Il calendario del 15 Gennaio
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Eventi
• 1559 - Elisabetta I d'Inghilterra viene incoronata nell'Abbazia di Westminster.
• 1582 - La Russia cede Livonia ed Estonia alla Polonia.
• 1759 - Il British Museum di Londra apre al pubblico.
• 1777 - Guerra d'indipendenza americana: Il New Connecticut (l'odierno Vermont) dichiara la sua indipendenza.
• 1782 - Il sovraintendente alle finanze Robert Morris si presenta davanti al Congresso per raccomandare la fondazione di una zecca e l'adozione della monetazione decimale.
• 1919 - Berlino: soldati dei Freikorps rapiscono ed uccidono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
• 1934 - Un terremoto colpisce il Nepal e l'India. I morti sono circa 10.700.
• 1936 - Il primo edificio completamente rivestito in vetro viene completato a Toledo.
• 1943
- - Seconda guerra mondiale: i giapponesi vengono scacciati da Guadalcanal.
- - Viene ultimata la costruzione del Pentagono.
• 1944 - Un terremoto colpisce la zona di San Juan in Argentina, i morti sono circa 5.000.
• 1945 - Viene fondata l'agenzia di stampa ANSA.
• 1951 - Ilse Koch, moglie del comandante del campo di concentramento di Buchenwald, viene condannata all'ergastolo da una corte della Germania Ovest.
• 1968 - La notte tra il 14 ed il 15 gennaio, nella Sicilia occidentale, si verifica il terremoto del Belice, che provoca vittime, ingenti danni, e la distruzione parziale o totale di alcuni paesi, come nel caso di Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago, che verranno poi ricostruiti.
• 1969 - L'Unione Sovietica lancia la Sojuz 5.
• 1970
- - Dopo 32 mesi di lotta per l'indipendenza dalla Nigeria, il Biafra si arrende.
- - Muammar Gheddafi viene proclamato premier della Libia.
• 1971 - Inaugurazione della diga di Assuan sul Nilo.
• 1973 - Guerra del Vietnam: Citando i progressi nei negoziati di pace, il presidente statunitense Richard Nixon annuncia la sospensione delle azioni offensive sul Vietnam del Nord.
• 1975 - Il Portogallo concede l'indipendenza all'Angola.
• 1976 - L'aspirante assassina di Gerald Ford, Sara Jane Moore, viene condannata all'ergastolo.
• 1990 - Un errore di programmazione paralizza la rete telefonica AT&T negli USA. Sessanta milioni di persone rimangono scollegate dalla rete e settanta milioni di chiamate vengono interrotte.
• 1992 - La Comunità Europea riconosce formalmente la Slovenia e la Croazia.
• 1993 - Viene catturato e arrestato Salvatore Riina.
• 2001 - Wikipedia, un'enciclopedia libera basata su Wiki appare su Internet (Wikipedia Day).
• 2002 - Nasce il servizio di Mobile Number Portability.
• 2005 - Arrivano sulla Terra le foto della sonda Huygens su Titano.
• 2008 - Alcuni docenti e studenti dell'università La Sapienza di Roma manifestano contro il Papa Benedetto XVI che è costretto ad annullare la sua lectio magistralis.
Anniversari
* 1623 - Paolo Sarpi (Venezia, 14 agosto 1552 – Venezia, 15 gennaio 1623) è stato un religioso, teologo e storico italiano dell'Ordine dei Servi di Maria.
Teologo, astronomo, matematico, fisico, anatomista, letterato e polemista, fu tanto versato in molteplici campi dello scibile umano da essere definito da Girolamo Fabrici d'Acquapendente «Oracolo del secolo»
Autore della celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all'Indice, fu fermo oppositore della Chiesa cattolica che, dopo aver cercato invano di processarlo, tentò di farlo assassinare. Figura assai complessa di pensatore, il Sarpi occupa indubbiamente un posto di primo piano nella storia della letteratura e della scienza. Fu uno dei più grandi scrittori del suo secolo.
«La sua prosa (è) una delle più maschie ed efficaci di tutta la letteratura nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere rievocatore allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole (Jemolo).»
Giovanni Papini, parlando della Istoria del Concilio di Trento, l'ha definita: «un modello di lucidità narrativa... e di prosa semplice, esatta e rapida (Scritti filosofici inediti, p. 3)»
Nel campo delle scienze poi ha lasciato orme indelebili in vari campi: nella filosofia, nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galileo Galilei fu suo grande amico, e non disdegnò di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi alla sua condanna, il Sarpi scrisse: «Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gli uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo.»
Il Sarpi scoperse, per primo, la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della luce e le valvole delle vene (Enciclopedia Treccani, vol. XXX, p. 879). I suoi biografi parlano anche di scoperte nel campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del termometro - dice Bianchi-Giovini - il Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli dal Sarpi, se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni (v. p. 74). Sopra la sua sapienza matematica si citava l'autorevole giudizio di Galileo Galilei (Papini, p. 4). Il Robertson non ha stentato ad appellare il Sarpi il più grande dei veneziani. Daniel Georg Morhof ha appellato il Sarpi la Fenice del suo tempo.
Galileo Galilei non esitò a dire: Paolo de' Servi ... del quale posso senza iperbole alcuna affermare che niuno l'avanza in Europa in cognizione di queste scienze (matematiche) (contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, 1932, II, 549). La teoria di Galileo delle maree riprende idee di Sarpi, esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici (in particolare nei pensieri 569 e 571).
Giovanni Battista Della Porta, dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da Fra Paolo, lo proclamò splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo. (Magia naturalis, L. VII, p. 127). Il cardinale Domenico Passionei definì il Sarpi dottissimo oltre ogni espressione (cfr. Opuscoli, I, p. 331-334).
Il Sarpi alla grande intelligenza unì anche - come riconosciutagli da tutti - una esemplare integrità di vita. A. C. Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande intorno alla sua ortodossia, ha dato questa risposta:
«Gli elementi ci mancano per una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che circonda Fra Paolo. - Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera... (Jemolo, p. (10).»
Fondamentalmente lo scontro di Paolo Sarpi con la Curia romana fu legato ad un progetto politico volto a contenere il potere della Chiesa in ambito esclusivamente spirituale e a promuovere un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica antimperiale e fortemente antispagnola. Per questo intrattenne contatti con i riformati (Lettere ai protestanti). Inoltre la sua visione della Chiesa era un vago ritorno verso la chiesa primitiva: egli quindi era indotto a condannare il potere temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul Concilio. Nel 1616 il Sarpi strinse amicizia con Marcantonio de Dominis, arcivescovo di Spalato, che tendeva all'apostasia. Quest'ultimo nel 1619 pubblicò a Londra, senza il consenso dell'autore, la sua Istoria del Concilio Tridentino, che costituisce il suo capolavoro storico ed offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. Il 22 novembre 1619 l'opera fu condannata dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti.
Su pochi autori, come sul Sarpi, sono stati pubblicati tanti libri dai toni fortemente controversistici. Nel 1892 gli fu innalzato, in Venezia, un monumento; e quasi in ogni città d'Italia si trovano vie e piazze a lui intitolate.
Come esempio di un parere fortemente polemico, nel libro di testo dell'Università Gregoriana per gli studenti di storia, si può leggere:
"Con l'appoggio del teologo di Stato Paolo Sarpi, un ipocrita che fino all'ultimo fece la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa, la repubblica inscenò un'efficace campagna letteraria..."
1866 - Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio (Torino, 24 ottobre 1798 – 15 gennaio 1866), è stato uno scrittore, pittore, patriota e politico italiano.
Marchese e uomo politico di orientamento liberale moderato, cugino di Cesare Balbo, fu primo ministro del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852, e senatore dal 1853. Fu invece definito da Cavour suo "empio rivale"; in seguito, quest'ultimo lo costrinse a dimettersi.
Durante la sua vita si dedicò anche alla pittura ed alla letteratura, sia in veste di scrittore politico che di romanziere. Il nobile si guadagnò però fra le dame di corte il nomignolo di "sporcaciun", sporcaccione. Sposò Giulia, figlia di Alessandro Manzoni.
L'11 luglio 1859 ebbe l'incarico di costituire un governo provvisorio a Bologna, dopo la cacciata delle truppe pontificie.
Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi sul Lago Maggiore, si dedicò alla scrittura delle sue memorie, pubblicate postume col titolo I miei ricordi nel 1867. Massimo D'Azeglio morì a Torino nel 1866.
Tra le sue opere più famose si possono citare Ettore Fieramosca, o la disfida di Barletta (1833), che ottenne un grandissimo successo, e Niccolò de' Lapi, ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841).
A lui si deve anche lo scritto politico Degli ultimi casi di Romagna (1846), nel quale espone le riforme necessarie alla formazione del nuovo stato italiano; nel 1847 scrisse una Proposta di un programma per l'opinione nazionale italiana, e nel 1848 I lutti di Lombardia.
Molti dei suoi quadri, soprattutto paesaggi d'ispirazione romantica, sono conservati nella Galleria d'arte moderna di Torino.
A Torino il suo nome è legato alla prostituzione in quanto nel corso a lui dedicato si svolge il maggior giro di prostitute della città.
• 1919
- - Karl Liebknecht (Lipsia, 13 agosto 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919) è stato un politico e avvocato tedesco, uno dei fondatori della Lega di Spartaco.
- - Rosa Luxemburg, pseudonimo di Rozalia Luksenburg (Zamość, 5 marzo 1870 o 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919), è stata una politica, teorica socialista e rivoluzionaria tedesca di origini polacche ed ebraiche.
Alla fine del 1914, Liebknecht, assieme a Rosa Luxemburg, Leo Jogiches, Paul Levi, Ernest Meyer, Franz Mehring e Clara Zetkin formò la cosiddetta Spartakusbund (Lega di Spartaco). La Lega Spartachista pubblicizzava i suoi punti di vista attraverso un giornale intitolato Spartakusbriefe ("Lettere di Spartaco"), che venne ben presto dichiarato illegale; Liebknecht venne arrestato ed inviato sul fronte orientale durante la prima guerra mondiale, per il richiamo del gruppo agli argomenti dei bolscevichi russi per una Rivoluzione proletaria. Rifiutandosi di combattere, prestò servizio seppellendo i morti e, a causa della sua salute che si stava deteriorando rapidamente, gli fu permesso di ritornare in Germania nell'ottobre 1915.
Liebknecht venne arrestato di nuovo a seguito di una dimostrazione contro la guerra tenutasi a Berlino il 1 maggio 1916 che fu organizzata dalla Lega di Spartaco, e condannato a due anni e mezzo di prigione per alto tradimento, che vennero in seguito portati a quattro anni e un mese; comunque, venne rilasciato nell'ottobre 1918, quando Max von Baden garantì un'amnistia per tutti i prigionieri politici. Dopo il suo rilascio, Liebknecht portò avanti le sue attività nella Lega di Spartaco; riprese la direzione del gruppo assieme a Rosa Luxemburg e pubblicò il suo organo di partito, la Rote Fahne ("Bandiera Rossa").
Il 9 novembre, Liebknecht proclamò la "freie sozialistische Republik" ("libera repubblica socialista") da una balconata del Castello di Berlino, due ore dopo la dichiarazione di Philipp Scheidemann della "Repubblica tedesca" da una balconata del Reichstag; il 31 dicembre 1918 / 1 gennaio 1919, fu coinvolto nella fondazione del KPD.
Con Rosa Luxemburg, Leo Jogiches e Clara Zetkin, Liebknecht fu tra i protagonisti della Sollevazione Spartachista di Berlino del gennaio 1919. Questo tentativo rivoluzionario venne brutalmente represso dal nuovo governo socialdemocratico tedesco guidato da Friedrich Ebert, con l'aiuto dell'esercito e dei Freikorps; per il 13 gennaio, la sollevazione era stata repressa, e Liebknecht, insieme con Rosa Luxemburg, venne rapito dai soldati del Freikorps, portato all'Hotel Eden di Berlino dove venne torturato ed interrogato per diverse ore prima di venire ucciso, il 15 gennaio 1919.
* 1938 -Rinaldo Piaggio (Genova, 15 luglio 1864 – Genova, 15 gennaio 1938) è stato un imprenditore e senatore italiano. Fondò la Piaggio a Sestri Ponente nel 1884 puntando prima sull'arredo navale, poi sull'industria ferroviaria e successivamente su quella aeronautica.
Diventa senatore del Regno d'Italia nel 1934.
I suoi figli Armando (1901 - 1978) ed Enrico erediteranno l'azienda espandendola anche nel settore dei motocicli dopo la seconda guerra mondiale.
• 1944 - Silvio Benigno Crespi(Milano, 24 settembre 1868 – Cadorago, 15 gennaio 1944) è stato un imprenditore, inventore e politico italiano. Primogenito di Cristoforo Benigno Crespi e di Pia Travelli collaborò e poi succedette al padre nella conduzione del cotonificio di Crespi d'Adda che ampliò insieme al villaggio operaio.
* 1968 - Leopold Infeld (Cracovia, 20 agosto 1898 – Varsavia, 15 gennaio 1968) è stato un fisico polacco, che lavorò a lungo in Canada..
Fu un seguace di Rockefeller all'Università di Cambridge (1933-1934) e membro dell'Accademia delle Scienze della Polonia.
Si interessò alla teoria della relatività, lavorando a fianco di Albert Einstein all'Università di Princeton (1936-1938). i due scienziati collaborarono nella scrittura dell'equazione che descrive il moto delle stelle. Aveva ottenuto un premio di dottorato all'Università Jagellonica di Cracovia nel 1921, e aveva lavorato come assistente e docente all'Università di Leopoli (1930-1933), e quindi come professore all'Università di Toronto durante gli anni 1939-1950.
Dopo il primo utilizzo delle armi nucleari nel 1945, Infeld, come Einstein, divenne un attivista per la pace nel mondo. A causa delle sue attività fu accusato ingiustamente di simpatizzare per il regime comunista. Nel 1950 abbandonò il Canada per fare ritorno in Polonia, sentendo la necessità di aiutare la ricerca scientifica nella Polonia devastata dalla Seconda Guerra Mondiale.
Nel clima politico fortemente anti-comunista del tempo, molti appartenenti al governo canadese e tra i media ebbero il timore che, lavorando in un paese comunista, egli potesse rivelare il segreto delle armi nucleari. Gli fu tolta la cittadinanza canadese e fu accusato di essere un traditore della patria.
Dopo il ritorno in Polonia, gli fu negata la richiesta di aspettativa dall'Università di Toronto. Nel 1995 la stessa Università farà ammenda, assegnando a Infeld il titolo di professore emerito.
Infeld diventò professore all'Università di Varsavia, dove mantenne la cattedra fino alla sua morte.
Infeld fu uno degli 11 firmatari del Manifesto Russell-Einstein nel 1955, e fu l'unico firmatario a non ricevere un Premio Nobel.
Infeld scrisse assieme ad Einstein "The Evolution of Physics" (un trattato storico sulla teoria della fisica).
Infeld è l'autore di "Quest: An Autobiography" e della biografia "Whom the Gods Love: The Story of Evariste Galois".
Albert Einstein; Leopold Infeld, L'evoluzione della fisica, Tradotto da Adele Graziadei, Torino, Bollati Boringhieri, 1965. ISBN 88-339-0025-8.
* 1977 - Giulio Alfredo Maccacaro (Codogno, 8 gennaio 1924 – Milano, 15 gennaio 1977) è stato uno scienziato e medico italiano.
Giulio Alfredo Maccacaro fu un medico, biologo e biometrista, cioè uno scienziato che si occupò di metodi della statistica applicata alla medicina e alle ricerca delle cause soprattutto ambientali e lavorative delle malattie. Nasce a Codogno l'8 gennaio 1924, nel 1942 si iscrive all'Università di Pavia e studente, partecipa alla Resistenza nelle forze partigiane dell'Oltrepò pavese, con la brigata Barni; nel 1945 entra al Collegio Ghislieri di Pavia. Si laurea, nel 1948 a Pavia, in Medicina e Chirurgia e diviene ricercatore nella stessa Università. Negli anni 1949-50 si trasferisce presso l'Università di Cambridge, nel 1951 ritorna in Italia come assistente presso l'Istituto di Igiene Università di Pavia e all'Istituto di Patologia generale Università degli studi di Milano Dal 1954 al 1963 è ricercatore presso l'istituto di Microbiologia, Facoltà di Medicina dell'università di Milano. Nel 1959 lavora come ricercatore presso il Department of Chemistry del Chelsea College of Science and Tecnology di Londra, come relatore del corso "Storage and transfer of information in bacteria" e l'anno successivo alla Microbial Genetics Research Unit del Medical Research Council di Londra. Negli anni 1961-1962 è relatore del corso "Anatomy and function in microorganism" della Gordon Conference di Meridien, Stati Uniti e docente ricercatore presso l'Università degli studi di Modena; consegue libera docenza in Statistica Sanitaria e Microbiologia. Nel 1964-65 a seguito di concorso è professore di Microbiologia presso la Facoltà di Scienze dell'Università degli studi di Sassari e nel 1966 è vincitore di un secondo concorso e viene chiamato a Milano alla Cattedra di Statistica Medica e Biometria della Facoltà di Medicina e Chirurgia. In ultimo, è nominato direttore dell'istituto e del Centro Zambon per le applicazioni biomediche del calcolo elettronico, da lui voluti. I suoi interessi principali riguardarono:
• La statistica sanitaria e le ricerche di statistica clinica. con contributi alla biometria, studio delle diagnosi automatiche, organizzazione e recupero dei dati clinici. Disegni ed analisi delle sperimentazioni con i farmaci; controlli di qualità dei dati clinici di laboratorio e programmazione degli screenigs multifasici di massa orientati alla medicina preventiva.
• Biometria tassonomica
• Biometria farmacologica
• Biometria genetica
• Microbiologia, nelle sue implicazioni sanitarie e preventive.
G.A.Maccacaro fu uno scienziato che visse in modo completo la sua professione di studioso e ricercatore e il suo impegno sociale. Fu sempre dalla parte dei lavoratori e degli studenti ai quali profuse tempo ed energie; visse in modo onesto la sua professione di docente, senza ottenerne facili privilegi. (Sapere 1976, 1977)
Diresse le collane:
• Salute e società Etas/Kompass (1970)
• Medicina e potere (13 volumi) Feltrinelli (1973)
Diresse la rivista:
• Sapere (1974) (nuova serie, con Giovanni Cesareo)
Fondò la rivista:
• Epidemiologia e prevenzione (1976) della quale fu anche direttore
* 1979 - Charles W. Morris (Denver, 23 maggio 1901 – Gainesville, 15 gennaio 1979) è stato un semiologo e filosofo statunitense.
Dopo essersi laureato in ingegneria, studiò filosofia all'Università di Chicago con George Herbert Mead, pragmatista e fondatore della psicologia sociale. Insegnò tra il 1925 e il 1931 alla Rice University, tra il 1931 e il 1958 a Chicago e infine all'Università della Florida. Ha presieduto la Western Division dell'American Philosophical Association ed è stato membro dell'American Academy of Arts and Sciences.
Durante gli anni trenta Morris aiutò alcuni filosofi tedeschi e austriaci immigrati negli Stati Uniti, in particolare Rudolf Carnap, del quale è stato collega dal 1936 al 1952. Si è impegnato nel movimento Unity of Science ed è stato editore associato dell'International Encyclopedia of Unified Science.
Tra i suoi impegni preferiti vanno segnalate le sue passioni per la poesia, la musica, la pittura, la danza e le filosofie e spiritualità orientali.
Si è occupato di psicologia sociale ed in questo ambito si è messo in evidenza con una indagine sociale da lui condotta e pubblicata nel 1956 riguardante le modalità e le preferenze di vita di un gruppo di studenti, preso come campione, dislocati in varie nazioni. Tra le conclusioni dello studio vi è stata la convinzione che esistano elementi comuni a tutte le civiltà che costituiscano un patrimonio collettivo condiviso.
Negli anni venti ha approfondito le opere di Bertrand Russell, Charles Peirce, Ernst Cassirer. Ebbe occasione di incontrare e conoscere noti linguisti, tra i quali Leonard Bloomfield, Roman Jakobson.
Vicino agli ambienti del Circolo di Vienna e al suo positivismo logico, ha sviluppato un'originale forma di pragmatismo.
L'approccio di Morris alla semiotica divide il soggetto in sintassi, che si occupa della combinazione dei segni, semantica che tratta il significato dei segni e pragmatica che riguarda l'origine, l'uso e gli effetti dei segni. Morris propone la tripartizione di un segno in veicolo segnico, designatum e interpretante; questa tricotomia appare inizialmente nel suo libro "Lineamenti di una teoria dei segni".
Il fulcro della studio di Morris, più che il segno è il comportamento "segnico" dell'uomo, dove quest'ultimo concetto deve essere inteso come quell'oggetto o evento che richiami per associazione un altro oggetto o evento non presente.
Morris si soffermò sulle caratteristiche, sulle categorie, sulle determinazioni del linguaggio oltreché sulla necessità di rifondare la filosofia.
* 1981 - Don Zeno Saltini (Fossoli, 30 agosto 1900 – Grosseto, 15 gennaio 1981) è stato un sacerdote italiano, fondatore della comunità di Nomadelfia.
Nono di dodici figli, nacque a Fossoli, una frazione agricola di Carpi (MO), da una famiglia di agricoltori benestanti: altri tre dei suoi fratelli scelsero la vita religiosa, tra cui la sorella Marianna (nota anche come Mamma Nina).
A quattordici anni scelse di interrompere gli studi e iniziò a lavorare nell’azienda agricola di famiglia: ebbe così modo di entrare in contatto con la dura realtà dei braccianti da cui imparò le teorie socialiste.
Chiamato alle armi nel 1917, conobbe la terribile realtà della guerra. Durante il servizio militare, si rese anche conto dell’importanza di una buona istruzione: ebbe a scontrarsi con un commilitone ateo, anarchico e istruito, che vedeva nel Cristianesimo e nella Chiesa solo un ostacolo al progresso umano; avrebbe voluto obiettare che il problema stava nell’incoerenza dei fedeli, ma non ne fu capace.
Intenzionato a diventare avvocato, si laureò in legge presso l'Università Cattolica di Milano; compresa la sua vocazione al sacerdozio, compì anche gli studi teologici e filosofici al termine dei quali venne ordinato sacerdote.
Celebrò la sua prima messa nel duomo di Carpi il 6 gennaio 1931. Venne nominato vice parroco della chiesa di San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola, dove fondò l'Opera dei Piccoli Apostoli, dedita all'accoglienza degli orfani di guerra e dei bambini abbandonati.
Nel 1947 occupò con i Piccoli Apostoli l'ex campo di concentramento di Fossoli: la comunità iniziò anche ad ammettere delle coppie di sposi disposti ad accogliere come figli i ragazzi senza famiglia. Il 14 febbraio 1948 venne approvato il testo di una Costituzione che verrà firmata sull'altare.
L'Opera Piccoli Apostoli diventò così Nomadelfia (la fraternità è legge).
La comunità arrivò a superare i 1000 membri. Nonostante il sostegno di tanti benefattori (tra i quali padre Turoldo), per mancanza di fondi Nomadelfia entrò finanziariamente in crisi: anche la cooperativa agricola fondata dai membri della comunità fallì.
Anche per questo, il 5 febbraio 1952 il Sant'Uffizio ordinò a don Zeno di lasciare Nomadelfia e di mettersi a disposizione del suo vescovo. I nomadelfi si rifugiarono a Grosseto, dove avevano ricevuto in dono una tenuta agricola dalla contessa Giovanna Albertoni Pirelli: nel 1953 il sacerdote, ottenuta da Pio XII la dimissione pro gratia dallo stato clericale, li raggiunse.
Nel 1962 la comunità venne eretta a parrocchia e a don Zeno venne permesso di riprendere l'esercizio del sacerdozio. Il 6 gennaio 1962, il reverendo Zeno Saltini poté di nuovo celebrare la messa.
Il 12 agosto 1980 venne ricevuto da papa Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo con tutta la popolazione di Nomadelfia.
Morì il 15 gennaio 1981, colpito da un infarto.
A don Zeno Saltini Rai Uno ha dedicato uno sceneggiato in due puntate, L'uomo di Nomadelfia, Don Zeno Saltini, con protagonista Giulio Scarpati, e Rai Tre un documentario di approfondimento critico all'interno di La Storia siamo noi (basato sulla biografia scritta da Antonio Saltini), andati in onda il 27 e il 28 maggio 2008.
L'apertura del processo di beatificazione
La Radio Vaticana ha dato la notizia che la Conferenza Episcopale toscana ha dato il suo assenso all'apertura del processo di beatificazione di don Zeno Saltini che verrà introdotta dalla diocesi di Grosseto. Sicuramente è il segno che le antiche difficoltà che avevano portato alla riduzione allo stato laicale per tanti anni, sono state definitivamente rimosse.
* 2009 - Olivier Clément (17 novembre 1921 – Parigi, 15 gennaio 2009) è stato uno scrittore, poeta e teologo francese ortodosso.
Cresciuto in una famiglia agnostica, Olivier Clément si converte a Gesù Cristo all'età di trent'anni, dopo una lunga esperienza di ateismo e una stagione di ricerca fra le varie spiritualità orientali. Sotto l'influenza degli scritti di Berdiaev e di Losskij, del quale diverrà allievo ed amico, Clément aveva scoperto il pensiero dei Padri d'Oriente ed aveva ricevuto il battesimo della Chiesa cristiana ortodossa, in senso alla parrocchia francofona del Patriarcato di Mosca a Parigi. Ha raccontato la sua infanzia, le sue peregrinazioni spirituali e la sua conversione in un'autobiografia, L'altro sole. Esperto di storia, insegnò a lungo presso il lycée Louis-le-Grand a Parigi. Professore all'Istituto di Teologia Ortodossa San Sergio, divenne uno dei testimoni più stimati e fecondi del Cristianesimo ortodosso in Occidente. Olivier Clément fu fra l'altro uno dei fondatori della Fraternità Ortodossa in Europa occidentale.
Autore di una trentina di opere focalizzate sulla storia, il pensiero e la vita della Chiesa ortodossa, e all'incontro fra questa e il Cristianesimo occidentale, le religioni non cristiane e la modernità laica. Responsabile della rivista di teologia Contacts, dottore honoris causa dell'Istituto di Teologia di Bucarest e dell'Università Cattolica di Lovanio.
Testimone del Cristianesimo ortodosso in Occidente
In margine all'attività di insegnante, Olivier Clément è stato particolarmente impegnato nella testimonianza della vita della Chiesa ortodossa in Francia. Consulente del comitato interepiscopale ortodosso di Francia dal 1967 al 1997, è stato membro del comitato misto di dialogo teologico cattolico-ortodosso e degli incontri bilaterali fra ortodossi e protestanti. Ha anche ispirato i lavori della Fraternità ortodossa in Europa occidentale sin dalla fondazione all'inizio degli anni '60 e ha partecipato attivamente ai diversi congressi ortodossi d'Europa occidentale che, dal 1971, permette ogni tre anni agli ortodossi venuti dai quattro angoli del continente di incontrarsi per pregare e riflettere insieme.
Il suo ruolo è stato spesso capitale nel percorso di vita di numerosi giovani e meno giovani, ortodossi e non, che hanno ritrovato un senso alla loro vita grazie alle parole di Olivier Clément, nel corso delle conferenze che teneva durante i congressi succitati o durante le numerose interviste rilasciate.
Fra i teologi ortodossi contemporanei, è quello che senza dubbio ha saputo mostrarsi più attento agli interrogativi della modernità, ai quali ha cercato di rispondere attraverso una riflessione potente e poetica, allo stesso tempo radicata nella Tradizione della Chiesa e insieme creativa ed innovatrice. Olivier Clément è stato l'interlocutore di molti grandi della spiritualità del nostro tempo — il Patriarca Atenagora di Costantinopoli, papa Giovanni Paolo II, il prete e teologo romeno Dumitru Stăniloae, l'archimandrita Sofronio del monastero di Maldon (Gran Bretagna), Frère Roger Schutz di Taizé, il fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi - con i quali ha instaurato sempre relazioni di confidenza ed amicizia.
Papa Giovanni Paolo II gli ha affidato la redazione delle meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo per l'anno 1998. In occasione del Giubileo del 2000, tuttavia, Clément si è mostrato critico verso la dichiarazione Dominus Iesus.
Olivier Clément lascia un vasto corpus di opere, comprendente una trentina di titoli di teologia, di storia della Chiesa e di spiritualità, oltre a numerosi articoli apparsi principalmente sulla rivista Contacts, che diresse dal 1959. In particolare ricordiamo la sua autobiografia spirituale: L'altro sole, Jaca Book, Milano 1976.