pannonia, 16 marzo 453), fu l'ultimo e più potente sovrano degli Unni. Dall'Europa, dal 434 fino alla sua morte, governò un vastissimo impero che si estendeva dall'Europa Centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Baltico, unificando - per la prima ed ultima volta nella storia - la maggior parte dei popoli barbarici dell'Eurasia settentrionale (dai Germani agli Slavi ai così detti Ugro-Finni).
Durante il suo regno divenne il più irriducibile nemico dell'Impero romano d'Oriente e dell'Impero romano d'Occidente: invase due volte i Balcani, cinse d'assedio Costantinopoli, marciò attraverso la Francia spingendosi fino ad Aurelianum, scacciò da Ravenna l'imperatore Valentiniano III (452).
Soprannominato flagellum Dei ("flagello di Dio") per la sua ferocia, si diceva che dove fosse passato non sarebbe più cresciuta l'erba. Ancora oggi è considerato tra i personaggi più malvagi della storia.
Conquistò un impero, che si estendeva dalla Russia all’Europa meridionale, con metodi selvaggi e brutali. Portò terrore e distruzione a molti popoli. Torturò, violentò e uccise quanti ostacolavano il suo cammino. Rase al suolo intere città. La sua fama di crudeltà era così grande che bastava pronunciare il suo nome per terrorizzare le popolazioni delle città verso cui si dirigeva con le sue truppe, sopprimendo qualsiasi loro resistenza e inducendole ad aprirgli le porte senza colpo ferire. Governò per otto anni: in questo breve periodo ispirò un tale terrore che ancora oggi il suo nome è simbolo di morte e distruzione.
Nonostante il suo impero si sia disgregato alla sua morte, è diventato una figura leggendaria nella storia europea, che lo ricorda in modo diverso a seconda della zona: guerriero feroce, avido e crudele nell'area al tempo sotto Roma; condottiero impavido e coraggioso nei paesi che facevano parte del suo impero. In alcuni racconti viene celebrato come un grande e nobile re ed è il personaggio principale di tre saghe islandesi-norvegesi.

▪ 1930 - Miguel Primo de Rivera (Jerez de la Frontera, 8 gennaio 1870 – Parigi, 16 marzo 1930) è stato un militare e politico spagnolo. Governò la Spagna come dittatore dal 15 settembre 1923 al 30 gennaio 1930.
Nato in una famiglia di militari in Andalusia, entrò nell'esercito spagnolo e combatté nelle guerre coloniali in Marocco, a Cuba e nelle Filippine. Primo de Rivera resse diversi importanti incarichi militari dopo la prima guerra mondiale, tra cui il capitanato-generale di Valencia, Madrid, e Barcellona. Divenne Marchese di Estella alla morte dello zio nel 1921. Salì al potere con un colpo di stato nel settembre 1923, con l'appoggio tra gli altri dell'esercito, dei latifondisti, dei sindacati e degli imprenditori catalani. Venne approvato e riconosciuto da Re Alfonso XIII di Spagna, che lo nominò Primo ministro.
Primo de Rivera sospese la costituzione, istituì la legge marziale, impose una rigida censura e bandì tutti i partiti politici, anche se alcuni sopravvissero in clandestinità. Fondò quindi l'Unión Patriótica Española, creando un sistema monopartitico. Durante il suo governo, il filosofo Miguel de Unamuno venne confinato sull'isola di Fuerteventura. Unamuno fuggì e continuò i suoi sforzi di opposizione al regime.
Primo de Rivera tentò di ridurre la disoccupazione investendo denaro nelle opere pubbliche, ma le spese causarono una rapida inflazione. Alla fine, perse il supporto della popolazione e si ritirò nel gennaio 1930. La repubblica venne istituita poco più di un anno dopo. Pochi mesi dopo la fine della sua dittatura, Primo de Rivera morì a Parigi, apparentemente di diabete, anche se la causa esatta della sua morte non è stata determinata.
Suo figlio, l'avvocato José Antonio Primo de Rivera, fondò il partito politico della Falange spagnola e venne giustiziato all'inizio della guerra civile spagnola, il 20 novembre 1936. Sua figlia Pilar Primo de Rivera fondò la sezione femminile della Falange. Suo zio Fernando partecipò anch'egli alla rivoluzione filippina. Un altro figlio, Miguel, fu ambasciatore nel Regno Unito.

▪ 1940 - Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf (Mårbacka, 20 novembre 1858 – 16 marzo 1940) è stata una scrittrice svedese, autrice di numerosi romanzi e racconti basati sulla vita svedese del passato.
Si affermò grazie ai primi due libri: La saga di Gösta Berling (1891), riedizione di racconti folcloristici del Värmland scritti in una prosa lirica che denota l'influenza dello scrittore scozzese Thomas Carlyle, e il volume di racconti I legami invisibili (1894). Le opere, caratterizzate da naturalezza e freschezza, ritraggono personaggi la cui semplicità si manifesta sia nel modo di agire sia nel modo di pensare. Figura preminente nella letteratura svedese per ciò che riguarda la tecnica narrativa, Selma Lagerlöf vinse nel 1909 il premio Nobel per la letteratura e nel 1914 diventò membro dell'Accademia Svedese.

▪ 1978 - Durante il sequestro di Aldo Moro, le BR uccidono i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti sull'auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi)
Oreste Leonardi (Torino, 1926 – Roma, 16 marzo 1978) è stato un carabiniere italiano, capo della scorta di Aldo Moro; fu ucciso nella strage di via Fani.
Rimase orfano del padre, caduto durante la seconda guerra mondiale, quando frequentava il II° Ginnasio. Terminò allora gli studi e si arruolò nell'Arma dei Carabinieri. Dopo aver prestato servizio in diverse sedi fu assegnato a Viterbo, dove ad una festa di carnevale conobbe la futura moglie Ileana, che sposò dopo dieci mesi di fidanzamento e dalla quale ebbe in seguito due figli.
Nella stessa sede divenne istruttore presso la Scuola Sabotatori del Centro Militare di Paracadutismo. Nel 1963 fu assegnato alla scorta di Aldo Moro, con il quale strinse un forte legame affettivo e di fiducia.
Raggiunse il grado di maresciallo.
Anche il 16 marzo del 1978 era a Roma, capo della scorta del leader democristiano; sedeva sul sedile anteriore destro della Fiat 130 che trasportava il politico dalla sua abitazione alla sede della Camera dei Deputati. Giunti in via Mario Fani, l'auto di Moro e quella della scorta furono bloccate e fatte oggetto di un attacco armato da parte di terroristi appartenenti alle Brigate Rosse, i quali uccisero i cinque uomini di scorta e rapirono il politico, successivamente a sua volta ucciso. Fu probabilmente il primo ad essere colpito dal fuoco di un terrorista posto alla sua destra, ma secondo alcune ricostruzioni, prima di morire riuscì comunque a girarsi per far abbassare il Presidente, in un estremo quanto vano tentativo di difesa.

* 1979 - Jean Omer Marie Gabriel Monnet (Cognac, 9 novembre 1888 – Bazoches-sur-Guyonne, 16 marzo 1979) è stato un politico francese, tra i padri fondatori dell'Europa.
Jean Monnet nacque da una famiglia di produttori di cognac. A sedici anni lascia la scuola per recarsi a Londra ad imparare l'inglese. Nel 1906 il padre lo invia all'estero per conto della propria ditta di vini.
Nel corso della prima guerra mondiale, Monnet, riformato per motivi di salute, propose al presidente del consiglio un piano di coordinamento delle risorse degli alleati. Nel 1919 viene nominato segretario generale aggiunto della Società delle Nazioni. Nel 1923 tornò ad occuparsi dell'azienda di famiglia. Negli anni successivi si occupa di finanza internazionale.
Nel 1940 Monnet viene inviato negli Stati Uniti come rappresentante del governo inglese per negoziare una commessa militare. Dal suo arrivo divenne un ascoltato consigliere del presidente Roosevelt. Secondo le sue parole, l'America doveva diventare l'arsenale delle democrazie. Per mesi persegue tenacemente questo obiettivo, che sfociò poi nella realizzazione del Victory Program deciso da Roosevelt nel 1941.
Il 5 agosto 1943 ad Algeri divenne membro del Comitato Nazionale di Liberazione e si espresse con queste parole:
«Non ci sarà mai pace in Europa se gli stati si ricostituiranno su una base di sovranità nazionale...
presuppone che gli stati d'Europa formino una federazione o una entità europea che ne faccia una comune unità economica».
Dopo la liberazione venne incaricato dal generale Charles de Gaulle di elaborare e realizzare un piano di modernizzazione e rilancio per l'economia francese.
Nel 1950, al risorgere di nuove tensioni internazionali, Monnet decise fosse venuto il momento di tentare un passo irreversibile verso l'unione dei paesi europei. Prepara, con alcuni collaboratori, il testo di quella che sarà la Dichiarazione Schuman.
Nel 1952 Jean Monnet diventa il primo presidente dell'Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell'acciaio. La sua intuizione più grande, è senz'altro l'utilizzo delle risorse carbo-siderurgiche, fino a quel momento oggetto di aspre contese tra Francia e Germania, per la prima volta come strumento di cooperazione.
Il 6 dicembre 1963 il Presidente John Fitzgerald Kennedy gli concede la Medaglia presidenziale della libertà, tra le più prestigiose onorificenze statunitensi.
Il Consiglio delle Comunità europee gli assegna nel 1976 il titolo Cittadino d'onore dell'Europa. Il presidente francese François Mitterrand fece trasferire nel 1988 le sue ceneri al Pantheon di Parigi.

▪ 1987 - Rosario Romeo (Giarre, 11 ottobre 1924 – Roma, 16 marzo 1987) è stato uno storico e politico italiano, esponente del Partito Repubblicano Italiano e parlamentare europeo.


Allievo di Gioacchino Volpe e Nino Valeri, conseguì nel 1947 la borsa di studio dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici. Esaurita la borsa e completata la stesura del suo primo libro, Il Risorgimento in Sicilia, il direttore dell'Istituto, Federico Chabod, lo chiamò prima a collaborare al Dizionario Biografico degli Italiani, poi, nel 1953, lo volle ancora a Napoli come segretario dell'Istituto. Dal 1962 fu docente di Storia moderna all'Università di Roma, prima nella facoltà di Magistero e, successivamente, in quella di Lettere e Filosofia, docente all'Universita europea di Firenze, rettore della Luiss di Roma, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
Tra le sue numerose opere si ricordano i due volumi su Cavour.
È stato eletto alle elezioni europee del 1984 per le liste del PRI-PLI. È stato vicepresidente del gruppo parlamentare "Gruppo Liberale e Democratico" e "Gruppo Liberale e Democratico Riformatore", membro della Commissione per la politica regionale e l'assetto territoriale e della Commissione per gli affari istituzionali.

▪ 1993 - Giovanni Testori (Novate Milanese, 12 maggio 1923 – Milano, 16 marzo 1993) è stato uno scrittore, drammaturgo, storico dell'arte e critico letterario italiano.
Nato da una famiglia di fervente fede cattolica, Testori esprime nei suoi studi e in tutte le sue opere un forte legame con la religione. I suoi amori ossimorici per il Manzoni de I Promessi Sposi e per il Caravaggio, artisti che hanno espresso in maniera dicotomica il loro sentire cristiano, cela e palesa al tempo stesso una religiosità vissuta con tensione tragica, fatta di dubbi, di bestemmie e di pentimenti.
Frequentò il Liceo San Carlo a Milano e si laureò in Lettere all'Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1946 dedicando la sua tesi all'estetica del surrealismo.
Sin da giovanissimo collaborò con alcune riviste dei Gruppi Universitari Fascisti, scrivendo articoli di critica d'arte contemporanea. Ma è all'inizio degli anni '50, avendo alle spalle un maestro della statura di Roberto Longhi, che intraprese con successo un'infaticabile attività di critica d'arte, pubblicando varie riviste e organizzando mostre. I suoi studi si concentrarono soprattutto sulla pittura lombarda, dal realismo cinquecentesco al manierismo settecentesco. L'interesse dominante per l'arte antica e moderna non gli proibì di avvicinarsi a pittori a lui contemporanei quali Guttuso, Cassinari, Morlotti, dei quali seguiva con amicizia i lavori ed i progressi. Per sintetizzare l’opera di Testori in questo campo, si può far riferimento a quanto racconta Pietro C. Marani nella introduzione alla sua raccolta di saggi testoriani intitolata La realtà della Pittura (Longanesi).
La prosa utilizzata nei saggi è fortemente evocativa: si fondono in essa il rigore interpretativo del critico e la capacità dello scrittore di offrire una lettura suggestiva, ricca di neologismi, della poetica degli artisti che egli maggiormente amava.
Nel 1954 venne pubblicata da Einaudi la sua prima opera narrativa: Il Dio di Roserio. A questa seguiranno poi le opere del ciclo I segreti di Milano, costituito da Il ponte della Ghisolfa e La Gilda del Mac Mahon, La Maria Brasca, L'Arialda e Il Fabbricone, nel quale Testori tratteggia le vicende umane della periferia milanese di quegli anni. Successivamente il romanzo Il Dio di Roserio è stato ridotto dallo stesso autore e inserito ne Il ponte della Ghisolfa. Due anni dopo la sua morte è stato ritrovato un ulteriore scritto sul tema dei Segreti: Nebbia al Giambellino.Sin dal suo esordio come scrittore la produzione di Testori vuole rappresentare la realtà di Milano e del suo hinterland, ritraendo personaggi e ambienti di una società fortemente caratterizzata in senso geografico.

La principale opera teatrale del Testori è L'Arialda, del 1960, che suscita grande scandalo per la sua presunta oscenità, perché venato di tematiche omosessuali. Proprio lo scandalo contribuirà a far conoscere l'opera di Testori al grande pubblico. Il 15 novembre, per protestare contro la censura e contro il divieto di rappresentazione dell'opera, il regista Luchino Visconti e gli attori Rina Morelli, Paolo Stoppa e Umberto Orsini si rivolgono al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi che si rifiuta di riceverli.
Nel 1961, con la regia di Visconti, L'Arialda viene alla fine messa in scena, ed è la prima grande interpretazione di Umberto Orsini. Oltre agli attori citati, sono nel cast anche Pupella Maggio e Lucilia Morlacchi. Un elemento importante di tutta la scrittura testoriana è l'utilizzo di un linguaggio originale creato dalla fusione del dialetto lombardo con elementi estratti dalla lingua francese ed inglese. Importanti in questo senso sono le tre opere teatrali racchiuse sotto il titolo di Trilogia degli Scarrozzanti, e cioè L'Ambleto (1972), Macbetto (1974) ed Edipus. Particolarmente in questi tre testi lo scrittore sviluppa la propria sperimentazione linguistica, creando un linguaggio dal quale riemergono elementi arcaici e ricordi degli originali shakespeariani, con un forte espressionismo linguistico. Dopo questi tre testi (con la composizione di una nuova trilogia: Conversazione con la morte (1978), Interrogatorio a Maria (1979) e Factum est (1981) ) si realizza appieno la conversione cattolica di Testori, che coincide con il suo avvicinamento al gruppo di Comunione e Liberazione. Testori collaborò molto con Franco Branciaroli, per il quale scrisse anche delle piece teatrali: fra queste, In exitu, monologo di un tossicodipendente omosessuale che si prostituiva a Milano. Tale testo suscitò molto scalpore per le oscenità raccontate (viene rievocata anche una fellatio compiuta dal marchettaro in un cesso della Stazione Centrale).
Dalla metà degli anni settanta collabora con il Corriere della Sera succedendo a Pier Paolo Pasolini, prima come commentatore e successivamente in qualità di responsabile della pagina artistica.
Si ammala di tumore nel 1990, e ne muore nel 1993.

▪ 2002 - Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene (Campi Salentina, 1 settembre 1937 – Roma, 16 marzo 2002) è stato un attore, drammaturgo e regista italiano, conosciuto e stimato anche all'estero, considerato uno degli artisti più poliedrici nella storia del teatro.