Il calendario del 13 Dicembre
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Eventi
• 1294 - Papa Celestino V abdica, compiendo "il gran rifiuto"
Celestino V, nato Pietro Angeleri e detto Pietro da Morrone (Molise, circa 1209 – Fumone, 19 maggio 1296), fu il 192° papa della Chiesa cattolica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294.
Fu incoronato ad Aquila (oggi l'Aquila) il 29 agosto del 1294 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove è sepolto. Il 28 aprile 2009 papa Benedetto XVI visitando la basilica duramente colpita dal terremoto pose sulla sua urna (una teca di cristallo) il suo pallio pontificio in ricordo della visita. Celestino V fu il primo Papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio, e uno dei pochi, come San Clemente I e Gregorio XII, ad abdicare.
È venerato come Santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio. È patrono di Isernia e compatrono dell'Aquila, di Urbino e del Molise.
• 1545 - Inizia il Concilio di Trento
• 1577 - Sir Francis Drake salpa da Plymouth, per il suo giro attorno al mondo
• 1642 - Abel Tasman raggiunge la Nuova Zelanda
• 1836 - Il Teatro La Fenice di Venezia viene distrutto da un incendio
• 1935 - Un quotidiano francese rende noto il patto Hoare-Laval per la spartizione dell'Etiopia favorendo l'Italia fascista
• 1937 - Si conclude la battaglia di Nanchino, con la vittoria giapponese e la caduta della città, che diventa teatro del Massacro di Nanchino
• 1938 - 100 deportati da Sachsenhausen costruiscono il campo di concentramento di Neuengamme, nei pressi di Amburgo
• 1939 - Inizia la Battaglia del Rio de la Plata, il primo grande scontro navale della Seconda guerra mondiale
• 1941 - Nella seconda guerra mondiale, Ungheria e Romania dichiarano guerra agli Stati Uniti.
• 1949 - La Knesset vota lo spostamento della capitale di Israele a Gerusalemme
• 1959 - L'Arcivescovo Makarios diventa il primo presidente di Cipro
• 1972 - Due astronauti del programma Apollo 17 (Eugene Cernan e Harrison Schmitt) cominciano la sesta e ultima attività extraveicolare sulla Luna, l'ultima missione umana sulla Luna del XX secolo, conclusasi il 14 dicembre alle 05:40 UTC.
• 1974 - Malta diventa una repubblica
• 1981 - Il Generale Wojciech Jaruzelski dichiara la legge marziale in Polonia
• 1995 - A Verona precipita un Antonov An-24 in fase di decollo. A bordo c'erano 41 passeggeri - per la maggior parte italiani - e 8 membri di equipaggio. Nessun sopravvissuto.
• 1996 - Kofi Annan viene eletto come Segretario Generale delle Nazioni Unite
• 2001 - Il Parlamento indiano viene attaccato da militanti armati. L'assalto fallisce
• 2002 - A Copenaghen l'Unione Europea annuncia l'ingresso di dieci nuovi paesi membri: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. L'ingresso nell'UE diventerà ufficiale il 1 maggio 2004
• 2003 - L'ex Presidente iracheno Saddam Hussein viene catturato nei pressi della sua città natale, Tikrit
• 2004 - L'ex dittatore cileno Augusto Pinochet viene messo agli arresti domiciliari.
• 2006 - Il lipote (una specie di delfino di acqua dolce che viveva nel fiume Yangtze in Cina) è dichiarato estinto.
* 2009 - Silvio Berlusconi subisce una aggressione che causerà la frattura del naso, il danneggiamento di due denti e la rottura di un labbro.
• 2012 - inizio, secondo il calendario maya, di una nuova era.
Anniversari
* 304 - Santa Lucia da Siracusa (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304) è stata una santa romana, venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Morì martire durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.
Nell'introduzione al romanzo storico Lucia di René du Mesnil de Maricourt, Ampelio Crema ha scritto che:
«la prima e fondamentale testimonianza sull'esistenza di Lucia ci è data da un'iscrizione greca scoperta nel giugno del 1894 dal professor Paolo Orsi nella catacomba di san Giovanni, la più importante di Siracusa: essa ci mostra che, già alla fine del quarto secolo o all'inizio del quinto, un siracusano - come si deduce dall'epigrafe alla moglie Euschia - nutriva una forte e tenerissima devozione per la "sua" santa Lucia, il cui anniversario era già commemorato da una festa liturgica. Tale iscrizione è stata trovata su una sepoltura del pavimento, incisa su una pietra di marmo quadrato, misurante cm 24x22 e avente uno spessore di cm 3, tagliata irregolarmente. Le due facce della pietra erano state ricoperte di calce: ciò indica che la tomba era stata violata».
E così suona l'epigrafe o iscrizione di Euschia:
Euschia, irreprensibile, vissuta buona e pura per circa 25 anni, morì nella festa della mia santa Lucia, per la quale non vi è elogio come conviene. Cristiana, fedele, perfetta, riconoscente a suo marito di una viva gratitudine.
Di santa Lucia esiste a Siracusa il «loculo», cioè la tomba primitiva, sulla quale fin dai tempi antichi sorse una chiesa, rifatta poi nel Seicento. Inoltre - come ha scritto Piero Bargellini nel suo libro I Santi del giorno - «esistono iscrizioni, che testificano una remota e fervida devozione per la Martire e un culto liturgico già stabilito dai primi secoli. Infine, esiste una di quelle "Passioni" con le quali la devozione dei fedeli ha ricamato di fantasia, sopra un canovaccio certamente storico».
Agiografia
Gli Atti del suo martirio, il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che Lucia ed Eutichia, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Agata nel dies natalis della vergine e martire catanese, pregarono S. Agata affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno S. Agata in gloria che le diceva: "Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre?". Nella visione S. Agata le preannunciava anche il suo patronato sulla città di Siracusa. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa vendere tutto il suo patrimonio per distribuirlo ai poveri, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. Erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'Imperatore Diocleziano.
Il processo che Lucia sostenne dinanzi all'Arconte Pascasio attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le prostitute, Lucia rispose. "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Il proconsole allora ordina che la donna sia costretta con la forza, ma lei diventa così pesante, che decine di uomini non riescono a spostarla.
Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vede addirittura quasi ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia quasi mettere in difficoltà l'Arconte che, per piegarla all'abiura, la sottopone a tormenti.
Lucia esce illesa da ogni tormento fino a quando, inginocchiatasi, viene decapitata. Prima di morire annuncia la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento, ed assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l'episodio di Lucia che si strappa gli occhi. L'emblema degli occhi sulla tazza, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome Lucia (da Lux, luce).
La sua iconografia vede spesso gli occhi accompagnati dal pugnale conficcato in gola. Il motivo di questa raffigurazione è da spiegarsi con il racconto dei cosiddetti Atti latini che descrivono la morte di Lucia per jugulatio piuttosto che per decapitazione.
Storicamente attestato, grazie anche ad una testimonianza scritta lasciataci da un testimone oculare, il can. Antonino De Michele, è quello che è passato alla storia come il miracolo della fine della carestia dell'anno 1646. La domenica 13 maggio 1646, a chiusura di un ottavario di preghiera per la cessazione della carestia, ottavario durante il quale il simulacro di S. Lucia era stato esposto alla pubblica venerazione presso l'altare maggiore della Cattedrale di Siracusa, una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa celebrata dal Vescovo Elia de' Rossi. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l'arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte.
Priva di fondamento la leggenda che vuole che in quell'occasione i siracusani cucinarono di fretta i cereali per nutrirsene facendo così nascere la tradizione della cuccìa. La cuccìa, un dolce a base di ricotta e frumento tipico della Sicilia occidentale, non è mai stato un dolce tipico siracusano. È stato introdotto a Siracusa, più come elemento folkloristico che tradizionale, negli anni ottanta del XX secolo, da alcune pasticcerie siracusane.
Secondo una leggenda priva di fondamento oggettivo, la discendenza della santa siracusana proverrebbe direttamente dalla famiglia di Archimede, legando così le due figure più importanti della città ad un unico ramo genealogico.
• 552 - Columba di Terryglass, Tirdaglas o Tir-da-glasí (... – 13 dicembre 552), è stato un abate e santo irlandese.
Fu uno dei "Dodici apostoli d'Irlanda" che studiarono alla scuola di San Finnian di Clonard, al quale amministrò il sacramento dell’unzione, in punto di morte. Nel 548 fondò il famoso monastero di Terryglass, nella contea di Tipperary, che produsse il “Book of Leinster”, un'importante collezione di storie, racconti e poemi in irlandese antico, conservato al Trinity College di Dublino. Tra i suoi discepoli si contano San Caemban, San Fintan, e San Mocumin. Si dice che da una visita a Tours avesse portato con sé alcune reliquie di San Martino. Colomba morì di peste il 13 dicembre 552, e fu sepolto nel suo stesso monastero. La Chiesa cattolica lo festeggia il 12 dicembre.
• 1048 - Abū al-Rayḥān Muḥammad ibn Aḥmad al-Bīrūnī (in persiano: ابوریحان بیرونی; in arabo: أبو الريحان البيروني; Chorasmia, 15 settembre 973 – Ghazna, 13 dicembre 1048) è stato un matematico, filosofo, storico, fisico, enciclopedista, astronomo, astrologo, viaggiatore, farmacista e insegnante persiano che contribuì in maniera cospicua nei campi della matematica, medicina, astronomia, filosofia e scienze. Il cratere Al-Biruni sulla Luna, è stato cosí chiamato in suo onore.
• 1204 - Moshe ben Maimon, detto anche Rambam (dall'abbreviazione del suo titolo e nome in ebraico), più noto in Italia come Mosè Maimonide, (Cordoba, 1138 – Il Cairo, 13 dicembre 1204), è stato un filosofo, rabbino e medico spagnolo. Il suo nome in ebraico è רבי משה בן מיימון (Rabbi Moshe ben Maymon, il cui acronimo RMBM dà, vocalizzato, il nome Rambam), mentre in arabo è conosciuto come موسى بن ميمون بن عبد الله القرطبي الإسرائيلي (Mūsā ibn Maymūn ibn ‘Abd Allāh al-Qurtubī al-Isrā'īlī).
Già da vivo, Maimonide venne accusato di aver eccessivamente razionalizzato lo studio della Torà. Da morto, poi, le polemiche divamparono.
Nel mondo ebraico, il trattato maimonideo divenne il principale punto di riferimento dell’aristotelismo, non solo in Spagna ma anche in Provenza e in Italia, e come tale fu fatto oggetto di parecchi commenti.
La lettura della Guida dei Perplessi come testo di esegesi filosofica della Bibbia, invece, appare già in una raccolta di discorsi sul Pentateuco (1236? 1250?) di Ya'aqov Anatoli, un filosofo e scienziato ebreo di origine provenzale attivo a Napoli alla corte di Federico II.
Nel XIII secolo, grazie a celebri difensori come il rabbino Hillel ben Samuel da Verona (soprattutto con le sue opere del periodo forlivese, alla fine del secolo), e dopo che si fu giunti perfino a scomunicare gli antimaimonidiani, si riuscì a far cessare la frattura all'interno del pensiero ebraico. Maimonide diventò così un punto di riferimento imprescindibile della cultura ebraica.
La storia della filosofia medievale attesta che la Guida dei perplessi ebbe attenzione ed influenza non solo in ambito ebraico, ma anche cristiano e islamico.
Quanto al mondo cristiano, le tre versioni latine medioevali della Guida dei Perplessi sarebbero state realizzate assai presto, rispettivamente a Roma nel 1224, in Francia intorno al 1242 e a Parigi nel 1242-1244. La diffusione del pensiero di Maimonide è legata anche al progetto culturale pro-aristotelico dell'imperatore Federico II, dove pure si ebbe una traduzione in latino (Dux neutrorum). Nel XIII secolo sono variamente debitori a Maimonide grandi Scolastici come Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e Duns Scoto; dopo il 1300 l'opera continuerà a influenzare vari rappresentanti della Scolastica, soprattutto Meister Eckhart.
Mentre in Europa si interpretava l’opera alla luce di Aristotele e di Averroè, nei paesi islamici essa veniva interpretata in chiave neoplatonica, sulla scorta di Avicenna e di al-Ghazali, come mediazione tra la filosofia e la tradizione religiosa ebraica.
* 1250 - Federico VII Hohenstaufen di Svevia, o Federico I di Sicilia o Federico II del Sacro Romano Impero (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), fu re di Sicilia, re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d'Italia e re di Germania.
Popolarmente conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), fu Sacro Romano Imperatore dal 1220 al 1250. Appartenente alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen, fu inoltre re di Germania, re d'Italia, re di Borgogna, re di Gerusalemme e, col nome di Federico I, Re di Sicilia dal 1198 al 1250.
Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione tecnologica e culturale, volte ad unificare le terre ed i popoli, fortemente contrastata dalla Chiesa. Egli stesso apprezzabile letterato, fu convinto protettore di artisti e studiosi. La sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica.
* 1466 - Donatello, vero nome Donato di Niccolò di Betto Bardi (Firenze, 1386 – Firenze, 13 dicembre 1466), è stato uno scultore, orafo e disegnatore italiano.
Con la sua lunghissima carriera fu uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino, assieme a Filippo Brunelleschi e Masaccio, oltre che uno dei più celebrati scultori di tutti i tempi. Diede un contributo fondamentale al rinnovo dei modi della scultura, facendo accantonare definitivamente le esperienze del tardo gotico e superò i modelli dell'arte romana classica, all'insegna di un espressionismo nuovo e inquieto che pervade le sue opere migliori. Inventò lo stile "stiacciato", basato su minime variazioni millimetriche degli spessori, che non impedisce la creazione di uno spazio illusorio, ma padroneggiò le più disparate tecniche e materiali (marmo, pietra serena, bronzo, legno). Si dedicò anche al disegno, fornendo i modelli ad esempio per alcune vetrate del Duomo di Firenze.
Particolare fu la sua capacità di infondere umanità e introspezione psicologica alle opere, spesso con accenti drammatici o di energia e vitalità trattenute ma perfettamente visibili.
* 1557 - Niccolò Tartaglia, soprannome di Niccolò Fontana (Brescia, 1499 circa – Venezia, 13 dicembre 1557), è stato un matematico italiano, il cui nome è legato al noto triangolo.
Nacque da una famiglia poverissima. Durante la presa di Brescia da parte dei francesi nel 1512 il padre fu ucciso e lui stesso ferito alla mandibola e al palato. Dato per morto, sopravvisse grazie alle cure della madre, ma gli rimase una evidente difficoltà ad articolare le parole. Per questo ebbe il soprannome "Tartaglia" che accettò e lui stesso utilizzò tutta la vita per firmare le sue opere.
Non poté frequentare alcuna scuola da giovane ed era molto fiero di essere autodidatta. Nei suoi scritti, si vanta infatti di essere andato a scuola di scrittura solo per 15 giorni, all'età di 14 anni. Grazie alla sua abilità, poté comunque guadagnarsi da vivere a Verona risolvendo l'equazione cubica o equazione di terzo grado. In realtà la formula era stata trovata, ma non pubblicata, da Scipione Dal Ferro nei primi del 1500, e fu nuovamente inventata dal Tartaglia una ventina di anni dopo, mentre sullo stesso problema lavoravano anche il professore Gerolamo Cardano e il suo discepolo Ludovico Ferrari più o meno nello stesso periodo.
A Tartaglia dobbiamo tra l'altro la prima traduzione italiana degli Elementi di Euclide.
In un trattato Quesiti e inventioni diverse si interessa anche di balistica e di fortificazioni.
* 1565 - Conrad (Konrad) Gessner (Zurigo, 26 marzo 1516 – Zurigo, 13 dicembre 1565) è stato un naturalista e teologo svizzero.
Pubblica nel 1545 Bibliotheca Universalis, che diventerà il punto di riferimento della bibliografia, non solo come guida per gli studiosi, ma anche per la formazione delle biblioteche pubbliche e private. A spingere Gessner alla realizzazione di quest’opera fu il pericolo incombente dell'avanzata dei turchi in Europa e anche la distruzione della prestigiosa biblioteca del re Mattia Corvino, proprio perché voleva contribuire alla salvezza e alla conservazione dei documenti scritti dalla civiltà umana, quelli del passato e quelli del presente. Invocava per questo motivo la costituzione di biblioteche pubbliche, le sole che potessero conservare a lungo i libri. La Bibliotheca segnala circa 12000 opere che diverranno 15000 con l'Appendix, fatta seguire nel 1555.
L'autore indica anche le fonti di cui si è servito: biblioteche di Roma, Firenze, Bologna e Venezia, nonché i cataloghi editoriali, i repertori speciali, nonché citazioni ed elenchi. La sua era una biblioteca ideale: la raccolta di titoli di opere di determinati autori che dovrebbero far parte di una biblioteca reale, costituita appunto da quei libri. L'opera pertanto era per i contemporanei, in quanto li doveva aiutare nella scelta, e per i posteri.
In un primo momento Gessner pensò di occuparsi solo di autori antichi e ai migliori moderni, ma poi preferì inserire anche gli autori non validi. Introdusse commenti e giudizi critici. Oltre all'autore e al titolo dell'opera vengono date note tipografiche vengono indicate le indicazioni del formato, numero delle carte e prezzo. Fu Gessner a mettere a punto la scheda tuttora in uso nei cataloghi delle biblioteche prospettando egli stesso un esemplare del suo repertorio per questa utilizzazione.
La biblioteca è costituita da 2 parti:
• la prima ha ordine alfabetico di nomi degli autori con indice degli autori elencati con il cognome;
• la seconda parte intitolata Pandectae, non è fatta più con un elenco alfabetico di testi, ma attraverso una suddivisione per aree specifiche, superando comunque l'articolazione in 21 classi del sapere. In questa sezione la catalogazione è ampliata anche ai testi in volgare.
L'invito a continuare la sua opera, perfezionandola, non ebbe molto successo. Alcuni anni dopo Conradus Lycostenes pubblicò un’opera analoga che altro non era che la sua Bibliotheca, spogliata delle notizie aggiuntive e delle valutazioni critiche. Gessner fu molto amareggiato, soprattutto perché venivano meno i principi ispiratori dell'opera.
• 1641 - Jeanne-Françoise (Giovanna Francesca) Frémiot de Chantal (Digione, 28 gennaio 1572 – Moulins, 13 dicembre 1641) è stata una religiosa francese, fondatrice (con san Francesco di Sales) dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria (monache Visitandine); nel 1767 è stata proclamata santa da papa Clemente XIII. Fu anche nonna di Madame de Sévigné.
* 1827 - Fabrizio Dionigi Ruffo (San Lucido, 16 settembre 1744 – Napoli, 13 dicembre 1827) è stato un cardinale e politico italiano, famoso per aver creato il movimento sanfedista, e comandato l'esercito della Santa Fede, principale arma antigiacobina che segnò la fine della Repubblica partenopea del 1799.
Tenacemente attaccato ai principi della monarchia di diritto divino, radunò bande di contadini in Calabria con un proclama nel quale si proponeva di cacciare i francesi dal Regno di Napoli e ristabilire la monarchia. Postosi alla testa di 25.000 uomini, si impadronì di Crotone per entrare poi vittorioso in Napoli nel giugno 1799.
A Ruffo di Bagnara, detto il cardinale generale, fu a torto imputato l'estremo rigore mostrato dalla corte e dall'ammiraglio inglese Horatio Nelson contro i giacobini napoletani.
* 1845 - Luigi Tosi (Busto Arsizio, 6 luglio 1763 – Pavia, 13 dicembre 1845) è stato un vescovo cattolico italiano.
Di nobile famiglia bustese, fu allievo a Lugano dei Chierici Regolari di Somasca e, compiuti gli studi teologici e filosofici nei seminari di Pavia e Milano, venne ordinato sacerdote: svolse inizialmente il suo ministero pastorale a Milano, dove fu parroco e canonico del capitolo di Sant'Ambrogio.
Uomo di vasta e raffinata cultura (era membro onorario dell'Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti), fu amico e padre spirituale di Alessandro Manzoni e della sua famiglia, esercitando una notevole influenza sull'evoluzione spirituale dello scrittore: su sua richiesta, il Manzoni scrisse le sue Osservazioni sulla morale cattolica.
Nonostante le sue tendenze gianseniste, nel 1823 venne nominato vescovo di Pavia, dove si prodigò per diffondere la cristianità. Mantenne tale carica fino alla morte, sopraggiunta nel 1845.
* 1846 - Pasquale Galluppi (Tropea, 2 aprile 1770 – Napoli, 13 dicembre 1846) è stato un filosofo italiano.
Figlio del barone Vincenzo e della nobildonna Lucrezia Galluppi, entrambi della stessa famiglia Galluppi, una delle antiche famiglie patrizie della città calabrese di Tropea.
Dopo lo studio della lingua latina, secondo il metodo di quel tempo in Tropea, nell'età di tredici anni apprese gli elementi della filosofia e della matematica alla scuola di don Giuseppe Antonio Ruffa. Trasferitosi in seguito con la famiglia in Sicilia, a Santa Lucia del Mela, compì il corso elementare di filosofia e di matematica presso il Seminario vescovile della cittadina peloritana. Intraprese dunque lo studio della teologia a Napoli, seguendo le lezioni di Francesco Conforti.
Nel 1794 sposò Barbara D'Aquino, da cui ebbe quattordici figli, otto maschi e sei femmine.
Trascorreva le giornate di libertà nella residenza privata di famiglia, cioè il castello, ormai rudere abbandonato, sito sulla Strada Provinciale in Carìa, frazione del comune di Drapia (VV).
Durante i moti del 1820 aderì alla causa liberale sostenendo la riforma costituzionale dello Stato e protestando quindi contro l'intervento repressivo degli Austriaci. Nel 1830 si riavvicinò alla monarchia borbonica.
Dal 1831 fu titolare della cattedra di logica e di metafisica nell'Università di Napoli. Fu membro dell'Accademia Sebezia e dell'Accademia Pontaniana di Napoli, dell'Accademia degli Affatigati di Tropea, di quella del Crotalo di Catanzaro e della Florimentana di Monteleone.
Il suo merito maggiore consiste nell'avere introdotto in Italia lo studio e la conoscenza della filosofia europea, soprattutto quella kantiana: le Lettere filosofiche furono definite il primo saggio in Italia di una storia della filosofia moderna.
A Pasquale Galluppi sono dedicati il Convitto nazionale , il Liceo Classico di Catanzaro e il Liceo Classico di Tropea.
• 1931 - Gustave Le Bon (7 maggio 1841 – 13 dicembre 1931) è stato uno psicologo e sociologo francese.
Tra le opere principali, Psicologia delle folle (1895). La potenza delle folle ha già conquistato il mondo, sta avendo inizio un'età dominata dal ruolo della massa; la descrizione della folla in Le Bon è quasi sempre negativa. Le Bon sta dalla parte delle minoranze e non della massa, esalta il ruolo della minoranza creatrice, se ci affidiamo alle folle andremo verso un regresso. La folla ha grande potenza distruttrice ma scarsa capacità costruttiva in quanto manca di disciplina, preveggenza, ecc… La folla è importante nel momento distruttivo (come catarsi di un assetto societario già malato) ma non sa mettere in essere una ponderata ricostruzione di quell'assetto che ha contribuito a distruggere. L'individuo in folla acquisisce un sentimento di forza invincibile: nel diventare folla vengono meno i freni inibitori e il senso di responsabilità. Esiste una sorta di inconscio collettivo per cui la folla è sempre condizionabile: l'individuo sacrifica con facilità il proprio interesse personale a favore dell'interesse collettivo. L'uomo, unendosi alla folla, perde la propria razionalità: la folla è guidata, appunto, dall'inconscio che, secondo Le Bon, non è proprio dell'individuo, bensì del gruppo collettivo. L'individuo all'interno della folla trasforma immediatamente in azioni le idee suggerite, l'uomo all'interno della folla è un istintivo e un barbaro. È vero che la folla distrugge ma lo fa per tornare indietro, per conservare più che per innovare: "gli istinti della folla sono istinti conservatori"; quando entriamo in una folla perdiamo l'apertura al dialogo, l'autoritarismo e l'intolleranza sono presenti in tutte le tipologie di folle.
In Le Bon la razza è identificabile con una comunità geografica (pressappoco nazionale), ciò non implica, però, assolutamente giudizi di superiorità di una razza rispetto ad un'altra. "Il tipo dell'eroe caro alle folle avrà sempre l'aspetto di un Cesare" che però, non appena caduto in disgrazia, verrà linciato dalla folla stessa, che lo annovererà già nella categoria dei deboli. La stessa istruzione sarebbe dannosa, perché lo studente, a contatto con gli altri, subirebbe un processo di massificazione che porterebbe alla perdita di coscienza individuale. Per conquistare le folle per periodi di lunga durata bisogna insistere su un concetto, anche semplice e conciso; l'insistenza su questo concetto lo farà passare di bocca in bocca e lo renderà connaturato alla massa, lo farà penetrare nelle menti. Le idee passano alla massa anche grazie al prestigio di chi le propugna; "il prestigio è una sorta di fascino che un individuo provoca su di noi". La caratteristica del prestigio è quella di impedirci di vedere le cose come sono. Le folle si caratterizzano per la loro mutevolezza: sono in qualche modo immaneggiabili, si dimostrano sempre più coscienti del loro ruolo e perciò sempre più indomite.
• 1942 - Włodzimierz Ledóchowski (Loosdorf, 7 ottobre 1866 – Roma, 13 dicembre 1942) è stato un gesuita polacco, Preposito Generale dell'ordine dall'11 febbraio 1915 alla morte.
* 1944 - Vasilij Vasil'evič Kandinskij in russo Василий Васильевич Кандинский (Mosca, 4 dicembre 1866 – Neuilly-sur-Seine, 13 dicembre 1944) è stato un pittore russo, creatore della pittura astratta.
Nel 1871 la sua famiglia si trasferisce a Odessa. Dal 1886 a 1889 studia Legge a Mosca.
Nel 1892 si laurea, anno in cui si decise a sposare la cugina Anja Čimiakin, che aveva conosciuto come uditrice all'Università di Mosca e con la quale aveva stabilito un rapporto di grande intesa e affinità intellettuale.
Nel 1896 rifiuta un posto di docente nell'Università di Dorpat per studiare Arte presso la Akademie der Bildenden Künste München (Accademia delle belle arti Monaco di Baviera).
Abita nel quartiere di Schwabing a Monaco dove cé una concentrazione massima di artisti, rivoluzionari russi, musicisti, scrittori, persone creative in generale.
Il suo professore all´accademia delle belle arti é Franz von Stuck.
Nel 1901 fonda il gruppo Phalanx,qui conobbe la sua futura compagna di vita Gabriele Münter che era la sua studentessa. Il cui obiettivo principale è di introdurre le avanguardie francesi nel ambiente artistico tradizionalista di Monaco, a tale scopo apre una scuola in cui tiene lezione. I suoi dipinti dei primi anni del secolo sono paesaggi eseguiti alla spatola, all'inizio ombrosi, e poi di una intensità quasi fulva; dipinge anche temi fantastici derivanti dalla tradizione russa o dal medioevo tedesco; questo periodo è caratterizzato dalla sperimentazione tecnica, in particolare dell'uso della tempera su carta scura, per dare l'illusione di una superficie illuminata da dietro in trasparenza. La consistenza tonale del chiaroscuro evidenzia lo schema cancellando la distinzione tra le figure e lo sfondo, dando come risultato una composizione quasi astratta.
Nel 1902 espone per la prima volta con La Secessione di Berlino e realizza le sue prime xilografie.
Nel 1903 e 1904 visita l'Italia, l'Olanda, l'Africa e la Russia.
Nel 1904 espone nel Salone d'Autunno di Parigi.
Assieme alla pittrice Gabriele Münter comprerà nel 1908 una casetta a Murnau in Alta Baviera. Questa casa nominata "la casa dei russi" Russenhaus diventerà luogo di incontro di innumerevoli artisti e musicisti di tutto il mondo. Da qui prenderà piede l'arte astratta.
Nel 1909 viene eletto presidente del Neue Künstlervereinigung München (NKVM). La prima esposizione del gruppo, ha luogo nello stesso anno nella Galleria Heinrich Thannhauser di Monaco. Fino alla fine del decennio, le pitture di Kandinsky denotano una gran tendenza all'appiattimento per l'intensità equivalente delle aree di colore e la superficie rilucente che distrugge ogni illusione di profondità. La serie di quadri di fantini in competizione comincia nel 1909 e in essa la linea dell'orizzonte si va gradualmente sradicando, come del resto ogni altro riferimento spaziale.
Nel 1910 produce il suo primo acquerello astratto, nel quale (...) nelle macchie più scure predominano due colori, il rosso e l'azzurro che evidentemente considera relazionati perché si trovano sempre insieme. Il rosso è un colore caldo e tende a espandersi; l'azzurro è freddo e tende a contrarsi. Kandinsky non applica la legge dei contrasti simultanei, ma la verifica; si serve di due colori come di due forze controllabili che possono essere sommate o sottratte e, secondo i casi, cioè secondo gli impulsi che riceve, si avvale di entrambi affinché si limitino o si esaltino a vicenda. Ci sono anche segni lineari, filiformi; sono, in certo modo, indicazioni di movimenti possibili, sono tratti che suggeriscono la direzione ed il ritmo delle macchie che vagano sulla carta. Danno movimento a tutto l'acquerello (...) (Argan).
Nella IV Composizione del 1911, le figure sono talmente semplificate, il colore è talmente arbitrario e lo spazio talmente confuso che è impossibile distinguere l'argomento senza riferirsi ai quadri precedenti della serie. Lo spettatore è particolarmente disorientato dal modo in cui usa la linea: tanto come elemento indipendente, quanto come limite per il colore.
Nel 1911 Kandinsky e Marc si ritirano dal NKVM e pongono le basi del Blaue Reiter, editando un almanacco nel 1912. La prima esposizione ha luogo a dicembre, nella galleria Thannhauser di Monaco.
Nel 1911 Kandinsky pubblica Lo Spirituale nell'Arte; nel 1912 si pubblica l'almanacco con le opere di Kandinsky e Marc, ed ha luogo la seconda esposizione del Blaue Reiter nella galleria Hans Goltz.Este. Nello stesso anno si tiene la prima mostra personale di Kandinsky nella galleria Der Sturm di Berlino. I temi preferiti di Kandinsky in questo periodo sono violenti e apocalittici, e traggono origine dalle immagini religiose popolari di Germania e Russia. Prima del 1912 il suo lavoro è già passato per diverse evoluzioni produttive.
Nel 1913 quando dipinge Linee Nere già non si può più parlare di astrazione a partire da un soggetto; il colore e la linea hanno assunto tanta autonoma espressività da non seguire più un modello prestabilito. Opere come questa sono le prime realmente astratte.
Il percorso di Kandinsky verso l'astrazione trova giustificazione teorica in Astrazione e Empatia di Wilhelm Worringer, pubblicato nel 1908. Worringer argomenta che l'usuale gerarchia di valori, basata su leggi rinascimentali, non è valida per considerare l'arte di altre culture; molti artisti creano dalla realtà ma con un impulso astratto, cosicché le ultime tendenze dell'arte si trovano in società meno materialiste.
Kandinsky era anche interessato nella Teosofia, intesa come la verità fondamentale che fa da sottofondo alla dottrina ed ai rituali in tutte le religioni del mondo; il credere in una realtà essenziale nascosta dietro le apparenze, fornisce una naturale razionalità all'arte astratta.
In La Spiritualità nell'Arte, parla di una nuova epoca di grande spiritualità e del contributo che le dà la pittura. La nuova arte deve basarsi sul linguaggio del colore e Kandinsky dà indicazioni sulle proprietà emozionali di ciascun tono e di ciascun colore, a differenza delle precedenti teorie sul colore, egli non si interessa dello spettro, ma solo della risposta dell'anima.
Nel 1913 una sua opera partecipa al Armory Show di New York e, allo scoppio della Prima guerra mondiale, torna in Russia lasciando per sempre la sua compagna Gabriele Münter che rimarrà a Murnau nella lora casa comune fine alla sua morte conservando innumerevoli quadri di Kandinsky (la più grande raccolta di quadri di Kandinsky, donati successivamente alla città di Monaco di Baviera e oggi conservati nella Lenbachhaus). Kandinsky rimarrà a Mosca fino al 1921.
A partire dalla Rivoluzione di ottobre, Kandinsky svolge un lavoro amministrativo per il Commissariato del Popolo per l'Educazione; tra i progetti di questo organismo c'è la fondazione di vari musei e la riforma del sistema scolastico nei riguardi delle Scuole d'Arte.
Tra il 1922 e il 1933 lavora come insegnante presso il Bauhaus, prima a Weimar, e poi, dopo il trasferimento della scuola, a Dessau.
Con l'instaurazione della dittatura, accusato di bolscevismo, è costretto ad abbandonare il paese e a trasferirsi in Francia, in un sobborgo di Parigi.
Nel 1937 a Monaco viene realizzata la celebre mostra sull'Arte Degenerata, con cui Hitler si propone di condannare le nuove avanguardie artistiche. Nella mostra compaiono circa 50 opere di Kandinskij, poi vendute a basso costo all'asta ad acquirenti stranieri.
Muore nel 1944 nell'abitazione di Parigi dove ha vissuto negli ultimi dieci anni della sua vita.
• 1972 - Ettore Conti, conte di Verampio (Milano, 24 aprile 1871 – Milano, 13 dicembre 1972) è stato un ingegnere, politico e imprenditore italiano.
• 1996 - Francesco Gabrieli (Roma, 27 aprile 1904 – Roma, 13 dicembre 1996) è stato un orientalista italiano.
Francesco Gabrieli nacque a Roma nel 1904. Il padre era Giuseppe Gabrieli, nativo di Calimera, in provincia di Lecce, ma sempre vissuto a Roma. Questi era il secondo Bibliotecario dell'Accademia dei Lincei, studioso apprezzato in tutto il mondo malgrado non avesse mai intrapreso la carriera universitaria, nonché collaboratore di Leone Caetani col quale realizzò l' Onomasticon Arabicum e al quale Caetani dedicò un volume dei suoi Annali dell'Islām, ai cui indici (tuttora non completati) egli lavorò tra l'altro con competenza e umiltà scientifica.
Francesco Gabrieli studiò dapprima la lingua araba col padre per poi frequentare i corsi tenuti nell'Università di Roma da Carlo Alfonso Nallino, uno dei massimi studiosi italiani dell'Islam, attivo nei primi 40 anni del XX secolo e fondatore dell'Istituto per l'Oriente di Roma che oggi porta il suo nome.
Apprese, come era l'usanza, anche la lingua persiana e quella turca (il cosiddetto "tripode islamico") che, insieme alla perfetta conoscenza del francese, inglese e del tedesco, nonché del russo, gli consentirono un continuo aggiornamento delle sue conoscenze arabistico-islamistiche.
Di ampi interessi italianistici (era particolarmente competente di Francesco Petrarca) e storici (specialmente del periodo italiano risorgimentale), Francesco Gabrieli spaziò fra l'attività puramente arabistica - con l'edizione di inediti Dīwān (canzonieri) di antichi poeti del primo Islam - e quella storico-filosofico-islamistica (di particolare pregio sono i suoi studi sulla Estetica e poesia araba nell'interpretazione della Poetica aristotelica presso Avicenna e Averroè), con pionieristici lavori sul condottiero arabo omayyade Maslama ibn ʿAbd al-Malik, sul Califfo omayyade Hishām ibn ʿAbd al-Malik, sulla guerra civile che contrappose i due fratelli-califfi abbasidi al-Amīn e al-Maʾmūn e sull'età delle Crociate, viste tuttavia dal punto di vista arabo, precorrendo di molto e con maggior rigore contenutistico e metodologico lavori assai più tardi riguardanti lo stesso argomento e proponendo per la prima volta al lettore testi inediti cronachistici arabo-musulmani.
Fu professore universitario a Palermo e all'Istituto Universitario Orientale di Napoli, approdando presto, per rimanervi fino all'età del pensionamento, nell'Università degli studi di Roma-La Sapienza e nella "Scuola Orientale" che nella Facoltà di Lettere era allora inserita.
Socio di un gran numero di associazioni e accademie italiane e internazionali di ricerca, Gabrieli fu nel Consiglio Scientifico dell'Istituto della Enciclopedia Italiana - usualmente identificata come Treccani - come pure in quello che curò la seconda edizione dell' Encyclopædia of Islam/Encyclopédie de l'Islam (Leida-Parigi), oltre che di un gran numero di altre riviste scientifiche, presiedendo con grande prestigio l'Istituto per l'Oriente che aveva nel secondo dopoguerra salvato dal rischio di scioglimento al momento delle epurazioni post-fasciste.
Fu membro autorevole dell'Accademia Nazionale dei Lincei, quindi Presidente della sua Fondazione Leone Caetani per gli Studi Islamici e infine Presidente della stessa Accademia.
Nel 1983 fu insignito del Premio Balzan per l'Orientalistica, in considerazione dell'altissimo livello raggiunto dai suoi studi sul mondo arabo-islamico.
Autore di innumerevoli libri, saggi, articoli e recensioni, Francesco Gabrieli fu anche fine elzevirista, collaborando con i migliori quotidiani italiani. Le sue opere sono state abbondantemente tradotte all'estero, in lingua inglese, francese e tedesca.
• 1997 - Giovanni Alberto Agnelli (Milano, 19 aprile 1964 – Torino, 13 dicembre 1997) fu un imprenditore e dirigente d'azienda italiano.
Figlio di Umberto Agnelli (1934 – 2004) e di Antonella Bechi Piaggio (1938 – 1999), fu presidente della Piaggio dal 1993 fino alla sua morte, risollevando le sorti dell'azienda. Dallo zio Gianni Agnelli era stato destinato a succedergli alla guida della FIAT.
Ebbe due fratelli da parte del padre, Andrea e Anna Agnelli, e una sorella da parte della madre, Chiara Visconti di Modrone. Nel 1969 frequentò le scuole elementari al Collegio San Giuseppe di Torino, dove studiarono tutti gli Agnelli.
La madre Antonella si separò dal marito Umberto nel 1974 e portò il figlio con sé ad Atlanta, in Georgia, dove possedeva un allevamento di cani. I genitori si risposeranno lo stesso anno: Umberto con la principessa Allegra Caracciolo, cugina di Marella, moglie di Gianni Agnelli, e Antonella con il duca Uberto Visconti di Modrone (parente a sua volta di Allegra Caracciolo).
Negli Stati Uniti studiò all'Accademia militare McCallie di Chattanooga nel Tennessee e s'iscrisse poi alla Brown University di Providence nel Rhode Island, corso di laurea in relazioni internazionali con tesi sul Medio Oriente.
Nel 1982 tornò dagli Stati Uniti e lavorò in FIAT alla Comau di Grugliasco sotto il falso nome di Giovannino Rossi. Lo stabilimento produce robot e macchine utensili per la lavorazione di parti di auto ed il montaggio. Lo pseudomino "Giovannino" resterà a lui legato per sempre, soprattutto a Torino dove, amato e benvisto dai concittadini, veniva identificato e riconosciuto dai vari omonimi in famiglia.
Dopo l'università iniziò il servizio militare come carabiniere-paracadutista. Il 21 aprile 1986 entrò nel battaglione Tuscania della Folgore, della quale il nonno materno Alberto Bechi Luserna era stato uno dei principali animatori. Rimase militare di truppa, non potendo fare il corso per ufficiale di complemento poiché lo Stato italiano non riconobbe il suo titolo di studio statunitense. Lo stesso anno comparve nella campagna pubblicitaria dell'Arma volta a rilanciare il Tuscania col nome di "carabiniere Giovanni".
Il 15 novembre 1993 Giovanni Alberto Agnelli entrò nel Consiglio di amministrazione della FIAT.
Sposò nel novembre del 1996 Frances Avery Howe, dalla quale ebbe una figlia, Virginia Asia, nata il 16 settembre 1997.
Volle fortemente l'allestimento di un museo all'interno degli ex stabilimenti Piaggio dei vari modelli di scooter prodotti da questa azienda. Il museo aprì quattro anni dopo la sua morte e gli fu intitolato.
Morì il 13 dicembre del 1997 per una rara forma di cancro allo stomaco nonostante le cure in centri specializzati negli Stati Uniti.
• 2002 - Leonardo Mondadori (Milano, 26 settembre 1946 – Milano, 13 dicembre 2002) è stato un editore italiano. Nipote di Arnoldo, dal 1991 fu presidente della casa editrice Arnoldo Mondadori. Fu anche il fondatore della Leonardo Editore.
* 2006 - Ignacia de Loyola de Palacio del Valle-Lersundi (Madrid, 16 settembre 1950 – Madrid, 13 dicembre 2006) è stata una politica spagnola, esponente del Partito Popolare (PP).
• 2008 - Horst Tappert (Elberfeld, 26 maggio 1923 – Planegg, 13 dicembre 2008) è stato un attore tedesco, famoso soprattutto per aver interpretato il ruolo di Stephan Derrick nel telefilm L'ispettore Derrick (semplicemente Derrick nell'originale tedesco).
* 2009 - Paul Anthony Samuelson (Gary, 15 maggio 1915 – Belmont, 13 dicembre 2009) è stato un economista statunitense, vincitore della John Bates Clark Medal nel 1947 e del premio Nobel per l'economia nel 1970, «per l'opera scientifica attraverso la quale ha sviluppato la teoria economica statica e dinamica, e contribuito attivamente ad aumentare il livello dell'analisi nella scienza economica».