Società “Amici del pensiero” 9 – Commenti 7: l’Idea di una Università
Primo derivato di tale Ordine: l’Idea di una Università (36).- Autore:
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Il primato del frutto, e dell’Amicizia per il pensiero in quanto questo e quella non sono frutto degli studi, fa autonomia preliminare dagli studi senza sottovalutazione di questi. Tutta l’Università che conosciamo, da quella medioevale a quella moderna, deve trovare ricapitolazione come un vasto Politecnico che ci si augura pregevole, per lasciare il posto a una nuova idea di Università.
Una Università di imprenditori fin dal primo giorno, anche se coltivassero Lettere antiche: i cui cultori si occuperebbero per esempio dell’economia anzi dis-economia di Tebe - con excursus sulla Tebe moderna - in regime di guerra civile antigonea.
Le sue categorie, prima che discipline o materie, sono: diritto, economia, logica, psicologi(c)a unita a una psicopato-logica come estensione del campo dell’errore.
Si tratta delle categorie della metafisica dell’atto, già di pensiero, in quanto imputabile. L’imputabilità è anche fonte di conoscenza. Essere e esistenza non sono compito della metafisica né lo avrebbero mai dovuto essere: sono qui riscattati a competenza del singolo nel suo atto, dopo una lunga depauperazione.
Tali categorie vivono di opposizioni che sono contraddizioni:
Diritto: innocenza/nocività,
Economia: produttività / improduttività (non “creatività”) insieme a elaborazione / omissione,
Logica: consistenza / inconsistenza,
Psicologia: suscettibilità / indifferenza, suscettibilità / ostilità, l’una e l’altra riconducibili agli opposti suscettibilità / autismo (l’autismo è non-suscettibilità o non-eccitabilità o non-chiamabilità).
Questa idea di Università non distingue, per presupposizione (non: posizione) scientifica anteriore alla categoria, una disciplina o scienza “Psicologia” con, al solito, un proprio “oggetto” e “metodo” di “studio”. “Psicologia” è una categoria predicabile di difformi Ordinamenti (37) del moto individuale - insieme alla categoria economica, giuridica, logica -, difformi anzitutto secondo un’alternativa che fa la Storia: aut unità intelletto/affetto aut divisione intelletto/affetto, una divisione in cui quest’ultimo è oggi ribattezzato come “emozione”, e come “sfera” distinta da quella “intellettuale” ridotta a “cognitiva” (38). In questo aut / aut non si tratta di due diverse Teorie psicologiche configgenti, bensì della prima e basale diversità tra Ordinamenti dell’esperienza (39).
Non c’è mai non-psicologia, ossia pensiero che non sia articolato secondo un Ordinamento di esso, fino a reali costi: quelli risultanti quando la logìa si riduca (male) a pato-logìa.
La mancanza di questa categoria (non: disciplina) del pensiero è sempre stata la lacuna della logica, sempre impegnata a distinguersi dalla psicologia come disciplina. Ecco perché Freud, a partire dall’Amicizia del e per il pensiero, ha apportato ciò che mancava alla logica per essere per-fetta. Vi sono logici novecenteschi che odiano l’idea stessa di un Ordine giuridico del linguaggio (ma è un odio che pesca nell’antichità), perché questo sposta la logica della frase alla frase dell’atto (40). C’è psicologia solo al plurale: tra altre è tale la Teoria economica oggi egemone, con la sua psicologia della “mano invisibile” (41). Così come ogni religione è psicologia. Coppie interdisciplinari come psicologia / logica, psicologia /filosofia, psicologia / economia, psicologia / diritto, psicologia / religione, non hanno senso e si costituiscono solo per effetto di una “Psicologia” pre-giudiziale (42).
Esercitiamoci ora a sapere se in una tale Università è ammissibile la disciplina “Teologia”. Rispondo di sì dopo la seguente premessa.
I nostri atti sono osservabili o inferibili (caso degli atti di pensiero: premeditazione o preformazione)(43), mentre non così nel caso di “Dio”, che il pensiero non porta affatto inscritto in sé come “esigenza” o “istanza” di un oscuro “cuore” (benché oggi si accresca il gruppo degli emotivi-di-Dio), o di una “Ragione” distinta dal pensiero. Si potrà e converrà saperne-dirne solo nel caso di un’offerta, precedente la domanda (44), che provenga dalla “sua” iniziativa, dopo di che le nostre quattro categorie “gli” si potranno riferire a lode come categorie dell’atto.
Ciò premesso, la Teologia si troverà a dover maneggiare la duplice coppia oppositiva-contraddittoria: offerta / autismo di “Dio”, e anche: suscettibilità all’offerta (45) in forma di domanda / autismo di “Dio”. Infatti una domanda che sia well formed ossia prodotta da un’elaborazione è anch’essa un’offerta, rivolta a “Dio” in questo caso: e d’altronde rivolger“gli” una domanda non well formed sarebbe una mancanza di rispetto, frequente nel fatto che l’arte della preghiera si riduce a scarabocchi, suoni gutturali, falsetti melodrammatici.
Si tratterà poi di sapere quanto della storica Teologia si salva dall’essere stata una simile diagnostica di autismo di “Dio” (conosco un libro sul narcisismo di Dio che poteva intitolarsi “Dio autistico”)(46).
Una Rivelazione è recepibile in quanto positiva cioè posta, e assumibile per l’affidabilità (consistenza, innocenza) di ciò che ha posto ossia per giudizio (nessun fideismo)(47) cioè ragione. Le materie (48) o discipline di questa Idea di Università sono, anno dopo anno (per prendere una unità temporale convenzionale), la raccolta o silloge di tutti quegli articoli dell’Enciclopedia o Ordine del linguaggio, già esistenti o esistibili, che vertono esplicitamente su un complesso di temi o argomenti come materie (49). Posta l’unità giuridica o imputativa secondo il frutto, le materie o discipline sono imparentate tra loro fino all’intercambiabilità dei loro protagonisti. Diritto, economia, logica, psicologia, solo dopo che categorie sono discipline o materie.
Della disciplina “Psicopatologia” è già scritto come Corollario al termine del Commento 6° che precede.
La disciplina “Psicologia” dovrebbe partire dal più freudiano degli enunciati: che per non rimbambire bisogna passare dalla prima infanzia a una seconda infanzia, solida nella difesa (“principio di realtà”) del pensiero già nella prima (“principio di piacere”). L’intelligenza, così come l’intellettuale, è iniziale. L’infantilismo è una neoproduzione adulta.
La disciplina “Filosofia” diventa filo-sofia come amicizia del e per il pensiero, ancilla sì - come ha fatto Freud - ma cogitationis non theologiae. All’occasione potrebbe anche difendere il pensiero di “Dio”, avendone a disposizione i documenti.
Circa il posto delle Scienze dette “dure” bisognerà tornare, ma senza cambiare nulla in quanto detto.
Si tratta di una Università in cui la cura fa da precedente per studenti che fanno Universo a partire dall’Ordine giuridico del linguaggio e dal suo Principio: con scoperta dell’Universo come uni-verso anzi uni-versificabile, semper condendum.
NOTE
36. La Rivista “Istituzioni del pensiero” ha in preparazione da tempo un suo volume dal titolo “Idea di una Università”.
37. Il concetto di Ordinamento (pensiero) dell’esperienza è da parte mia un’elaborazione del concetto lacaniano di “Discorsi” o “dispositivi”. J. Lacan tuttavia non aveva fatto il passaggio al dispositivo giuridico come forma non imperativa (o non algoritmica).
38. Ricordo che la critica della Teoria delle “sfere” dell’esperienza data dagli inizi della formulazione del pensiero di natura, a partire dall’assurda sfera “sessual-ità” (quella che fa lo “zimbello” schopenhaueriano). In generale ravvisavo nella Teoria delle sfere il neo-tolemaismo moderno. La questione cui pochi sono preparati è: che ne è della vita sessuale senza sfera? In ogni caso diventa concepibile una moralità (non dico una “morale sessuale”), cioè senza fissazione né inibizione (gli “scrupoli” morali non sono morali).
39. Non è necessario convertirsi a Freud (l’osservazione della scissione tra rappresentazione e affetto) per saperlo anzitutto osservativamente. Ogni studente ha sperimentato la diversità tra lo studiare “standoci con la testa” ossia con affetto, e lo studiare non “standoci” affatto perché l’affetto si è separato come emozione. Idem quanto all’esperienza dell’“amore” nell’innamoramento, in cui non c’è “starci con la testa” perché l’ha persa. Purtroppo il rio destino dell’innamoramento non conduce al ripensamento dell’amore secondo l’unità di intelletto e affetto (nulla a che vedere con la “pace dei sensi”).
L’affetto è vita o metabolismo del pensiero. A proposito di pace, mi pare di essere stato il primo a proporla come l’affetto del pensiero soddisfatto nel moto-a-frutto. Anche l’angoscia è palesemente vita del pensiero, del pensiero contraddittorio, di cui è esempio e inizio la stridente contraddizione dell’amore presupposto e dell’innamoramento.
40. La logica è sempre stata in progresso sulla linguistica, partendo dall’unità minima della frase, non quella della parola né del fonema.
41. Si veda la presentazione del Corso 2009-10 dello Studium Cartello, “L’albero e i frutti, La rettitudine economica”.
42. Nell’elenco non dovrebbe neppure figurare la coppia psicoanalisi / …, per non arrossire.
43. Parlare di premeditazione ci aiuta ad avere dell’“inconscio un’idea chiara e distinta, non oscura e confusa: infatti almeno nell’esempio facile del lapsus assistiamo a una rigorosa premeditazione dello shift da un’intenzione a un’altra formale intenzione che sostituisce punto a punto la precedente.
44. Non ha senso parlare di “domanda” o “ricerca” di Dio. Frasi come “Solo un Dio ci può salvare” sono da cestinare, anche nell’eventuale cestino di “Dio”. “Dio” ci salvi dal senso religioso di Heidegger! Oggi si bestemmia in modo pio: “Non nominare il nome di Dio invano”, lo diceva anche Freud. Do rilievo a questa estensione del campo della bestemmia.
45. L’offerta di amore potrebbe interessarci, di innamoramento no, e sarebbe disdicevole anche per Lui, a un tempo per la sua esistenza e la sua onorabilità.
46. In ormai lontani tempi si deduceva, da premesse teo-metafisiche (che insalata!) che “Deus sive natura” (B. Spinosa sulle premesse del cattolicissimo-barocco F. Suarez): dire “Dio autistico” mi sembra solo un aggiornamento lessicale e concettuale.
47. Nella Rivelazione cui sto facendo ovvio riferimento apprendiamo che “Dio” ha ritenuto che fosse una buona idea quella di accadere come uomo (l’idea: sarò-stato uomo) per restarlo in saecula saeculorum, ossia non come provvisorio sacrificio salvifico o santa finzione educativa. Era e ancor più resta l’obiezione docetista, da prendere molto seriamente, formulabile anche con rudezza senza blasfemìa: “Dio” sarebbe stato un perfetto Idiota se fosse rimasto uomo per sacrificio e non per profitto. Solo nel caso del profitto ci sarebbe “Buona notizia”.
Oggi conosco pochi cristiani esenti dal docetismo, anima del Barocco: tutto, compreso il Barocco teologico, oggi Teoria teologica egemone.
Ma oggi il docetismo, o l’educazionismo, è la Teoria egemone a tutti i livelli.
Ognuno ha visto che è dalle asserzioni positive della suddetta Rivelazione che ho ricavato il Principio costituzionale “L’albero si giudica dai frutti”.
48. La parola “materie” di uso tradizionale nell’insegnamento per designare le discipline, è ben scelta. Essa andrebbe spinta praticamente fino al concetto di materia prima, elaborabile in frutto da tutti i partner dell’insegnamento.
49. I Corsi dello Studium Cartello da quindici anni sono assaggi di questa idea di una Università.