Il calendario del 15 Dicembre

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

• 530 - Giustiniano I promulga la costituzione Deo auctore con la quale avvia la redazione del Digesto

• 1709 - Le truppe francese riconquistano Roma e occupano il Regno di Napoli

• 1711 - Scoppia una epidemia di peste a Copenaghen

• 1791 - Viene approvata la Carta dei diritti degli Stati Uniti

• 1799 - Napoleone Bonaparte diventa Primo Console di Francia

• 1806 - L'armata napoleonica occupa Varsavia

• 1840 - Le spoglie di Napoleone Bonaparte vengono riportate agli Invalides

• 1890 - Muore Toro Seduto

• 1896 - Il medico italiano Scipione Riva-Rocci presenta alla stampa scientifica lo sfigmomanometro di sua ideazione

• 1902 - In Gran Bretagna viene fondata la BBC (The British Broadcasting Corporation)

• 1914 - Prima guerra mondiale: si conclude la Battaglia di Lodz con la ritirata dei russi verso Mosca

• 1916 - Prima guerra mondiale: la Francia vince la Battaglia di Verdun

• 1945 - Il generale statunitense Douglas MacArthur ordina la fine dello Shintoismo come religione di stato in Giappone

• 1961 - Un tribunale per i crimini di guerra israeliano condanna a morte Adolf Eichmann per il suo ruolo nell'Olocausto

• 1964 - Dal poligono di Wallops Island, Virginia, viene lanciato il primo satellite italiano, il San Marco I

• 1965 - Programma Gemini: lancio della Gemini 6°

• 1966 - L'astronomo Audouin Dollfus scopre Giano, satellite di Saturno

• 1967 - Crollo del Silver Bridge, ponte di collegamento tra Point Pleasant, luogo dove fu spesso avvistato l'uomo falena

• 1969 - L'anarchico Giuseppe Pinelli muore, dopo un volo dal quarto piano avvenuto in circostanze mai chiarite, durante un interrogatorio nella stanza del commissario Calabresi in relazione alle indagini sulla strage di piazza Fontana. L'avvenimento è raccontato ne La ballata del Pinelli, scritta da giovani anarchici mantovani la sera stessa dei funerali e successivamente rielaborata da Joe Fallisi nel 1969

• 1970 - La sonda Venera 7 atterra su Venere

• 1976

  1. - Referendum sulla riforma politica in Spagna che, pur confermando la monarchia, dà inizio ufficialmente alla democrazia.
  2. - Samoa diventa membro dell'ONU

• 1979 - Iniziano le trasmissioni della Rete Tre, terza rete della RAI, istituita già nel 1975; assieme alla rete nascono il TG3 (telegiornale nazionale) e la Testata Giornalistica per l'Informazione Regionale (il TGR)

• 1991 - Egitto: naufragio del traghetto Salem Express: 471 morti

• 1994 - Viene rilasciato il browser Netscape Navigator 1.0.

• 1995 - La Corte di Giustizia della Comunità Europea emette la Sentenza Bosman. La cosiddetta sentenza Bosman è una decisione presa nel 1995 dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee che consente ai calciatori professionisti aventi cittadinanza dell'Unione Europea di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto con l'attuale squadra.

• 1996 - Boeing e McDonnell Douglas, giganti dell'aeronautica, annunciano la loro fusione

• 2000 - Chiusura definitiva della centrale nucleare di Cernobyl

• 2001 - La torre pendente di Pisa riapre al pubblico dopo undici anni di lavori

Anniversari

• 1890
  1. - Piede di Corvo(South Dakota, 1876 – Fort Yates, 15 dicembre 1890) è stato un condottiero nativo americano. Era il figlio del capo indiano Sioux Hunkpapa Toro Seduto. Aveva due sorelle di nome Santa Alzata (Standing Holy) e Alloggiata (Lodge), e quattro fratelli, ai quali Piede di Corvo diede il nome, Henry, Piccolo Soldatao (Little Soldier), Scont Rosso (Red Scont) e Theodore. Non è stato accertato chi fosse la madre, dato che Toro Seduto ebbe due mogli, Vista Dalla Sua Nazione (Seen By Her Nation)e Quattro Toghe (Four Robes). Piede di Corvo partecipò, con il padre, alla resa di Fort Buford, nel 1881. Venne ucciso, insieme al padre, il 15 dicembre 1890, da un gruppo della Polizia Indiana a Fort Yates.

  2. - Toro Seduto (Sitting Bull in inglese - in lingua originale Sioux Tȟatȟaŋka Iyotȟaŋka o Ta-Tanka I-Yotank o Tʿatʿaŋka Iyotake) (Grand River, 1831 – Fort Yates, 15 dicembre 1890) è stato un condottiero nativo americano dei Sioux Hunkpapa. In realtà, il suo nome tradotto correttamente è Bisonte (maschio) Seduto.
    Famoso capo indiano americano (chiamato anche Hunkesni, cioè Lento), è ricordato nella storia americana e dei nativi per aver mobilitato più di 3.500 guerrieri Sioux e Cheyenne nella famosa Battaglia di Little Bighorn, dove ottenne una schiacciante vittoria sul Colonnello George Armstrong Custer del Settimo cavalleggeri, il 25 giugno 1876.

1958 - Wolfgang Ernst Pauli (Vienna, 25 aprile 1900 – Zurigo, 15 dicembre 1958) è stato un fisico austriaco. Fu fra i padri fondatori della meccanica quantistica. Suo è il principio di esclusione, per il quale vinse il Premio Nobel, secondo il quale due elettroni in un atomo non possono avere tutti i numeri quantici uguali.

• 1966 - Walter Elias Disney, più noto come Walt (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), fu un animatore, autore di fumetti, imprenditore e cineasta statunitense. È stato anche produttore, regista, sceneggiatore e doppiatore di cinema d'animazione. Walt Disney ha inoltre fondato Disneyland, il primo e più famoso dei parchi a tema. Walt Disney è altresì noto per la sua grande abilità nella narrazione di storie, per essere stato una grande star televisiva e uno dei più grandi artisti del XX secolo nel campo dell'intrattenimento; il suo contributo più grande alla settima arte risiede però probabilmente nell'aver portato allo stato dell'arte il rapporto fra immagine e musica. Con i suoi collaboratori ha creato molti dei più famosi personaggi dei cartoni animati del mondo; uno di questi, Topolino, è secondo molti il suo alter ego.

• 1969 - Giuseppe Pinelli (Milano, 21 ottobre 1928 – Milano, 15 dicembre 1969) è stato un anarchico e ferroviere italiano, animatore del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa e durante la Resistenza, vista la sua allora giovane età, staffetta nelle Brigate Bruzzi Malatesta. Nel mese di novembre del 1966 già militante anarchico, diede appoggio a Gennaro De Miranda, Umberto Tiboni, Gunilla Hunger, Tella e altri ragazzi del giro dei cosiddetti capelloni per stampare le prime copie della rivista Mondo Beat nella sezione anarchica "Sacco e Vanzetti" di via Murilio.
Morì il 15 dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era trattenuto per accertamenti in seguito alla esplosione di una bomba a piazza Fontana, evento noto come Strage di Piazza Fontana.
Le circostanze della sua morte, ufficialmente attribuita ad un malore, hanno destato sospetto a causa di alcune circostanze legate ai momenti del tutto eccezionali vissuti nel capoluogo lombardo a seguito della strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969.
Una parte dell'opinione pubblica ha avanzato il sospetto che Pinelli sia stato assassinato e che le indagini siano state condotte con metodi poco ortodossi ed in modo non imparziale. Tuttavia, l'inchiesta conclusa nel 1975 dal giudice istruttore Gerardo D'Ambrosio ha escluso l'ipotesi dell'omicidio, giudicandola assolutamente inconsistente.
Il caso ha suscitato una polemica politica intrisa di vibrante animosità, tanto da parte di coloro che sostengono la tesi dell'omicidio, quanto da parte delle autorità, ed è peraltro assai arduo isolare la polemica riguardante questo caso da quelle relative, fra l'altro, alla strage di piazza Fontana, al Terrorismo, alla cosiddetta Teoria della strategia della tensione, al cosiddetto stragismo di stato, alla repressione dei circoli anarchici italiani ed all'assassinio del commissario Calabresi.

* 1976 - Walter Alasia (Sesto San Giovanni, 12 settembre 1956 – Sesto San Giovanni, 15 dicembre 1976) è stato un terrorista italiano. Appartenne, durante il periodo degli anni di piombo, all'organizzazione terroristica delle Brigate Rosse.
Figlio di operai di Sesto San Giovanni, impiegato delle Poste Italiane, aderì assai giovane a gruppi della sinistra extraparlamentare come Lotta Continua, passando poi a far parte di circoli più o meno scopertamente fiancheggiatori delle Brigate Rosse, organizzazione terroristica in cui in seguito entrò definitivamente col nome di battaglia di "Compagno Luca".
Alle prime ore dell'alba del 15 dicembre 1976 reagì a un tentativo di arresto da parte delle forze dell'ordine barricandosi in casa e sparando sui poliziotti, uccidendo Sergio Bazzega, maresciallo dell’antiterrorismo e il vicequestore di Sesto San Giovanni Vittorio Padovani. Gli agenti superstiti riuscirono alla fine a uccidere lo stesso Walter Alasia.

* 1985 - Alessandro Passerin d'Entrèves et Courmayeur (Torino, 26 aprile 1902 – 15 dicembre 1985) è stato un filosofo, antifascista, partigiano e storico del diritto italiano. Fu uno dei più importanti pensatori liberali italiani del XX secolo.
Passerin nacque a Torino ma proveniva da un'antica famiglia valdostana. Ottenuta la maturità classica al liceo d'Azeglio di Torino, nel 1922 si laureò con Gioele Solari (maestro anche di Bobbio e Firpo), fu tra gli amici di Piero Gobetti, collaborò alla "Rivoluzione Liberale" e pubblicò la sua tesi su Hegel nella casa editrice fondata dallo stesso Gobetti. I suoi altri maestri furono a Torino Francesco Ruffini e Luigi Einaudi e, in Gran Bretagna, dove conseguì nel 1932 un dottorato sul pensiero politico medievale e sul costituzionalismo di Richard Hooker, i celebri fratelli Carlyle, docenti all'Università di Oxford. Nel 1932 vinse una cattedra di storia delle dottrine politiche a Messina ma si trasferì presto a Pavia, poi ritornò a Torino.
Fu capitano di complemento degli Alpini e membro del CLN, dal quale venne nominato, nel 1945, prefetto di Aosta. Insieme con Federico Chabod, fu all'origine dello statuto della Regione Autonoma Valle d'Aosta.
Dal 1945 al 1956 tenne a Oxford la cattedra di studi italiani e svolse vari semestri di insegnamento all'Università Yale.
Rientrato in Italia, d'Entrèves insegnò dottrina dello stato e successivamente storia del pensiero politico medievale. Dopo anni di discussione, riuscì a far inserire nei piani di studi dell'università italiana il corso di "filosofia politica", disciplina che insegnò fino al 1972 a Torino, quando lasciò la cattedra a Norberto Bobbio.
Nel 1969 fu tra i fondatori della facoltà di scienze politiche dell'Università di Torino, di cui divenne successivamente il primo preside. Fra le sue opere più note, La dottrina dello stato, del 1962, è considerata da molti la sintesi del suo pensiero storico-filosofico.
Fece parte di moltissime istituzioni scientifiche e culturali in Europa e negli Stati Uniti e, all'inizio degli anni Ottanta fu presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino. Collaborò con il quotidiano La Stampa.
La città di Torino gli ha intitolato la Biblioteca civica Cascina Giaione.

* 1996 - Giuseppe Dossetti (Genova, 13 febbraio 1913 – Oliveto di Monteveglio, 15 dicembre 1996) è stato un presbitero, giurista e politico italiano.
Da giovane si iscrisse all'Azione Cattolica e collaborò con don Dino Torreggiani nelle attività dell'oratorio don Bosco di Reggio Emilia, a soli ventuno anni si laureò in giurisprudenza presso l'Università Cattolica di Milano, dopo aver vinto una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum. Animato da profonde convinzioni politiche e morali, antifascista, partecipò alla Resistenza con il nome di "Benigno" e divenne Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia, anche se rifiutò sempre di usare le armi.
Alla fine del fascismo, divenne professore incaricato di Diritto ecclesiastico all'Università di Modena e Reggio Emilia.
La sua carriera politica fu poi rapidissima: nel 1945 divenne vicesegretario della Democrazia Cristiana e, il 2 giugno 1946 fu eletto alla Costituente, di cui fu uno dei membri più attivi. Nello specifico fece parte della cosiddetta Commissione dei 75, che elaborò la prima bozza della Costituzione, e della prima Sottocommissione che aveva come compito i "diritti e doveri dei cittadini". Sempre nel 1946, con Amintore Fanfani, Giorgio La Pira e Giuseppe Lazzati (definiti, non senza una punta di disprezzo, i "professorini"), fondò l'associazione Civitas Humana.
Decise di non ricandidarsi alle elezioni del 1948 e tornò sulla sua decisione solo per obbedire alla volontà di monsignor Montini (poi Papa Paolo VI).
All'interno della D.C. le posizioni di Dossetti, improntate ad un ideale evangelico, si contrapposero quasi inevitabilmente a quelle decisamente pragmatiche di Alcide De Gasperi. Contrario all'ingresso nella NATO, in cui vedeva la riproposizione di pericolose contrapposizioni internazionali, favorevole a riforme sociali che favorissero gli strati più poveri del paese, Dossetti si presentò al Congresso del partito tenutosi nel luglio 1949 con oltre un terzo dei consensi. La contrapposizione con De Gasperi fu netta; Dossetti accettò la sfida del suo avversario e tornò a coprire la carica di Vicesegretario del partito da cui in precedenza si era dimesso. In questi anni si impegnò a fondo per la realizzazione di grandi riforme che videro luce negli anni successivi: quella agraria, quella tributaria, l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno.
Abbandonò la politica attiva nel 1951 e vi fece solo una brevissima riapparizione nel 1956 per concorrere, senza successo, alla poltrona di sindaco di Bologna, nel cui consiglio comunale siederà nei due anni successivi.
Nel frattempo, il 6 gennaio 1956, pronunciò dei voti religiosi dopo che, pochi mesi prima, le autorità ecclesiastiche avevano dato la loro approvazione alla regola della comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", da lui fondata e basata su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà". In seguito Dossetti, già terziario francescano, ricevette, esattamente tre anni dopo i voti, l'ordinazione sacerdotale.
Negli anni '60 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II come collaboratore del cardinale Lercaro.
Negli anni la comunità da lui fondata si espanse: dalla prima sede nei pressi di Bologna, alla Terrasanta, dalla Giordania a Casaglia di Monte Sole, frazione di Marzabotto, che negli anni della guerra era stata teatro di un eccidio nazista (il massacro di Marzabotto).
Tornò sotto i riflettori della stampa nel 1994, quando espresse pubblicamente la sua preoccupazione per i propositi di stravolgimento della Costituzione repubblicana, che da vari ambienti politici venivano espressi con sempre maggiore chiarezza e radicalità. Sorsero in tutta Italia associazioni e circoli in difesa della Costituzione che si rifecero al messaggio lanciato dal vecchio sacerdote. La caduta del primo governo Berlusconi e il fallimento di quel disegno affievolirono l'attenzione intorno al movimento in difesa della Costituzione.
Dossetti morì due anni dopo, il 15 dicembre 1996 e fu sepolto insieme ai martiri dell'eccidio nel piccolo cimitero di Casaglia di Monte Sole.