Il calendario del 12 Maggio
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Eventi
▪ 113 - Inaugurazione della Colonna Traiana a Roma
▪ 1588 - Enrico III di Francia lascia Parigi, dopo che Enrico I Guisa entra nella città
▪ 1689 - Guerra di Re Guglielmo: Guglielmo III d'Inghilterra si unisce alla Lega di Augsburg e inizia una guerra contro la Francia
▪ 1780 - Guerra di indipendenza americana: Charleston, (Carolina del Sud) viene catturata dalle forze britanniche
▪ 1797 - Il Maggior Consiglio di Venezia abdica e la città viene consegnata a Napoleone Bonaparte. L'ultimo Doge Ludovico Manin è costretto ad abdicare
▪ 1815 - Guerra austro-napoletana: le truppe austriache al comando di Federico Bianchi occupano L'Aquila.
▪ 1881 - In Nord Africa, la Tunisia diventa un protettorato francese
▪ 1932 - Dieci settimane dopo il suo rapimento, il figlio neonato di Charles Lindbergh viene trovato morto a Hopewell (New Jersey), a sole poche miglia dalla casa di Lindbergh
▪ 1942 - Seconda guerra mondiale: Battaglia di Kharkov - Nell'Ucraina orientale, l'Armata Rossa inizia la sua prima grossa offensiva della guerra. Durante la battaglia i sovietici riprenderanno la città di Kharkov all'esercito tedesco
▪ 1948 - Luigi Einaudi presta il giuramento come secondo Presidente della Repubblica italiana; era stato eletto il giorno precedente con 518 voti su 872
▪ 1949 - L'Unione Sovietica annulla il Blocco di Berlino
▪ 1958 - Viene firmato un accordo tra USA e Canada detto North American Aerospace Defense Command (NORAD)
▪ 1974 - Italia: nel referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio vincono i NO con il 59,3% (l'affluenza sfiora l'88%): la legge Fortuna-Baslini resta in vigore
▪ 1975 - Incidente della Mayaguez: La marina cambogiana cattura il mercantile statunitense SS Mayaguez in acque internazionali
▪ 1977 - Roma, durante la manifestazione organizzata dai radicali per l'anniversario del referendum sul divorzio, scoppiano tafferugli con le forze dell'ordine. Durante una carica, viene colpita mortalmente Giorgiana Masi, 19 anni: il Ministro degli Interni Francesco Cossiga negherà che gli agenti abbiano usato armi, ma foto sulla stampa mostrano agenti in borghese che sparano ad altezza d'uomo.
▪ 2000 - La Tate Modern Gallery apre a Londra
▪ 2002 - L'ex presidente statunitense Jimmy Carter arriva a Cuba, per una visita di cinque giorni a Fidel Castro, divenendo il primo Presidente degli Stati Uniti d'America, in servizio o meno, a visitare l'isola, dalla rivoluzione castrista del 1959
▪ 2007 - Inizio dei lavori del Marina di Rodi Garganico, la prima zona polifunzionale del Mezzogiorno
▪ 2008 - Un terribile terremoto al grado 7.8 della scala Richter devasta la Cina
Anniversari
▪ 1935 - Józef Klemens Piłsudski (Zułów, 5 dicembre 1867 – Varsavia, 12 maggio 1935) è stato un rivoluzionario, politico e militare polacco.
Leader delle forze armate polacche, capo dello Stato (1918-1922) e dittatore (1926-1935) della seconda Repubblica Polacca, fu una delle più importanti figure politiche polacche della sua era, ed è considerato il padre della riconquistata indipendenza polacca, 123 anni dopo la terza spartizione della Polonia.
Gli inizi dell'attività politica
Proveniente da una famiglia della piccola nobiltà polacca, Piłsudski studiò medicina all'Università di Charkiv (Ucraina) ed entrò nel movimento socialista rivoluzionario. Arrestato dalla polizia russa (1900), riuscì ad evadere (1901) e ad espatriare poi in Galizia (allora provincia dell'Impero austro-ungarico). Qui, contrariamente al movimento dei democratico-nazionali di Roman Dmowski, filorusso e antitedesco, auspicò il crollo della Russia con l'aiuto tedesco per ottenere l'indipendenza polacca.
La prima guerra mondiale
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Piłsudski organizzò le legioni polacche che combatterono a fianco degli Imperi Centrali (Austria-Ungheria e Germania) contro la Russia. Il 5 novembre 1916 gli Imperi Centrali proclamarono l'indipendenza del Regno di Polonia, ma come semplice stato fantoccio da utilizzare in funzione antirussa. Nel 1917 Piłsudski ottenne un seggio nel Consiglio di Stato del nuovo regno, ma rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà, volgendosi così anche contro gli Imperi Centrali, che lo fecero arrestare e internare a Magdeburgo fino alla fine della guerra.
L'indipendenza polacca e la guerra con la Russia
Nel novembre 1918, sconfitti gli Imperi Centrali, Piłsudski rovesciò il Consiglio di Reggenza da essi istituito per governare la Polonia e assunse la guida della nuova Repubblica Polacca. Con il Trattato di Versailles (1919) la Polonia ottenne il riconoscimento dell'indipendenza e inoltre l'acquisto della Galizia, della Posnania e di uno sbocco al mare (il Corridoio Polacco) con il porto di Gdynia. Nominato capo dello Stato (1919), Piłsudski cercò di costituire una federazione coi Lituani, Ruteni e Ucraini, approfittando della debolezza russa: nominato comandante dell'esercito col grado di Maresciallo di Polonia (marzo 1920), invase l'Ucraina fino a Kiev (guerra russo-polacca). La controffensiva dell'Armata Rossa fu respinta alle porte di Varsavia grazie ad una manovra a tenaglia dell'esercito polacco presso un'ansa della Vistola (agosto 1920). Gli alleati occidentali (Gran Bretagna, Francia), si limitarono all'appoggio verbale. La guerra si concluse con il Trattato firmato a Riga, il 18 marzo 1921.
Il colpo di stato del 1926 e il regime dei colonnelli
Dopo l'entrata in vigore della Costituzione parlamentare (1921) e la vittoria elettorale dei democratico-nazionali (1922), Piłsudski si ritirò dalla politica, ma vista la crescente tensione interna tra crisi politico-economica e conflitti etnici, attuò un colpo di stato (14 maggio 1926) con cui assunse poteri dittatoriali. Cumulando le cariche di primo ministro (1926-1928, 1930), ministro della Guerra (1926-1935) e capo di Stato Maggiore, governò dittatorialmente con l'appoggio dell'esercito, e nel 1935 promulgò una nuova Costituzione (democrazia articolata) che aboliva di fatto il sistema parlamentare. In politica estera, per salvaguardare l'indipendenza della Polonia dalle mire tedesco-sovietiche, firmò un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica e cercò sempre di impedire il risorgere della potenza tedesca: dopo l'ascesa dei nazisti di Adolf Hitler (gennaio 1933), tentò di accordarsi con la Francia per una guerra preventiva alla Germania, ma poi concluse un patto di non aggressione con il Reich (1934). Morì di cancro a Varsavia ne
▪ 1977 - Giorgiana Masi (Roma, 6 agosto 1958 – Roma, 12 maggio 1977) è stata una studentessa italiana, uccisa a diciannove anni durante una manifestazione di piazza.
▪ 1981 - Arturo Carlo Jemolo (Roma, 17 gennaio 1891 – Roma, 12 maggio 1981) è stato un giurista e storico italiano.
Laureato in giurisprudenza all'Università di Torino con Francesco Ruffini, fu professore di diritto ecclesiastico nelle università di Sassari, Bologna, Milano e Roma fino al 1961. Di origini ebraiche (un suo zio era stato anche rabbino di Bologna), durante la dittatura fascista si trovò tra i molti professori universitari che firmarono il giuramento di fedeltà imposto dal regime.
Durante il periodo dell'occupazione nazista ospitò nella propria casa romana una famiglia di amici ebrei ferraresi. Per questo motivo il suo nome, assieme a quello della moglie Adele Morghen, è iscritto tra i giusti tra le nazioni a Yad Vashem.
Come giurista, fin dalla prima produzione, si preoccupò di dare al diritto ecclesiastico carattere di disciplina rigorosamente giuridica, che astraesse da considerazioni politiche, e di tenere nettamente separato il diritto della Chiesa cattolica da quello dello Stato (trattato come un ramo del diritto pubblico): in questa ottica dev'essere considerata la sua opera Chiesa e Stato negli ultimi cento anni (1948, Premio Viareggio).
Collaboratore delle testate "Il Mondo" di Mario Pannunzio e "Il Ponte" di Piero Calamandrei, fu inizialmente vicino al Partito d'Azione e fu, dal 1945 al 1946, il primo presidente della RAI. Sostenitore dell'alleanza Partito Repubblicano-Partito Radicale nelle elezioni del 1958 (Giovanni Spadolini chiese la sua nomina a senatore a vita), negli ultimi anni della sua vita fu collaboratore ed editorialista de La Stampa e un consigliere politico molto ascoltato in Vaticano.
Opere
▪ La questione della proprietà ecclesiastica nel Regno di Sardegna e nel Regno d'Italia durante il quarantennio 1848-1888. Torino, Tipo-litografia Bono, 1911.
▪ L'amministrazione ecclesiastica. Milano, Società editrice libraria, 1916.
▪ Il partito cattolico piemontese nel 1855 e la legge sarda soppressiva delle comunità religiose. Casale, Tip. Bellatore e Bosco, 1919.
▪ Storia antica. Firenze, Vallecchi, 1924.
▪ Storia medievale. Firenze, Vallecchi, 1926.
▪ Dal 1558 ad oggi. Firenze, Vallecchi, 1926.
▪ Lezioni di diritto costituzionale. Bologna, Gruppo Universitario Fascista Giacomo Venezian, 1930.
▪ La questione romana. Milano, Ist. per gli Studi di Politica Internazionale, 1938.
▪ Per la pace religiosa in Italia. Firenze, La Nuova Italia, 1944.
▪ Corso di diritto ecclesiastico: 1944-1945. Roma, Tip. Universitaria, 1946.
▪ Italia tormentata (1946-1951): saggi. Bari, Laterza, 1951.
▪ La crisi dello Stato moderno. Bari, Laterza, 1954.
▪ Lezioni di diritto ecclesiastico. Milano, Giuffrè, 1959.
▪ Società civile e società religiosa: 1955-1958. Torino, Einaudi, 1959.
▪ 3.1.1: Il matrimonio (dal Trattato di diritto civile italiano). Torino, UTET, 1961.
▪ Lo sperpero del pubblico denaro. (Jemolo ed altri). Milano, Giuffrè, 1965.
▪ Scritti vari di storia religiosa e civile. Milano, Giuffrè, 1965.
▪ Anni di prova. Vicenza, Neri Pozza, 1969.
▪ Premesse ai rapporti tra Chiesa e Stato. Milano, Giuffrè, 1969.
▪ Chiesa e stato in Italia negli ultimi cento anni. Torino, Einaudi, 1971.
▪ Crispi. Firenze, Le Monnier, 1972.
▪ Il dramma di Manzoni. Firenze, Le Monnier, 1973.
▪ Gli uomini e la storia. Roma, Studium, 1978.
▪ Questa repubblica: dal '68 alla crisi morale. Firenze, Le Monnier, 1981.
▪ Tra diritto e storia: (1960-1980). Milano, Giuffrè, 1982.
▪ Figli e padri. Roma, Studium, 1984, ISBN 88-382-3486-8.
▪ Anni di prova. Firenze, Passigli, 1991, ISBN 88-368-0186-2.
▪ Chiesa e stato in Italia dalla unificazione agli anni settanta. Torino,Einaudi, 1995, ISBN 88-06-04432-X.
▪ Che cos'e la Costituzione. Roma, Donzelli, 1996, ISBN 88-7989-257-6.
▪ 1993 - Zeno Colò (Abetone, 30 giugno 1920 – San Marcello Pistoiese, 12 maggio 1993) è stato uno sciatore alpino italiano.
Fu uno degli sciatori italiani più forti di tutti i tempi, primatista mondiale del chilometro lanciato e campione mondiale e olimpico negli anni 1950.
A causa del secondo conflitto mondiale visse una breve carriera agonistica internazionale.
▪ 1995 - Mia Martini, pseudonimo di Domenica Berté (Bagnara Calabra, 20 settembre 1947 – Cardano al Campo, 12 maggio 1995), è stata una cantante italiana.
Artista riconosciuta come una delle voci più belle e significative della musica italiana, vantò una lunga carriera artistica che ebbe inizio nel 1963, semplicemente come Mimì Berté. Il maestro Carlo Alberto Rossi la volle lanciare come ragazza yè-yè; tuttavia, il successo che trovò in questa veste, sebbene lusinghiero per una debuttante, durò ben poco, e dopo alcuni anni di oblio riapparve sulle scene, nel 1971, col nuovo pseudonimo di Mia Martini. Successi come Piccolo uomo, Minuetto, Donna sola, Inno, Padre davvero, la consacrarono come una delle migliori interpreti degli anni settanta, decennio nel quale raggiunse una grande popolarità nazionale ed internazionale.
Nel 1982 partecipò al Festival di Sanremo con E non finisce mica il cielo ed è in quell'occasione che i giornalisti accreditati, volendole assegnare un riconoscimento, istituirono appositamente per lei il Premio della critica, che fu poi assegnato per ogni successiva edizione, fino a portare il suo stesso nome dal 1996.
La sua carriera e la sua vita privata furono segnate da una serie di maldicenze a sfondo superstizioso in seno allo stesso mondo dello spettacolo e addetti ai lavori che la ostacolarono ed emarginarono per diversi anni, portandola ad un ritiro dalle scene verso la metà degli anni ottanta.
Grazie al suo talento interpretativo, la cantante tornò alla ribalta riaffermandosi con un consenso ancora maggiore: nel 1989 partecipa al Festival di Sanremo col brano Almeno tu nell'universo, che divenne un classico. Negli anni novanta è ancora protagonista di altri successi come La nevicata del '56, Gli uomini non cambiano (presentati sempre a Sanremo) e Cu 'mmè, duetto con Roberto Murolo che rilanciò la canzone napoletana.
Morì a soli quarantasette anni per un arresto cardiaco, in circostanze mai del tutto chiarite legate al consumo di stupefacenti. Fu trovata priva di vita nella sua abitazione dopo almeno due giorni dal decesso.
Nel corso della sua carriera, durata ben 32 anni, ha interpretato brani in lingua: italiana, inglese, francese, spagnola, portoghese, tedesca e greca. Nel suo repertorio troviamo influenze soul, atmosfere folk, blues e jazz.
Oltre la collina, il suo primo album (giudicato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna), conteneva parecchie cover straniere, per l'epoca molto all'avanguardia per arrangiamenti, tematiche e cantato.
Con la sua voce dal timbro ben riconoscibile, per potenza e impatto emotivo, cantò il meglio della canzone d'autore italiana ed internazionale, collaborando con alcuni tra i più grossi nomi del panorama musicale, non solo italiano. Per lei hanno scritto, tra gli altri, Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Lucio Battisti, Franco Califano, Mimmo Cavallo, Riccardo Cocciante, Paolo Conte, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Enzo Gragnaniello, Bruno Lauzi, Mango, Amedeo Minghi, Mariella Nava, Stefano Rosso, Enrico Ruggeri, Antonello Venditti. La stessa Mia Martini fu cantautrice.
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