Società “Amici del pensiero” 7 – Commenti 5: Legame sociale…

Legame sociale di gruppo versus legame sociale giuridico.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Il Gruppo, o la Massa - resta per noi intramontabile la “Psicologia delle masse” di Freud (19) - si insinua dove c’è Diritto: ne è la zizzania. Non cercheremo di strapparla (intolleranza) ma di distinguerla dal grano.
Non cercherò qui di scrivere un capitolo di Storia del Novecento, in cui il legame sociale di massa ha compiuto le sue devastazioni (ne sono state colte solo le più massacranti, e neppure sottolineando il legame sociale sotto il quale si sono compiute).
Nell’ambito di tale Storia gli psicoanalisti, riuniti in Associazioni di diritto privato, non hanno potuto o saputo non scivolare nel legame di massa o gruppo: non ci permettiamo altro giudizio su di loro che quello diagnostico di un esito anancastico. Meglio riconoscerne i meriti quando tali sono stati.
Un tale esito è stato lamentato da Freud, poi J. Lacan fino alla dissoluzione della sua iniziale Ėcole. La storia di questo duplice capitolo resta da scrivere: ne abbondano in ambedue i casi i documenti (20).
Ma non occorre attendere un tale libro, che forse cadrebbe nel disinteresse come ormai tutte le vicende della storia psicoanalitica.
Infatti il dato principale della Massenpsychologie degli psicoanalisti è noto al grande pubblico benché distrattamente: mi riferisco al linguaggio-gergo della storia psicoanalitica.
Chiamarlo “gergo” è ancora un’attenuante. Mentre Freud aveva semplicemente fatto del suo meglio per forgiarsi un lessico che fosse provvisoriamente maneggevole per i suoi concetti (“es”, “inconscio”, “pulsione” … ), questo è diventato “significanti” in senso lacaniano (21) ossia separati dal significato o concetto. Separati?: sì, eccetto che in senso autoreferenziale, non all’individuo-psicoanalista ma al gruppo psicoanalitico (22).
Anche nelle massime deformazioni dei concetti freudiani, la piccola batteria lessicale psicoanalitica è rimasta fissa nella sua autoreferenza al gruppo.
Non deve sfuggire che il “significante” anzidetto è necessariamente fideistico: un fenomeno interessante per un mondo generalmente miscredente.
Nei tanti dibattiti da mondo psicoanalitico cui ho presenziato, ho perfino sentito discutere se la psicoanalisi sia una religione. Ho perfino udito un “freudiano” dichiararsi tale perché credeva in Freud.
Non dedico ulteriore tempo a rammentare che il pensiero di natura, pensiero amico del corpo e del partner per il frutto, è partito (alla lettera) dalla riforma del lessico freudiano in un linguaggio comune-universale: cominciando dalla traduzione di “pulsione” in legge di moto dei corpi, di certi corpi della natura e non altri, quelli detti “umani” proprio in forza di una tale legge.

NOTE
19. C’è gruppo o massa quando un “Capo” in quanto Ideale o Oggetto - la sua persona individuale potrebbe perfino mancare - si sostituisce al pensiero nel suo soggetto grammaticale “io”. A questo fatto come misfatto è stata assegnato da Freud il nome “identificazione”. Allorché il Capo esiste fisicamente non ha il beneficio di esistere come partner. Le analisi più difficili sono quelle di Capi (o aspiranti tali), o di soggetti a Capi.
Vero che il Nazismo è stato sconfitto, ma il Führerprinzip non abbisogna di un Führer personale: “quello” è stato solo un Führer artigianale, perfino banale (potere della banalità!) e intellettualmente miserabile: ha potuto fare i danni che ha fatto solo perché incarnava l’Ideale o Oggetto versus pensiero. Ma la disposizione all’identificazione non era solo un vizio germanico.
L’uomo-di-massa sfrutta a man bassa la parola “fede”. Inversamente, nella non-fede ci si crede (ancora fede) liberi dall’identificazione. E’ un male accentuatosi nella modernità.
20. Ho intensamente vissuto anche l’epoca della Dissolution dell’Ėcole Freudienne de Parisda parte di J. Lacan.
21. Passata a questa accezione, la parola “inconscio” ha potuto diventare la parola più equivoca del Novecento, fino a designare l’occulto (contro quel Freud che si schierava contro la montante “nera marea dell’occultismo”), o almeno il magma delle “emozioni”. Più praticamente, il lato intimamente drogato dello spirito con la sua non-imputabilità.
22. Il lemma prescelto da Freud in proposito, “identificazione”, è semplicemente corretto descrittivamente.