Il calendario del 13 Febbraio
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Eventi
▪ 528 - Con la costituzione Haec quae necessario, Giustiniano dà il via alla redazione del Codice
▪ 1131 - In Germania re Lotario incontra Innocenzo II per accompagnarlo a Roma e muovere guerra ai Normanni; dopo che il Papa gli ha promesso l'incoronazione ad Imperatore e l'investitura dei beni allodiali di Matilde di Canossa passati poi da Lotario al genero Enrico di Baviera
▪ 1503 - Si svolge la Disfida di Barletta, durante la guerra tra Francia e Spagna per la conquista dell'Italia meridionale
▪ 1542 - Caterina Howard, quinta moglie di Enrico VIII d'Inghilterra, viene giustiziata per adulterio
▪ 1547 - Sotto il pontificato di Paolo III ha luogo a Palermo un grande autodafé (atto di fede) contro i luterani siciliani. Un eretico viene condannato alla immurazione perpetua (murato vivo in una cella, senz'acqua né cibo)
▪ 1668 - La Spagna riconosce l'indipendenza del Portogallo
▪ 1689 - Guglielmo III e Maria II vengono proclamati co-regnanti d'Inghilterra
▪ 1692 - Si svolge il massacro di Glencoe
▪ 1790 - Rivoluzione francese: vengono emanate leggi che confiscano i terreni della Chiesa in favore dello Stato, per porre rimedio alla crisi economica della Francia. Leggi analoghe passano anche il 2 novembre 1789 e il 19 aprile 1790
Il 2 novembre dello stesso anno, su proposta di Talleyrand, vescovo di Autun, i beni del clero furono messi a disposizione della Nazione per l'estinzione del debito pubblico. Essi divennero dei beni nazionali che sarebbero stati venduti in lotti per ricoprire il deficit dello Stato. Lo stesso anno vennero introdotti gli assegnati, una forma di carta moneta garantita dai «domini nazionali», che i detentori potevano scambiare con i terreni confiscati. Utilizzati inizialmente come buoni del Tesoro, essi ricevettero corso forzoso nell'aprile 1790 per divenire una vera moneta. Furono emessi circa 400 milioni di assegnati e questo fu l'inizio di un periodo di forte inflazione.
La nazionalizzazione dei beni del clero costrinse l'Assemblea costituente ad interessarsi del finanziamento del clero: la Costituzione civile del clero, adottata il 12 luglio 1790 e ratificata dal re il 26 dicembre 1790, trasformò i membri del clero in funzionari salariati dallo Stato. I membri del clero secolare erano eletti e dovevano prestare un giuramento di fedeltà alla Nazione, alla Legge ed al Re. Seguendo una tradizione gallicana ben ancorata in una parte della borghesia e degli illuministi favorevoli alla secolarizzazione della società, i deputati non domandarono al papa il suo giudizio sulle riforme del clero cattolico. I primi chierici cominciarono a prestare giuramento senza attendere il giudizio del sovrano pontefice. Ma nel marzo 1791, papa Pio VI condannò tutte queste riforme riguardanti la Chiesa di Francia. La Costituente divise la popolazione in due campi antagonisti: circa il 45% degli ecclesiastici furono non giuranti o refrattari. Questo fu l'inizio del dramma che si verificò tra il 1792 ed il 1793.
La questione religiosa aggravò il malcontento di una parte dei francesi, disillusi dalla Rivoluzione. Dal 1790 nel Sud della Francia scoppiarono delle discordie tra Protestanti e Cattolici. La questione del giuramento degenerò in scontro violento nell'Ovest, dove le città sostenevano i preti che avevano giurato e le campagne i refrattari.
▪ 1798 - Campagna d'Italia (occupazione francese di Roma): entrato a Roma da tre giorni, il generale Berthier vi proclama la repubblica (poi Repubblica Romana), chiedendo al papa Pio VI di rinunciare al potere temporale
▪ 1843 - Viene pubblicato negli "Aneddoti per la recente filosofia e pubblicistica tedesca" il primo articolo di Karl Marx, Osservazioni sulle recenti istruzioni per la censura in Prussia, scritto tra il gennaio e il 10 febbraio 1842 per gli "Annali tedeschi" di Arnold Ruge, il quale però, prudentemente, non lo aveva pubblicato
▪ 1861 - A Gaeta viene firmata la capitolazione della fortezza
▪ 1869 - Friedrich Nietzsche ottiene la cattedra di lingua e letteratura greca dell'Università di Basilea
▪ 1880 - Thomas Edison diventa la prima persona ad osservare l'effetto Edison
▪ 1894 - Auguste e Louis Lumière brevettano il Cinematographe, una combinazione tra cinepresa e proiettore
▪ 1900 - Marcel Proust inizia la collaborazione con Le Figaro per una serie di articoli mondani sui salotti parigini
▪ 1914 - Viene fondata all'Hotel Claridge di New York la ASCAP (American Society of Composers, Authors and Publishers), per proteggere i diritti d'autore delle composizioni musicali dei suoi membri
▪ 1927 - Italia: viene istituita la tassa sul celibato
▪ 1945
- Israel Zolli, rabbino capo di Roma si converte al Cattolicesimo assumendo il nome di Eugenio (per ringraziare Pio XII per gli ebrei salvati)
- Seconda guerra mondiale:
- - (Fronte orientale): le truppe sovietiche strappano Budapest ai nazisti.
- - (Offensiva sovietica gennaio-aprile 1945): sull'Oder, la piazzaforte di Glogau viene investita dall'Armata Rossa (capitolerà solo il 2 aprile)
- - Prima fase del bombardamento di Dresda da parte della British Royal Air Force, si trattò di un massacro dalle dimensioni immani
▪ 1955 - Durante una conferenza stampa, il ministro israeliano comunica che tutti e 7 i rotoli del Mar Morto della prima grotta sono in possesso dello Stato d'Israele e ne costituiscono patrimonio storico (altre fonti riportano 4 su 7, dettaglio difficile da verificare)
▪ 1960 - Test nucleari: la Francia testa la sua prima bomba atomica nel Sahara, avviando una serie di 17 esperimenti nel deserto africano consclusasi il 16 febbraio 1966
▪ 1970 - L'etichetta discografica Vertigo pubblica l'album di debutto dei Black Sabbath
▪ 1971 - Guerra del Vietnam: appoggiate dall'artiglieria e dall'aviazione statunitensi, le truppe del Vietnam del Sud invadono il Laos
▪ 1983 - A Torino, incendio del cinema Statuto. I fumi tossici uccidono 64 persone. È la più grave tragedia accaduta a Torino nel dopoguerra.
▪ 1984 - Konstantin Chernenko succede a Yuri Andropov come Segretario Generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica
▪ 1990 - Riunificazione tedesca: alla Conferenza Cieli Aperti di Ottawa viene raggiunto un accordo per un piano in due fasi di riunificazione della Germania
▪ 1991 - Prima guerra del Golfo: due bombe intelligenti a guida-laser distruggono un bunker sotterraneo a Baghdad, uccidendo centinaia di civili iracheni
▪ 1994 - Topolino esce con un numero (1994) uguale all'anno; è impossibile che tale condizione si ripeta (a meno che non cambi il nostro modo di contare gli anni)
▪ 1996 - Inizia la guerra del popolo nepalese
▪ 1997 - Lavori di riparazione e di taratura del telescopio spaziale Hubble vengono iniziati dagli astronauti dello Space Shuttle Discovery
▪ 1998
- - Dalla svolta del Partito Democratico della Sinistra nascono i DS.
- - Alle Olimpiadi di Nagano (Giappone), una spaventosa caduta nella discesa libera fa temere per la vita di Hermann Maier, che miracolosamente si rialza del tutto indenne
Anniversari
* 1571 - Ben(e)venuto Cellini (Firenze, 3 novembre 1500 – Firenze, 13 febbraio 1571) è stato un orafo, scultore, scrittore e artista italiano.
Il padre, Giovanni Cellini, figlio di un muratore, era suonatore e costruttore di strumenti musicali e sposò Maria Lisabetta Granacci, dalla quale ebbe Benvenuto.
▪ 1787 - Ruggiero Giuseppe Boscovich, in serbo Ruđer Bošković o Руђер Бошковић, in francese Roger Boscovich, in croato Ruđer Bošković (Ragusa di Dalmazia, 18 maggio 1711 – Milano, 13 febbraio 1787), padre gesuita, fu un eminente astronomo, fisico, matematico, filosofo, diplomatico e poeta raguseo, che studiò e operò in Italia.
Gesuita, Boscovich studiò al Collegio Romano a Roma e diventò professore di matematica sempre a Roma nel 1740. Fin dalle sue prime ricerche iniziò ad elaborare una teoria sulla struttura del mondo fondata su una particolare legge delle forze della natura, già ben presente nelle opere De viribus vivis (1745), De lumine (1748) e De centro gravitatis (1751). Essa trovò tuttavia una sistemazione definitiva nella Philosophiae naturalis theoria (1758). È stato uno dei primi nell'Europa continentale ad accettare le teorie gravitazionali di Isaac Newton ed è stato autore di 70 scritti sull'ottica, astronomia, gravitazione, meteorologia e trigonometria.
Osteggiato dal Collegio, si recò, nel 1759, in Francia e in Inghilterra, dove fu nominato membro della Royal Society. Dopo aver effettuato un viaggio a Costantinopoli per osservare il passaggio di Venere di fronte al Sole, nel 1763 fu nominato professore di matematica all'Università di Pavia. Contemporaneamente fu tra i fondatori dell'osservatorio astronomico di Brera, che diresse per qualche anno. Nel 1773 si trasferì a Parigi a causa dell'abolizione dell'Ordine. Rientrò in Italia nel 1782, dove pubblicò i cinque volumi della sua Opera pertinentia ad opticam et astronomiam (1785). Dal 1782 fece parte - quale socio fondatore - anche dell’Accademia dei XL che, con la denominazione di Società Italiana, includeva per l’appunto i quaranta migliori scienziati dell'epoca.
Si è occupato soprattutto di fisica matematica. Nel suo studio della forma della Terra usò l'idea di minimizzare la somma dei valori assoluti delle deviazioni. La sua soluzione a questo problema prese una forma geometrica. Boscovich fu il primo a fornire una procedura per il calcolo dell'orbita di un pianeta sulla base di tre osservazioni della sua posizione e diede anche una procedura per determinare l'equatore di un pianeta. Inoltre formulò quella che oggi è chiamata ipotesi di Boscovich che è alla base della definizione fisica di corpo rigido.
1869 - Pietro Paleocapa (Nese, 11 novembre 1788 – Torino, 13 febbraio 1869) è stato uno scienziato e politico italiano.
Dopo gli studi in Legge e Matematica a Padova, proseguì la sua formazione all'Accademia Militare di Modena, ottenendo il grado di tenente nel Genio.
Militò per due anni nelle milizie napoleoniche, e nel 1817 entrò nel "Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade" di Venezia, occupandosi in particolare di idraulica; studiò progetti nel settore delle ferrovie, dei trafori e dei canali navigabili, contribuendo significativamente alla costruzione di molte infrastrutture essenziali.
Nel 1840 diventò direttore generale delle Pubbliche Costruzioni a Venezia, promuovendo la regolamentazione del Brenta, del Bacchiglione, dell'Adige, di diverse zone paludose nei pressi di Verona e occupandosi della costruzione di una diga nel porto di Malamocco. Trattò anche il Tartaro e il Canal Bianco.
Patriota convinto e liberale moderato, partecipò al governo provvisorio veneziano del 1848 e, dopo la missione presso Carlo Alberto di Savoia, fu fautore dell'annessione di Venezia al Piemonte. Dopo l'annessione, diventò deputato al Parlamento subalpino e Ministro dei Lavori Pubblici nel governo sabaudo di Gabrio Casati.
Nel 1849 fu eletto nuovamente Ministro nel governo D'Azeglio e, quasi senza soluzione, fino al 1855 in quello Cavour, che amava definire Paleocapa un uomo "ricco di accortezza e malizia ellenica".
Divenuto cieco, fu costretto dalla malattia a lasciare l’incarico ai Lavori Pubblici, restando dal 1857 al 1859 ministro senza portafoglio.
A Torino promosse lo sviluppo ferroviario, con l’obiettivo di collegare i mercati sabaudi oltre l'arco alpino; condusse a compimento la progettazione del Traforo ferroviario del Frejus. Infine, dal 1855 in poi, collaborò - avendo un ruolo fondamentale - alla progettazione del canale di Suez insieme a Luigi Negrelli.
▪ 1883 - Wilhelm Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) è stato un compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco.
Riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e la sceneggiatura per i suoi lavori.
Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti. Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica.
Wagner trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi (vedi anche: Festival di Bayreuth)
La sua arte rivoluzionaria scatenò reazioni contrastanti nel mondo musicale e divise critici e appassionati in "wagneriani" e "antiwagneriani": fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.
▪ 1944 - Filippo Beltrami (Cireggio, 1908 – Megolo, 13 febbraio 1944) è stato un partigiano, antifascista e architetto italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Sposato con Giuliana Gadola, la quale è anche lei impegnata nella resistenza e successivamente nell'ANPI milanese fino al 2005. Beltrami nel 1943 è un capitano di artiglieria, dopo l'Armistizio di Cassibile, si impegna nella resistenza nella zona di Quarna, già a dicembre il gruppo conta circa 200 partigiani. Dopo gli scontri di fine gennaio 1944, la banda è molto provata, i tedeschi attaccano con forze soverchianti e riescono nell'intento di sconfiggere la squadra Beltrami, il quale muore assieme ad altri 12 partigiani, tra i quali Gianni Citterio, Antonio Di Dio e Gaspare Pajetta. Dopo la sua morte in suo onore gli viene intitolata la Brigata Alpina "Beltrami", comandata da Bruno Rutto, ufficiale alpino del 3° Reggimento Alpini
▪ 1956 - Jan Łukasiewicz (Leopoli, 21 dicembre 1878 – Dublino, 13 febbraio 1956) è stato un filosofo e matematico polacco.
I suoi principali lavori sono centrati sulla logica matematica. In questo campo introdusse importanti novità nella logica proposizionale, nel principio di non contraddizione e nel principio del terzo escluso. Egli è anche conosciuto per l'invenzione di una notazione senza l'uso di parentesi, la notazione polacca inversa, utilizzata nelle espressioni algebriche soprattutto in ambito informatico.
▪ 1958 - Georges Rouault (Parigi, 27 maggio 1871 – Parigi, 13 febbraio 1958) è stato un pittore francese.
Georges Rouault nacque il 27 maggio 1871 a Parigi in una famiglia di umili origini, in cui il nonno materno gli trasmise l’amore per l’arte.
Dal 1885 al 1890 fu apprendista presso un pittore e restauratore di vetrate e contemporaneamente seguì i corsi serali della Scuola di arti decorative. Nel 1891 entrò nell’Ecole des Beaux-Arts sotto la guida di Gustave Moreau, di cui divenne un allievo prediletto tanto che alla morte di Moreau, nel 1898, venne nominato conservatore del Museo Moreau di Parigi.
È dovuto probabilmente all’influenza di Gustave Moreau l’uso evocativo e simbolico dei colori tipico delle sue prime opere.
▪ 1968 - Ildebrando Pizzetti (Parma, 20 settembre 1880 – Roma, 13 febbraio 1968) è stato un compositore, musicologo e critico musicale italiano.
* 1983 - Lorenzo Bianchi (Corteno, 5 aprile 1899 – Brescia, 13 febbraio 1983) è stato un missionario e vescovo cattolico italiano. Fu vescovo di Hong Kong.
Compiuto il servizio militare, entrò al seminario di Brescia che lasciò al termine del secondo anno di teologia per entrare, nel 1920, nel Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano per il quale fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1922.
Destinato alla diocesi di Hong Kong, partì per la Cina il 29 luglio 1923 e fu assegnato alla missione di Hoifung, all’interno del Paese. Fu arrestato e liberato dai comunisti nel 1925 e nel 1927. Durante la seconda guerra sino-giapponese fu costretto a lasciare la missione per il concentramento e si dedicò particolarmente alla formazione del clero indigeno nel seminario di Mooiyen dove insegnò filosofia.
Superiore regionale per le missioni della Cina dal 1947, il 10 marzo 1949 fu nominato vescovo coadiutore di Hong Kong con diritto di successione e il 9 ottobre dello stesso anno fu consacrato nella cattedrale di Hong-Kong.
Appena consacrato ritornò all’interno della Cina per essere solidale con i missionari ed i cristiani di fronte alla persecuzione in atto dopo la presa del potere da parte dei comunisti nel Sud della Cina. Il giovedì santo del 1951 fu fatto prigioniero con altri missionari. Si trovava ancora in carcere quando il 3 settembre 1951, alla morte del suo predecessore Enrico Valtorta, divenne vescovo.
Il 17 ottobre 1952 fu espulso inaspettatamente dalla Cina e fece il suo ingresso nella diocesi di Hong-Kong, dove si adoperò con grande coraggio all’opera di evangelizzazione e alle opere sociali a favore soprattutto dei profughi. Nel 1954, dopo 33 anni di vita missionaria, tornò per la prima volta in Italia. Compì viaggi pastorali presso le chiese degli Stati Uniti nel 1955 e della Germania nel 1959, 1962 e 1968 per far conoscere la grave situazione sociale di Hong-Kong divenuta metropoli cosmopolita e chiedere aiuto soprattutto per i profughi. Partecipò a tutte le sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II dal 1962 al 1965.
Nel maggio 1968 presentò anzitempo le sue dimissioni a papa Paolo VI auspicando che un vescovo cinese assumesse il governo della diocesi. Il 14 agosto 1969 lasciò la diocesi dove tornò, su invito del suo successore Francis Xavier Hsu Chen-Ping, per un breve periodo in occasione della storica visita pastorale di Paolo VI del 4 dicembre 1970. Dal 1969 visse in Italia presso le comunità del PIME prima di Genova quindi di Lecco.
Morì a Brescia il 13 febbraio 1983. Celebrati i funerali nella cattedrale di Brescia, nella chiesa parrocchiale di Corteno Golgi e presso la comunità dei missionari del PIME a Lecco con la partecipazione dell'allora vescovo di Hong-Kong, John Baptist Wu Cheng-chung, fu sepolto, per sua espressa volontà, nel cimitero di Villa Grugana di Calco in provincia di Como dove riposano i missionari dell’istituto.
▪ 1995 - Bruno Visentini (Treviso, 1 agosto 1914 – Roma, 13 febbraio 1995) è stato un politico e avvocato italiano.
Avvocato e professore universitario, ha insegnato diritto commerciale all'università di Urbino.
▪ 2003 - Walt Whitman Rostow, conosciuto anche come Walt Rostow o W.W. Rostow (New York, 7 ottobre 1916 – Austin, 13 febbraio 2003), è stato un economista e sociologo statunitense, conosciuto per la sua ferma opposizione al comunismo, e per la sua fede nell'efficacia del capitalismo e del libero mercato.
Rostow prestò servizio come consulente per gli affari di sicurezza nazionale sotto le amministrazioni John F. Kennedy e Lyndon B. Johnson. Conosciuto anche come Walter Rostow. Ha appoggiato l'intervento americano nella guerra del Vietnam. Nei suoi ultimi anni di vita ha insegnato nella Lyndon B. Johnson School of Public Affairs e anche nell'Università del Texas ad Austin con sua moglie, Elspeth Rostow, la quale più tardi è diventata preside di tale università. I lavori di Rostow sono incentrati soprattutto nella difesa del libero mercato e del suo effetto benefico in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Walt Rostow è nato a New York City, New York da una coppia di immigrati russi. Ha frequentato la Yale University, laureandosi a 19 anni e in seguito conseguendo il dottorato in filosofia nel 1940. Dopo aver completato tali studi ha iniziato a insegnare economia alla Columbia University.
Durante la Seconda guerra mondiale ha prestato servizio presso l'ufficio dei servizi strategici (OSS). Nell'immediato dopoguerra, Rostow divenne Assistente Capo della divisione Austro-Tedesca del Dipartimento di Stato americano. Dal 1946 fino al 1947, riprese i suoi insegnamenti di Storia americana a Oxford . Nel 1947 fece parte della Commisione economica per l'Europa e si occupò dello sviluppo del Piano Marshall. In seguito, nel 1949 riprese per un anno i suoi insegnamenti di storia Americana, stavolta però presso l'Università di Cambridge, per poi diventare professore di storia dell'economia presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) dal 1950 fino al 1961. Nel 1958, divenne il portavoce ufficiale del Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower.
Nel 1961, il Presidente John F. Kennedy nominò Rostow come assistente speciale del Presidente per gli affari di sicurezza nazionale. In seguito fu nominato anche come consigliere del Dipartimento di Stato. All'inizio del 1966, fu nominato "Assistente speciale per gli affari di sicurezza nazionale". Questa carica lo portò ad assumere un ruolo determinante nella politica governativa statunitense nella guerra del Vietnam. Il suo pensiero a favore della guerra e della libera impresa lo resero fortemente impopolare nel mondo universitario statunitense delle scienze sociali che a quel tempo assumeva saldamente una posizione progressista. Nonostante ciò riuscì comunque a conquistare un cattedra universitaria alla Lyndon B. Johnson School of Public Affairs presso l'Università del Texas ad Austin come Professore Emerito di politica economica. Continuò ad insegnare fino alla sua morte avvenuta nel 2003 all'età di 86 anni.
Rostow ha sviluppato la famosa Teoria degli stadi dello sviluppo economico, uno dei più importanti modelli storico economici che trattano dello sviluppo. Tale modello sostiene che la modernizzazione economica principalmente tramite cinque stadi- società tradizionale, precondizioni per il decollo industriale,decollo industriale, maturità e società dei consumi di massa. La teoria è divenuta uno dei più importanti concetti della teoria della modernizzazione e dell'evoluzionismo sociale.
* 2005 - Dorothy Stang, conosciuta da tutti come Irmã Dorote (Dayton, 7 giugno 1931 – Anapu, 13 febbraio 2005), è stata una religiosa e missionaria statunitense naturalizzata brasiliana, appartenente alla congregazione delle Suore di Nostra Signora di Namur.
Faceva parte, dal 1948, delle Suore di Nostra Signora di Namur, congregazione fondata nel 1804 da santa Julie Billiart (1751-1816), proclamata Santa da Paolo VI il 22 giugno 1969 e Françoise Blin de Bourdon (1756-1838).
Nel 1956 ha emesso i vosti perpetui.
Dal 1951 al 1966 è stata insegnante nelle seguenti scuole statunitensi: St. Victor School (Calumet City, Illinois), St. Alexander School (Villa Park, Illinois) e Most Holy Trinity School (Phoenix, Arizona).
È morta assassinata nel 2005 con sei colpi di pistola che le sono stati esplosi contro mentre si trovava nella città di Anapu, nello stato brasiliano del Parà.
▪ 2006 - Peter Frederik Strawson (23 novembre 1919 – 13 febbraio 2006) è stato un filosofo inglese, tra i massimi esponenti della filosofia analitica.
Nominato lecturer al University College, Oxford, nel 1947, è stato tutorial fellow dal 1948 al 1968 e quindi Waynflete Professor of Metaphysical Philosophy presso la University of Oxford (Magdalen College) sino al 1987. Autore di importanti scritti su Kant, si è occupato anche di logica, filosofia del linguaggio e metafisica. Particolarmente nota e influente è la sua distinzione tra "metafisica descrittiva" e "metafisica correttiva": la prima si occuperebbe di «descrivere l’effettiva struttura del nostro pensare sul mondo»; la seconda di «produrre una struttura migliore» (Individuals, introduzione).
Capisaldi del pensiero
Strawson è uno dei maestri della filosofia del Novecento. Si è formato ad Oxford prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, in un ambiente filosofico in cui le figure dominanti erano J. L. Austin (1911-1960) e G. Ryle (1900-1976). Da Austin ha ereditato l’attenzione per gli aspetti pragmatici e contestuali del linguaggio; da Ryle, l’interesse per il chiarimento delle strutture concettuali del nostro pensiero, oltre la superficie del linguaggio. Attenzione all’aspetto pragmatico e descrizione delle strutture concettuali del pensiero, possono essere considerate le direttrici costanti della filosofia di Strawson.
Nell’esporre i capisaldi del suo pensiero seguiremo un percorso tematico, che in parte coincide con quello storico. Passeremo in rassegna le posizioni in teoria della verità, teoria del riferimento, in filosofia della logica, in metafisica e in filosofia morale.
La verità performativa
Uno dei primi articoli di Strawson, “Truth” (Analysis, 1949), si propone di fornire una nuova definizione di verità. Quando pronunciamo frasi che contengono un comando, come “Alzati, Marco!”, non stiamo asserendo stati di cose, ma esprimendo il nostro desiderio che alcuni stati di cose siano in accordo con quel che diciamo: dicendo “Alzati, Marco!” esprimiamo accordo con lo stato di cose desiderato per cui Marco è alzato. In maniera analoga, quando pronunciamo frasi come “È vero che Marco è alzato”, non facciamo altro che esprimere accordo con la proposizione “Marco è alzato”. Il predicato di verità implica perciò un “fare”, un assumere un atteggiamento pragmatico di accordo o di appoggio.
Questa concezione della verità può essere definita performativa, concordemente con la distinzione di Austin constativo/performativo (cfr. How to Things with Words, 1960). La concezione performativa della verità si oppone a quella corrispondentista, secondo cui un enunciato è vero se corrisponde ai fatti: Strawson, invece, ritiene che i fatti non siano qualcosa a cui gli enunciati si riferiscono ma, al contrario, che i fatti siano ciò che gli enunciati (quando sono veri) affermano.
La teoria del riferimento
Nel 1950 appare su Mind uno degli scritti più celebri di Strawson, “On Referring”, che intende rispondere alla domanda canonica di ogni teoria del riferimento: in che modo le parole si riferiscono alle cose?
La filosofia analitica, fin dai suoi esordi con Frege e Russell, ha tentato di rispondere a questa elementare domanda. L’articolo di Strawson ha la pretesa di fornire anch’esso una risposta, ed ha come obiettivo polemico una celebre teoria del riferimento, quella delle descrizioni definite di Bertrand Russell (cfr. “On Denoting”, Mind, 1905).
I punti di polemica possono essere ridotti a due.
Il primo è il seguente. Il presupposto della teoria di Russell è che le espressioni referenziali (nomi o descrizioni definite) si riferiscono alle cose in virtù del loro significato. Un enunciato perciò è vero o falso in funzione del significato delle espressioni che lo compongono. Si tratta di una posizione ovvia e quasi ingenua.
Strawson attacca questa posizione con un argomento semplice ed efficace, ormai diventato quasi un luogo comune, distinguendo tra livello enunciativo e livello assertivo.
Il primo livello si limita a porre il contenuto semantico, il secondo livello è pragmatico e contestuale, facendo riferimento a chi parla, in quali condizioni, in quale contesto spazio-temporale. Questa distinzione vale sia per le espressioni che per le frasi.
Consideriamo il caso di una espressione, come ‘il re di Francia’: a livello enunciativo essa esprime un significato determinato; a livello assertivo, cioè considerando il suo uso in una cornice o in contesto differenti, essa assumerà un riferimento diverso (ad esempio, ‘Luigi XVI’ se siamo alla vigilia della Rivoluzione Francese, oppure ‘Francesco I’ se siamo nel ‘500). Analogo discorso vale per una frase, come il ‘Il presidente del consiglio è un ladro’: a livello solo enunciativo ha un significato determinato e costante; invece, a livello assertivo, è vera o falsa a seconda del contesto spazio-temporale in cui viene usata.
Strawson quindi distingue tra due livelli espressivi (enunciativo/assertivo) e, ad un tempo, tra due funzioni di un’espressione e di un frase: quella di significare, e quella di riferirsi (per un’espressione) o di essere vera o falsa (per una frase). Nelle parole di Strawson:
“Il significato è una funzione dell’espressione o della frase; la denotazione o il riferimento, e la verità o falsità, sono funzioni dell’uso di una frase o espressione” (“On Referring”, Mind, 1950). La risposta alla domanda iniziale è dunque questa: le parole, espressioni o frasi, si riferiscono alla cose in funzione del contesto del loro uso.
Il secondo aspetto di polemica riguarda l’asserzione di esistenza che, secondo Russell, sarebbe implicita in una descrizione definita. Russell analizza la frase “Il re di Francia è calvo” nella forma “esiste x, che è unico, che è re di Francia e che è calvo”: la frase, così analizzata, può essere o vera o falsa, ed in questo momento è falsa, perché non esiste nessun re di Francia. Per Strawson, invece, la descrizione definita non asserisce l’esistenza di una x, ma la presuppone: solo nel caso in cui la presupposizione sia soddisfatta, allora la frase potrà essere essere o vera o falsa, altrimenti il suo valore di verità rimarrà indeterminato.
Dal punto di vista storico è interessante notare la perfetta concordanza tra la posizione di Strawson e quella di Frege, il quale distingue tra asserzione ed enunciato, ed ammette casi in cui una frase possa aver un valore di verità indeterminato (cfr. Über Sinn und Bedeutung, 1892).
La filosofia della logica
È del 1952 la pubblicazione di Introduction to Logical Theory, in cui Strawson si confronta direttamente con la logica formale. Come recita il titolo del libro, si tratta di una introduzione alla logica ma, nello stesso tempo, di una critica ad essa. È di questo secondo aspetto, cui è dedicato l’intero capitolo VIII, che ci occuperemo qui.
La logica formale tratta di quegli enunciati passibili di essere veri o falsi, che Strawson definisce enunciati da asserzione. Esistono, tuttavia, tanti altri tipi di enunciati, come quelli che contengono giuramenti, ordini, saluti, scuse, ecc., che non sono compatibili con una verifica della verità o falsità. Pensare che esistano solo enunciati del primo tipo, perché di essi si occupa la logica, e non considerare gli altri, sarebbe una riduzione ingiustificata: Strawson propone perciò di affiancare alla logica formale la logica del linguaggio ordinario, impareggiabile per ricchezza e complessità.
La differenza fondamentale tra logica formale e linguaggio ordinario consiste nel fatto che la prima ignora l’aspetto referenziale presente nel secondo. Per essere più precisi, la logica non è attenta agli elementi referenziali. Come già sottolineato in “On Referring”, l’aspetto referenziale è funzione dell’uso della frase, è cioè dipendente da variabili temporali o relative alla deissi del soggetto logico. Ora, la logica formale, per togliere ogni ambiguità, non considera le variabili temporali e deittiche, eliminando così ogni attenzione per la fluidità pragmatica della referenzialità.
Per esempio, la proposizione logicamente vera “A implica B” significa che se A è vera in ogni circostanza e tempo allora B è vera in ogni circostanza e tempo. Come si nota, l’aspetto dell’uso è totalmente assente, cosa che non accade in molte frasi pronunciate nel linguaggio ordinario, senza che per questo possano dirsi prive di logica. Secondo Strawson, trascurare l’aspetto referenziale ha portato a dimenticare in logica formale la distinzione tra livello enunciativo ed assertivo, perché gli enunciati logici si collocano in un contesto d’uso idealizzato, e quindi in un non-contesto. Nel momento in cui questa distinzione è dimenticata e si pretende, con i soli strumenti della logica formale, di spiegare l’uso del linguaggio ordinario si incorre in riduzioni e semplificazioni inaccettabili.
La metafisica
Il testo fondamentale per conoscere la metafisica di Strawson è Individuals. An Essay in Descriptive Metaphysics (1959). Subito nell’Introduzione Strawson chiarisce la sua idea di metafisica, distinguendo tra metafisica correttiva e descrittiva: la prima ha la pretesa di produrre una struttura migliore delle cose o di interpretare in senso “revisionista” alcuni dati di senso comune; la seconda, invece, si limita a descrivere l’effettiva struttura concettuale con cui gli esseri umani pensanti intenzionano il mondo. La metafisica descrittiva potrebbe essere assimilata ad una analisi del linguaggio ordinario. Non basta: la metafisica descrittiva deve cercare di andare oltre il linguaggio, rintracciando quel nucleo di idee e concetti che rimangono più o meno immutati, quell’equipaggiamento concettuale proprio di tutti gli esseri umani.
In questo senso, aggiunge Strawson, la metafisica descrittiva non dice nulla di nuovo, se non svelare ciò che sta nell’implicito di ogni attività umana. La metafisica cerca ed enuncia certe relazioni e categorie fondamentali e immutabili, in un linguaggio invece sempre mutevole. Questa idea non è molto distante dall’idea di philosophia perennis, per la quale alcune verità fondamentali sono già state trovate ed esposte dai classici del pensiero: ai moderni e ai contemporanei spetta di ridirle sempre e nuovamente.
Vediamo ora in che cosa consiste questo equipaggiamento concettuale minimale. Di questo si occupa la prima parte di Individuals. Il punto di partenza consiste nella constatazione che siamo in gradi di identificare le cose particolari, cioè di riferirci ad esse tramite un’espressione linguistica. Secondo un modo di argomentare trascendentale, che ricerca quindi le condizioni di possibilità di un dato iniziale, Strawson si interroga su come l’atto del riferire sia possibile. L’unica spiegazione plausibile sembrerebbe assumere l’esistenza di unp schema concettuale spazio-temporale: i particolari a cui ci riferiamo sono collocati su di esso e ad essi sono assegnate delle coordinate univoche, grazie alle quali l’identificazione è resa possibile. Tuttavia, continua Strawson, noi siamo in grado, non solo di identificare, ma anche di re-identificare in successivi momenti il medesimo particolare: ciò impone che, primo, lo schema di riferimento sia unico e permanente, e che, secondo, si diano dei particolari tra gli altri aventi una funzione di riferimento.
Questi ultimi sono detti particolari di base. I particolari di base sono assimilabili alla nozione aristotelica di sostanza come sostrato. Nel mutare dei particolari, alcuni permangono relativamente, benché non assolutamente, rispetto agli altri: questa loro relativa permanenza permette le reidentificazione di alcuni particolari, tramite il riferimento ai particolari di base. Un esempio portato da Strawson è quello degli eventi: essi sono particolari, ma non di base; infatti, la loro reidentificazione nel tempo è resa possibile dai particolari di base di cui essi sono composti.
I particolari di base sono distinti da Strawson in due categorie: corpi materiali e persone. Ai primi compete la proprietà delle bruta permanenza materiale, alle seconde la congiunzione di proprietà mentali e fisiche. La concezione della persona di Strawson è stata molto dibattuta e conviene qui tracciarne l’idea generale.
La definizione di persona secondo Strawson può essere così formulata: soggetto di attribuzione di predicati mentali o di coscienza e di predicati fisici, che si dà contestualmente nel rapporto con altre persone.
Gli elementi in gioco sono dunque due: non dualismo della persona, e sua immediata relazione con altre persone. Vediamo all’opera questi aspetti.
Il punto di partenza è ancora un dato innegabile: ci sono particolari, corrispondenti a noi e agli altri, a cui attribuiamo indistintamente stati mentali e fisici. Come spiegare questo comportamento linguistico apparentemente paradossale? Strawson considera l’ipotesi dualista cartesiana e quella dello “spossessamento” [no-ownership], secondo cui gli stati mentali si riducono a quelli fisici, ma conclude con l’autocontraddittorietà di entrambe. Rimane l’ipotesi dell’esistenza di particolari dotati della capacità di essere termini di attribuzione per entrambi i tipi di predicati: si tratta delle persone. In realtà, la spiegazione di Strawson non è una vera spiegazione: si limita a postulare entità primitive che rendano ragione di una evidenza nella pratica linguistica. Ciò è del resto coerente con l’indirizzo descrittivo della sua metafisica.
La nozione di persona permette di discutere alcuni problemi relativi al rapporto anima/corpo. Strawson ritiene che i problemi nascono dal tenere troppo separate la dimensione privata e pubblica del riferimento. Quando mi attribuisco uno stato mentale, posso farlo se ne attribuisco uno analogo ad un altro soggetto, diverso da me. Ma come faccio ad attribuire uno stato mentale ad un altro soggetto se non interpretando gli stati fisici del suo corpo? Ora, la possibilità di interpretare questi stati fisici come segni di quelli mentali, mi è possibile solo confrontandoli con il mio vissuto. Si crea così un intreccio, tra pubblico e privato, tra me e gli altri, tra mentale e fisico, che sarebbe fuorviante separare con inutili ipostatizzazioni.
La filosofia morale
Trattando della metafisica di Strawson ci siamo avvicinati a temi di antropologia filosofica. Il passo verso la filosofia morale è breve. Occorre notare che il contributo del nostro filosofo a questo campo è assai limitato: è perciò giusto parlare di semplici “incursioni” o ipotesi di lavoro. Nell’articolo “Freeedom and Resentment” (1960), Strawson si inserisce nel vivace dibattito tra compatibilisti e incompatibilisti. I primi sostengono che la tesi del determinismo è compatibile con quella della libertà umana; i secondi che se la tesi del determinismo è vera, allora l’uomo non è libero. Entrambe le tesi (determinismo e libertà umana) sono importanti: la prima perché consegue dai risultati delle scienze, la seconda perché prima facie l’uomo si esperisce libero.
La posizione di Strawon è in parte compatibilista. Egli ritiene che il punto importante riguardi la possibilità di giudizi morali e di attribuzioni di colpa, merito e responsabilità agli agenti. Gli incompatibilisti o pessimisti sosterrebbero che se il determinismo è vero allora i giudizi morali non hanno fondamento, attaccando alla radice tutti gli ordinamenti giuridici delle nostre società che si basano sulla nozione di agente libero e responsabile.
Strawson per tentare di risolvere il grave problema distingue tra attitudini reattive ed oggettive. Ad esempio, se un altro mi colpisce facendomi cadere io posso reagire in due modi: o incolpandolo o perdonandolo per il gesto compiuto, a seconda che lo abbia fatto intenzionalmente o meno, oppure trattando l’accaduto come un puro dato “oggettivo” nel caso ritenga questa persona un soggetto anormale o con seri problemi. Le attitudini oggettive sembrano le più adeguate alla situazione in cui il determinismo sia vero, e rappresentano anche l’atteggiamento più scientifico nella valutazione morale.
Il problema allora diventa: sapere che il determinismo è vero mi porterebbe a smettere atteggiamento reattivi nei confronti delle azioni delle altre persone? La risposta è no. Ciò significa che, anche dato per vero il determinismo, rimane una distinzione tra i due atteggiamenti di valutazione morale. Pur ammettendo la verità della tesi del determinismo, gli atteggiamenti rettivi, che attribuiscono meriti e colpe, avrebbero ancora senso e legittimità, perché risulta inconcepibile a livello pragmatico un essere umano privo di atteggiamenti reattivi. Strawson precisa che questa inconcepibilità è pragmatica e non teorica, non è una autocontraddizione: del resto, essendo in ambito morale, l’uso di una siffatta inconcepibilità è del tutto legittimo.