Il calendario del 13 Ottobre
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Eventi
* 1307 - Tutti i Cavalieri templari in Francia vengono arrestati simultaneamente da agenti di Filippo il Bello con l'accusa di eresia
* 1582 - Questo giorno non esiste nel calendario gregoriano: per riallineare il calendario alle stagioni, i giorni dal 5 al 14 ottobre 1582 vengono saltati
* 1775 - Il Congresso Continentale ordina la costituzione della Marina Continentale (che diverrà in seguito la US Navy)
* 1792 - A Washington, viene posata la prima pietra di quella che dal 1818 sarà conosciuta come Casa Bianca
* 1807 - L'esercito Napoleonico entra a Jena
* 1815 - Gioacchino Murat è fucilato presso il castello di Pizzo
* 1820 - Silvio Pellico viene arrestato a Milano con l'accusa di affiliazione alla carboneria
* 1843 - A New York, Henry Jones e altri 11 fondano il B'nai B'rith (la più vecchia organizzazione di servizio ebraica del mondo)
* 1894 - Viene arrestato Alfred Dreyfus, vittima del cosiddetto Affare Dreyfus
* 1918 - Prima guerra mondiale: Mehmed Talat Pasha e i ministri dei Giovani Turchi si dimettono e firmano l'armistizio, terminando la partecipazione dell'Impero Ottomano alla prima guerra mondiale
* 1943 - Seconda guerra mondiale: il nuovo governo italiano governato da Vittorio Emanuele III si schiera con gli Alleati e dichiara guerra alla Germania
* 1944 - Seconda guerra mondiale:
- - Riga, capitale della Lettonia, viene liberata dalle forze dell'Armata Rossa
- - Carletto Besana, eroe della Resistenza, è processato a Casargo da un tribunale tedesco-fascista e condannato a morte. Dopo l'8 settembre 1943 svolge intensa attività di collegamento e rifornimento fra la Brianza e la Valsassina (Lecco) dove con il fratello Guerino (anch'egli operaio, nato a Barzanò, il 27 settembre 1918) si era unito a bande partigiane.
* 1946 - La Francia adotta la costituzione della Quarta Repubblica
* 1969 - Primo rendez-vous di tre navicelle spaziali: Soyuz 6, Soyuz 7 e Soyuz 8. L'aggancio programmato fallisce
* 1972 - Disastro aereo delle Ande
* 1977 - Quattro terroristi palestinesi dirottano un volo Lufthansa in Somalia e richiedono il rilascio di 11 membri della Rote Armee Fraktion
* 2003 - La Public Library of Science inizia la pubblicazione di una rivista scientifica ad accesso libero, PLoS Biology
* 2006 - Ban Ki Moon è il nuovo Segretario Generale ONU
Anniversari
* 54 - Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (latino: Tiberius Claudius Cæsar Augustus Germanicus; Lugdunum, 1º agosto 10 a.C. – Roma, 13 ottobre 54) fu il quarto imperatore romano (41-54) della dinastia giulio-claudia, ed il primo a nascere fuori dall'Italia.
Nato col nome di Tiberio Claudio Druso e figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità da cui era affetto, tanto che la sua famiglia lo tenne lontano dalla vita pubblica fino all'età di quarantasette anni, quando tenne il consolato assieme al nipote Caligola. Fu probabilmente questa infermità e la scarsa considerazione politica di cui godeva che gli permisero di sopravvivere alle purghe che colpirono molti esponenti della nobiltà romana durante i regni di Tiberio e Caligola: alla morte di quest'ultimo, Claudio divenne imperatore proprio in quanto unico maschio adulto della dinastia giulio-claudia.
Malgrado la mancanza di esperienza politica, Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, questo il nome adottato dopo l'acclamazione ad imperatore, dimostrò notevoli qualità: fu un abile amministratore, un grande patrono dell'edilizia pubblica, espansionista in politica estera (sotto il suo comando si ebbe la conquista della Britannia) e un instancabile legislatore, che presiedeva personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti editti in un giorno. Tuttavia, la sua posizione era resa poco sicura dall'opposizione della nobiltà, cosa che condusse Claudio a mettere a morte molti senatori. Claudio dovette anche sopportare molte disgrazie nella vita privata: una di queste potrebbe essere stata all'origine del suo assassinio.
La fama di Claudio presso gli storici antichi non fu certo positiva, al contrario tra i moderni molte delle sue opere furono rivalutate.
* 909 - San Geraldo d'Aurillac (Aurillac, 855 – Pousthomy, 13 ottobre 909) è stato un santo francese.
Era figlio di Geraldo, di origine merovingia, signore d'Aurillac, che fu ugualmente canonizzato, e di Adeltrude. Sant'Aredio di Limoges era uno dei suoi antenati.
Fondò l'abbazia d'Aurillac e la sua vita fu narrata da Oddone da Cluny, che ne fece il modello cavalleresco del signore cristiano che pone la sua forza e le sue ricchezze al servizio della giustizia e degli umili.
Geraldo, che come il padre portava il titolo di conte, nonostante che Aurillac non fosse una contea, era destinato a condurre una vita di signore, conformemente al proprio rango. Gli fu dunque insegnato l'uso delle armi, la cavalleria e l'arte della falconeria. Alto, agile e di bell'aspetto, era cagionevole di salute e gli fu insegnato anche il canto, la grammatica e le Sacre scritture, nonché il diritto romano. Egli stupiva i preti che erano ospiti di tavola dei suoi genitori per l'importanza delle sue cognizioni.
Alla morte dei genitori egli si ritrovò a capo di una signoria considerevole, che si estendeva nel Rouergue, ed esercitava tutte le funzioni di un signore: egli teneva udienza, rifiutandosi di delegare completamente la funzione giudiziaria ai suoi funzionari, avendo fatto sapere a tutti che chiunque avrebbe potuto appellarsi a lui per richieste e lamentele. Egli assicurava la sua protezione agli abitanti delle sue terre ponendosi egli stesso alla testa delle milizie destinate a reprimere il banditismo proveniente dai territori vicini. Impegnandosi a vivere secondo il Vangelo, liberò i servi donando loro la proprietà delle terre, accogliendo i poveri alla sua tavola, sforzandosi di limitare la violenza delle guerre rimettendosi al giudizio di Dio.
Non volle mai sposarsi [1] e nascondeva la sua tonsura sotto una parrucca che indicava la sua qualità e che non lasciava mai: in effetti i signori portavano capelli lunghi, essendo la tonsura un segno di servitù. Una sera, durante una cavalcata nella Châtaigneraie, fu ospitato da un contadino di modeste condizioni e fu ammirato dalla bellezza di sua figlia, che egli vide seduta alla luce del camino. Il cronista dice che ne fosse tentato ma che non soccombette e che molti mesi dopo ritornò per chiedere al padre della fanciulla il permesso di fornirle una dote.
Geraldo fondò verso l'885 l'abbazia d'Aurillac alla quale donò per testamento tutti i suoi domini. Egli aveva scelto la regola di San Benedetto, riformata a quell'epoca da san Benedetto d'Aniane.
Avendo rifiutato l'offerta del duca di Aquitania Guglielmo il Pio,[2] che gli aveva proposto di porre l'abbazia da lui fondata sotto la sua protezione, Geraldo aveva voluto rendere la sua fondazione autonoma dalle gerarchie feudali ed ecclesiastiche: egli la pose così sotto la protezione diretta del papa e del re, che gli accordarono un diploma d'immunità. È per questo motivo che l'abate d'Aurillac indossava la mitra, portava il bastone pastorale e poteva fregiarsi del titolo di conte.
Alla fine della sua vita Geraldo divenne cieco, soffrendo nel riscontrare che la costruzione della sua fondazione andava a rilento (la nuova chiesa era stata mal costruita e dovette essere ricostruita) e che lo zelo dei monaci ch'egli aveva chiamato da Vabres si attenuava.
Culto
Geraldo fu acclamato dal popolo come santo e fu uno dei primi esempi di santi canonizzati senza aver subito il martirio od essere entrato in un ordine religioso.
Alla richiesta del vescovo di Limoges, Turpino, la sua vita fu descritta da Oddone da Cluny, che fu anche abate di Aurillac. Egli fece di Geraldo il ritratto di un uomo ricco e potente che, senza rinunciare alle sue funzioni, pose la sua forza e le sue ricchezze al servizio dei deboli e dei poveri. Senza dubbio fu il primo modello di cavaliere cristiano.
È nell'Abbazia di Aurillac, fondata da Geraldo, che il giovane Gerberto d'Aurillac fu educato ed iniziato alla vita monastica. Sapientissimo, divenne papa con il nome di Silvestro II.
In effetti l'abbazia d'Aurillac era dotata di uno scriptorium ove si insegnavano le discipline del trivio e del Quadrivio (soprattutto la grammatica, la retorica ed il Quadrivio). Essa rimase costantemente in contatto con la Catalogna, focolaio intellettuale di primo piano, ove erano conservate numerose copie di opere antiche come quelle di Isidoro di Siviglia e di severino Boezio.
San Geraldo viene ricordato il 13 ottobre.
Note
1. ^ Secondo Oddone da Cluny egli rifiutò il matrimonio con la sorella del suo sovrano, il duca d'Aquitania Guglielmo il Pio
2. ^ Guglielmo il Pio fonderà successivamente l'abbazia di Cluny seguendo come modello proprio quella di Aurillac.
* 1715 - Nicolas Malebranche (Parigi, 6 agosto 1638 – Parigi, 13 ottobre 1715) è stato un teologo, filosofo e oratoriano francese il quale, portando alle estreme conseguenze la filosofia cartesiana, divenne il principale esponente dell'occasionalismo.
Malebranche nacque a Parigi il 6 agosto 1638. Suo padre era stato tesoriere di Richelieu e, nel 1658, segretario del re; sua madre di origine aristocratica. Era l'ultimo di dieci figli. Deforme e fragile di costituzione, mostrò ben presto grandi doti intellettuali. Studiò al collège de La Marche, e si laureò nel 1656 in arte presso l'università di Stagyre. Per tre anni studiò teologia alla Sorbona. Entrato nella congregazione dell'Oratorio nel 1660, dopo la morte di sua madre e poi di suo padre, fu ordinato sacerdote nel 1664 e morì nel 1715.
Metafisica
La metafisica occupa un posto fondamentale nel pensiero di Malebranche:
«È importante che io stabilisca una metafisica. Credo infatti che essa sia fortemente necessaria e che io sarei facilitato in questo compito rispetto ad altri. È la giusta metafisica che deve regolare tutto, ed io cercherò di stabilire le principali verità che sono a fondamento della religione e della morale» (da una Lettera)
Ragione e mutamenti
La metafisica è dunque il vero fondamento di tutti gli ambiti del pensiero e dell'azione. Si possono enunciare due principi razionali dell'occasionalismo di Malebranche:
«Niente è più evidente del fatto che tutte le creature sono degli esseri particolari e che la ragione è universale e comune a tutti gli spiriti».
«L'uomo non è luce a se stesso».
Poiché l'uomo è mistero a se stesso, la ragione è dunque l'oggetto del pensare.
Esistenza di Dio
Ciò che noi pensiamo, è l'essere, perché non pensare nulla è non pensare affatto. Noi pensiamo, quindi l'Essere esiste: per Malebranche, il cogito cartesiano è la prova immediata dell'esistenza di Dio. Questo essere, è l'essere puro e semplice, l'essere senza restrizioni, senza divisioni, senza limitazioni, «in una parola l'essere». Ed in quanto pensiamo, siamo un frammento di questo essere:
«Tutti gli esseri particolari partecipano dell'essere, ma nulla lo eguaglia. L' essere racchiude tutto, ma tutti gli esseri, e le creature, e i possibili, con tutte le loro molteplicità, non possono colmare la vasta distesa dell'essere. »
Questo essere viene scoperto da noi in ciascuna delle nostre idee, che provengono dall'infinito. Prima dell'idea che possiamo farci di noi stessi, prima di ogni certezza circa la realtà del mondo esteriore, noi vediamo in noi stessi l'infinito; in noi stessi, vale a dire in Dio:
«Non si può vedere Dio che in se stesso; non si può vedere l'essenza di un essere infinitamente perfetto senza vederne l'esistenza; non si può vederlo semplicemente come un essere possibile; niente lo comprende, niente può rappresentarlo. Se dunque vi si pensa, è necessario che egli sia. »
* 1815 - Gioacchino Murat, nato Joachim (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – Pizzo, 13 ottobre 1815), è stato un generale francese, re di Napoli e maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte.
* 1822 - Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato uno scultore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo e soprannominato per questo il nuovo Fidia.
Fu soprattutto il cantore della bellezza ideale femminile, priva di affettazioni: basti a tale proposito ricordare le opere ispirate alle tre Grazie e a Ebe, oppure alcuni suoi capolavori come Venere uscente dal bagno, la Venere Italica e la statua dedicata a Paolina Borghese. La sua arte ed il suo genio ebbero una grande e decisiva influenza nella scultura dell'epoca.
Iniziò giovanissimo il proprio apprendistato e lo svolse esclusivamente nella città di Venezia, distante circa 80 km dal suo paese natale, Possagno. Nella città lagunare iniziò a scolpire le sue prime opere. L'ambiente veneziano fu per il giovane Canova quello della sua formazione. Egli subì, specialmente nel primo periodo di produzione artistica, l'influenza ed il fascino dello scultore del Seicento Gian Lorenzo Bernini, indiscusso maestro dello stile barocco.
Ventiduenne, si trasferì a Roma dove ebbe modo di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell'arte neoclassica, inserendosi anch'egli in quel clima di capitale della cultura che era la città capitolina del Settecento. Dopo la sua scomparsa, per tutto l'arco dell'Ottocento, per quanto riguarda l'arte della scultura, i critici sono concordi nel sostenere come l'Italia non abbia svolto un ruolo di primo piano nel panorama europeo.
Gli è stato dedicato un asteroide, 6256 Canova.
* 1828 - Vincenzo Monti (Alfonsine, 19 febbraio 1754 – Milano, 13 ottobre 1828) è stato un poeta, drammaturgo e scrittore italiano.
Critica
I suoi repentini cambiamenti di posizione non furono ben visti da Giacomo Leopardi, che lo definì "poeta veramente dell'orecchio e dell'immaginazione, del cuore in nessun modo".
Di lui fu più volte criticata l'ispirazione poetica, dovuta per lo più al bisogno di denaro, ma gli si riconoscevano grandi doti di poeta: la traduzione dell'Iliade, infatti, fu da lui realizzata per puro diletto, senza guadagno, ed è l'unica (insieme alla versione inglese di Alexander Pope) che la critica ha considerato paragonabile, a livello poetico, all'originale omerico. Su una posizione assolutamente contraria fu peraltro Ugo Foscolo, che criticò il Monti chiamandolo il "traduttor dei traduttori", in quanto aveva tradotto l'Iliade senza sapere il greco, ma rielaborando semplicemente in maniera poetica le traduzioni precedenti.
* 1877 - Antonio Scialoja (San Giovanni a Teduccio, 1º agosto 1817 – Procida, 13 ottobre 1877) è stato un economista e politico italiano.
Laureato in giurisprudenza a Napoli nel 1841, divenne professore di economia politica all'Università di Torino nel 1846. Nel 1844 si era recato per alcuni mesi a Parigi e a Londra incaricato da alcune case commerciali napoletane, entrando in rapporto, in particolare, con l'ambiente culturale parigino.
Ritornò nel Regno delle Due Sicilie nel 1848 per diventare Ministro dell'Agricoltura e del Commercio nel governo liberale di Carlo Troja. Arrestato dopo la repressione del 1849, fu condannato all'esilio "perpetuo" e quindi costretto a rifugiarsi nel regno di Sardegna. A Torino continuò con gli studi di economia approvando in pieno l'indirizzo liberistico del Cavour. Ne sono testimonianza le sue opere più note: Carestia e Governo (1853) e Note e confronti dei bilanci del Regno di Napoli e Stati Sardi (1857).
Ritornò nuovamente a Napoli nel 1860, dopo la spedizione dei Mille, per diventare Ministro delle Finanze nel governo provvisorio di Garibaldi. Appoggiò inoltre la fusione delle economie dell'ex regno delle Due Sicilie con gli stati Sardi. Le stesse rigide basi liberiste le applicò a un trattato commerciale fra Italia e Francia che provocò numerose proteste nell'industria italiana, inferiore a quella francese e perciò incapace di vincere la concorrenza.
In seguito fu segretario generale al Ministero dell'Agricoltura nel primo Governo Ricasoli del Regno d'Italia, consigliere della Corte dei Conti e senatore dal 1862, Ministro delle Finanze nel secondo Governo La Marmora e poi nel secondo Governo Ricasoli, infine Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Lanza e nel secondo Governo Minghetti: si dimetterà dall'incarico per la mancata approvazione del suo progetto sull'istruzione elementare obbligatoria. Nel 1876 ebbe l'incarico di razionalizzare le finanze dell'Egitto.
Il 2 maggio 1866 in seguito alla crisi finanziaria, il corso del consolidamento italiano alla Borsa di Parigi cedeva. Il ministro delle Finanze Antonio Scialoja proclamava il corso forzoso, ossia l'inconvertibilità in oro ed argento della moneta circolante. La Banca Nazionale era obbligata a fornire al Tesoro un mutuo di 250 milioni di lire. Si sarebbe decretato poi l'emissione di un prestito redimibile forzoso (l'antenato dei BOT).
* 1882 - Il conte Joseph Arthur de Gobineau (Ville-d'Avray, 14 luglio 1816 – Torino, 13 ottobre 1882) è stato un diplomatico, scrittore e filosofo francese. Deve la notorietà alla sua opera Essai sur l'inégalité des races humaines[1] ("Saggio sulla diseguaglianza delle razze umane", pubblicato per la prima volta nel 1853-54 in 500 copie a spese dell'autore), che si pone tra i testi basilari del pensiero razzista contemporaneo.
È anche l'autore di un'opera letteraria romantica, di scritti polemici e lavori storici e filologici sull'Iran antico. Fu legato da un rapporto di stima e amicizia con Alexis de Tocqueville, che gli fece da mentore nella sua carriera e lo assume come capo gabinetto. Proprio con Tocqueville Gobineau intrattiene una fitta corrispondenza sui temi della libertà e della razza[2].
Nel Saggio Gobineau riprende da Johann Friedrich Blumenbach la suddivisione delle razze umane in gialla, nera e bianca e, come Blumenbach, le dispone in gerarchia, ma - diversamente da Blumenbach e analogamente a Linneo - attribuisce a ciascuna razza determinate caratteristiche morali e psicologiche innate a cui fa riferimento per sostenere la tesi della superiorità dei bianchi sui gialli e sui neri. Per Gobineau, la razza gialla è materialista, portata al commercio e incapace di esprimere pensieri metafisici; la razza nera presenta sensi sviluppati all'eccesso e modesta capacità intellettiva; la razza bianca (o ariana), che incarna le virtù della nobiltà e i valori aristocratici, sarebbe invece contraddistinta dal suo amore per la libertà, per l'onore e per la spiritualità. Originaria dell'India, la razza bianca si sarebbe sovrapposta alle prime popolazioni europee (che secondo Gobineau erano di razza gialla) per formare il ceppo teutonico destinato a dominare l'Europa nei secoli successivi. Ma l'inevitabile incrocio con le altre razze ne avrebbe corrotto la nobiltà, e gli ariani avrebbero progressivamente assunto alcuni dei tratti deteriori delle razze inferiori (il materialismo dei gialli e la sensualità dei neri), in un processo degenerativo che Gobineau considerava irreversibile.
Benché le sue teorie abbiano influito sul pensiero razzista e antisemita europeo (in particolare tedesco) tra Otto e Novecento, Gobineau non era, propriamente parlando, né un fautore dello schiavismo né un antisemita. Per quel che riguardava gli ebrei, infatti, essi erano, secondo lo scrittore francese, una razza a cui riusciva tutto quello che intraprendeva, un popolo libero, forte e intelligente di contadini e di guerrieri. Come tutte le razze, però, gli ebrei avevano subito un declino a causa degli incroci razziali, mescolandosi sempre più con popoli contaminati da elementi neri: gli ebrei condividevano, dunque, la medesima sorte degli ariani.
Note
1. ^ Essai sur l'inégalité des races humaines, testo originale liberamente disponibile in rete
2. ^ DE TOCQUEVILLE, Alexis; DE GOBINEAU, Arthur, "Del Razzismo. Carteggio 1843-1859",
Bibliografia
▪ DE TOCQUEVILLE,ALEXIS. DE GOBINEAU,ARTHUR. "Del Razzismo. Carteggio 1843-1859", Prefaz.di Marco Diani. Introduz.e traduz.di Luigi Michelini Tocci. Roma, 2008, Donzelli Ed. Coll. Virgolette,39.
▪ G.L. Mosse, Il razzismo in Europa, Bari, 1985.
▪ V. Pisanty, La difesa della razza, Milano, 2007.
* 1921 - Enrico Bignami (Lodi, 3 dicembre 1844 – Lugano, 13 ottobre 1921) è stato un giornalista e politico italiano.
Fondato a Lodi il giornale La plebe, si interessò agli avvenimenti in seno alla Prima Internazionale. Decisamente anti-anarchico si avvicinò a Marx ed Engels di cui divenne corrispondente.
Nel 1876 riuscì a creare intorno a sé e ad Osvaldo Gnocchi-Viani (1837-1917) un movimento evoluzionista che si costituì in Federazione Alta Italia dell'Internazionale.
Fallito il tentativo di convertire gli anarchici al socialismo elettoralistico strinse rapporti con le prime organizzazioni operaie milanesi e fu di stimolo alla nascita del Partito Operaio Italiano.
Iscritto poi al Partito Socialista Italiano, non fece mai attività politica ma, esiliato definitivamente a Lugano - dove si occupò professionalmente della regia del gas e di materiale elettrico -, cercò di diffondere gli ideali del pacifismo attraverso la rivista "Coenobium", fondata nel 1906, cui collaborò tra l'altro il socialista e filosofo Giuseppe Rensi.
* 1957 - Erich Auerbach (Berlino, 9 novembre 1892 – Wallingford, 13 ottobre 1957) è stato un filologo tedesco.
Dopo studi giuridici culminati con un dottorato conseguito ad Heidelberg nel 1913, al termine della Prima guerra mondiale riprende gli studi universitari conseguendo un secondo dottorato nel 1921, stavolta in filologia romanza, discutendo una tesi sulla novella del primo Rinascimento in Italia e in Francia. Dal 1923 al 1929 è bibliotecario presso la Staatsbibliothek di Berlino.
Nel 1929, prima di iniziare la carriera universitaria, pubblica un fondamentale studio sulla poesia di Dante e traduce in tedesco la Scienza Nova di Giambattista Vico. Il lavoro su Dante gli consente di ottenere la cattedra di filologia romanza a Marburgo, dove succede all'altro grande critico stilistico Leo Spitzer, passato nel frattempo all'Università di Colonia. La sua indicazione critica più rilevante sulla Divina Commedia è legata alla sua interpretazione figurale dei personaggi del poema dantesco.
Di origini ebraiche, Auerbach è costretto dai nazisti a lasciare la Germania, per rifugiarsi prima a Istanbul, dove trascorre gli anni della guerra e scrive il suo capolavoro, Mimesis (1946), poi negli Stati Uniti, dove diventa professore all'Università Yale. È morto negli Stati Uniti nel 1957.
Erich Auerbach, assieme agli altri due grandi filologi tedeschi Ernst Robert Curtius e Leo Spitzer, è considerato uno dei maestri della moderna stilistica, fondamentale corrente della critica letteraria del secondo Novecento. Numerose sue opere sono state tradotte in italiano. La sua opera più celebre, cioè Mimesis, è anche considerata, a causa della sua visione transnazionale, una pietra miliare della letteratura comparata. L'influsso di Auerbach continua ancora oggi, dato che è stato uno degli ispiratori del critico post-coloniale Edward Said.
Bibliografia essenziale
* Studi su Dante, 1929 (edizione italiana Feltrinelli, Milano 1963)
* Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, 1946 (ed. it. 1956)
* Lingua letteraria e pubblico nella tarda antichità latina e nel Medioevo, 1958
* 1964 - Madeleine Delbrêl (Mussidan, 24 ottobre 1904 – Ivry-sur-Seine, 13 ottobre 1964) è stata una mistica francese, assistente sociale e poetessa.
A diciassette anni Madeleine professa un ateismo radicale e profondo, al punto da scrivere: "Dio è morto... viva la morte". Ma l'incontro con alcuni amici cristiani e in particolare l'ingresso nei domenicani del ragazzo che amava, la spingono a prendere in considerazione la possibilità dell'esistenza di Dio. Questo passo, fondato sulla riflessione e sulla preghiera, la conduce alla conversione, a quell'incontro abbagliante con Dio che da quel giorno - molto probabilmente il 29 marzo 1924 - occupa tutto l'orizzonte della sua vita.
Assistente sociale attivissima, opera nella periferia operaia di Parigi, a Ivry-sur-Seine, condividendo una semplice vita fraterna con alcune compagne a partire dal 1933, con il vivo desiderio di installarsi in una sorta di "vita di famiglia" con gli uomini e le donne del suo quartiere.
La presenza di una municipalità comunista la mette a contatto con un contesto segnato da un aspro confronto tra comunisti e cattolici. Mossa dalla carità e dalle gravi emergenze della popolazione, non esita a collaborare con tutti su obiettivi particolari, ma sempre prendendo le distanze dall'ateismo marxista e senza rinunciare a offrire le ragioni evangeliche delle sue scelte.
Fin dai primi tempi del suo lavoro come assistente sociale, avverte la necessità di un impegno per lo sviluppo di politiche sociali più adeguate: « Forse è più emozionante visitare, nella propria giornata, cinque o dieci famiglie numerose, procurar loro a suon di pratiche questo o quel sussidio; sarebbe invece senza dubbio meno emozionante, ma più utile, preparare il cammino a quel disegno di legge che potrebbe migliorare le condizioni di vita di tutte le famiglie numerose, che noi le conosciamo personalmente oppure no [Professione sociale, Gribaudi, p. 76] ».
Le sue pubblicazioni denotano talento poetico e una profonda vena mistica, come appare in questo componimento emblematicamente ambientato in un bar e che ha il tratto inconfondibile di una preghiera: «Sappiamo che per mezzo di Te noi siamo diventati la cerniera di carne, la cerniera di grazia che costringe [questo angolo di mondo] [...] a orientarsi suo malgrado verso il Padre di ogni vita. [...] Ci leghiamo a Te con tutta la forza della nostra fede oscura, ci leghiamo a loro con la forza di questo cuore che batte per Te, Ti amiamo, li amiamo, perché si faccia di noi tutti una cosa sola. In noi, attira tutto a Te..».
Dopo trent'anni di vita a Ivry accanto ai comunisti, già agli inizi degli anni sessanta, Madeleine arriva a formulare la convinzione che l'ateismo comunista è ormai datato, mentre altri ateismi ben più impegnativi sono alle porte. Ma per lei proprio questi ambienti atei sono una "condizione favorevole per la nostra conversione", una provocazione a riscoprire la fede come un dono inaudito, la sua originalità e la sua bellezza.
In questo modo Madeleine rilegge e attualizza come fatto epocale l'insegnamento di san Giovanni della Croce sulla "notte dello spirito". Così infatti scriveva a un'amica nel 1960: « San Giovanni della Croce vi parlerebbe, perché egli la vede, dell'immensa e incosciente miseria del mondo d'oggi. Ciò che sicuramente Dio vuole è una compassione e una speranza proporzionate a una tale miseria, una fede capace di glorificare Dio dove vuole, come vuole. In questo mondo "che cambia" così improvvisamente, così brutalmente, si direbbe che il Signore voglia che la sua redenzione passi attraverso delle vite che si lasciano cambiare a suo piacimento... sconvolgere. Sembra volere delle persone che in questa specie di avventura sappiano che non mancano di nulla ed escano in pace ».
Madeleine è certamente una delle personalità spirituali più significative del XX secolo. La sua Causa di Beatificazione è stata introdotta a Roma nel 1994 dall'allora vescovo di Créteil, Mons. François Frétellière. È in corso la pubblicazione delle Opere Complete presso Nouvelle Cité e in traduzione italiana presso Gribaudi.
* 1979 - Giovanni Sansone (Porto Empedocle, 24 maggio 1888 – Firenze, 13 ottobre 1979) è stato un matematico italiano, noto per i suoi contributi all'analisi matematica, per i suoi testi ampiamente utilizzati e per le sue azioni per l'organizzazione della attività matematica in Italia.
* 1995 - Henry Roth (Tysmenitz, 8 febbraio 1906 – Albuquerque, 13 ottobre 1995) è stato uno scrittore statunitense.
Chiamalo sonno fu il primo libro di Henry Roth, originariamente pubblicato nel 1934. Diede una certa popolarità all'autore solo dopo la ripubblicazione e rivalutazione critica negli anni sessanta, in cui è stato applaudito da alcuni come un capolavoro trascurato dell'era della Grande depressione e come un romanzo classico di immigrazione. Chiamalo sonno fu dedicato dall'autore alla sua amante e musa del periodo, Eda Lou Walton.
Dopo la pubblicazione del libro, Roth iniziò ed abbandonò un secondo romanzo e scrisse parecchie storie brevi.
All'inizio degli anni '40 abbandonò la scrittura e si mosse da New York al Maine e al Nuovo Messico. Successivamente lavorò anche come pompiere, operaio ed insegnante, prima di andare in pensione e stabilirsi in un campo caravan ad Albuquerque.
Roth in un primo momento non accolse con favore il successo dovuto alla riscoperta di Chiamalo sonno, preferendo mantenere la sua privacy. Tuttavia, presto cominciò a scrivere ancora, inizialmente storie brevi. All'età di 73 anni cominciò un'opera narrativa in sei volumi, intitolata Alla mercé di una brutale corrente, due dei quali ebbero pubblicazione definitiva e completa poco prima della sua morte. Altri due volumi furono pubblicati postumi, mentre gli ultimi due manoscritti rimangono non pubblicati in Italia.
Roth morì a Albuquerque, Stati Uniti.
Fortuna dell'opera
Roth non è riuscito a ricevere l'acclamazione che alcuni dicono si meritasse, forse perché non è riuscito a scrivere un altro romanzo per sessanta anni.
Poetica
Il prolungato blocco dello scrittore dopo la pubblicazione di Chiamalo sonno è attribuito spesso dagli studiosi alle vicende personali vissute da Roth, dalla depressione, ai conflitti politici, ai problemi dell'autore dovuti al suo drammatico passato, quando ebbe rapporti incestuosi sia con sua sorella sia con la cugina, fatti che vengono narrati nelle opere successive.
Chiamalo sonno non è un romanzo di struttura tradizionale: ad un inizio ancora abbastanza tradizionale, infatti, corrisponde un finale innovativo, in cui la forma narrativa si dissolve sconfinando nella poesia.
* 1996 - Ugo Pecchioli (Torino, 14 gennaio 1925 – 13 ottobre 1996) è stato un partigiano e politico italiano.
Sviluppa le sue idee antifasciste sotto l’influsso del padre e di un professore, Alfredo Corti, che viene condannato al confino per aver rifiutato di firmare il giuramento di fedeltà al regime fascista: ancora studente al Liceo D’Azeglio, costituisce un primo nucleo antifascista clandestino con Giorgio Elter, e si distingue per l’attività a sostegno degli operai in sciopero.
Arrestato il 25 luglio 1943 per aver manifestato alla caduta del fascismo, riesce a fuggire dopo l'8 settembre 1943 ed espatria nella Confederazione Elvetica, dove incontra altri fuorusciti che lo aiutano a rientrare e a costituire la formazione partigiana "Arturo Verraz" della Val di Cogne: matura in quel periodo la scelta di aderire al PCI. Si distingue in numerosi combattimenti, riuscendo anche a far rientrare dalla Svizzera Walter Fillak con altri antifascisti: costretto da un grande rastrellamento a riparare nella vicina Francia, da poco liberata, rientra in Italia e, divenuto Capo di Stato maggiore della 77^ Brigata Garibaldi, mantiene i contatti tra la Francia e le zone dell’Italia liberata. Nella primavera del 1945 partecipa alla battaglia per la liberazione di Torino: le sue azioni gli valgono l’assegnazione di due Croci al Valor Militare.
Dopo il 1945 riprende gli studi e si laurea in giurisprudenza, continuando nella battaglia politica con incarichi nel PCI a livello regionale e nazionale: fino al 1955 fu membro della segreteria nazionale della FGCI, dirigendo insieme a Dario Valori, Pattuglia, il settimanale della gioventù democratica, di ispirazione social-comunista. Nel PCI divenne segretario in Piemonte fino al 1970; tra il 1960 e il 1970 fu anche Consigliere Comunale a Torino .
Membro della Direzione nazionale fino al 1983, fu responsabile della sezione Problemi dello Stato; dal 1972 al 1992 fu ininterrottamente eletto al Senato, ove si impegnò sulle questioni al centro dei suoi interessi politici: la riforma dello stato, la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, la lotta al terrorismo e la difesa dell’ordinamento democratico.
Nel 1989 è tra i sostenitori della “svolta” del PCI e partecipa alla costituzione del nuovo soggetto politico, il PDS, di cui - nel 1992 - diviene il coordinatore parlamentare dell’iniziativa politica sulla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata.
Fu membro della Commissione d'inchiesta sul caso Moro e fece parte della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e nell’Unione europea Occidentale.
È stato membro del Consiglio Nazionale dell’ANPI.
Un “fondo” di importanti documenti di Ugo Pecchioli è raccolto presso la Fondazione Gramsci.